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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA CALABRIA DIPARTIMENTO STUDI UMANISTICI CORSO AGGIUNTIVO SOSTEGNO- SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA A.A. 2014-2015 LABORATORIO “LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE” (Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione) Dott.ssa SASANELLI LIA DANIELA Dottore di ricerca in “ Scienze dell’educazione e analisi del territorio”, Insegnante e Pedagogista.

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA CALABRIA

DIPARTIMENTO STUDI UMANISTICI

CORSO AGGIUNTIVO SOSTEGNO-SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA

A.A. 2014-2015

LABORATORIO “LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE”(Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione)

Dott.ssa SASANELLI LIA DANIELA

Dottore di ricerca in “Scienze dell’educazione e analisi del territorio”, Insegnante e Pedagogista.

PRIMA LEZIONE 30/12/2014

LA COMUNICAZIONE1. Aspetti generali della comunicazione2. Linguaggio e pensiero: relazioni3. La comunicazione intenzionale e non

intenzionale4. I MODELLI TEORICI DELLA COMUNICAZIONE5. La competenza comunicativa6. I 5 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE7. Comunicazione verbale e analogica8. Stili di comunicazione

LA COMUNICAZIONE E’…

� Dimensione psicologica costitutiva di ogni essere umano

� Una attività sociale

� Una risposta a bisogni di tipo fisico

� Contribuisce a formare e consolidare il nostro senso di identità

� E’ una attività prevalentemente cognitiva

ASPETTI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE-1

COMUNICAZIONE= “portare qualcosa a conoscenza di altri;…. scambio di messaggi tra un emittente e ricevente;…. processo mediante il quale l’informazione viene trasmessa/ condivisa da un sistema ad un altro”

Presuppone l’essere in collegamento…l’essere in relazione

I° ASSIOMA DELLA COMUNICAZIONE: “E’ IMPOSSIBILE NON COMUNICARE “

“L’attività o l’inattività , le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicare anche loro”

ASPETTI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE- 2

LINGUAGGIO: “capacità di comunicare per mezzo di un sistema di segni”…. Mette in gioco abilità strutturate e complesse che consentono di attribuire CORRISPONDENZA TRA SEGNI E SIGNIFICATI (FUNZIONE SIMBOLICA)

IL LINGUAGGIO

� È certamente una delle capacità, se non la capacità, che più caratterizza la specie umana.

� Il linguaggio consente almeno due importanti funzioni:� comunicativa,

� di astrazione.

LINGUAGGIO E PENSIERO: QUALE RELAZIONE

� Il rapporto tra linguaggio e pensiero è uno dei temi che troviamo variamente discussi fin dall’origine della nostra cultura.

� Su questo complesso problema si possono considerare almeno 5 ipotesi.

1°IPOTESI - IL PENSIERO È LINGUAGGIO

� Secondo l’ipotesi comportamentista, il linguaggio è come un’attività motoria appresa con il rinforzo.

� Per esempio, il bambino emette delle sillabe e queste vengono lodate dall’adulto.

2° IPOTESI - IL PENSIERO DIPENDE DAL LINGUAGGIO

� Whorf (1956) afferma che il linguaggio determina la maniera di percepire e di pensare.

� Esistono quindi tante forme di pensiero e tante immagini del mondo quante sono le lingue.

� Per esempio gli eschimesi hanno 19 termini per designare altrettanti tipi di neve.

Sapir e Whorf

3° IPOTESI – IL LINGUAGGIO DIPENDE DAL PENSIERO

� Piaget (1964) sostiene che il linguaggio riflette, piuttosto che determinare, lo sviluppo cognitivo.

� Il linguaggio egocentrico (cioè non usato per la comunicazione) viene sostituito da quello socializzato.

Piaget

4° IPOTESI – LINGUAGGIO E PENSIERO SI INFLUENZANO RECIPROCAMENTE

� Linguaggio e pensiero sono in origine indipendenti, ma poi si integrano in un processo di reciproco influenzamento (Vygotskij, 1962).

� Secondo Vygotskij, il monologo:� prima accompagna l’azione senza un preciso rapporto

funzionale con essa,

� poi interviene quando subentra un ostacolo,

� poi precede l’azione per pianificarla.

5° IPOTESI – IL LINGUAGGIO È PENSIERO

� Se per linguaggio si intende anche il significato che veicola, linguaggio e pensiero non sono separabili (Bruneret al., 1966).

� Il linguaggio offre all’individuo degli strumenti per pensare, elaborati dalla cultura della sua comunità linguistica.

ASPETTI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE- 3

LINGUA: “è un sistema grammaticale e lessicale per mezzo del quale gli appartenenti ad una comunità comunicano tra loro: lingua italiana, francese, inglese, tedesca”

La lingua pertanto può essere condivisa SOLO con coloro che condividono lo stesso sistema grammaticale e lessicale.

LA COMUNICAZIONE INTENZIONALE

E’ l’atto mediante il quale un messaggio viene trasmesso da un MITTENTE ad un fruitore che condivida col mittente il CODICE

Mittente DestinatarioMESSAGGIO

Codice

LA COMUNICAZIONE: IL CODICE LINGUISTICO

Il CODICE LINGUISTICO è costituito da segni che arbitrariamente collegano un significante ad un significato (referente).

Riferendoci al linguaggio verbale, potremmo considerare in seguente esempio:

Sia BRUM BRUM (onomatopea) sia AUTOMOBILE(parola) si riferiscono allo stesso referente, ma è evidente che il primo termine è più direttamente collegato all’oggetto (in quanto ne rievoca il suono prodotto); il secondo, invece (automobile) costituisce un’associazione con il referente del tutto arbitraria e socialmente determinata,

Segnali

Simboli

Brum brum

automobile

referente

FONEMI/GRAFEMI

I segni del linguaggio verbale sono costituiti da FONEMI e GRAFEMI:

1) i FONEMI sono le unità minime distintive di suono nell’ambito di una una lingua particolare;

2) i GRAFEMI sono le unità minime distintive di un sistema grafico di una una lingua particolare;

NB: Per essere riconosciuti come parole, grafemi e fonemi devono essere combinati in sequenza accettabili: CVCV (consonante - vocale- consonante - vocale) è una sequenza ritenuta accettabile per la lingua italiana e pertanto identifica una parola

STRUTTURA LESSICALE /MORFOSINTATTICAL’insieme delle parole costituisce la STRUTTURA LESSICALE di una

lingua.

L’insieme delle parole (parole nome- parole verbo- parole aggettivo) deve a sua volta essere combinato in una sequenza accettabile sulla base di precise regole grammaticali

stiamo parlando della STRUTTURA MORFONSINTATTICA Esempio: “Il compra mamma la latte”

“La mamma compra il latte”

STRUTTURA SEMANTICAInfine non è sufficiente che la struttura lessicale e la struttura

morfonsintattica siano corrette, se non si fa riferimento ad un ulteriore aspetto che caratterizza il processo di codifica/decodifica.

Osserviamo la seguente frase: “Le verdi mucche fumanti dormono furiosamente tra le ombrose schiume”.

In questa frase apparentemente va tutto bene: corretti sono i fonemi/grafemi, corretto il lessico, corretta la struttura sintattica .

Tuttavia nonostante la correttezza della struttura fonetico/grafemica, della struttura lessicale e della struttura morfonsintattica, l’insieme risulta PRIVO DI SIGNIFICATO.

ENTRA IN GIOCO IN QUESTO CASO LA STRUTTURA SEMANTICA

LA COMUNICAZIONE: CANALE E CONTESTO

Allo schema lineare di comunicazione precedente dobbiamo aggiungere altri 2 elementi

Mittente DestinatarioMESSAGGIO

CONTESTO

Codice

CANALE

CANALE: ogni messaggio, in qualsiasi modalità venga trasmesso utilizza un CANALE per la codifica ed una canale per la decodifica oltre che un mezzo per la trasmissione.

Per es. un disegno è un messaggio che per

essere codificato necessita del CANALE

GRAFICO e per essere decodificato necessita

del CANALE VISIVO

IL CODICE LINGUISTICO: CANALE

IL CODICE LINGUISTICO: CONTESTO

CONTESTO: uno stesso messaggio può assumere significati diversi a seconda del contesto in cui ci si viene a trovare.

ESEMPIO: “ARRIVA IL 27”… dice un’impiegata ad una collega sul luogo di lavoro (in questo caso il 27 è identificato come il giorno di paga).

-Se a dire la stessa frase è una persona alla fermata dell’autobus … significherà che è in arrivo l’autobus n. 27.

-- Se un gruppo di ragazzi sta organizzando una festa per il 27 del mese, la stessa frase significherà probabilmente che c’è poco tempo per organizzare la festa , o che si è impazienti per l’avvicinarsi della data tanto attesa

LA COMUNICAZIONE NON INTENZIONALE

Occorre considerare che una parte della comunicazione NON E’ INTENZIONALE, eppure tale forma di comunicazione è molto rilevante all’interno della relazione e dello scambio ed influenza non poco la comprensione/ interpretazione del messaggio.

LA PIRAMIDE DELLA COMUNICAZIONE

ALTRO

GRAFICO PITT0RICA

VERBALE

GESTUALE

MIMICA

CORPOREA

TONICO-AFFETTIVA

RELAZIONE TRA TIPO DI COMUNICAZIONE E CANALI UTILIZZATI

FORME DI COMUNICAZIONE1. Comunicazione Tonico- affettiva

2. Comunicazione Corporea

3. Comunicazione Mimica

4. Comunicazione Gestuale

5. Comunicazione Verbale6. Comunicazione Grafico –pittorica

7. Lingua dei segni

8. Comunicazione facilitata

CANALI UTILIZZATICorporeo – tattile

Corporeo - visivo

Corporeo - visivo

Corporeo – visivo

Uditivo-verbale

Grafico-Visivo

Corporeo- visivo

Grafico-visivo

CONSIDERAZIONI

La maggior parte delle tipologie di comunicazione presentate , utilizza in produzione il canale corporeo ed in ricezione il canale visivo.

L’UNICA FORMA DI COMUNICAZIONE CHE UTILIZZA IL CANALE UDITIVO -VERBALE E’ LA COMUNICAZIONE VERBALE

LA COMUNICAZIONE VERBALE E’ LA FORMA DI COMUNICAZIONE MENO ECONOMICA…. MA E’ LA PIU’ UTILIZZATA

(O. Schindler)

Essa richiede l’integrità ed il funzionamento corretto ed integrato di numerosi sistemi:

• un sistema Produttore d’aria, • un sistema di Emissione di voce, • un sistema di Articolazione, • un sistema Nervoso Centrale e Periferico,• un sistema Uditivo,• un funzionamento Neuropsicologico……

CIO’ FA Sì CHE LA COMUNICAZIONE VERBALE RISULTI ESTREMAMENTE VULNERABILE: è sufficiente una minima disfunzione, anche temporanea, in uno qualunque di questi sistemi perché si concretizzino serie difficoltà di comunicazione.

I MODELLI TEORICI DELLA COMUNICAZIONE

1. MODELLO LINEARE (Emittente- Messaggio-Ricevente)

2. MODELLO INTERATTIVO (Circolare)

3. MODELLO DIALOGICO

4. TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI (Approccio filosofico- analitico)

MODELLO LINEARE

Modello risalente agli anni ’30/’40 concepisce la comunicazione come qualcosa che una persona (l’emittente) “trasmette” (attraverso il messaggio) ad un’altra persona (il ricevente).

La comunicazione viene considerata come un comportamento spiegabile secondo la logica comportamentista dello STIMOLO-RISPOSTA

CODIFICADECODIFICA

EMITTENTERICEVENTEMESSAGGIO

CANALE

CANALE

RUMORE/DISTURBI

MODELLO LINEARE

(Modello “ LINEARE/Matematico “- Shannon e Weaver)

MODELLO LINEARE- 2

Il modello lineare considera la presenza del “RUMORE COMUNICATIVO” inteso come qualunque cosa che interferisca con la comunicazione efficace. In particolare vengono considerati 3 tipi di rumore:

1. ESTERNO= esterni al ricevente che sono fonti di distrazione (rumore competitivo);

2. FISIOLOGICO= interni al ricevente che sono di ostacolo ad una ricezione efficace (sordità, cultura diversa, etc.)

3. PSICOLOGICO= interni all’emittente, che sono di ostacolo ad una trasmissione efficace

MODELLO INTERATTIVO (CIRCOLARE)

� Caratterizzato dalla presenza di FEEDBACK (retroazione), che considera nel processo di comunicazione, la risposta del ricevente.

� Il modello passa da una logica lineare a d una logica circolare, che consente all’emittente di capire se il proprio messaggio è stato correttamente recepito e di apportarvi, se necessario dei rinforzi.

METAFORA DELLA PARTITA DI PING-PONG

MODELLO INTERATTIVO, adattato da Adler-Towne

CodificaDecodifica

EMITTENTE MESSAGGIORICEVENTE

CANALE

DISTURBI

CANALE

MESSAGGIO EMITTENTERICEVENTE

CodificaDecodifica

MODELLO DIALOGICO

Mette in evidenzia che il soggetto non è emittente e ricevente in momenti successivi, ma assume entrambi i ruoli simultaneamente. In qualsiasi processo interattivo, in ogni istante, egli riceve ed emette messaggi.

LA COMUNICAZIONE DEVE ESSERE QUINDI STUDIATA NELLA SUA COMPLESSITA’ IN DIVENIRE, OSSIA COME “ANALISI DELLA CONVERSAZIONE”

MODELLO DIALOGICO, adattato da Adler-Towne

CodificaDecodifica

EMITTENTE MESSAGGIORICEVENTE

CANALE

DISTURBI

CANALE

MESSAGGIO EMITTENTERICEVENTE

CodificaDecodifica

TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI (approccio filosofico-analitico)

La tesi di AUSTIN (autore di tale teoria) è che si debba evidenziare non solo il carattere descrittivo del linguaggio, ma anche quello operativo. Egli, infatti, analizza la funzione attiva, operativa del linguaggio mediante la TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI, secondo la quale OGNI ESPRESSIONE LINGUISTICA È UN ATTO.

TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI (approccio filosofico-analitico)

L’Autore distingue 3 possibili e distinti aspetti di un atto linguistico:

1) ATTO LOCUTIVO: quello con cui si dice qualcosa dotato di significato (es. “La porta è aperta”).

2) ATTO ILLOCUTIVO: oltre a dire qualcosa, ad informare, può contenere un suggerimento, una richiesta, una preghiera, etc.(es. “Per piacere chiudi la porta”).

3) ATTO PERLOCUTIVO: è l’atto compiuto per il fatto di dire qualcosa: quello per cui si raccoglie il suggerimento (o comando, invito, ecc, implicito in quell’atto “illocutorio” e si esegue ciò che viene suggerito) .

(Es. “ Azione del chiudere la porta”).

LA COMPETENZA COMUNICATIVA

LA CAPACITA’ DI PRODURRE E COMPRENDERE MESSAGGI E QUINDI DI INTERAGIRE CON ALTRI SOGGETTI VIENE DENOMINATA “COMPETENZA COMUNICATIVA”

LA COMPETENZA COMUNICATIVALa competenza comunicativa comprende le seguenti abilità:1. COMPETENZA LINGUISTICA: capacità di produrre ed interpretare

messaggi verbali;2. COMPETENZA PARALINGUISTICA: capacità di produrre ed

interpretare gli elementi che modulano la comunicazione (cadenza, velocità dell’eloqui, pronuncia, pause);

3. COMPETENZA CINESICA: capacità di modulare la comunicazione mediante gesti (cenni, mimica del volto, movimenti delle mani, ecc.);

4. COMPETENZA PROSSEMICA: capacità di variare il rapporto con lo spazio nel quale avviene l’interazione (distanza interpersonale pubblica, sociale, privata);

5. COMPETENZA PRAGMATICA: capacità di utilizzare le dimensioni verbali e non verbali della comunicazione in modo adeguato e funzionale alla situazione ed ai propri scopi;

6. COMPETENZA SOCIOCULTURALE: capacità di interpretare correttamente le situazioni sociali, i rapporti di ruolo e gli elementi che caratterizzano la cultura della situazioni e degli attori.

GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

Nel 1967 P. Watzlawick con i suoi collaboratori, formularono i 5 assiomi “metacomunicazionali” della comunicazione umana:

1. NON SI PUO’ NON COMUNICAREIl comportamento è comunicazione; non è possibile non avere un

comportamento, quindi è impossibile non comunicare.

2. OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO ED UNO DIRELAZIONE

Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto (una notizia, una informazione, un dato…) e di relazione (un comando, un’istruzione, un avvenimento…) di modo che il secondo classifica il primo.

Il linguaggio

COMUNICAZIONE

VERBALE PARAVERBALE NON VERBALE

IL LINGUAGGIO DEL CORPO

LE CARATTERISTICHE EXTRA VERBALI DEL LING. VERBALE

CONTENUTO

IL LINGUAGGIO

RELAZIONE

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RARAMENTE SIAMO CONSAPEVOLI DELLA NOSTRA COMUNICAZIONE NON VERBALE. TUTTAVIA, ESSA COLPISCE PRIMA IL NOSTRO INTERLOCUTORE.

ALL’INTERNO DEL LINGUAGGIO NON VERBALE:

VOCALE

� Tono, � Ritmo, � Pause, � Enfasi� Volume della voce

NON VOCALE

� Apparenza fisica,� Abbigliamento,� Gestualità,� Postura,� Contatto fisico,� Contatto visivo,� Mimica facciale,� Orientamento spaziale,� Distanza interpersonale.

GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

3. LA COMUNICAZIONE E’ UN PROCESSO CIRCOLARELa natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di

comunicazione tra i comunicanti (se si prende in considerazione il punto di vista dell’uno o quello dell’altro; es.: <<Lo picchio sempre perché lui si ubriaca>> -<<Bevo per dimenticare di avere una maglie isterica>>).

4) LA COMUNICAZIONE E’ VERBALE E ANALOGICAIl linguaggio digitale (digitale, verbale) ha una sintassi logica assai complessa e di

estrema efficacia,ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione, ; il linguaggio analogico (il linguaggio non verbale) invece non ha alcuna sintassi adeguata per definire in un modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni.

5)GLI SCAMBI DI COMUNICAZIONE SONO SIMMETRICI O COMPLEMENATARITutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che

siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza (da una parte rapporti paritetici, paritari, democratici, dall’altra rapporti fondati sulla autorità/subordinazione).

IL LINGUAGGIO “DIGITALE”

� Il linguaggio DIGITALE (linguaggio delCONTENUTO) ha una SINTASSI logica complessaed efficace, adatta a scambiarsi una gran massadi informazioni, ma manca di una SEMANTICAadeguata a definire il tipo di relazione esistente

fra chi comunica.

INFORMAZIONI E DATI

IL LINGUAGGIO “ANALOGICO”

Il linguaggio ANALOGICO (linguaggio della

RELAZIONE) ha una SEMANTICA ricca e

sofisticata, ma manca di una SINTASSI

appropriata alla definizione non ambigua delle

relazioni.

EMOZIONI E ATTEGGIAMENTI

INTERPERSONALI

COMUNICAZIONE VERBALE E COMUNICAZIONE ANALOGICA

� La comunicazione verbale è efficace solo se colui che parla riesce ad adattare il messaggio alla personalità ed alle capacità di chi lo riceve.

� La comunicazione analogica funge da sostegno e integrazione della comunicazione verbale.

� E’ fondamentale curare la congruenza tra quello che si dice e come lo si esprime, tra le parole pronunciate e i toni e i gesti che lo accompagnano.

In caso di incongruenza tra messaggio verbale e comunicazione analogica viene sempre privilegiata l’informazione che passa attraverso la COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)

ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE- 1

- Postura (= modo di disporre nello spazio le parti del corpo)

- Espressioni del viso (= insieme di segnalazioni involontarie che indicano le principali reazioni emotive)

- Prossemica (= distanza fra le persone)- Movimenti delle braccia e delle mani (= accompagnano

il linguaggio enfatizzando e punteggiando il messaggio parlato)

- Comunicazioni cinesiche (= gesti che determinano atti linguistici)

ORIENTAZIONE

� Orientazione fianco a fianco : indica un certo grado di intimità ed anche atteggiamenti cooperativi.

� Orientazione frontale : è utilizzata in situazioni più formali ed in cui si tende a stabilire un rapporto gerarchico, indica anche atteggiamenti competitivi.

ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE- 2

Prossemica (= distanza fra le persone)

DISTANZA INTERPERSONALE: 4 diverse distanze: Intima (0,35 cm), personale-causale (35-100 cm),sociale (1-3 mt),pubblica (dai 3 mt in su).

ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE- 2

- Movimenti delle braccia e delle mani

- (= accompagnano il linguaggio enfatizzando e punteggiando il messaggio parlato)

- Comunicazioni cinesiche (= gesti che determinano atti linguistici)

STILI DI COMUNICAZIONE

STILE= tendenza a privilegiare un modo di esprimersi e di relazionarsi che può essere utile in certe circostanze e disfunzionale in altre

� Si distinguono in:

STILE PASSIVO = caratterizzato da un atteggiamento di “minimizzazione” delle proprie posizioni e dalla rinuncia ad esprimere le proprie idee

PUO’ ESSERE UTILE QUANDO NON ABBIAMO INTENZIONE DI DEDICARE ENERGIE E CI FIDIAMO DELL’INTERLOCUTORE

� STILE AGGRESSIVO= caratterizzato da un atteggiamento teso a mostrare la superiorità di chi parla nei confronti del suo interlocutore

� PUO’ ESSERE UTILE QUANDO VOGLIAMO FAR VALERE I NOSTRI DIRITTI

� STILE MANIPOLATIVO= caratterizzato da un atteggiamento teso a raggirare l’altra persona con l’intenzione di ottenere una risposta a proprio vantaggio

� PUO’ ESSERE UTILE QUANDO ABBIAMO QUALCOSA DA NSASCONDERE O DA PROTEGGERE

� STILE ASSERTIVO= caratterizzato da un atteggiamento teso a far valere le proprie opinioni, meriti, sensazioni, diritti, nel pieno riconoscimento e rispetto di quelli degli altri

� PUO’ ESSERE UTILE QUANDO OCCORRE INSTAURARE UN RAPPORTO BASATO SUL RICONOSCIMENTO DEI PROPRI E LATRUI DIRITTI.

Da noi, cortesia e disponibilità verso la persona sono al primoposto

Un messaggio è CONGRUENTE quando tutte e tre le componenti (VERBALE, PARAVERBALE e NON VERBALE) sono coerenti, cioè si accordano tra loro nell’esprimere il messaggio.

DA NON DIMENICARE….. : LA CONGRUENZA

L’INCONGRUENZA

Da noi, cortesia edisponibilità verso lapersona sono al primo

posto

UN MESSAGGIO È INCONGRUENTE QUANDO LE TRE COMPONENTI ( VERBALE , PARAVERBALE , NON VERBALE ) SONO INCOERENTI, CIOÈ SONO IN CONFLITTO TRA LORO NELL’ESPRIMERE IL MESSAGGIO.

QUALE STILE COMUNICATIVO CON I DISABILI?

Nell’avvicinarsi agli altri spesso utilizziamo atteggiamenti e comportamenti dettati dai nostri pregiudizi e non dal contatto con la persona, che è unica e irripetibile. Tendiamo a fronteggiare la realtà usando facili stereotipi che ci fanno perdere di vista la persona.

Questo fenomeno può accadere anche incontrando persone con disabilità, soprattutto a causa di pregiudizi o barriere mentali, o anche a causa di paure personali di fronte alla malattia e alla disabilità.

E’ ovvio che con tali premesse la modalità con cui si entra in relazione può essere distorta.

SUGGERIMENTI

All’inizio mantieni la “giusta distanza” con il bimbo disabile (nè troppo vicino, nè troppo lontano)

Cerca di affrontare, e non evitare, specifici argomenti di conversazione (ad es. legati alla malattia o alla disabilità)

Guardalo mentre interagisci con lui/lei Spiega sempre cosa stai per fare o cosa

intendi fare insieme a lei o per lei.

PER SVILUPPARE UNA BUONA RELAZIONE….

Sappiamo già che la relazione di cura e assistenza si svolge non solo attraverso il canale verbale; la maggior parte della comunicazione è mediata dai gesti e dalle espressioni del viso (componente non verbale).

Al di là di quanto può essere detto, è molto importante la maniera in cui si comunica. Tra le condizioni base di un operatore per sviluppare una relazione di sostegno si includono:

▪ Empatia: l’abilità di mettersi negli panni degli altri, di sentire le esperienze altrui, di avere un atteggiamento di comprensione

▪ Riconoscimento positivo: cioè il vero rispetto e la chiara accettazione dei sentimenti della persona senza un giudizio (positivo o negativo)

▪ Coerenza: cioè la capacità dell’operatore di sostegno di essere se stesso, di riconoscere le proprie emozioni ed i propri confini.

E’ importante esplorare le barriere mentali ed evitare atteggiamenti che possano bloccare la comunicazione ed un ascolto attivo.

LA PERSONA CHE SI SENTE ASCOLTATA E COMPRESA SENTE CHE LE SUE PAROLE E LE SUE EMOZIONI RICONOSCIUTE E RISPETTATE.

ASCOLTO ATTIVO, CONOSCENZA, COMPRENSIONE, EMPATIAUNA RELAZIONE DIVENTA BUONA QUANDO CI SENTIAMO ASCOLTATI E

COMPRESI PROFONDAMENTE!

� Non è semplice porsi in ASCOLTO ATTIVO della comunicazioni di un alunno con disabilità, specie se grave: ci sembra di non capire, o di capire benissimo tutto, tanto che i suoi tentativi di comunicazione ci appiano quasi superflui (e magari li anticipiamo quasi sul nascere).

� L’ascolto attivo è fatto invece di un’attiva attesa, di un attivo silenzio per permettere la comunicazione dell’altro, ma anche di un attivo sforzo per costruire insieme un significato condiviso (che non è quello che “ho capito io”, ma quello che “ tu hai voluto dirmi e insieme abbiamo costruito” nell’intersoggettività dell’interazione)

� Inoltre occorre CONOSCERE e COMPRENDERE l’alunno con disabilità attraverso linguaggi molto diversi.

In particolare è indispensabile rilevare il grado di coinvolgimento e di responsività ai

bisogni dell’altro (Gli individui assumono un comportamento reciproco, l’uno in

direzione dell’altro?), il tono emotivo comunicato verbalmente e non (calore,

negatività, rifiuto), la spontaneità (il bambino si avvicina spontaneamente

all’adulto?), la vicinanza fisica (come si organizzano fisicamente gli individui in

relazione l’uno all’altro?) e la cura (in caso di necessità il bambino esprime le sue

esigenze e i suoi bisogni vengono ascoltati oppure no, e in che modo?)

(Pianta)

� Infine il terzo ambito di riflessione riguarda l’empatia intesa come capacità di “sentire l’altro”.

� Un insegnante empatico riesce a comprendere l’emozione dell’alunno (comprendere non significa né giustificare, né spiegare razionalmente!), gli sta vicino mentre la esprime, gli consente di esprimerla, lo aiuta a nominarla-classificarla e a controllarla in modo produttivo e non repressivo.

� Con l’empatia l’insegnante diventa aiuto nella regolazione degli stati d’animo e delle emozioni: ne aiuta l’espressione, eventualmente ne contiene e ne limita i comportamenti conseguenti, se problematici; offre conforto e fornisce etichette verbali per gli stati affettivi

QUINDI RICORDA….

Per essere un buon insegnante devi migliorare:� La capacità di ascolto della persona di cui hai cura:

l’ascolto è la prima strategia per stabilire una buona comunicazione;

� La capacità di non essere influenzati dalle opinioni e dai pregiudizi;

� La capacità di prendere consapevolezza dei propri limiti;� La capacità di accettare la diversità di ciascun individuo;� La capacità di essere empatici;� La capacità di essere coerenti e di avere dei

comportamenti affidabili.