OPERE di I due polmoni e MISSIONE dell’EUROPA · “In caso di mancato recapito rinviare al...

12
LUIGI STURZO E IL GIUBILEO a pagina 5 “I n clima di spending review vogliono cancellare anche la pensione di reversibilità, pilastro del welfare familiare” ha affermato Amelia Cucci Tafuro, presi- dente del Melograno, associazione che tute- la tutte le famiglie vedove. Una nota di protesta che si unisce al coro di disappunto contro uno dei decreti della delega legislativa sulla povertà, deposi- tati in Commissione Lavoro alla Camera, con il quale il governo prevedrebbe un inter- vento sulle pensioni di reversibilità. Le pre- stazione di cui ad oggi, beneficia il coniuge o l’erede alla morte del pensionato o del lavoratore che negli anni di lavoro ha versato i contributi. La prestazione economi- ca che, oggi, viene erogata dal- l’Inps, collegata al reddito Irpef, potrebbe passare al vaglio dell’Isee. Nello specifico, si tratterebbe di un ddl che riordina le prestazioni di natura assistenziale e previdenziale come strumento unico, nell’inten- zione del governo, di contrasto alla povertà con misure legate al reddito e al patrimonio. Nel concreto, le pensioni di reversibilità, sarebbero considerate come “prestazioni assi- stenziali” ottenibili senza superare determinati parametri economici. Pertanto, si terrà conto dell’Isee, l’indicatore della situazione equiva- lente. In molti paventano che se la vedova casalinga abbia ottenuto dal marito in eredità immobili vari e ad esempio anche un pacchetto di Btp (Buono del tesoro poli- ennale), potrebbe dire addio alla pensione di reversibilità. Nel nostro paese sono più di 3 milioni i soggetti che beneficiano della pen- sione di reversibilità (3.052.482) e la spesa totale nel 2015 è stata pari ad oltre 24,1 miliar- di di euro (24.152.946.974). Quasi 3,5 milioni (3.469.254), per una spesa di oltre 20 miliardi di euro (20.500.376.967) sem- pre nel 2015, risultano invece i beneficiari di integrazione al minimo. Questi i dati - pubblica- ti dall’Ansa - contenuti nell’analisi dell’impatto della regolamentazio- ne che accompagna il ddl delega sulle norme di contrasto alla pover- tà, sul riordino delle prestazioni e sul sistema degli interventi e dei servizi sociali. Scoppiato il caso, il governo ha get- tato subito acqua sul fuoco: “La polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata – ha affermato il ministro del Lavo- ro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti. Evidentemente - prosegue - c’è chi cerca facile visibilità e si diletta ad inventare un problema che non c’è per poi poter dire di averlo risolto. La proposta di legge delega del Governo – sottolinea in una nota - lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere. Per il futuro non è allo studio nes- sun intervento sulle pensioni di reversibilità; tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni ano- male”. “Ribadisco - conclude il ministro - che il Governo vuole dare e non togliere: per questo, per con- trastare la povertà, nella legge di stabilità è previsto lo stanziamento di 600 milioni per il 2016 e di 1 A PAGINA 7 OTTAVA DI S. AGATA Catania - anno XXXII - n. 7 - 21 febbraio 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” OPERE di MISERICORDIA e MISSIONE a pagina 3 (segue a pagina 2) Il sogno di san Giovanni Paolo II di tornare a far respirare l’Europa a due polmoni si avvera nell’isola caraibica, e Cuba, ieri sinonimo di dittatura e di violenza, diventa pon- te di pace e di dialogo, luogo d’in- contro e prospettiva di un futuro benefico a vantaggio dell’intera umanità. Sono trascorsi tre anni dalla comu- nicazione ufficiale del- le dimissioni di Papa Benedetto XVI, 11 febbraio 2013 festa della Madonna di Lourdes e anniversario dei Patti Lateranensi, date memorabili per la storia della Chiesa, ed ora anche l’incontro dei Capi delle Chiese cattolica e ortodossa, incontro di “fratelli” incide nella storia un solco significativo. La celebrazione della Messa presso il San- tuario della Madonna di Guadalupe il santua- rio più importante del- l’America Latina e l’incoronazione della Vergine, diventa auspi- cio di benedizione per l’inizio del quarto anno di pontifica- to di Papa Francesco in occasione dell’ultima domenica di Quaresima dell’anno giubilare della Misericor- dia. Il dodicesimo viaggio missionario del Papa, ricco di sfide e di conqui- ste, avvicina alla Chiesa il popolo messicano, carico di contraddizioni, di gravi disagi sociali e morali, dro- ga e narcotraffico. Un settimanale laico ha messo in copertina “il Papa va all’inferno” identificando il Messico come luo- go di perdizione, dove giunge il respiro e la carezza della Misericor- dia, che dovrebbe portare conver- sione dei cuori e segni di nuova vita cristiana. Ciò che conta del viaggio missionario del Papa sarà, appunto, quello che rimarrà dopo questa visi- ta, i benefici spirituali alla “nostra comunità messicana nel modo di vivere e di prestare servizio alla Chiesa” come ha detto Padre Andrés Enrique Sánchez Ramírez, cappellano del santuario della Madonna di Guadalupe. La denuncia del narcotraffico, meta- stasi che divora il Paese e la società umana, la scomparsa di tanti giova- ni che escono dalla scena del mon- do e sono quasi inghiottiti in un enorme buco nero, sono le sfide lan- ciate al Messico nell’anno giubilare e si auspica che la visita del Papa produca segno di cambiamento e di una nuova cultura. La diffusione delle nuove ideologie e l’espandersi di stili di vita non consoni al Vangelo rinnovano anco- ra più pressante l’appello a non creare “confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”, e come si legge nella dichiarazione congiunta che Fran- cesco e Kirill hanno firmato nel loro storico incontro all’Avana: Il matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna, è una scuola di amore e di fedeltà. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di quest’unione, men- tre il concetto di paternità e di maternità come vocazione partico- lare dell’uomo e della donna nel (segue a pag. 2) Filippo Cannizzo I due polmoni dell’EUROPA Da cuba un messaggio di unità VARIETÀ “L’ITALIA degli ANNI D’ORO” a pagina 12 ANIMATEMA. PASTORALE DELLA FAMIGLIA a pagina 9 Aggiungere dramma nel dramma Giuseppe Adernò Foto AFP/SIR Pensioni di reversibilità: il governo valuta modifiche

Transcript of OPERE di I due polmoni e MISSIONE dell’EUROPA · “In caso di mancato recapito rinviare al...

LUIGI STURZOE IL GIUBILEO

a pagina 5

“In clima di spending

review vogliono

cancellare anche la pensione di

reversibilità, pilastro del welfare

familiare” ha affermato Amelia

Cucci Tafuro, presi-

dente del Melograno,

associazione che tute-

la tutte le famiglie

vedove. Una nota di

protesta che si unisce

al coro di disappunto

contro uno dei decreti

della delega legislativa

sulla povertà, deposi-

tati in Commissione

Lavoro alla Camera,

con il quale il governo

prevedrebbe un inter-

vento sulle pensioni di

reversibilità. Le pre-

stazione di cui ad

oggi, beneficia il

coniuge o l’erede alla morte del

pensionato o del lavoratore che

negli anni di lavoro ha versato i

contributi. La prestazione economi-

ca che, oggi, viene erogata dal-

l’Inps, collegata al reddito Irpef,

potrebbe passare al vaglio dell’Isee.

Nello specifico, si tratterebbe di un

ddl che riordina le prestazioni di

natura assistenziale e previdenziale

come strumento unico, nell’inten-

zione del governo, di contrasto alla

povertà con misure legate al reddito

e al patrimonio. Nel concreto, le

pensioni di reversibilità, sarebbero

considerate come “prestazioni assi-

stenziali” ottenibili senza superare

determinati parametri economici.

Pertanto, si terrà conto dell’Isee,

l’indicatore della situazione equiva-

lente. In molti paventano che se la

vedova casalinga abbia ottenuto dal

marito in eredità immobili vari e ad

esempio anche un pacchetto di Btp

(Buono del tesoro poli-

ennale), potrebbe dire

addio alla pensione di

reversibilità. Nel nostro

paese sono più di 3

milioni i soggetti che

beneficiano della pen-

sione di reversibilità

(3.052.482) e la spesa

totale nel 2015 è stata

pari ad oltre 24,1 miliar-

di di euro

(24.152.946.974). Quasi

3,5 milioni (3.469.254),

per una spesa di oltre 20

miliardi di euro

(20.500.376.967) sem-

pre nel 2015, risultano

invece i beneficiari di integrazione

al minimo. Questi i dati - pubblica-

ti dall’Ansa - contenuti nell’analisi

dell’impatto della regolamentazio-

ne che accompagna il ddl delega

sulle norme di contrasto alla pover-

tà, sul riordino delle prestazioni e

sul sistema degli interventi e dei

servizi sociali.

Scoppiato il caso, il governo ha get-

tato subito acqua sul fuoco: “La

polemica sulle pensioni di

reversibilità è totalmente infondata

– ha affermato il ministro del Lavo-

ro e delle Politiche sociali, Giuliano

Poletti. Evidentemente - prosegue -

c’è chi cerca facile visibilità e si

diletta ad inventare un problema

che non c’è per poi poter dire di

averlo risolto. La proposta di legge

delega del Governo – sottolinea in

una nota - lascia esplicitamente

intatti tutti i trattamenti in essere.

Per il futuro non è allo studio nes-

sun intervento sulle pensioni di

reversibilità; tutto quello che la

delega si propone è il superamento

di sovrapposizioni e situazioni ano-

male”. “Ribadisco - conclude il

ministro - che il Governo vuole dare

e non togliere: per questo, per con-

trastare la povertà, nella legge di

stabilità è previsto lo stanziamento

di 600 milioni per il 2016 e di 1

A PAGINA 7

OTTAVA DI S. AGATA

Catania - anno XXXII - n. 7 - 21 febbraio 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

OPERE diMISERICORDIAe MISSIONE

a pagina 3

(segue a pagina 2)

Il sogno di san Giovanni Paolo II di

tornare a far respirare l’Europa a

due polmoni si avvera nell’isola

caraibica, e Cuba, ieri sinonimo di

dittatura e di violenza, diventa pon-

te di pace e di dialogo, luogo d’in-

contro e prospettiva di un futuro

benefico a vantaggio dell’intera

umanità.

Sono trascorsi tre anni dalla comu-

nicazione ufficiale del-

le dimissioni di Papa

Benedetto XVI, 11

febbraio 2013 festa

della Madonna di

Lourdes e anniversario

dei Patti Lateranensi,

date memorabili per la

storia della Chiesa, ed

ora anche l’incontro

dei Capi delle Chiese

cattolica e ortodossa,

incontro di “fratelli”

incide nella storia un

solco significativo.

La celebrazione della

Messa presso il San-

tuario della Madonna

di Guadalupe il santua-

rio più importante del-

l’America Latina e

l’incoronazione della

Vergine, diventa auspi-

cio di benedizione per

l’inizio del quarto anno di pontifica-

to di Papa Francesco in occasione

dell’ultima domenica di Quaresima

dell’anno giubilare della Misericor-

dia.

Il dodicesimo viaggio missionario

del Papa, ricco di sfide e di conqui-

ste, avvicina alla Chiesa il popolo

messicano, carico di contraddizioni,

di gravi disagi sociali e morali, dro-

ga e narcotraffico.

Un settimanale laico ha messo in

copertina “il Papa va all’inferno”

identificando il Messico come luo-

go di perdizione, dove giunge il

respiro e la carezza della Misericor-

dia, che dovrebbe portare conver-

sione dei cuori e segni di nuova vita

cristiana. Ciò che conta del viaggio

missionario del Papa sarà, appunto,

quello che rimarrà dopo questa visi-

ta, i benefici spirituali alla “nostra

comunità messicana nel modo di

vivere e di prestare servizio alla

Chiesa” come ha detto Padre

Andrés Enrique Sánchez Ramírez,

cappellano del santuario della

Madonna di Guadalupe.

La denuncia del narcotraffico, meta-

stasi che divora il Paese e la società

umana, la scomparsa di tanti giova-

ni che escono dalla scena del mon-

do e sono quasi inghiottiti in un

enorme buco nero, sono le sfide lan-

ciate al Messico nell’anno giubilare

e si auspica che la visita del Papa

produca segno di cambiamento e di

una nuova cultura.

La diffusione delle nuove ideologie

e l’espandersi di stili di vita non

consoni al Vangelo rinnovano anco-

ra più pressante l’appello a non

creare “confusione tra la famiglia

voluta da Dio e ogni altro tipo di

unione”, e come si legge nella

dichiarazione congiunta che Fran-

cesco e Kirill hanno firmato nel loro

storico incontro all’Avana: “Il

matrimonio, atto libero e fedele di

amore di un uomo e di una donna, è

una scuola di amore e di fedeltà. Ci

rammarichiamo che altre forme di

convivenza siano ormai poste allo

stesso livello di quest’unione, men-

tre il concetto di paternità e di

maternità come vocazione partico-

lare dell’uomo e della donna nel

(segue a pag. 2)

Filippo Cannizzo

I due polmonidell’EUROPA

Da cuba un messaggio di unità

VARIETÀ“L’ITALIA degliANNI D’ORO”

a pagina 12

ANIMATEMA.PASTORALEDELLAFAMIGLIA

a pagina 9

Aggiungere dramma nel dramma

Giuseppe Adernò

Foto AFP/SIR

Pensioni di reversibilità: il governo valuta modifiche

Se vi dicessi di aver vis-

suto l’esperienza meta-

temporale di una passeggiata e di

una piacevole conversazione con lo

scrittore del verismo per antonoma-

sia, Giovanni Verga, sareste propen-

si a credermi? Stavo tenendo al

Palazzo Biscari, a Catania, un labo-

ratorio di storia della Sicilia per gli

alunni di due scuole: la secondaria

di primo grado “Filippo Cordova”

di Caltanissetta e quella di Rocca di

Caprileone (ME) sul tema: “Un

intervista immaginaria all’autore de

“I Malavoglia”, quando ex abrupto

tutti insieme ci troviamo catapultati

nella città etnea del 1920.

Scompaiono le auto, si dissolve l’a-

sfissiante traffico cittadino e la Via

Garibaldi con la sua riposante luce

del mattino è caratterizzata dal pas-

saggio delle carrozze che trasporta-

no ora eleganti uomini in tight, ora

gentildonne dalle fruscianti vesti in

seta e lino. Arriviamo in Via San-

t’Anna, al numero 8 dove sta la

dimora natale dello scrittore catane-

se. Una vecchia casa borghese con

un pesante portone e un ampio por-

tico e un androne profondo dalla

bassa volta. Qualcuno ci indica la

finestra del suo studio che guarda i

muri vetusti del monastero di Santa

Chiara con la panciuta grata di fer-

ro e il loggiato: il monastero di

“Storia di una capinera”. Uno stril-

lone per la strada invita i passanti ad

acquistare il giornale dove sta pub-

blicato un evento straordinario: Ver-

ga compie 80 anni! Festeggiamenti

al Teatro Massimo…Parata nazio-

nale!

Con riverenziale ordine e silenzio

saliamo al primo piano dell’antico

palazzo ed ecco che siamo al

cospetto del suo studio, della sua

elegante biblioteca e della sua

camera da letto. Con sorpresa ci

accorgiamo che ad accoglierci non

è il personale impiegato alla casa

museo, ma un distinto signore dai

baffi bianchi, alto, silenzioso e

malinconico. Ci comunica che stava

scrivendo su un leggio posto dirim-

petto la finestra, operazione che fa

tutte le mattine, di rado il pomerig-

gio. Con gli alunni e gli insegnanti

siamo meravigliati per l’insolita

somiglianza di quell’uomo con lo

scrittore catanese, ma nessuno osa

fare la domanda necessaria, quando

un alunno con la spontaneità giova-

nile tipica dei ragazzi esordisce:

“Lei è il maestro Verga,

vero?”

E lui, il distinto signore,

accennando dai baffi spioven-

ti un bonario sorriso ci

accompagna al cospetto dei

suoi tanti libri: innumerevoli

volumi rilegati in perfetto

ordine molti con la copertina

a rilievo e tanti di questi reca-

no in basso le iniziali dello

scrittore intrecciate a motivo

floreale, G.V. Scorrendo i

dorsi leggiamo Maupassant,

Marinetti, Zola e Flubert e gli

autori russi. I libri di Federico

De Roberto, rilegati in pelle,

recano la dedica: “A Giovan-

ni Verga, il suo devoto Fede-

rico De Roberto”.

Tra le pagine di alcuni testi qualche

bolletta del gas con ricevuta datata

1904.

Poi l’autorevole padrone di casa ci

mostra una targa in bassorilievo che

qualche giorno fa gli è stata donata

dal senato catanese con l’aria da

piccolo monumento funebre.

Siamo tutti infervorati e curiosi di

sapere, ogni alunno vorrebbe rivol-

gere delle domande e così è ancora

un discente a rompere il ghiaccio e

a chiedere: “Maestro, Catania

festeggia i suoi ottant’anni.. Imma-

giniamo la sua felicità?

E lui Giovanni, accarezzandosi i

bianchi baffi, disegnando a passi

lenti una semicirconferenza nel suo

studio così risponde: <<Ho scritto

in questi giorni un telegramma al

Presidente del Consiglio Giovanni

Giolitti, l’ho ringraziato per l’onore

fattomi e per la gentile partecipa-

zione, ma non presenzierò a questa

parata! Non fraintendete il mio

atteggiamento, ma sono schivo a

certe cerimonie!>>

Mi perdoni, maestro, -intervengo

io- ma a questa parata come lei ben

definisce, farà la prolusione Luigi

Pirandello!

<<Mi dispiace per il caro collega

che esprimerà il suo bel discorso,

ma io non intendo parteciparvi!

Cari ragazzi, mi fa tanto onore la

vostra visita perché è suscitata da

un sincero amore verso lo studio

delle mie opere e del mio vissuto,

ma se aveste letto come fu spietata

la critica letteraria quando venne

pubblicata la prima edizione dei

Malavoglia! Scrissero parole di

veleno accusandomi di non avere

padronanza della lingua italiana,

ma cari giovani, voi che avete la

mente sgombera dai pregiudizi tipi-

ci degli adulti, potreste comprende-

re il messaggio di una lettera che

scrissi il 9 aprile 1890 al critico

Guido Mazzoni: “Fare dell’arte

sinceramente come si sente…. Far

vedere vivi e reali i personaggi

come li incontriamo nella vita.

Uomini e cose debbono parlare da

sé…”

Eh si, figlioli miei, come si può

attribuire un discorso aulico a un

cenciaiuolo, a uno zolfataro, a un

pescatore? Vogliamo loro attribuire

paroloni eleganti? Il verismo è pro-

prio questo, far parlare le persone

secondo il loro livello culturale e

sociale, senza l’intromissione del-

l’autore!

Adesso la critica e tutta la stampa si

suole ricordare di questo vecchio

che ha visto in tutta la propria vita il

fiasco delle sue opere e mi fanno

persino senatore del Regno!>>

Ma avrà avuto degli amici che cre-

devano in lei e nel suoi originale

modo di fare letteratura?

<<Si certamente, l’amico Luigi

Capuana conosciuto a Firen-

ze, fondatore di questa nuova

corrente letteraria, Federico

De Roberto, cronista e orafo

della parola con il quale ho

intessuto un ricco epistolario.

Quanti incoraggiamenti ci sia-

mo dati, quanta solidarietà tra

di noi e poi c’erano gli amici

del Circolo dell’Unione, in

Via Carcaci a Catania, gente

spontanea che probabilmente

non aveva letto i miei romanzi

ma che stimava quel gentiluo-

mo di provincia (così mi

vedevano) con lo sguardo a

volte fissato nel vuoto. Io ho

sempre avuto la Sicilia nel

cuore, da quando abbandonai

quei romanzi a sfondo aristocratico

con intrighi di passioni e drammi

psicologici. Potete leggere questa

pagina poco nota intitolata “Passa-

to” pubblicata nel 1883 a Lonigo

per beneficiare gli alluvionati vene-

ti di quell’anno: “Qui quando la

città è più festosa e la folla più

allegra, penso alla campagna lon-

tana, laggiù fra i miei monti die-

tro il mare azzurro, Penso ai sen-

tieri verdeggianti, alle siepi odo-

rose, alle lodole che brillano nel

sole, alla canzone solitaria che

sale dai campi monotona e triste

come un ricordo d’altre

patrie…”

E mentre stavamo assorti ad ascol-

tare il vissuto di questo indimenti-

cabile genio della letteratura italia-

na, sale dalla via Garibaldi il grido

di un venditore di verdura col suo

inseparabile carretto. E un raggio

di sole entra in quella stanza e si

posa dolcemente su quei mobili e

accarezza i libri come quando lui

lavorava, in quello studio. I nostri

occhi erano lucidi per la commozio-

ne.

Stefania Bonifacio

Prospettive - 21 febbraio 20162

PRIMO PIANOPalermo: la festa

di San Francesco di Sales ___3

I presidi educatori _________4

Il Giubileo nel cuore _______5

INFORMADIOCESIIniziative Caritas diocesana__9

DIOCESIChiesa Sant’Agata alla Badia

convegno “Agathae sub alis” __6

Custodia Reliquie

di S. Agata

durante la guerra __________7

Ognina anniversario

della morte di

mons. Mariano Foti________8

Centenario nascita

del salesiano

don Innocenzo Bonomo ____9

Bologna. Il Tar annulla

le benedizioni pasquali ____11

UNICEF: Verso una Scuola

Amica dei bambini

e dei ragazzi ____________12

sommario al n. 7

Direzione amministrazione

e redazione:

via Etnea, 8

95121 Catania

Redazione e amministrazione:

tel. 095 2500220

fax 095 8992039

www.prospettiveonline.it

E-mail: [email protected]

[email protected]

[email protected]

Editrice ARCA s.r.l.

via Etnea, 8

95121 Catania

Iscritta al Registro degli Operatori

di Comunicazione (ROC) n. 7858

Direttore responsabile

Giuseppe Longo

Grafica e impaginazione:

Vera Cannavò

Abbonamenti:ordinario Euro 40,00

ridotto (scuole, associazioni,confraternite, etc.) Euro 30,00

versamento su c/c postale n. 12442935intestato a: ARCA s.r.l.

via Etnea, 8

95121 Catania

Pubblicità: a mod. (1 colonna x 41mm). Commerciali Euro 27,11 a mod. Redazionali Euro 1,55 a mm

Annunci immobiliari e R.P.Q. Euro 0,21 a parola (min. 10 parole)

Legali/istituzionali/finanziari Euro 48,80

Manchettes commercialiEuro 81,34 cadauna

Stampa a colori maggiorazione 10%

Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale

di Catania al n. 665 del 3.5.1985

La testata percepisce contributi statali diretti

ex L. 7/8/1990 nr. 250

Stampa: GRAFICHE COSENTINO sas

L I T O G R A F I A

Zona Industriale - C.da Balchino S. Maria Poggiarelli

Caltagirone (CT) - Telef. 0933 34132 / 0933 27307

Unione Stampa Periodica Italiana

Settimanale associato alla F.I.S.C.

(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 17 febbraio 2016

matrimonio, santificato dalla tradi-

zione biblica, viene estromesso dal-

la coscienza pubblica”.

La nuova tappa della “geopolitica

della misericordia” ha lasciato un

nuovo segno e la Chiesa giubilare

continua il suo cammino nel sentie-

ro della storia, insanguinato dai

numerosi martiri, veri testimoni

della fede, che hanno preferito la

morte all’apostasia di Cristo e

anche se appartenenti a varie Chie-

se, sono uniti da una comune soffe-

renza, e diventano un pegno dell’u-

nità dei cristiani.

La condanna della violenza “Nessun

crimine può essere commesso in

nome di Dio.” Come si legge nella

dichiarazione di Cuba, sollecita una

condivisa responsabilità nell’educare

i fedeli in uno spirito rispettoso delle

convinzioni di coloro che apparten-

gono ad altre tradizioni religiose.

Uniti nei comuni ideali delle radici

cristiane dell’Europa, cattolici e

greco-ortodossi, operano nel rispet-

to delle reciproche tradizioni un

cammino di testimonianza del Van-

gelo che rispetta la vita, secondo i

disegni del Creatore, senza manipo-

lazioni genetiche e aborti facili, si

rende vicino a chi soffre, agli anzia-

ni soli, agli emigranti che arrivano e

cercano una casa e un lavoro.

La richiesta di non fare proseliti-

smo, creando divisioni, sollecita

nuove forme di missionarietà e di

annuncio cristiano che tende a “fare

discepoli tutte le genti”.

Gli undici punti indicati nel docu-

mento di Cuba prendono in esame i

problemi sociali, civili e cristiani

del mondo “in cui scompaiono pro-

gressivamente i pilastri spirituali

dell’esistenza umana” ed attende da

una forte testimonianza cristiana in

tutti gli ambiti della vita personale e

sociale una ripresa di speranza e di

futuro.

®

(continua da pag. 1)

I DUE POLMONI...

miliardo strutturale a partire dal

2017”. Dura la controreplica dell’As-

sociazione delle vedove italiane: “Il

ministro Poletti rassicura che i diritti

acquisiti (del resto già iniqui!) non

saranno lesi.

Il Melograno è un’associazione fatta

di persone che il dramma della vedo-

vanza l’hanno vissuto sulla propria

pelle e che in più di un milione si tro-

vano a dover sostenere uno o più figli,

ed in quanto tale ribadisce la necessi-

tà e l’importanza di un intervento che

faccia prendere alle famiglie italiane

e all’opinione pubblica la consapevo-

lezza che la morte non è solo un even-

to fisiologico ma soprattutto un pro-

blema sociale che riguarda tutti”.

Nel frattempo i sindacati delle diver-

se categorie hanno richiesto con

urgenza un incontro chiarificatore

con il presidente della Commissione

Lavoro della Camera, Cesare Damia-

no, a firma dei tre segretari generali di

Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso,

Annamaria Furlan e Carmelo Barba-

gallo, insieme a quelli di Spi-Cgil,

Fnp-Cisl e Uilp-Uil, Ivan Pedretti,

Gigi Bonfanti e Romano Bellissima.

®

(continua da pag. 1)

AGGIUNGERE...

Il verismo, il linguaggiodella quotidianità

Un insolito incontro a casa di Giovanni Verga

l’intervista

Prospettive - 21 febbraio 2016 3

“Dalla parte dei pove-ri” è stato il tema

dell’ultima giornata Missionariamondiale (GMM). Uno slogan sco-modo per coloro che hanno unavisione asettica del cristianesimo. Laconvinzione di molti benestanti è chela fede in Gesù Cristo non centriassolutamente con le grandi ingiusti-zie e sopraffazioni che stanno acuen-do le sofferenze di coloro chesopravvivono nelle periferie geogra-fiche ed esistenziali.Racconta p. Giulio Albanese, diret-tore di Popoli e missione, di averincontrato una distinta signora che sicompiaceva per il cospicuo aiutoche, sotto forma di borse di studio,elargiva mensilmente ad una congre-gazione missionaria africana. Alcontempo però la suddetta signoraesprimeva un severo giudizio suimigranti, secondo lei “tutti terroristiche vanno decisamente respinti”. Mache razza di formazione cristianaabbiamo assimilato nelle nostre par-rocchie, comunità, associazioni - siinterroga il giornalista missionario -se molti fedeli, fra i più devoti e atti-vi nella Chiesa cattolica non hannocapito niente del Vangelo e della dot-trina sociale della Chiesa?!In Misericordiae vultus, Papa Fran-cesco scrive: “È mio vivo desiderioche il popolo cristiano rifletta duran-te il Giubileo sulle opere di miseri-cordia corporale e spirituale…Riscopriamole insieme; le corporali:dare da mangiare agli affamati, dareda bere agli assetati, vestire gli ignu-di, accogliere i forestieri, assisteregli ammalati, visitare i carcerati, sep-pellire i morti; le spirituali: consi-gliare i dubbiosi, insegnare agliignoranti, ammonire i peccatori,consolare gli afflitti, perdonare leoffese, sopportare pazientemente lepersone moleste, pregare Dio per ivivi e per i morti”.I cristiani conoscono le opere dimisericordia? Da un sondaggio fracattolici praticanti è risultato chesolo gli ultraquarantenni ricordanoqualche opera di misericordia (esclu-sivamente corporale) studiata amemoria nel Catechismo di Pio IX,obbligatorio un tempo per ricevere laprima Comunione e la Cresima. Lagran maggioranza delle persone sot-to i 40 anni crede che sia una sceltadi Papa Francesco voler evidenziarepassi del Vangelo sulla misericordia,non ha capito che la misericordia èl’essenza stessa del Vangelo.Basterebbe leggere e meditare laSacra Scrittura. Nel Vecchio Testa-mento i Salmi, in modo particolare,fanno emergere la grandezza dell’a-more divino. “Il Signore libera i pri-gionieri, il Signore ridona la vista aiciechi…il Signore ama i giusti, ilSignore protegge i forestieri, assistel’orfano e la vedova, ma sconvolge levie dei malvagi” (Salmo 146, 7-9).“Eterna è la sua misericordia” è ilritornello riportato ad ogni versettodel Salmo 136. Nelle pagine del pro-feta Isaia si legge: “…dividere ilpane con l’affamato, introdurre incasa i miseri, i senza tetto, vestire chi

è nudo…”. Nel Nuovo TestamentoMatteo riferisce: “Misericordiavoglio e non sacrifici” (9,13) e sem-pre Matteo riporta leparole del Signore inbase alle quali saremogiudicati e accolti nelsuo Regno: “…ho avutofame e mi avete dato damangiare…ero stranie-ro e mi avete accol-to…ero in carcere e sie-te venuti a trovarmi”(25, 35-45). Quello del-la misericordia è certa-mente il tema centraledel Vangelo di Luca:“Siate misericordiosicome è misericordiosoil Padre vostro. Nongiudicate e non saretegiudicati…perdonate e sarete perdo-nati…perché con la misura con laquale misurate, sarà misurato a voiin cambio” (6, 36-38). Come mem-bra del Corpo Mistico a ciascuno èchiesto di mettere a disposizionedegli altri i doni ricevuti non solo ingrata risposta all’amore di Dio pernoi, ma perché nessun membro puòbastare a se stesso; tutti abbiamoqualcosa da dare e qualcosa chenecessitiamo ricevere; il di più che iopossiedo non è per me, ma per glialtri e ciò che ho in meno qualcun

altro può darmelo. Misericordia allo-ra è far fruttificare i propri talenti aservizio di tutti, sentendoci contem-

poraneamente bisognosi della mise-ricordia altrui, ed è saper cogliere ciòche di buono c’è in ogni persona.Bergoglio ha indicato con chiarezzaqual è il primo passo da compiereper incarnare la misericordia delPadre: vincere l’indifferenza. L’in-differente s’impegna solo per tutela-re i propri diritti e di chi, come lui,sta comodo al caldo delle propriecase e crede che il mondo debba ruo-tare intorno a lui. L’indifferente met-te due soldi in mano al poveraccioche lo importuna o, nella migliore

delle ipotesi, offre una piccolissimaparte del proprio superfluo ad asso-ciazioni benefiche per avere la

coscienza in pace. Ma la solidarietà,come dice il pontefice, non è l’ele-mosina. La solidarietà cerca unoscambio personale con gli “ultimi”;essa impone di informarsi sulleingiustizie e le sofferenze, vuoleconoscere le vere cause di guerra epovertà, capire ciò che accade; lasolidarietà persegue un sistema chepossa tutelare i diritti di tutti.Quello attuale è iniquo e non si è

creato per caso, è il risultato di deli-berate scelte politiche dei nostri lea-ders che assecondano i pochi anzi-ché agire negli interessi della collet-tività. Perfino gli aiuti e i finanzia-menti elargiti a molti Paesi africanihanno finito per impoverire ulterior-mente i poveri ed arricchire le ban-che e gli stessi Stati elargitori. Moltiprestiti si sono rivelati pesanti ipote-che sullo sviluppo futuro, diventan-do sempre più vincolanti a causadegli interessi economici e politici. Èproprio dei nostri giorni la denunciadella ONG internazionale OXFAM:l’1% dei ricchi possiede quanto ilresto del mondo. La povertà è fruttodi un’ingiusta distribuzione della ric-chezza mondiale. La prima forma dimisericordia, dunque, è la giustizia:a ciascuno dev’essere dato ciò chegli è dovuto. Con la misericordia e ilperdono Dio non vuole renderesuperflua la giustizia, ma andareoltre.Questo è l’anno della misericordia:ora Cristo si fa trovare da noi comeBuon Pastore, un giorno sarà nostroGiudice. Ora è il tempo della miseri-cordia, allora sarà il tempo della giu-stizia, sta a noi, finché siamo in tem-po, scegliere chi vogliamo incontra-re.

Equipe CMD Catania

L’ingiustizia sociale causa la povertàOpere di misericordia e missione

La notizia non “va edul-corata” e deve essere

“al servizio dell’incontro tra le per-sone” e, per questo, la “comunica-zione non può che essere misericor-diosa”. Con questo monito l’Arcive-scovo don Corrado Lorefice ha salu-tato i cronisti siciliani in occasionedella festa di San Francesco di Sales,patrono dei giornalisti che quest’an-no, a causa dei suoi impegni è stataspostata di qualche giorno. Al dibat-tito, promosso dall’Ufficio Comuni-cazioni sociali dell’Arcidiocesidiretto dal diacono Pino Grasso,organizzato in collaborazione con

l’Ordine dei giornalisti di Sicilia,l’Assostampa e l’Ucsi Sicilia, hannopreso parte il presbitero ortodossoAndrew Parfenchik, il direttore del-l’Ufficio per la pastorale dell’ecume-nismo e il dialogo interreligioso, donPietro Magro, il presidente dell’Or-dine dei giornalisti di Sicilia, Riccar-do Arena e un centinaio di giornali-sti.“Il compito dei giornalisti è partico-larmente delicato – ha detto Lorefice– ecco perché occorre tenere alto iltenore della comunicazione in uncontesto culturale in cui oggi, pur divendere, si corre il rischio di entrare

nell’ottica di una notizia che travisala realtà dei fatti. Oggi se vogliamoche le città degli uomini diventinoluoghi umani e umanizzanti non pos-siamo non dare la parola alla gente,arrivare a quello che è la storia vera.Noi dobbiamo raccontare la vera sto-ria, di chi non ha nessuno che gli puòdare parola”. Secondo l’Arcivesco-vo, inoltre, la notizia è importantema non va edulcorata; va ricercataper stabilire ponti di comunicazione,per fare incontrare uomini e donne.“La comunicazione deve essere alservizio dell’incontro tra persone eper questo non può che essere mise-

ricordiosa. Noi abbiamoavuto affidata una paro-la, che rimanda a viteumane, e dobbiamo ser-vire la parola. Ritornia-mo a dare parola a chinon ha parola – ha con-cluso – e la città degliuomini sia segnata dalbene, dalla giustizia,dalla legalità e dalloshalom che significapace”.Il presbitero Parfenchik,intervenuto sul tema deldialogo interreligioso,ha fatto riferimento allostorico incontro previstoa Cuba tra il Papa e ilpatriarca di MoscaKyrill. “Ci troviamo

davanti a un evento storico moltoimportante come quello di Cuba - haaffermato -. Per sottolineare la ecce-zionalità di questo evento vorreiricordare che l’ultimo incontro èavvenuto seicento anni fa. Immagi-nate, si incontrano due mondi, tradi-zione occidentale e orientale. Comecristiano sono felice, è un passoenorme verso il nostro futuro, unfuturo di unione. Cristo ha detto chesiamo tutti uniti. Abbiamo tradizionicomuni, ma piccole diversità. In que-sto momento in cui il mondo si trovain questa situazione di pericolo noicristiani dobbiamo essere insiemeper testimoniare al mondo intero chesiamo cristiani e siamo uniti. Non èil momento delle dispute - haaggiunto - è il momento di essereuniti”.Nel suo intervento il presidente del-l’Ordine dei giornalisti di SiciliaRiccardo Arena ha dato il benvenutoa don Corrado. “Grazie per non esse-re un’Eminenza o un’Eccellenza –ha detto - ma di essere disposto afare da pastore anche per questogregge “malucumminatu” e fatto diuomini di poca fede, ma valorosi,che sono i giornalisti siciliani, feritipurtroppo dal martirio di otto di noi,ma muniti anche di 5.200 testimoni,che poi sono gli iscritti a questopovero Ordine”.

Pino Grasso

“La notizia non va edulcorata”

Palermo: la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

Foto AgenSir

Itanti nuovi attributi asse-

gnati al dirigente scola-

stico durante la lunga campagna di

preparazione alla riforma della

“Buona scuola” che ha prodotto poi

la Legge 107/2015, modificando e

riducendo molto i cosiddetti “poteri”

assegnati ai dirigenti e lasciando

inalterati e ancora più gravose le loro

responsabilità nella gestione orga-

nizzativa, didattica ed amministrati-

va della scuola, hanno quasi fatto

perdere di vista la dimensione edu-

cativa che caratterizza la scuola.

Fra l’altro la dizione modificata da

“Sistema educativo d’istruzione e

formazione” a “Sistema nazionale

d’istruzione e formazione” è indica-

tivo di una direzione da seguire che

metta da parte l’educativo nella

scuola.

Nei giorni scorsi è nato a Roma il

“Co.Dir.E.S. - Coordinamento perla Direzione Educativa delleScuole”, costituito da un gruppo di

Associazioni professionali ed Enti

formativi accomunati dall’interesse

per una professione direttiva delle

scuole statali, paritarie e della forma-

zione professionale. L’obiettivo pri-

mario è quello di mettere a fuoco,

radicare e sostenere la funzione edu-

cativa della scuola, attenta alle più

moderne idee di leadership educativa

e, quindi, aiutare a superare, nel

sistema scolastico nazionale il costi-

tuirsi di norme ed il diffondersi di

pratiche o modelli che fanno preva-

lere quegli aspetti burocratici e tecni-

ci che snaturano la professione del

dirigente scolastico, leader educati-

vo.

Le Associazioni ed Enti formatori,

AIMC, DiSAL, UCIIM, CASP,

CIOFS Scuola, CNOS Scuola,

FAES, FIDAE, FOE, Fondazione

Gesuiti Educazione, Rischio Educa-

tivo, sono aperte all’adesione di altri

soggetti che condividano l’identità e

le proposte relative alla professione

direttiva delle scuole in Italia descrit-

te nel Documento unitario “Per una

nuova professione direttiva nelle

scuole” (direzioneducativa.web-

node.it).

Il dirigente scolastico Roberto

Pellegatta, presidente DiSAL

(dirigenti scuole autonome e

libere) è stato eletto portavoce

del Co.DirE.S..

Il Coordinamento alla luce della

dottrina sociale della Chiesa e

dei migliori risultati della ricer-

ca internazionale relativa al

management dei servizi educati-

vi ha il compito di: elaborare

documenti inerenti alla profes-

sione direttiva ed il suo ruolo nei

sistemi educativi; intervenire

presso le istituzioni sui temi

professionali; promuovere attività di

formazione e di ricerca rivolte a tutti

i colleghi.

Oggi nella scuola rinnovata che dia-

loga con il territorio che si pianifica

in una progettazione triennale e uti-

lizza al meglio le risorse dell’organi-

co dell’autonomia e del potenzia-

mento, il ruolo del dirigente è cam-

biato.

Migliorare e qualificare l’incontro

tra le necessità formative individuate

nell’ambito del potenziamento del-

l’offerta formativa e le competenze

dei docenti assegnati ai singoli istitu-

ti, è certamente la sfida che impegna

tutti i dirigenti scolastici oggi e si

raccomanda di non perdere di vista

la dimensione educativa, la centrali-

tà dello studente che cresce, diventa

uomo, apre i suoi occhi al vero e sco-

pre la dimensione dei valori.

L’apparente “potere” nell’assegna-

zione del bonus ed il merito ai

docenti è vincolato dai criteri defini-

ti dal comitato di valutazione ed è

caratterizzato dalla qualità del servi-

zio prestato riconosciuto e validato.

La discrezionalità appare residua e

non può essere utilizzata come attac-

co al ruolo del dirigente, spesso con-

testato e criticato, considerato

espressione della Legge 107/2015 da

tanti non condivisa e osteggiata.

Il condottiero

Prospettive - 21 febbraio 20164

PRIMOPIANO

I presidi educatori Nasce il coordinamento per la Direzione Educativa Co.Dir.E.S.

CATANIA

COF – centro orientamento e forma-

zione, per azienda cerca n. 1 stagista.Requisiti: laurea in Economia o Scien-

ze della Comunicazione, buona cono-

scenza della lingua inglese e dei princi-

pali sistemi informatici, ottima cono-

scenza dei social media. Scadenza

offerta lavorativa: 21 febbraio. Inviare

curriculum vitae a: lavoro@quotidia-

nodisicilia.it con riferimento H864.

AZIENDA DI RICERCA DELPERSONALE – per azienda cliente

cerca n. 1 operaio carrellista. Requi-

siti: esperienza di almeno tre anni nel

settore, possesso di patentino per il

carrello elevatore (requisito obbliga-

torio), disponibilità a turni anche not-

turni. Inviare curriculum vitae a:

[email protected] con

riferimento H870.

AZIENDA DI RICERCA DELPERSONALE – per azienda cliente

cerca n. 1 assistant store manager.Requisiti: esperienza in ambito retail

presso negozi commerciali preferibil-

mente nel settore informatico. Com-

pletano il profilo affidabilità e preci-

sione. Inviare curriculum vitae a:

[email protected] con

riferimento H871.

AZIENDA SETTORE RISTORA-TIVO – cerca n. 1 banconista bar.

Requisiti: età compresa tra i 18 ed i 30

anni, adesione al programma garanzia

giovani, licenza media. Sede di lavoro:

Vizzini. Scadenza offerta lavorativa:

11 marzo. Inviare curriculum vitae a:

[email protected] con rife-

rimento H872.

NEGOZIO DI OTTICA – cerca n. 1commesso/addetto alle vendite,categorie protette. Requisiti: diploma

superiore, conoscenza della lingua

inglese, età compresa tra i 20 ed i 35

anni, conoscenze informatiche., auto-

munito. Scadenza offerta lavorativa:

24 febbraio. Inviare curriculum vitae

a: [email protected] con

riferimento H873.

AZIENDA SETTORE METAL-MECCANICO – cerca n. 1 idrauli-co/elettricista. Requisiti: diploma

superiore, esperienza nel settore,

conoscenze informatiche di base, età

compresa tra i 30 ed i 40 anni. Sca-

denza offerta lavorativa: 24 febbraio.

Inviare curriculum vitae a:

[email protected] con rife-

rimento H874.

MARAGU’ cerca animatori sportivi.Requisiti: età compresa tra i 18 e i 30

anni, conoscenza delle regole di base

dei principali sport di squadra e singo-

li. Per candidarsi inviare CV a mara-

[email protected] o chiamare

al 320 2329495 per fissare un collo-

quio.

E20 ANIMAZIONE SRL cerca ani-matori turistici. Requisiti: orienta-

mento alla persona, orientamento al

lavoro di gruppo, disponibilità a tra-

sferimenti, conoscenza della lingua

straniera. Consultare il sito

h t t p : / / w w w. s u b i t o . i t / o f f e r t e -

lavoro/animatori-turistici-catania-

139695357.htm

NEW SPIRIT PARRUCCHIERIcerca apprendisti parrucchieri.Requisiti: abilità nel fare shampoo e

colore, età massima 18 anni. Per infor-

mazioni chiamare allo 095 2160607.

NEW SPIRIT PARRUCCHIERIcerca parrucchieri. Requisiti: età

massima 24 anni. Per informazioni

chiamare allo 095 2160607.

MAIURI SRLS cerca pizzaiolo.

Requisiti: esperienza di impasti differen-

ti (tipo Kamut). Per informazioni con-

sultare il sito http://www.subito.it/offer-

t e - l a v o r o / p i z z a i o l o - c a t a n i a -

153965163.htm

SIG. MACCARRONE cerca babysitter per bambino di 8 anni. Requisi-

ti: esperienza nel settore, referenze,

possesso di auto, possesso di diploma

di scuola media superiore, residenza

nella zona di Giarre. Per informazio-

ni consultare il sito http://www.subi-

to.it/offerte-lavoro/baby-sitter-cata-

nia-153960823.htm

HOTEL VILLA DORATA cerca

impiegata. La figura dovrà occuparsi

del rifacimento delle camere al check

out degli ospiti, dell’organizzazione

del magazzino biancheria e svolgere

le mansioni di receptionist. Si offre

vitto e alloggio. Sede: Ragalna. Invia-

re CV con foto a info@hotelvillado-

rataetna.com

RISTORANTE cerca cassiera-receptionist. Requisiti: esperienza

nel settore, conoscenza di una lingua

straniera (inglese), capacità di orga-

nizzazione, dizione, disponibilità a

lavorare su turni, bella presenza. Con-

sultare il sito http://www.subito.it/offer-

te-lavoro/cassiera-addetta-alla-recep-

tion-catania-153958813.htm

CONSORZIO STABILE LAVO-RATORI FORNITURE E SERVI-ZI SRL cerca meccanico. Requisiti:

esperienza, residenza nei paesi limi-

trofi Mascali (CT). Consultare il sito

h t t p : / / w w w. s u b i t o . i t / o f f e r t e -

lavoro/meccanico-per-auto-catania-

147078438.htm

CASA DI RIPOSO cerca ausiliaria.

Sede: Mascalucia. Consultare il sito

http://www.subito.it/offerte-lavoro/ausi-

liaria-catania-148331327.htm

NUOVA APERTURA YOGURTE-RIA cerca impiegati/e. Requisiti:

età massima 25 anni, diploma di

scuola alberghiera. Inviare CV a ara-

[email protected]

LAVORO IN ITALIE ALL’ESTERO

PIMKIE, affermato marchio moda

internazionale cerca addetti alle ven-dite. Requisiti: età compresa tra i 20 e

i 30 anni, passione per la moda, pro-

pensione alla vendita, orientamento al

cliente, capacità relazionali, orienta-

mento al risultato, dinamismo. Sede:

Arese. Per candidarsi consultare la

pagina web http://job.pimkie.it/it/clas-

sifieds

MEDICOLINK cerca odontoiatri edottori specialisti in medicina d’e-

mergenza-urgenza, anestesiologia,

pneumologia, gastroenterologia, ria-

bilitazione neurologica, chirurgia

ortopedica, neurologia, radiologia,

patologia, psichiatria dell’anziano/

gerontopsichiatria, psichiatria gene-

rale, psichiatria infantile e adolescen-

te. Sede: Danimarca. Per tutte le infor-

mazioni consultare il sito

http://www.caboto.info/2016/02/lavo-

ra-in-danimarca-come-medico-o-denti-

sta/ e la pagina web http://www.medi-

colink.com/current-positions

ANIMAZIONE TURISTICACLAPS cerca 300 animatori turi-stici per la prossima stagione estiva

con partenze stagionali in villaggi e

Resort a 4 e 5 stelle in Grecia, Spa-

gna, Repubblica Dominicana, Cana-

rie, Malta, Messico. Requisiti: cono-

scenza di una delle lingue tra ingle-

se, francese, russo, tedesco. Per tutte

le informazioni consultare il sito

http://www.animatori-

claps.com/entra-claps-team.php

CONCORSIMINISTERO DELLA DIFESADIREZIONE GENERALE PERIL PERSONALE MILITARE

Bando di Concorso pubblico, del 2°

bando di il reclutamento, per il 2016,

di N.1.750 volontari in ferma prefis-

sata di un anno (VFP 1) nell’Esercito.

Scad. 03 marzo 2016. Fonte:

G.U.R.I. N.9 del 02-02-2016.

Concorsi, per titoli ed esami, per il

reclutamento di quattordici Ufficiali

in servizio permanente nel ruolo spe-

ciale del Corpo di Stato Maggiore, di

sette Ufficiali in servizio permanente

nel ruolo speciale del Corpo del

Genio Navale, di tre Ufficiali in ser-

vizio permanente nel ruolo speciale

del Corpo delle Armi Navali, di tre

Ufficiali in servizio permanente nel

ruolo speciale del Corpo di Commis-

sariato Militare Marittimo e di cinque

Ufficiali in servizio permanente nel

ruolo speciale del Corpo delle Capita-

nerie di Porto. Scadenza: 10 marzo

2016. Fonte: GU 4a Serie Speciale -

Concorsi ed Esami n.11 del 9-2-2016.

MINISTERO DELL’INTERNODIPARTIMENTO DELLA PUB-BLICA SICUREZZA Bando di Concorso, per titoli ed esa-

mi, per il reclutamento di N.559Allievi Agenti della Polizia di Stato,

riservato ai volontari in ferma prefis-

sata di un anno o quadriennale ovve-

ro in rafferma annuale. Scad. 29 feb-braio 2016. Fonte: G.U.R.I. N.8 del

29-01-2016.

COMANDO GENERALE DEL-L’ARMA DEI CARABINIERI Bando di Concorso, per esami e tito-

li, per il reclutamento di N.1.050allievi carabinieri in ferma quadrien-

nale riservato, ai sensi dell’articolo

2199 del decreto legislativo n. 66 del

2010, ai volontari delle Forze armate

in ferma prefissata di un anno o qua-

driennale ovvero in rafferma annuale,

in servizio o in congedo. Scad. 22febbraio 2016. Fonte: G.U.R.I. N.6

del 22-01-2016.

®

A cura del Centro Orizzonte Lavoro

095 320054 / [email protected]à e concorsiOPPORTUNITÀ

Perché questo titolo cheindica una viva coinci-

denza con il tema del Giubileo?Senza ricorrere a schemi di preveg-genza, temi come questo scorrononel fiume storico del cristianesimo eriaffiorano di tanto in tanto in basealle esigenze del tempo.È certo però che le parole di LuigiSturzo, che riporteremo dalla suaopera: Problemi spirituali del nostro

tempo, Zanichelli Bologna 1961, cistupiscono per la profondità e unacerta coincidenza con il tema delGiubileo, dovute alla genialità delsuo Autore.Diciamo in premessa, che neimomenti di crisi come quella attualedue punti luce o modelli di compor-tamento potremo tenere presenti: lafervida attività e le opere di PapaFrancesco che, in modo innovativo,vuol fare scoprire a tutti il valoreliberante del cristianesimo; e la per-sonalità del Presidente della Repub-blica Sergio Mattarella, che ha respi-rato fin dalla sua famiglia d’origine iprincipi sturziani.Sottolineamo inoltre che c’è affinitàtra Papa Francesco, Papa delle peri-ferie e Luigi Sturzo che, con la suaazione politica, ha voluto dar voce aquei ceti che non l’avevano avutodurante il Risorgimento, che è statofrutto di una élite; il nostro Papavuole una chiesa di popolo; Sturzoha voluto una politica di popolo.Luigi Sturzo, a giudizio di molti sto-rici, è una delle voci più creative delpensiero politico moderno, ma vieneconosciuto generalmente come ilfondatore del PPI, nato il 18 gennaio1919 (il fatto nuovo della politicaitaliana, come hanno compresoGobetti, Gramsci e Chabod! cheebbe 100 deputati tra cui anche ilpadre del pontefice Paolo VI), men-tre le opere più importanti dal puntodi vista storico-dottrinale e filosofi-co-sociale sono state scritte durante i22 anni di esilio in Inghilterra e inAmerica, fino al ritorno in Italia nel1946. Nei brani tratti dall’opera cheabbiamo citato, Sturzo esordisce conla V Beatitudine, che come sappiamosono 8. Esse sono veramente un can-tico che assume in sé l’insegnamen-to evangelico e non vanno confusicome spesso accade, precisa Sturzo,con i cosiddetti consigli evangelici dipovertà, castità ed ubbidienza, chesono le basi dei voti pronunciatidagli appartenenti alle comunità reli-giose. Esse sono invece otto itineraridi perfezione per la vera felicità che,insieme con l’inno alla carità (Pao-lo, Corinzi 12,31 ss.) andrebberoinsegnate in tutte le scuole!«Beati i misericordiosi, perché essi

troveranno misericordia. La giusti-zia non basta; è necessaria anche lamisericordia nelle nostre relazionicon gli altri, proprio come noidomandiamo sempre misericordia aDio per i nostri peccati ripetendo nelPater Noster: “Rimetti a noi i nostridebiti come noi li rimettiamo ainostri debitori”. Come si potrebbevivere nel mondo sotto il rigore del-la giustizia se non esistessero anchela misericordia, la compassione, lapietà, la clemenza – tutto quello chedà la testimonianza di un’anima dis-posta a comprendere e ad aiutare glialtri, dimenticando le loro offese?»(op. cit., p.105).In un altro brano Sturzo ricorda chenei rapporti con Dio solo il presenteè in nostro potere!«Nei rapporti con Dio non possiamofar altro che lasciare il nostro passa-to alla sua misericordia; il nostro

futuro alla sua provvidenza, mentreil presente è nostro perché si redimaun passato di colpe e perché si otten-ga un futuro di grazie. Il presentesolo è l’ora nostra; l’ora dei nostripensieri e delle nostre azioni; l’oradel bene e del male» (Ivi p.183).E allora viene da chiedersi che cos’èil presente?«È l’attimo che passa e che è nostroe del quale e nel quale possiamo faretutto il bene o tutto il male che noivogliamo. Questo presente è in noistessi; è il nostro essere: pensiero,volontà, azione. Questo momentopresente, che dura per noi tutta lavita e per l’umanità i secoli e i mil-lenni, è registrato da un organo sim-bolico e vivente, il cuore» (Ivi p.

225).Il cuore in senso biblico racchiude lapienezza della vita spirituale, cioèl’energia di tutte le forze dell’animae del corpo (Mat 25, 31 ss.) o in sen-so pascaliano: le coeur a ses raisons,

que la raison ne connait point.

«“Dov’è il vostro tesoro lì sarà ilvostro cuore”. Il resto è fuori dellanostra cerchia di azione, il resto nonesiste. Il cuore è dentro di noi, essovive del nostro presente col palpitoche ama, teme, spera, gioisce, dolo-ra. Perché sciupare questo tesoronella vita materiale che è solo unmezzo e non cercarlo nella vita dellospirito che è di per sé una gioia, ungodimento, una perennità felice,anche in mezzo ai dolori e alle affli-

zioni del nostro pellegri-naggio verso il cielo?»(Ivi pp. 225, 226).Misericordia, da miserere

e cor cordis= sentimentodi compassione e pietà,grazia e perdono. È la pri-ma invocazione nellaDivina Commedia: mise-

rere di me gridai a lui,(Inferno, c.I, 65); Sturzorichiama le 7 opere di

misericordia corporale ele 7 opere di misericordia

spirituale.

«Non disse il Maestro che al giudiziofinale darà il premio a chi avrà fattoil bene ai fratelli, ai più bisognosi ederelitti; a chi aveva fame o sete, al

carcerato, all’ammalato, al nudo

ecc. come se fosse fatto a Lui stes-so?» (Ibid.)Il campo specifico di Luigi Sturzo èstato quello socio-politico, mentre ilfratello vescovo, oltre alle tante ope-re di teologia, di pedagogia, di pasto-rale, di poesia è stato il fondatore diuna Rivista di autoformazione e ilcreatore di una nuova filosofia, ilNeo-Sintetismo.

La forma più alta di carità, ha pro-clamato Paolo VI, è la politica e aquesta si è dedicato con grandeimpegno per tutta la vita Luigi Stur-

zo.«La società si trasforma solo con levirtù, cardinali, sul piano umanospeculativo: prudenza, giustizia, for-tezza e temperanza, e sul piano divi-no con le virtù teologali: fede, spe-ranza e carità … Se è naturale pensa-re alla società in termini di timore: -che sarà di noi, famiglia o classe? Dinoi città o nazione? Di noi occidenteo oriente? Di noi società o chiesa? Èpiù utile e doveroso dire, continuaSturzo: che debbo io fare oggi per lafamiglia, per la classe, per la città,per il paese, per la cultura, per la

scuola, per la chiesa? Qual è il miodovere? Che cosa mi dice il cuore?Che cosa mi insegna Gesù? L’oggi èvita, è lavoro, è combattimento, èsacrificio: coraggio piccolo gregge, avoi è dato il regno, perché ogni buo-na azione, ogni atto di dovere, ognibuona parola è il tesoro con il qualesi compra il regno dei cieli» (Ivi ,pag. 226).A questo punto bisogna leggere emeditare: l’Appello a tutti gli uomini

liberi e forti; il Programma del Par-

tito Popolare Italiano, e l’individua-

zione contro Le tre malebestie: stata-lismo, partitocrazia, sperpero deldenaro pubblico!

Salvatore Latora

Prospettive - 21 febbraio 2016 5

PRIMOPIANO

5555

Dalla politica di popoloalla CHIESA di popolo

Siamo consapevoli diessere dentro ad un

gigantesco sommovimento geopoli-tico (laddove questo stesso aggettivoappare inadeguato a descrivere ilfenomeno): è come se un grande ura-gano stesse rimescolando tutto,uomini e cose; stesse mandando inaria pezzi arrugginiti del vecchiomondo europeo e stesse preparandoun mondo nuovo. Ma non è l’apoca-lisse; è soltanto il normale grandiosoprocesso del divenire delle civiltà: netramonta una e ne sta sorgendoun’altra.In questo processo, maestoso e terri-ficante, che è certamente anche puri-ficatore, le nostre piccole vicendepersonali e collettive sembranoapparire leggere e senza peso comeombra di formica.Questo è vero; e tuttavia, esse, van-gelo alla mano, non possono esserevanificate né annullate. Se è verocom’è vero che anche in mezzo aduna catastrofe, un sorso d’acqua datoad un assetato ha valore di eternità,allora anche le nostre povere esisten-ze senza grande storia, hanno valoreinestimabile.I piccoli gesti di bontà o di malvagi-tà hanno anch’essi il loro peso posi-tivo o negativo sull’anima del mon-do.Uno schiaffo furibondo dato ad unbambino ed una umiliazione infertaad un povero, pur in mezzo alle scel-lerate follie omicide dell’ISIS, han-no il loro peso morale e rendonoanch’essi più cattivo il mondo.Voglio significare che niente è inuti-

le e niente va perduto della nostrastoria personale e collettiva, ma tuttosi tiene e tutto ha valore come hannovalore e sono indispensabili i singolitasselli di un grande mosaico.I piccoli e incerti passi del bambinoche sta imparando a camminare val-gono tanto quanto quelli addestratis-simi di un astronauta che passeggianello spazio.Ritornando all’idea del sorgere diuna nuova civiltà a cui, un po’ incre-duli e un po’ sgomenti, stiamo assi-stendo, vorrei che fossimo capaci disaper mettere insieme le grandi per-sonalità con la loro potenza e lapovera vedova del Vangelo che hasolo due spiccioli da mettere neltesoro del tempio: gli uni e l’altra

contribuiscono a pari merito acostruire una nuova civiltà.L’importante è che ciascuno faccia lasua parte con onestà e passione per ilbene collettivo.Nessuno può negare che Papa Fran-cesco stia facendo migliore il mon-do; ma è altrettanto vero che unmedico volontario che sta lottando inAfrica perché un bambino nondiventi cieco, anch’egli sta miglio-rando il mondo e sta collaborando alsorgere di una nuova civiltà.Voglio aggiungere anche che nellastoria tumultuosa dei nostri giorni, inquesto caotico mescolarsi di eroismie di scelleratezze, di inni alla libertàe di roghi e crocifissioni, di acco-glienze e di muri con filo spinato,

non c’è posto per l’accidia, la viltà, ilvoltarsi da un’altra parte, anche per-ché non esiste più un’altra parteessendo tutto il mondo ormai unasola parte.Papa Francesco sta lottando perchéquesto nuovo mondo che nasce sia“inclusivo” e rifiuti il metodo disu-mano dello “scarto”. Simultanea-mente si sta adoperando perché laChiesa e tutta la cristianità manife-stino al meglio il volto di una umani-tà fraterna, solidale, accogliente,sobria e molto ricca di misericordia.Sta cercando appassionatamente col-laborazione e condivisione dei suoiideali e delle sue iniziative.

Giuseppe Bruno

Non è un’apocalisse

Luigi Sturzo e Papa Francesco

di p. Giuseppe BrunoIl Giubileo nel cuore

La chiesa San-

t’Agata alla

Badia, quasi a chiusura dei

festeggiamenti agatini per la

santa Patrona della città e

dell’arcidiocesi, ha ospitato

un importante convegno sul-

l’origine e la diffusione del

culto agatino a Catania, in

Sicilia, in Italia e nel mon-

do, dall’affascinante titolo

“Agathae sub alis”, preso in

prestito dallo storico carti-

glio che svetta in cima al

prospetto del grande Duo-

mo-Matrice di Alì Superio-

re. Relatori dell’incontro

culturale -svoltosi alla pre-

senza, tra gli altri, di un fol-

to gruppo di devoti agatini

aliesi, tornati in pellegrinag-

gio a Catania dopo aver par-

tecipato lo scorso 3 febbraio

alla processione per l’offer-

ta della cera- sono stati l’ar-

cheologo Oreste Lo Basso e la

docente di storia dell’arte Matilde

Russo, rispettivamente uno dei fon-

datori e la presidente dell’Associa-

zione Etna ‘ngeniousa’, per un parte-

cipato momento di approfondimento

del martirio di Agata ed anche delle

tradizioni e del culto, dalle più anti-

che testimonianze archeologiche a

Catania alle opere d’arte e alle feste

che testimoniano, da 18 secoli, la

diffusione nel mondo della venera-

zione verso la protomartire catanese.

Terzo relatore è stato il sac. Vincen-

zo D’Arrigo, da 33 anni amato par-

roco della chiesa madre collegiata S.

Agata di Alì.

Il dottor Lo Basso con l’ausilio di

chiare e didascaliche immagini -sor-

prendente l’iscrizione paleocristiana

di Ustica- ha focalizzato l’attenzione

sulla prima sepoltura di S. Agata con

riferimento al “Piano degli Eroi”,

l’attuale piazza Carlo Alberto con le

chiese memoriali del santuario

Maria Santissima Annunziata al Car-

mine e della confraternita San Gae-

tano alle Grotte, con la Grotta ipogea

cultuale paleocristiana e catacomba-

le, alle due basiliche cimiteriali (IV-

VI secolo) di via Dottor Consoli sor-

te accanto alle sepolture dei martiri

cristiani catanesi (lapide funeraria di

Julia Florentina), all’inurbamento

del culto agatino “sub divo”, nel

complesso martiriale S. Agata la

Vetere, S. Agata al Carcere e S. Aga-

ta alla Fornace. Lo studioso ha illu-

strato anche le varie vicende degli

scavi archeologici a La Vetere che

man mano permettono di risalire al

periodo romano (sede del Pretorio) e

agli insediamenti cultuali agatini su

siti precristiani, alla base della colli-

na di Montevergine.

La prof.ssa Russo, con l’ampio

excursus sul culto agatino dai luoghi

del martirio in Catania a tanti centri

della Sicilia, a Roma (con le storiche

chiese S. Agata dei Goti e in Traste-

vere), a Milano (nella diocesi ambro-

siana 26 chiese e 21 altari intitolate

alla protomartire catanese), a Raven-

na (celeberrima la teoria delle vergi-

ni in Sant’Apollinare Nuovo), a

Firenze (la doppia tavola processio-

nale), a Cremona (la tavoletta angeli-

ca), nell’antico ecumene cristiano e

poi in tutta Europa, ha contribuito a

diffondere interessanti squarci su

alcune tipiche usanze come quelle

delle mulieres spagnole di Zamora

(con la priora eletta “alcade” il 5 feb-

braio), della serenata a S. Agata dei

giovani di Sorihuela del Guadalimar

in Andalusia, dei canti corali dei gio-

vani baschi, dei contadini

del lago di Como, i cui avi

furono protagonisti di un’e-

migrazione, al contrario,

nei secoli XV-XVI, dei cit-

tadini della Repubblica di

S. Marino di cui S. Agata è

patrona. La studiosa ha

esposto una rapida rassegna

di opere d’arte dal Medioe-

vo al 18° secolo, con ampio

riferimento alla diffusa e

cronologicamente più

recente iconografia del mar-

tirio dei seni e della carcera-

zione.

Padre D’Arrigo, vicario

foraneo e arciprete-abate

delle parrocchie matrici di

Alì Superiore e di Alì Ter-

me (facenti parte nel passa-

to dell’Archimandritato del

SS. Salvatore e dipendenti

dalla giurisdizione dell’ab-

bazia Santi Pietro e Paolo di

Itala Superiore)) ha presentato una

delle più interessanti tradizioni sici-

liane, legata al culto della nostra

Patrona: la solenne e giubilare

“Festa Ranni” di Alì, la festa decen-

nale, ricca di fede e di devozione,

che si fonda sui “cilii del pane e del-

le ragazze” e si svolgerà nel prossi-

mo mese di agosto nel contesto del-

l’Anno della Misericordia.

Secondo la tradizione orale, il 17

agosto 1126 gli Aliesi, avendo sapu-

to che nella rada della marina era fer-

ma la nave che riportava a Catania le

reliquie di S. Agata, scesero per

venerarle ricevendo una piccola par-

te del velo in cui erano state avvolte.

Il Duomo di Alì -che ha sostituito la

precedente chiesa chiamata S. Agata

la Vetere- costruito intorno al 1582,

sopra la finestra del grandioso pro-

spetto reca, su uno scudo, lo scritto

“Agathae sub alis, Alì nulla timebit”

e il coro del collegio presbiterale, di

stile manieristico, ritrae il martirio

della Patrona in 25 artistici pannelli

scolpiti sui corrispondenti stalli. Il

parroco ha messo in risalto l’ecce-

zionalità e le peculiarità dei sontuosi

festeggiamenti agatini aliesi, con

particolare riferimento a quelli ago-

stani preparati con cura dalla Depu-

tazione di S. Agata.

A.B.

Origine e diffusione del culto agatinoChiesa Sant’Agata alla Badia convegno “Agathae sub alis”

Prospettive - 21 febbraio 201666666

Nella chiesa dell’ex Col-

legio dei Gesuiti “San

Francesco Borgia” di via Crociferi,

per iniziativa della Soprintendenza

per i Beni culturali e ambientali di

Catania, sarà aperta sino a domenica

6 marzo (da lunedì a sabato dalle 9

alle 19, domenica dalle 9 alle 13) la

mostra “Carmelo e Salvatore Sciuto

Patti: archivi di architettura tra ‘800 e

‘900”. Come afferma la soprinten-

dente arch. Fulvia Caffo “l’ordina-

mento, la catalogazione e lo studio

dell’Archivio è stato curato dalla

Soprintendenza BBCC negli anni

2006-2009, con i fondi europei

P.O.R. 2000-2006, grazie alla lungi-

miranza degli eredi Vagliasindi che

ne hanno conservato tangibilmente la

memoria e all’opera di valorizzazio-

ne dell’Accademia degli Zelanti e dei

Dafnici di Acireale che ne ha reso

possibile la consultazione. L’inventa-

rio è stato concluso nel dicembre del

2010 con l’ordinamento di 1554

disegni raggruppati in 256 fascicoli e

512 schede disegni, relative al perio-

do tra il 1850 e il 1925 che, pur non

riguardando la totalità dei documen-

ti, costituiscono una parte significati-

va del patrimonio progettuale dei due

professionisti. La mostra di Catania

indaga ed approfondisce l’importante

e pioneristica attività di tutela del

patrimonio artistico condotta da Car-

melo e Salvatore, in virtù delle pre-

stigiose nomine di R. Ispettori dei

Monumenti e delle Antichità”.

“Tra le numerose e importanti opere

esposte” -aggiunge l’arch. Caffo-

“per la conservazione dei monumen-

ti antichi di Catania, vengono parti-

colarmente sottolineati documenti e

disegni dell’Odeon, delle Terme

Achillee e del Tesoro di Sant’Agata.

La mostra punta a mettere in risalto i

rapporti professionali che i Nostri

intrattenevano con i protagonisti,

ingegneri ed architetti, attivi nell’am-

biente catanese tra ‘800 e ‘900. Il

prezioso Archivio, costituito non solo

da disegni di particolare interesse,

ma anche da documenti di cantiere,

corrispondenza, note spese, foto,

appunti, modelli architettonici, stru-

menti topografici, diplomi, onorifi-

cenze, libri, si arricchisce del volume

‘Carmelo e Salvatore Sciuto-Patti’

che rende conto del lavoro di studio e

catalogazione, corroborato da saggi

di approfondimento sulla straordina-

ria importanza del materiale docu-

mentale e sulle vicende storico-arti-

stico-sociali del lungo periodo, set-

tantacinque anni, di attività dello stu-

dio Sciuto-Patti”.

Il dottor Giuseppe Contarino, presi-

dente dell’Accademia Zelantea, da

parte sua precisa che adesso “ci si

attende una fioritura di saggi e di tesi

di laurea che definiscano un giudizio

meditato...La mostra esibisce proget-

ti e disegni di circa 200 opere realiz-

zate in città siciliane e calabresi. Non

sono pochi, ma neanche tanti , dal

momento che i due Fondi ne conten-

gono 1554...Chiunque ora potrà

finalmente indagare, soppesare, com-

prendere, condividere o criticare la

produzione dei due architetti, che

vanno annoverati tra i protagonisti

non secondari della storia di Catania

tra Ottocento e Novecento”.

A.B.

Mostra Carmelo e Salvatore Sciuto Patti

aperta fino al 6 marzo

Prospettive - 21 febbraio 2016 7

DIOCESI

Con l’ottava di Sant’Aga-

ta i tantissimi devoti por-

gono l’ultimo saluto alla venerata con-

cittadina prima di poterla riabbraccia-

re di nuovo il 17 agosto quando a

Catania si ricorda il ritorno dei resti

mortali della martire catanese da

Costantinopoli. Nell’omelia della cele-

brazione dello scorso 12 febbraio l’Ar-

civescovo ha dato una lettura più che

positiva dei festeggiamenti di que-

st’anno in onore della santa Patrona.

Di seguito si riporta il testo dell’omelia.

Carissimi Fratelli Presbiteri e Diaconi.

Fratelli e Sorelle nel Signore, Distinte

Autorità,

1. Eccoci qui per celebrare l’Ottava diS. Agata. È come se non fossimo anco-ra soddisfatti di guardare e di ammirarela nostra Patrona e di festeggiarla anco-ra con grande amore.Perché tutto questo? Perché siamodevoti di Sant’Agata? Cosa dobbiamofare, come dobbiamo comportarci peressere suoi veri devoti?Per rispondere a queste domandelasciamoci guidare dalle letture biblicheche abbiamo ascoltato in questa primaparte della Messa, la liturgia della Paro-la: Is 58, 1-9a; Mt 9, 14-15.2. Matteo, nella pagina del Vangelo,riferisce una discussione tra Gesù e idiscepoli di Giovanni Battista circa ildigiuno. I discepoli di Gesù, diversa-mente dai discepoli del Battista e daifarisei, non apparivano osservanti dellalegge del digiuno.Il digiuno, come sappiamo, era ed èanche oggi una pratica penitenzialecomune a tutte le religioni. Come inogni atto religioso e di devozione, sicorreva il rischio, allora come adesso, difermarsi alle sole manifestazioni este-riori. Per questo oggi la Chiesa ci farivolgere al Signore questa preghiera:“all’osservanza esteriore corrispondaun profondo rinnovamento dello spiri-to”. Perciò: mai cristiani solo a parole,

mai devoti solo nei giorni della festadella nostra Patrona, ma uomini e don-ne che vivono la sfida della fede nellescelte di ogni giorno.La prima lettura ci ha offerto un esem-pio di come i profeti insistevano forte-mente con la gente affinché compren-desse il significato autentico del digiu-no. Esso non consiste in manifestazio-ni esteriori, ma nell’onorare veramenteil Signore con la giustizia, la solidarie-tà e l’amore verso il prossimo, verso ifratelli e le sorelle più duramente pro-vate nella vita. Questo è il digiuno che ilSignore vuole.Il Giubileo della misericordia in corso è

in piena sintonia con questo insegna-mento, perché ci spinge a crescere nel-l’attenzione verso gli altri, soprattuttoattraverso le opere di misericordia cor-porale e spirituale che siamo chiamati aconoscere e praticare.3. Nella risposta di Gesù ai discepoli diGiovanni: “Possono forse gli invitati anozze essere in lutto finché lo sposo ècon loro?”, è evidenziato specialmenteun altro aspetto davvero splendido edaffascinante. Lo abbiamo ascoltato:Gesù si definisce “sposo” ed indica isuoi discepoli come “invitati a nozze”.Sappiamo come il matrimonio, il ban-chetto nuziale, i rapporti tra gli sposi, le

gioie e le difficoltà dellavita coniugale sono real-tà spesso valorizzatenella Bibbia per descri-vere le relazioni di Diocon il suo popolo e diGesù con la Chiesa. Nonpossiamo dilungarci incitazioni, ma vi assicuroche si tratta di paginesplendide che potete voistessi scoprire anche tra-mite una ricerca su inter-net.Mi limito ad una citazio-ne di S. Paolo che benconosciamo perché sitratta di un brano cheascoltiamo spesso inoccasione della celebra-zione del matrimonio.Nella lettera ai cristianidi Efeso, Paolo, illu-

strando i rapporti tra marito e moglie, fariferimento a Cristo e alla Chiesa (Ef 5,23-33) ed afferma: “E voi, mariti, ama-te le vostre mogli, come Cristo ha ama-to la Chiesa e ha dato se stesso per lei,per renderla santa ..., al fine di farsicomparire davanti la sua Chiesa tuttagloriosa, senza macchia, né ruga oalcunché di simile, una santa ed imma-colata”.Cristo è sposo perché ha dato la vita perla Chiesa, cioè per noi tutti, per ciascu-no di noi. La Chiesa è sposa di Cristo ericorda sempre con gioia l’amoresupremo dello sposo che ha dato la vitaper lei. La S. Messa, è infatti, il memo-

riale del sacrificio di Cristo sposo. Loaffermiamo quando, dopo la consacra-zione, diciamo: “Annunciamo la tuamorte, o Signore, proclamiamo la tuarisurrezione nell’attesa della tua venu-ta”.4. Ciascuno di noi, proprio perché faparte della Chiesa, ha la grande dignitàdi “sposa di Cristo”: e non lo sono sol-tanto le donne, ma anche noi uomini.Agata fu sposa di Cristo. È bello sotto-lineare che lo leggiamo nell’iscrizionelatina dell’abside della Cattedrale, allenostre spalle. Agata è così qualificata:vergine, martire, sposa di Cristo, cara aDio, vittoriosa. Gli aggettivi sono con-catenati ed hanno come centro propriol’affermazione “Sposa di Cristo”. S.Agata lo fu nella verginità, amandoGesù e preferendoLo a Quinziano chela voleva fare sua sposa. Sposa, Agata,talmente fedele da ricambiare a Gesù ildono della vita nel martirio. Ecco per-ché fu cara a Dio e splende vittoriosa etrionfante.Per questo noi non ci stanchiamo diguardare il volto bello di Agata: è unasposa di Cristo, amato sempre e sopraogni cosa.5. Da veri devoti non possiamo però fer-marci al solo sguardo esteriore. Agata cichiede di imitarla.È importante, allora, carissimi fratelli ecarissime sorelle, chiederci: comerispondiamo all’amore che il nostroSposo, Gesù, ha per noi? Vera devozio-ne a Sant’Agata significa accogliere lasfida di questa domanda che raggiungetutti: voi e me, la comunità civile edecclesiale.Io per primo, e certamente anche voi,sorelle e fratelli, proviamo un certo dis-agio a dare risposta alla domanda: sia-mo come Cristo sposo vuole la suaChiesa? Siamo, cioè, senza macchia, néruga, ma santi ed immacolati?Gesù ci vuole così, ha dato la sua vitaper questo. Agata ha veramente credu-to a tutto ciò e si è comportata di conse-guenza.Il disagio che, invece, noi proviamo ècausato certamente dalle nostre infe-deltà personali al Vangelo, ma anche dacerti comportamenti comunitari, sia inambito laico che ecclesiale.Le notizie non belle e non esemplari cheapprendiamo anche circa il nostro ter-ritorio e la nostra Catania, ci parlano dimacchie che ci disonorano come citta-dini e come cristiani.Non possiamo rassegnarci all’idea cheil nome della nostra Città sia associatoa malaffare, corruzione, comporta-menti mafiosi e delinquenza minorile.Non possiamo offendere la patria diAgata. Dobbiamo cambiare vita, e cia-scuno di noi sa bene cosa deve cambia-re nel proprio comportamento di citta-dino e di cristiano.Siamo nella Quaresima del Giubileodella Misericordia. Sant’Agata questasera ci chiede di accogliere l’invito cheil Signore ci rivolge soprattutto in que-sto tempo di Quaresima: “Ritornate ame con tutto il cuore ... Laceratevi ilcuore e non le vesti” (Gl 2, 12). In questo consiste la conversione cheriguarda tutti noi e che deve caratteriz-zare la nostra Quaresima.Il Signore è “misericordioso e pietoso,lento all’ira, di grande amore” (ib.): èquesta la consolante esperienza chepossiamo fare durante quest’anno delGiubileo dell’amore misericordiosodel Signore.Sant’Agata ci incoraggia a comportar-ci così e soprattutto ci accompagna conil suo esempio e la sua intercessione.A ciascuno di voi, e anche a me dico edauguro: così sia per tutti noi.

@ Salvatore Gristina

7

La relazione sponsaleè libera donazione

L’omelia dell’Arcivescovo nell’ottava di S. Agata

Nella chiesa capitolareSan Giuliano di via

Crociferi si è svolto un incontro diformazione, con un momento cultu-rale imperniato sul culto agatinocatanese, per le dame e i cavalieridella sezione di Catania “Card. S.Pappalardo” dell’Ordine Equestredel Santo Sepolcro di Gerusalem-me–Luogotenenza per l’Italia Sici-lia, presieduta dal grande ufficialedott. Sergio Sportelli.Nel contesto spirituale dello straor-dinario anno santo giubilare dellaMisericordia, il cerimoniere eccle-siastico, comm. mons. LeoneCalambrogio ha tenuto una breveriflessione catechetica su “AgataSanta, strumento della misericordiadel Padre”. Nella “Passio” della san-ta patrona concittadina, nell’ultimaparte della struggente preghierarivolta, con immensa fede al Signoreprima di spirare in carcere, dallamartire agonizzante, si legge concommozione: “Ti prego di accoglie-re ora il mio spirito perché è già tem-po che io lasci questo mondo per tuocomando e giunga alla tua misericor-dia”. Il prof. Calambrogio si è riferi-to in particolare all’inno popolare aS. Agata con testo del sacerdote prof.Antonio Corsaro e musica del canRosario Licciardello e alla pericopeevangelica di Matteo 23, 8 “...manon fatevi chiamare ‘rabbi’ perchéuno solo è il vostro Maestro e voisiete tutti fratelli. E non chiamate‘padre’ nessuno di voi sulla terra,perché uno solo è il Padre vostro,

quello celeste...”.È seguita la preziosa testimonianzadel confratello barone Orazio Fran-cica Nava, pronipote del cardinalearcivescovo Giuseppe devotissimodella santa Patrona, sulla “custodiadelle reliquie di Sant’Agata durantela seconda guerra mondiale”. Secon-do la versione dei fatti, ritenuta piùattendibile, per compiere l’operazio-ne segreta del trasporto delle reli-quie, la mattina del 14 maggio di 73anni addietro, fu scelto il baroneGaetano Francica Nava che con lafamiglia era sfollato a Fleri.Del problematico nascondimento deireliquiari antropomorfi agatini, pre-levati dall’artistico scrigno delle reli-quie -ad esclusione del preziosobusto reliquiario- nella cisternaasciutta dietro la chiesa parrocchiale“Maria Santissima del Rosario” inFleri, fatta costruire dalla baronessaCaterina Guttadauro Nava, madredel futuro porporato, nella “terribile”primavera-estate del 1943, ha parla-to nella sua accurata presentazione,con precisa contestualizzazione sto-rica dei fatti realmente accaduti, il

giornalista Antonino Blandini. Ilvicario generale mons. GiuseppeCarciotto, d’intesa con l’Arcivesco-vo mons. Carmelo Patanè, che avevafatto spargere la voce che i reliquiarie il tesoro diS. Agata sitrovassero inVa t i c a n o ,aveva trova-to nel parro-co di Fleri,can. IgnazioMessina, lapossibilità dinasconderele reliquie inuna cisternasenz’acquadietro l’absi-de della par-r o c c h i a l eu t i l i z z a t acome ripostiglio, mentre gran partedel tesoro fu nascosto nell’istitutodelle orsoline di S. Giovanni la Pun-ta. Il 14 maggio due automobili deiFrancica Nava prelevarono dallaCattedrale una cassa di abete conte-

nente le reliquie e la trasportarono aFleri, presidiata prima dai tedeschiin ritirata e poi dagli inglesi cheavanzavano verso Milo. Grazie ad uncappellano cattolico britannico fupossibile salvaguardare le reliquie,che rientrarono in Duomo il 26 set-tembre.L’interessante rievocazione è stataarricchita dagli interventi del luogo-tenente dell’Ordine per Italia-Siciliaprof. Giuseppe Russo, del parroco diFleri, mons. Alfio Russo, del prof.Antonio Patanè, autore del volume“Fleri tra storia e cronaca (1329-1989) e della signora Greco, cugina

del barone Orazio Francica Nava,anch’ella testimone oculare delle tra-vagliate vicende dell’estate del 1943a Fleri.

Antonino Blandini

Custodia ReliquieDI SANT’AGATAdurante la guerra

Incontro culturale nella sezione di Catania “Card. S. Pappalardo” dell’Ordine Santo Sepolcro

Foto di archivio

Nel santuario diocesa-no Santa Maria di

Ognina il rettore parroco sac. Fran-co Luvarà ha presieduto la celebra-zione della s. messa in suffragio dimons. Mariano Foti, nel 35° anni-versario della pia morte dell’esem-plare e compianta figura di sacer-dote-pastore buono e fedele, ulti-mo curato di sant’Euplio in Ogninae dal 1945 1° arciprete parroco del-la parrocchia dall’antico e storicotitolo di Santa Maria d’originemonastico-basiliana.Il “parroco dei pescatori” di PortoUlisse e del golfo di Ognina, nato aCatania il 18 maggio 1909 e orfanodel padre morto nella grande guer-ra, ancora bambino e dalla salutefragile, fu accolto maternamentedalla serva di Dio suor Anna Can-talupo, figlia della Carità di SanVincenzo de’ Paoli, nella Casa del-l’Opera e del servizio agli Orfanidi guerra adattata in una delle“baracche” in legno della futuraCasa della Carità di via San Pietroa Monserrato, dove Mariano (lo èstato veramente di nome e di fatto)ricevette la prima Comunione, nac-que naturaliter la vocazione allavita sacerdotale e si distinse per lasua pietà e la sua vivacità. Ancoraragazzino chiese di entrare al Pic-colo Seminario perché desideravaardentemente diventare umileministro di Dio. È stata la primavocazione dell’orfanotrofio vin-cenziano, alla quale ne sarebberoseguite tante altre.Foti ricevette l’ordinazione presbi-terale per l’imposizione delle manidell’arcivescovo mons. CarmeloPatanè nella solennità dell’Imma-colata Concezione della Beata Ver-gine Maria del 1931 assieme adaltri 6 diaconi, tra cui il teologodommatico mons. Santi Pesce,morto nel 1995 lo stesso giorno 21dicembre.Padre Foti -così volle essere chia-mato per tutta la vita anche quan-do, nel 1970, divenne “monsigno-re” per aver ottenuto dalla SantaSede su proposta dell’arcivescovomons. Guido Luigi Bentivogliol’onorificenza pontificia di “cap-pellano di Sua Santità”, fu subitomandato vicecurato a Cibali e 5

anni dopo nel borgomarinaro di Ognina,allora unica parrocchiadella zona e della cuiforanìa fu vicario dal1967 al 1973 e dovesarebbe rimasto finoall’improvvisa e prema-tura scomparsa, avvenu-ta a 71 anni di età perictus cerebrale, il 21dicembre 1980.Tutti lo ricordano atten-

to e perspicace curatore d’anime,confessore instancabile e direttoredi spirito che ricordava la dolce

figura del Santo Curato d’Ars,uomo di preghiera e innamoratodella Madonna e dei nostri santimartiri concittadini e compatroni,Agata ed Euplio. Musicista e cori-sta, è stato predicatore appassiona-to, fondatore di vivaci gruppi par-rocchiali, assistente diocesano diAzione Cattolica. È stata iniziativadi mons. Foti di portare, nel corsodei festeggiamenti mariani e patro-nali settembrini, il simulacro diNostra Signora di Ognina su unabarca in mezzo al mare perchébenedicesse la sua gente.Cultore di memorie storiche patrie,

pubblicò in alcuni densi e docu-mentati volumi le sue ricerche dicarattere scientifico, giornalistico edivulgativo: “Ognina: storia, ricer-che, impressioni” (Catania, 1969);“Cifali: volto storico, angolazionicritiche,elevazioni” (Catania,1971); “Civitas: Obiettivo sulla<Civita> catanese” (Catania,1974); “Elysia: iter per la <ZiaLisa> catanese dalla Piana al Forti-no” (Catania 1976). È rimastoancora inedita l’opera libraria su“Nuova Luce”.E’ doveroso ricordare che uno stu-pendo e commovente profilo di

padre Foti è stato scritto da mons.Maurino Licciardello che fin dal-l’età di 12 anni ebbe, in Seminario,come “prefetto della camerata San-ti Angeli Custodi” proprio il giova-ne sacerdote Mariano Foti, chedurante la novena di Natale, davan-ti al presepe costruito in camera,faceva cantare ai piccoli alunni levarie “Ninna, nanna ed altri cantinatalizi, pieni di afflato e di affet-tuosa confidenza al Bambino Gesùche Don Foti aveva musicato e dif-fusi tra gli amici”.

Memorex

Prospettive - 21 febbraio 20168

DIOCESI

8

Il parroco dei pescatori

Ognina anniversario della morte di mons. Mariano Foti

L’Oratorio SalesianoSan Giovanni Bosco

di via Santa Maria della Salette -comprendente Parrocchia, Orato-rio-centro giovanile, Cappellanie,Comunità Proposta e Prenoviziato,Circolo San Giuseppe, Unioneexallievi- in occasione della recen-te storica visita del Rettor Maggio-re Don Angel Fernandez Artime,ha ricordato con gioia e ricono-scenza il centenario della nascitadi Don Innocenzo Bonomo divenerata memoria, da tutti stimatosacerdote zelante dal cuore grandecome Don Bosco, buono e miseri-cordioso con tutti, soprattutto coni lavoratori e i giovani, i poveri e ibisognosi di Catania e specialmen-te del quartiere San Cristoforo deiquali per quasi 55 anni fu padre,maestro e amico. Don Bonomo,nativo di Ganci, da piccolo entrònell’Aspirantato di Pedara per glistudi ginnasiali e poi al Noviziatodi San Gregorio di Catania doveemise la prima professione religio-sa con il proposito di essere diDon Bosco per sempre: dopo glistudi teologici a Torino, fu ordina-to sacerdote a Modica. Fu manda-to quale insegnante elementare eall’oratorio del San Filippo Neri,dove scoprì la sua vera vocazionedi apostolo dei giovani e dei pove-ri che incontrava per le strade diCatania subito dopo la guerra.Quando l’ispettore don Manioneannunciò l’apertura di una casa aLa Salette per raccogliere i ragaz-zi poveri e sbandati don Bonomofu tra i primi a presentarsi comevolontario per lavorare in questonuovo ambiente. E dal 1947, finoalla morte, per più di 50 anni inin-terrotti, don Innocenzo rimase inquella comunità. Come evidenziò

alle sue esequie l’ispettore donGiuseppe Troina, don Bonomo in55 anni di sacerdozio allargò il suocuore ai giovani più bisognosi: licercava, li incontrava, li facevasuoi amici, si interessava di loro eper loro era disposto a tutto. Eranoragazzi “fimaioli” che raccoglie-vano il concime animale e lo ven-devano per quattro soldi agli orto-lani della periferia sud. Nel 1945ebbe l’occasione di consegnare aiSalesiani il primo gruppo di ragaz-zi laceri che chiedevano un piattodi pasta e una camicia, una carez-za e un sorriso. Don Bonomo riu-scì a dare loro dignità di uomini inun’epica lotta che si concluderà il22 luglio 1956. Nel quartiere SanCristoforo conosceva le personeuna per una, di ognuna sapevanome, cognome e sopranome, vianumero di casa, non solo ma cono-sceva anche vita, virtù e miracoli.Don Bonomo, uomo di culturapratica, insegnante indefesso, rite-neva che le cose sarebbe cambiate

solo con un impegno culturaleserio per sconfiggere l’ignoranza.Nel necrologio della Casa dellaSalette, il direttore don Santo Rus-so assieme alla sua comunità ebbea rievocare: “Quanti ragazzi furo-no avviati ad un lavoro onestodopo essere stati suoi scolari! Edera anche esigente! Quanti ricor-dano con riconoscenza gli inse-gnamenti ricevuti, accompagnatipossibilmente da qualche scappel-lotto!”. In un ambiente povero dicultura e poco amante di libri e discuola, don Bonomo seppe farapprezzare l’importanza e lanecessità dell’istruzione incorag-giando sempre tutti, specie i menodotati. Due “bestemmie”, era soli-to ripetere, non devono sentirsidire nella scuola salesiana: “Nonce la faccio”, “mi secco”. Ai bam-bini faceva spesso ripetere il salu-to scolastico della Salette: “Stu-dio, bontà e gioia. Onorerò la miaamata famiglia, il mio amato quar-tiere, la mia amata scuola”. Il suosaluto forte e squillante dal matti-no alla buonanotte era “Cristoregni!”.Don Bonomo, senza paura, assie-me ai suoi confratelli, rimase inprima linea, non abbandonò mai latrincea: visse per i lavoratori e perquesto fondò il Circolo operaioSan Giuseppe: non una sezionepolitica, non un club, ma un’asso-ciazione cattolica, una famigliadove ogni lavoratore si possa tro-vare a casa sua, con semplicità,

affetto, dignità. Amava ripetere:“Servire Dio con la preghiera, lapatria con il lavoro, la famigliacon l’amore”. Si vedeva spesso intesta ai cortei, promuovere epichelotte sociali per il diritto al lavoro,sostenere battaglie per la rinascitaculturale, sociale e religiosa delquartiere, sempre pilastro portantedella presenza salesiana alle Salet-te. Pregava sempre: una preghierasemplice, come voleva Don Bosco,fatta con tutto il cuore. Con lacorona del Rosario sempre inmano, con una devozione filiale aMaria Ausiliatrice, con una parti-colare devozione a San Giuseppelavoratore e al Beato CardinaleDusmet, benefattore e protettoredella Salette, dal quale andava inpellegrinaggio in Cattedrale ognianno con i soci del Circolo.Confessore ricercato da uomini edonne, confratelli e ragazzi, nonmancava mai al confessionale.Salesiano tutto d’un pezzo hasaputo donare conforto, aiuto eincoraggiamento a tutti. Con spiri-to brioso teneva allegra la conver-sazione, pronunziando nelle solen-ni circostanze i suoi attesi discorsiche riuscivano sempre a commuo-vere fino alle lacrime.

Blanc

Apostolo dei giovani e dei poveri

Centenario nascita del sacerdote salesiano don Innocenzo Bonomo

Incontro tra il Rettor MaggioreDon Angel e l’Ispettore Don Pippo Ruta

È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettiveinerenti all’intero anno 2012, 2013, 2014 e 2015 direttamente sul sito delsettimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie inarchivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online.

Archivio Prospettive

Avviso ai lettori

Don Bonomo,

uomo di cultura

pratica, insegnante

indefesso, riteneva

cambiate solo con

un impegno

culturale serio

per sconfiggere

l'ignoranza

che le cose sarebbero

La sera di giovedì 11 feb-braio si è svolto presso la

parrocchia San Giuseppe in Ognina unincontro organizzato dal gruppo Ani-

matema di famiglia con lo scopo di pre-sentare questa realtà a nuovi giovanipronti a mettersi in gioco e ad offrire ilproprio talento al servizio della Parola edelle famiglie della diocesi. Animatemadi Famiglia, iniziativa promulgata dal-la Pastorale Familiare di Catania, si pro-pone di indirizzare i bambini e i ragaz-zi, figli di coppie che affrontano un loropercorso formativo di catechesi, attra-verso un percorso costruito apposita-mente per loro. Gli animatori si offronodi guidarli per mano alla scoperta dellaParola, la stessa Parola che viene sco-perta e letta dai genitori, attraverso gio-chi e attività di laboratorio, affinché siatutta la famiglia a godere della crescitae della scoperta del percorso di cate-chesi. Per quanto riguarda la realtàcatanese, il gruppo è affidato al coordi-namento della coppia Monia e GaetanoStrano, dei rappresentanti degli anima-tori Riccardo Amantia e Fabiana Sal-luzzo, e di P. Salvatore Consoli, dal pun-to di vista spirituale. Fino ad ora il grup-po ha fatto esperienza di animazionedurante diversi incontri, raccogliendorisposte positive sia dai piccoli sia dal-le loro famiglie, che hanno tantoapprezzato il nostro lavoro. Come sem-pre, anche noi abbiamo imparato e cisiamo emozionati con loro. Il gruppo èstato accolto da P. Domenico Rapisardae da alcuni giovani della parrocchia, chehanno risposto all’invito di Animatemapartecipando a questo incontro di pre-sentazione. Dopo la presentazione delgruppo già formato e affiatato e la spie-gazione di ciò che esso si propone difare, ci siamo da subito messi a lavorocon le modalità di preparazione dell’a-nimazione, così da farle conoscere ainuovi aspiranti animatori. Divisi ingruppi abbiamo lavorato insieme, spe-rimentando l’accoglienza e la fiducianei confronti dell’altro e del suo talen-to. È stata proprio la “fiducia” il temache ha fatto da cardine al testo biblico diGenesi 15, 1-6 scelto per costruire lenostre proposte di animazione. Nellastoria di Abramo abbiamo notato comela fede non è una scelta che si pone unavolta per tutte. È da rinnovare ogni gior-no, continuamente messa alla prova.Per Abramo gli anni passano, Sara è ste-rile e non ha figli e la promessa di Dio,per la quale Abramo ha lasciato tutto,sembra sempre più allontanarsi. Dionon ha fretta di mantenere la sua pro-messa. Suggestivo e commovente è ilracconto del colloquio notturno fraAbramo e il Signore, che si legge nellibro della Genesi. È questo il primotesto in cui Abramo parla al suo Dio egli si rivolge con una domanda piena diamarezza. La parola del Signore, che loinvita al coraggio e gli rinnova la pro-messa, suona alle sue orecchie comeuna parola ormai vuota. Troppo tardiperché possa essere vera. Ha atteso inu-tilmente una discendenza e ora senteavvicinarsi la morte: «Io me ne vado».Abramo – che ha obbedito all’ordinedel Signore senza l’ombra di un’esita-zione – ora trova il coraggio di espri-mere due volte il suo dubbio: «Che midarai? Io me ne vado senza figli»; «Ame non hai dato una discendenza e unmio domestico sarà mio erede». Ma

neppure di fronte al dubbio e all’ama-rezza di Abramo, Dio si affretta a man-tenere la promessa. Semplicemente larinnova: Poi lo condusse fuori e gli dis-se: «Guarda in cielo e conta le stelle, seriesci a contarle» e soggiunse: «Talesarà la tua discendenza». Per vincere ildubbio e continuare a credere, Abramodeve uscire dal suo piccolo orizzonte(«lo condusse fuori»), deve cambiare ladirezione dello sguardo («guarda lestelle») e non deve dimenticare che lapotenza di Dio è grande («conta le stel-le, se riesci»). Uscendo dalla propriamisura e cambiando la direzione dellosguardo, Abramo può accorgersi che lapotenza di Dio sa farsi strada anche nel-la più grande debolezza, e che ciò che èimpossibile all’uomo è possibile a Dio.E così Abramo «credette al Signore cheglielo accreditò come giustizia». Tuttala figura di Abramo è racchiusa in que-ste poche parole. Credette, cioè si fidòancora una volta. Una fiducia diversa daquella iniziale, quando probabilmentepensava che Dio avrebbe mantenuto lasua promessa diversamente. Manmano che Dio si rivela – così differenteda come l’uomo lo pensa! – la fiduciadell’uomo è chiamata a purificarsi. Nelcammino verso Dio la fede non è maiuguale a se stessa. Accreditare rinvia aun verbo ebraico che dice di più di unasemplice approvazione. È un verboadoperato dai sacerdoti per testificareche la vittima è senza difetti e, quindi,degna di essere sacrificata nel tempio.Fidandosi di Dio, Abramo ha compiutoil suo sacrificio perfetto. Giustizia(«glielo accreditò come giustizia») èuna parola che dice una relazione cor-retta fra due persone. Qui si tratta dellarelazione fra l’uomo e Dio. Fidarsi diDio è la sola relazione corretta fra l’uo-mo e il Signore: la fede, non la legge,dirà molto più tardi san Paolo. Il lavoroper la realizzazione concreta di vere e

proprie proposte di animazione è statopoi seguito dall’animatore professioni-sta Francesco Chiarina, il nostro‘SuperCiccio’, che ormai è diventato atutti gli effetti nostro tutor in questo bel-lissimo percorso. I nuovi arrivati eranoentusiasti e non vedono l’ora di impe-gnarsi al nostro fianco: l’invito a unirsi

al nostro gruppo è aperto a tutti i giova-ni di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Ilnostro è principalmente un servizio, dapoter arricchire ed estendere a ogni

comunità, per chiunque nevoglia fare parte. Sono tan-te le parrocchie della Dio-cesi di Catania che rappre-sentiamo, e possono diven-tare sempre di più, cosìcome chi le rappresenta.Vogliamo esportare questainiziativa, questa realtà e inostri sorrisi, quanto piùpossibile. Saremo felici dipotervi incontrare nellevostre parrocchie, con la

speranza che le adesioni crescano cosìcome la nostra gioia!

Egle Santonocito

Prospettive - 21 febbraio 2016 9

DIOCESI

9

La Fiducia di Abramoproposta sempre attuale

Animatema di Famiglia dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia

Domenica 17 gennaio,nei locali del Santuario

di Santa Maria di Ognina si è riunito ilnuovo Consiglio Pastorale Parrocchia-le che per i prossimi tre anni affianche-rà il lavoro del parroco Don FrancoLuvarà, il cui servizio ministeriale epastorale si pone in continuità con illavoro iniziato con amore e passione daDon Antonio Fallico, lavoro concretiz-zatosi nel progetto pastorale Parrocchia

comunione di comunità.Accogliendo i membri di quest’organofondamentale quali collaboratori e cor-responsabili della realtà e dell’anima-zione pastorale e parrocchiale, espres-sione della Chiesa locale, Don Luvaràha preso le mosse dal passo della lette-ra paolina (1Cor 12, 4-11) proposto dal-la liturgia della II domenica del TempoOrdinario: “in una comunità ecclesialee parrocchiale è presente e operante loSpirito, da cui derivano i diversi carismie la dinamicità che rende ogni realtàpastorale un corpo articolato, variegato,impegnato in un lavoro sinergico,costantemente in ricerca e pienamentefondata nella comunione, nel servizio e

nella missione”.Per questo, riuniti attorno alla Parola eall’Eucarestia, i cristiani e ancor più i

membri della comunità parrocchialesono chiamati a vivere in una dimen-sione comunitaria per superare l’indi-vidualismo e l’anonimato del nostrotempo. È questo il compito assegnato,ad esempio, ai gruppi di catechesi perbambini e alle piccole comunità sparseper il territorio, che oggi più che mainon è solo quello geografico, masoprattutto quello antropologico (i luo-ghi cioè della nostraquotidianità, l’ambitolavorativo, come quellofamiliare), attraversocui è possibile concre-tizzare una lettura diquelli che sono i segni

dei tempi e impegnarsi aservizio del prossimonella Chiesa di Cristo.Qui ogni battezzato lai-co scoprirà e vivrà ladimensione della fede,di una fede adulta, fattadi corresponsabilità e ministerialità,aperta alla missione sulle orme delmaestro Gesù e degli apostoli. Nell’e-sercizio della sua funzione umile, con-sapevole e autorevole – come espressodal nostro Arcivescovo nella recentelettera pastorale “Popolo e Pastori

insieme” – il Consiglio Pastorale diver-rà espressione dell’intera comunità

parrocchiale, con una particolareattenzione all’ascolto dello Spirito diDio che si traduce in discernimento

comunitario, attraverso cui la Chiesatutta è edificata.In questa stessa occasione il nuovoConsiglio pastorale ogninese ha inizia-to il proprio lavoro di programmazione

in vista del tempo di Quaresima, tempoche quest’anno verrà particolarmentevalorizzato perché vissuto alla lucedell’anno di grazia del Giubileo dellaMisericordia.

Anastasia Zuccarello

Santa Maria di Ognina: nuovoConsiglio Pastorale Parrocchiale

Nuove docce per i senza-tetto di Catania: saranno

attive da giovedì 18 febbraio nei localidel Santuario di Santa Maria di Ognina,con ingresso da piazza Ognina. Il ser-vizio, coordinato dal Centro di Ascoltodell’Help Center, si svolgerà due voltea settimana: il martedì per gli uomini eil giovedì per le donne, dalle ore 9:30alle ore 12:30. I senza fissa dimora rice-veranno dalla Caritas un kit completoper l’igiene personale composto daasciugamano, sapone, rasoio, schiumada barba e dei vestiti di ricambio.Gli ambienti del santuario marianodedicati all’accoglienza dei pellegrini,per volontà del Parroco don FrancoLuvarà, sono stati ristrutturati con ilrifacimento dell’impianto idraulico eadeguati a norma di legge. “Nell’annodel Giubileo la comunità parrocchiale -ha dichiarato don Franco - ha volutocosi esprimere un segno concreto dimisericordia corporale verso i più biso-gnosi sull’esempio di Papa France-sco”. Saranno una trentina i volontariche si alterneranno nella gestione delservizio docce. Nelle prossime setti-mane è prevista anche la realizzazionedi una postazione per un barbiere e unaparrucchiera.

La collaborazione conla Parrocchia di Ogninarappresenta una solu-zione temporanea inattesa della bonificadegli ex locali deiVigiliUrbani di piazza Gio-vanni XXIII – concessidal Comune in comoda-to gratuito alla Caritas -nei quali saranno tra-sferiti le docce e i servi-zi igenici dell’HelpCenter. Il Sindaco Enzo Bianco ha

ribadito l’impegno a prendersi caricodelle spese di bonifica del tetto in eter-nit e dell’allaccio della rete gas metano.“La Caritas in questi mesi non hadimenticato i senzatetto e le loro esi-genze – ha dichiarato il Direttore donPiero Galvano –. Auspico che i lavorinegli ex locali della polizia municipalepossano iniziare al più presto per il benedi tanti fratelli bisognosi. Ringrazio,infine, il Parroco e tutti i volontari del-la Parrocchia di Santa Maria di Ogninaper la loro disponibilità e collaborazio-ne”.

®

Nuove docce per i senzatettoIniziative della Caritas diocesana

Padre Luvarà benedice i nuovi locali.Foto di Agata Gubernale

Con la benedizione diMons. Salvatore Gen-

chi, Vicario Generale dell’Arcidiocesidi Catania, sabato, 20 febbraio, alleore 11:30, sarà inaugurato il nuovodeposito della Caritas Diocesana ‘SanMarco’, presso la Parrocchia San Mar-co, in via Convento del Carmine n° 12a Tremestieri Etneo. Saranno presenti,il Sindaco di Tremestieri Etneo, Dott.Santi Rando, il Parroco don MauroPaternoster e il Direttore della Caritas,don Piero Galvano.

Per la prima volta la Caritas Diocesanaavrà un unico deposito che si estenderàsu una superficie di 1000 mq, con duezone separate: una per la conservazionedegli alimenti ed una per la raccolta divestiario. La sezione alimentare è statadotata di scaffalature, di una cella frigo-rifera e di un congelatore industrialementre nello spazio riservato all’abbi-gliamento, operatori e volontari, avran-no a disposizione una lavatrice e un’a-sciugatrice per la pulizia degli indumen-ti usati che verranno donati dai cittadini

all’Help Center della Stazione Centrale.Il nuovo deposito, con pavimento anti-scivolo, messo a norma secondo i requi-siti previsti dall’HACCP, è stato dotato dirivelatori antincendio, estintori e di unsistema di videosorveglianza e anti-intrusione. Inoltre, l’ingresso dei locali èstato reso camionabile per facilitare leoperazioni di carico e scarico dei mezzidella Caritas. I volontari della ParrocchiaSan Marco collaboreranno nella selezio-ne e nello smistamento degli abiti usati.

®

Inaugurazione nuovo deposito San Marco

Svolta

Gesù è a una svolta della sua missio-ne, ha messo i suoi discepoli davantiallo sconcerto del primo annunciodella passione: il Figlio dell’uomo

deve soffrire molto, essere rifiutato,

venire ucciso. E i dubbi sono legio-ne, è tutto così difficile da capire e davivere. E allora anche lui si ferma,vuole vederci chiaro, ed è davanti alPadre che va per cogliere il sensoprofondo di ciò che sta per accadere.Nel contatto con il Padre anche lanostra realtà si illumina, ciò che ènascosto appare in tutta la sua chia-rezza ed evidenza, come il volto diGesù: Mentre pregava il suo volto

cambiò di aspetto, si trasformò. Pregare trasforma. Pregare ti cambiadentro, tu diventi ciò che contempli,ciò che ascolti, ciò che ami... Preghie ti trasformi in Colui che preghi;entri in intimità con Dio, che ha uncuore di luce, e ne sei illuminato atua volta. La preghiera è mettersi inviaggio: destinazione Tabor, un bat-tesimo di luce e di silenzio; destina-zione futuro, lampada ai tuoi passi èla Parola e il cuore di Dio. Gesù sale

su di un monte. I monti sono comeindici puntati verso il cielo, verso ilmistero di Dio, raccontano la vitacome una ascensione verso più lucee più cielo. Ritorniamo alla Parola

di Dio.

Lettura orante

Nei documenti che hanno preparatoed accompagnato il Sinodo si è par-lato spesso di diversi metodi peraccostare con frutto e nella fede lesacre Scritture. Tuttavia l’attenzionemaggiore è stata data alla lectio divi-

na, che è davvero «capace di schiu-

dere al fedele il tesoro della Parola diDio, ma anche di creare l’incontrocol Cristo, parola divinavivente».Vorremmo qui richiamarebrevemente i suoi passi fondamenta-li: essa si apre con la lettura deltesto, che provoca la domanda circauna conoscenza autentica del suocontenuto: che cosa dice il testobiblico in sé? Senza questo momen-to si rischia che il testodiventi solo un pretestoper non uscire mai dainostri pensieri. Segue,poi, la meditazione nel-la quale l’interrogativoè: che cosa dice il testobiblico a noi? Qui cia-scuno personalmente,ma anche come realtàcomunitaria, develasciarsi toccare e met-tere in discussione, poi-ché non si tratta di con-siderare parole pronun-ciate nel passato, ma nelpresente. Si giunge suc-cessivamente almomento della preghie-ra che suppone ladomanda: che cosadiciamo noi al Signorein risposta alla suaParola? La preghieracome richiesta, inter-cessione, ringraziamen-to e lode, è il primomodo con cui la Parolaci cambia. Infine, la lec-tio divina si conclude

con la contemplazione durante laquale noi assumiamo come dono diDio lo stesso suo sguardo nel giudi-care la realtà e ci domandiamo: qua-le conversione della mente, del cuo-re e della vita chiede a noi il Signo-re? San Paolo nella Lettera ai Roma-ni, afferma: «Non conformatevi aquesto mondo, ma lasciatevi trasfor-mare rinnovando il vostro modo di

pensare, per poter discernere lavolontà di Dio, ciò che è buono, a luigradito e perfetto» . La contempla-zione, infatti, tende a creare in noiuna visione sapienziale della realtà,secondo Dio, e a formare in noi «ilpensiero di Cristo» . La Parola di Diosi presenta qui come criterio didiscernimento: essa è «viva, efficacee più tagliente di ogni spada a doppio

taglio; essa penetra fino alpunto di divisione dell’ani-ma e dello spirito, fino allegiunture e alle midolla, ediscerne i sentimenti e ipensieri del cuore». È benepoi ricordare che la lectiodivina non si conclude nel-la sua dinamica fino aquando non arriva all’azio-ne , che muove l’esistenzacredente a farsi dono per glialtri nella carità.

Madre di Dio

Questi passaggi li troviamosintetizzati e riassunti inmodo sommo nella figuradella Madre di Dio. Model-lo per ogni fedele di acco-glienza docile della divinaParola, Ella «custodiva tut-te queste cose, meditandolenel suo cuore» , sapeva tro-vare il nodo profondo cheunisce eventi, atti e cose,apparentemente disgiunti,nel grande disegno divino. Vorremmo richiamare,inoltre, quanto è stato rac-

comandato durante il Sinodo circal’importanza della lettura personaledella Scrittura anche come praticache prevede la possibilità, secondo leabituali disposizioni della Chiesa, diacquistare l’indulgenza per sé o per idefunti. La pratica dell’indulgenzaimplica la dottrina degli infinitimeriti di Cristo, che la Chiesa, comeministra della redenzione, dispensa eapplica, ma implica anche quelladella comunione dei santi e ci dice«quanto intimamente siamo uniti inCristo gli uni con gli altri e quanto lavita soprannaturale di ciascuno pos-sa giovare agli altri». In questa pro-spettiva, la lettura della Parola di Dioci sostiene nel cammino di penitenzae di conversione, ci permette diapprofondire il senso dell’apparte-nenza ecclesiale e ci sostiene in unafamiliarità più grande con Dio.Come affermava sant’Ambrogio:quando prendiamo in mano con fedele sacre Scritture e le leggiamo conla Chiesa, l’uomo torna a passeggia-re con Dio nel paradiso. Memore della relazione inscindibiletra la Parola di Dio e Maria di Naza-reth, insieme ai Padri sinodali laChiesa invita a promuovere tra ifedeli, soprattutto nella vita familia-re, le preghiere mariane quale aiuto ameditare i santi misteri narrati dallaScrittura. Uno strumento di grandeutilità è, ad esempio, la recita perso-nale o comunitaria del Santo Rosa-rio.

P. Angelico Savarino

Prospettive - 21 febbraio 201610

Riflessioni sul Vangelo

Mentre i sacerdoti leviti ogni giorno

dovevano presentare dei sacrifici nel

tempio, questi sacrifici non possono mai

eliminare i peccati.

Cristo invece avendo offerto un solo

sacrificio per i peccati, si è assiso per

sempre alla destra di Dio, aspettando

ormai che i suoi nemici vengano posti a

sgabello dei suoi piedi.

Infatti con un'unica offerta egli ha reso

perfetti per sempre quelli che vengono

santificati.

A noi lo testimonia lo Spirito Santo

infatti dopo aver detto: Questa è l’al-

leanza che io stipulerò con loro / dopo

quei giorni, dice il Signore: / io porrò le

mie leggi nei loro cuori / e le imprimerò

nella loro mente, dice: e non mi ricorde-

rò più dei loro peccati e delle loro ini-

quità.

Ora dove c’è il perdono di queste cose,

non c’è più offerta per il peccato.

L.C.

San Paolo in briciole

LA FEDE

Efficacia del sacrificio di Cristo Eb 10,11-18

L’incontro con il Padre ci llumina

La fede di Abramo è richiesta da Dio per-

ché gli promette che la sua discendenza

sarà numerosa come le stelle del cielo.

Abramo crede e questo gli viene accredi-

tato come giustizia e Dio si rivela dicendo

che è stato lui a farlo uscire da Ur dei

Caldei. Come se fosse stato chiamato ad

una azione particolare.

L’azione particolare a cui si riferisce Dio

diventa più esplicita nel brano del vangelo

dove Luca descrive la trasfigurazione

rimarcando la vera destinazione dell’uo-

mo e conseguentemente il distacco da tut-

te le cose della terra, Gesù non prende

nemmeno in considerazione il facciamo

tre tende degli apostoli ma vengono intro-

dotti nella nube simbolo della presenza di

Dio e coinvolti nella dichiarazione del

figlio da parte di Dio e quindi nella sua

unzione a messia.

Per dire chiede tutta la loro vita sarebbe

stata cambiata.

Ed è Paolo che sottolinea questo cambia-

mento. Egli lamenta, dopo aver esortato i

filippesi a farsi suoi imitatori, che vi sono

alcuni che “si comportano da nemici della

croce di Cristo. La sorte finale di costoro

sarà la perdizione, il ventre è il loro dio si

vantano di ciò di cui dovrebbero vergo-

gnarsi e non pensano che alle cose della

terra”.

Mentre invece la nostra cittadinanza è nei

cieli e di là aspettiamo come salvatore il

Signore Gesù Cristo. Il nostro corpo sarà

trasfigurato per essere conformato al suo

corpo glorioso, in virtù del potere che egli

ha di sottomettere a sé tutte le cose. Per

questo motivo l’esortazione finale di Paolo

è di essere “saldi nel Signore”. Afferma

Paolo ancora una volta che il vangelo che

lui ha annunziato e cioè la passione e mor-

te e risurrezione di Gesù, tutto questo esi-

ge la nostra più totale adesione al Signore

non solo ma la nostra vita deve essere

caratterizzata dalla continua ricerca di

essere uniti al Signore, superando ogni

forma di idolatria e di scambio di valori.

Anche noi, infatti, possiamo avere come

dio il nostro ventre.

Ciò farebbe a pugni con la nostra trasfi-

gurazione.

Leone Calambrogio

II DOM DI QUARESIMA / C - Gn 15,5-12.17-18; Sal 26/27,1.7-9.13-14; Fil 3,17-4,1; Lc 9,28b-36

DIOCESI

Pregare trasforma, ti cambia dentro, diventi ciò che contempli, ciò che ascolti, ciò che ami

Prospettive - 21 febbraio 2016 11

La Curia di Bologna sichiude dietro un muro

di “stupore e amarezza”. Dieci righestampate per dire che la sentenza concui il Tar ha annullato le benedi-

zioni pasquali nei locali scolastici“non appare condivisibile”. La nuo-va Chiesa dialogante di Bologna perun giorno torna alle vecchie abitudi-ni di laconica ufficialità. L’Arcive-scovo Matteo Zuppi risponde al tele-fono solo per declinare cortesementequalsiasi richiesta di ulteriori spiega-zioni e ribadire che “oggi lasciamoparlare il comunicato”.E dunque, ecco cosa dice la cartaintestata dell’Arcidiocesi: che“Escludere la dimensione religiosadalla scuola e pensare di ridurla [ladimensione religiosa, ndr] ad unasfera meramente individuale noncontribuisce alla affermazione di unalaicità correttamente intesa”. La seraprima, al Corriere della Sera, mon-signor Zuppi aveva espresso il con-cetto con qualche vivacità in più:“Non credo che questa sia laicità,così come non è laico vietare la cro-ce al cimitero” (riferimento alla

scelta del comune di Casalecchio

di non installare un crocefisso sullasoglia del camposanto comunale).Secondo la Curia, la benedizionepasquale è “un gesto di pace che nonè stato allora imposto a nessuno, mafu conseguente a una adesione liberae volontaria e avvenne in orarioextrascolastico, nel pieno rispettodella normativa vigente”.In verità, è proprio in riferimentoalla normativa vigente sull’uso deglispazi scolastici, anche fuori dall’o-rario di lezione, che il Tar ha deciso,ritenendo che la dimensione religio-sa può e deve entrare nella scuola,luogo della condivisione del sapere,come “fatto culturale portatore divalori” che è utile a tutti conoscere,ma non come rito religioso che sirivolge alla coscienza di una partesoltanto della società. Ma non è cer-to una questione di commi e regola-menti quella che si riapre ora, per laprima volta nell’era Zuppi, ma che èannosa, a Bologna, e fu al centro del-le aspre discussioni di tre anni faattorno al referendum comunale sulfinanziamento pubblico alle scuole

cattoliche dell’infanzia.Anche l’allora arcivescovo Caffarrainvocò il principio di “laicità dello

Stato” a sostegno del diritto dellescuole private e confessionali a rice-vere denaro dallo Stato. Oggi il prin-cipio di laicità viene di nuovo invo-cato dal vertice cattolico bologneseper giustificare lo svolgimento di unrito religioso nella scuola pubblica.Un segnale di continuità che rassicu-rerà molti, in città. Del resto, è unaconcezione della laicità che trovaalleati anche nel mondo teoricamen-

te laico. Attacca la sentenza del Tarinfatti anche un parlamentare bolo-gnese del Pd, anzi della sinistra Pd,Andrea De Maria, che punta il ditocontro quella che definisce “una spe-cie di discriminazione al contrario”.La religione cattolica nelle scuole

statali. L’88% degli alunni si avvaledell’insegnamento della religionecattolica.In Italia la pratica religiosa coinvol-ge soltanto il 15%. Nelle scuole ilmese di febbraio è dedicato alleiscrizioni e si comincia a costruire edelineare il nuovo anno scolasticoche inizierà a settembre.All’atto dell’iscrizione, che avvieneon line, i Genitori sono invitati a sce-gliere la scuola dove intendono farfrequentare i loro figli ed anche adesprimere la scelta se avvalersi omeno dell’Insegnamento della Reli-gione Cattolica (IRC). È dunquequesto un tempo particolarmenteopportuno per riflettere sulla presen-za di questa materia all’interno del-l’ordinamento scolastico italiano.Nell’anno scolastico 2014/2015, cir-ca l’88% degli studenti che frequen-tano le scuole statali italiane, si èavvalso dell’IRC. Il dato è moltointeressante perché, se si considerache la pratica religiosa in Italia siattesta attorno al 15%, possiamoaffermare che gli studenti si avvalgo-no dell’IRC non necessariamente aseguito della propria adesione allaChiesa.In effetti, l’IRC, nel rispetto dellalaicità dello Stato, ha certamente deicontenuti confessionali, ma vengonoimpartiti in modo laico e l’ora direligione costituisce (se ben fatta)

un’ora di cultura religiosa e non dicatechesi e, quindi, aperta agli alun-ni di qualsiasi credo religioso oanche a chi afferma di non averalcun credo.L’IRC è l’unica materia scolasticache può essere scelta e, se volessimoparlare di “indice di gradimento”,dovremmo arrenderci all’evidenzache l’88% è segno di un alto interes-se per questa disciplina, eppureattorno a questa materia da semprec’è un grande dibattito: c’è chi lavede incompatibile con la laicità del-lo Stato e vorrebbe dunque abolirla echi invece vorrebbe sostituirla conStoria delle religioni.Coloro che si fanno promotori di talecambiamento, vorrebbero che si stu-diasse una più generica storia dellereligioni, e quindi fosse obbligatoriaper tutti gli alunni e impartita dainsegnanti formati solo dallo Stato,superando il vincolo della nominache attualmente compete al Vescovo,tramite l’Ufficio diocesano per gliinsegnanti di Religione.La Storia delle religioni che alcuniauspicano per la scuola italiana rin-novata non sarebbe semplicementeun’estensione dell’oggetto di studioe quindi capace di comprendere nonsolo il cristianesimo, bensì tutte lereligioni, come avviene in Gran Bre-tagna.A quanti vorrebbero capovolgere ladimensione quantitativa con quellaqualitativa ribaltando le tematicheconnesse alla dimensione religiosa,si potrebbe rispondere che per cono-scere la società occidentale non sipuò prescindere dalla storia del cri-stianesimo che l’ha plasmata. Non èpossibile, infatti, parlare di letteratu-ra, di storia, di arte, di musica italia-ne ed europee senza conoscere il cri-stianesimo.Nella laica Inghilterra, recentementeil Governo ha deliberato che il 75%delle ore di lezione di religione sianodedicate allo studio del cristianesi-mo.Chi invoca l’introduzione della Sto-ria delle religioni, molto spessoaccompagna questa richiesta espri-mendo il desiderio di adeguarsi a

quanto avviene inEuropa, ma, in real-tà, nella metà deglistati europei s’inse-gna religione conmodalità analoghe aquelle italiane e,dunque, o ignora larealtà dei fatti omente sapendo dimentire.Inoltre, l’insegna-mento della Storiadelle religioni obbli-gatoria per tutti,andrebbe a ledere inun certo senso ilprincipio della liber-tà religiosa che vie-

ne rispettata mediante la libertà discelta come prevede la normativavigente.Chi oggi si avvale dell’IRC ècosciente di scegliere una materia icui contenuti fanno esplicito riferi-mento all’insegnamento della Chie-sa Cattolica, al punto che, se l’inse-gnante non li proponesse in talmodo, perderebbe l’idoneità all’in-segnamento.Il ruolo e il compito del docente diReligione Cattolica è quanto maiimportante anche nel rispetto deiPatti lateranensi e dell’Intesa chedisciplinano i rapporti tra Stato eChiesa come recita l’articolo 7 dellaCostituzione: “Lo Stato e la Chiesa

cattolica sono, ciascuno nel proprioordine, indipendenti e sovrani”.Le trasformazioni laiciste dell’agirescolastico che vietano il presepe ascuola, che denominano la festa diNatale come “vacanze d’inverno”,che vietano occasionali funzionireligiose a scuola, sono indicativedel cambiamento della cultura con-temporanea che perde consistenza,distaccandosi dalle proprie radici equindi è destinata ad inaridirsi e sec-care.Escludere la dimensione religiosadalla scuola e pensare di ridurla [aduna sfera meramente individuale noncontribuisce alla affermazione di unalaicità correttamente intesa. Comeha dichiarato Mons, Matteo Zuppi,arcivescovo di Bologna, “questa nonè laicità, così come non è laico vieta-re la croce al cimitero” come è avve-nuto nel comune di Casalecchio cheha deciso di non installare un croce-fisso sulla soglia del camposantocomunale.Se la storia ha ancora la funzione diessere “magistra vitae” dovrebbefar aprire gli occhi a quanti si ostina-no a non voler vedere la realtà e,infatuati dal fumo del progresso edello sviluppo civile, inventano for-mule di neutralità, surrogati di fami-glia, nuovi insegnamenti e ideologiedevianti l’agire naturale dell’uomo.

GiAd

Dopo il Natale adesso

tocca alla Pasqua

Bologna. Il Tar annulla le benedizioni pasquali

Convegno a Catania

Giovedi 18 febbraio dalle ore 8,13 alle ore 13 a Catania, pres-

so l’Hotel Nettuo avrà luogo il Convegno promosso dall’Asso-

ciazione Docenti di Religione sul tema: L’insegnamento della

Religione Cattolica nella Riforma “La Buona scuola”: Educa-

re alla bellezza nell’attività didattica.

Interverranno il dott. Luciano Chiappetta del Ministero,

Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, il prof. Orazio

Ruscica, segretario nazionale dello Snadir e presidente del-

l’ADR.

Prospettive - 21 febbraio 201612

RUBRICHE

Presso l’Istituto Com-

prensivo “Giuseppe

Parini” di Catania, diretto dalla

Dott.ssa Carmela Trovato, ha avuto

luogo, il 28 gennaio, un incontro in

itinere promosso dall’Ufficio Scola-

stico Provinciale e dal Comitato Pro-

vinciale di Catania per l’UNICEF,

per illustrare ai docenti e ai referenti

delle scuole di ogni ordine e grado le

finalità e i contenuti del Progetto

M.I.U.R. - UNICEF: “Verso una

Scuola Amica dei bambini e dei

ragazzi”.

Il Progetto, frutto di un Protocollo

d’intesa tra il M.I.U.R. e il Comitato

Italiano per l’UNICEF, conclusa la

sperimentazione, che ha dato impor-

tanti risultati, con la partecipazione,

solo nell’ultimo sesto anno, di oltre

mille scuole di tutta Italia, è ormai

avviato verso una nuova fase.

L’iniziativa è in linea con le indica-

zioni per l’insegnamento di “Citta-

dinanza e Costituzione”, in cui si

evidenzia come l’educazione alla cit-

tadinanza e alla Costituzione, alla

partecipazione e alla cultura della

legalità costituisca parte integrante

dell’apprendimento, una dimensione

trasversale a tutti i saperi, nonché

una premessa culturale indispensabi-

le a tutte le discipline di studio e alle

attività connesse.

Durante l’incontro, al quale hanno

partecipato il Dirigente dell’Ufficio

Scolastico Provinciale

(ex Provveditorato agli

Studi), Dott. Emilio

Grasso, la Prof.ssa

Angela Longo, Referen-

te per il Progetto presso

quell’Ufficio, il Prof.

Vincenzo Lorefice, Pre-

sidente del Comitato

Provinciale di Catania

per l’UNICEF e Giaco-

mo Ferrara, Presidente

della Consulta Provin-

ciale degli Studenti, è

stato consegnato uno

speciale attestato di

“Scuola Amica dei bambini e dei

ragazzi”, firmato dal Ministro dell’I-

struzione, Stefania Giannini, e dal

Presidente dell’UNICEF Italia, Gia-

como Guerrera, alle

seguenti istituzione scola-

stiche che lo scorso anno

hanno lavorato al Proget-

to: I.C. “Paolo Vasta” di

Acireale, I.C. “A. Narbo-

ne” di Caltagirone, I.C.

“San Giorgio”, “XX Set-

tembre”, De Roberto” di

Catania, il Liceo Artistico

“Emilio Greco” di Catania

e l’I.C. “Verga” di Ripo-

sto.

Lorefice, nel manifestare

la sua soddisfazione per le

33 scuole che quest’anno

scolastico hanno aderito e alle nume-

rose altre che hanno voluto parteci-

pare ai lavori, ha illustrato agli inter-

venuti i contenuti della C.M. ed ha

presentato i materiali UNICEF, utile

supporto alle attività che le scuole di

ogni ordine e grado hanno già intra-

preso per attuare il Progetto, in parti-

colare la pubblicazione “Percorsi di

lavoro. Verso una scuola amica”

con cui, attraverso i “nove passi”,

vengono offerti stimolanti suggeri-

menti per l’attuazione dei diritti san-

citi dalla Convenzione ONU (N.Y.

20-11-1989) e l’Albero dei diritti,

una proposta di lavoro interattivo

adatta alle scuole dell’infanzia, alle

primarie e alle medie.

Anche le scuole che non hanno ade-

rito al Progetto quest’anno (il termi-

ne è scaduto il 10 ottobre scorso)

possono lavorare sui temi suggeriti

dall’UNICEF. Per info: dal lunedì al

sabato, ore 9:00-13:00, 16:00-20:00,

tel.095320445, o facendo visita alla

Sede UNICEF di Catania, in via

Montesano, 15 (zona Prefettura),

oppure scrivendo a comitato.cata-

[email protected]

Grazie.

Vincenzo Lorefice

Verso una SCUOLA AMICAdei bambini e dei ragazzi

Un autentico successo lospettacolo andato in

scena al teatro “Brancati” di Cataniaper l’esibizione di Elisa Smeriglio,poliedrica artista siciliana, con l’ap-plaudito varietà “La musica rac-

conta...l’Italia degli anni d’oro

’60/’70”, regia di Ivano Falco,affiancata dall’attore professionistaRoberto Spicuzza, voce narrantedello spettacolo e dalla sua bandcomposta da quattro musicisti pro-fessionisti (pianoforte elettrico, chi-tarra acustica, chitarra elettrica, bat-teria e basso). Uno spettacolo di tea-tro-canzone per valorizzare un perio-do d’oro della musica italiana che vadall’immediato dopoguerra attraver-sando i ruggenti anni ’60 per giunge-re agli anni ’70 del secolo scorso. Unpercorso ricco di ricordi attraverso ibrani che hanno fatto la storia di unpaese che usciva ferito da un conflit-to mondiale, per rendere omaggio adalcuni fra i più amati interpreti dellastoria della musica italiana.Voce squillante ma modulata, calda elirica, disarticola la melodia dei bra-ni, costruendo assoli straordinari peroriginalità e creatività; ex compo-nente del gruppo vocale SeiOttavicon cui ha partecipato alla prima edi-zione di Xfactor Italia, ritorna sulpalcoscenico, dopo cinque anni dilavoro dietro le quinte, poiché oltread essere cantante è anche ballerinacon spiccate doti recitative.L’artista con eleganza e bizzarriarivisita la storia di questi gloriosianni dalla moda, indossando abitid’epoca che ne richiamano il fasci-no, al racconto di episodi significati-vi, nonché alla nascita delle primerubriche sportive radiofoniche dellaDomenica nel 1960, con la diffusio-ne dello “scandaloso” twist neglianni ’62-’63 o l’avvento della mini-gonna e la contestuale nascita delPiper, noto locale romano che sareb-be diventato la culla del beat nel1965 e che è il locale dove vieneambientato lo spettacolo. Avvolgen-do con il suo canto, la Smeriglio gal-leggia sull’Italia degli anni d’oro enon sono mancati brani di Gino Pao-li, 24mila baci e Mille bolle blu diMina, i quattro ragazzi che hannocambiato la musica pop i Beatles, inuovi miti emergenti da Caterina

Caselli a Patty Pravo

con La bambola. Daidischi simbolici aglispettacoli il varietà del-la Rai con Gianni

Morandi, ed ecco intelevisione che si affac-cia Pippo Baudo e Set-tevoci, nasce l’applau-sometro, precursore delreality show e spumeg-gia Marisa Sannia.Con Il grano da cresce-

re e Ciao amore ciao

Luigi Tenco, il Festivaldi Sanremo, l’Italiadegli anni hippy, nasceil sodalizio con Lucio

Battisti regalando Emo-

zioni indimenticabili.Ed ecco gli anni ’70Holliwood e le grandimusiche da film conEnnio Morricone, alla

fine del viaggio musicale chiude conil grande Lucio Dalla.La Smeriglio fa centro nel cuore delpubblico che ne ha apprezzato lavoce innovativa. Creatività, senti-menti e follia artistica con feelingmusicale si crea tra la solista e laband, riuscendo a creare un tappetosonoro, ne scaturisce un dialogo dialtissimo livello a conferma dellavitalità e del prestigio di cui gode ilvarietà italiano. Un viaggio musicaleavventuroso e appassionante con ibrani arrangiati personalmente che,come osserva l’artista, “rappresenta-no la mia spiritualità, la mia conce-zione intima dell’esistenza, maanche la mia sicilianità, in memoriadel legame che unisce la mia terraalla musica”. Il tour siciliano conti-nuerà e il 27 febbraio sarà al TeatroAnnibale di Messina.

Lella Battiato

Gli anni d’oro dell’Italia attraverso la musicaDebutto da solista con successo per Elisa Smeriglio con il varietà “L’Italia degli anni d’oro”

Ritorna a Catania Ales-

sandro Preziosi con il

suo Stabile d’Abruzzo, che in questo

frangente co-produce con Khora

Teatro, con un altro titolo del teatro

classico francese: Don Giovanni di

Molière. Avevamo memoria del

suggestivo coinvolgen te Cyrano di

Rostand di qualche anno fa e forte

erano le aspettative per questa nuo-

va prova poiché questo testo “quasi

shakespeariano” al dire dell’adatta-

tore, inserito nel cartellone della

stagione “Turi Ferro” del teatro

ABC di Catania, pone un articolato

prospetto interpretativo: vasta è la

gamma di moduli e modelli su cui

rendere e giocare il ruolo del prota-

gonista; altri grandi interpreti han-

no reso valide prove del controver-

so personaggio. Aspettative piena-

mente appagate da un Preziosi

regista e protagonista, su un testo

adattato da Tommaso Mattei,

supervisione artistica Alessandro

Maggi. “Don Giovanni accumula

su di sé, come una cavia, l’ipocrisia

del mondo e diviene consapevol-

mente la vittima sacrificale e il tor-

turatore della società in cui vive”

afferma Preziosi, spiegando la cifra

da lui scelta tende a “una spettaco-

larizzazione dei vizi dell’anima per

creare un contraccolpo di reale

riflessione sul senso e il mistero

della vita”.

L’ambiguità, questa la cifra domi-

nante dell’interpretazione, è stata

messa in felice evi-

denza con sapiente

capacità recitativa e

scenica per sma-

scherare “il paradig-

ma di ipocriti com-

portamenti, di attitu-

dini sociali stantie e

decadenti di una

società che implora

la finzione per rag-

giungere la felicità,

nella costante messa

in scena di senti-

menti, emozioni,

anche familiari”. Il

controcanto a Preziosi è affidato a

Nando Paone (Sganarello) che fil-

tra e riscontra, per quel che può e

che sa, le scelleratezze del suo

padrone, fermo restando che, alla

fin fine, è un servo e deve abbozza-

re, obbedire, assecondare.

Di questa produzione vanno altresì

elogiate le collaborazioni dei fuori

scena: Fabien Iliou per le scene,

Marta Crisolini Malatesta costu-

mi, Valerio Tiberi light design, le

musiche originali di Andrea Farri.

Scene a costumi, in particolare, han-

no creato l’atmosfera surreale adatta

a rendere la cifra sentimentale e con-

cettuale scelta e voluta. Il cast, ben

affiatato, ha reso brillantemente le

caratterizzazioni richieste dal regista

con Lucrezia Guidone (Donna

Elvira), Roberto Manzi (nel triplo

ruolo di Gusman, don Alonso e il

signor Domenica), Daniele Paoloni

(Francisco, Pierino, Ragotin), Mat-

teo Guma (don Carlos, Ramon),

Maria Celeste Sellitto (Carlotta,

uno spettro), Danie-

la Vitale (Maturina,

Violetta). Il “fuoco”

di un Don Giovanni

bipolare incoerente

e ossessivo-compul-

sivo, divampa

all’apparire un po’

visionario dei vari

personaggi, sketch

paradossali recitati

con ironico istrioni-

smo voluto dal regi-

sta per fare uno spet-

tacolo graffiante,

sconcertante. La

bravura di Preziosi, Paone e tutti gli

altri ha convinto il pubblico che ha

apprezzato e applaudito calorosa-

mente questa versione originale e

valida.

Carlo Majorana Gravina

L’ambiguità, cifra interpretativaIl “Don Giovanni” di Molière giocato in chiave modernista

Al Parini un incontro dell’Ufficio Scolastico Provinciale e del Comitato Provinciale per l’UNICEF