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UNITA' ORGANIZZATIVA VETERINARIA Piano di monitoraggio della fauna ittica dei laghi e fiumi lombardi Relazione attività 2013-2014 Salute

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SOMMARIO 1. Premessa ................................................................................................................................ 3 2. Obiettivi ................................................................................................................................... 3 3. Metodologia ............................................................................................................................. 3 4. Individuazione delle aree di monitoraggio ............................................................................... 3 5. Attività di campionamento ....................................................................................................... 4

5.1. Specie oggetto di campionamento ......................................................................... 4 5.2. Programma di campionamento .............................................................................. 6 5.3. Localizzazione punti di campionamento ................................................................ 6 5.4. Materiali e metodi ................................................................................................... 7

Attività di laboratorio ...................................................................................................................... 9 5.5. Sintesi campioni prelevati distinti per specie e corpo idrico ..................................10

6. Fonti di finanziamento ........................................................................................................... 11 7. Flussi informativi .................................................................................................................... 11 8. Attività di monitoraggio chimico ............................................................................................. 11

8.1. Metalli pesanti .......................................................................................................11 8.2. Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) ....................................................................13 8.3. Diossine, PCB DL e PC NDL ................................................................................14 8.4. Pesticidi organoclorurati (DDT/HCB) ....................................................................15

9. Monitoraggio anatomo-patologico ......................................................................................... 15 10. Monitoraggio parassitologico ................................................................................................. 16 11. Monitoraggio microbiologico .................................................................................................. 17 12. Valutazione del rischio ........................................................................................................... 18

12.1. Rischio sanitario di natura parassitaria ..............................................................18 12.2. Rischio sanitario di natura microbiologica ..........................................................18 12.3. Rischio sanitario di natura chimica ....................................................................19

13. Conclusioni ............................................................................................................................ 19

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1. Premessa La fauna ittica rappresenta una fonte di elementi nutritivi di pregio e una risorsa economica per gli operatori del settore ma può anche essere possibile tramite di contaminanti ambientali e di malattie di tipo zoonosico. La conoscenza dello “stato di salute” delle acque superficiali mediante il monitoraggio della popolazione ittica rappresenta un elemento fondamentale per la tutela della sanità pubblica e dell’ambiente, in linea con i principi della sicurezza alimentare e di sostenibilità ambientale. Il monitoraggio relativo alla presenza di contaminanti nella fauna ittica permette di valutare il livello di rischio di questa specifica filiera alimentare e consentire, a tutti gli organismi preposti alla tutela della salute, una razionale, efficiente ed efficace gestione delle emergenze. Il presente documento presenta e analizza i risultati ottenuti dall’attività di monitoraggio condotta nel biennio 2013/2014 volto a effettuare una prima valutazione del rischio. 2. Obiettivi L'obbiettivo del progetto è l’acquisizione di dati sulla presenza di contaminanti ambientali e di malattie di tipo zoonosico nella fauna ittica ed elaborare una preliminare valutazione del rischio sanitario relativo al consumo di pesce proveniente dai maggiori corsi idrici della Lombardia.

3. Metodologia Il piano ha previsto il prelievo di definiti esemplari di specie ittiche e la conduzione di un’attività di monitoraggio finalizzata alla ricerca di contaminanti ambientali, alla ricerca di agenti zoonosici di natura parassitaria ed alla ricerca anatomo-patologica e microbiologica. 4. Individuazione delle aree di monitoraggio I corsi idrici individuati per il prelievo dei campioni, identificati in tabella 1 e tabella 2, sono stati selezionati sulla base della superficie rappresentata, della pescosità delle acque, del ruolo nell’ambito del bacino idrico del Po e di pregresse informazioni di carattere anamnestico ambientale ed epidemiologico.

Tab. 1 – laghi oggetto dell’indagine Corso d’acqua Immissari Emissari Suferficie

(Km2) Profondità (m) Tempo teorico di

ricambio (anni) max. media. Lago di Garda (Benaco) F. Sarca F.Mincio 368 350 133 26,6 Lago d’Iseo (Sebino) F. Oglio F.Oglio 61,8 251 125 4,1 Lago di Idro (Eridio) F.Chiese F.Chiese 11,4 122 60 1 Lago di Como (Lario) F. Adda F.Adda 145,9 425 155 4,5 Lago Maggiore (Verbano) F. Ticino F.Ticino 212,5 370 176 4,1

Lago di Varese C.Brabbia T.Tinella T.Bardello 14,8 26 11 1,8

Tab. 2 – fiumi oggetto dell’indagine Corso d’acqua Adda Lambro Mincio Oglio Ticino Po

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5. Attività di campionamento

5.1. Specie oggetto di campionamento Il piano ha previsto il campionamento di precise specie target, individuate sulla base della significatività nell’ambito della pesca professionale, del ruolo epidemiologico per la diffusione di malattie parassitarie trasmissibili all’uomo e della posizione all’interno della rete trofica:

- Agone (Alosa agone) - Coregone (Coregonus sp.) - Persico reale (Perca fluviatilis) - Tinca (Tinca tinca) - Luccio (Esox lucius) - Anguilla (Anguilla anguilla) - Siluro (Silurus glanis) - Carpa (Cyprinus carpio)

Fig. 1 – Agone (Alosa agone)

Fig. 2 - Coregone lavarello (Coregonus lavaretus)

Fig. 3 - Siluro (Silurus glanis)

Fig. 4 - Luccio (Esox lucius)

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Fig. 5 - Anguilla (Anguilla anguilla)

Fig. 6 - Persico reale (Perca fluviatilis)

Fig. 7 - Tinca (Tinca tinca)

Fig. 8 - Carpa (Cyprinus carpio)

Sulla base delle caratteristiche dei corpi idrici, della disponibilità della fauna ittica e in considerazione degli obiettivi, il prelievo delle varie specie ittiche è stato pianificato come di seguito descritto:

Laghi: Agone, Coregone, Persico reale, Tinca e Luccio e Anguilla Fiumi: Siluro e Carpa

La reale disponibilità della fauna ittica ha condizionato i soggetti prelevati in termine di specie e numerosità.

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5.2. Programma di campionamento In totale sono state condotte due campagne di campionamento: la prima in primavera-estate 2013, la seconda in autunno 2013, protratta sino ai primi mesi del 2014 a causa di condizioni idrologiche avverse che hanno reso difficoltoso e quindi ritardato il prelievo dei campioni previsto nel secondo semestre del 2013.

5.3. Localizzazione punti di campionamento La tabella 3 individua i corpi idrici lacustri e fluviali su cui sono state pianificate le attività di campionamento. Di ogni specie, per ogni campionamento e sito individuato, è stato previsto il prelievo di circa 10 soggetti della medesima taglia (la maggiore possibile in funzione alle metodiche di prelievo e di conservazione del campione) possibilmente di sesso maschile e femminile. Tab.3 - Corpi idrici oggetto delle attività di campionamento e relative specie ittiche target

Corpo idrico Siti di prelievo Specie target

Lago Maggiore 2 (alto lago, basso lago) Agone; Coregone; Persico reale; Tinca; Luccio; Anguilla

Lago di Varese 1 Persico reale; Tinca; Luccio; Anguilla

Lago Como 2 (alto lago, basso lago) Agone; Coregone; Persico reale; Tinca; Luccio; Anguilla

Lago d'Iseo 2 (alto lago, basso lago) Agone; Coregone; Persico reale; Tinca; Luccio; Anguilla

Lago d'Idro 1 Persico reale; Tinca; Luccio; Anguilla

Lago di Garda 2 (alto lago, basso lago) Agone; Coregone; Persico reale; Tinca; Luccio; Anguilla

Fiume Ticino 2 (primo tratto sublacuale; monte confluenza in Po)

Siluro; Carpa

Fiume Lambro 1 (monte confluenza in Po) Siluro; Carpa

Fiume Adda 2 (primo tratto sublacuale; monte confluenza in Po)

Siluro; Carpa

Fiume Oglio 2 (primo tratto sublacuale; monte confluenza in Po)

Siluro; Carpa

Fiume Mincio 2 (monte laghi di Mantova; monte confluenza in Po)

Siluro; Carpa

Fiume Po 3 (monte confluenza Lambro, monte Piacenza, valle confluenza Mincio)

Siluro; Carpa

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La figura 9 evidenzia i 67 punti di prelievo dei corsi idrici lombardi. Fig. 9 – punti di prelievo

5.4. Materiali e metodi La raccolta dei campioni è stata eseguita mediante cattura con l’uso di reti in ambiente lacustre e con la tecnica dell’elettropesca in ambiente fluviale. Quest’ultima metodica si basa sull’effetto che un campo elettrico produce sul pesce. Mediante un elettrostorditore viene generato un campo elettrico tra due elettrodi, lancia (anodo) e massa (catodo), tra i quali si stabilisce una corrente elettrica nell’acqua in grado di stordire la fauna acquatica e renderla quindi facilmente catturabile.

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Fig.10 – prelievo della fauna ittica

Ogni singolo soggetto catturato è stato misurato e pesato. La lunghezza totale è stata misurata in linea retta dall’apice della bocca (chiusa) all’estremità della coda (tenuta chiusa se bilobata; se uno dei due lobi è più lungo, è stato misurato fino all’estremità di quest’ultimo) tramite l’ittiometro con un’approssimazione di ±1 mm.

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Fig.11 – interventi di misurazione dei campioni

Ove presenti, sono state prelevate le scaglie per la lettura in laboratorio dell’età attraverso il metodo scalimetrico. Le scaglie sono state prelevate dal pesce con pinzetta, in punti prestabiliti che dipendono dalla specie esaminata. Una volta effettuate queste attività di identificazione, compilata la scheda di prelievo e assegnato il corrispettivo numero di identificazione, ogni singolo campione è stato posto in un sacchetti di materiale plastico idoneo al contatto con gli alimenti e conferito entro poche ore a temperatura di refrigerazione alle sedi provinciali dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna (IZSLER). In ogni scheda di prelievo erano specificati i seguenti elementi: - N° di identificazione - Data - Prelevatore - ASL di appartenenza - Sito del prelievo - Coordinate geografiche del punto di prelievo - Profondità indicativa - Specie - Peso - Lunghezza - Sede IZSLER di conferimento.

Attività di laboratorio Misura di peso e lunghezza persico (L. di Varese)

Misura di peso e lunghezza anguilla (F. Mincio) Misura di peso e lunghezza luccio (L. di Como)

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Fig.12 – scheda di prelievo

A completamento della documentazione è stato inoltrato un report riepilogativo di ogni consegna, nel quale veniva specificato il numero di esemplari e i relativi numeri di identificazione.

5.5. Sintesi campioni prelevati distinti per specie e corpo idrico In tabella 4 si riporta una tabella riassuntiva del numero di campioni prelevati, distinti per specie e corpo idrico (prima campagna dal 14/06/13 al 30/07/13; seconda campagna dal 03/10/13 al 05/05/14). Tab.4 - n° di esemplari prelevati distinti per specie ittica e corpo idrico

Ago

ne

Ang

uilla

Car

pa

Cav

edan

o

Cor

egon

e la

vare

llo

Cor

egon

e bo

ndel

la

Lucc

io

Pers

ico

real

e

Scar

dola

Silu

ro

Tinc

a

Tota

le

L. Como 30

27 10 12 46

3 128 L. Garda 46 11

40

1 40

14 152

L. Idro

5 14

1 13

14 47 L. Iseo 41 3 15 3 29

1 46 3 6 16 163

L. Maggiore 35

44 2 32

5 118 L. Varese

5 1

3 25

5 5 44

F. Adda

11

1

15 14 41 F. Lambro

32

17

49

F. Mincio

7

10

17 F. Oglio

4 17

12 8 41

F. Po

3 33

65

101 F. Ticino

12

36

48

Totale 152 31 142 3 96 54 21 202 3 166 79 949

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6. Fonti di finanziamento Le fonti di finanziamento per l’effettuazione del progetto sono state acquisite come descritto dalla seguente tabella 5. Tab.5 – fonti di finanziamento Descrizione attività Importo € Note

Attività 1 – 2013

125.866,00 Finanziamento Ministero della Salute Piano Regionale di monitoraggio ambientale per la ricerca di Diossine e altri contaminanti ambientali in alimenti di origine animale – DGR 4685 del 16/01/2013 modificata da nota pr 38293 del 17/09/2013

Attività 2 - 2014 9.856,53 Finanziamento proprio DG Salute Totale 135.722,53 7. Flussi informativi L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, quale struttura prima accettante i campioni, ha provveduto a trasferire i dati inerenti la ricerca delle sostanze contaminanti nel data base informatico del Ministero della Salute SINVSA mediante cooperazione applicativa. 8. Attività di monitoraggio chimico Le analisi chimiche sono state condotte dal laboratorio dal Reparto di Chimica degli Alimenti di Origine Animale della sede di Brescia dell’’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. I campioni sono stati analizzati in pool per la ricerca dei contaminanti considerati più significativi per il monitoraggio della salubrità dei prodotti ittici. In tabella 6 sono elencati i quesiti diagnostici a cui sono stati sottoposti i campioni. Tab.6 - quesiti diagnostici Metalli pesanti (As, Cd, Cr,Hg Mn, Ni,Pb,Tl) Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Diossine e Policlorobifenili Diossina Simili Policlorobifenili Non Diossina Simili DDTs (DDTs, DDEs, DDDs) HCB (esaclorobenzene) Solo per la ricerca di Diossine e PCB nelle anguille del lago di Garda e di DDT e HCB nei pesci del Lago Maggiore si è proceduto, in considerazione dei dati anamnestici, all’analisi dei singoli soggetti prelevati.

8.1. Metalli pesanti Arsenico (As) Cadmio (Cd) Cromo (Cr) Mercurio (Hg) Manganese (Mn) Nichel (Ni) Piombo (Pb) Tallio (Tl) Relativamente ai metalli pesanti sono stati analizzati 102 (vedi tabella 7) campioni di prodotti ittici (provenienti dai vari corsi d’acqua più sopra indicati). In tutti i campioni è stata effettuata la ricerca di As, Cd, Cr, Hg, Mn, Ni, Pb, Tl.

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Tabella 7 – n° campioni analizzati per metalli pesanti

Agone Anguilla Carpa Coregone Luccio Persico Siluro Tinca Totale

F. Adda

1

1 1 3 F. Lambro

2

2

4

F. Mincio

1

1

2 F. Oglio

1 1

2 1 5

F. Po

3

4

7 F. Ticino

1

1

Lago di Como 3

4 4 3

2 16 Lago di Garda 3 2

3 1 3

1 13

Lago d'Idro

1 2

1 2

2 8 Lago d'Iseo 4 1 2 3 1 4 2 3 20 Lago Maggiore 3 1

3 2 4

2 15

Lago di Varese

1

2 1 2 2 8 Totale 13 6 12 13 12 17 15 14 102 Gli unici elementi per i quali esistono tenori massimi consentiti per i prodotti della pesca (Reg. CE 1881/2006) sono il Piombo, il Cadmio ed il Mercurio (0,30, 0,050 e 0,50 mg/kg di muscolo, rispettivamente) con poche eccezioni. Per l’anguilla il tenore massimo del cadmio è 0,10 mg/kg, mentre il tenore massimo del mercurio in luccio ed anguilla è 1 mg/kg). Nessun campione presenta valori di Piombo, Cadmio e Mercurio superiori al tenore massimo consentito. La situazione che si è evidenziata dalle analisi è riportata nella tabella 8. Il LOQ (limite minimo di concentrazione di un analita in una definita matrice che può essere rilevato e quantificato con un definito grado di precisione e accuratezza) per ciascun elemento ricercato è pari a 0,005 mg/kg. Tabella 8 – metalli pesanti (esiti per pool analizzati) Specie N.

campioni analizzati

As (mg/kg)

Cd (mg/kg)

LM 0,050

Cr (mg/kg)

Mn (mg/kg)

Hg (mg/kg) LM 0,50

Ni (mg/kg)

Pb (mg/kg) LM 0,50

Tl (mg/kg)

Agone 13 0,23 ÷ 0,73 LOQ ÷ 0,01 LOQ ÷ 0,03 0,18 ÷ 0,37 0,03 ÷ 0,15 0,02 ÷ 0,04 0,01 LOQ ÷ 0,01

Anguilla 6 0,06 ÷ 0,16 LOQ ÷ 0,01** 0,02 ÷ 0,04 0,11 ÷ 0,23 0,07 ÷ 0,22* 0,02 ÷ 0,04 0,01 ÷ 0,03 LOQ ÷ 0,01

Carpa 12 0,08 ÷ 0,15 < LOQ LOQ ÷ 0,03 0,12 ÷ 0,21 0,02 ÷ 0,22 0,02 ÷ 0,03 0,013 ÷ 0,15 LOQ ÷ 0,01

Coregone 13 0,11 ÷ 0,21 < LOQ 0,01 ÷ 0,03 0,1 ÷ 0,18 0,03 ÷ 0,07 0,02 ÷ 0,03 LOQ ÷ 0,02 LOQ ÷ 0,01

Luccio 12 0,01 ÷ 0,15 < LOQ 0,01 ÷ 1,49 0,08 ÷ 2,69 0,04 ÷ 0,14* 0,01 ÷ 0,05 LOQ ÷ 0,01 LOQ ÷ 0,02

Persico 17 0,03 ÷ 0,08 < LOQ 0,01 ÷ 0,03 0,07 ÷ 0,22 0,03 ÷ 0,12 0,02 ÷ 0,04 LOQ ÷ 0,02 LOQ ÷ 0,02

Siluro 15 0,01 ÷ 0,12 < LOQ 0,01 ÷ 0,05 0,08 ÷ 2,13 0,05 ÷ 0,45 0,01 ÷ 0,04 LOQ ÷ 0,01 < LOQ

Tinca 14 0,02 ÷ 0,18 < LOQ LOQ ÷ 0,08 0,05 ÷ 0,15 0,01 ÷ 0,20 0,02 ÷ 0,04 LOQ ÷ 0,02 LOQ ÷ 0,01

* Tenore Massimo di Mercurio nell’anguilla e nel luccio è 1mg/kg ** Tenore Massimo di Cadmio nell’anguilla è 0.10 mg/kg In fig. 13 è evidenziata la distribuzione geografica dei risultati relativi alla ricerca di Mercurio

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Fig.13 – distribuzione esiti per Mercurio

8.2. Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Sono stati 98 i campioni di prodotti ittici analizzati per la ricerca di Idrocarburi Policiclici Aromatici (vedi tabella 9). Nel dettaglio sono state ricercate le seguenti molecole: benzo(a)pirene, benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, benzo(g,h,i)perilene, fluorantene, indeno(1,2,3-cd)pirene. Tabella 9 – n° campioni analizzati per Idrocarburi Policiclici Aromatici Agone Anguilla Carpa Coregone Luccio Persico Siluro Tinca Totale F. Adda

1

1 1 3

F. Lambro

2

2

4 F. Mincio

1

1

2

F. Oglio

1 1

2 1 5 F. Po

3

4

7

F. Ticino

1

1 Lago di Como 2

4 4 4

2 16

Lago di Garda 2 3

3 1 3

1 13 Lago d'Idro

2

1

2 5

Lago d'Iseo 4 1 2 3 1 3 2 3 19 Lago Maggiore 3 1

3 2 4

2 15

Lago di Varese

1

2 1 2 2 8 Totale 11 6 12 13 11 16 15 14 98 La normativa di riferimento per i tenori massimi consentiti di IPA negli alimenti (Reg. CE 1881/2006) non prevede alcun limite per i prodotti ittici oggetto del monitoraggio. In un solo campione di anguilla (proveniente dal Lago Maggiore) è stata rilevata la presenza di benzo(g,h,i)perilene in quantità superiore al LOQ e precisamente 2,4 µg/kg; nei rimanenti

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campioni nulla è stato rilevato in quantità superiore al LOQ del metodo (1 µg/kg per ciascun analita).

8.3. Diossine, PCB DL e PC NDL Relativamente alle Diossine e PCB sono stati analizzati 116 campioni appartenenti alle varie specie campionate (vedi tabella 10). L’analisi è stata eseguita sul pool dei soggetti ad esclusione delle anguille del Lago di Garda che sono state analizzate singolarmente. Tabella 10 – n° campioni analizzati per Idrocarburi Policiclici Aromatici Agone Anguilla Carpa Coregone Luccio Persico Siluro Tinca Totale F. Adda

1

1 1 3

F. Lambro

2

2

4 F. Mincio

1

1

2

F. Oglio

1 1

2 1 5 F. Po

3

4

7

F. Ticino

1 1 Lago di Como 2

5 4

3 2 16

Lago di Garda 6 8

3 1 3

1 22 Lago d'Idro

1 2

1 2

2 8

Lago d'Iseo 4 1 2 3 1 4 2 3 20 Lago Maggiore 3 1

4 2 6

2 18

Lago di Varese

1

2 1 2 4 10 Totale 15 12 12 15 12 16 17 17 116 La tabella 11 rappresenta il tenore massimo definito dal Reg. (CE) 1881/2006. Tabella 11 - PCB/Diossine – tenori massimi Prodotti alimentari Somma di diossine

(OMS- PCDD/F- TEQ)

Somma di diossine e PCB diossina-simili (OMS-PCDD/F- PCB-TEQ)

Somma di PCB 28, PCB52, PCB101, PCB138, PCB153 e PCB180 (ICES – 6)

Muscolo di pesce d’acqua dolce selvatico, ad eccezione delle specie di pesce diadrome catturate in acqua dolce,e prodotti derivati

3,5 pg/g di peso umido

6,5 pg/g di peso umido 125 ng/g di peso umido

Muscolo di anguilla selvatica (Anguilla anguilla) e prodotti derivati

3,5 pg/g di peso umido

10,0 pg/g di peso umido 300 ng/g di peso umido

Nella tabella 12 sono riportati i campioni analizzati per le varie specie considerate e i relativi risultati. Sono 13 i campioni che evidenziano valori (tutti riferiti ai Policlorobifenili) superiori al tenore massimo consentito (vedi distribuzione geografica fig.14) Tabella 12 - PCB/Diossine - esiti per pool analizzati Esito Agone Anguilla Carpa Coregone Luccio Persico Siluro Tinca Totale Non conformi 0 6 4 0 0 0 2 1 13 Conformi 15 6 8 15 12 16 15 16 103 Totale 15 12 12 15 12 16 17 17 116 Nella tabella 13 sono riportate le provenienze dei campioni non conformi. Tabella 13 – PCB/Diossine/dettaglio esiti non conformi

Anguilla Carpa Siluro Tinca

Lago di Garda Lago Maggiore Fiume Lambro Fiume Po Fiume Lambro Fiume Oglio Lago d’Iseo

5 1 2 2 1 1 1

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Fig. 14 – distribuzione NC per PCB

8.4. Pesticidi organoclorurati (DDT/HCB) Relativamente al diclorodifeniltricloroetano (DDT) ed esaclorobenzene (HCB) sono stati analizzati 7 campioni tutti provenienti dal Lago Maggiore. Le specie analizzate sono state Persico reale (2) e Coregone (5). Le analisi sono state condotte sui soggetti singoli. La tabella 14 sintetizza anche i dati ottenuti da un’attività di ricerca condotta nel corso del 2015. Tutti i campioni sono risultati conformi alla normativa di riferimento (D.M. 27/08/2004). Tabella 14 – n° campioni analizzati per Pesticidi Organoclorurati

Agone Coregone Persico Totale

Lago Maggiore

5 2 7 Lago Maggiore (2015) * 3

3

Totale 3 5 2 10 * Attività di campionamento non condotta nell’ambito del Piano di monitoraggio della fauna ittica dei laghi e fiumi lombardi 2013-2014, analisi eseguita su pool di soggetti 9. Monitoraggio anatomo-patologico Le indagini anatomo-patologiche, finalizzate a individuare eventuali lesioni macroscopiche degli organi, sono state condotte presso il laboratorio di Diagnostica dell’IZSLER di Brescia. L’esame necroscopico è stato eseguito su 943 soggetti tenendo conto delle peculiarità anatomiche specie-specifiche e di sensibilità alle diverse malattie in funzione della provenienza (Tabella 15).

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Tab. 15 - Distribuzione dei pesci campionati per corpo idrico e specie – 2013/2014 Corpo idrico

N. Conferimenti Pesci Agone Anguilla Carpa Coregone Luccio Persico Siluro Tinca

f. Adda 5 41 0 0 11 0 1 0 15 14 f. Lambro 4 49 0 0 32 0 0 0 17 0 f. Mincio 4 17 0 0 7 0 0 0 10 0 f. Oglio 5 41 0 4 17 0 0 0 12 8 f. Po 13 102 0 3 33 0 0 0 66 0 f. Ticino 23 48 0 0 12 0 0 0 36 0 l. Como 19 128 30 0 0 37 12 46 0 3 l. Idro 8 47 0 5 14 0 1 13 0 14 l. Garda 18 152 46 11 0 40 1 40 0 14 l. Iseo 20 156 41 3 15 29 1 45 6 16 l. Maggiore 16 119 35 0 0 44 3 32 0 5 l. Varese 13 43 0 5 1 0 2 25 5 5 Totale 148 943 152 31 142 150 21 201 167 79 I pesci refrigerati sono stati sottoposti a osservazione visiva diretta esterna. E’ stato valutato il tegumento e annessi (pinne, barbigli); i globi oculari; il cavo orale e gli orifizi anale e urogenitale al fine di individuare lesioni indicative di uno stato di malattia. L’attenzione è stata posta nei confronti di iperemie ed emorragie, erosioni ed ulcere, lacerazioni e necrosi della cute e annessi, del cavo orale ed orifizi. Per i globi oculari si è valutato il grado di esoftalmo e le alterazioni dei mezzi diottrici (opacamento corneale, ifema, cataratta) e l’integrità corneale (esulcerazioni). L’esame esterno ha compreso anche l’esame delle branchie (osservazione diretta e tramite stereomicroscopio) al fine di valutarne l’integrità, la quantità e tipologia di muco presente e la presenza di teleangectasie, emorragie e/o necrosi. L’esame interno ha previsto l’osservazione dei principali organi e apparati, in modo particolare fegato e milza e rene, al fine di individuare segni di infezioni quali aumenti di volume, neoformazioni, emorragie e lesioni necrotiche. La muscolatura e l’apparato scheletrico sono state valutato contestualmente al prelievo di materiale per gli esami parassitologici e chimici ed era volto a evidenziare la presenza di fratture (colonna vertebrale), le alterazioni della colorazione ed emorragie (muscolatura). In tutti i pesci esaminati non si sono osservate lesioni anatomopatologiche indicative di processi morbosi in atto. Le uniche osservazioni hanno riguardato iperemie cutanee di modica entità, desquamazioni e lacerazioni delle pinne, modico opacamento corneale, ifema ed esoftalmo, che sono da ritenersi compatibili con i sistemi di pesca, modalità di conservazione e di trasporto dei soggetti campionati. 10. Monitoraggio parassitologico Le indagini effettuate in occasione di episodi di infestazione legati al consumo alimentare di pesci d'acqua dolce crudi o poco cotti hanno fatto emergere carenze connesse alla conoscenza della diffusione di agenti patogeni di natura parassitaria nelle popolazioni ittiche e nei prodotti della pesca originari del territorio lombardo. Il monitoraggio parassitologico è stato condotto presso il laboratorio di Diagnostica dell’IZSLER di Brescia. Sono stati sottoposti a esame parassitologico tutti i soggetti costituenti i 148 conferimenti pervenuti.

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L’esame parassitologico era mirato alla ricerca di metacercarie di trematodi digenei zoonosici e plerocercoidi (spargani) di Dyphilobotrium sp. nel sottocute e nella muscolatura dei pesci analizzati attraverso esame per transilluminazione e digestione cloropeptica. I campioni sono poi stati sottoposti ad osservazione morfologica al microscopio ottico a vario ingrandimento e allo stereomicroscopio. Sui campioni sospetti è stato eseguito un esame PCR in grado di rilevare tutti gli Opistorchidi, discriminandoli così da altri trematodi digenei non zoonosici. Su 943 soggetti sottoposti ad accertamento parassitologico 16 hanno evidenziato positività (vedi tabella 16) variamente distribuite nelle acqua lacustri e fluviali. Tab.16 - Distribuzione delle positività parassitologiche corpo idrico n° esemplari esito parassitologico positivo f. Adda 41 1 f. Lambro 49 2 f. Mincio 17 0 f. Oglio 41 1 f. Po 102 1 f. Ticino 48 0 l. Como 128 0 l. Idro 47 2 l. Garda 152 4 l. Iseo 156 4 l. Maggiore 119 1 l. Varese 43 0 Totale 943 16 11. Monitoraggio microbiologico Presso il laboratorio di Diagnostica dell’IZSLER di Brescia i campioni sono stati sottoposti a indagini finalizzate alla ricerca di agenti patogeni attraverso analisi su cervello e visceri interni - quali fegato, milza e rene anteriore - utilizzando terreni culturali agarizzati di primo isolamento quali agar-sangue e TSA (Tryptone Soy Agar) incubati per 48h a 22 °C. Le colonie batteriche sono poi state isolate ed identificate tramite colorazione di Gram e tipizzazione tramite prove biochimiche. I risultati delle analisi effettuate sono riportati nella tabella 17. Tab.17 - Distribuzione delle positività microbiologiche corpo idrico n° esemplari esito microbiologico positivo f. Adda 41 3 f. Lambro 49 2 f. Mincio 17 2 f. Oglio 41 3 f. Po 102 6 f. Ticino 48 1 l. Como 128 12 l. Idro 47 8 l. Garda 152 11 l. Iseo 156 13 l. Maggiore 119 11 l. Varese 43 8 Totale 943 80

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12. Valutazione del rischio

12.1. Rischio sanitario di natura parassitaria La fascioliasi, patologia epatica sostenuta da trematodi digenei appartenenti al genere Opisthorchiidae, interessa a livello mondiale approssimativamente 20 milioni di persone concentrate maggiormente nel Sud-Est asiatico, ma quasi un miliardo di individui sono considerati a rischio di infestazione. Tale problema è connesso al consumo di preparazioni crude o poco cotte (inclusi carpaccio, marinature, ecc.) di pesce d'acqua dolce infestato. Sul territorio nazionale è stata segnalata sin dal XIX secolo la presenza di O. felineus nei gatti del Lago Maggiore da Rivolta nel 1884. Il riscontro prima nel 2004 e poi nel 2006 di casi d'infestazione umana conseguenti al consumo di pesce (tinca e carpa) provenienti dal lago Trasimeno e Bolsena ha elevato il livello di guardia nei confronti di tale parassitosi in tutto il territorio nazionale. In nessun caso l’indagine molecolare ha permesso di rilevare parassiti appartenenti ad opistorchidi zoonosici. Non sono state evidenziate metacercarie di Clinostomum sp. parassita zoonosico tipico dei ciprinidi e già segnalato nelle acque del nord Italia. Per quanto riguarda Diphyllobotrium latum questo parassita è cosmopolita e nell’area europea. In Italia il livello di diffusione è classificato come sporadico (2-10 casi/anno) al pari di Francia, Svizzera, Polonia e Romania. Maggiore livello di diffusione (oltre 10 casi/anno) si constata in Svezia, Finlandia, Lituania e Francia del Nord mentre è considerato “raro” in Spagna, Austria, Grecia e Norvegia (1 caso/anno o meno). In Italia i laghi maggiormente coinvolti sono quelli dell’arco alpino (Lugano, Maggiore, Como, Garda e Iseo). Gli esami eseguiti non hanno rilevato in nessun soggetto a rischio (pesce persico e luccio) forme larvali di Diphyllobotrium latum. Tale evidenza è in contrasto con la situazione epidemiologica riscontrata in letteratura e relativa alle acque lombarde. La discrepanza di dati può essere imputabile alla dimensioni modeste dei pesci analizzati dove il fenomeno dell’accumulo parassitario non si è ancora potuto verificare.

12.2. Rischio sanitario di natura microbiologica

Nel 8 % dei soggetti esaminati, distribuiti in modo piuttosto uniformemente nei corpi idrici indagati (Tabella 17), si è evidenziata la presenza di microrganismi appartenenti al genere Aeromonas, tra cui specie mobili A. sobria complex (35 casi) A. hydrophyla complex (24 casi) A. caviae complex (7casi) e immobili A. salmonicida smithia (8 casi), ed al genere Pseudomonas (6 casi). E’ noto che tali microrganismi, ubiquitari negli ambienti acquatici, possano comportarsi in situazioni particolari da patogeni facoltativi causando patologie (setticemie, ulcerazioni cutanee ecc.) e mortalità nei pesci. Sono stati anche segnalati casi di malattia nell’uomo conseguente al consumo o contatto con pesce crudo. Tale eventi sebbene rari e coinvolgenti nei casi più gravi, soprattutto soggetti predisposti (immunodepressi), possono riguardare infezioni di ferite, gastroenteriti ed eccezionalmente setticemie. Non sono tuttavia chiari quali siano fattori di virulenza per l’uomo per cui è impossibile interpretare il reale rischio per la salute umana dei microrganismi isolati con test di laboratorio. L’interpretazione degli isolamenti effettuati è da intendersi come una conseguenza alla diffusione post mortem della flora batterica comunemente presente sul tegumento e nell’apparato digerente del pesce. Ciò è avvalorato anche dal numero comunque limitato di colonie di Aeromonas spp. isolate unitamente ad una costante situazione di polimicrobismo ed in assenza di lesioni anatomopatologiche. Tale fenomeno è stato più evidente nei campionamenti primaverili-estivi quando le temperature hanno favorito le proliferazioni batteriche prima della refrigerazione dei pesci campionati.

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12.3. Rischio sanitario di natura chimica La situazione rilevata relativamente alla presenza di contaminati chimici nella fauna ittica oggetto del monitoraggio, non presenta fenomeni di particolare preoccupazione. La maggior parte dei metalli determinati presentano livelli molto prossimi al limite di quantificazione del metodo ad esclusione del manganese per il quale non esistono neppure tenori massimi consentiti e i cui valori confermano quanto si riscontra in letteratura. Situazione di assoluta tranquillità è rilevata relativamente alla presenza di Idrocarburi Policlici Aromatici (nessun campione superiore al limite di quantificazione del metodo), di DDT ed Esaclorobenzene. Rilevata in alcuni campioni la presenza di DDE ma in quantità molto prossima al limite di quantificazione e ben distante dal tenore massimo consentito. Relativamente a Diossine e PCB, tutte le specie confermano quanto già noto dalla letteratura e cioè che la presenza di questi microinquinanti organici è da considerarsi ubiquitaria. I livelli rilevati sono comunque inferiori ai tenori massimi consentiti ad esclusione delle anguille che in considerazione dell’elevato tenore di grasso tendono ad accumulare maggiori quantità di queste sostanze. 13. Conclusioni I risultati dell’attività di monitoraggio condotta non evidenziano, a parte gli esiti analitici inerenti la ricerca di PCB e Diossine nelle anguille del Lago di Garda, significative criticità per le analisi chimiche, per gli esami parassitologici e per gli esami anatomo-patologici e microbiologici.