Unità Operativa di Reumatologia Ospedale S. Chiara, Trento · rigidità e impaccio doloroso al...

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I REUMATISMI 1 Q UADERNI A TMAR Unità Operativa di Reumatologia Ospedale S. Chiara, Trento

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Unità Operativa diReumatologia OspedaleS. Chiara, Trento

In collaborazione conl’Unità Operativa diReumatologia OspedaleS. Chiara, Trento

I REUMATISMI

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1 Associazione TrentinaMalati ReumaticiOnlus

Quaderni ATMAR sulle malattie reumatichea cura dell’Associazione TrentinaMalati Reumatici – ATMAR

Coordinamento progetto editoriale:dott.ssa Annamaria Marchionne, PresidenteAssociazione Trentina Malati Reumatici

Testi:dott. Giuseppe Paolazzi, Direttore dell’Unità Operativadi Reumatologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento edott. Roberto Bortolotti, Responsabile Struttura SempliceDay Hospital dell’Unità Operativa di Reumatologiadell’Ospedale S. Chiara di Trento

Hanno collaborato:dott.ssa Susanna Peccatori, Unità Operativa diReumatologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento;dott.ssa Laura Valzolgher, specialista ScienzeAlimentazione e Nutrizione, Trento;dott.ssa Mara Marchesoni, Psicologa ATMAR

Cura redazionale:dott.ssa Alessandra Faustini, dott.ssa Chiara SanGiuseppe, Associazione Trentina Malati Reumatici

Progettazione e cura grafica:Studio G. Weber, Trento

Si ringrazia per la collaborazione:l’Unità Operativa di Reumatologia dell’OspedaleS. Chiara di Trento

Pubblicazione realizzata conil contributo non condizionatodi ROCHE

© 2009 Associazione Trentina Malati Reumatici – ATMAR

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazionepuò essere riprodotta, trasmessa in qualsiasi forma o mezzoelettronico senza l’autorizzazione (www.reumaticitrentino.it).

Sommario

4 Presentazione

7 I reumatismi

9 I reumatismi infiammatori

13 I reumatismi degenerativi

15 I reumatismi extra-articolari

19 L’importanza della diagnosi precoce

19 I reumatismi: come si manifestano?

21 La terapia

28 È importante il supporto psicologico?

30 Sono importanti l’alimentazione e gli stilidi vita?

33 In sintesi

34 Malattie reumatiche e gravidanza

36 Quanto sono diffuse le malattiereumatiche in Italia?

38 Cosa dovete fare in presenza di sintomiche possono far sospettare una malattiareumatica?

40 Unità Operativa di Reumatologia

45 Associazione Trentina Malati Reumatici:una mano alla speranza

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possibilità alle persone affette da patologiereumatiche di conoscere meglio la propriamalattia e di affrontarla con un approccio piùsereno.

Un malato informato può intraprendere conmaggiore consapevolezza il percorso di cura,così come la conoscenza dei primi sintomi diuna malattia reumatica può favorire unadiagnosi precoce, che consente una tempestivaterapia, in grado spesso di bloccare lapatologia nella fase di esordio.

Una più partecipata conoscenza delle malattiereumatiche può inoltre incentivare unamaggiore considerazione e attenzione neiconfronti di patologie che, pur essendo spessomolto invalidanti e causa di elevati costisociali, non sono ancora adeguatamentericonosciute a livello sociale.

Il progetto della collana è reso possibile graziealla collaborazione degli specialisti dell’UnitàOperativa di Reumatologia dell’OspedaleS. Chiara di Trento, che hanno redatto i testiscientifici, e al contributo di Roche, che hagarantito il sostegno finanziario all’iniziativa.

dott.ssa Annamaria MarchionnePresidente ATMAR

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Presentazione

L’Associazione Trentina Malati ReumaticiATMAR è un’associazione di volontariato cheopera in Trentino dal 1995, con finalità disolidarietà sociale, svolgendo, senza fini dilucro, un’ampia serie di attività in favore ditutte le persone che soffrono di patologiereumatiche.

La promozione e la diffusione dellaconoscenza delle malattie reumatichecostituisce un cardine dell’attività informativadell’ATMAR, realizzata attraverso il sito webwww.reumaticitrentino.it, il notiziario “Unamano alla speranza”, i cicli di conferenze e iconvegni dedicati a tematiche di vario ordinelegate alle patologie reumatiche.

L’ATMAR ha ritenuto opportuno affiancare aglistrumenti già disponibili una nuova collana diagili pubblicazioni, dedicate alla descrizionedelle principali malattie reumatiche, chetroveranno diffusione presso i medici di base,gli ospedali, gli ambulatori specialistici delTrentino.

Le pubblicazioni hanno un caratteredivulgativo e sono finalizzate a dare la

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I REUMATISMII luoghi comuni sui reumatismi

Quando pensiamo ai reumatismi crediamo di ave-re le idee abbastanza chiare: pensiamo che si trat-ti di malattie – non gravi, anche se accompagna-te da un dolore cronico – che riguardano ossa earticolazioni, che siano legate all’invecchiamento,che dipendano dal clima e che prima o poi neandremo soggetti tutti.

In realtà cosa sono?

Le malattie reumatiche o reumatismi sono pato-logie che causano disturbi a carico dell’apparatolocomotore e in generale dei tessuti di sostegno (iltessuto connettivo) dell’organismo; sono malattietra loro molto varie, con gravità differente.Alcune possono colpire non solo le articolazioni,le ossa e i tendini ma anche i muscoli, altri tessutie organi (come cuore, polmone, rene, intestino,occhio, pelle), determinando così un interessamen-to sistemico.

Molti reumatismi sono malattie importanti, chepossono portare a disabilità, perdita di autonomiafunzionale, riduzione della capacità lavorativa econseguente scadimento della qualità di vita. Al-cuni reumatismi possono determinare anche unariduzione dell’aspettativa di vita legata sia all’evo-luzione della malattia, sia agli effetti collaterali deifarmaci, sia al maggior rischio cardiovascolareche alcune di queste affezioni comportano.

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Le malattie reumatiche comprendono una serie dioltre 100 patologie che, sulla base dei meccanismifisiopatologici che le generano, possono essere di-stinte in:

forme reumatiche (reumatismi) infiammatorie

forme reumatiche (reumatismi) degenerative

forme reumatiche (reumatismi)extra-articolari

Vengono comprese inoltre nell’ambito delle malat-tie reumatiche le malattie metaboliche dell’osso(tra cui osteoporosi) e alcune patologie di altrecompetenze specialistiche, legate ad alterazioniendocrino metaboliche, a malattie ereditarie deltessuto connettivo, a neoplasie, ad affezioni neu-rologiche e neurovascolari, a malattie quali lasarcoidosi e ad alcune malattie del sangue.

Le malattie reumatiche sono patologie prevalente-mente femminili (il 75 % dei pazienti).

Una diagnosi e un trattamento precoci possonoportare a una maggiore possibilità di guarigione.

I reumatismi infiammatori

I reumatismi infiammatori sono in genere i piùgravi.Frequentemente sono indotti da un’infiammazio-ne immunomediata, legata cioè al danno che al-cune cellule del nostro sistema di difesa (in par-ticolare i linfociti) causano alle articolazioni e/oad altri tessuti dell’organismo.Tali cellule invadono la membrana sinoviale cheriveste internamente le articolazioni, causando –attraverso la produzione di molecole infiammato-

Articolazione normale. L’articolazione è la strutturacoinvolta maggiormente, ma non esclusivamente, nellagran parte delle malattie reumatiche. Nella sua più classicadescrizione ci si riferisce al punto di incontro di due capiossei.La capsula articolare, i muscoli e i legamenti ne permettonola stabilità, ma al tempo stesso una certa mobilità. Le partiossee entrano in contatto attraverso la cartilaginearticolare. Normalmente la membrana che rivesteinternamente l’articolazione (membrana sinoviale) produceuna piccola quantità di liquido viscoso che contribuisce aridurre l’attrito e a mantenere integre le superfici articolari.

Caps

ula

artic

olar

e

Capsulafibrosa

Membranasinoviale

LegamentoCartilagine

articolare

Cavitàliquidosinoviale

Osso

Osso

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rie chiamate citochine – un’infiammazione chepuò provocare danni anche irreversibili alle strut-ture articolari. Anche il danno ai tessuti extra-ar-ticolari si ha con lo stesso meccanismo immunome-diato.

Il motivo per il quale si instaura questa rispostaautoimmune (reazione rivolta contro costituentipropri dell’organismo) non è noto.Solo in alcuni casi si può identificare un agenteeziologico preciso (in genere di tipo infettivo) oriconoscere una causa scatenante legata, adesempio, al deposito di microcristalli nell’articola-zione (come l’acido urico nella gotta).

L’insorgenza di questi reumatismi è condizionatadalla presenza di fattori genetici predisponenti.La genetica influenza sia la nascita che l’espressio-ne clinica di queste malattie. In un soggetto predi-sposto, fattori ambientali scatenanti come infezio-ni, stress, vaccini o altre cause, possono indurreun’alterazione del sistema immune con una rispo-sta infiammatoria contro sostanze (antigeni) propri(self) dell’organismo, iniziando così un processoinfiammatorio immunomediato che, in relazionealla sua gravità e cronicità, potrà portare a danniirreversibili più o meno gravi.

Anche gli ormoni sessuali, in particolare gli estro-geni, possono avere un ruolo favorente, giustifican-do così il perché della netta predominanza di questireumatismi nel sesso femminile.

I reumatismi infiammatori possono colpire ognietà, da quella infantile a quella senile. Ciascunamalattia ha un periodo di massima incidenza che,in alcune forme, coincide con il periodo fertile ecomunque giovane-adulto della persona.

Non sono quindi forme legate all’invecchiamento,né a variazioni climatico-meteorologiche o a fat-tori ambientali particolari.Non sono forme ereditarie. Può essere presentetuttavia una famigliarità, cioè una maggiorepredisposizione famigliare a sviluppare questeforme di reumatismo.

Modello di sviluppo di una malattia infiammatoria cronicaarticolare

Predisposizionegenetica

Fattoriormonali

Fattori scatenanti: virus, traumi, stress,vaccini, fattori ambientali

Rispostainfiammatoria

Persistenzadi malattia

Severitàdi malattia

Le malattie reumatiche di questo gruppocomprendono:

artriti croniche infiammatorie:artrite reumatoideartrite psoriasicaspondilite anchilosante

connettiviti:lupus eritematoso sistemicoconnettivite indifferenziatasclerodermiasindrome di Sjogrenpolimiosite-dermatomiosite

vasculiti:WegenerChurg-Strauss

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Arterite di HortonBehçetAltre vasculiti

artriti da microcristalli:gottapseudogotta (condrocalcinosi)

artriti associate ad agenti infettivi

Appartiene al gruppo dei reumatismi infiammatorianche la polimialgia reumatica, malattia molto fre-quente nell’adulto, caratterizzata da progressivarigidità e impaccio doloroso al cingolo scapoloomerale (alle spalle) e al cingolo pelvico (alle an-che) con indici ematici di infiammazione (VES ePCR) elevati.

I reumatismi infiammatori possono colpireanche i bambini?

Molte malattie reumatiche infiammatorie auto-immuni possono colpire anche i bambini. Con iltermine di artrite idiopatica giovanile si definisco-no, in particolare, tutte le artriti croniche, a causaignota, che insorgono prima dei sedici anni di età.Si distinguono varie forme in relazione alla pre-senza o meno di sintomi sistemici (febbre, manife-stazioni cutanee) e al numero di articolazioni inte-ressate. Il decorso è spesso benigno e non invali-dante; in una piccola percentuale di casi, però, lamalattia può perdurare fino all’età adulta. Le for-me che colpiscono poche articolazioni sono quellea decorso più favorevole. Le forme che colpisconopiù articolazioni sono le più severe e necessitanodi maggiore attenzione terapeutica per evitare li-mitazioni articolari invalidanti e persistenti.

I reumatismi degenerativi

Il principale reumatismo degenerativo è l’artrosi.Si tratta di una malattia articolare cronica caratte-rizzata da lesioni degenerative e produttive (si for-ma nuovo osso e l’articolazione si ingrossa) a cari-

Nell’artrite reumatoide l’infiammazione articolare cronicaconduce ad un eccessivo sviluppo della membranasinoviale (“panno sinoviale”) che si fa spazio erodendo lacartilagine e l’osso circostante creando gonfiore, dolore eindebolendo le strutture articolari con conseguentedeformità e instabilità.

Caps

ula

artic

olar

e

Capsulafibrosa

Membranasinoviale(panno)

Cartilaginearticolare

Cavitàliquido

sinoviale

Osso

Osso

Mano affetta daosteoartrosi erosiva.

co della cartilagine ar-ticolare. Il danno è es-senzialmente legato auno squilibrio tra pro-cessi distruttivi e ripara-tivi della cartilagine. Neè coinvolta l’intera arti-colazione, dalle strut-ture di contenimento(capsula, legamenti)

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alla membrana sinoviale, alla cartilagine e ossosottostante.Il fattore di rischio principale è rappresentato dal-l’età nel senso che invecchiando la nostra cartila-gine diventa più sensibile ai ripetuti sovraccarichie danni. Rivestono poi importanza anche altri fat-tori come:– quelli meccanici (particolari lavori usuranti o

attività sportive eccessive, traumi);– il sovraccarico (obesità);– fattori legati a malformazioni o instabilità arti-

colare;– l’infiammazione (pazienti con artriti sono più a

rischio).

Anche il sesso (più per le localizzazioni) e i fatto-ri genetici (specie per la mano) possono esserefavorenti.

Le sedi più frequentemente colpite sono:– la colonna vertebrale (cervicale, lombare);– ginocchia;– anca;– mani.

L’artrosi può essere localizzata in singole sedi (ma-ni, grosse articolazioni) o generalizzata quando,oltre all’interessamento delle mani, è coinvolto al-meno un altro distretto articolare (anca, ginocchio).

I reumatismi extra-articolari

I reumatismi cosiddetti extra-articolari (o dei “tes-suti molli”) comprendono un gruppo di malattieche coinvolgono principalmente l’apparato ten-dineo e i suoi annessi, le strutture extra-articolariquali le capsule, le fasce e l’apparato muscolare.

Vengono distinti in forme localizzate come le ten-diniti, le periartriti, le borsiti, le sindromi dolorosemiofasciali e in alcune forme generalizzate.

Le forme localizzate, molto comuni, sono di natu-ra per lo più meccanico-degenerativa (sovraccari-chi). Alcune di queste forme localizzate (borsiti,tendiniti) possono essere presenti anche in malat-tie a carattere infiammatorio come l’artrite reuma-toide, l’artrite psoriasica e la spondilite anchilo-sante.

La forma più comune di reumatismo extra-artico-lare generalizzato è la sindrome fibromialgica. Sitratta di una malattia molto diffusa, specie nel ses-so femminile. Non è malattia infiammatoria, nonconduce a deformità osteoarticolari, né a dannid’organo.

È una malattia ad alto impatto sociale sia comecosti che come influenza sulla qualità di vita. È ca-ratterizzata da dolore muscolo scheletrico diffuso

Nella osteoartrosi degenera lacartilagine articolare, si possonoliberare minimi frammenti cheinducono un’infiammazionelocale.La rima articolare diventairregolare, l’ossosottostante reagisce conneoproduzione marginale(osteofiti) che ingrossanol’articolazione e ne limitanoil movimento.

Osteofiti

Frammenticartilaginei

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cronico (oltre 3 mesi) associato ad astenia (stan-chezza) e presenza di punti dolorosi (chiamatipunti tender) evocabili alla visita medica. È unaforma che causa intenso dolore a tutto al corpo,riferito spesso come dolore bruciante, spossante,che logora, continuo, invalidante. Talora il dolorepuò essere accompagnato da rigidità mattutina eda una impressione soggettiva di gonfiore dellezone dolorose. La stanchezza è spesso profonda etale da compromettere la vita sia lavorativa che direlazione. Frequenti sono i disturbi del sonno, consonno non ristoratore e frequenti risvegli notturni.

Il dolore si associa spesso a disturbi intestinali(colon irritabile) a disturbi neurologici (cefalea,difetto di concentrazione, vertigini), a dolori tem-

poro-mandibolari, a disturbi uditivi (tinniti), a di-sturbi nella sfera genitale, urinaria, a sensazioni diformicolii, di caldo e freddo spesso localizzati inzone specifiche del corpo.

Il dolore può variare in relazione ai momenti dellagiornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmo-sferiche e allo stress. Può inizialmente essere loca-lizzato (colonna cervicale, spalle) ma poi si diffon-de a tutto il corpo, anche se può essere maggior-mente avvertito in una regione.

La fibromialgia può manifestarsi come patologia asè stante o essere concomitante ad altre affezioni(artrite reumatoide, connettiviti e altre malattie cro-niche).

La causa di questa sindrome al momento rimaneignota. Eventi stressanti (malattie, lutti, traumi fisicio psichici, i cosiddetti stressors), alterazioni delsonno, possono favorirne l’insorgenza. Anche fat-tori genetici pare giochino un ruolo predisponente.

La sindrome fibromialgica sembra dipendere daalterazioni della modalità di percezione del do-lore a livello del sistema nervoso centrale.

Punti dolorosi nellafibromialgia.

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Segni di attenzione (“red flags”) per artrite precoce (dallelinee guida Società Italiana Reumatologia).

SINISTRA DESTRA

Legenda: La presenza dei seguenti segni e sintomi rendeopportuno l’invio del paziente allo specialista reumatologo

Tumefazione a carico di 3 o più articolazioni,persistente da più di 12 settimane

Dolore a livello dei polsi e delle piccolearticolazioni di mani e piedi:– metacarpo-falangee– interfalangee prossimali– metatarso-falangee

Rigidità al risveglio superiore a 30 minuti

I reumatismi: come simanifestano?

I sintomi causati dalla malattie reumatiche sonomolteplici; limitandosi all’apparato locomotore ilsintomo preminente è il dolore accompagnato dalimitazione della funzione.

L’artrite si manifesta generalmente con dolore, tu-mefazione, calore e rossore delle articolazioni.

La presenza di dolore alle piccole articolazionidelle mani associata a tumefazione locale, la pre-

L’importanza della diagnosiprecoce

Specie nelle artriti infiammatorie e nelle connet-tiviti, una diagnosi fatta nelle prime settimane dimalattia, con un trattamento precoce, può porta-re alla guarigione o migliorarne l’evoluzione.

Il trattamento precoce può quindi cambiare radi-calmente la storia naturale della malattia.

È molto importante che in presenza di sintomi sug-gestivi di una artrite ci si rivolga subito al medicodi medicina generale che valuterà il paziente edeciderà se inviarlo allo specialista. Il periodo nelquale una terapia ben condotta può modificare lastoria naturale della malattia viene chiamato “fine-stra terapeutica”.

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senza di rigidità mattutina maggiore di trenta mi-nuti, il dolore alla stretta di mano (il “segno dellagronda”), devono far sospettare la presenza diuna forma reumatica infiammatoria in particolarese i disturbi persistono per più di sei settimane.

Caratterizzano l’artrosi il dolore da carico artico-lare, la limitazione del movimento, la deformazio-ne e gli scrosci (rumori) articolari.

Alcune malattie reumatiche, specie se a caratteresistemico, possono accompagnarsi a febbre, ma-lessere generale, calo ponderale, astenia e sinto-mi legati al coinvolgimento di organi interni comepolmone, cuore, rene, sistema nervoso.

La terapia

La terapia delle malattie reumatiche varia molto inrelazione al tipo di malattia. Nei reumatismi in-fiammatori gli obiettivi del trattamento sono diversianche a seconda della fase della malattia.In generale la terapia mira al controllo:– del dolore– dell’infiammazione– dell’evoluzione in danno permanente.

Su cosa si basa la terapia?

La terapia si basa sull’uso di farmaci sintomatici(agiscono sui sintomi senza modificare il decorsodella malattia) e sull’uso di farmaci specifici (co-siddetti farmaci di fondo), in grado di agire suimeccanismi ezio-patogenetici e di interrompere orallentare la progressione e il conseguente dannocausato dalla malattia.

I farmaci sintomatici comprendono gli antinfiam-matori classici non steroidei (cosiddetti FANS), glianalgesici (farmaci che controllano il dolore) e icortisonici.

Mano con artrite precoce.È presente una tumefazionealle articolazioni interfalangeeprossimali.

Segno della gronda:la compressione dellamano a livello delle arti-colazioni metacarpo-falangee (alla giunzionetra mano e dita) provocadolore.

Quali sono i rischi e i benefici dei farmacisintomatici?

I cortisonici rappresentano un’arma essenziale perla cura dei reumatismi infiammatori. Il loro utiliz-zo è fondamentale per il controllo della fase acu-ta di malattia. Nell’artrite reumatoide, a bassi do-saggi, vengono considerati dei veri e propri far-maci di fondo. L’uso protratto può peraltro com-portare degli effetti dannosi a carico dell’osso,

Piede con artrite acuta.

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della cute, dei vasi oltre a favorire l’insorgenza dicataratta, diabete, ipertensione. Gli effetti colla-terali sono in gran parte legati alla dose usata ealla dose cumulativa (più alto il dosaggio raggiun-to maggiori sono gli effetti collaterali).I cortisonici possono anche essere usati localmenteattraverso la loro infiltrazione nelle articolazioniinfiammate.

Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) sonofarmaci ampiamente usati in tutte le forme reuma-tiche. Il loro utilizzo va fatto con moderazione, suindicazione medica, in particolare nelle personeanziane, per i possibili danni a carico dell’appa-rato gastroenterico, del rene e del sistema cardio-circolatorio.

Anche i nuovi farmaci antinfiammatori (cosiddettiCoxibs), meno dannosi a livello gastro-intestinale,vanno usati su indicazione precisa e per breviperiodi per la loro possibile tossicità cardiova-scolare, dalla quale non sono comunque esentinemmeno i comuni antinfiammatori.

Per quanto riguarda gli analgesici puri, si posso-no dividere in analgesici non narcotici (analgesicisemplici) e narcotici (o oppioidi ad azione sul si-stema nervoso centrale).

Il più usato degli analgesici semplici, non narcotici,è il paracetamolo. Alle dosi comunemente usate di1-2 grammi al giorno possiede pochi effetti col-laterali ed è praticamente privo di attività gastro-lesiva. Fra gli analgesici centrali i più usati sono lacodeina, in associazione con il paracetamolo, e iltramadolo. Quest’ultimo farmaco possiede un’at-tività analgesica in parte mediata dal suo legameai recettori oppioidi e in parte legata alla sua ca-

pacità di inibire, come alcuni antidepressivi usatinella terapia del dolore cronico, la ricaptazionedella serotonina e della noradrenalina. Per questomotivo trova indicazione anche nel dolore dellasindrome fibromialgica.

Può dare effetti indesiderati quali vertigini, nau-sea, sonnolenza e sudorazione. Non può esseresomministrato in pazienti con epilessia o che ab-biano sofferto di convulsioni. La sua posologia vaaumentata lentamente e adattata al singolo pa-ziente.

Quali sono i più comuni farmaci di fondousati?

I farmaci di fondo più usati sono il methotrexate,l’idrossiclorochina, la ciclosporina, la leflunomidee la salazopirina.

Il methotrexate è sicuramente il farmaco conside-rato di riferimento per la cura delle artriti cronicheinfiammatorie.Altri farmaci, quali la ciclofosfamide, la azatio-prina e il micofenolato, sono indicati in casi par-ticolari.Sono farmaci che vanno controllati nei loro effet-ti collaterali, diversi nelle singole molecole. Il lorobeneficio peraltro, se usati con giusta indicazione,è maggiore dei rischi connessi ai loro possibili ef-fetti indesiderati e-o collaterali.

Il loro impiego è quindi essenziale perché mira abloccare i meccanismi della malattia limitandonei danni. Non sono farmaci che il paziente può ge-stire da solo. La loro assunzione deve essere rego-lare, continuativa e sotto il controllo medico.

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Cosa sono i farmaci cosiddetti “biologici”?

Sono farmaci di recente introduzione, nati dall’in-gegneria molecolare.

Non si tratta quindi di farmaci “naturali” e privi dicontroindicazioni.Essi agiscono contro le molecole o le cellule mag-giormente responsabili della infiammazione croni-ca. Sono farmaci complessi che richiedono unagestione attenta, attuata in strutture specialistiche.Hanno un buon profilo rischio/beneficio, pur pre-sentando possibili, seppur rari, effetti collateralianche gravi specie per quanto riguarda il rischioinfettivo.Questi farmaci sono riservati alle forme reumati-che che non rispondono alle terapie tradizionali.Sono farmaci molto efficaci, vanno considerati deiveri e propri farmaci di fondo, hanno dimostratodi essere in grado di bloccare l’attività e l’evolu-zione, anche erosiva, di malattia; permangonoperaltro ancora alcuni dubbi sulla loro sicurezzaa lungo termine.

Esiste una terapia chirurgica?

La terapia chirurgica ha principalmente lo scopodi prevenire le lesioni e le deformità articolari, cor-reggere le complicanze, sostituire le articolazionifunzionalmente compromesse (protesi) o, se ciònon è possibile, immobilizzarle completamente ascopo antalgico.Il trattamento ortopedico va integrato con quelloreumatologico e riabilitativo. Il piano di cura do-vrebbe definire il “quando, come e dove” interve-nire. L’indicazione si stabilisce sulla base dellaobiettività, della valutazione funzionale, dei dati diattività della malattia e delle indagini radiografiche.

Qual è il ruolo della terapia nonfarmacologica?

Oltre alla terapia farmacologica rivestono impor-tanza anche le norme legate al risparmio artico-lare (economia articolare). Si tratta di suggeri-menti volti all’utilizzo più corretto delle articola-zioni infiammate.

La fisiochinesiterapia può avere un ruolo, se purecoadiuvante.Il suo effetto benefico peraltro è in genere di bre-ve durata.

Anche i trattamenti balneotermali e con “bagni difieno” possono dare giovamento; come le curefisiochinesiterapiche, vanno utilizzati in particolarenei reumatismi extra-articolari e degenerativi.

Il paziente con articolazioni tumefatte e dolenti limita i movimenti.Purtroppo, il “non uso” contribuisce ad aggravare il deterioramentodelle strutture articolari. Per evitare ulteriori problemi si deve program-mare una serie di esercizi facili, da eseguire a casa propria senzaaiuto di altre persone (chinesiterapia attiva non assistita). Ci sarà bi-sogno di assistenza solo in caso di grave debolezza.

A B

A B A B

Scopo degli esercizi:– conservare e migliorare la mobilità

articolare– ostacolare la tendenza all’anchilosi

(blocco) delle articolazioni– mantenere la coordinazione dei pre-

cisi e complessi movimenti delle dita– mantenere “in forma” muscoli, ten-

dini, ossa e tutte le altre componentidelle mani, compresa la cute e la cir-colazione.

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Sia i trattamenti fisiatrici che quelli balneotermalivanno riservati in genere alle forme reumatichenon infiammatorie di grado lieve-moderato.

È utile l’esercizio nelle malattiereumatiche?

L’esercizio porta benefici ai pazienti affetti damalattie reumatiche.Non c’è dubbio che un esercizio adeguato, noneccessivo, è fondamentale per mantenere un buontrofismo muscolare, per nutrire la cartilagine arti-colare e rallentare i processi degenerativi dellastessa. Va evitato peraltro ogni sovraccarico cherappresenta un fattore di rischio per il danno carti-lagineo.

L’esercizio fisico aerobico, moderato,regolare è una forma di terapia

I suoi benefici sono evidenti nel controllo di alcu-ni sintomi presenti nella sindrome fibromialgica;ne evita il “decondizionamento” muscolare, mi-

gliora il controllo del dolore, migliora anche lastanchezza.

Nelle patologie infiammatorie (come nelle artriticroniche) l’esercizio va adeguato alla fase di malat-tia: non si può chiaramente sovraccaricare un’arti-colazione infiammata che va tenuta a riposo.

Dati recenti documentano che anche nelle artriticroniche (come l’artrite reumatoide) l’esercizio fi-sico è in grado, oltre a migliorare la performancedella persona, l’aspetto cardio-vascolare e la for-za muscolare, di ridurre l’attività di malattia e l’in-fiammazione.

In sintesi

L’esercizio fisico moderato preserva la normalitàdella cartilagine articolare, riduce l’infiammazio-ne, riduce il dolore, migliora il trofismo muscolare,riduce il rischio cardiovascolare spesso aumentatonei pazienti con malattie reumatiche croniche in-fiammatorie.La sua intensità deve essere moderata (il pazientedeve essere in grado di parlare mentre fa eserci-zio e non essere maiin affanno), deve es-sere svolto con rego-larità (almeno 20 mi-nuti tre volte alla setti-mana) e va rapporta-to al tipo e all’attivitàdi malattia e alleeventuali co-patologiepresenti.

Quando si afferra un oggetto con tutte le dita si mettono in funzione i mu-scoli flessori (fig. A, freccia nera) la cui azione determina lo spostamentoin senso palmare (sublussazione) della prima falange (osso tratteggiato).Se un processo infiammatorio interessa le articolazioni alla base delle di-ta (articolazioni MetaCarpoFalangee=MCF) si realizza più facilmente lasublussazione (spostamento) della prima falange. Quando l’oggetto è dipiccole dimensioni è più facile che la falange si sposti (fig. A, frecciarossa grande). Se invece l’oggetto è di grandi dimensioni la forza diven-ta inferiore (fig. B, freccia rossa piccola). Ne consegue che si afferranocon minor rischio di sublussazione oggetti di grandi dimensioni.

A B

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È importante il supportopsicologico?

malattia grave e alla convivenza con essa, si tro-va di fronte a problematiche di vario ordine, chepossono essere causa di disagio, e che sono spes-so correlate:1. alla malattia e alle terapie2. ai significati attribuiti alla malattia dalla

persona3. alle conseguenze psicosociali della malattia4. alla relazione medico-paziente5. all’immagine sociale della malattia

Alcune malattie reumatiche, infatti, sono oggetto diimmagini sociali che hanno poco a che fare con ilsapere scientifico, ma che fanno sì che a volte nonci sia, a livello sociale, un adeguato supporto ericonoscimento di tali patologie e della sofferenzaad esse associata.

Il disagio psicologico può essere descritto comeuna mancata sintonia con noi stessi e con il nostroambiente, disequilibrio che ci crea sofferenza epeggiora la nostra qualità di vita. La personamalata si trova in un momento di confusione e, ingenerale, di crisi, in cui i punti di riferimento a cuiprima poteva ancorarsi non sono più validi, e sitrova quindi costretta a rivederli per modificarli oper crearne di nuovi, ma non sa ancora con cosasostituirli. La reazione di fronte a un cambiamen-to di vita, può avere effetti diversi: da un lato puòmettere in moto un positivo adattamento al nuovostato, dall’altro può invece causare un aumentosignificativo dei livelli di ansia e di depressione.Un buon adattamento può segnare l’apertura aduna nuova condizione di vita non necessariamentepeggiore, ma semplicemente diversa dalla prece-dente, riuscendo a creare, nella persona, nuoveprospettive e occasioni di tipo psicologico, socia-le e spirituale.

La malattia cronica costituisce un evento ad altoimpatto psicologico, che può alterare l’equilibriopsicofisico della persona.

Le malattie reumatiche, a causa del loro decorsocronico, generano un cambiamento in diversiaspetti della vita di chi ne è colpito. Esse coinvol-gono la persona nella sua globalità, interessan-do sia il piano fisico che quello psicologico e so-ciale. Il benessere percepito dipende dai significatiattribuiti alla malattia stessa e alla capacità delsoggetto di affrontare e adattarsi a situazioni mol-to difficili. Ogni persona ha, infatti, un proprioconcetto di salute e di malattia, un proprio mododi leggere e interpretare ciò che le accade, inbase alla propria esperienza, storia e vissuti. Ladiagnosi di una malattia cronica, spesso rimette indiscussione questo concetto di salute, quelli che noiconsideriamo i nostri limiti e le nostre risorse.

Il momento della diagnosi, se da un lato significapoter dare finalmente un nome al proprio males-sere, dall’altro è in genere causa di disorienta-mento, scoraggiamento, senso di impotenza e diforti emozioni come la paura, la rabbia, la tristez-za. Il significato attribuito alla diagnosi varia dauna persona all’altra: per alcune l’idea di avereuna malattia rappresenta qualcosa di inaccettabi-le, per altre finalmente la risposta alle loro doman-de, per altre ancora costituisce una nuova possibi-lità, l’occasione per rivedere le proprie priorità egerarchie di valori.La persona malata, in seguito alla diagnosi di una

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Importanti risorse per ridurre il disagiopsicosociale e promuovere un buonadattamento alla malattia, possono esserecostituite da:

• un rapporto di fiducia con lo specialista e il me-dico di base, che svolgono un ruolo centralenell’accompagnare la persona malata nel per-corso terapeutico-assistenziale;

• gruppi di auto mutuo aiuto, nati nell’ambitodell’Associazione Malati Reumatici, in cui lapersona ha la possibilità di confrontarsi conaltri malati e con i famigliari, condividendoesperienze e sentendosi meno sola di frontealla sua malattia e sofferenza;

• gruppi guidati da un esperto che aiuta i com-ponenti a confrontarsi su tematiche inerenti lamalattia, con particolare attenzione alle risor-se dei partecipanti e alle strategie messe in attoper la gestione della sofferenza;

• un intervento psicologico individuale.

di un corretto stile di vita in grado di migliorare laqualità della stessa.È molto importante cercare di mantenere un pesoentro un intervallo fisiologico e contrastare l’ecces-so ponderale che porta all’obesità, a sua volta poiassociata ad un peggioramento della situazionearticolare (specie per il carico eccessivo) e a unaumentato rischio di complicanze metaboliche ecardiovascolari legate essenzialmente alla atero-sclerosi.L’aterosclerosi accelerata (precoce) rappresentaun problema importante in molte malattie reuma-tiche, in particolare nell’artrite reumatoide e nelLupus (LES) ed è legata, indipendentemente dallapresenza dei tradizionali fattori di rischio cardio-vascolare quali l’ipertensione arteriosa, il fumo disigaretta, la ipercolesterolemia, il diabete, ancheall’infiammazione presente in queste malattie, allaridotta attività fisica, e anche ai possibili effetti col-laterali delle terapie farmacologiche.I pazienti con malattie reumatiche infiammatoriedevono quindi porre molta attenzione allo strettocontrollo dei tradizionali fattori di rischio cardio-vascolare per evitare il rischio maggiore, legatoquindi anche alla malattia in sé, di sviluppare pro-blemi cardiaci (cardiopatia ischemica) o cerebrali(accidenti vascolari quali l’ictus).

Che tipo di alimentazione è consigliata?

Lo stile alimentare più corretto è quello legato allacosiddetta dieta mediterranea, dieta a basso te-nore di grassi saturi, di proteine animali e ricca incereali integrali, frutta e verdura e olio di oliva.Tale dieta può contribuire a ridurre i meccanismidell’infiammazione.Il consumo di alimenti ricchi in omega tre, conte-nuti nel pesce e in particolare nei pesci grassi

Sono importanti l’alimentazionee gli stili di vita?

I pazienti che soffrono di patologie reumatichedevono porre attenzione a una alimentazionecorretta e a uno stile di vita sano che prevedal’abolizione dell’abitudine del fumo (fattore di ri-schio di malattia e di evoluzione più grave in par-ticolare nell’artrite reumatoide), la riduzione delconsumo di alcool, un adeguato riposo notturno ela pratica regolare di una attività motoria di lieve– moderata intensità. Tutti questi fattori fanno parte

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come il tonno, lo sgombro, le sardine e il salmoneva incoraggiato. Gli omega tre, che l’organismonon può sintetizzare e vanno quindi introdotti congli alimenti, hanno un’azione antinfiammatoria,riducendo le molecole infiammatorie, l’attivazionedelle stesse e di alcuni enzimi che causano dannoalla cartilagine e all’osso.Sono valide alcune norme generali che prevedo-no di adeguare gli apporti energetici (le calorie)alle necessità della singola persona, attraversouna alimentazione il più possibile varia e bilancia-ta, con pasti regolari e apporto energetico bencalibrato e distribuito nel corso della giornata (trepasti e due spuntini). L’alimentazione dovrebbeessere naturalmente il più possibile equilibratanegli apporti dei vari nutrienti: carboidrati, prote-ine, grassi. In particolare è bene cercare di limita-re il consumo di zuccheri semplici, dolci o bevandezuccherate, che andranno aboliti nel caso sianogià presenti alterazioni del metabolismo degli zuc-cheri (diabete o intolleranza glucidica). Una o dueporzioni di verdura, cotta o cruda, non dovrebbe-ro mai mancare ad ogni pasto. Va limitato l’ap-porto di grassi. Per quanto riguarda i condimen-ti, è meglio preferire quelli vegetali insaturi omonoinsaturi (oli di oliva o monoseme) rispetto aquelli di origine animale (burro, lardo, strutto).Insaccati e salumi andranno ridotti per lo stessomotivo. I formaggi vanno limitati nella frequenzadi consumo e nella quantità poiché hanno un ele-vato apporto di grassi saturi e calorie. È megliopreferire come fonti alimentari di calcio, latte eyogurt magri. Gli antiossidanti contenuti negli ali-menti paiono essere utili nel ridurre l’infiammazio-ne e nel ridurre gli effetti dannosi che la stessaporta ai tessuti dell’organismo.

In sintesi

Le malattie reumatiche sono affezioni molto com-plesse e tra loro differenti. La diagnosi deve essereprecoce. Vanno chiariti al paziente il tipo di ma-lattia, la sua evoluzione, la proposta di trattamen-to. Considerata la cronicità delle malattie va in-staurato con il paziente un rapporto di reciprocafiducia, perché la terapia non è solo necessaria-mente farmacologica.È dalla combinazione tra diagnosi precisa, possi-bilmente precoce, introduzione del migliore tratta-mento possibile, stretto controllo della malattia eadeguato rapporto medico-paziente che si posso-no ottenere i migliori risultati.

MEDICO M.G.

Aspetti clinicisuggestiviper artrite.Invio per ARprecoce

REUMATOLOGO FISIATRA ORTOPEDICO

Diagnosi di ARValutazione basalee fattori prognosticiDMARDs entro 3mesi.Principi di economiaarticolare.Considera terapialocale o generalesteroidea

Verifica / controllo curae attività di malattia

Rispostainadeguata

Indicazione chirurgica

FKTTerapiaoccupazionalein piccoligruppi

Cambio DMARDs o t.di associazione ofarmaci biologici.Considera terapiasteroidea locale /generale / boli

Rispostaadeguata

Periodico controlloattività / funzione,effetti della terapia

Alterazione biomeccanica o alto rischiodi rapido deterioramento funzionale

FKT miratapre e postintervento

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Malattie reumatiche egravidanza

Molte malattie reumatiche colpiscono donne in etàfertile. Fino ad alcuni anni fa le pazienti con ma-lattie reumatiche infiammatorie (come il Lupus)venivano dissuase dall’intraprendere una gravi-danza. Attualmente la situazione è diversa, anchein relazione ai progressi ottenuti con le terapiedisponibili. Numerosi studi clinici hanno eviden-ziato come pazienti con Lupus (LES) in remissioneabbiano un’alta probabilità di successo gravidico.

Cosa è importante fare?

È molto importante che in pazienti affette da ma-lattie reumatiche la gravidanza sia programma-ta e seguita in collaborazione dal ginecologo edal reumatologo. Vi sono situazioni in cui unagravidanza espone a rischio elevato sia la madreche il feto, come ad esempio nel caso di un LESattivo con impegno renale, cerebrale, cardiaco. Inquesti casi la gravidanza è controindicata e va ri-mandata. La programmazione della gravidanza èparticolarmente utile anche in relazione all’assun-zione di farmaci. Vi sono infatti farmaci che van-no assolutamente sospesi almeno 3-6 mesi primadi intraprendere una gravidanza (come ad esem-pio il methotrexate, la leflunamide, la ciclofo-sfamide). Altri farmaci possono essere continuati enon sospesi (come, ad esempio, l’idrossiclorochi-na), proprio in relazione al rischio di riacutizza-zioni di malattia reumatica in corso di gravidan-za.

Ci sono situazioni particolari?

Qualora vi sia la positività nel sangue di alcunianticorpi, chiamati antifosfolipidi, i rischi di abortie parti prematuri sono maggiori. In questi casi lefuture mamme dovranno sottoporsi a terapie conaspirina e/o eparine a basso peso molecolare perridurre i rischi materni e fetali. Anche la positivitàdi altri autoanticorpi (come gli anti SS A) presen-ti in alcune connettiviti (come il Sjogren e il LES),richiede un particolare monitoraggio della gravi-danza per il rischio di complicanze fetali.Vi sono alcune malattie reumatiche come il LESche tendono ad avere riacutizzazioni in corso digravidanza, in particolare nel I e II trimestre e infase di puerperio. Altre malattie come l’artrite reu-matoide tendono a restare in fase quiescente du-rante la gravidanza, con possibile riacutizzazionepoi nel puerperio.Molte giovani donne sono preoccupate dal fattoche determinate terapie possano causare sterilitào comunque riduzione della fertilità. A questo pro-posito, occorre ricordare che è possibile ridurremolto i rischi di sterilità mettendo a riposo l’ovaiocon terapie specifiche, rendendolo così meno vul-nerabile al farmaco.

Può essere usata la terapiaanticoncezionale?

Un aspetto che frequentemente pone problemi allepazienti reumatiche è quello della terapia anticon-cezionale. In alcune malattie reumatiche, e in par-ticolare nel LES, l’uso della terapia estroprogesti-nica è in genere sconsigliato, in quanto questi or-moni potrebbero facilitare riacutizzazioni di ma-lattia. È molto importante comunque affrontare ilproblema con il proprio ginecologo e con il reu-

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matologo. Infatti non in tutte le patologie la terapiaestroprogestinica è controindicata. Va identificatala terapia anticoncezionale adatta a ciascuna pa-ziente.

Quanto sono diffuse lemalattie reumatiche in Italia?

Possiamo affermare che le malattie reumatiche, ingran parte rappresentate da affezioni croniche,sono tra le malattie più diffuse in tutto il mondo. InEuropa colpiscono circa 100 milioni di persone erappresentano la prima causa di dolore e disa-bilità. Possono esordire in qualsiasi età compresala giovanile. Spesso sono a evoluzione invalidan-te.

In Italia sono presenti in una percentuale pari al26.7% della popolazione adulta. Ogni anno inItalia le malattie reumatiche croniche causano laperdita di 23 milioni di giornate di lavoro. Occu-pano inoltre il secondo posto tra le cause di inva-lidità e rappresentano il 27% delle pensioni di in-validità totali.

L’incidenza è diversa nelle varie età a seconda deltipo di affezione. Molte di queste malattie, in par-ticolare alcune forme infiammatorie articolari e leconnettiviti, colpiscono l’età fertile. Alcune invece,quali la gotta, l’artrosi, l’osteoporosi ma anchel’artrite reumatoide, aumentano con l’aumentaredell’età. L’artrosi e i reumatismi extrarticolari sonosicuramente i più diffusi. Si può stimare che circal’8.9% della popolazione adulta soffra di artrosi euna pari percentuale soffra di reumatismo extra-

articolare. La prevalenza di reumatismo infiamma-torio è di circa il 3%. Negli ultimi anni l’incidenzadelle patologie reumatiche, in particolare delleforme autoimmuni, appare in aumento.

E in Trentino?

DIFFUSIONE DELLE PRINCIPALI AFFEZIONI REUMATICHEIN TRENTINO

Patologia Incidenza Prevalenza(casi/anno) (casi presenti in media)

ARTRITE REUMATOIDE 145 1500

OSTEOPOROSI 37000

OSTEOPOROSI complicata 700-1000 13000(fratture femorali) (con frattura vertebrale)

1500(fratture vertebrali)

ARTROSI SINTOMATICA rilevante 20000

COXARTROSI sintomatica 6000-10000

GONARTROSI sintomatica 15000-18000

OSTEOARTROSI MANI sintomatica 13000-16000

SPONDILOARTRITI SIERONEGATIVE 5000

FIBROMIALGIA 9700

LES 12-15 150

DERMATO/POLIMIOSITE 4 40-50

SCLERODERMIA 7 120

MORBO DI SJOGREN 2000

VASCULITI 3-7 100(eccetto arterite di Horton)

ARTERITE DI HORTON 12 200-260

POLIMIALGIA REUMATICA 30-80 1100-1200

GOTTA 3000

CONDROCALCINOSI 7000

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Cosa dovete fare in presenzadi sintomi che possono farsospettare una malattiareumatica?

Andate dal vostro medico di base (molti medici dibase in Trentino hanno seguito i corsi di aggiorna-mento a loro rivolti dall’Unità Operativa di Reuma-tologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento).

Una volta valutati i sintomi ed eventuali esami, ilvostro medico stabilirà se avete bisogno di unavisita specialistica reumatologica (non tutte le ma-lattie reumatiche sono gravi) e quale grado di ur-genza vi occorre.

Vi assegnerà un codice con il quale prenotarlapresso il CUP secondo il sistema RAO (“Raggrup-pamenti di attesa omogenei” a seconda della gra-vità).

Se vi diagnosticano una patologiareumatica importante

Non spaventatevi, come abbiamo visto la diagnosiprecoce e i nuovi farmaci possono garantirvi unabuona qualità di vita e l’Associazione TrentinaMalati Reumatici vi può sostenere in molti modi.

Verrete presi in cura dai medici dell’Unità Opera-tiva di Reumatologia o dagli specialisti in Reuma-tologia di altre strutture accreditate che lavorano incollaborazione con l’Unità Operativa di Reumato-logia.

I medici avvieranno un percorso diagnostico-te-rapeutico mirato e integrato in relazione alla com-plessità della patologia, anche con il supporto deiseguenti specialisti, in modo da affrontare la ma-lattia su più livelli:– fisiatra e fisioterapista– ortopedico– dietologo– psicologo clinico

e ogni altro specialista necessario: neurologo, ne-frologo, dermatologo, ecc.

Il reumatologo stabilirà la frequenza delle visite dicontrollo per il monitoraggio della malattia e del-la terapia; verrà coadiuvato dal vostro medico dimedicina generale specie per quanto riguarda ilcontrollo dell’attività di malattia, il monitoraggiodei farmaci e i periodici esami di controllo.

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Unità Operativa diReumatologia

Ospedale Santa Chiara – Trento

Direttore: dott. Giuseppe PaolazziDirige e coordina le attività dell’Unità Operativa sia di degenzache ambulatoriali. Coordina ed è impegnato direttamente nell’at-tività degli ambulatori dedicati. Segue l’ambulatorio dei pazientiin terapia con i farmaci biologici, l’ambulatorio integrato direumatologia pediatrica e coordina il percorso integrato per ipazienti con fibromialgia. Segue i pazienti con connettiviti evasculiti.

È impegnato nell’attività scientifica e di ricerca, nell’insegnamen-to universitario presso l’Università di Verona e nei progetti eaggiornamento dedicati al personale medico e infermieristico.Coordina l’attività scientifica di supporto ai malati reumatici e leconferenza sul territorio.

(Foto Rensi)

Dirigenti medici reumatologi:

Dott. Roberto Bortolotti – È il sostituto del Direttore e il respon-sabile della struttura semplice del Day Hospital reumatologico.Segue l’ambulatorio dei pazienti in terapia con i farmaci biolo-gici, l’ambulatorio integrato dell’artrite psoriasica ed è il respon-sabile dell’ambulatorio dedicato della osteoporosi. È impegna-to nell’attività ambulatoriale ordinaria. È impegnato nell’attivitàdi ricerca, scientifica e di insegnamento.

Dott. Francesco Paolo Cavatorta – Ha incarico di alta professio-nalità ecografia articolare e capillaroscopia. È il responsabiledell’ambulatorio di ecografia articolare e infiltrazioni eco guida-te. Segue l’ambulatorio integrato nefrologico-reumatologico peri pazienti con vasculiti e connettiviti con problemi renali. È impe-gnato nell’attività ambulatoriale ordinaria. È impegnato nell’at-tività di insegnamento e scientifica.

Dott.ssa Susanna Peccatori – Ha incarico di alta specialità legatoalle pazienti reumatiche in gravidanza e segue l’ambulatoriointegrato ginecologico-reumatologico dedicato. Si occupa delLES. Segue, ed è il medico di riferimento, per pazienti ricoveratiin regime di ricovero ordinario. È impegnata nell’attività ambu-latoriale ordinaria. Segue (con il Direttore) il progetto riguardan-te le malattie rare. È impegnata nell’attività di insegnamento escientifica.

Dott. Lorenzo Leveghi – Segue i pazienti ricoverati in regime diricovero ordinario. È impegnato nell’attività ambulatoriale ordi-naria. Segue in particolare i pazienti con sclerodermia. È medicodell’ambulatorio di capillaroscopia. È uno dei medici dell’ambu-latorio integrato di reumatologia pediatrica. È impegnato nell’at-tività di insegnamento e scientifica.

Indirizzo: Largo Medaglie d’Oro, 9.Piano: ricovero ordinario sesto piano /

day-hospital, quinto piano, corpo B.Telefono: day hospital: caposala 0461 903679;

0461 903925; 903930; 903703 /ricovero ordinario 0461 903265.

Fax: day hospital 0461 902445/ricovero ordinario 0461 903962.

L’Unità Operativa di Reumatologia è il centro di riferimento perla cura delle malattie reumatiche del Trentino. Vi afferiscono

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pazienti affetti da reumatismi articolari infiammatori, da con-nettiviti, vasculiti e patologie dell’osso. In particolare vengonocurati pazienti affetti da artrite reumatoide, polimialgia reuma-tica, artrite psoriasica, spondilite anchilosante, artrite reattive,artriti legate a malattia intestinali, LES, sclerodermia, polimiositeed altre patologie infiammatorie del muscolo, dermatomiosite,Sjogren, connettiviti indifferenziate, sindrome da anticorpi fo-sfolipidi, vasculiti maggiori quali arteriti dei grandi vasi, la arte-rite di Horton e di Takayasu, Wegener, Churg Strauss, altre va-sculiti ANCA associate, morbo di Behçet. Vengono spesso seguitianche pazienti con sarcoidosi, artriti settiche, spondiliti infettive,artriti da cristalli, pazienti con malattie dell’osso come il morbodi Paget, algodistrofie riflesse, osteonecrosi, osteoporosi frattu-rative complicate.

L’Unità Operativa di Reumatologia è collegata con i principalicentri reumatologici italiani. È collegata con l’Università di Pado-va per la specializzazione in Reumatologia.

Collabora strettamente con la Reumatologia dell’Università diVerona. È l’unico centro di riferimento per il Trentino per la tera-pia con i farmaci “biologici” per la cura in particolare dell’artritereumatoide e delle spondiloartriti sieronegative. È in grado ditrattare patologie reumatiche gravi e complesse grazie al coor-dinamento con altre specialità (in particolare nefrologia, neuro-logia, pneumologia e dermatologia) presenti all’interno del-l’ospedale di Trento. È collegata a rete con le Unità Operative diMedicina e Geriatria degli ospedali del Trentino dove esiste unreferente per la reumatologia che si coordina con i medici del-l’Unità Operativa di riferimento. È collegata alle strutture reuma-tologiche dell’Alto Adige.

L’U.O. di Reumatologia è attivamente impegnata alla formazionedella rete con i medici di medicina generale e con gli specialistidel territorio. Collabora inoltre attivamente con l’AssociazioneTrentina Malati Reumatici ATMAR (www.reumaticitrentino.it).

L’U.O. di Reumatologia è organizzata in un reparto di ricoveroordinario, in un Day Hospital e in ambulatori dedicati. L’appro-priatezza sia al ricovero ordinario che al ricovero in day hospitalsono regolati da specifici criteri.

Per quanto riguarda il ricovero ordinario, l’accesso avviene oattraverso il pronto soccorso, o attraverso l’invio del medico dibase (filtrato dal pronto soccorso o dai medici specialisti), o di-rettamente su indicazione del medico specialista dell’U.O. diReumatologia. I pazienti reumatici ricoverati in altri reparti

intraospedalieri o negli ospedali periferici vengono seguiti in col-laborazione con i reumatologi dell’U.O.

L’accesso al Day Hospital è filtrato esclusivamente dai medicireumatologi dell’U.O. Tale servizio è aperto dalle ore 7,40 alleore 17 nei giorni di lunedì e martedì e dalle ore 7,40 alle 15 neigiorni di mercoledì, giovedì e venerdì. Si avvale di 20 letti incomune con le UU.OO. di Medicina. In day hospital vengonoricoverati pazienti che abbisognano di terapie endovena, di te-rapia con farmaci particolari, di terapia con farmaci immuno-soppressori endovena, di terapie con biologici endovena e didiagnostiche complicate ove non richiesto il ricovero ordinario.Il day hospital è ubicato al V piano del nuovo corpo B dell’ospe-dale S. Chiara all’interno del day hospital unico del dipartimentodi medicina interna.

Gli ambulatori di reumatologia, ai quali afferiscono pazienti in-viati dal medico di medicina generale o da altri specialisti, sonoattivi nelle giornate di martedì, mercoledì, giovedì con i seguentiorari: martedì e giovedì ore 13-17; mercoledì 9-13 e 14-17,escluso il primo mercoledì del mese. Le visite non sono nomina-li. Vengono distinte in prime visite, visite secondo sistema di pre-notazione RAO e visite di controllo. Il mercoledì mattina è dedi-cato interamente alle prime visite. Viene garantito un controllonominale con specifico reumatologo in caso di diagnosi inizia-le di malattia per un periodo di circa 4 mesi fino a stabiliz-zazione della stessa. L’accesso agli ambulatori è regolato prin-cipalmente attraverso la richiesta di visita al CUP (848 816816).È attivo un sistema di prenotazione chiamato RAO, che regolal’accesso in base alla gravità clinica. È attivo inoltre un sistemadiretto di prenotazione gestito direttamente dal personale degliambulatori per gli accessi rapidi e programmati di controllo. Nel-l’ambito dell’ambulatorio vengono eseguite terapie infiltrative edartrocentesi. Tale accesso, come per le visite rapide di controllo,dopo prima visita, è regolato dal personale infermieristico degliambulatori. Il numero di telefono da contattare (ore 11,30-13) è0461 903657. Gli ambulatori sono ubicati al II piano della pa-lazzina “Crosina Sartori”.

I pazienti in cura con i farmaci “biologici” vengono seguiti pressoun ambulatorio dedicato. Tale ambulatorio è ubicato nel DayHospital. La prenotazione è gestita direttamente dal personaledell’ambulatorio.

L’U.O. di Reumatologia si avvale anche del servizio di capil-laroscopia e di ecografia articolare. L’accesso al servizio di

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capillaroscopia avviene attraverso il CUP. L’accesso al servizio diecografia articolare è gestito dalla segreteria della U.O. diReumatologia (tel. 0461 903251) o attraverso il CUP.

Servizio di capillaroscopia: giovedì ore 10.15-13 (D.H Reuma-tologico, V piano corpo B Ospedale S. Chiara).

Servizio di ecografia: lunedì ore 13-16.30 e martedì ore 11-14esclusivamente per infiltrazioni eco-guidate (ambulatorio ecogra-fia, V piano Medicina I, Ospedale S. Chiara).

È attivo un ambulatorio di psicologia clinica, gestito dal dott.Marco Gradassi il lunedì con orario 13-16 presso il Day HospitalV piano corpo B Ospedale S.Chiara. Le prenotazioni sono ge-stite direttamente dai reumatologi della U.O. L’ambulatorio èindirizzato ai pazienti fino ai 35-40 anni di età con diagnosi diartrite reumatoide, connettivite e fibromialgia che presentinoproblematiche psicologiche legate alla malattia di cui soffrono.

È attivo un ambulatorio interdivisionale tra l’U.O. di Reuma-tologia e la U.O. di Dermatologia per la cura dell’artrite psoria-sica grave e l’utilizzo del farmaci biologici. Tale ambulatorio sieffettua nella giornata di mercoledì dalle ore 11 alle ore 12 conprenotazione diretta da parte del personale dell’ambulatorio.

È attivo un ambulatorio dedicato all’osteoporosi del quale è re-sponsabile il dott. Roberto Bortolotti. L’accesso a tale ambulato-rio è regolato direttamente dai medici dell’U.O. L’ambulatorio èaperto il mercoledì dalle ore 12,30 alle ore 15 presso l’ambula-torio n. 15 del II piano della palazzina “Crosina Sartori”.

Sono attivati un ambulatorio integrato con la Unità Operativa diNefrologia, un ambulatorio integrato dedicato alle pazienti reu-matiche in gravidanza e un ambulatorio integrato dedicato allareumatologia pediatrica. Prenotazioni attraverso il CUP.

È attiva una collaborazione con la Unità Operativa di Fisiatriaindirizzata alla cura della mano sclerodermica e con i terapistidel dolore per il trattamento del dolore reumatologico cronico.È stato inoltre avviato un percorso integrato e strutturato(reumatologo, psicologo clinico, fisioterapista, terapista del do-lore) per la cura dei pazienti con sindrome fibromialgica.

Dal portale web dell’Azienda provinciale per i servizi sanitariwww.apss.tn.it

Associazione Trentina MalatiReumatici: una mano allasperanzaL’Associazione Trentina Malati Reumatici è nata nel 1995 conl’intento di rappresentare una “casa comune” in cui tutti malatireumatici del Trentino e i loro famigliari possano riconoscersi etrovare un punto di riferimento e di sostegno per i problemi diordine assistenziale, sociale, psicologico che incontrano nel cor-so della malattia.

Le finalità dell’Associazione sono:– la promozione e il sostegno di iniziative dirette a migliorare

e a diffondere la conoscenza delle malattie reumatiche, deimezzi di cura e di riabilitazione, per accrescere la consa-pevolezza della persona malata nei confronti della propriamalattia, per sfatare i molti luoghi comuni che ancora gra-vano sulle patologie reumatiche e per contrastarne la scarsaconsiderazione sociale;

– l’attivazione di iniziative dirette alla tutela dei diritti deimalati e al miglioramento complessivo della loro qualità divita sul piano sanitario, assistenziale e sociale;

– la sensibilizzazione delle autorità politiche e sanitarie attra-verso azioni dirette a conseguire condizioni ottimali per ladiagnosi precoce, la cura e la riabilitazione;

– la promozione e il sostegno di iniziative che, sul pianoscientifico, didattico, informativo sono finalizzate a miglio-rare la conoscenza delle malattie reumatiche e dei mezzi diprevenzione, cura e riabilitazione.

I valori che costituiscono le fondamenta ideali del ruolo socia-le svolto dall’ATMAR e che fanno sì che l’Associazione possacrescere, svilupparsi e radicarsi nel tessuto della comunità sono:– il rispetto per la dignità della persona– la solidarietà– l’amicizia– la fiducia– la condivisione

Attraverso il reciproco sostegno le persone che decidono di farparte dell’Associazione stabiliscono un legame di solidarietà,

di comprensione, di empatia, di condivisione di problemi, ideee obiettivi comuni.Di fronte al disagio che a vari livelli una malattia cronica deter-mina, partecipare in modo attivo alla vita dell’Associazione puòpermettere un’esperienza positiva di scambio e di confronto trapersone accomunate dallo stesso disagio, e, pur non sostituen-do un percorso terapeutico, può rappresentare un’opportunitàdi esplorare nuove risorse interiori, che consentono di guardareal proprio futuro in un’ottica di trasformazione, di crescita, disperanza.

Il malato reumatico subisce un profondo cambiamento nellapropria vita per problematiche di vario ordine, che lo portanoa chiudersi in se stesso.L’Associazione offre al malato l’opportunità di uscire dall’iso-lamento della malattia e di trovare:– accoglienza– sostegno– incoraggiamento– confronto– informazione– tutela dei diritti

Condividere attività, momenti di riflessione, di aiuto e di soste-gno reciproco può permettere alla persona malata di sentirsiascoltata, capita, rassicurata, riconosciuta.

L’Associazione opera in favore dei malati reumatici attraversoattività e servizi di varia natura in diversi ambiti che riguarda-no:– informazione sulle malattie reumatiche, realizzata median-

te il sito web, il notiziario, le campagne informative, le tra-smissioni televisive e radiofoniche, le conferenze, i conve-gni;

– assistenza, consulenza, tutela legale offerte dallo Sportellod’ascolto e da uno studio legale convenzionato;

– supporto psicologico attraverso gruppi di auto mutuo aiu-to e percorsi di gruppo guidati dallo psicologo;

– riabilitazione attraverso corsi di economia articolare e diautotrattamento domiciliare tenuti da fisiatri e fisioterapi-sti;

– socializzazione attraverso il laboratorio creativo e incontritra malati e famigliari;

– incontri e tavole rotonde di riflessione su temi bioetici

L’Associazione considera di vitale importanza il rapporto dicollaborazione con l’Azienda provinciale per i Servizi sanita-ri, l’Unità Operativa di Reumatologia e le Istituzioni provincialipreposte alla programmazione e gestione delle politiche per laSalute e l’Assistenza Sociale, nell’ottica di un’effettiva parteci-pazione alla promozione della salute, alla definizione dei biso-gni e delle priorità in ambito socio-sanitario. In questo quadrol’ATMAR è referente per l’Azienda Sanitaria per i problemi le-gati alla condizione dei malati reumatici, sui quali promuovemomenti di confronto, partecipa e collabora a iniziative di ag-giornamento per il personale sanitario.Particolare rilievo l’ATMAR attribuisce anche alla sinergia conaltre associazioni regionali di malati reumatici e con organismidi tutela dei diritti del malato, nella prospettiva di una rete, ingrado sia di rafforzare l’azione di sensibilizzazione delle Isti-tuzioni sui problemi dei malati reumatici, sia di realizzare ini-ziative congiunte di informazione e aggiornamento sulle ma-lattie reumatiche e sui temi di carattere sociale ad esse legati.

Per avere informazioni sulle malattie reumatiche, sulleattività e i servizi attivati dall’ATMAR

puoi trovarci nella nostra sede:Associazione Trentina Malati Reumatici ATMAR (ONLUS)Largo Nazario Sauro 11, TRENTOMartedì 10-12 – Giovedì 17-19

telefonare al numero:348 3268464 dalle 14 alle 19, da lunedì a venerdì

visitare il sito web www.reumaticitrentino.itinviare una mail a [email protected]

ATMAR codice fiscale 96043200227Conto corrente Cassa Rurale di Trento,Via Belenzani, 4, 38100 TRENTO;Codice IBAN: IT76 N083 0401 8070 0000 7322665

Per crescere e contare di più l’ATMAR ha bisognoanche del tuo aiuto: vieni a trovarci e dona un po’del tuo tempo all’ATMAR, puoi aiutare gli altri esentirti parte di un progetto che aiuta anche te.

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Finito di stampare nel mese di marzo 2009per conto dell’Associazione Trentina Malati Reumaticidalla Publistampa-Artigrafiche (Pergine Valsugana)

su carta ecologica certificata FSC

Associazione TrentinaMalati Reumatici

Onlus