il Cingolo n. 2

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UN LENTO DECLINO Giovani sempre meno incentivati a restare al paesello. E lo spopolamento delle aree interne sembra inesorabile. Inoltre ATTUALITÀ Petrolio in Abruzzo La pillola Cave TECNOLOGIA CULTURA

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La seconda uscita della rivista 'il Cingolo'

Transcript of il Cingolo n. 2

un Lento DecLinogiovani sempre meno incentivati a restare al paesello.e lo spopolamento delle aree interne sembra inesorabile.

inoltre

AttuALitÀ

Petrolio in Abruzzo

La pillola

cave

tecnoLogiA

cuLturA

2 il Cingolo ritardatario • 2, febbraio 2010

Migliaia di adesioni ai tanti grup-pi su Facebook, comunicati stampa, newsletter, mail, raccolta firme, fogli informativi, giornali locali, blog e siti internet sull’argomento e, soprattut-to, associazioni, tante, e cittadini in prima linea per un obiettivo comu-ne: scongiurare la realizzazione della cava di Punta Penna.Una mobilitazione come non la si vedeva da anni. Da Vasto arriva una

lezione di impegno civile senza pari. Non cittadini che subiscono in silenzio gli eventi e le decisioni calate dall’alto, ma fauto-

ri del cambiamento e del ribaltamen-to di scelte non condivise, all’appa-renza macigni insormontabili.Una cava per il ripascimento delle spiagge di Casalbordino; una cava da realizzarsi in uno dei tratti più belli, Punta d’Erce, Riserva Naturale. Dal-le prime avvisaglie del pericolo sono partite le ricerche nei documenti uffi-ciali scoperchiando quelli che erano i progetti già stabiliti. Tante api opera-

ie che giorno dopo giorno, da un blog all’altro, di bocca in bocca han ma-cinato dati controbattendo e smen-tendo le rassicurazioni dei lontani politici (che di fronte alla crudezza delle carte si rimpallavano la patata bollente nonostante facenti parte del medesimo schieramento).Un battere inesorabile, riunioni, as-semblee, presenza ingombrante nel consiglio comunale, fino a quando è arrivata la notizia: la cava non si farà.Non pecore, ma cani da guardia per il bene comune.

Antonino Dolce

editoriale

SommarioBrevi/Brevissime ����������������������������� 3

In copertinaEffetto centrifugo �������������������������������������� 4Altro che navigare, qui si affonda! ������������� 6AttualitàA macchia d’oil ������������������������������������������ 8Pillola abortiva ������������������������������������������ 9Da LentellaEx-cave diventate discarichea cielo aperto ������������������������������������������� 10L’ultimo anno di vita. Finalmente ������������ 10

Da VastoDalla “cava di sabbia”all’utopistica nuova politica ����������������������11Supposte informaticheL’infezione ����������������������������������������������� 12il Cingolo culturaleLibri da comodino ������������������������������������13Lui ����������������������������������������������������������� 14Tempo liberoSan Valentino ������������������������������������������ 15TechTips �������������������������������������������������� 15La data21�03�1950 ����������������������������������������������� 16

Quando ti trovi d’accordocon la maggioranza, è il momento

di fermarti a riflettere.Mark Twain

~CaporedattoreAntonino Dolce

VicePina Colamarino

RedazioneJessica Chiacchia, Nicola Lucio Ciancaglini, Stefania Cionci, Gianni Cordisco, Fernando Crisci, Giordana D’Achille, Roberto De Ficis, Elena Falcucci, Valentino Giammichele, Giulio Giarrocco, Angelo Marchione, Daniele Roberti, Valentina SciasciaLe illustrazioni di pag. 8 e pag. 11 sono di Franco Sacchetti, quella di pag. 14 di Emma-o.

Stampato in proprioDistribuito a: Fresagrandinaria, Furci, Lentella, San Salvo, Vasto (presso sede Arci).

[email protected]://www.facebook.com/ilCingolo

Supplemento di histonium.net, Reg. Tribunale di Vasto n. 106 del 25 maggio 2005, anno VI, num. 51.On-line su www.sansalvo.net da martedì 23 febbraio 2010.

Striscioni durante il No Cava Day a Vasto

La foto

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brevibrevissime lentella, la lateRlite È oK? PeR

PoRta nUoVa no Giovedì 21 gennaio è avvenuto un incontro in Comune tra Eugenio Caporrella (assessore all’Am-biente della Provincia di Chieti), Carla Di Biase (presidente della Commis-sione Urbanistica e Ambiente della Provincia), i consiglieri d’opposizio-ne Camillo D’Amico (PD) ed Eliana Menna (IDV), il sindaco di Lentella, Carlo Moro e Pasquale De Fabritiis, responabile Laterlite (nel quale si pro-duce argilla espansa e altro materiale isolante). L’incontro, al quale è seguito un sopralluogo della fabbrica, giunge dopo l’interrogazione in sede di consi-glio provinciale da parte della Menna affinché si verificassero le condizioni dello stesso e il rispetto per l’ambiente.“L’impianto è un modello di azienda per il rispetto in materia ambientale” ha affermato Caporrella; soddisfatti anche gli altri rappresentanti. Di tutt’altro avviso l’associazione vastese Porta Nuova, che in un corposo comuni-cato stampa (http://www.scribd.com/doc/26964512/Laterlite-17-02-10) ricorda un po’ di dati sull’impianto (capacità potenziale d’incenerimento di rifiuti pari a circa 24.000 tonnellate, ovvero il 17% della produzione nazionale che lo marchia come secondo più grande in tutta la nazione) e il mancato adempi-mento delle prescrizioni dell’AIA, come l’installazione a opera dell’ARTA di una centralina di monitoraggio dei fumi.

Coletti denUnCia Relativamente all’andamento dell’Ufficio Servizi Atti-vità Tecniche Territoriali ex Genio Ci-vile, da qualche tempo di competenza della Provincia, dichiara l’ex Presiden-te Provinciale Sen. Tommaso Coletti: “Ormai sono passati quasi sette mesi e la situazione che ci segnalavano fino a poco tempo fa i tecnici era di una enorme quantità di opere in attesa pari a 15milioni di euro. Un caos creato ad arte per cacciare persone preparate professionalmente ma non allineate con la nuova amministrazione provin-

ciale”. Il Senatore lamenta la mancata concertazione con gli ordini professio-nali come avveniva in passato, utile anche per individuare professionalità, soprattutto giovani, per accedere a programmi e finanziamenti regionali, nazionali e comunitari. Fondi aggiun-tivi al bilancio ordinario provinciale poiché c’è la possibilità di usufruire del fondo di rotazione: una voce di bilancio che pagherebbe il professioni-sta solo nel caso in cui il progetto non venisse finanziato. Ricorda infine che “i territori si sviluppano quando bravi amministratori e grandi professionisti si uniscono e pensano a quale direzio-ne prendere per tale sviluppo”.

neW entRY nell’inFoRmaZione Da circa due mesi è on-line un nuovo “foglio informativo”, Il Cafone di Fontamara. Si legge dal numero 0: «Il Cafone di Fontamara è un giornale che si occupa dell’informa-zione abruzzese. Ambiente, Clima, Cultura, Attualità, Politica, Sviluppo Sostenibile, Mobilità Sostenibile, Decrescita Felice.»Indirizzo dal quale scaricarlo: http://ilcafonedifontamara.wordpress.com/.

il Vastese sbaRCa sU google stReet VieW Se qualche mese fa vi siete imbattuti in un’automobile con uno strano marchingegno sul tetto, niente paura: si trattava della Google car. Il dispositivo in questione è un insieme di fotocamere che producono scatti a 360° durante il passaggio. Le immagi-ni raccolte finiscono nel database di Google Street View, un servizio che vi consente di percorrere le strade citta-dine e non attraverso il computer e la rete. La sensazione che si ha, è quella di camminare potendo ruotare la vi-sta di 360°. Il servizio (gratuito) è nato nel 2007 e comprendeva solo cinque città americane. Oggi la copertura è aumentata a ritmi vertiginosi. Presu-mibilmente nel periodo estivo, è stata esportata buona parte dell’Abruzzo. Non solo Vasto, San Salvo e i centri maggiori, ma anche Fresagrandina-ria, Furci, Lentella, ecc.Per iniziare il tour virtuale andate su http://maps.google.com/help/maps/streetview/, o scaricate Google Earth (earth.google.com) e attivate l’opzione “Google Street View”, digitate l’in-dirizzo di vostro interesse e... buon viaggio.

Una veduta di Fresa da Google Street ViewGoogle Street View

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in copertina | spopolamento

allo studio dei dati Istat e di quelli demografici relativi ai nostri comuni emerge che stiamo assi-stendo ad un lento (nem-

meno tanto) e inesorabile esodo del-la popolazione verso la costa e non solo. Città come Vasto e San Salvo hanno da anni un costante aumen-to della popolazione a discapito del territorio collinare e montano (vedi tabelle). È quest’ultimo il dato che ci interessa (a prescindere dai numeri) nell’analisi dei quali vanno conside-rati quanti, pur risultando residenti, non vivono effettivamente nel pa-ese, come gli studenti universitari. Ciò su cui rifletto da diverso tempo è il perché giovani (single, coppie, famiglie) scelgono di trasferirsi sulla costa investendo i propri risparmi e i propri sogni lì piuttosto che nel pa-ese di nascita. È la tendenza dei no-stri comuni in cui, evidentemente, qualcosa sta andando storto. Forse vale la pena che gli amministratori locali si pongano certe domande, più o meno queste:

perché nel comune che amministro aumenta continuamente il fenomeno dell’emigrazione? Perché i giovani che possono permetterselo preferisco-no andare via? Cosa potrebbe convin-cerli a restare o tornare? Mi interessa davvero che questo avvenga?Purtroppo la risposta a quest’ultima domanda sembra essere: NO, non mi interessa!L’atteggiamento dei nostri ammini-stratori è miope, lo sguardo e l’inte-resse si spinge al massimo alla data delle prossime elezioni senza un pia-no, un programma concreto a lungo termine, utile alla comunità, alla sua crescita demografica e culturale. Coltivare talenti, incoraggiare idee, stimolare menti attive dovrebbe es-sere un investimento per l’intera comunità. Questo invece puntual-mente non avviene finché poi, dopo troppi sforzi, chi ha la buona volontà abbandona la causa e cerca altri lidi dove poter mettere a frutto le pro-prie capacità. Ma non solo. In questi territori negli scorsi anni, diverse coppie in procinto di sposarsi o già con famiglia, pur volendo restare al paese, hanno dovuto acquistare un appartamento (magari con mutuo) in qualche triste condominio di Va-sto –che a Vasto ci siano case per il doppio degli abitanti è un argomento che la dice lunga sulla gestione del territorio e la qualità dell’edilizia; ar-gomento che, probabilmente, affron-teremo presto– o San Salvo perché impossibilitati a costruire casa per vari impedimenti di natura tecnica o personale che nessuno ha avuto la volontà di risolvere (per esempio Piani Regolatori bloccati).Questi sono solo piccoli esempi, di fatto nessuna energia economica o di programma è mai spesa per incenti-vare i ragazzi a tornare al paese dopo gli studi, chi lo fa è spesso costretto dalla crisi del mondo del lavoro visto

che la vita nei piccoli comuni è più accessibile. Magari si potrebbe parti-re proprio da questo per costruire un piano di incentivi a rivalutare la vita nelle piccole comunità: il costo e la qualità della vita, creando servizi e infrastrutture che sviluppino questi aspetti. Niente di fantascientifico. Bastereb-be incanalare i fondi in investimenti funzionali, tanto per fare un esem-pio, progettando strade di collega-mento utili ai lavoratori pendolari piuttosto che strade nel deserto che non portano da nessuna parte; pun-tare ad una maggiore cura del paese, dell’aspetto ambientale e architetto-nico sviluppando anche un turismo sostenibile di concerto con le città della costa. Prevedere agevolazioni fiscali per coppie che decidano di ri-siedere nel paese, o per le famiglie numerose, molti paesi in via di spo-polamento lo stanno facendo. Punta-re sulle risorse naturali del territorio e le attività agricole piuttosto che im-pianti a forte impatto ambientale che arricchiscono pochi e pesano sulle

effetto centrifugoPina colamarino – [email protected]

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in copertina | spopolamento

generazioni future e su chi decide di investire nel paese. Insomma baste-rebbe fare tutto il contrario di quello che solitamente si fa o non si fa. Persino la “pazzia” del Min. Gelmi-ni di chiudere le classi con meno di cinque alunni e dirottare i bambini in scuole di altri paesi (succede già a San Buono e Liscia) sarebbe bypas-sabile se gli amministratori non si fa-cessero “sfuggire” le giovani coppie. Si coprono invece col dito dell’ipo-crisia puntato a Marystar [cit. Littiz-zetto] e mai a se stessi.È fondamentale per queste piccole comunità sviluppare i servizi, so-stenere l’artigianato, le attività au-tonome e il commercio che rendono la vita di un paese possibile. Non è pensabile vivere in un posto dove non c’è un’attività commerciale. Dove trovare il pane fresco, i quo-tidiani, il latte di giornata, la carne per la minestrina del bimbo o il pro-sciutto per fare bella figura con gli ospiti dell’ultimo momento? Come potrebbero vivervi degli anziani? Nessuna amministrazione pare preoccuparsi di queste attività che,

seppure private, sono veri e propri servizi fondamentali alla comunità, servizi a cui, in primis, dovrebbero ricorrere le amministrazioni e poi gli stessi cittadini, se ne capiscono il valore. Al contrario, quando si tratta di un’attività professionale o di ma-estranze che, rispetto all’acquisto di

prodotti, richiedono determinate ca-pacità, esperienza ecc.si cerca il più vicino possibile, a prescindere dalle competenze. Non mi risulta che ci siano nei nostri comuni i “virtuosi” elenchi professionisti in cui chiun-que, avendo i requisiti, può iscriver-si e da cui le amministrazioni scel-gono le figure più adatte in base al curriculum vitae, al fine di migliora-re il paese.Se la risposta a tutto questo dire fos-se la solita inappellabile scusa della mancanza di cassa, nel caso non si fosse capito che, soprattutto in un periodo di crisi economica come que-sto, ponendosi i suddetti obiettivi e facendo scelte oculate, uno sviluppo dei piccoli paesi è possibile con gli stessi fondi, suggerirei di utilizzare lo strumento “Comunità Montana” (che secondo la finanziaria 2010 po-trebbero saltare) come si conviene (piuttosto che come slot machine distributrice di gettoni di presenza) e di uscire da visioni troppo munici-palizzate dei comuni, ottimizzando la collaborazione tra piccoli comuni vicini.

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Lentella Fresagrandinaria Furci Gissi San Salvo Vasto

Tabella n. 1Numero di abitanti

Lentella Fresagrandinaria Furci Gissi San Salvo Vasto

2008 734 1�103 1�149 3�032 18�932 39�376

2009 736 1�100 1�146 3�025 19�017 39�707

Tabella n. 2Età

Ultimo rilevamento: agosto 2009

Da 0 a 18 Da 19 a 65 Oltre i 65

Lentella 12o 455 160

Fresagrandinaria 168 642 305

Furci 164 659 331

Gissi 492 1�827 699

San Salvo 3�716 12�520 2�410

Vasto 7�029 25�077 6�689

Fonti

Tabella n. 1: uffi ci anagrafe Comuni interessati.Tabella n. 2 e Grafi co n. 1: ISTAT.

Grafico n. 1 Saldo naturale (nati - morti) | Saldo migratorio (immigrati - emigrati)

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in copertina

ALtro cHe nAvigAre,Qui si AffonDA!nicola Lucio ciancaglini – http://www.ilpaesedigissi.it – [email protected]

rmai è acclarato che tra i servizi ritenuti indi-spensabili per la popola-zione vi è la banda larga. In Italia, purtroppo, la

situazione non è delle migliori. Da quanto emerge nel rapporto tra fa-miglie e nuove tecnologie presentato dall’Istat, solo il 34,5% dei nuclei fa-miliari italiani ha una connessione a banda larga. Secondo i dati statistici in Italia, la percentuale di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni, che possiedono un accesso a Internet da casa a banda larga, è pari al 39%, ben al di sotto della media eu-ropea dove il tasso di penetrazione è pari al 56%. Un risultato che ci collo-ca al quartultimo posto in Europa, da-vanti a Grecia, Bulgaria e Romania.Uno dei principali ostacoli alla diffu-sione della banda larga, è sicuramente l’alfabetizzazione informatica, infatti il 45% degli italiani (Istat 2009) non possiede un pc. Dal rapporto Betwe-en 2009, la mancanza di un personal computer nelle abitazioni non è impu-tabile a motivi economici, bensì a fat-tori culturali, molti ritengono il pc uno strumento inutile. Fattore aggiuntivo a causare ritardi della banda larga, è il digital divide, ovvero il ritardo in-frastrutturale che oggi riguarda circa 8 milioni di persone, che attualmente, non dispone di un accesso alla banda larga. Un numero che sale a 22 milioni se si usa come parametro la connes-sione superveloce da 20 Mbps, attual-mente garantita solo in alcune aree.Ulteriore dato su cui riflettere è l’ambi-guità degli investimenti per potenziare l’infrastruttura esistente. In un primo momento il ministero dello sviluppo economico aveva promesso di stanzia-re 800 milioni di euro nell’ambito di un progetto di 1,47 miliardi (Piano Roma-

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Fonte: Istat (2009)

Famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad Internet da casa a

banda larga.(per 100 famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni)

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Repubblica Ceca

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Romania

Fonte: Istat (2009)

Famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad Internet da casa a

banda larga.(per 100 famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni)

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COPERTURA ADSL PER REGIONEFonte: Beetwen (2008)

Copertura ADSL

Digital Divide

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COPERTURA ADSL PER REGIONEFonte: Beetwen (2008)

Copertura ADSL

Digital Divide

ni) per garantire la banda larga 20 Mbps al 96% del-la popolazione e 2 Mbps alla re-stante parte en-tro il 2012. Suc-cessivamente i fondi sono stati congelati in at-tesa che il paese esca dalla crisi, salvo poi essere nuovamente ga-rantiti per la fine del 2009. Nono-stante la volontà di investire con fondi pubblici nel potenzia-mento della rete internet ad alta velocità, rimane il problema che siamo comunque indietro rispetto agli altri paesi europei. In Finlandia, ad esem-pio, si parla di Diritto alla Rete per far arrivare i 100 Mbps in ogni abitazione entro il 2015, in paesi come la Grecia c’è un piano nazionale per portale la banda larga a 50 Mbps, invece noi, che siamo in “leggera” controtendenza, come direbbe un comico genovese, non abbiamo alcuna offerta ADSL che

superi i 20 Mbps, al contrario del resto d’Europa dove c’è già la 50 Mbps, che da noi arriverà inizial-mente solo nelle grandi città ita-liane, generando un’evidente e ul-teriore disparità di trattamento tra le diverse aree d’Italia.Quello appena descritto è uno scenario disa-stroso, in quanto dimostra il diva-rio abissale, in termini di qua-lità del servizio

offerto, digital divide e alfabetizzazio-ne informatica, inoltre, aggiungerei in termini di innovazione tecnologica, tra la nostra Nazione e il resto d’Europa. Il paradosso è che stiamo investendo nell’obsolescenza, ma in Italia non è una novità.Se andiamo a ficcare il naso nelle que-stioni di “casa”, in Abruzzo, la situazio-ne è alquanto controversa, se da un lato abbiamo un tasso di alfabetizzazione

informatica tra i più alti d’Italia, pari al 55% (Osservatorio Banda Larga 2009), dall’altro lato siamo penalizzati in ma-niera consistente per quel che riguarda il digital divide. Siamo una delle ultime regioni in Italia per copertura ADSL, solo l’85% della popolazione è raggiun-to da tale servizio. In un master plan realizzato dalla società Between, per conto della Regione Abruzzo, viene evi-denziato l’enorme carenza infrastruttu-rale della nostra regione. La mancanza di copertura viene giustificata, sempre secondo lo studio condotto da Between, dalla mancanza di investimenti per la predisposizione delle centrali telefoni-che all’alta velocità. A farne le spese sono i piccoli comuni dell’entroterra, in particolare quelli della provincia di Chieti, dove circa il 35% della popola-zione è in digital divide (rilevazione maggio 2007). Una notizia positiva in tal senso, viene dall’Amministrazione Provinciale, infatti, in un recente co-municato stampa ha dichiarato che è allo studio una possibile sperimenta-zione in collaborazione con l’Enel, per far giungere la banda larga ad ogni Co-mune della Provincia attraverso il rifa-cimento delle linee elettriche dorsali, specialmente nei piccoli Comuni mon-tani e pedemontani, dove le compagnie telefoniche non investono nella realiz-zazione delle infrastrutture per l’acces-so alla banda larga, in quanto ritenuto economicamente svantaggioso.Sempre più spesso si assiste a discri-minazioni di questo tipo ai danni dei piccoli comuni, non solo per quel che riguarda la banda larga ma anche per servizi ben più importanti. A tale proposito, può essere utile pensare ai tagli nella sanità e nell’istruzione nel nostro territorio, con il ridimen-sionamento dei presidi ospedalieri e la chiusura delle scuole. In assenza di questi servizi essenziali, si ha un conseguente impoverimento econo-mico del territorio, e congiuntamen-te si osserva lo spopolamento dei pic-coli paesi, orfani dei loro giovani che non hanno alcuna prospettiva futura nei loro paesi d’origine. Occorre in-tervenire con politiche sociali ed eco-nomiche mirate per arrestare questa emorragia di persone, e garantire un servizio come la banda larga a tutti può essere un punto di partenza, spe-rando che non sia troppo tardi.

banda laRga: nell’accezione comune indica l’insieme di tecnologie che trasmettono informazioni ad alta veloci-tà, anche se non ancora si di-scute su quanto debba esse-re veloce una tecnologia per essere considerata “banda larga”.mbPs: megabit per secondo, è un’unità di misura che indica la velocità di trasmissione di dati su una rete informatica.adsl: acronimo di Asymmetric Digital Subscriber Line, è una tec-nologia che consente l’accesso a in-ternet ad alta velocità.digital diVide: si intende il divario esistente tra chi può accedere alle nuove tecnologie (internet, perso-nal computer) e chi no.

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attualità | petrolio

ome dicevamo nello scorso numero, la Giunta Chiodi il 30.11.2009 ha proposto il suo Disegno di Legge sul tema pe-

trolio ad un mese dalla scadenza della legge firmata dalla precedente ammi-nistrazione regionale (L.Reg. 14/2008 recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 2/08: “Provvedimen-ti urgenti a tutela della costa teatina”). Dopo una lunga concertazione, la boc-ciatura degli emendamenti proposti dal capogruppo PD Camillo D’Alessandro, il voto contrario del PD e l’astensione dell’UDC, il disegno, il 18 dicembre, è diventato Legge Regionale n. 32.Questa vieta le attività di prospezione, ricerca, estrazione, coltivazione e lavo-razione di idrocarburi liquidi, in alcune aree come quelle sottoposte a vincolo, aree di elevata pericolosità, aree agrico-le destinate alla coltivazione di prodotti d.o.c., d.o.c.g., i.g.t., ecc.Associazioni ambientaliste, tecnici e politici, alla presentazione del DdL, ne hanno portato alla luce lacune e pericoli considerandolo in linea con quando in-dicato nella Legge Obiettivo del Gover-no che mette l’Abruzzo al primo posto tra i siti petroliferi nazionali.Associazioni ambientaliste hanno ri-chiesto che la norma si riferisse anche alla tutela del tratto di mare antistante la costa abruzzese che è interessata “per oltre 5.600 km quadrati” da richieste e

glio dei Ministri per presunti profili di il-legittimità costituzionale. La bocciatura dell’emendamento sulla tutela dell’area identificata come Parco della Costa Te-atina ha liberalizzato definitivamente la messa in opera delle piattaforme offsho-re. A pochi chilometri dalla costa teatina tra San Vito e Ortona è infatti in arrivo “Ombrina mare 2”, una mega piattafor-ma petrolifera con permesso di colti-vazione, della compagnia inglese Mog (Mediterranean Oil & Gas). Il 3 Dicem-bre 2009 il progetto di “Ombrina mare 2” è stato sottoposto al Ministero dell’Am-biente per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). «Piattaforme come questa rimangono in esercizio per un minimo di 20/30 anni», hanno ricordato i comitati, «e, secondo quanto dichiarato agli organi di stampa internazionali dalla stessa Società propo-nente, saranno scavati altri quattro pozzi, oltre a quello già esistente, per estrarre petrolio e gas. Del resto questo è solo l’ul-timo atto di una serie di richieste di con-cessioni che riguardano il nostro mare».A settembre, infatti, la società canadese Vega Oil e la società irlandese Petrocel-tic hanno avanzato una richiesta per tri-vellare a 7 km dal porto di Ortona con il progetto “Elsa 2”. Ad Ottobre la stessa Petroceltic ha avanzato richiesta per tri-vellare in altri due permessi a 5 km dal-la costa a largo di Casalbordino e Vasto. «Presto arriveranno anche le richieste per trivellare il teramano». Anche per questo, ancora una volta, ai cittadini l’onere di porre rimedio.E la storia continua...

concessioni già in atto per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi. La loro pro-posta è di utilizzare il Piano di Gestione Integrata della Zona Costiera, previsto da una Direttiva Europea e dalla norma-tiva italiana, già utilizzato con successo dalla Regione Emilia Romagna.Camillo D’Alessandro, appena uscito il DdL, ha elaborato una serie di emenda-menti integrativi riproponendo alcuni commi abrogati della L.R. 14/2008, con-siderati di fondamentale importanza come quello che prevede strumenti di tutela della salute che vanno aldilà del-la semplice valutazione di Impatto Am-bientale, come la Valutazione di Impatto strategico (VAS) da realizzarsi attraver-so lo strumento della VIS (Valutazione di Impatto Sanitario). Tutte le proposte sono state bocciate, un’azione di chiusu-ra che, ad esempio, per la VIS, non solo spalanca le porte alla costruzione del centro oli, ma anche ad attività altret-tanto pericolose per la salute pubblica come inceneritori e discariche di rifiuti tossici e pericolosi .Per quanto riguarda invece il profilo tecnico/legislativo, secondo l’avv. Carlo Massacesi (come indica un parere del Servizio Legislativo della Regione a fir-ma del suo dirigente), la legge “non è tale da poter rimuovere completamente i noti motivi di impugnativa avanzati dal Governo nel relativo ricorso attualmen-te al vaglio del Giudice delle Leggi”. La suddetta L. Reg. 14/2008, infatti, è stata impugnata dalla Presidenza del Consi-

A MAccHiA D’oiLPina colamarino – [email protected]

Di nuovo, con il numero del Cingolo in uscita, è giunta una “ultim’ora”. An-che la L.R. n.32/09 è stata impugnata dal Governo centrale per illegittimità, proprio come sosteneva l’Avv. Mas-sacesi. Infatti si sostiene che il settore della produzione di fonti di energia (in cui rientre-rebbero gli idrocarburi), è materia da regola-mentare con norme statali. Mentre l’azione, per la legge del 2008, avveniva contro l’am-ministrazione di centro sinistra, questa volta avviene contro la stessa maggioranza del Go-verno Berlusconi.Dichiarano Legambiente e WWF: “Come sta avvenendo per l’energia nucleare il Gover-no nazionale sembra intenzionato a privare le comunità locali, anche nella loro massi-ma rappresentanza quali sono le Regioni, di qualunque potere decisionale su una materia fondamentale come la produzione energetica che pure si caratterizza per avere pesanti rica-dute sul territorio, sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sulle loro attività economiche”.

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© Franco Sacchetti © Franco Sacchetti

il Cingolo ritardatario • 2, febbraio 2010 9

attualità | salute

PiLLoLA ABortivAQuereLLe e suA concLusionestefania cionci – [email protected]

l 10 dicembre 2009, con la pubbli-cazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’autorizzazione all’immissione in commercio della pillola aborti-

va, viene dato in Italia il via libera defi-nitivo all’aborto farmacologico. La Ru-486, la cui sigla completa è RU-38486, non è altro che un ormone steroideo: il MIFEPRISTONE che consente di abortire senza ricorrere all’intervento chirurgico attraverso un processo si-mile a quello che accade durante il ci-clo mestruale e, se comparato all’abor-to chirurgico, rappresenta un grande passo avanti, non subentrando i rischi legati all’intervento tradizionale o al trattamento anestetico. L’impiego del farmaco dovrà trovare applicazione nel rispetto dei precetti normativi pre-visti dalla Legge 22 maggio 1978, n. 194 a garanzia e tutela della salute del-la donna; dovrà essere garantito il ri-covero in una delle strutture sanitarie individuate dall’art. 8 della predetta legge dal momento dell’assunzione del farmaco fino alla verifica dell’espulsio-ne del prodotto del concepimento. Il farmaco, scoperto nel 1982 dal ricerca-tore Étienne Émile Baulieu, utilizzato nel resto del mondo già da 20 anni, in Italia ha trovato fortissime resistenze a partire dal novembre 2002 quando il Comitato Etico del-la Regione Piemonte approvava un progetto di sperimentazione del Mifepristone, in base alla Legge 22 maggio 1978 n. 194. Da allora si sono registrati una se-rie di tentativi di speri-mentazione del farmaco seguiti da altrettanti blocchi, mancate autorizzazioni, lungaggini burocrati-che. Perché tante resistenze e polemi-che per un metodo meno pericoloso e invasivo di un intervento chirurgico? Molte di esse sono nate dal timore

che il farmaco possa essere utilizzato senza l’apposizione di un limite o un preciso modo d’uso, altre si basano solo su ragioni morali e etiche (come sostiene il premio Nobel per la medi-cina Luc Montagnier) altre su moti-vazioni religiose dovute alla presenza della Chiesa nel nostro Paese e alla componente cattolica del Parlamento, come ha dichiarato lo stesso Baulieu in un’intervista. Certo è che non può ritenersi che abortire con una pillola possa banalizzare la cosa rendendola più agevole in quanto equivarrebbe a dire che la donna non aspettava altro che un mezzo più semplice e meno ri-schioso per decidere del proprio corpo. Le ragioni che portano una donna ad abortire spesso sono molto più serie di quanto comunemente si pensi e sebbene una pillola possa diminuire il dolore fisico, e anche i rischi, quel-

lo psicologico rimane. Dunque, la pillola abor-tiva, sebbene rispetto ai metodi tradizionali non rende indispensabile l’ospedalizzazione, potrà essere somministrata esclusivamente in ospe-dale entro la settima settimana di gestazione;

la donna dovrà rimanere ricoverata dal momento dell’assunzione del far-maco fino alla verifica dell’espulsione del prodotto del concepimento e sotto il controllo di un medico del servizio ostetrico ginecologico cui è deman-

data la corretta informazione sull’uti-lizzo del medicinale, sui farmaci da associare, sulle metodiche alternative e sui rischi connessi, oltre all’attento monitoraggio per ridurre al minimo le reazioni avverse segnalate. Il medi-co davanti ad una richiesta di aborto farmacologico manterrà comunque la facoltà di astenersi dalla somministra-zione dello stesso, per ragioni morali ed etiche.Per saperne di più e avere informazio-ni sulle modalità di somministrazio-ne del farmaco nel nostro territorio e all’organizzazione delle strutture sa-nitarie ho posto alcune domande ad un medico del reparto di ginecologia dell’ospedale di Vasto il quale mi ha chiarito che è ancora troppo presto perché venga data una risposta esau-stiva circa le modalità di somministra-zione presso la struttura ospedaliera vastese, mancando le linee guida a cui lo stesso ospedale dovrà attenersi. Pertanto maggiori informazioni sulla disponibilità del farmaco, le modalità di somministrazione, l’organizzazione della struttura potranno aversi solo tra qualche mese. In attesa di saperne di più vi lascio con una frase di Adria-no Sofri:“Il corpo delle donne appartiene alle donne, e non c’è diritto di ingerenza umanitaria che possa violare questa sovranità personale fino a che la crea-tura che cresce dentro il corpo mater-no non ne sia staccata... Madre e na-scituro sono invece due e tutt’uno”.

utilizzato nel resto del mon-do già da 20 anni, in Italia ha trovato fortissi-me resistenze

10 il Cingolo espanso • 1, dicembre 2009

da Lentella

AMBiente ex-cave diventate discariche a cielo aperto

Antonino Dolce – http://pensierosso.blogspot.com – [email protected]

e foto scattate da un cittadino (presumibilmente tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio)

hanno portato alla ribalta l’annoso stato di degrado che interessa l’ex-cava di ges-so in località “Bocca di cane”, ormai di-ventata discarica abusiva e monumento all’inciviltà di quanti se ne servono. Qui giacciono, infatti, rifiuti di tutti i tipi e di-mensioni: inerti, elettrodomestici e vec-chi arredi, batterie, oli esausti, vernici.L’ex-cava è di proprietà della multinazio-nale BPB, afferente al gruppo Saint Go-bain, come rivela il sindaco Carlo Moro sentito a riguardo, proprietaria anche di quella in contrada “Monaci” e di un’altra cava attiva nel territorio di Montenero. Il Comune, afferma Moro, non ha molti po-teri, essendo, questo, un terreno privato. Un paio di anni fa gli ultimi contatti con i referenti della BPB, sentiti a proposito di un’eventuale bonifica e messa in sicu-rezza (mediante recinto) del sito, ma da allora pare essere calato il silenzio. Ma il primo cittadino si richiama soprattutto al buonsenso latitante ormai da decen-ni; a Lentella sono attivi tutti i sistemi di raccolta differenziata: quello delle batterie, degli oli esausti, dei medicinali scaduti, ecc. Per i rifiuti ingombranti è presente il servizio gratuito (su preno-tazione) di ritiro porta a porta; inoltre, ricorda, i venditori di elettrodomestici sono tenuti a ritirare il vecchio, dato che nel prezzo del nuovo è compresa la tassa per il corretto smaltimento.Qualche giorno dopo aver sentito il sin-daco, si è registrato un primo piccolo passo: grandi massi bloccano ora le due strade di accesso alla cava.A rimarcare l’emergenza ambientale su un po’ tutto il territorio è la venuta allo scoperto della vicenda di qualche mese fa. Nei primi di dicembre, durante le ore di buio è stato scaricato e dato alle fiam-me un carico di pneumatici da trattore e camion presso l’altra ex-cava, quella di località “Monaci”; per spegnere l’incen-dio una squadra di vigili del fuoco ha la-

vorato fino alle prime ore dell’alba. Quel che resta è documentato dalle foto circo-late in rete che, inoltre, evidenziano altri tipi di rifiuti, tra i quali una ventina di rotoli, presumibilmente, di lana di vetro.

Fatti di polietilene, un termo-plastico ottenuto dal petrolio, dopo il loro utilizzo si fotode-gradano decomponendosi in petro-polimeri più piccoli, tos-sici e dannosi che inquinano il suolo e le acque. Per essere dannosi, però, non serve aspet-tare la fotodegenerazione. Dal momento che riciclarli è più costoso che produrne di nuovi, vengono tranquillamente get-tati ovunque, specialmente nei mari, nei fiumi e negli oceani, dove diventano persino parte della catena alimentare delle specie animali che vi abitano. Provocando danni irreparabili: gli uccelli restano incastrati e diverse specie di vita marina tra cui balene, delfini, foche e tar-tarughe muoiono a causa della loro presenza nelle acque di tut-to il mondo. Per trovare qualche esempio non bisogna andare troppo lontano: 11 dicembre 2009, sette capodogli piag-giati in località Foce Varano, provincia di Peschici, Gargano, Puglia. Quattro di loro, tra cui

il capobranco, avevano ingerito sacchetti di plastica e altri rifiu-ti scambiandoli per cibo. Sono morti, trascinando verso questa triste sorte gli altri tre.E sì, mi riferisco agli odiati sac-chetti di plastica. Persino in Africa li ho ritrovati: andando verso Ouarzazate, attraver-sando gli aspri Monti dell’At-lante, privi di vegetazione, ma animati e colorati da innume-revoli sacchetti... lascio imma-ginare la tristezza...Ora, però, siamo chiamati a prendere una posizione, a fare una scelta come popolo civile, se lo siamo. Così come hanno fatto Bangladesh, Cina, Irlanda (tassando i sacchetti ne ha ri-dotto il consumo del 90% - BC 2002), Rwanda, Israele, Canada, India dell’ovest, Botswana, Ken-ya, Tanzania, Sudafrica, Taiwan e Singapore. Infatti, dopo esse-re stata ritardata di un anno, dal 2011 entrerà in vigore la legge che proibirà la produzione e la commercializzazione dei sac-chetti in plastica. Finalmente.

Ma abituarsi fin da ora a questo cambiamento può solo aiutarci a essere preparati. Basta aver-ne voglia e cercare di seguire pochi e semplici accorgimenti. Usare da subito borse di juta, lino, cotone pesante sarà un vantaggio anche estetico dal momento che ce ne sono di bellissime e personalizzabili. E non pesa niente portarsele die-tro. Non dobbiamo dimentica-re mai che NOI singoli cittadini possiamo fare la differenza e cambiare la situazione attua-le. Scegliere di boicottare la plastica e la vendita di prodotti super imballati, inoltre, aiuterà anche, e non poco, le finanze della famiglia e della comunità in cui si vive. Esiste un modo migliore per vivere e possiamo sceglierlo. Anzi, per un rispetto del senso civico che dovrebbe guidare le nostre coscienze, dobbiamo scegliere di cambia-re. E di aiutare il pianeta.Se non lo fai non ti succederà nulla, ma se lo fai, TU ti sentirai meglio.

AMBiente L’ultimo anno di vita. finalmente

elena falcucci – [email protected]

Situazioni queste, sulle quali tutti po-trebbero e dovrebbero fare di più, dagli enti alle associazioni, fino al singolo cit-tadino per non lasciare l’ultima parola al degrado e al lassismo.

il Cingolo espanso • 1, dicembre 2009 11

da Vasto

iMPegno civiLe Dalla “cava di sabbia” all’utopistica nuova politica

roberto De ficis – http://robertodeficis.files.wordpress.com – [email protected]

Naturale di Punta d’Erce. Ma, per fortu-na e soprattutto per il volere di molti, la cava non si farà. Deo gratias!Importante È stato il ruolo delle asso-ciazioni di città che hanno fatto da col-lante tra le varie richieste dei cittadini, come giusto che sia; l’associazionismo vive proprio di questo. Ma la mia do-manda è: “Ma davvero c’era qualcuno che pensava come ‘buona, utile e ne-cessaria’ una cava di sabbia davanti la spiaggia di Punta Penna?”. Questo fatto, questa eventualità, deve far ri-flettere. Ciò che, ormai, comanda non è più la politica (sempre più sprofondata nella “pochezza” in entrambi gli schie-ramenti destroidi e sinistroidi), ma sono gli imprenditori, le grandi aziende golo-se di grandi appalti, gli amici di amici, i proprietari terrieri, chi porta voti, chi “piazza” gente a lavoro, e via dicendo. Questa volta, ha vinto il Bene Comune, dunque, sull’interesse dei soliti pochi. Ha vinto quella che, a mio avviso, do-vrebbe essere la vera direzione della po-litica moderna, utopisticamente slegata e lontana da intrecci loschi e danarosi, slegata dai “trafficanti di comando”. Ha perso, per una volta, l’abuso di potere di una politica sempre più distante e sem-pre meno umile. Una politica, ahimè, sempre meno politica.

Dimentichiamoci, e ricordiamocelo co-me un pezzo d’antiquariato, il caro e vec-chio politico mosso dalla voglia di “fare bene”, dimentichiamoci la vera “passio-ne politica” causa di martiri del passato, dimentichiamoci chi tiene “davvero” a cuore il nostro paese perché, sempre più spesso, chi comanda, È il dio denaro, il profitto, la mala gestione, la convenien-za personale. La vera direzione della politica moderna dovrà, sempre di più, essere tesa all’ascolto della popolazione, una politica più umile, più “immersa” nelle necessità del popolo, nel tessuto della comunità che esige di essere go-vernata nel miglior modo possibile. In questa “questione cava” È stata palese la dimostrazione che il popolo c’è e vuo-le tornare a dire la sua con più chiarezza e forza; ringraziando il cielo, aggiunge-rei. Deo gratias!

a cava di sabbia a Vasto, di fron-te la spiaggia di Punta Penna per cui era prevista l’apertura in que-

sto mese di febbraio, non si farà. Il Con-siglio Regionale d’Abruzzo, Deo gratias, si è pronunciato bocciando, all’unanimi-tà, l’insano progetto. È stata una vitto-ria del buon senso, di un senso civile e lungimirante che partorisce una vittoria voluta, avviata, combattuta e vinta “dal basso”. A parte qualche ficcante e pole-mizzante “incursione” politica, ciò che ha vinto, questa volta, è stata la mobili-tazione compatta e logica, disinteressata e apolitica della città di Vasto, e di tutti coloro (operai, commercianti, disoccu-pati, turisti, pescatori, medici, massaie, studenti, cani, gatti, pesci e uccellini e chi più ne ha più ne metta) che hanno difeso la spiaggia di Punta Penna da un potenziale scempio, da un qualcosa d’inconcepibile agli occhi di coloro che proprio non riuscivano a comprendere come possa convivere una cava di sab-bia di così ampia estensione (un milione di metri cubi) con l’adiacente Riserva

La raccolta fi rme contro la cava

12 il Cingolo ritardatario • 2, febbraio 2010

supposte informatiche

CONOSCI IL TUO NEMICO... Molto spesso mi sento dire “P.###! ho preso un virus”. In realtà abbiamo un malware (codice di programma mal-vagio) di cui esistono varie tipologie, ecco le più comuni.VIRUS: sono parti di codice che si diffondono copiandosi all’interno di altri programmi in modo da essere eseguiti ogni volta che il file infetto viene eseguito. Si trasmettono con lo scambio dei file infetti tra gli utenti. I più pericolosi possono rendere il PC inutilizzabile!SPYWARE: “Software Spia”, esegue una ricerca dei siti visitati dall’utente senza il suo consenso per poi inviare pubblicità invasiva ad hoc!TROJAN: “Cavallo di Troia”, è un programma che si cela sotto un falso software, che noi riteniamo utile, per celare le sue reali “intenzioni”. Una volta lanciato l’eseguibile del pro-gramma, il Trojan infetta il PC.WORM: “Verme”, una volta sul PC, si diffonde da solo infettando a mac-chia d’olio tutto ciò con cui viene a contatto, causando il rallentamento

del sistema con

operazioni inutili o dannose.KEYLOGGER: sono programmi che rimangono in esecuzione captando ogni tasto che viene digitato e poi trasmettono tali informazioni a un computer remoto, hanno in genere lo scopo di intercettare password e numeri di carte di credito e inviarle tramite posta elettronica al creatore degli stessi.DIALER: questi programmi modifica-no il numero telefonico chiamato per la connessione a internet con uno a tariffazione molto speciale!HIJACKER: causano l’apertura automa-tica di pagine Web indesiderate. Se si aprono improvvisamente pagine indesiderate con signorine discinte, beh ora sapete il motivo! I RIMEDI Una rassegna sui migliori antivirus gratuiti e a pagamento. Co-minciamo con i primi, chiarendo un punto fondamentale, usarli equivale ad avere un ombrellino, quindi se pioviggina, meglio che niente ma se diluvia presto, sarete fracidi! Uomo avvisato.AVIRA: a detta di molti il miglior anti-virus gratuito al momento disponibi-le. Testato personalmente, funziona egregiamente su PC obsoleti. La ver-sione gratuita manca di alcune fun-zioni importanti come il controllo dei siti visitati, il parental control, la protezione delle mail, l’anti-spyware. La versione a pagamento costa 19.95 € per un PC; mentre la versione istal-labile su tre PC differenti: 49.95 €. LINK: www.free-av.com/AVAST: provato e disinstallato nel giro di poche settimane. Mol-te minacce non vengono rilevate,

inoltre trova molti falsi positivi (scambia file in regola per file

dannosi!) Da evitare!SPYBOT SEARCH & DESTROY:

ottimo programma gra-tuito anti-spyware, offre

una buona protezione da cookie traccianti per fini promozionali o dannosi, da affiancare ad Avira, un must have! Se lo trovate utile potete donare qualche euro all’au-

tore, che dedica il programma “Alla ragazza più bella del mondo”. Come si può dire di no? LINK: http://www.safer-networking.org/it/index.htmlCOMODO ANTIVIRUS FIREWALL: difende il PC da intrusioni esterne, protegge la privacy e i dati dell’utente. Non l’ho provato personalmente , ma le recensioni in rete ne parlano bene.

Passiamo ora ad analizzare tre dei migliori antivirus a pagamento.GDATA ANTIVIRUS 2010: provato sul mio vecchio PC con Windows XP, non rallenta il sistema tranne che per pochi istanti all’avvio, interfac-cia semplice da usare, la scansione del disco fisso è molto veloce con una protezione totale del sistema. CONTRO: i frequenti aggiornamenti, rompono un po’ le scatole durante la navigazione. Costo download singola copia 24.95 €; download tre utenti: 34.95 €.LINK: www.gdata.itKASPERSKY ANTIVIRUS 2010: Uno dei migliori antivirus in commercio, è dotato di un motore di ricerca che riesce a individuare anche malware sconosciuti, richiede un PC discreta-mente poten- te altrimenti buona-

notte! Costo per tre utenti 39.95 €LINK: www.kasper-sky.com/it/NORTON 2010: per molto tempo è stato sinonimo di antivirus, poi ha avuto un grosso calo con alcu-

ne edizioni di bassa qualità, la versione 2010 è tornata all’eccellenza classificandosi ai primi posti tra gli antivirus in commercio. Non è tra i più leggeri antivirus ma si arrangia da solo configurandosi al meglio ed entrando in azione in modo silenzio-so. Consigliato a chi non vuole sma-nettare con le impostazioni. Il prezzo è un po’ alto rispetto alla media: 50 € per tre utenti.LINK: www.symantec.it

Se avete richieste su argomenti da trattare scrivete a:[email protected] prox!

L’infeZionePAnorAMicA su viruse Antivirus

Daniele roberti – [email protected]

del sistema con labile su tre PC differenti: 49.95 €. LINK: www.free-av.com/AVAST: provato e disinstallato nel giro di poche settimane. Mol-te minacce non vengono rilevate,

inoltre trova molti falsi positivi (scambia file in regola per file

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LINKda YoUtUbe Con FURoRe Quanti di voi vorrebbero scaricare fi lmati da Youtube? Ecco a voi una soluzione on-line (non richiede l’installazione di programmi) dalla disar-mante semplicità. Quando siete sul video che volete scaricare andate sulla barra dell’indirizzo e inserite la parola “kick” tra “www.” e “youtube”. Ad esempio, l’indirizzo è “http://www.youtube.com/watch?v=1rcCmLBLJFM”? Cambiatelo in “http://www.kickyoutube.com/watch?v=1rcCmLBLJFM” e premete INVIO. Sarete re-indirizzati su un altro sito; comparirà una serie di pulsanti corrispondenti al formato che vi aggrada di più: mp4, mpg, avi, fl v, mp3. Selezionate il formato preferito (la casella diventerà rossa) e cliccate su “GO” (verde, a destra). Attendete il caricamento e quando il suddetto pulsante diventa blu con la scritta “DOWN” cliccateci sopra col tasto destro e scegliete “Salva destinazione con nome” (o “oggetto” a seconda del browser), scegliete dove salvare il fi le e il gioco è fatto!

il Cingolo ritardatario • 2, febbraio 2010 13

il Cingolo culturale_libri da comodino

L’italiano. Lezioni semiserieBeppe Severgnini, Rizzoli, 2007, 205 pagine, 17,50 euro

“Un libro per denunciare le violenze contro la nostra lingua, ma non chiedo condanne. Lo scopo è la riabilitazione. Scrivere bene si può. L’importante è ca-pire chi scrive male, e regolarsi di con-seguenza. Questo è un libro ottimista, e ha un obiettivo dichiarato: aiutarvi a scrivere in maniera efficace convinto che si possa imparare a scrivere bene, senza troppa fatica, e divertendosi”. Così Beppe Severgnini, giornalista e scrittore dal 1979, presenta il suo volu-me, con cui dispensa semplici consigli per scrivere un’e-mail, una relazione; si tratta di piccoli trucchi (onesti) sul-la punteggiatura, l’utilizzo di parole inglesi o come scegliere un aggettivo. Si parte dal Decalogo Diabolico e si arriva ai 16 Semplici Suggerimenti ap-presi da Montanelli e Flaiano. Alla fine di ogni capitolo un piccolo quiz. Con il suo linguaggio diretto e spiritoso, Se-vergnini riesce a rendere piacevole le lezioni regalando chicche rifacendosi a semplici esempi ed a “psicopatologie”, come quando dice di “voler saltare al collo” di chi utilizza insistentemente diminutivi: “contrattino”, “pensieri-no”. Il libro è anteriore allo scoppio della “bolla facebook”. Forse Sever-gnini è stato fin troppo ottimista, dan-do per scontato una conoscenza base della lingua italiana, della grammati-ca, della sintassi. La situazione invece, almeno a me, pare allarmante a partire dai ragazzini freschi di scuole elemen-tari passando per i ragazzi più navigati e spesso (ahimè) laureati fino ai poli-tici. Parole criptate, apostrofi negati, accenti di troppo, una confusione che rischia un effetto a catena devastante. Unico rimedio: LEGGERE un buon li-bro dove un piccolo errore (di stampa) può capitare e lo perdoniamo!

Pina Colamarino

elogio dell’ozioRobert Louis Stevenson, Millelire

Stampa Alternativa, 1877, 27 pagine, 1 euro. Scaricabile gratuitamente da: http://www.pedro.it/webs/millelireonline.it/SchedeMOL/3_stevenson/3_stevenson.htm

Non so se voi che leggete appartene-te alla cultura dell’iperattività o del-la pigrizia, se pensate che l’ozio sia davvero il padre dei vizi o se lo rite-nete il coronamento di tutte le virtù. In ambedue i casi vi invito a gustarvi questo illuminante libello dello scrit-tore scozzese che fu autore, fra l’altro, dei celeberrimi L’isola del tesoro e Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde.Fin da bambini siamo stati educati ad alzarci presto la mattina, a non sprecare il tem-po, a non indugiare, distrarsi e tergiversare, a non stare con le mani in mano, a darci sempre da fare, in nome di una logica per cui lo scopo della vita è lavorare, produrre, guadagnare e anche, di con-seguenza, stressarsi. «Dobbiamo riva-lutare il significato di ozio dandogli la connotazione positiva di ricerca del piacere all’interno del difficile me-stiere di vivere», questo in sintesi il messaggio, che viene però articolato in numerose argomentazioni, ognuna delle quali, scommetto, troverà d’ac-cordo ciascuno di noi. Dopo la lettu-ra di questo phamplet (che vi porterà via non più di un’ora, essendo in tutto ventisette paginette), interessante sa-rebbe scoprire i molteplici riferimenti che l’argomento ha nella letteratura e nell’arte. Leopardi, ad esempio, in una lettera alla sua amica Fanny Tar-gioni-Tozzetti, confidava: «[...] io che non aspiro alla gloria, non ho torto

di passare la mia giornata disteso su un sofà, senza battere una palpebra [...]», oppure il caro Jean Jacques che, dall’alto della sua filosofia, scrisse: «Oserò qui esporre che cosa prescriva la più grande, la più importante, la più preziosa regola di tutta l’educazione: non già di guadagnare tempo, ma di perderne» (Emilio o dell’educazione).Insomma, cosa aggiungere? Buon otium (cum dignitate) a tutti!

Giulio Giarrocco

La marcia dei frigoriferi verso il Polo nord

Franco Sacchetti, Libreria Editrice Fiorentina, 2009, 216 pagine, 12 euro

La storia di una famiglia che si spende per gli altri e per l’am-

biente. Insegnamenti preziosi che mette a frutto il piccolo Valdo quando decide di aiutare e seguire i frigoriferi nel loro viaggio verso il Polo Nord per salvare il mondo dallo scioglimento dei ghiacciai. Valdo racconterà, lette-ra dopo lettera, la sua “marcia verso il futuro” al padre rimasto solo nell’afa estiva della città di Leonia (assedia-ta dai rifiuti e dalle cattive abitudini) mentre la moglie Vanessa è impe-gnata in una missione in Africa. La scomparsa dei frigoriferi sconvolgerà la ricca città occidentale mettendo a dura prova la capacità dei suoi abi-tanti di far a meno dell’indispensabile elettrodomestico, accecati dal proprio egoismo. Una fiaba per adulti ricca anche di riferimenti storici e geogra-fici, raccontata da un giovane autore vastese che ha messo dentro molto di sè: l’ecologia, le esperienze, i viaggi, l’impegno per un futuro migliore. Un racconto che ci offre l’occasione di ri-flettere sul nostro stile di vita e sulla rivoluzione silenziosa che può comin-ciare dal microcosmo di ognuno di noi. Tutti possiamo fare qualche passo verso il Polo Nord. Il volume è arric-chito da preziose illustrazioni dello stesso autore, un progetto grafico che dà un valore aggiunto alla storia.Dicono che i frigoriferi sono freddi / ma cosa c’è di più freddo del cuore di un uomo / che si chiude nel suo egoismo / lasciando che la Madre Terra perisca?

Pina Colamarino

È PRimaVeRa Libro del 2008, edito dalla BeccoGiallo, è un’intervista a fu-metti (specialità della casa) a Toni Negri, ex-leader del movimento Potere Operaio degli anni ‘70. La storia di un protagoni-sta del fermento culturale di quegli anni accompagnata da ottime illustrazioni. Il pdf è scaricabile all’indirizzo:http://www.globalproject. info/ it/produzioni/E-primavera-Intervista-a-Antonio-Negri/3078�Si legge sulla pagina web:Da oggi i contenuti di questo libro sono liberi. Un esperimento: non vogliamo più renderci complici nel limitare la diff usione della co-noscenza. Testi e disegni siano dunque portati dal vento com’è per il seme. Buona lettura a tutti.

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All’incombere di una catastrofe ambientale su scala planetaria, chi

può salvare il mondo dallo scioglimento dei ghiacci se non i fri-

goriferi? Con loro, anche un manipolo di bambini abbandona alla

chetichella la città di Leonia, assediata dall’afa estiva e dai rifiuti, per

mettersi in marcia verso il Polo Nord. La scomparsa dei frigoriferi,

mettendo alla prova la nostra capacità di “sopravvivenza” nel cuore

di una ricca metropoli occidentale, sarà l’occasione per riflettere sul

nostro stile di vita e sulla rivoluzione silenziosa che può cominciare

dalle nostre cucine. Valdo scriverà al padre per raccontargli, lettera

dopo lettera, le tappe della lunga marcia verso il futuro del nostro

pianeta, fino al grande foglio bianco della calotta polare. Un raccon-

to che ci coinvolge tutti, in quanto tutti possiamo fare qualche passo

verso il Polo Nord.

“Dicono che i frigoriferi sono freddi / ma cosa c’è di più freddo del cuore

di un uomo / che si chiude nel suo egoismo / lasciando che la Madre Terra

perisca? Ma verrà il tempo in cui frigoriferi da tutto il mondo / apriranno

lo sportello del loro caldo cuore / e salveranno il mondo dalla febbre /

causata dal freddo cuore degli uomini / Essi marceranno a lungo / verso

il futuro”.

Francosacchetti, Laureatosi in architettura, si specializza in habitat e tec-

nologia dei paesi in via di sviluppo. Si interessa di costruzioni in terra cruda

e conduce esperienze di studio in Italia, India e Marocco. Si dedica alla

scrittura, al fumetto, alle installazioni, privilegiando i temi dell’ecologia e

della sostenibilità. È il vignettista dell’Ecologist italiano.

Euro 12,00

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FrancosacchEtti

Libreria Editrice Fiorentina

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14 il Cingolo ritardatario • 2, febbraio 2010

il Cingolo culturale racconta

Luidi Daniele Roberti

H oward non riusciva a prendere sonno, si rigirava continuamente nel letto. Si liberò con rabbia dalle coperte che coprivano il petto nudo madido di sudore. Brutti ricordi e rimpianti occupavano la sua mente im-

pedendogli di dormire. Dalla sola finestra nella camera, giungevano i suoni e il vociare allegro del paese in festa che lo invitavano ad alzarsi e uscire. Sapeva che facendo-lo avrebbe solo rimandato lo scontro a un’altra notte. Era giunto il momento di affrontarlo.Infine lo sentì arrivare. Lui era tornato. Aldilà dalla porta chiusa della sua camera lo attendeva. Bussava lenta-mente alla porta “Toc toc” il rumore di nocche sul legno rimbombava nella camera. Howard si mise seduto sul letto e fissò la porta, non era chiusa a chiave, e se anche lo fosse stato, sapeva che non sarebbe servito a nulla. Lui non aveva fretta, i colpi si susseguivano a pochi minuti uno dall’altro, “Toc toc” questa volta gli sembrava più deciso del solito, forse questa notte si sarebbe deciso a entrare. Erano anni, che nei momenti più bui della sua vita si faceva vivo, ma fino allora era riuscito a sfuggirgli.

Fissò il telefono sul co-modino, accanto al letto e tese lentamente la mano, sarebbe bastata una tele-fonata a una voce amica e Lui sarebbe fuggito via come le altre volte. Ma rinunciò, era stanco di cer-care aiuto. “Toc Toc”. “Vai via!” urlò scendendo dal letto “Lasciami in pace!” e cominciò a camminare su e giù per la stanza, si avvicinò alla finestra e spiò attraverso le fessure della serranda, vide gente passeggiare allegra lungo le strade abbellite dalle luci ornamentali e sentì una profonda amarezza pervadergli il corpo. “Toc Toc” di nuovo poi sentì un cigolio lento alle sue spalle. Quasi impercetti-bilmente la porta si stava aprendo. Howard, sentì un

brivido lungo la spina dorsale e si diresse barcollante ver-so il comodino da cui estrasse una vecchia beretta cal.45. Quando, la sua mano strinse il calcio, il contatto della pelle con l’acciaio lo fece rabbrividire. Fissò ancora una volta il telefono, muto. “Suona ti prego” sussurrò. Il cigo-lio della porta lo riportò a girarsi verso di essa. “Maledetto mostro ti ammazzo” gridò e puntò la pistola. La porta si spalancò del tutto e Howard con gli occhi colmi di lacrime infilò la canna in bocca e schiacciò il grilletto. Il proiettile attraverso la sua testa in un attimo e il suo corpo dopo un ultimo sussulto, si accasciò a terra. Nella stanza calò un silenzio profondo mentre fuori la festa continuava.

Musica consigliata durante la letturaBrano: Hey you

Album: The wall (1979)Autore: Pink Floyd

URL: http://www.youtube.com/watch?V=dszg6md3jpc

Note dall’autoreQuesto racconto è nato in una serata un po’ grigia, disteso sul letto prima di prendere sonno, pensavo a cosa scrivere per il Cingolo. Mi scervellavo pensando a qualcosa che mi spaventava, ragni, mostri sbavanti, vampiri? Poi mi resi conto che c è una sola cosa che spaven-ta qualsiasi uomo: la solitudine. Un demone che è in attesa perenne dietro la porta di ognuno di noi. Pronto a portarci via con lui, per sempre.

il Cingolo ritardatario • 2, febbraio 2010 15

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iamo ormai arrivati a febbraio e non possiamo fare a meno di non pensare a una famosa ricor-

renza, per molti fastidiosa, che ricade il giorno 14: San Valentino! È considerata come la festa degli innamorati e quindi un giorno in cui bisogna dedicare più attenzioni del dovuto alla persona che si ama. La tradizione (non religiosa) vuole che in questo giorno si festeggi il proprio amato/a oltre che con il proprio affetto anche con un pensiero materia-le garantendo così gioia sicura a fiorai e ristoranti in primis! È un giorno a cui tengono molto quasi tutti gli innamora-ti corrisposti ma d’altra parte “ferisce” chi in quel giorno vorrebbe essere fe-steggiato ma non lo è e così si ritrova a guardare le sdolcinerie con l’amaro in bocca (l’avranno inventato loro “san Valentino la festa di ogni cretino, che credeva di essere amato... ecc.”?!). Non tutti nella vita hanno il privilegio di po-ter amare liberamente e perciò questo

giorno non dovrebbe essere festeggiato solo per fede a una ricorrenza; si do-vrebbe trascorrerlo nel modo più sem-plice e bello: amando. Oggi purtroppo il 14 febbraio ha assunto sfumature di significato che si allontanano da quelle che aveva inizialmente quando questa data è stata istituita come festa. Infatti se in questo giorno si festeggia San Va-lentino c’è un perché. Questa festa fu introdotta nel 496, circa due secoli dopo la morte di Valentino, da Papa Gelasio II. Il suo intento era quello di sostituire sia la festività pagana “I Lupercalia”, le feste in onore degli dei che teneva-no lontani i lupi dai campi coltivati, sia una ricorrenza romana che prevedeva tramite un’estrazione (tipo lotteria) l’unione effettiva di due giovani i cui nomi venivano estratti a caso da un’ur-na, con una festa avente riferimenti cri-stiani e che aiutasse a diffondere mag-giormente il messaggio d’amore che Valentino si era proposto di divulgare

sAn vALentinovalentina sciascia – [email protected]

nella sua vita. Si tramandano a suo carico varie leggende in cui è presen-tato come una sorta di protettore degli innamorati ai quali andava incontro, per esempio, ristabilendo la pace persa, dopo aver fatto volare intorno a loro dei piccioni (da questo episodio il termine “piccioncini”) oppure dopo aver dato loro una rosa da tenere in mano assi-curando così una felicità duratura. Ma le sue azioni furono male interpretate e infastidivano anche l’imperatore folle Claudio II, il quale cercò di convertire Valentino, in quel tempo vescovo di Interamna Nahars (oggi città di Terni), al paganesimo senza riuscirci. Questa scelta gli costò la vita; nel 270 fu lapida-to e decapitato. Quindi sapendo qual-cosa in più sul perché di questo giorno dovremmo viverlo tutti con serietà, fe-licità e con qualsiasi forma di amore e imparare a farlo tutti i giorni.P.s. Auguri agli innamorati e ai miei omonimi!

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lasciano una traccia. Una pittrice newyorchese, Sophie Blackall, ispi-rata da questi eventi, li ha tradotti in quadri e probabilmente ne nascerà un film. Merita uno sguardo:missedconnectionsny.blogspot.comCi siamo tutti noi!Alla prossima!

16 il Cingolo ritardatario • 2, febbraio 2010

la data21.03.1950la data21.03.1950la data

nche quella mattina gli abitanti di Lentella si ritro-varono per procedere alla realizzazione della strada

di collegamento con la fondo valle Trigno. Era un lavoraccio con i pochi mezzi a disposizione in quel periodo, ma non era un lavoro come un altro: tanta fatica e tanto sudore non erano retribuiti. Si trattava dello sciopero alla rovescia: il lavoro mancava e la miseria era conosciuta da tutte le famiglie, la strada promessa, che po-teva assicurare nuova occupazione e nuove prospettive tardava ad arrivare. Per questo ci si svegliava presto, si la-vorava a quella strada gratuitamente, uomini e donne, e, la sera, si tornava protestando; si tornava anche con ban-diere comuniste e nazionali, perché mica era un atto di sovversione (come nelle parole di Pierino Sciascia in 50° dell’eccidio di Lentella, Res Abruzzo). Si tornava e si depositavano gli attrez-zi del mestiere nella Camera del Lavo-ro (che era anche sezione del Partito Comunista) ubicata nel piano terra del municipio in piazza Garibaldi.Quel 21 marzo ad accogliere il corteo ci sono le forze dell’ordine. La tensio-ne, altissima già da giorni (il 14 mar-zo ci fu un lancio di lacrimogeni), è al culmine. Quando il corteo è ormai a pochi passi dal municipio partono colpi di arma da fuoco. A esploderli è l’appuntato De Vita, a terra restano Nicola Mattia e Cosmo Mangiocco. I feriti sono numerosi, alcuni sono sta-ti raggiunti dai proiettili sull’autobus Celenza-Chieti in quel momento fer-mo in piazza. Nel fuggi fuggi generale le vittime vengono portate nelle mise-re abitazioni quel periodo, ma non ci sarà nulla da fare. La sera stessa ver-rà istituito il coprifuoco che permar-rà per vari giorni. La sezione del PCI verrà setacciata e tutti i suoi iscritti saranno denunciati. Gli altri manife-stanti, soprattutto chi ricopre un certo ruolo all’interno del partito fuggiran-no attraverso le campagne per trovare riparo per settimane nelle sezioni di

Vasto e San Salvo.Il giorno dopo ci saranno i funerali, vi partecipà una folla immensa accorsa da tutta la provincia; interverranno anche quattro deputati e Lentella sarà blindata con forze dell’ordine nascoste ovunque per evitare altri di-sordini e stroncare sul nascere nuove proteste.

L’episodio è inquadrato in quegli anni ‘50 durante i quali la polizia di Scelba mieterà innumerevoli vittime in tut-ta l’Italia. Dopo sessanta anni, quello che passerà alla storia come Eccidio di Lentella, paradossalmente, spesso non è conosciuto dalle giovani gene-razioni locali, mentre all’epoca ebbe una eco vastissima. Le proteste per i morti di Lentella si allargheranno a macchia d’olio in tutta Italia e porte-ranno a nuove vittime della repressio-ne. Il 22 marzo viene convocato uno sciopero generale dalla CGIL durante il quale verranno uccisi dalla polizia Attila Alberti (32 anni) a Parma e Fran-cesco Laboni ad Avezzano. La tensio-ne è destinata a rimanere alta ancora per anni. Chi cadrà sotto i colpi della polizia o dei carabinieri, nella mag-gior parte dei casi non avrà giustizia; gli assassini, al massimo, verranno trasferiti altrove, come è accaduto per i responsabili di Lentella.L’eccidio avrà un’importante risonan-za anche in Parlamento. Durante il dibattito c’è chi come Bubbio, sotto-segratario di Stato per l’Interno, avrà l’ardire di affermare che, nonostante il rammarico per i tristi avvenimen-ti, lo sciopero era immotivato perché quasi tutti gli aderenti erano proprie-tari terrieri. C’è chi non crederebbe alle proprie orecchie: furono conside-rati proprietari terrieri, quindi in gra-do di sopravvivere dignitosamente, tutti coloro che avevano un pezzo di terra, che in molti casi misurava un quarto di ettaro, se non meno. Anche Ercole Rocchetti (deputato DC) de-scrisse Lentella come “il più pacifico mondo la cui popolazione laboriosa è

occupata nel lavoro dei campi e in al-tri lavori”.Saranno i deputati Bruno Corbi e Sil-vio Paolucci (PCI), che hanno visitato Lentella in occasione dei funerali, a delineare il quadro della miseria che in quegli anni attanagliava le popola-zioni contadine di tutta Italia: «Paese di miseria, paese senza strade, senza fognature, senza abitazioni, senza un segno di vita civile.[...]Io dirò soltanto come vivevano i due uccisi. Noi abbiamo visto. Ci siamo recati nelle case di questa povera gen-te. Cosimo Mangiocco era un giovane di 26 anni. Era già sposato, ma non poteva convivere con la compagna della sua vita, perché non riuscivano, in due, a procurarsi un letto. Cosimo Mangiocco, quando lo hanno ripor-tato cadavere nella sua casa, non ha potuto esservi ospitato, perché la sua bara occupava troppo posto. È stato trasportato nella casa della sua gio-vane sposa: e Lia lo ha ospitato per la prima volta, cadavere, nel suo letto di vergine. E questo era il figlio di un proprietario! Il vostro Popolo, il gior-nale del Governo, così lo ha definito.L’altro, Nicola Mattia, padre di quat-tro figli di tenera età: quando lo han-no riportato a casa, non ha potuto en-trare in quella stretta, unica stanza, in cui convivono 6 o 7 persone. Sapete perché? Perché si accede a questo buco attraverso una scala a pioli; e non è possibile trasportarvi un cadavere. Il suo povero corpo, crivellato di colpi, fu quindi ospitato nella casa di gen-te caritatevole vicina. E questi era il “proprietario mezzadro” di cui par-lava il sottosegretario Bubbio! Non avevate il diritto di offendere, anche dopo morti, queste vittime del vostro e della vostra paura. Voi avete bisogno di morti».

Antonino Dolce – http://pensierosso.blogspot.com – [email protected]

FONTI50° dell’eccidio di Lentella, Atti del convegno, Came-ra del Lavoro di Chieti, RES Abruzzo.

http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/pernon-carli/01.php