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Capire l’Italia e l’italiano Lingua e cultura italiana oggi Lia Buono Hodgart 4-7 Introduzione Sezione 1 I ragazzi a vita 9-10 Scheda 1 11-15 Testo I: L’Italia, il paese dei ragazzi a vita Sezione 2 Dialetti per tutti 17-18 Scheda 2 19-23 Testo II: Macché italiano, parliamo dialetto Sezione 3 Un cantautore fra mille: Paolo Conte 25-26 Scheda 3 27-31 Testo III: E Conte mette in musica i versi di Montale Sezione 4 Gli italiani si divertono 33-34 Scheda 4 35-39 Testo IV: Ballando, ballando sulle piste dell’impossibile Sezione 5 Festival e canzoni 41-42 Scheda 5 43-47 Testo V: Quel mito di gomma chiamato Festival Sezione 6 L’Italia generosa 49-50 Scheda 6 51-55 Testo VI: Non camminava, ma con i suoi versi ci faceva volare Sezione 7 Una cucina per il mondo 57-58 Scheda 7 59-63 Testo VII: Tiramisù, il dolce nella bufera 65 Esercizi di scrittura sull’Unità 1 66 Indice degli esercizi di grammatica, di lessico e di scrittura 67 Bibliografia essenziale e siti internet Unità 1 / Indice

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Capire l’Italia e l’italiano Lingua e cultura italiana oggi Lia Buono Hodgart

4-7 IInnttrroodduuzziioonnee

Sezione 1 II rraaggaazzzzii aa vviittaa9-10 Scheda 1

11-15 Testo I: L’Italia, il paese dei ragazzi a vita

Sezione 2 DDiiaalleettttii ppeerr ttuuttttii17-18 Scheda 2 19-23 Testo II: Macché italiano, parliamo

dialetto

Sezione 3 UUnn ccaannttaauuttoorree ffrraa mmiillllee::PPaaoolloo CCoonnttee

25-26 Scheda 327-31 Testo III: E Conte mette in musica

i versi di Montale

Sezione 4 GGllii iittaalliiaannii ssii ddiivveerrttoonnoo33-34 Scheda 435-39 Testo IV: Ballando, ballando sulle

piste dell’impossibile

Sezione 5 FFeessttiivvaall ee ccaannzzoonnii41-42 Scheda 543-47 Testo V: Quel mito di gomma

chiamato Festival

Sezione 6 LL’’IIttaalliiaa ggeenneerroossaa49-50 Scheda 6 51-55 Testo VI: Non camminava, ma con

i suoi versi ci faceva volare

Sezione 7 UUnnaa ccuucciinnaa ppeerr iill mmoonnddoo57-58 Scheda 759-63 Testo VII: Tiramisù, il dolce nella bufera

65 EEsseerrcciizzii ddii ssccrriittttuurraa ssuullll’’UUnniittàà 1166 IInnddiiccee ddeeggllii eesseerrcciizzii ddii ggrraammmmaattiiccaa,,

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Unità 1 / Indice

Capire l’Italia e l’italianoLingua e cultura italiana oggiLia Buono Hodgart

Il Costume

Unità 1

Capire l’Italia e l’italiano4

1. Stendhal (1783-1842). Famoso scrittore francese. Amò moltol’Italia dove ambientò uno dei suoi più noti romanzi, LaCertosa di Parma. Fu autore anche di alcuni diari di viaggio tracui Roma, Napoli e Firenze e il famosissimo Passeggiateromane; Goethe, il celebre poeta tedesco (1749-1832), ci halasciato una testimonianza della sua ammirazione in Viaggio inItalia; Montaigne (1533-1592), scrittore e filosofo francese,autore di Diario di viaggio in Italia; Ezra Pound, poetaamericano (1885-1972), visse e operò in Italia a cui dedicò isuoi Canti pisani; E. M. Forster, scrittore inglese (1879-1970), autore del celebre Camera con vista.

2. fioritura = (fig.) grande sviluppo/ diffusione e affermazione.La frase: “c’è una sorprendente fioritura di studi” significa:“sono apparsi, inaspettatamente, molti studi”.

3. emblematico = simbolico, rappresentativo di un gustospecifico o di specifici interessi.

4. Barzini, Bocca, Levi, De Mauro. Cfr. Bibliografia essenzialedi quest'Unità e dell'Unità IV.

5. sottostanno > sottostare = essere riducibile.

6. rapportati > rapportare = riferire, riportare.7. distinti > distinguere = suddividere.8. appartenenze ideologiche > appartenenza ideologica =

adesione a una società che professa specifiche ideologie(politiche, religiose, etc.).

9. fasce generazionali = gruppi di persone divisi per categoriesecondo la loro età.

10. vestigia = i resti delle grandi civiltà che sono fiorite in Italia.La parola si riferisce all'eredità culturale ed artistica relativa aepoche e civiltà diverse.

11. malcostume = immoralità e corruzione.12. tratto distintivo = elemento che distingue.13. mosaico = mescolanza eterogenea.14. l'italianità si alimenta, scandisce e vive = l'italianità nasce e si

sviluppa in contesti differenti e diversificati a seconda dei luoghi(regioni, città, paesi, campagna, zone urbane , zone rurali ecc.).

15. individualità locali = luoghi e contesti socioculturalidifferenti.

16. sedimento = (fig.) deposito/ resto.

A PROPOSITO DI ITALIANITÀL’italianità è una materia varia, multiforme e contraddittoria. La definizione dell’italianità, cioè del carattere e dei

comportamenti degli italiani ha visto, nei tempi, ingaggiati letterati, studiosi e uomini di cultura stranieri: Stendhal,Goethe, Montaigne, Ezra Pound, E. M. Forster(1) e molti altri, ci hanno lasciato, in opere ormai famosissime,straordinarie ed acute interpretazioni. Ora anche in Italia c’è, da alcuni decenni, una sorprendente fioritura(2) di studisul carattere nazionale in un emblematico(3) quanto produttivo lavoro di autodefinizione e di autocoscienza.

Grandi scrittori, giornalisti e linguisti, fra cui Luigi Barzini, Giorgio Bocca, Arrigo Levi e Tullio De Mauro(4) hannoanalizzato e variamente commentato i comportamenti sociali, culturali e linguistici degli italiani, proponendo varitentativi di sintesi ma, quasi sempre, concludendo che, al di là dello stereotipo, non c'è un'Italia sola, ma ci sonotante Italie diverse. I costumi e la mentalità degli italiani non sottostanno(5) a uniche, per quanto ampie, definizioni,ma vengono rapportati(6) a gruppi specifici, distinti(7) ora per strati socioculturali, ora per subculture regionali, espesso per appartenenze ideologiche(8) e fasce generazionali(9).

Più di trent'anni fa Barzini definì, nel libro Gli Italiani, il fascino fatale ed incantatore dell'Italia. Ma l'Italia d'oggiincanta ancora? E il suo fascino, se c'è, è ancora fatale? E da dove deriva? Dalle straordinarie vestigia(10) del passato,di cui l'Italia è piena, o dai segni del presente, nonostante il malcostume(11) e la banalità? Le risposte non sonounivoche e non nascono solo dai libri: nascono, ovviamente, anche dall'esperienza che il contatto diretto, con l'Italiae gli italiani, può dare.

SUBCULTURE REGIONALI E DIALETTIIl tratto più distintivo(12) dell'italianità è il vasto mosaico(13) di subculture regionali, o addirittura locali, in cui essa

si articola. A livello socioculturale l'italianità non esiste come fatto unico e nazionale, ma si alimenta, scandisce evive(14) nelle realtà e tradizioni locali(15) - un sedimento(16) del passato che è riuscito a rinnovarsi senza soccomberealla forza eguagliatrice della modernità. A livello linguistico, tale tratto distintivo assume l'aspetto di una maggioreframmentazione rappresentata dall'uso dei dialetti, parlate locali distinte dall'italiano, che sono ancora oggi usate dalarghi strati della popolazione su tutta la penisola. In Italia le tradizioni locali operano a ogni livello: dal cibo alle

Unità 1 / Introduzione

Capire l’Italia e l’italiano 5

feste, dalle abitudini di vita alle forme di socialità. Tali tradizioni sono potute sopravvivere perché per secolil'Italia è stato un paese diviso dove le varie regioni erano sotto diverse dominazioni straniere e non avevanomolta possibilità di comunicare fra loro. Mancando un centro egemone, anzi uno Stato, almeno fino al1860, le subculture regionali sono fiorite spesso in piena indipendenza fra di loro.

In cucina, ogni regione, e persino ogni villaggio ha i suoi piatti tipici e il suo modo di definirlilinguisticamente. Esiste un "risotto alla milanese" e un "risotto alla piemontese", una "pasta alla calabrese"o "alla siciliana". I ravioli si chiamano così a Bologna, ma in Piemonte si chiamano "agnolotti" e si cucinano"alla piemontese". Gli gnocchi possono essere "alla bolognese" o "alla romana". Il sugo per condire la pastapuò essere un "pesto alla genovese" o "un ragù alla napoletana".

A guardar bene, l'intera cucina italiana è a base regionale e spesso presenta una serie pressoché infinitadi varianti su alcuni temi che restano costanti.

Non c'è zona d'Italia che non abbia una sua tradizione, una sua cultura alimentare e gastronomica, esue specialità tramandate lungo i secoli. Le tipologie culinarie sono anche in stretto rapporto con lageografia delle regioni e la loro vicinanza al mare o alla montagna. La Liguria, per esempio, regione povera,costretta fra il mare e la montagna, senza possibilità di coltivazioni o allevamenti, ha una cucina 'povera',basata soprattutto sulle verdure ed un po' di pesce. Nelle grandi pianure del Nord d'Italia si coltiva e simangia di prevalenza riso e polenta. Quest'ultima rappresenta anzi la vera linea di divisione fra il Nord eil Sud. La gente del Sud ha sempre chiamato i nordici 'polentoni'. Quest'ultimi, a loro volta, hanno definitoquelli del Sud 'terroni' cioè gente che vive dei prodotti ricavati dalla terra. La ricchezza inesauribile delletradizioni regionali rende la cucina italiana forse meno ricercata ed elaborata di quella francese, menocreativa, ma più ricca di varianti, altrettanto sorprendente e non meno raffinata nel suo risultato finale.

C'è poi da fare un'ultima considerazione. Se è vero, come siamo venuti dicendo finora che il regionalismosi esalta nel cibo, è pur anche vero che l'atteggiamento degli italiani verso la loro cucina è univoco: se siparagona la cucina italiana alla cucina francese, la grande rivale, o alla più esotica e cosmopolita cucinaovunque nel mondo, l'italiano, spogliatosi del suo regionalismo, esalterà sempre la superiorità indiscutibiledella cucina italiana. Giorgio Bocca, giornalista e scrittore dell'Italia e degli italiani ben riassume questoatteggiamento: "Ci sono italiani che emigrano restando in Italia, si vestono, si atteggiano come gli stranierima sul cibo nessuno o pochi tradiscono".

Una subcultura regionale molto significativa è la celebrazione delle feste. Quest'ultime, nella vitasociale della regione, della città o del paese, sono un evento importante: esse sono occasione diallegria, di incontro e di scambio, ma sono anche elemento e modo di identificazione del luogo doveavvengono. Basta pensare al Palio di Siena, alla festa della corsa dei Ceri di Gubbio o al Carnevale diViareggio o di Ivrea, alla festa di Piedigrotta (quartiere di Napoli) e alla festa del Mandorlo adAgrigento. In qualsiasi paese d'Italia, poi, la festa più importante dell'anno è la festa del Santo patrono,cui è affidata la protezione del paese stesso. La festa è un evento sociale unico per la comunità: inquel giorno le scuole, i negozi e gli uffici pubblici vengono chiusi, e ci sono processioni, balli, sagre,lotterie, mercatini ambulanti e prodotti gastronomici tipici preparati e consumati per l'occasione. Ilpaese è in festa e la festa attrae anche gli abitanti dei paesi vicini o della città.

I dialetti, infine, sono l'elemento più caratterizzante del regionalismo. In Italia ci sono tanti dialetti quanteregioni, città o addirittura paesi. Lingue autonome, derivanti direttamente dal latino, i dialetti sono stati,nei secoli, il solo mezzo di comunicazione orale di quella grossa parte della popolazione che non era ingrado di parlare italiano perché analfabeta. Oggi gli italiani parlano in dialetto per scelta, non per necessità.E amano parlare in dialetto, quando ne hanno la possibilità, perché è un modo di essere informali, diritrovarsi con gli amici, di stabilire un contatto più spontaneo e diretto con la gente. Parlare dialetto è ancheaffermare la propria provenienza, le proprie radici, poiché il dialetto è un immediato mezzo diidentificazione a livello nazionale (fra il Nord e il Sud), regionale (fra la campagna e la città) o addiritturalocale (fra paese e paese). Parlare dialetto, poi, fra coloro che sono emigrati, è un modo di esprimere lanostalgia, conscia o inconscia, per la propria terra e il proprio paese.

Introduzione

Capire l’Italia e l’italiano6

Unità 1

IL SENSO DI APPARTENENZAGli italiani si identificano per appartenenze(17), e si riconoscono attraverso l'adesione a dei simboli. Le

appartenenze politiche e religiose sono ancora forti, per quanto le prime abbiano perso i toni virulenti del periodopostbellico e degli anni '50, quando essere "comunisti" o "democristiani" identificava non solo l'ideale politico di unitaliano, ma anche il suo intero modo di sentire, di parlare e di comportarsi. Ora sembra che questa identificazionesia un po' scaduta anche perché i partiti stessi, avendo cambiato nome e avendo adottato diciture come Italia deivalori o Il Popolo della Libertà, sono meno identificabili e identificanti. Le appartenze religiose sono in buon numeroe profondamente motivate da un egualmente profondo sentimento religioso in un paese ancora largamentecattolico, come avremo modo di dire nella Unità 2.

Le appartenenze al luogo di nascita o di residenza, invece, sono sempre molto sentite: esse hanno radici secolarie si esprimono nella rivalità tra regioni, città e paesi: il "campanilismo" (di cui si dirà nell'Introduzione all'Unità 4)si manifesta nei modi più svariati ma, soprattutto, si esprime sempre nel calcio, tra opposte tifoserie sportive: ogniitaliano ha una mamma e una squadra di calcio. "Di che squadra sei?" è una domanda molto frequente negliapprocci(18) tra sconosciuti, subito dopo la domanda "di dove sei?". L'identificazione geografica, che si acquisisce inquesti due modi, definisce già la persona appena conosciuta ancora prima che questa abbia parlato e ce ne siamopotuti fare un'opinione oggettiva.

L'IMPORTANZA DELLO SPETTACOLOL'importanza dello spettacolo è il titolo del capitolo forse più bello del già citato volume di Barzini. Molti anni

dopo, quel capitolo, nella sostanza, continua a descrivere atteggiamenti mentali tipici degli italiani. Siamoevidentemente in presenza di una costante(19), di un tratto caratteristico dell'italianità che perdura da secoli.'Essere' e 'apparire' sono sinonimi. L'italiano, maschio o femmina, vuole "fare bella figura"(20) e percepisce ilmondo esterno come il suo personale teatro e gli altri come la sua personale platea. L'importanza dellospettacolo deriva anche dalla forma assunta nei secoli dall'ambiente urbano: la piazza è il luogo dove esternaresentimenti ed emozioni, magari rivedendo vecchi amici e vecchie conoscenze o instaurando nuovi rapporti,nuove relazioni. L'importanza dello spettacolo deriva, infine, da fattori culturali e da atteggiamenti mentali. Equi troviamo quell'universale bisogno di distinguersi che nell'Italia odierna prende le vie della moda, unfenomeno di massa che per molti è un segno di decoro, di cura di sé, uno specchio della personalità, ma peraltri diventa gretta ostentazione di uno status symbol.

UN DIFFICILE RAPPORTO CON SE STESSIGli italiani hanno un difficile rapporto con l'italianità. La più radicata xenofilia convive con la più pericolosa

xenofobia, il patriottismo più acritico con il più distruttivo autolesionismo. Il provincialismo(21) degli italiani si vedenella loro presunzione: bene come in Italia non si mangia da nessuna parte; la pittura è solo italiana, dopo Raffaellonon c'è stato più nessuno; non c'è lingua più musicale dell'italiano; gli stranieri sono incivili perché non sanno bereo fare l'espresso; caldi e virili come gli italiani non c'è nessuno; bene come gli italiani non si veste nessuno…Osservate gli italiani in gita all'estero: niente piace, si lamentano sempre, non perdonano niente, si cercano tra loro,vogliono espresso e spaghetti perché, credendosi i migliori, non hanno motivo di essere curiosi, e si stupiscono sescoprono che anche gli altri hanno una cultura, una storia e un passato che vale il loro. Lo stesso provincialismosi vede nel forte senso di inferiorità che li affligge. L'Italia fa schifo, niente funziona, tutti rubano, lo Stato li sfrutta,le tasse li spolpano: guarda, invece, in America… (in Germania, in Inghilterra, a seconda di cosa si parla). Così gliitaliani sono spesso troppo generosi con se stessi, ma molto più spesso si sottovalutano e si avviliscono.

17. gli italiani si identificano per appartenenze = gli italiani siriconoscono individualmente o socialmente dal fatto che fannoparte di un certo club, o tifano per una certa squadra o sivestono secondo certe mode o indossano abiti firmati.

18. approcci > approccio = incontro.

19. una costante = (s. f.) un elemento ricorrente ed immutato. 20. fare bella figura = figurare bene in società così da essere

notato ed ammirato.21. provincialismo = chiusura mentale (quale si ritiene propria di

chi vive in provincia).

Capire l’Italia e l’italiano 7

Introduzione

LA FAMIGLIA ITALIANA: ANCHE UN FATTO DI COSTUMEUno dei tratti più distintivi dell'italianità è la famiglia italiana: nonostante si sia profondamente

trasformata negli ultimi decenni (come si vedrà più dettagliatamente nell'Unità 4), essa rappresenta ancoraoggi, nonostante le mutazioni(22), una delle maggiori "persistenze"(23) della società italiana. Nel contesto diquest'unità, si vuole solo mettere in evidenza uno specifico fatto di costume: le lunghe permanenze infamiglia. Abbiamo selezionato questo fenomeno perché ci è sembrato particolarmente significativo diquesto momento storico durante il quale l'Italia, fatto unico in Europa, sembra stia diventando "il paesedei ragazzi a vita".

IL GUSTO MUSICALE DEGLI ITALIANISe pensate che la musica italiana sia quella degli stornelli e dei cantastorie accompagnati da chitarre

o romantici mandolini, toglietevi ogni illusione: la musica popolare tradizionale è scomparsa a livellonazionale. Tuttavia un folk autentico, non artificialmente riprodotto a futura memoria, sopravviveancora nelle subculture regionali e si può sentire per lo più nelle feste paesane. Per i cultori del genereci sono anche delle buone raccolte, come per esempio, quella curata da Roberto Leydi e Filippo Crivelliper Il nuovo canzoniere italiano(24).

Anche la tradizione melodica di nobile ascendenza (la romanza d'opera, il belcanto, la canzonenapoletana) con cui si è da sempre identificata la canzone all'italiana, è in forte ribasso.

Un noto storico inglese, Stephen Gundle, così sintetizza l'evoluzione della canzone all'italiana: "Dopoessere sopravvissuta sia pure con difficoltà agli anni Sessanta, la canzone melodica cominciò a perdererapidamente colpi. Attaccata da più parti e sostituita nel cuore degli italiani, e specie dei giovani, da formee generi di canzone molto più vicini alla realtà vissuta o sognata di tutti i giorni, regna sovrana sul Festivaldi Sanremo"(25).Oggi sono i "cantautori" a rappresentare il filone più tipico e originale delle musica italiana:autori del testo così come della musica, hanno portato una ventata di anticonformismo e spregiudicatezzae raggiunto un notevole successo nazionale. Fra i più noti ricordiamo: Fabrizio de Andrè, Lucio Dalla, ErosRamazzotti, Zucchero Fornaciari, Claudio Baglioni. In una dimensione internazionale si collocano, invece,Riccardo Cocciante, Laura Pausini e Paolo Conte. In quest'ultimo, un vero talento letterario si abbina adun originale talento musicale.

22. mutazioni > mutazione = cambiamento.23. persistenze > persistenza = fattore di stabilità.24. Leydi e Crivelli. Cfr. Bibliografia essenziale.

25. Stephen Gundle, Non solo rime scontate e infatuazioni rock, inStato dell'Italia, Milano, 1994.

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Capire l’Italia e l’italianoLingua e cultura italiana oggi

Lia Buono Hodgart Il Costume I ragazzi a vita

I ragazzi a vita

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I ragazzi a vita

Una battuta che ha trovato spazio in più di un testo scritto da stranieri sul costume degli italiani, dice più o meno così. Quando un giovane inglese o americano resta ancora in famiglia dopo i venti, venticinque anni,i suoi connazionali si chiedono: "Che cosa non va in quel giovane?", mentre quando la stessa cosa accade a unitaliano i suoi connazionali si chiedono: "Che cosa non va in quella famiglia?". Non troviamo un modo piùefficace di questa battuta, che coglie perfettamente un aspetto della mentalità italiana, per introdurre il brillantebrano che segue, scritto da uno dei più grandi americanisti e manager culturali italiani, il giornalista e saggistaFurio Colombo.

Dopo la grande rivolta contro i padri della fine degli anni '60 e dei primi anni '70, che indusse molti giovania uscire di casa per sperimentare nuove forme di convivenza, l'abitudine dei figli a vivere in famiglia fino almomento del matrimonio ed oltre ha ripreso piede negli anni '80 ed è diventata un macroscopico fatto dicostume negli anni '90.

Questo comportamento, così anomalo rispetto agli altri paesi occidentali, ha trovato alimento in duedifficoltà oggettive, legate alla realtà socioeconomica del paese ed a carenze inerenti al sistema stesso: ladifficoltà dei figli a trovare un lavoro al termine degli studi, così da potersi rendere finanziariamente autonomidalla famiglia e la difficoltà a trovare un alloggio a prezzi ragionevoli. Questa seconda difficoltà risultaparticolarmente gravosa ed opprimente per le giovani coppie che vogliono sposarsi e sono spesso costrette, amatrimonio avvenuto, a convivenze problematiche con la famiglia di uno dei due sposi. Le ragioni degli altiprezzi delle case in Italia sono molteplici ed investono anche il rapporto fra lo Stato ed il cittadino in materiadi tassazione: è un dato di fatto che solo recentemente è stata varata una legislazione che incoraggia ed agevolal'acquisto della prima casa, ora considerato come un diritto e non più un bene voluttuario, sinonimo diricchezza tassabile.

Accanto ai giovani, le cui permanenze in famiglia sono per così dire 'forzate', ce ne sono altri che scelgonodi restare a vivere in casa senza una necessità impellente. Hanno un lavoro fisso, hanno un salario adeguato,sono single e, a volte, anche fidanzati, ma non hanno alcuna fretta di sposarsi e di mettere su famiglia. Questigiovani sono un esercito sterminato che sfugge alle più attente statistiche: sono loro che hanno contribuito atrasformare una semplice consuetudine in un fatto di costume dalle estese proporzioni.

Su questi 'ragazzi a vita', su questi figli eterni ospiti, riportiamo qui alcuni pareri. Primo fra tutti, quello diun padre, Enzo Siciliano, noto scrittore, giornalista e Presidente della Rai (Radio Televisione Italiana) dal 1996al 1998.

Siciliano ci dice: "Per me i figli se ne devono andare di casa a 23, 24 anni al massimo. Anzi, meglio ancorase l'università la fanno da un'altra parte, non nella propria città. Lontano, che aiuta a crescere. Perché c'è unasanità nel distacco. Anche se poi, confesso, io mi ammalo di nostalgia. E vorrei Bernardo e Francesco a discuterecon me, non su appuntamento, ma nell'intercalare quotidiano. Nostalgia ingiusta, però. Sbagliata per me e perloro. Tossica. Una tentazione da evitare. Bisogna lasciarsi, anche se la lavatrice resta decisamente in comune...Ah figuriamoci: tuo figlio si trova una casetta, stavolta guadagna quanto basta per vivere da solo, ma per iservizi sussidiari bussa sempre, specie per il bucato. Non più tanto per la cucina...".

Ed ecco ora il parere di suo figlio Francesco, 28 anni, attore, che è tornato alla casa paterna dopo avervissuto, per un certo tempo, per conto suo. "Col mio lavoro periodico, spesso con l'addensarsi casuale, mai

Unità 1 / Scheda 1

Capire l’Italia e l’italiano10

Unità 1 / Scheda 1

regolare, di impegni, non avevo garanzie. Io mi ero chiuso la porta alle spalle baldanzoso. Ma poi ho dovutotornare ed è stato uno schiaffo. O facevo la fame per pagarmi l'affitto o dovevo consegnarmi al portafoglio delbabbo e questo non mi andava. Così sono tornato. Ma mi è pesato, certo. Ho avvertito una sconfittaprofessionale. Il mammismo è un vizio per chi ha poche prospettive. Una faccenda materiale, nonsentimentale".

Sentiamo ora una madre, la signora Maria Rosa Salzano di Ferrara, che ha cacciato il figlio Luca di casa maè stata obbligata da un'ordinanza del pretore a riprenderselo. Luca aveva, infatti, sporto denuncia contro il"comportamento illegale" della madre e il giudice gli ha dato ragione. Ecco la storia: Luca fa il benzinaio eguadagna più di sua madre, che è operaia stagionale e non ha salario fisso. Nonostante la sua stabilitàeconomica, Luca non ne vuole sapere di andare a vivere da solo e esige dalla madre prestazioni e servizi(preparazione del cibo, bucato, stiratura...).

La signora Maria Rosa dice: "Sia chiaro, io non ho cacciato di casa un ragazzo minorenne: mio figlio lavorae può mantenersi da solo, ma ha sempre rifiutato di contribuire al bilancio domestico e darmi una mano. E direche il suo stipendio è buono. Preferisce spendere i suoi quattrini in belle auto, divertimenti e abiti firmati''.

Ed ecco i pareri degli avvocati. L'avvocato di Luca: "Io sono soddisfatto del risultato dell'inchiesta. Ormai iragazzi se ne vanno di casa sempre più tardi e bisogna accettare questa realtà sociale incontestabile''; l'avvocatodella signora Maria Rosa: "Continuo a pensare che un figlio ha il diritto di restare a casa solo fino a quandonon diventa autosufficiente".

E per finire sentiamo lo scrittore Curzio Maltese che, riferendosi palesemente alla vicenda giudiziaria orariportata, ci dà il giudizio definitivo sul problema dei 'ragazzi a vita':

"Tocca sopportarli nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non vi separi. E perché, se l'amore è finito?perché anche l'amore materno, orrore, può finire. Soprattutto se l'adorato figlio ci marcia e lo usa per accederead una serie di servizi: lavaggio e stiraggio camicie, buoni pasto, alloggio gratuito, prestiti agevolati, assistenzasociosanitaria. Sconfitta in tribunale, la madre di Ferrara è comunque un'eroina dei nostri tempi. Siamo allavigilia di una nuova rivolta generazionale? Si tratterà della rivolta dei genitori contro i figli? Ma per ora nonsono molti i genitori che si sono liberati della dittatura della prole. C'è qualcosa di profondamente malato inuna società di eterni bambini che vogliono bene soltanto alla mamma e di genitori che accettano qualsiasi cosapur di non staccarsi dai pupi e avviarli alla vita con la migliore, pur se politicamente scorretta, delle benedizioni:arrangiatevi".

Capire l’Italia e l’italiano 11

Unità 1 / Testo I

1. Interlocutore = ciascuna delle due o piùpersone che prendono parte a un dialogo.

2. intrattengono > intrattenere = (a) fare unricevimento (es. “la padrona di casa intrattienegli ospiti”); (b) impegnare qualcuno o tenerglicompagnia per passare il tempo in modopiacevole (es. “il presentatore intrattiene itelespettatori”). Nel testo vale l’accezione (b).

3. soglia = (a) ingresso, entrata, punto di

passaggio da un locale ad un altro o dall’esternoall'interno; (b) (fig.) principio, inizio; (c) limite.Nel testo vale l’accezione (c).

4. lamento = espressione di insoddisfazione orisentimento.

5. mixaggio = procedura che riunisce in una solacolonna sonora la musica e le parole già registrateseparatamente, al fine di ottenere un tutto coerente.

6. metafora = modo allusivo di esprimersi.

ritorna insistente

diventare consapevole

obblighi saltuario

somiglianze / analogie

modo di vivere

statici/ fermi

davanti pieni

provvisorio

diminuzione delle nascite

particolareggiata

propenso

insolito/ singolare

“L’Italia, il paese dei ragazzi a vita” di Furio Colombo (da La Repubblica)

“Sono un ragazzo di 32 anni”, dice al telefono l’interlocutore(1) di una delle tantetrasmissioni radiofoniche che intrattengono(2) rapporti col pubblico. Noto la parola cheriemerge martellante , con frequenza. “Sono un ragazzo” anche quando chi parla hasuperato da un pezzo la maggiore età ed è persino oltre la soglia(3) del servizio militare edella laurea. Ma è la prima volta che sento la autodefinizione di “ragazzo” per qualcunodi più di trent’anni. Eppure ascoltando la telefonata ho dovuto rendermi conto delrealismo della frase. Non era un lamento(4). Era una descrizione di vita. Abitazione pressoi genitori. Vita sentimentale: senza impegni . Lavoro: precario , svolto comunque senzapassione e senza attenzione, come il proseguimento della scuola. Punti di attenzione e difuoco sulla vita: la musica, ovvero le canzoni.

L’ospite di turno del programma di cui sto parlando era un cantautore. Di quelcantautore il nostro ragazzo di 32 anni sapeva tutto, parole, musica, concerti,cambiamenti di stile, affinità con cantautori stranieri, eventi del mixaggio(5) o studi diregistrazione.

Il trentaduenne ha definito, in questo modo, una nuova categoria sociale, quella del“ragazzo a vita”. O almeno per una lunga parte della vita. Quella categoria esiste.

È più di una categoria, è uno stato della vita che si può definire così: il treno della vitasociale è fermo. Se posso colorire un po' la metafora(6), dirò che è fermo fuori stazione, inun territorio senza segni particolari, sconosciuto e irriconoscibile. Nei vagoni di testa, piùcomodi e arredati ma altrettanto immobili , sono accomodati gli anziani, protagonisti divite lunghe e uguali nelle quali non accade più niente.

Fra le cose che non accadono c'è il fatto che nessuno scende dal treno. Perchédovrebbe farlo visto che non siamo arrivati in stazione? Però, se nessuno scende, nessunosale, nei vagoni di testa . E gli altri vagoni restano gremiti di "ragazzi" liberi da vereresponsabilità, la casa, la famiglia, i figli, il lavoro. Voi direte: perché la famiglia, visto cheal cuore non si comanda e certo non lo comandano i ragazzi?

Perché, io credo, se tutto il resto diventa precario , la vita si trasforma in un campeggio,e la famiglia diventa più passatempo che impegno. E, se possibile, senza impegni e senzafigli. Che sia questa una delle cause della denatalità di cui tanto discutiamo?

È probabile che "il ragazzo" di 32 anni tuttora occupato con la conoscenza in dettagliodelle canzoni, sia poco incline a diventare padre. Se lo è diventato, sarà probabilmenteun simpatico amico più che un modello di vita. Quale vita?

Però non posso fare a meno di notare un clamoroso contrasto linguistico, e mi

Capire l’Italia e l’italiano12

domando se è solo linguistico. Sto pensando agli Stati Uniti, paese a cui tanto spesso ciriferiamo per confrontare, anticipare, capire, ammirare, condannare.

Bene, negli Usa da più di dieci anni si è diffusa, in modo universale e senza eccezione,l'abitudine di dire "uomo" tutte le volte che si diceva "ragazzo". Tanto che la tipicaespressione di meraviglia "oh boy" è diventata senza eccezioni "oh man", e l'intercalare"man" ("listen man", "I tell you man") è diventato di uso esclusivo anche tra i bambini.

Allo stesso modo non chiedete mai alle giovanissime alunne di una prima media"quante ragazzine (young girls) ci sono in classe?". La risposta sarà "women", "donne",perché così le adolescenti chiamano se stesse negli Usa. E non azzardatevi a usaretermini diversi da "uomini" e "donne" con una classe universitaria. Apparireste ridicoli.

Serve come spiegazione di questa straordinaria e vistosa differenza di parole laquestione lavoro? Serve (dieci milioni di posti di lavoro creati in quattro anni negli

Stati Uniti), ma non spiega tutto. Perché il nuovo lavoro americano è quasi sempreprecario e tipicamente "giovane" e il più delle volte è un "posto", non una "carriera".

Forse fa luce il distacco irreversibile dalla famiglia. I piccoli delle tribù americane losentono prossimo e inevitabile persino quando vivono ancora in casa. Continuare avivere in casa invece sembra essere il dato tipico della lunga giovinezza italiana.

Unità 1 / Testo I

ripetere

arrischiatevi

sembrerestenotevole

ragazzini grandi famiglie

elemento

Capire l’Italia e l’italiano 13

Eserciziario

ESERCIZI DI GRAMMATICA E DI LESSICO

A. Trovate la parola che, per significato, non appartiene al gruppo in cui si trova.

1. trasmissione, programma, servizio, spettacolo, ripresa

2. incisione, metafora, registrazione, mixaggio, montaggio

3. cantante, cantautore, tenore, operatore

4. scompartimenti, anziani, treni, vagoni, carrozze

5. padre, figlio, nonni, giovani, genitori

6. lavoro, carriera, posto, campeggio, impiego

B1. Dall’aggettivo ricavate il sostantivo, poi formate delle frasi.

AGGETTIVO SOSTANTIVO FRASE

1. martellante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2. sentimentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3. militare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4. sociale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5. comodo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

6. lungo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

7. precario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

8. incline . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

9. clamoroso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

10. abituale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

11. diverso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

B2. Ora fate l’inverso: dal sostantivo ricavate l’aggettivo e poi formate delle frasi.

SOSTANTIVO AGGETTIVO FRASE

1. frequenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2. vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3. impegno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4. lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5. passione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6. musica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7. responsabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8. famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9. abitudine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

10. differenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

11. tribù . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

C. Abbinate le parole nella colonna I al loro contrario nella colonna II.

I II1. maggiore vecchiaia A2. maturo giovane B3. precario modesto C4. fermo lontano D5. comodo minore E6. lamento fisso F7. incline immaturo G8. clamoroso contrario H9. anziano scomodo I

10. esclusivo grido di gioia J11. ridicolo ordinario K12. vistoso grave L13. prossimo comune M14. giovinezza mobile N

D. Trasformate le seguenti frasi ipotetiche della realtà in ipotetiche della possibilità.

Es. Se ho tempo, la sera preferisco ascoltare la musica piuttosto che guardare la televisione > Se avessi tempo, la sera preferirei ascoltare la musica piuttosto che guardare la televisione

1. Se posso colorire un po’ la metafora, dirò che il treno della vita sociale è fermo, fuori stazione.2. Se nessuno scende dal treno, i vagoni restano gremiti.3. Se tutto il resto diventa precario, la vita si trasforma in un campeggio.4. In Italia, se qualcuno diventa padre, sarà probabilmente un simpatico amico più che un modello di vita.5. In America, se ci si azzarda ad usare termini diversi da “men” e “women” in una classe universitaria,

si appare ridicoli.6. Se i giovani italiani rimangono a vivere in famiglia, non maturano mai.7. Se posso, mi sposo entro l’anno.8. Se vieni a trovarmi questo fine settimana, sono molto contento.

E. Trasformate le subordinate implicite in esplicite.

Es. Essendoci poca luce, le fotografie non riusciranno bene> Siccome c’è poca luce, le fotografie non riusciranno bene

1. Ascoltando la telefonata, non ho potuto fare a meno di stupirmi.2. Abitando presso i genitori, “i ragazzi a vita” hanno meno responsabilità e maturano più lentamente.3. Occupandosi solo di un cantautore, della sua vita e delle sue canzoni, il ragazzo intervistato non ha dimostrato

di avere un orizzonte culturale molto vasto.4. Sentendo la parola “ragazzo”, non mi aspettavo di avere a che fare con una persona di trentadue anni.5. Vivendo fuori della propria famiglia, si ha occasione di maturare più in fretta, perché si impara a risolvere

le difficoltà da soli. 6. Aspettandolo, ho approfittato per dare uno sguardo al giornale.

Capire l’Italia e l’italiano14

Eserciziario

F. Sostituite alle strutture sottolineate i comparativi e superlativi irregolari di uguale valore semantico,modificando il testo opportunamente.

Es. (a) Francesco era il più piccolo dei fratelli> Francesco era il fratello minore

(b) Il guadagno è stato più basso del previsto> Il guadagno è stato inferiore al previsto

1. La situazione economica italiana non è più cattiva di quella degli altri paesi del mercato comune europeo.2. Luisa è la più grande delle sorelle.3. L’interlocutore ha risposto a tutte le domande con la più grande precisione.4. Il costo delle vacanze è stato più alto del previsto.5. Se non ci mettono più impegno, gli scalatori non riusciranno nella loro impresa.6. Ci hanno sistemati in un albergo di bassissima categoria.7. L’estate scorsa abbiamo avuto un’estate molto cattiva.8. Quella ragazza mostra un’intelligenza più alta della media.

DOMANDE DI COMPRENSIONE

1. Fra chi si svolge la conversazione?2. Descrivi il “ragazzo” a cui fa riferimento Colombo.3. Che preparazione alla vita ha questo “ragazzo”?4. Perché Colombo lo definisce “ragazzo a vita”?5. Chi era l’ospite del programma radiofonico? 6. Qual è una possibile causa della denatalità secondo Colombo?7. A quale “clamoroso contrasto linguistico” si riferisce Colombo?8. C’è differenza fra il modo di vivere dei giovani americani e quello dei giovani italiani?9. Che cosa vuol dire Colombo quando afferma che “il treno della vita sociale è fermo”?

10. In quale contesto e per quali ragioni “la vita si trasforma in un campeggio”?

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Eserciziario

ESERCIZI DI SCRITTURA

Testi di riferimento: Testo I e Scheda 1 di questa Unità; Bibliografia essenziale dell'Unità 1; Introduzioneall'Unità 4; Sezione 5 dell'Unità 4.

1. Spiegate perché l’Italia è il paese dei "ragazzi a vita" ed esprimete la vostra opinione su questo straordinariofatto di costume. (Scrivete 300 parole).

2. Rileggete i primi due paragrafi dell'articolo di Furio Colombo. In base alle informazioni date nel testo, provatead immaginare la conversazione avvenuta fra il presentatore della trasmissione e il "ragazzo" che ha telefona-to. Scrivete la conversazione ed iniziate così: Presentatore - "Buongiorno, grazie per averci chiamato. Ora dimmicome ti chiami e raccontaci di te". Ragazzo - "Buongiorno, mi chiamo XX e sono un ragazzo di 32 anni...”.

3. Mettete a confronto la opinioni di Furio Colombo, Enzo Siciliano e Curzio Maltese sul tema: "I giovani e lelunghe permanenze in famiglia". (Scrivete 400 parole).

4. Descrivete la vita dei giovani nel vostro paese d'origine e confrontatela con i modelli italiani. (Scrivete 400parole).

5. Quali sono le vostre aspirazioni ed i vostri progetti per il futuro?

Eserciziario