Atteggiamento dei cittadini europei verso il …...L'atteggiamento dei cittadini nei confronti dei...

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DV\786491IT.doc Atteggiamento dei cittadini europei verso il cambiamento climatico Eurobarometro Speciale 313 / 71.1 TNS Opinion & Social Relazione Indagine: gennaio - febbraio 2009 Pubblicazione: luglio 2009 Eurobarometro speciale 313 Il presente sondaggio è stato commissionato dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo e coordinato dalla Direzione generale Comunicazione della Commissione europea. Questo documento non rappresenta il punto di vista della Commissione europea o del Parlamento europeo. Le interpretazioni e le opinioni che vi sono espresse sono unicamente quelle dei suoi autori. EUROPEAN COMMISSION EUROPEAN PARLIAMENT

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DV\786491IT.doc

Atteggiamento dei cittadini europei verso il cambiamento climatico

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Relazione

Indagine: gennaio - febbraio 2009

Pubblicazione: luglio 2009

Eurobarometro speciale 313

Il presente sondaggio è stato commissionato dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo e coordinato dalla Direzione generale Comunicazione della Commissione europea. Questo documento non rappresenta il punto di vista della Commissione europea o del Parlamento europeo. Le interpretazioni e le opinioni che vi sono espresse sono unicamente quelle dei suoi autori.

EUROPEAN COMMISSION

EUROPEAN PARLIAMENT

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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INDICE

INDICE ....................................................................................................................................................... 2

INTRODUZIONE .................................................................................................................................... 3

1. PERCEZIONE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO E DEL RISCALDAMENTO GLOBALE................................. 6 1.1 I tre problemi più gravi che il mondo deve affrontare................................................................ 6 1.2 Valutazione della gravità del problema.................................................................................... 17

2. LIVELLO D 'INFORMAZIONE SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO ............................................................. 21 3. COMBATTERE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO .................................................................................... 27

3.1 Atteggiamento verso il cambiamento climatico e i modi per combatterlo................................ 27 3.1.1 Combustibili alternativi ........................................................................................................................29 3.1.2 Provvedimenti adottati personalmente per combattere il cambiamento climatico .32 3.1.3 Impatto sull'economia europea........................................................................................................35 3.1.4 Il cambiamento climatico non è un processo inarrestabile.................................................38 3.1.5 Impatto delle emissioni di CO2 sul cambiamento climatico...............................................42 3.1.6 La "gravità" del cambiamento climatico non è stata ingigantita......................................46

CONCLUSIONI...................................................................................................................................... 50

SPECIFICHE TECNICHE................................................................................................................... 52

QUESTIONARIO

TABELLE………………………………………………………………………………………….54

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INTRODUZIONE

La presente relazione illustra i risultati di un sondaggio sull'atteggiamento dei cittadini europei verso il cambiamento climatico, condotto a gennaio-febbraio 2009. Negli ultimi anni il cambiamento climatico è divenuto una delle massime priorità politiche a livello internazionale. L'Unione europea è impegnata in un'attività costruttiva per giungere ad un accordo globale inteso a controllare il cambiamento climatico e sta assumendo un ruolo di primo piano mediante l'adozione di ambiziose iniziative proprie1. Nel dicembre 2008 l'UE ha adottato un pacchetto integrato di misure legislative sull'energia e il clima al fine di realizzare gli ambiziosi obiettivi per il 2020, fissati dai leader dell'UE nel marzo 2007. Tali obiettivi sono volti alla creazione di un futuro sostenibile attraverso la riduzione dei gas a effetto serra e dei consumi di energia grazie a una maggiore efficienza energetica nonché a rispondere in misura sempre maggiore al fabbisogno energetico utilizzando risorse rinnovabili. Il problema del cambiamento climatico non desta preoccupazioni solo ai vertici politici. L'attenzione dei media (internazionali) ha alimentato un vivace dibattito pubblico. È in quest'ottica che è stato condotto il presente sondaggio Eurobarometro, con l'obiettivo generale di analizzare l'atteggiamento dei cittadini europei verso il cambiamento climatico. L'indagine è stata incentrata su:

� La percezione dei cittadini del cambiamento climatico in relazione ad altri problemi mondiali.

� La percezione della gravità del cambiamento climatico da parte dei cittadini. � La misura in cui i cittadini si sentono informati in merito al cambiamento

climatico – le sue cause, conseguenze e i modi per combatterlo. � L'atteggiamento dei cittadini nei confronti dei carburanti alternativi e delle

emissioni di CO².

� Scoprire se i cittadini ritengono che il cambiamento climatico si possa fermare o se sia stato esagerato, e quale ne sia l'impatto sull'economia europea.

� Scoprire se i cittadini hanno intrapreso iniziative a livello personale per combattere il cambiamento climatico.

1 http://ec.europa.eu/environment/climat/home_en.htm

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Il presente sondaggio Eurobarometro è stato commissionato dalla Direzione generale della Comunicazione della Commissione europea, per conto del Parlamento europeo e della Commissione europea. Il sondaggio è stato effettuato dalla rete TNS Opinion & Social tra il 16 gennaio e il 22 febbraio 2009. Sono stati intervistati 26.718 cittadini nei 27 Stati membri dell'Unione europea, nei tre paesi candidati all'adesione (Croazia, Turchia ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia) e nella comunità turco-cipriota. La metodologia utilizzata è quella dei sondaggi Eurobarometro condotti dalla direzione generale della Comunicazione (unità "Ricerca e analisi politica")2 della Commissione europea. Una nota tecnica sul modo in cui sono state condotte le interviste dagli Istituti della rete TNS Opinion & Social network è allegata alla presente relazione. Tale nota illustra i metodi d'intervista e gli intervalli di fiducia3. I risultati del sondaggio vengono analizzati dapprima a livello comunitario e successivamente a livello nazionale. Ove opportuno, diverse variabili sociodemografiche – come il sesso, l'età, il livello di istruzione, la professione e l'orientamento politico dei rispondenti – sono state utilizzate per approfondire ulteriormente l'analisi. Inoltre, sono state impiegate le seguenti variabili chiave per conoscere più a fondo le opinioni dei cittadini europei sul cambiamento climatico:

� il livello soggettivo d'informazione dei rispondenti sulle cause e le conseguenze del cambiamento climatico e sui modi per combatterlo: QE3: "Si ritiene personalmente bene informato o non bene informato su...? Le diverse cause del cambiamento climatico; le diverse conseguenze del cambiamento climatico; i modi in cui possiamo combattere il cambiamento climatico";

� la loro percezione della gravità del cambiamento climatico: QE2:

"Quanto ritiene serio in questo momento il problema cambiamento climatico? Usi la scala da 1 a 10, dove 1 significa che non è per niente un problema serio e 10 significa che è un problema estremamente serio."

2 http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm 3 Le tabelle dei risultati sono contenute nell'allegato. Si osservi che il totale delle percentuali nelle tabelle della presente relazione può essere superiore a 100% laddove i rispondenti hanno potuto fornire più di una riposta alla stessa domanda.

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Nella presente relazione, i paesi sono indicati mediante i loro codici ufficiali. Le abbreviazioni utilizzate nel documento sono le seguenti:

ABBREVIAZIONI

UE27 Unione europea – 27 Stati membri NS/NR Non sa / Nessuna risposta BE Belgio BG Bulgaria CZ Repubblica ceca DK Danimarca D-E Germania orientale

DE Germania D-W Germania occidentale

EE Estonia EL Grecia ES Spagna FR Francia IE Irlanda IT Italia CY Repubblica di Cipro*

CY (tcc) Zona non controllata dal governo della Repubblica di Cipro

LT Lituania LV Lettonia LU Lussemburgo HU Ungheria MT Malta NL Paesi Bassi AT Austria PL Polonia PT Portogallo RO Romania SI Slovenia SK Slovacchia FI Finlandia SE Svezia UK Regno Unito

HR Croazia

TR Turchia MK Ex Repubblica iugoslava di Macedonia**

*Cipro nel suo insieme è uno dei 27 Stati membri dell'Unione europea. Tuttavia, l'"acquis comunitario" è sospeso nella parte del paese che non è controllata dal governo della Repubblica di Cipro. Per ragioni pratiche, solo le interviste realizzate nella parte del paese controllata dal governo della Repubblica di Cipro sono classificate nella categoria "CY" e incluse nella media dell'UE27. Le interviste condotte nella parte del paese non controllata dal governo della Repubblica di Cipro sono classificate nella categoria "CY(tcc)" [tcc: Turkish Cypriot Community - Comunità turco-cipriota]. ** Codice provvisorio che non pregiudica in alcun modo la denominazione definitiva del paese, che sarà concordata al termine dei negoziati attualmente in corso presso le Nazioni Unite.

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1. Percezione del cambiamento climatico e del riscaldamento globale

1.1 I tre problemi più gravi che il mondo deve affrontare - La povertà, la crisi economica globale e il cambiamento climatico sono

considerati i problemi più gravi del mondo- Se si osserva l'insieme aggregato delle risposte degli intervistati4 in merito a ciò che essi ritengono essere i problemi più gravi5, il 66% è del parere che "la povertà, la mancanza di cibo e di acqua potabile" sia uno dei problemi più gravi che il mondo si trovi attualmente a fronteggiare. Al secondo posto vi è "una grande contrazione dell'economia mondiale" la cui menzione è più che raddoppiata (dal 24% nella primavera del 2008 al 52% nel gennaio-febbraio 2009). L'aumento delle risposte relative alla "grande contrazione dell'economia mondiale" ha comportato un minor numero di risposte relative al "cambiamento climatico", il quale, nella primavera del 2008, era stato menzionato nel 62% dei casi. Attualmente il "cambiamento climatico", che il 50% degli intervistati ritiene essere tra i problemi più gravi del mondo, occupa il terzo posto in classifica. Sebbene la crisi economica superi il cambiamento climatico e quest'ultimo sia meno menzionato rispetto ai livelli precedenti, è importante rilevare che questi tre problemi (povertà, economia e cambiamento climatico) sono i più citati da almeno la metà degli intervistati. Dopo questi tre problemi, i rispondenti ritengono che il "terrorismo internazionale" rappresenti un problema grave (il 42%) sebbene anche in questo caso le menzioni siano diminuite (dal 53% della primavera del 2008). Collocato in quinta posizione si trova il problema dei "conflitti armati" menzionato dal 39% degli intervistati. Circa un quinto dei rispondenti ritiene che "la proliferazione delle armi nucleari" (il 19%, in calo rispetto al 23% della primavera 2008), “l'aumento della popolazione mondiale” (il 19%, stabile dalla primavera del 2008) e “la diffusione delle malattie infettive” (il 18%, in calo rispetto al 23% della primavera 2008) come i problemi più gravi nel mondo. Anche in questo caso, si rileva che il fatto che la gravità della crisi economica sia stata menzionata un maggior numero di volte è risultato in un minor numero di menzioni per gli altri problemi mondiali. Il seguente grafico illustra questa situazione:

4 Questa analisi si basa su tutte le risposte date dagli intervistati (sia sulla prima che sulle altre risposte). 5 QE1 Secondo lei, fra i seguenti problemi, qual è il problema che lei considera più serio attualmente per il mondo nel suo insieme? Per primo? Che altro?

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In your opinion, which of the following do you consider to be the

most serious problem currently facing the world as a whole?

Firstly? Any others? - % EU

67%

24%

62%

53%

38%

22%18%

24%

66%

52%50%

42%39%

19% 19% 18%

Pove

rty, la

ckof foo

d and

drinking

water

A m

ajor

global

econ

omic

dow

ntu

rn

Clim

ate

chan

ge

Intern

ational

terrorism

Arm

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nflicts

The

proliferation

of nuclea

rwea

pon

s

The

increa

sing

world

pop

ulation

The sp

read

of an

infectious

disea

se

EB69 EB71

Se si considerano solo le prime risposte degli intervistati, "la povertà, la mancanza di cibo e acqua potabile" si collocano al primo posto nell'elenco dei problemi mondiali più gravi. Ciò è conforme con il precedente rilevamento. Vi è tuttavia un notevole incremento del numero di rispondenti che ritiene che una “grande contrazione dell'economia mondiale” sia il problema più importante che il mondo si trovi attualmente a fronteggiare, che passa dal 5% della primavera 2008 al 22% del gennaio-febbraio 2009. Ciò ha condotto a una riduzione del numero di casi in cui il "cambiamento climatico" è stato indicato come prima risposta, sebbene il problema sia tuttora menzionato da quasi un rispondente su cinque.

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18%

22%

30%

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35%

Climate change

A major global economic downturn

Poverty, lack of food and drinking water

QE1a In your opinion, which of the following do you consider to be the most serious problem currently facing the world as a whole? Firstly?

% EU

+1

+17

-12

I rispondenti portoghesi e croati sono tra i più numerosi a ritenere che il problema mondiale più grave sia attualmente costituito da "povertà, mancanza di cibo e acqua potabile". Il "cambiamento climatico" è menzionato come il problema più importante (prima risposta) da due paesi: l'Austria e la Svezia. Gli svedesi confermano ancora una volta la loro elevata sensibilità alle problematiche ambientali. A livello nazionale, il "cambiamento climatico" è considerato come un problema grave specialmente dai cittadini di Svezia (82%), Cipro (76%) e Grecia (71%). Inoltre i cittadini svedesi, maltesi e della Comunità cipriota ritengono che il cambiamento climatico sia attualmente il problema mondiale più grave. Tale questione registra un minor numero di menzioni in Polonia (33%), nella Repubblica Ceca (33%), in Turchia (32%) e in Portogallo (30%). Il grafico riportato in appresso illustra i rispettivi risultati per paese.

+ and – indicate evolution from EB69 Spr. 2008

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“La povertà, la mancanza di cibo e acqua potabile” è considerata il problema mondiale attualmente più grave nella maggior parte dei paesi, e in particolare da francesi, ciprioti, svedesi e croati. Molti dei paesi rimanenti hanno citato “una grande contrazione dell'economia mondiale” come il problema più grave che il mondo deve attualmente fronteggiare, con un numero particolarmente elevato di risposte in tal senso in Lituania, Bulgaria, Slovenia e Slovacchia. “Il terrorismo internazionale” riceve il numero più elevato di menzioni in Bulgaria e a Malta, mentre i “conflitti armati” sono anche menzionati da più della metà dei bulgari, degli estoni, degli spagnoli e dei ciprioti. “La proliferazione delle armi nucleari” è principalmente menzionata dai cittadini greci e ciprioti, “l'aumento della popolazione mondiale" da finlandesi e olandesi

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e “la diffusione delle malattie infettive” dai rispondenti irlandesi e dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia.

Poverty,

lack of

food and

drinking

water

A major global

economic

downturn

Climate changeInternational

terrorismArmed conflicts

The proliferation of

nuclear weapons

The

increasing

world

population

The spread of an

infectious

disease

EU27 66% 52% 50% 42% 39% 19% 19% 18%

BE 69% 54% 54% 37% 34% 21% 22% 15%

BG 62% 71% 43% 50% 52% 18% 9% 14%

CZ 45% 69% 33% 42% 38% 19% 11% 24%

DK 71% 61% 64% 45% 43% 16% 22% 15%

DE 75% 54% 65% 46% 39% 23% 31% 19%

EE 56% 65% 37% 33% 54% 13% 20% 22%

EL 72% 68% 71% 39% 42% 32% 12% 12%

ES 73% 50% 44% 49% 51% 19% 9% 11%

FR 80% 44% 51% 34% 35% 24% 26% 18%

IE 59% 67% 58% 36% 28% 19% 21% 28%

IT 56% 43% 41% 48% 34% 21% 8% 23%

CY 81% 55% 76% 33% 51% 30% 25% 19%

LV 60% 69% 43% 29% 46% 9% 9% 25%

LT 51% 76% 47% 35% 44% 20% 8% 18%

LU 76% 45% 54% 42% 33% 25% 30% 21%

HU 73% 67% 61% 27% 30% 16% 28% 27%

MT 52% 53% 61% 50% 22% 15% 9% 26%

NL 75% 58% 57% 31% 42% 14% 32% 16%

AT 67% 41% 63% 47% 42% 29% 28% 22%

PL 58% 42% 33% 42% 43% 15% 5% 19%

PT 77% 52% 30% 32% 41% 13% 10% 22%

RO 57% 66% 51% 41% 39% 14% 7% 21%

SI 76% 73% 61% 34% 34% 15% 18% 16%

SK 61% 70% 53% 47% 49% 16% 17% 22%

FI 70% 57% 67% 29% 35% 19% 33% 22%

SE 82% 33% 82% 25% 41% 21% 40% 26%

UK 49% 55% 46% 45% 33% 13% 27% 14%

CY (tcc) 42% 51% 61% 36% 30% 20% 17% 11%

HR 81% 50% 46% 39% 43% 14% 6% 17%

TR 51% 41% 32% 40% 30% 21% 15% 7%

MK 69% 47% 42% 38% 35% 14% 3% 28%

QE1T Which do you consider to be the most serious problems currently facing the world as a whole? Firstly? Any others?

Highest percentage by country Highest percentage by item

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Concentriamo ora la nostra analisi sul confronto tra i risultati registrati per ciascun paese nel gennaio-febbrario 2009 e quelli rilevati nella primavera del 2008. I paesi in cui si osserva un maggiore incremento delle risposte “povertà, mancanza di cibo e acqua potabile” rispetto alla primavera del 2008 sono la Lettonia (dal 51% al 60%) e la Lituania (dal 42% al 51%). Per la Grecia e la Turchia si rileva la maggiore diminuzione delle risposte che fanno menzione di questo problema (Grecia: dall'86% al 72% e Turchia: dal 63% al 51%).

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In your opinion, which of the following do you consider to be the most serious problem currently facing the world as a whole - % EU

66%

82%

81%

80%

77%

76%

76%

75%

75%

73%

73%

72%

71%

70%

69%

67%

62%

61%

60%

59%

58%

57%

56%

56%

52%

51%

49%

45%

42%

81%

69%

51%

EU27

SE

CY

FR

PT

LU

SI

DE

NL

ES

HU

EL

DK

FI

BE

AT

BG

SK

LV

IE

PL

RO

EE

IT

MT

LT

UK

CZ

CY (tcc)

HR

MK

TR

Poverty, lack of food and drinking water

+ and – indicate evo lution from EB69 Spr. 2008

-1

-12

0

-13

-2

-8

-6

-3

+9

-3

+2

-1

+1

+8

-3

+4

+6

-5

+1

+8

-4

+2

-4

+4

-7

+1

-2

-4

+4

0

-11

-2

Per quanto riguarda il fatto che una "grande contrazione dell'economia mondiale" rappresenti il problema mondiale più grave, tutti i paesi europei hanno registrato un incremento nelle risposte vertenti su tale problema. In generale, il 52% dei cittadini europei ha menzionato questo aspetto, il che rappresenta un incremento del 28% rispetto all'ultimo rilevamento. In particolare, Repubblica Ceca, Slovacchia, Paesi bassi e Slovenia hanno registrato un incremento di almeno il 46% dall'ultimo rilevamento.

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In your opinion, which of the following do you consider to be the most serious problem currently facing the world as a whole - % EU

52%

76%

73%

71%

70%

69%

69%

68%

67%

67%

66%

65%

61%

58%

57%

55%

55%

54%

54%

53%

52%

50%

45%

44%

43%

42%

41%

33%

51%

50%

47%

41%

EU27

LT

SI

BG

SK

LV

CZ

EL

HU

IE

RO

EE

DK

NL

FI

CY

UK

DE

BE

MT

PT

ES

LU

FR

IT

PL

AT

SE

CY (tcc)

HR

MK

TR

A major global economic downturn

+28

+25

+35

+41

+45

+24

+20

+11

+33

+18

+26

+16

+22

+27

+29

+19

+27

+24

+30

+38

+30

+46

+40

+21

+30

+30

+53

+40

+46

+44

+46

+40

+ and – indicate evolution from EB69 Spr. 2008

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La sensibilità della Svezia nei confronti del cambiamento climatico, quale rilevata in altri sondaggi Eurobarometro, è confermata anche in questo caso. Si tratta dell'unico paese in cui si sia registrato un incremento nelle risposte che menzionano il cambiamento climatico rispetto all'indagine precedente (dall'80% della primavera del 2008 all'82% a gennaio-febbraio 2009). In Svezia, il cambiamento climatico viene attualmente menzionato insieme alla “povertà, mancanza di cibo e acqua potabile” come il problema più grave. Inoltre la Svezia registra il minor numero di menzioni di "una grande contrazione dell'economia mondiale" quale problema mondiale più grave, ponendosi ulteriormente in contrasto con gli altri paesi europei.

In your opinion, which of the following do you consider to be the most serious problem currently facing the world as a whole - % EU

50%

82%

76%

71%

67%

65%

64%

63%

61%

61%

61%

58%

57%

54%

54%

53%

51%

51%

47%

46%

44%

43%

43%

41%

37%

33%

33%

30%

61%

46%

42%

32%

EU27

SE

CY

EL

FI

DE

DK

AT

SI

HU

MT

IE

NL

BE

LU

SK

RO

FR

LT

UK

ES

BG

LV

IT

EE

CZ

PL

PT

CY (tcc)

HR

MK

TR

Climate change

-12

-26

-4

-6

-11

-4

-25

-17

-13

+8

-9

-15

-19

-23

-9

-23

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-16

-7

-16

-11

-5

-11

-9

-18

-8

-10

-9

-7

-19

-18

+2

+ and – indicate evolution from EB69 Spr. 2008

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Analisi sociodemografica Se si passa all'esame di tutte le risposte date dagli intervistati (la prima e le altre risposte), tenendo conto di tutte le variabili sociodemografiche, risulta che:

� “la povertà, la mancanza di cibo e acqua potabile" è considerata come il problema più grave da uomini e donne, sebbene le donne lo citino più spesso degli uomini (il 68% contro il 64%). Inoltre le donne menzionano più spesso la diffusione delle malattie infettive". A loro volta, gli uomini sono più numerosi ad annoverare "una grande contrazione dell'economia mondiale" e "l'aumento della popolazione mondiale" tra i problemi più gravi.

� I rispondenti più anziani (di età superiore ai 55 anni) sono meno inclini a

menzionare il cambiamento climatico quale problema grave (44%) rispetto a tutti i gruppi di età più giovane. I gruppi di età media (25-54) tendono a menzionare "una grande contrazione dell'economia mondiale" (età 25-39: il 54%, età 40-54: il 52%) dimostrando per l'attuale clima economico una sensibilità analoga a quella dei più giovani (età 15-24: il 55%) sebbene maggiore rispetto a quella dei gruppi di età più avanzata (età 55+: 44%).

� I rispondenti che hanno proseguito gli studi fini a 20 anni o oltre sono notevolmente più inclini a considerare la povertà, il cambiamento climatico e l'aumento della popolazione mondiale un problema grave, rispetto a coloro che hanno terminato gli studi all'età di 19 anni o prima. Il terrorismo internazionale e la diffusione delle malattie infettive sono tuttavia menzionati più spesso da coloro che hanno terminato gli studi in età più giovane.

� I rispondenti che si collocano politicamente a sinistra menzionano il "cambiamento climatico", la "povertà" e i "conflitti armati" molto più spesso dei rispondenti schierati a destra. D'altro lato, il "terrorismo internazionale" e una "grande contrazione dell'economia mondiale" sono citati più spesso dai rispondenti che si collocano a destra dello spettro politico rispetto a quelli di sinistra.

Il "cambiamento climatico" è menzionato più frequentemente da manager e studenti e, per contro, meno spesso da casalinghe e pensionati. Il problema del "cambiamento climatico" risulta essere il secondo o terzo problema più importante attraverso tutte le categorie sociodemografiche, il che ne riflette l'importanza per tutti i cittadini intervistati.

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

16/54

EU27

Sex

Male

Female

Age

15-24

25-39

40-54

55 +

Education (End of)

15-

16-19

20+

Still studying

Self-employed

Managers

Other white collars

Manual workers

House persons

Unemployed

Retired

Students

Left-Right scale

(1-4) Left

(5-6) Centre

(7-10) Right

Respondent occupation scale

55%

54%

47%

62%

72%

69%

67%

56%

57%

48%

63%

65%

68%

66%

55%

54%

52%

68%

Poverty, lack of food and

drinking water

A major global economic

downturnClimate change

64% 54%

44%

49%

54%

51% 50%

67%

64%

45%

55%

51%

66% 52% 50%

48%

42%

49%

57%

61%

66%

62%

51%

54%

55%

70%

63%

66%

68%

67%

65%

67%

57%

58%

58%

54%

46%

52%

48%

48%

50%

59%

51%

50%

46%

51%

45%

61%

Which do you consider to be the most serious problems currently facing the world as a whole?

La misura in cui i rispondenti si sentono informati su determinati argomenti in materia di cambiamento climatico, vale a dire il loro livello soggettivo d'informazione, sembra avere un'influenza cruciale sulla loro percezione del "cambiamento climatico" (cfr. capitolo 2 per maggiori informazioni sul livello d'informazione sull'argomento percepito soggettivamente dagli intervistati). Coloro che si ritengono informati sulla questione sono decisamente più inclini a pensare che "il cambiamento climatico" sia uno dei problemi più gravi che il mondo deve affrontare attualmente.

Poverty, lack of

food and

drinking water

A major global

economic

downturn

Climate change

EU27 66% 52% 50%Causes of climate changeInformed 67% 54% 58%Not informed 65% 51% 42%Consequences of climate changeInformed 67% 54% 58%Not informed 65% 51% 42%Ways to fight climate changeInformed 67% 54% 57%Not informed 66% 51% 45%

Which do you consider to be the most serious problems currently facing the

world as a whole?

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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1.2 Valutazione della gravità del problema - Nonostante la preponderanza della crisi economica, la grande maggioranza degli europei pensa che il cambiamento climatico sia un problema molto

grave - Ai rispondenti è stato chiesto di valutare il livello di gravità del cambiamento climatico su una scala da 1 a 10. Più dei due terzi degli europei ritiene che il "cambiamento climatico" sia un problema molto serio (67%), mentre il 20% ritiene che sia un problema abbastanza serio e il 10% non ritiene che sia un problema serio6. Contestualmente al minor numero di menzioni del "cambiamento climatico" quale problema grave a livello mondiale, vi è un declino nel numero dei cittadini europei che classifica il cambiamento climatico come "un problema molto serio" (dal 75% della primavera 2008 al 67% nel gennaio-febbraio 2009). È pertanto molto probabile che la percezione della gravità della contrazione dell'economia mondiale abbia condotto a un declino del livello di preoccupazione per il cambiamento climatico.

I greci e i ciprioti sono particolarmente inclini a ritenere che il cambiamento climatico sia un problema molto serio, poiché più di nove rispondenti su dieci si sono espressi in tal senso. Sono stati registrati risultati ben al di sopra della media dell'UE in Slovenia, Ungheria e Francia, dove più di otto rispondenti su dieci ritengono che tale questione sia molto grave. Le percentuali di cittadini di opinione opposta, secondo i quali il problema del "cambiamento climatico" non è molto serio, raggiungono i livelli massimi nel Regno

6 Un punteggio tra 7 e 10 è classificato come "molto serio", tra 5 e 6 "abbastanza serio" e tra 1 e 4 "non è affatto un

problema serio".”

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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Unito e in Estonia. Oltre il 15% dei cittadini di tali paesi afferma di non ritenere che il cambiamento climatico sia un problema serio.

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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QE2T How serious a problem do you think climate change is at this moment?

6 2 %

6 7 %

7 3 %

7 6 %

4 9 %

5 1%

5 6 %

5 7 %

6 1%

6 3 %

6 3 %

6 4 %

6 5 %

6 5 %

6 7 %

6 7 %

6 7 %

6 9 %

6 9 %

7 0 %

7 0 %

7 0 %

7 1%

7 1%

7 2 %

7 5 %

7 9 %

8 1%

8 3 %

8 3 %

9 2 %

9 4 %

2 4 %

16 %

19 %

17 %

3 1%

3 0 %

2 7 %

2 8 %

2 2 %

2 4 %

2 3 %

2 2 %

2 3 %

2 2 %

2 0 %

2 1%

2 2 %

19 %

2 1%

19 %

19 %

17 %

19 %

15 %

19 %

2 0 %

14 %

14 %

13 %

12 %

8 %

9 %

6 %

5 %

18 %

17 %

15 %

14 %

12 %

12 %

13 %

13 %

10 %

10 %

11%

6 %

8 %

10 %

7 %

10 %

9 %

9 %

4 %

4 %

6 %

8 %

5 %

4 %

5 %

6 %

4 %

3 %

3 %

5 %

3 %

9 %

8 %

1%

4 %

1%

1%

10 %

1%

4 %

4 %

4 %

5 %

3 %

3 %

1%

2 %

2 %

1%

1%

1%

1%

1%

2 %

2 %

2 %

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

MK

TR

HR

CY (tcc)

EE

UK

LV

NL

PL

LU

AT

DK

IE

LT

UE27

BE

PT

IT

FI

BG

CZ

ES

DE

RO

SE

SK

MT

FR

HU

SI

CY

EL

A very serious problem (7-10) A fairly serious problem (5-6)Not a serious problem (1-4) DK

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Da un punto di vista sociodemografico, i rispondenti che considerano il "cambiamento climatico" un problema molto serio sono prevalentemente persone che:

� sono di sesso femminile � hanno tra i 15 e i 54 anni � hanno studiato fino a 16 anni o oltre � sono studenti, liberi professionisti o impiegati � si collocano politicamente a sinistra � si ritengono informate sulle cause e le conseguenze del cambiamento

climatico e sui modi per combatterlo Al contrario, tra coloro che non ritengono che il “cambiamento climatico” sia un problema serio, i rispondenti sono perlopiù:

� di sesso maschile � di età superiore a 55 anni � pensionati � politicamente di destra

Not a serious

problem

(1-4)

A fairly serious

problem

(5-6)

A very serious

problem

(7-10)

DK

EU27 10% 20% 67% 3%

Male 11% 20% 67% 2%

Female 8% 20% 69% 3%

15-24 9% 19% 70% 2%

25-39 8% 20% 70% 2%

40-54 10% 18% 70% 2%

55 + 11% 21% 64% 4%

15- 11% 22% 63% 4%

16-19 10% 20% 68% 2%

20+ 9% 18% 72% 1%

Still studying 8% 16% 73% 3%

Self-employed 10% 18% 70% 2%

Managers 10% 20% 69% 1%

Other white collars 8% 19% 71% 2%

Manual workers 9% 22% 67% 2%

House persons 8% 20% 69% 3%

Unemployed 9% 21% 67% 3%

Retired 12% 20% 64% 4%

Students 8% 16% 73% 3%

(1-4) Left 10% 17% 72% 1%

(5-6) Centre 10% 23% 66% 1%

(7-10) Right 12% 21% 65% 2%

Left-Right scale

Respondent occupation scale

Education (End of)

QE2 And how serious a problem do you think climate change is at this moment?

Sex

Age

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2. Livello d'informazione sul cambiamento climatico - Più della metà dei cittadini europei si ritiene informata sul cambiamento

climatico - Più della metà degli europei dice di essere molto bene o abbastanza bene informata su diversi aspetti del cambiamento climatico; il 56% si sente bene informato sia sulle cause che sulle conseguenze del cambiamento climatico, mentre il 52% si dichiara molto bene informato o abbastanza bene informato sui modi per combatterlo. Tuttavia, per tutti e tre gli aspetti del cambiamento climatico, più di quattro rispondenti su dieci si sentono non molto bene o per nulla informati. Circa un rispondente su dieci afferma di non essere per nulla informato. I pareri in materia sono ben definiti, come dimostrato dalla bassa incidenza delle risposte "non sa". Rispetto ai rilevamenti della primavera 2008, i risultati sono stabili, senza miglioramenti nel livello generale d'informazione dei cittadini. I risultati mostrano una correlazione fra i tre diversi elementi.

QE3 Personally, do you think that you are well informed or not about…?

% EU

8%

8%

8%

48%

48%

44%

34%

33%

37%

8%

9%

9%

2%

2%

2%

The different causes ofclimate change

The differentconsequences of climate

change

Ways in which we canfight climate change

Very well informed Fairly well informed Not very well informed Not at all informed DK

I cittadini di Svezia, Paesi Bassi e Finlandia sono quelli che si sentono meglio informati sulle questioni relative al cambiamento climatico. Almeno tre quarti dei rispondenti in tali paesi si ritengono informati sulle cause e sulle conseguenze del cambiamento climatico e almeno sette su dieci affermano di essere informati sui modi per lottare contro il cambiamento climatico. Il livello d'informazione su tali questioni percepito soggettivamente dai cittadini è piuttosto elevato anche nel Regno Unito. I livelli (soggettivi) d'informazione più bassi si registrano in Bulgaria, Romania, Portogallo e Turchia. In questi paesi, infatti, più di sei intervistati su dieci si definiscono male informati sulle cause, le conseguenze e i modi per lottare contro il cambiamento climatico.

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Sebbene i risultati siano in genere piuttosto stabili rispetto alla primavera 2008, emergono alcuni cambiamenti a livello nazionale: l'Irlanda e la Slovenia mostrano un aumento del livello d'informazione sulle cause, conseguenze e modalità della lotta contro il cambiamento climatico. Ad esempio, il livello d'informazione soggettiva sui modi per combattere il cambiamento climatico è passato dal 62% al 69% in Slovenia, e dal 60% al 67% in Irlanda. Tra i cittadini greci si registra anche un aumento del livello d'informazione sulle diverse cause del cambiamento climatico (dal 46% al 55%) e sulle varie conseguenze del cambiamento climatico (dal 53% al 58%).

QE3.1 Personally, do you think that you are well informed or not about…?

The different causes of climate change - Well informed

27%

51%

49%

43%

34%

36%

33%

36%

43%

37%

43%

47%

43%

51%

51%

46%

50%

46%

54%

60%

55%

66%

59%

70%

64%

66%

80%

73%

75%

82%

88%

25%

46%

49%

44%

30%

31%

31%

38%

41%

42%

42%

44%

45%

46%

49%

50%

51%

55%

55%

58%

58%

60%

66%

66%

68%

72%

73%

73%

77%

80%

87%

56%56%

TR

MK

HR

CY (tcc)

PT

BG

RO

CZ

IT

LT

PL

MT

SK

EE

ES

AT

LV

EL

HU

FR

CY

BE

IE

LU

DE

SI

DK

UK

FI

NL

SE

EU27

EB71.1

EB69.2

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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QE3.2 Personally, do you think that you are well informed or not about…?

Ways in which we can fight climate change - Well informed

45%

24%

39%

31%

25%

28%

34%

34%

30%

37%

37%

39%

43%

40%

50%

41%

47%

48%

45%

51%

62%

55%

63%

59%

72%

60%

62%

77%

72%

71%

77%

42%

22%

35%

39%

21%

26%

28%

35%

36%

36%

38%

38%

41%

42%

46%

46%

47%

48%

49%

50%

54%

55%

60%

61%

66%

67%

69%

72%

72%

75%

76%

52%52%

HR

TR

MK

CY (tcc)

BG

RO

PT

CZ

LT

SK

IT

PL

EE

LV

EL

AT

HU

CY

MT

ES

BE

FR

LU

DE

DK

IE

SI

NL

UK

FI

SE

EU27

EB71.1

EB69.2

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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D'altro lato, in Belgio e Danimarca si rilevano livelli d'informazione ridotti, più soprattutto per quanto riguarda le conseguenze del cambiamento climatico (dal 66 al 57% per il Belgio, dal 79 al 70% per la Danimarca). Tra i cittadini greci si registra una riduzione del livello d'informazione sui modi per combattere il cambiamento climatico (dal 50 al 46%).

QE3.2 Personally, do you think that you are well informed or not about…?

The different consequences of climate change - Well informed

26%

55%

53%

44%

34%

37%

37%

37%

44%

45%

45%

40%

50%

52%

45%

51%

53%

56%

60%

66%

53%

60%

59%

70%

66%

79%

72%

69%

76%

83%

85%

26%

49%

51%

45%

29%

31%

33%

37%

42%

43%

44%

44%

46%

46%

48%

51%

53%

57%

57%

57%

58%

64%

65%

68%

68%

70%

72%

74%

77%

78%

84%

56%56%

TR

MK

HR

CY (tcc)

PT

RO

BG

CZ

IT

SK

PL

LT

MT

EE

AT

ES

LV

HU

FR

BE

EL

CY

IE

LU

DE

DK

UK

SI

FI

NL

SE

EU27

EB71.1

EB69.2

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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Sotto il profilo socio demografico, dalle tabelle si evince quanto segue:

� Gli uomini si sentono meglio informati delle donne sulle cause del cambiamento climatico, le sue conseguenze e i modi per combatterlo.

� Il gruppo di intervistati più anziani (dai 55 anni in poi) si sente significativamente meno informato su tali questioni rispetto ai gruppi più giovani.

� Il livello d'informazione percepito dai rispondenti aumenta con l'avanzare del livello d'istruzione.

� Dirigenti, studenti, altri impiegati e liberi professionisti sono le categorie che si sentono più informate su tali questioni, mentre pensionati, disoccupati e operai si reputano meno informati.

� Il luogo di residenza dei rispondenti influisce sui loro livelli soggettivi d'informazione; i rispondenti delle zone rurali si sentono più spesso male informati sul cambiamento climatico rispetto a coloro che vivono nelle grandi città.

� Coloro che ritengono che il cambiamento climatico sia un problema molto serio si sentono meglio informati sulle sue diverse cause e conseguenze (59% e 60% rispetto al 56% della media UE27 si sentono ‘bene informati’ su entrambi gli aspetti) rispetto a coloro che non lo considerano un problema serio (54% e 55% rispetto al 56% della media UE27 si sentono ‘bene informati’ su entrambi gli aspetti). I rispondenti che considerano il cambiamento climatico un problema abbastanza serio si reputano meno informati su tutte le questioni legate a tale fenomeno (cause, conseguenze e modi per combatterlo; il 48% rispettivamente sulle cause e le conseguenze a fronte del 42% della media UE27 si sente ‘male informato’ su entrambi gli aspetti e il 50% rispetto al 46% della media UE27 si reputa ‘male informato’ per quanto riguarda i modi per combattere il cambiamento climatico).

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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Total "Well

informed"

Total "Badly

informed"DK

Total "Well

informed"

Total "Badly

informed"DK

Total "Well

informed"

Total "Badly

informed"DK

EU27 56% 42% 2% 56% 42% 2% 52% 46% 2%

Sex

Male 59% 39% 2% 59% 39% 2% 55% 43% 2%

Female 52% 46% 2% 53% 45% 2% 49% 48% 3%

Age

15-24 56% 42% 2% 57% 41% 2% 52% 46% 2%

25-39 58% 40% 2% 58% 40% 2% 54% 43% 3%

40-54 59% 40% 1% 59% 40% 1% 54% 44% 2%

55 + 51% 47% 2% 52% 46% 2% 47% 50% 3%

Education (End of)

15- 41% 56% 3% 41% 57% 2% 38% 59% 3%

16-19 55% 43% 2% 55% 43% 2% 51% 47% 2%

20+ 69% 30% 1% 70% 29% 1% 65% 34% 1%

Still studying 65% 33% 2% 63% 34% 3% 57% 40% 3%

Left-Right scale

(1-4) Left 62% 37% 1% 62% 37% 1% 57% 42% 1%

(5-6) Centre 60% 39% 1% 62% 37% 1% 58% 41% 1%

(7-10) Right 56% 42% 2% 56% 42% 2% 53% 45% 2%

Self-employed 59% 39% 2% 59% 38% 3% 56% 41% 3%

Managers 73% 26% 1% 72% 26% 2% 68% 31% 1%

Other white collars 59% 39% 2% 60% 38% 2% 57% 41% 2%

Manual workers 54% 44% 2% 55% 43% 2% 50% 48% 2%

House persons 42% 56% 2% 44% 54% 2% 40% 57% 3%

Unemployed 48% 50% 2% 48% 51% 1% 46% 52% 2%

Retired 51% 47% 2% 51% 47% 2% 47% 50% 3%

Students 65% 33% 2% 63% 34% 3% 57% 40% 3%

Perception of climate change

A very serious problem 59% 40% 1% 60% 39% 1% 55% 44% 1%

A fairly serious problem 50% 48% 2% 50% 48% 2% 48% 50% 2%

Not a serious problem 54% 44% 2% 55% 43% 2% 52% 45% 3%

Personally, do you think that you are well informed or not about…?

Respondent occupation scale

The different consequences of climate

change

Ways in which we can fight

climate change

The different causes of

climate change

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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3. Combattere il cambiamento climatico

3.1 Atteggiamento verso il cambiamento climatico e i modi per

combatterlo - Il cambiamento climatico è considerato un problema serio che, tuttavia,

può essere risolto - Agli intervistati è stato chiesto di esprimere la loro opinione su una serie di affermazioni legate al problema del cambiamento climatico7. I loro atteggiamenti possono essere così riassunti: la questione del cambiamento climatico è grave, ma il processo non è inarrestabile. Circa due terzi degli europei (65%) non credono che la gravità del cambiamento climatico sia stata ingigantita, ma sono comunque prevalentemente ottimisti e ampiamente in disaccordo (58%) con l'affermazione secondo cui il processo del cambiamento climatico è inarrestabile. Tuttavia, soltanto un terzo circa degli europei (31%) è piuttosto pessimista e ritiene che il cambiamento climatico sia un processo inarrestabile. Circa un quarto degli europei (27%) pensa che la gravità del cambiamento climatico sia stata ingigantita. Secondo un'ampia maggioranza degli europei (75%), si dovrebbero utilizzare combustibili alternativi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Anche la fiducia nei combustibili alternativi è aumentata significativamente, dal 70% della primavera 2008. Un altro dato che dimostra un incoraggiante incremento è la convinzione che la lotta contro il cambiamento climatico possa avere un effetto positivo per l'economia europea (dal 56% nella primavera del 2008 al 62% nel gennaio-febbraio 2009), il che, alla luce dell'attuale contrazione dell'economia, è degno di nota. La quota delle risposte "non sa" è abbastanza elevata, attestandosi al 17%. Per quanto concerne le cause del cambiamento climatico, la maggioranza dei cittadini (62%) non condivide l'affermazione secondo cui le emissioni di CO2 hanno solo un impatto marginale sul cambiamento climatico. In merito al contributo personale dei cittadini alla lotta contro il cambiamento climatico, si osserva che una netta maggioranza (59%) afferma di aver adottato dei provvedimenti a tal proposito. Tuttavia, rispetto alla primavera 2008, un maggior numero di persone ha dichiarato di non avere personalmente preso alcuna iniziativa per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico (dal 31% della primavera 2008 al 34% a gennaio-febbraio 2009). L'impatto dell'attuale crisi economica e finanziaria sulla vita degli intervistati potrebbe aver avuto un ruolo in questo senso.

7 QE4 "Per ciascuna delle seguenti frasi, mi dica se lei è completamente d'accordo, abbastanza d'accordo, abbastanza in disaccordo o completamente in disaccordo: il cambiamento climatico è un processo inarrestabile, noi non possiamo farci niente; la gravità del cambiamento climatico è stata ingigantita; l'emissione di CO2 (anidride carbonica) ha solo un impatto marginale sul cambiamento climatico; Combattere il cambiamento climatico può avere un effetto positivo sull'economia europea; i carburanti alternativi, come i "biocarburanti" dovrebbero essere usati per ridurre le emissioni di gas effetto serra; lei personalmente ha adottato provvedimenti per contribuire a combattere il cambiamento climatico.

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QE4 For each of the following statements, please tell me whether you

totally agree, tend to agree, tend to disagree or totally disagree.

- % EU

75%

62%

59%

31%

30%

27%

15%

21%

34%

62%

58%

65%

AgreeDisagreeDK

Fighting climate change can have a positive impact on the European

economy

Alternative fuels, such as "bio fuels", should be used to reduce greenhouse

gas emissions

You personally have taken actions aimed at helping to fight climate change

Climate change is an unstoppable process, we cannot do anything about it

Emission of CO2 has only a marginal impact on climate change

The seriousness of climate change has been exaggerated 8%

12%

7%

7%

17%

10%+5

+6

-2

0

0

+1

-3

-3

+3

+2

+3

0

+ and – indicate evolution from EB69 Spr. 2008

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3.1.1 Combustibili alternativi In media, tre quarti degli europei ritengono che i combustibili alternativi debbano essere usati per ridurre i gas a effetto serra (75%), il 15% non è d'accordo e il 10% dice di non sapere. I risultati a livello nazionale sono piuttosto omogenei. La maggioranza assoluta in tutti i paesi esaminati, infatti, condivide tale affermazione (ad eccezione della Turchia, dove solo il 41% condivide tale affermazione). La convinzione più forte sull'uso dei combustibili alternativi si registra in Grecia, Danimarca, Slovenia e Slovacchia, sebbene nella maggior parte degli altri paesi più di sei cittadini su dieci ritengano che tali combustibili debbano essere usati per ridurre i gas a effetto serra. L'incremento maggiore delle opinioni a favore dell'utilizzo dei combustibili alternativi si registra in Germania (54% nella primavera 2008 rispetto al 68% a gennaio-febbraio 2009), come pure in Bulgaria (dal 72 all'82%) e Lituania (dal 75 all'84%). All'estremo opposto, come già menzionato, vi sono la Turchia e la comunità turco-cipriota, con rispettivi tassi del 41% e del 58% a favore dell’utilizzo dei carburanti alternativi. Occorre tuttavia rilevare che un terzo o più dei cittadini di questi due paesi hanno la sensazione di non avere una sufficiente conoscenza dell'argomento per dare il loro parere, dal momento che il 41% in Turchia e il 33% nella comunità turco-cipriota hanno dato la risposta "non sa" a questa domanda. Un'analoga impressione di scarsa conoscenza è stata rilevata a Malta (33% "non so"). Malta e la Turchia registrano anche il più importante calo di fiducia nell'utilizzo di carburanti alternativi - 64% dei maltesi si dichiara attualmente d'accordo sull'utilizzo dei carburanti alternativi (rispetto al 73% nella primavera del 2008) anche se ciò è in gran parte dovuto al fatto che un maggior numero di maltesi non ha un parere in merito. In Turchia, tuttavia, la fiducia nei carburanti alternativi è diminuita dal 50% al 41% a causa del fatto che un maggior numero di persone non ritiene che si debba ricorrere ai carburanti alternativi per ridurre le emissioni di gas serra.

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L'analisi dei risultati in base alle variabili sociodemografiche rivela quanto segue:

� Le donne più degli uomini tendono a non avere un'opinione sull'uso dei combustibili alternativi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, come si evince dal numero più elevato di risposte "non sa". Pertanto, percentuali più alte di uomini sono d'accordo o in disaccordo sul fatto che tali combustibili debbano essere usati a tal fine.

� Le fasce di età più basse (dai 15 ai 39 anni) sono le più inclini a pensare che i

combustibili alternativi debbano essere usati per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. I rispondenti di età pari o superiore ai 55 anni sono i più numerosi a pensare il contrario e, rispetto ai rispondenti delle altre fasce di età, tendono molto più spesso a non esprimere un'opinione sull'argomento.

� Se si considera il livello d'istruzione, coloro che hanno finito gli studi a 15

anni o prima tendono a dichiarare di non essere informati sulla questione (17% “non sa”), e sono di conseguenza meno inclini ad essere “d'accordo” sul fatto che i combustibili alternativi debbano essere usati per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Sebbene più di tre quarti di coloro che hanno proseguito gli studi fino a 20 anni e oltre credano nei carburanti alternativi (76%), essi sono anche più inclini ad essere in disaccordo sul fatto che i combustibili alternativi debbano essere usati per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (18%).Ciò indica che vi sono maggiori possibilità che i cittadini più istruiti abbiano un parere sulla questione.

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� Per quanto riguarda le varie categorie professionali si osserva che le casalinghe e i pensionati sono più inclini a dichiarare di non essere informati sull'argomento.

� I rispondenti che si dicono informati sulle cause e le conseguenze del cambiamento climatico e i modi per combatterlo condividono l'affermazione molto più spesso di coloro che si dicono male informati su tali questioni. Ciò, tuttavia, è chiaramente dovuto alla percentuale molto più alta di "non sa" tra i rispondenti di quest'ultimo gruppo.

� Coloro che considerano il cambiamento climatico un problema molto serio

sono notevolmente più inclini a pensare che i combustibili alternativi debbano essere usati per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, rispetto a coloro che considerano il cambiamento climatico un problema non serio.

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3.1.2 Provvedimenti adottati personalmente per combattere il cambiamento climatico Circa sei europei su dieci (il 59%) affermano di aver adottato personalmente dei provvedimenti per lottare contro il cambiamento climatico, mentre poco meno di un terzo (34%) dice di non averlo fatto. A livello nazionale la percentuale più alta di coloro che hanno adottato personalmente dei provvedimenti per contribuire a lottare contro il cambiamento climatico si registra in Svezia (82%). Anche in Slovenia e nel Regno Unito troviamo percentuali elevate di persone che hanno adottato dei provvedimenti. All'estremo opposto si trovano la Lituania, la Romania e la Lettonia dove solamente un terzo dei cittadini sostiene di aver adottato personalmente dei provvedimenti. Occorre tuttavia notare che in Lituania, dal precedente rilevamento, il numero di coloro che sono personalmente coinvolti nella lotta contro il cambiamento climatico è aumentato (dal 26% nella primavera del 2008 al 34% nel gennaio-febbraio 2009). Se si confrontano i risultati della primavera 2008 con quelli di gennaio-febbraio 2009, si rilevano diminuzioni nel livello di partecipazione in particolare a Cipro (dal 72 al 50%), in Slovacchia (dal 67 al 51%) e in Grecia (dal 72 al 58%). In Romania, Turchia, Bulgaria e nella comunità turco-cipriota, almeno un cittadino su cinque afferma di non sapere se ha adottato provvedimenti per contribuire a combattere il cambiamento climatico. Questo dato è ben al di sopra della media UE del 7%.

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L'analisi delle variabili sociodemografiche rivela quanto segue: � L'aumento dell'età dei rispondenti accresce la probabilità che essi abbiano

adottato personalmente dei provvedimenti. I risultati relativi alla fascia di età più elevata (55+), tuttavia, non seguono questa tendenza.

� Il fatto di "adottare personalmente dei provvedimenti" è notevolmente più

diffuso tra i rispondenti che hanno studiato più a lungo (fino ai 20 anni o oltre) che tra coloro che hanno terminato gli studi in età piuttosto giovane. Coloro che hanno terminato gli studi a 15 anni o prima sono molto più inclini a rispondere "non sa", rispetto ai rispondenti che hanno studiato più a lungo.

� I provvedimenti volti a combattere il cambiamento climatico vengono più

frequentemente adottati dai rispondenti che si collocano politicamente a sinistra, rispetto a coloro che si definiscono "di destra".

� Tra le categorie professionali, i dirigenti affermano più spesso di aver

adottato personalmente dei provvedimenti per combattere il cambiamento climatico. Studenti e disoccupati sono più inclini a rispondere negativamente. Prendere provvedimenti per combattere il cambiamento climatico può essere dispendioso e ciò potrebbe spiegare perché le categorie che prendono iniziative personalmente hanno un livello di vita più elevato.

� Il fatto di "adottare dei provvedimenti" per combattere il cambiamento

climatico è molto più diffuso tra i rispondenti che si dicono bene informati sul cambiamento climatico (cause, conseguenze e modi per combatterlo), rispetto a coloro che si dichiarano male informati su tali questioni.

� Logicamente, coloro che considerano il cambiamento climatico un problema

molto serio sono notevolmente più inclini dei rispondenti di parere opposto ad adottare personalmente dei provvedimenti per combattere tale fenomeno.

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Totally

agree

Tend to

agree

Tend to

disagree

Totally

disagreeDK Agree Disagree

EU27 15% 44% 22% 12% 7% 59% 34%

SexMale 15% 44% 22% 13% 6% 59% 35%Female 16% 44% 22% 11% 7% 60% 33%Age15-24 11% 40% 26% 16% 7% 51% 42%25-39 16% 48% 21% 10% 5% 64% 31%40-54 18% 46% 20% 11% 5% 64% 31%55 + 14% 43% 22% 13% 8% 57% 35%Education (End of)15- 13% 39% 25% 14% 9% 52% 39%16-19 15% 45% 22% 12% 6% 60% 34%20+ 20% 50% 17% 9% 4% 70% 26%Still studying 11% 41% 26% 16% 6% 52% 42%Respondent occupation scaleSelf-employed 15% 50% 20% 8% 7% 65% 28%Managers 20% 54% 16% 7% 3% 74% 23%Other white collars 16% 49% 21% 9% 5% 65% 30%Manual workers 16% 43% 21% 13% 7% 59% 34%House persons 15% 40% 26% 11% 8% 55% 37%Unemployed 15% 39% 24% 16% 6% 54% 40%Retired 14% 42% 22% 14% 8% 56% 36%Students 11% 41% 26% 16% 6% 52% 42%Left-Right scale(1-4) Left 17% 47% 20% 12% 4% 64% 32%(5-6) Centre 17% 48% 20% 10% 5% 65% 30%(7-10) Right 14% 43% 25% 12% 6% 57% 37%

You personally have taken actions aimed at helping to fight climate change

For each of the following statements, please tell me whether you ...

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3.1.3 Impatto sull'economia europea Più di sei europei su dieci (62%) ritengono che combattere il cambiamento climatico possa avere un impatto positivo sull'economia europea, mentre quasi un quinto (il 21%) non è d'accordo e il 17% dice di non sapere. Come già accennato, nonostante la crisi finanziaria ed economica, i dati relativi all'impatto positivo per l'economia sono aumentati significativamente rispetto alla primavera del 2008 (56%). A livello nazionale, più di otto cittadini ciprioti su dieci (81%) e oltre sette cittadini su dieci in Grecia (74%), Slovacchia (72%), Svezia (72%) e Danimarca (71%) pensano che combattere il cambiamento climatico possa avere un impatto positivo sull'economia europea. Ciononostante, più di un terzo degli intervistati in Lettonia (39%) e nei Paesi Bassi (35%) non è concorde. Il 33% dei finlandesi si dichiara in disaccordo. Sebbene si riscontrino alcune percezioni negative nei Paesi Bassi, si rileva altresì che tale paese registra l'incremento più elevato nell'opinione secondo cui combattere il cambiamento climatico può avere un impatto positivo sull'economia europea (dal 38% della primavera 2008 al 52% di gennaio-febbraio 2009). Un forte aumento rispetto alla primavera del 2008 si è avuto anche in altri paesi quali la Spagna (dal 45 al 55%), il Regno Unito (dal 51 al 61%) e Cipro (dal 72 all'81%). Il 43% dei maltesi, il 41% dei turchi e il 36% della comunità turco-cipriota dichiarano di non sapere se la lotta contro il cambiamento climatico possa avere un impatto positivo sull'economia europea. Inoltre, il 32% dei cittadini spagnoli e bulgari ha dato la risposta “non sa”.

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Osservando l'influenza dei fattori sociodemografici sulle opinioni dei rispondenti si rileva quanto segue:

� Gli uomini ritengono più spesso delle donne che combattere il cambiamento climatico possa incidere positivamente sull'economia europea. Le donne rispondono più spesso degli uomini di non avere un'opinione in proposito, come traspare dall'incidenza elevata di risposte "non sa".

� Se si considerano le categorie d'età, i rispondenti più anziani (55+) sono i

più inclini a non avere un'opinione in merito, in quanto uno su cinque (il 20%) ha dato la risposta "non sa".

� Il consenso nei confronti dell'affermazione secondo cui combattere il cambiamento climatico ha un effetto positivo sull'economia europea cresce con l'avanzare del livello d’istruzione dei rispondenti. Ciò è spiegato in parte dalle percentuali elevate di "non sa" tra le persone meno istruite.

� I rispondenti che si collocano politicamente a sinistra tendono ad essere più

spesso d'accordo rispetto a quelli di destra (rispettivamente il 67% contro il 62%).

� Il livello massimo di consenso si registra fra i dirigenti. Le variazioni tra le categorie professionali sono chiaramente connesse alle forti differenze nelle percentuali di risposte "non sa" tra questi gruppi.

� Lo stesso dicasi per il livello soggettivo d'informazione dei rispondenti.

Viste le significative differenze nelle percentuali di risposte "non sa", coloro che si dicono ben informati sui diversi aspetti del cambiamento climatico concordano in misura maggiore rispetto a coloro che non lo sono sul fatto che combattere il cambiamento climatico possa avere un effetto positivo sull'economia europea.

� Per la netta maggioranza dei rispondenti che considerano il cambiamento

climatico un problema molto serio, combattere il cambiamento climatico può avere un impatto positivo sull'economia europea (62%). Al contrario, soltanto il 44% dei rispondenti che non considerano il cambiamento climatico un problema serio dissente su questo punto.

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Totally

agree

Tend to

agree

Tend to

disagree

Totally

disagreeDK Agree Disagree

EU27 17% 45% 16% 5% 17% 62% 21%

SexMale 19% 46% 17% 5% 13% 65% 22%Female 15% 45% 15% 5% 20% 60% 20%Age15-24 15% 46% 17% 5% 17% 61% 22%25-39 18% 45% 16% 5% 16% 63% 21%40-54 18% 45% 17% 6% 14% 63% 23%55 + 15% 45% 15% 5% 20% 60% 20%Education (End of)15- 14% 40% 15% 6% 25% 54% 21%16-19 16% 47% 16% 5% 16% 63% 21%20+ 22% 46% 17% 5% 10% 68% 22%Still studying 15% 47% 16% 5% 17% 62% 21%Respondent occupation scaleSelf-employed 20% 47% 15% 6% 12% 67% 21%Managers 21% 49% 18% 4% 8% 70% 22%Other white collars 17% 48% 16% 5% 14% 65% 21%Manual workers 15% 45% 18% 6% 16% 60% 24%House persons 13% 41% 14% 6% 26% 54% 20%Unemployed 19% 40% 17% 5% 19% 59% 22%Retired 15% 45% 15% 4% 21% 60% 19%Students 15% 47% 16% 5% 17% 62% 21%Left-Right scale(1-4) Left 20% 47% 16% 4% 13% 67% 20%(5-6) Centre 17% 47% 17% 5% 14% 64% 22%(7-10) Right 16% 46% 19% 6% 13% 62% 25%

Fighting climate change can have a positive impact on the European economy

For each of the following statements, please tell me whether you ...

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3.1.4 Il cambiamento climatico non è un processo inarrestabile

La maggioranza degli europei (62%) non condivide l'affermazione secondo cui il cambiamento climatico è un processo inarrestabile, mentre meno di un terzo ritiene che non si possa fare nulla in merito a tale fenomeno (il 31%) e il 7% dice di non sapere. Soltanto in tre paesi, Lettonia, Polonia ed Estonia, non vi è una maggioranza assoluta di cittadini in disaccordo con tale affermazione. Il maggiore ottimismo, vale a dire la percentuale più alta di rispondenti che non condividono l'affermazione, si registra in Svezia, a Malta e in Grecia. In questi paesi, ben più di sette cittadini su dieci non credono che il cambiamento climatico sia un processo inarrestabile, mentre meno di un quarto è di parere opposto. Contrariamente alla bassa incidenza dei "non sa" in Svezia e in Grecia, a Malta il 13% ha dato tale risposta. Inoltre, a Malta, un numero significativamente più ridotto di cittadini è d'accordo sul fatto che il cambiamento climatico sia un processo inarrestabile (dal 19% nella primavera del 2008 all'8% a gennaio-febbraio 2009), in parte a causa del livello più elevato dei "non sa", ma anche a causa di un maggiore ottimismo. La percentuale più elevata di cittadini convinti che il cambiamento climatico sia un processo inarrestabile è presente, al contrario, in Estonia, Lettonia, Lituania, Regno Unito e Polonia. Anche Cipro dimostra un incremento di rispondenti concordi rispetto all'indagine precedente, poiché attualmente il 31% ritiene che il cambiamento climatico sia inarrestabile (rispetto al 19% nella primavera 2008). La percentuale più alta di "non sa" si registra in Portogallo (20%), Romania (19%) e Turchia (18%).

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Da un punto di vista sociodemografico, si osserva quanto segue:

� Sebbene i risultati non mostrino importanti differenze tra i sessi, le donne

sono maggiormente inclini a non avere un'opinione riguardo al fatto che il cambiamento climatico sia o meno un processo inarrestabile.

� Rispetto ad altri gruppi di età, i rispondenti più anziani (55+) sono meno inclini a ritenere che il cambiamento climatico possa essere arrestato. Ciò è dovuto al fatto che essi sono più propensi a concordare con l'affermazione secondo cui il cambiamento climatico è un processo inarrestabile (34%) o a non avere un'opinione in merito (10%).

� I livelli di dissenso aumentano con l'avanzare del livello d'istruzione dei rispondenti. Per contro, le percentuali di "non sa" aumentano con l'abbassarsi del livello d'istruzione.

� I rispondenti che si collocano politicamente a sinistra tendono ad essere più

spesso in disaccordo (65%) rispetto a quelli di destra (60%).

� I pensionati e i disoccupati pensano più spesso che il cambiamento climatico sia un processo inarrestabile, mentre dirigenti, studenti e altri impiegati sono più inclini a dissentire in proposito.

� I rispondenti che si dicono bene informati sulle cause e le conseguenze del

cambiamento climatico e sui modi per combatterlo sono più spesso in disaccordo con tale affermazione rispetto a quanti dicono di non essere bene informati su tali argomenti. Tuttavia, ciò può essere in parte spiegato dal fatto che quest'ultima categoria risponde "non sa" molto più spesso della prima.

� È inoltre interessante osservare che coloro che considerano il cambiamento

climatico un problema molto serio sono molto più spesso in disaccordo in merito all'inarrestabilità di tale fenomeno, rispetto ai rispondenti di parere opposto.

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41/54

Totally

agree

Tend to

agree

Tend to

disagree

Totally

disagreeDK Agree Disagree

EU27 7% 24% 37% 25% 7% 31% 62%

SexMale 8% 24% 37% 25% 6% 32% 62%Female 7% 22% 36% 26% 9% 29% 62%Age15-24 8% 21% 39% 26% 6% 29% 65%25-39 6% 22% 37% 29% 6% 28% 66%40-54 7% 23% 38% 26% 6% 30% 64%55 + 9% 25% 34% 22% 10% 34% 56%Education (End of)15- 9% 24% 33% 21% 13% 33% 54%16-19 7% 26% 38% 23% 6% 33% 61%20+ 6% 20% 38% 32% 4% 26% 70%Still studying 7% 19% 40% 29% 5% 26% 69%Respondent occupation scaleSelf-employed 7% 24% 36% 26% 7% 31% 62%Managers 5% 20% 39% 34% 2% 25% 73%Other white collars 6% 23% 37% 29% 5% 29% 66%Manual workers 7% 25% 38% 24% 6% 32% 62%House persons 5% 23% 36% 25% 11% 28% 61%Unemployed 10% 24% 33% 25% 8% 34% 58%Retired 9% 26% 34% 20% 11% 35% 54%Students 7% 19% 40% 29% 5% 26% 69%Left-Right scale(1-4) Left 7% 25% 37% 23% 8% 32% 60%(5-6) Centre 8% 23% 36% 26% 7% 31% 62%(7-10) Right 7% 23% 36% 28% 6% 30% 64%

Climate change is an unstoppable process, we cannot do anything about it

For each of the following statements, please tell me whether you ...

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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3.1.5 Impatto delle emissioni di CO2 sul cambiamento climatico Sebbene la maggioranza degli europei (58%) sia consapevole dell'impatto delle emissioni di CO2 sul cambiamento climatico, il 30% pensa che le emissioni di CO2 abbiano soltanto un impatto marginale e il 12% afferma di non sapere. Gli ungheresi sono più spesso in disaccordo con tale affermazione (76%), sebbene un'alta incidenza di risposte in tal senso sia stata rilevata anche tra danesi, greci, sloveni, slovacchi e svedesi - in tutti questi paesi almeno sette rispondenti su dieci pensano che le emissioni di CO2 abbiano più che un effetto marginale sul cambiamento climatico. Al contrario, i rispondenti irlandesi, olandesi, estoni e britannici sono particolarmente convinti che le emissioni di CO2 abbiano soltanto un effetto marginale sul cambiamento climatico. In Irlanda, la percentuale di coloro che sono convinti di ciò (50%) è notevolmente maggiore di quella di coloro che pensano il contrario (33%) ed ha oltretutto registrato un forte aumento dalla primavera del 2008 (quando il 41% dei rispondenti si è dichiarato dell'opinione che le emissioni di CO2 hanno solamente un effetto marginale). La maggioranza degli estoni (45%) è anche del parere che l'impatto delle emissioni sia soltanto marginale. Nei Paesi Bassi e nel Regno Unito l'opinione pubblica appare fortemente divisa su questo punto. Il raffronto dei risultati a livello nazionale con quelli della primavera 2008 mostra che, oltre all'Irlanda, anche in Lettonia e Lituania si registrano livelli più elevati per l'opinione secondo cui le emissioni di CO2 hanno solo un impatto marginale sul cambiamento climatico (per la Lettonia dal 31 al 40%; per la Lituania dal 23 al 32%). La percentuale di risposte "non sa" è piuttosto alta a Malta, in Turchia (entrambi con il 37%) e in Portogallo (32%).

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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L'analisi delle variabili sociodemografiche mostra quanto segue:

� Gli uomini pensano più spesso delle donne che le emissioni di CO2 abbiano soltanto un effetto marginale sul cambiamento climatico, pertanto il loro livello di consenso con l'affermazione è superiore. Le percentuali di "non sa", tuttavia, sono più alte fra le donne.

� I rispondenti più anziani (55+) mostrano una minore propensione a

dichiararsi in disaccordo con l'affermazione secondo cui le emissioni di CO2 hanno soltanto un impatto marginale sul cambiamento climatico. Ciò può essere spiegato, molto probabilmente, dalle percentuali molto più elevate di risposte "non sa" in questa fascia di età.

� Le percentuali del disaccordo aumentano con l'avanzare del livello

d'istruzione dei rispondenti. Anche questo dato, chiaramente, deve essere rapportato al forte aumento delle percentuali di risposte "non sa" che si registra con l'abbassarsi del livello d'istruzione.

� Coloro che si collocano politicamente a sinistra sono più spesso in

disaccordo con l'affermazione secondo cui l'impatto delle emissioni di CO2 sul cambiamento climatico è soltanto marginale, rispetto a chi si colloca a destra.

� I dirigenti costituiscono la categoria professionale più in disaccordo con

l'affermazione secondo cui le emissioni di CO2 hanno soltanto un effetto marginale sul cambiamento climatico. Mentre tra le casalinghe e i pensionati si registra un livello più elevato di risposte "non sa".

� I rispondenti che si dicono bene informati sulle cause e le conseguenze del

cambiamento climatico e sui modi per combatterlo tendono più spesso a essere in disaccordo con tale affermazione rispetto a coloro che pensano di non essere bene informati su tali argomenti. Si osservi che quest'ultimo gruppo risponde più spesso "non sa", rispetto al primo.

� Coloro che considerano il cambiamento climatico un problema molto serio

sono significativamente più inclini a dissentire dall'affermazione secondo cui l'impatto delle emissioni di CO2 è soltanto marginale, rispetto a coloro che pensano che il cambiamento climatico non sia un problema serio.

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Totally

agree

Tend to

agree

Tend to

disagree

Totally

disagreeDK Agree Disagree

EU27 7% 23% 33% 25% 12% 30% 58%

SexMale 9% 24% 33% 25% 9% 33% 58%Female 6% 23% 32% 24% 15% 29% 56%Age15-24 7% 21% 34% 26% 12% 28% 60%25-39 6% 23% 34% 27% 10% 29% 61%40-54 7% 24% 34% 26% 9% 31% 60%55 + 7% 24% 30% 22% 17% 31% 52%Education (End of)15- 7% 23% 29% 19% 22% 30% 48%16-19 7% 25% 34% 23% 11% 32% 57%20+ 7% 21% 34% 32% 6% 28% 66%Still studying 7% 19% 34% 29% 11% 26% 63%Respondent occupation scaleSelf-employed 10% 26% 32% 23% 9% 36% 55%Managers 6% 23% 37% 31% 3% 29% 68%Other white collars 7% 23% 35% 27% 8% 30% 62%Manual workers 6% 24% 35% 24% 11% 30% 59%House persons 5% 22% 29% 23% 21% 27% 52%Unemployed 8% 23% 31% 24% 14% 31% 55%Retired 7% 25% 29% 22% 17% 32% 51%Students 7% 19% 34% 29% 11% 26% 63%Left-Right scale(1-4) Left 7% 22% 32% 29% 10% 29% 61%(5-6) Centre 7% 25% 34% 25% 9% 32% 59%(7-10) Right 8% 26% 35% 22% 9% 34% 57%

Emission of CO2 (Carbon dioxide) has only a marginal impact on climate change

For each of the following statements, please tell me whether you ...

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3.1.6 La "gravità" del cambiamento climatico non è stata ingigantita Quasi due terzi degli europei (65%) non pensa che la gravità del cambiamento climatico sia stata ingigantita, mentre poco più di un quarto (27%) ritiene che ciò sia vero. Il cambiamento climatico sembra essere particolarmente serio per i rispondenti di Slovenia e Grecia. Più di otto rispondenti su dieci in Slovenia e Grecia (rispettivamente l'83%) affermano di non pensare che la gravità del cambiamento climatico sia stata ingigantita. La tendenza opposta si osserva nei Paesi Bassi, in Lussemburgo e nel Regno Unito, dove circa quattro rispondenti su dieci ritengono che la gravità di questo fenomeno sia stata ingigantita. Percentuali piuttosto alte si ottengono anche in Estonia (37%), dove le risposte in questo senso hanno registrato un notevole aumento rispetto al 30% della primavera 2008. Altri paesi in cui i rispondenti hanno ritenuto che la gravità del fenomeno sia stata ingigantita sono la Lettonia (dal 18 al 28%), la Polonia (dal 18 al 25%), l'Estonia (dal 30 al 37%) e la Repubblica Ceca (dal 22 al 29%). Le percentuali di risposte "non sa" sono molto superiori alla media UE dell'8% in Romania (23%) and Portogallo (20%).

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La scomposizione sociodemografica rivela quanto segue:

� Gli uomini, pensano più spesso delle donne che la gravità del cambiamento climatico sia stata ingigantita.

� Il disaccordo, inoltre, è molto più diffuso tra i rispondenti che hanno studiato

fino ai 20 anni o oltre, rispetto a coloro che hanno terminato gli studi in più giovane età. La quota di risposte "non sa" è molto più elevata in quest'ultimo gruppo che non nel primo.

� Coloro che si collocano politicamente a destra sono notevolmente più inclini

a ritenere che la gravità di tale problema sia stata ingigantita.

� Coloro che si dicono bene informati sulle cause e le conseguenze del cambiamento climatico e i modi per combatterlo sono più spesso in disaccordo con tale affermazione, rispetto a coloro che non si ritengono bene informati su tali argomenti, sebbene ciò sia dovuto al fatto che una maggiore percentuale di questi ultimi non ha un parere in merito.

� I rispondenti che considerano il cambiamento climatico un problema molto

serio sono significativamente più in disaccordo con l'affermazione rispetto a coloro che pensano che il cambiamento climatico non sia un problema serio.

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Totally

agree

Tend to

agree

Tend to

disagree

Totally

disagreeDK Agree Disagree

EU27 6% 21% 34% 31% 8% 27% 65%

SexMale 8% 23% 34% 29% 6% 31% 63%Female 5% 20% 34% 32% 9% 25% 66%Age15-24 5% 22% 38% 28% 7% 27% 66%25-39 5% 20% 36% 33% 6% 25% 69%40-54 7% 21% 34% 33% 5% 28% 67%55 + 7% 23% 32% 28% 10% 30% 60%Education (End of)15- 7% 22% 32% 28% 11% 29% 60%16-19 7% 22% 35% 29% 7% 29% 64%20+ 6% 19% 34% 37% 4% 25% 71%Still studying 5% 20% 38% 31% 6% 25% 69%Respondent occupation scaleSelf-employed 8% 19% 34% 34% 5% 27% 68%Managers 6% 21% 34% 36% 3% 27% 70%Other white collars 6% 20% 36% 33% 5% 26% 69%Manual workers 6% 22% 35% 30% 7% 28% 65%House persons 4% 19% 35% 31% 11% 23% 66%Unemployed 7% 22% 33% 30% 8% 29% 63%Retired 7% 24% 31% 27% 11% 31% 58%Students 5% 20% 38% 31% 6% 25% 69%Left-Right scale(1-4) Left 6% 21% 33% 35% 5% 27% 68%(5-6) Centre 7% 23% 34% 31% 5% 30% 65%(7-10) Right 8% 25% 35% 26% 6% 33% 61%

The seriousness of climate change has been exaggerated

For each of the following statements, please tell me whether you ...

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Sintesi dei risultati sociodemografici In sintesi, si osserva che i rispondenti che hanno studiato più a lungo e che si dicono bene informati sul cambiamento climatico (cause, conseguenze e modi per combatterlo) o che considerano tale fenomeno un problema molto serio, sono più inclini a ritenere che il cambiamento climatico sia grave, che tale processo possa essere arrestato, che si debbano usare combustibili alternativi per combatterlo e che la lotta contro il cambiamento climatico possa avere un impatto positivo sull'economia europea dei rispondenti che hanno studiato per un numero di anni inferiore, che si sentono male informati sull'argomento o che non pensano che il cambiamento climatico sia un problema serio. I rispondenti appartenenti alla prima categoria dichiarano più spesso dei rispondenti appartenenti alla seconda categoria di aver adottato personalmente dei provvedimenti contro il cambiamento climatico o di sapere che le emissioni di CO2

non hanno soltanto un impatto marginale sul cambiamento climatico.

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CONCLUSIONI

Il cambiamento climatico è ancora considerato come uno dei tre problemi più gravi che affliggono il mondo di oggi, anche se la sua gravità (come accade per altre problematiche mondiali) è diminuita di fronte alla crisi economica, che domina l'opinione pubblica (e le preoccupazioni percepite). Più di due terzi degli europei ritengono comunque che il cambiamento climatico sia un problema molto serio, e che la sua gravità non sia stata ingigantita. Ciononostante, gli europei ritengono che il cambiamento climatico possa essere fermato e la percentuale di coloro che pensano che la lotta contro il cambiamento climatico possa avere un impatto positivo sull'economia è aumentata. Indubbiamente, il fatto che la maggior parte degli europei si reputi bene informata sul cambiamento climatico, le sue conseguenze, le cause e i modi per combatterlo contribuisce alla loro partecipazione a questa lotta. Tuttavia, per quanto riguarda l’adozione di iniziative a livello personale, la percentuale degli europei che sostiene di agire personalmente per combattere il cambiamento climatico è diminuita dalla primavera del 2008. È importante, tuttavia, notare la differenza nelle risposte a livello nazionale, soprattutto alla luce del fatto che per combattere efficacemente il cambiamento climatico è richiesto uno sforzo collettivo. A tale proposito è stata rilevata una tendenza in Turchia, Romania, Bulgaria e Lituania - in questi paesi, in particolare, i cittadini ammettono di non essere bene informati circa le cause, le conseguenze e le modalità della lotta contro il cambiamento climatico. Ciò porta i cittadini di questi paesi o a non prendere personalmente iniziative per combattere il cambiamento climatico o a non essere in grado di dire se stiano facendo qualcosa in questo senso. Inoltre, i cittadini di numerosi paesi dimostrano una mancanza d’informazione (che traspare dalla maggiore incidenza di risposte "non sa") per quanto riguarda le conseguenze e i risultati del cambiamento climatico, quando vengono intervistati su problemi specifici. Ad esempio, in Turchia è stato rilevato uno scarso livello di conoscenze riguardo all'impatto del cambiamento climatico sull'economia europea, l'efficacia dei carburanti alternativi, la questione se il cambiamento climatico possa essere fermato e l'impatto delle emissioni di CO2. A Malta, nella comunità turco-cipriota, in Romania e in Portogallo il livello di disinformazione è superiore alla media su più di uno di questi aspetti. All'estremo opposto, Svezia, Slovenia, Regno Unito e Irlanda sono i paesi in cui un numero di cittadini superiore alla media sono bene informati sul cambiamento climatico e, al contempo, hanno personalmente adottato disposizioni per combatterlo. In Irlanda e Slovenia, la percentuale di cittadini che si sente bene informata sulle cause, le conseguenze e i modi per combattere il cambiamento climatico è aumentata dalla primavera del 2008. Un esame più approfondito delle percezioni e degli atteggiamenti in materia di cambiamento climatico rivela che, secondo i rispondenti di Svezia, Grecia, Danimarca e Slovacchia, le emissioni di CO2 hanno un notevole impatto sul cambiamento climatico. Inoltre, in tutti questi paesi si ritiene che, sebbene il processo del

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cambiamento climatico possa essere fermato, la sua gravità non è stata ingigantita. I Paesi Bassi e il Regno Unito si discostano da questa tendenza - sebbene anche in questi paesi, come in quelli summenzionati, ci si ritenga bene informati sul cambiamento climatico, più di quattro cittadini su dieci sostengono che la gravità del cambiamento climatico sia stata ingigantita e che le emissioni di CO2 abbiano solamente un impatto marginale su tale fenomeno. Vi è pertanto una maggiore disparità di pareri in questi due paesi, e solamente la metà circa dei cittadini del Regno Unito e dei Paesi Bassi classifica il cambiamento climatico come un problema "molto serio" (tasso che è significativamente inferiore alla media europea). In termini sociodemografici, le donne, coloro che hanno studiato per un periodo più breve e i cittadini più anziani (di età superiore ai 55 anni) ritengono di essere i meno informati sul cambiamento climatico. In generale vi è una correlazione positiva tra il livello di conoscenza percepito sull'argomento e la percezione della sua gravità. Si può concludere che, nonostante la crisi economica e finanziaria, la preoccupazione per il cambiamento climatico ha mantenuto la sua "posizione" nella mente del pubblico. Sebbene siano state rilevate notevoli variazioni a livello nazionale, vi è una base positiva di cittadini informati e attivi nella lotta contro il cambiamento climatico.

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SPECIFICHE TECNICHE

Tra il 16 gennaio e il 22 febbraio 2009, TNS Opinion & Social, consorzio costituito da Taylor Nelson Sofres e EOS Gallup Europe, ha svolto la rilevazione 71.1 di EUROBAROMETRO su richiesta della COMMISSIONE EUROPEA, Direzione generale Comunicazione, “Ricerca e analisi politica” e del PARLAMENTO EUROPEO. EUROBAROMETRO SPECIALE 313 fa parte della rilevazione 71.1 e copre la popolazione residente in ciascuno Stato membro di età non inferiore a 15 anni delle rispettive nazionalità degli Stati membri dell'Unione europea. EUROBAROMETRO SPECIALE 313 è altresì stato condotto in tre paesi candidati (Croazia, Turchia ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia) nonché nella comunità turco-cipriota. In questi paesi l'indagine copre la popolazione nazionale e i cittadini di tutti gli Stati membri dell'Unione europea che vi risiedono e che hanno una conoscenza della lingua nazionale sufficiente per rispondere al questionario. Il disegno fondamentale del campione applicato in tutti i paesi è multifase e causale (probabilità). In ciascun paese è stato estratto un numero di punti di campionamento con una probabilità proporzionale alla dimensione della popolazione (per una copertura totale del paese) e alla densità della popolazione. Per fare ciò i punti di campionamento sono stati estratti sistematicamente da ciascuna “unità amministrativa regionale” dopo la stratificazione per singola unità e tipo di area. I punti rappresentano perciò l’intero territorio dei paesi oggetto dell’indagine secondo la nomenclatura NUTS II di EUROSTAT (o equivalente) e secondo la distribuzione nelle aree metropolitane, urbane e rurali della popolazione residente delle rispettive nazionalità. In ciascuno dei punti di campionamento è stato estratto a caso un indirizzo di partenza. Gli ulteriori indirizzi (ogni ennesimo indirizzo) sono stati scelti tramite procedure standard di “percorso casuale”, a partire dall’indirizzo iniziale. In ciascuna famiglia, l’intervistato è stato estratto a caso (secondo la “regola del compleanno più vicino”). Tutte le interviste sono state effettuate faccia a faccia presso il domicilio degli intervistati nell’opportuna lingua nazionale. Per quanto riguarda la registrazione dei dati, nei paesi in cui era disponibile si è utilizzato CAPI (Computer Assisted Personal Interview).

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Per ciascun paese è stato effettuato il confronto tra il campione e l’universo. La descrizione dell’universo è stata tratta dai dati sulla popolazione di EUROSTAT o dagli uffici nazionali di statistica. Per tutti i paesi oggetto dell’indagine si è svolta una procedura di ponderazione nazionale, utilizzando la ponderazione marginale e intercellulare sulla base di detta descrizione dell’universo. Per tutti i paesi nella procedura di iterazione sono stati introdotti il sesso, l’età, la regione e la dimensione della località. Per la ponderazione internazionale (ossia le medie a livello di UE) TNS Opinion & Social applica i valori ufficiali della popolazione forniti da EUROSTAT o dagli uffici nazionali di statistica. I valori sulla popolazione totale utilizzati in questa procedura di post-ponderazione sono riportati in precedenza. Si rammenta al lettore che i risultati delle indagini sono stime la cui precisione, a parità di condizioni, dipende dalla dimensione del campione e dalla percentuale osservata. Con campioni di circa 1 000 interviste, le percentuali effettive variano all’interno dei seguenti intervalli di confidenza:

Observed percentages 10% or 90% 20% or 80% 30% or 70% 40% or 60% 50%

Confidence limits ± 1.9 points ± 2.5 points ± 2.7 points ± 3.0 points ± 3.1 points

ABBREVIATIONS COUNTRIES INSTITUTES N° INTERVIEWS

FIELDWORK DATES

POPULATION 15+

BE Belgium TNS Dimarso 1.018 22/01/2009 22/02/2009 8.786.805 BG Bulgaria TNS BBSS 1.000 16/01/2009 30/01/2009 6.647.375 CZ Czech Rep. TNS Aisa 1.050 22/01/2009 12/02/2009 8.571.710 DK Denmark TNS Gallup DK 1.016 19/01/2009 18/02/2009 4.432.931 DE Germany TNS Infratest 1.523 17/01/2009 10/02/2009 64.546.096 EE Estonia Emor 1.003 17/01/2009 09/02/2009 887.094 EL Greece TNS ICAP 1.000 21/01/2009 12/02/2009 8.691.304 ES Spain TNS Demoscopia 1.003 20/01/2009 13/02/2009 38.536.844 FR France TNS Sofres 1.035 17/01/2009 11/02/2009 46.425.653 IE Ireland TNS MRBI 1.000 20/01/2009 12/02/2009 3.375.399 IT Italy TNS Infratest 1.060 21/01/2009 06/02/2009 48.892.559 CY Rep. of Cyprus Synovate 504 21/01/2009 15/02/2009 638.900

CY(tcc) Turkish Cypriot Comm.

KADEM 500 24/01/2009 11/02/2009 143.226

LV Latvia TNS Latvia 1.001 23/01/2009 11/02/2009 1.444.884 LT Lithuania TNS Gallup

Lithuania 1.010 22/01/2009 03/02/2009 2.846.756

LU Luxembourg TNS ILReS 504 17/01/2009 13/02/2009 388.914 HU Hungary TNS Hungary 1.023 23/01/2009 13/02/2009 8.320.614 MT Malta MISCO 500 16/01/2009 12/02/2009 335.476 NL Netherlands TNS NIPO 1.044 24/01/2009 21/02/2009 13.017.690 AT Austria Österreichisches

Gallup-Institut 1.000 16/01/2009 09/02/2009 7.004.205

PL Poland TNS OBOP 1.000 25/01/2009 17/02/2009 32.155.805 PT Portugal TNS EUROTESTE 1.000 26/01/2009 13/02/2009 8.080.915 RO Romania TNS CSOP 1.043 16/01/2009 12/02/2009 18.246.731 SI Slovenia RM PLUS 1.008 17/01/2009 13/02/2009 1.729.298 SK Slovakia TNS AISA SK 1.025 20/01/2009 13/02/2009 4.316.438 FI Finland TNS Gallup Oy 1.017 23/01/2009 17/02/2009 4.353.495 SE Sweden TNS GALLUP 1.017 22/01/2009 13/02/2009 7.562.263 UK United

Kingdom TNS UK 1.314 22/01/2009 18/02/2009 50.519.877

HR Croatia Puls 1.000 18/01/2009 02/02/2009 3.734.300 TR Turkey TNS PIAR 1.005 17/01/2009 10/02/2009 47.583.830 MK Former

Yugoslav Rep. of Macedonia

TNS Brima 1.009 17/01/2009 24/01/2009 1.648.012

TOTAL 30.232 16/01/2009 22/02/2009 453.865.399

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EUROBAROMETRO SPECIALE 313 Atteggiamento degli europei verso il cambiamento climatico

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