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145 UNITÀ 11 CALORE E TEMPERATURA Lezione 11.1 La misura della temperatura Nella Death Valley (California-Usa), alla fine di giugno del 2013 la temperatura ha raggiunto il valore di 54 °C, sfiorando il record del 10 luglio 1913 quando arrivò a 56,7 °C. Da che cosa dipende la temperatura dell’aria? Lezione 11.2 La dilatazione termica La Tour Eiffel di Parigi è una struttura in ferro; a 20 °C è alta 324 m (compresa l’antenna televisiva), però d’estate si allunga e d’inverno si accorcia. Perché? Lezione 11.3 La legge fondamentale della termologia La fiamma del fornello trasferisce calore al tegame e quindi il liquido che ci sta dentro si scalda. Da cosa dipende l’aumento di temperatura del liquido? Lezione 11.4 Il calore latente Alcuni animali, come i cani, nelle giornate molto calde tirano fuori la lingua e respirano più velocemente del solito. Come mai? Lezione 11.5 La propagazione del calore Se sposti un piede dal tappeto e lo metti su una mattonella, la sensazione che provi è diversa: sulla mattonella senti molto più freddo che sul tappeto. Mattonella e tappeto sono a temperatura diversa? FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI: 1. G. RUFFO, 2012; 2. G. RUFFO, 2016; 3. ALEXEYSUM/SHUTTERSTOCK.COM; 4. MARINA JAY/SHUTTERSTOCK.COM; 5. OUMJEAB/SHUTTERSTOCK.COM

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UNITÀ 11CALORE E TEMPERATURA

Lezione 11.1 La misura della temperaturaNella Death Valley (California-Usa), alla fine di giugno del 2013 la temperatura ha raggiunto il valore di 54 °C, sfiorando il record del 10 luglio 1913 quando arrivò a 56,7 °C. ▶ Da che cosa dipende la temperatura dell’aria?

Lezione 11.2 La dilatazione termicaLa Tour Eiffel di Parigi è una struttura in ferro; a 20 °C è alta 324 m (compresa l’antenna televisiva), però d’estate si allunga e d’inverno si accorcia. ▶ Perché?

Lezione 11.3 La legge fondamentale della termologiaLa fiamma del fornello trasferisce calore al tegame e quindi il liquido che ci sta dentro si scalda.▶ Da cosa dipende l’aumento di temperatura del liquido?

Lezione 11.4 Il calore latenteAlcuni animali, come i cani, nelle giornate molto calde tirano fuori la lingua e respirano più velocemente del solito.▶ Come mai?

Lezione 11.5 La propagazione del caloreSe sposti un piede dal tappeto e lo metti su una mattonella, la sensazione che provi è diversa: sulla mattonella senti molto più freddo che sul tappeto.▶ Mattonella e tappeto sono a temperatura diversa?

FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI: 1. G. RUFFO, 2012; 2. G. RUFFO, 2016; 3. ALEXEYSUM/SHUTTERSTOCK.COM; 4. MARINA JAY/SHUTTERSTOCK.COM; 5. OUMJEAB/SHUTTERSTOCK.COM

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146 Unità 11 Calore e temperatura

11.1

La misura della temperatura

■ L’organizzazione della materiaLe sostanze sono composte da atomi, organizzati tra loro in modo più o meno com-plesso. Ogni elemento (alluminio, oro, ferro) è costituito da atomi; gli atomi di un elemento sono identici e ogni singolo atomo ha le stesse proprietà chimiche dell’e-lemento.

Quando due o più atomi si legano assieme formano molecole [→ figura 1]. Per esempio, la formula chimica dell’acqua è H2O: ciò significa che una molecola d’ac-qua è formata da due atomi di idrogeno (simbolo H) e da un atomo di ossigeno (simbolo O).

Sostanze diverse si differenziano per il numero e per il tipo di atomi di cui sono fatte le molecole. Per esempio, una molecola di anidride carbonica (CO2) è formata da un atomo di carbonio (simbolo C) e due atomi di ossigeno (simbolo O); una molecola di metano (CH4), è formata da un atomo di carbonio e quattro atomi di idrogeno.

Dentro una molecola, gli atomi sono tenuti insieme da forze di natura elettrica, chiamate forze di coesione molecolare.

Per spezzare una molecola occorre vincere queste forze di attrazione fra le varie particelle. Ciò può avvenire solo fornendo una sufficiente quantità di energia.

■ Gli stati di aggregazione della materiaLa materia può trovarsi in tre stati di aggregazione diversi: solido, liquido e gassoso, a seconda di come sono organizzate le molecole.

Nei corpi solidi, le particelle componenti formano un insieme ordinato; possono oscillare intorno alle loro posizioni di equilibrio, ma non spostarsi le une rispetto alle altre. Ciò spiega perché i solidi hanno una forma e un volume propri. Se le forze di coesione sono molto intense, il solido è rigido; se invece le forze sono poco intense, il solido può essere deformato o rotto più facilmente da forze esterne.

Nei liquidi, le forze di coesione sono deboli. Le molecole formano un insieme disordinato; possono scorrere le une sulle altre ma le distanze fra una molecola e l’altra non variano molto. I liquidi assumono la forma del recipiente che li contiene.

Nei gas, le forze di coesione sono trascurabili; le molecole si muovono in tutto lo spazio disponibile e formano un insieme molto disordinato. Esse si muovono le une rispetto alle altre, in tutte le direzioni. Ciò spiega il fatto che il gas non ha forma né volume propri. Gas e liquidi sono chiamati anche fluidi, perché entrambi fluiscono.

■ Agitazione termica e temperaturaQualunque sia lo stato di aggregazione, le particelle di cui è fatta la materia, atomi o molecole, sono in continuo movimento; si dice che sono in agitazione termica.

L’agitazione termica è, quindi, una proprietà caratteristica di ogni sostanza. La temperatura, invece, è un indice dello stato di agitazione termica, cioè ci dà infor-mazioni su quanto sono «agitate» le molecole: più grande è l’agitazione termica, maggiore è la temperatura di una sostanza.

Per esempio, gli atomi di un cucchiaio caldo vibrano più velocemente degli atomi dello stesso cucchiaio freddo, così come le molecole dell’aria contenute in una stanza calda si muovono più velocemente delle molecole di aria di una stanza fredda.

Figura 1 Struttura di alcune molecole.

HH

CO

H

O

anidride carbonica

OH acqua

metano

C

H

H

1 VIDEOLa materia e lo spazio

1 ANIMAZIONELa scala Celsius

IDEA-CHIAVE La temperatura è una misura dell’agitazione termica di una sostanza; si misura con il termometro.

→ Prime verifiche, pag. L148.→ Problemi, pag. L153.

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147Lezione 11.1 La misura della temperatura

L’esperienza quotidiana ci dice che, quando una sostanza calda viene messa a contatto con una sostanza fredda, dopo un po’ di tempo le due sostanze assumono la stessa temperatura. Si dice allora che le sostanze hanno raggiunto l’equilibrio termico.

Per conoscere la temperatura di una sostanza non possiamo basarci sulla sensazio-ne di caldo e freddo, perché le sensazioni che la nostra pelle trasmette al cervello sono qualitative e soggettive. Per avere informazioni oggettive sullo stato termico di una so-stanza, bisogna misurare la sua temperatura mediante un termometro, uno strumento che, in genere, sfrutta il fenomeno della dilatazione. Il termometro è un trasduttoredi livello, cioè fornisce un’indicazione della temperatura mediante la misura del li-vello del liquido.

La scala del termometro viene costruita fissando delle temperature di riferimento e un’unità di misura. Le scale più usate sono la scala Celsius e la scala Kelvin.

• La scala Celsius, detta anche scala centigrada, è stata introdotta dall’astronomo e matematico svedese Anders Celsius (1701-1744). Nella scala Celsius si assegna il valore 0 alla temperatura del ghiaccio fondente e il valore 100 alla temperatura dell’acqua bollente (a pressione atmosferica). L’intervallo fra queste due tempe-rature è suddiviso in 100 parti, ognuna delle quali è detta grado Celsius o grado centigrado (simbolo °C).

• Nel SI si usa la scala Kelvin introdotta nel 1847 dal fisico scozzese William Thom-son (1824-1907), detto Lord Kelvin. Nella scala Kelvin, è assegnato il valore 273,15 alla temperatura del ghiaccio fondente e il valore 373,15 alla temperatura dell’ac-qua bollente, l’intervallo fra queste due temperature è suddiviso in 100 parti uguali e ogni parte è chiamata kelvin (simbolo K) [→ figura 2].

273,15 K 373,15 K

SCALA KELVIN

298,15 K 323,15 K 348,15 K

0 °C 100 °C

SCALA CELSIUS

25 °C 50 °C 75 °C

Figura 2 Scala Celsius e scala Kelvin. L’intervallo fra la temperatura dell’acqua bollente e quella del ghiaccio fondente è diviso in 100 parti in entrambe le scale.

Per passare da una temperatura espressa in gradi centigradi (TC) a una espressa in kelvin (TK) si utilizza l’equazione:

TK = TC + 273,15

ESEMPIO 1 La temperatura di un’aula scolastica è 20 °C; espressa in kelvin vale:

TK = 20 + 273,15 = 293,15 K

QUESITOUn termometro appeso al muro di una stanza indica 25 °C. Quale delle seguenti affermazioni è sbagliata?

La temperatura dell’aria nella stanza è 25 °C.La temperatura del termometro è 25 °C.La temperatura del muro è 25 °C.Nessuna delle tre affermazioni precedenti è corretta.

A

B

C

D

La fisica di tutti i giorni

Temperatura e agitazione delle molecole Le particelle dell’aria si muovono in tutte le direzioni; la temperatura misura lo stato di agitazione termica delle particelle: più velocemente si muovono, maggiore è la temperatura. Anche le molecole dei liquidi e dei solidi sono in agitazione termica. Immagina lo stato di agitazione delle molecole di una patata bollita appena tolta dal tegame e della stessa patata su un piatto 10 minuti più tardi.▶ Lo stato delle molecole della patata è lo stesso nei due casi?

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148 Unità 11 Calore e temperatura

■ La dilatazione lineare dei solidiIn genere le sostanze si dilatano quando la temperatura aumenta, e si contraggono quando la temperatura diminuisce.

Un corpo solido occupa sempre un certo volume; se però una delle dimensioni è molto più grande delle altre due, come nel caso di un filo, dal punto di vista termico si comporta come un corpo lineare. La dilatazione che il corpo subisce si manifesta soprattutto nella direzione della lunghezza e si parla di dilatazione lineare.

Indichiamo con l0 la lunghezza iniziale di un corpo, per esempio un filo di ferro, e con T0 la sua temperatura iniziale. Lo scaldiamo finché la lunghezza diventa l alla temperatura T [→ figura 1]. L’aumento di lunghezza è Δl = l − l0, l’aumento di tem-peratura è ΔT = T − T0.

L’esperienza dimostra che l’allungamento Δl:

• è direttamente proporzionale alla lunghezza iniziale l0 del corpo;• è direttamente proporzionale alla variazione di temperatura ΔT subita dal corpo;• dipende dalla sostanza di cui è composto il corpo.

Queste proprietà possono essere riassunte nella legge della dilatazione lineare:

Δl = λ·l0·ΔT

coefficiente di dilatazione

lineare (K–1 o °C–1)

allungamento (m)

variazione

di temperatura (K o °C)

lunghezza iniziale (m)

dove λ (si legge «lambda») è un coefficiente caratteristico della sostanza di cui è fatto il corpo, si chiama coefficiente di dilatazione lineare. L’unità di misura di λ nel SI è K−1 (si legge «kelvin alla meno uno»). Infatti:

l Tl

m Km

K1 Kl

D

D

01

$ $= = = = -

Il valore di ΔT espresso in kelvin non cambia se viene espresso in gradi centigradi, perciò come unità di misura di λ possiamo utilizzare anche °C–1.

Una sostanza si dice isòtropa quando ha le stesse proprietà fisiche in tutte le dire-zioni. Per una sostanza isòtropa, il coefficiente λ è costante entro un certo intervallo di temperatura. Alcuni coefficienti di dilatazione lineare sono riportati nella → tabella 1.

Tabella 1 Coefficienti di dilatazione lineare di alcuni solidi (K−1 o °C−1)

Metalli Leghe

Alluminio 24 10 6# - Argento 1019 6# - Acciaio , 101 0 5# -

Ferro 1012 6# - Oro 1014 6# - Ghisa , 101 0 5# -

Piombo 29 10 6# - Platino 109 6# - Bronzo ,2 0 10 5# -

Rame 1016 6# - Zinco 17 10 6# - Ottone ,2 0 10 5# -

ESEMPIO 1 Un filo di ferro lungo 1,0 m che aumenta la temperatura di 100 °C, subisce un allungamento di 1,2 mm. Infatti:

( ° ) ( , ) ( ° )l l T 12 10 1 0 100C m CD l D06 1$ $ # # #= = =- -

( , , ) ,0 000012 1 0 100 0 0012m m# #= =

Nelle stesse condizioni, un filo lungo due metri si allungherebbe del doppio.

Figura 1 Il filo di ferro subisce un aumento di lunghezza Δl = l − l0, quando la temperatura aumenta di ΔT.

T0

l

l0

Δl

T

METODO

La legge di dilatazione permette di calcolare sia l’aumento di lunghezza (Δl positivo) conseguente a un aumento di temperatura, sia la diminuzione di lunghezza (Δl negativo) dovuta a una diminuzione di temperatura.

QUESITISe la temperatura di un filo di ferro diminuisce da 60 °C a 30 °C, allora si può affermare che:

la lunghezza del filo diventa la metà;la lunghezza del filo diminuisce;l’allungamento del filo diventa la metà;nessuna delle tre risposte precedenti è corretta.

Un pendolo è formato da una pallina di legno appesa a un filo metallico. Il periodo del pendolo:

è minore in una giornata estiva che in una invernale;è minore in una giornata invernale che in una calda giornata estiva;è sempre costante;non dipende dalla temperatura.

A

B

C

D

A

B

C

D

11.2La dilatazione termica

IDEA-CHIAVE Solidi, liquidi e gas, in genere cambiano dimensioni quando la temperatura varia; il cambiamento dipende dalle caratteristiche delle sostanze.

→ Prime verifiche, pag. L149.→ Problemi, pag. L153.

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149Lezione 11.2 La dilatazione termica

■ La dilatazione volumica di solidi e liquidiConsideriamo un solido di volume V0 alla temperatura T0. Sperimentalmente si ve-rifica che, se la temperatura varia di ΔT, la variazione di volume ΔV:

• è direttamente proporzionale al volume iniziale V0;• è direttamente proporzionale alla variazione di temperatura ΔT;• dipende dalla sostanza di cui è composto il solido.

Le proprietà sono riassunte nella legge di dilatazione volumica:

ΔV = k·V0·ΔTcoefficiente di dilatazione

volumica (K–1 o °C–1)

variazione

di volume (m3)

volume iniziale (m3)

variazione

di temperatura (K o °C)

dove k rappresenta il coefficiente di dilatazione volumica e si misura in K−1 (o °C−1).Il coefficiente di dilatazione volumica di un materiale è circa tre volte più grande del

coefficiente di dilatazione lineare dello stesso materiale: il coefficiente di dilatazione lineare dell’acciaio è ,1 0 10 °C5 1# - - , quello di dilatazione volumica è ,3 0 10 °C5 1# - - .

ESEMPIO 2 Una biglia di acciaio di volume 1,0 dm3, che aumenta la sua temperatura di 100 °C, subisce un aumento di volume:

( ) ( ) ( ), ,k TV V 10 1003 0 0 001°C m °CD D05 1 3$ $ # # #= = =- -

, ,3 0 10 3 0m cm6 3 3#= =-

In generale, anche i liquidi si dilatano con l’aumentare della temperatura e seguono la stessa legge di dilatazione volumica dei solidi:

V k V TD D0$ $=

però hanno coefficienti di dilatazione volumica maggiori di quelli dei solidi perché nei liquidi le forze di coesione molecolari sono più deboli che nei solidi. Infatti, le molecole di un liquido possono scivolare le une sulle altre e occupare nuove posizioni. Nella → tabella 2 sono riportati i coefficienti di dilatazione volumica di alcuni liquidi.

Tabella 2 Coefficienti di dilatazione volumica di alcuni liquidi (K−1 o °C−1)

Mercurio ,1 82 10 4# - Alcol 10 10 4# -

Glicerina 5 10 4# - Etere 1015 4# -

Acqua , 102 1 4# - Latte ,8 0 10 4# -

L’acqua è l’unico liquido che presenta un comporta-mento anomalo rispetto al fenomeno della dilatazione termica: fra 0 °C e 4 °C mentre la temperatura aumenta il volume dell’acqua diminuisce, come mostrato nella → figura 2. Per temperature superiori ai 4 °C l’acqua si comporta come gli altri liquidi.

Figura 2 Comportamento anomalo dell’acqua: fra 0 °C e 4 °C il volume, invece di aumentare, diminuisce.

O

V0

temperatura (°C)

2 4 6 8 10

vo

lum

e

SCHEDA TECNOLOGIALa lamina bimetallica

I metalli hanno coefficienti di dilatazione differenti, perciò si dilatano in modo diverso.

→ Vai alla scheda completa nell’eBook.

QUESITOUna sbarra di zinco e una di rame hanno la stessa lunghezza e si trovano nella stessa stanza. Vengono poste dentro un forno acceso e scaldate. Che cosa possiamo dire sulle lunghezze delle due sbarre quando le portiamo fuori dal forno?

È più lunga la sbarra di zinco.È più lunga la sbarra di rame.Non si può dire niente, perché non è nota la temperatura del forno.Non si può rispondere, perché non sono note le lunghezze iniziali delle due sbarre.

A

B

C

D

La fisica di tutti i giorni

LÕaltezza della Tour Eiffel Le variazioni di lunghezza della Tour Eiffel dipendono dalle variazioni di temperatura. Come tutti i corpi metallici, all’aumentare della temperatura la torre si dilata, al diminuire della temperatura si restringe. Il ferro ha un coefficiente di dilatazione lineare pari a 12 10 K6 1# - - .▶ Di quanto si allunga la torre se in una giornata estiva la temperatura passa da 20 °C a 40 °C?

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150 Unità 11 Calore e temperatura

■ Come aumentare la temperatura di una sostanza

In generale, possiamo aumentare la temperatura di una sostanza trasferendole energia.Per esempio, per aumentare la temperatura di una certa quantità di acqua abbiamo le seguenti opportunità:

• porre il recipiente dell’acqua su un fornello: l’acqua riceve energia sotto forma di calore;

• agitare l’acqua con un bastoncino: l’acqua riceve energia per lavoro meccanico;• inserire nell’acqua un filo percorso da corrente elettrica: l’energia elettrica è tra-

sformata in calore che viene acquistato dall’acqua;• esporre l’acqua ai raggi del Sole: l’acqua acquista energia raggiante.

Joule, con un mulinello simile a quello schematizzato nella → figura 1, ha studiato il trasferimento di energia all’acqua mediante un lavoro meccanico e stabilito che occorre compiere un lavoro di circa 4180 J per aumentare di 1 kelvin (o grado cen-tigrado) la temperatura di 1 kg di acqua.

■ Capacità termica e calore specificoIl rapporto fra l’energia che acquista una sostanza e l’aumento di temperatura si chiama capacità termica. Indicando con C la capacità termica e con ΔE la quantità di energia, possiamo scrivere:

C TE

D

D=

La capacità termica si misura in joule/kelvin (J/K o J/°C).

ESEMPIO 1 Se fornendo 3000 J a una certa quantità di acqua, la temperatura aumenta di 2 °C, la sua capacità termica vale:

C 2K3000 J 1500 J/K= =

Sperimentalmente, si verifica che, quanto più grande è la massa che viene scaldata, tanto maggiore è l’energia necessaria per aumentare la sua temperatura di un grado, cioè la capacità termica è direttamente proporzionale alla massa:

mC c=

La costante di proporzionalità c è una grandezza che caratterizza ogni sostanza e si chiama calore specifico della sostanza. Nel SI, il calore specifico si misura in J/ (kg K)$ .

Il calore specifico rappresenta la quantità di energia che la massa di 1 kg di so-stanza deve acquistare perché la sua temperatura aumenti di 1 K. Per esempio, dire che il calore specifico del piombo è 128 J/(kg K)$ significa che, per aumentare di 1 K la temperatura di 1 kg di piombo, sono necessari 128 J di energia. Nella → tabella 1 sono riportati i calori specifici di alcune sostanze a temperatura ambiente (298 K) e pressione atmosferica costante.

La formula C TE

D

D= vale anche se la sostanza si raffredda; in tal caso sia ΔT sia ΔE

sono negativi.

Figura 1 I due pesi cadendo fanno girare le pale del mulinello, che mescolano l’acqua e fanno aumentare la sua temperatura.

Tabella 1 Calore specifico in J/ (kg K)$

Acqua 4180

Alcol etilico 2430

Benzina 2100

Olio d’oliva 1650

Petrolio 2140

Mercurio 138

Ottone 376

Acciaio-ferro 480

Ghisa 500

Oro 134

Argento 238

Rame 390

Alluminio 880

Piombo 128

Bronzo 380

11.3La legge fondamentale della termologia

IDEA-CHIAVE Per aumentare la tem-peratura di un corpo bisogna fornirgli una quantità di calore, che dipende dalla massa e dalle caratteristiche del corpo.

→ Prime verifiche, pag. L150.→ Problemi, pag. L154.

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151Lezione 11.3 La legge fondamentale della termologia

■ La legge della termologiaDalla definizione di capacità termica si ricava E C TD D$= . Sostituiamo al posto di C il prodotto c m$ e otteniamo la relazione:

J

kg·K

ΔE = c·m·ΔTcalore specifico

energia scambiata (J) massa (kg)

variazione di temperatura (K)

che rappresenta la legge fondamentale della termologia. L’energia scambiata è:

• direttamente proporzionale alla massa della sostanza;• direttamente proporzionale alla variazione di temperatura;• legata alla natura della sostanza (attraverso il coefficiente c).

Se l’aumento di energia è dovuto a un trasferimento di calore Q, la legge può essere scritta così:

Q c m TD$ $=

Poiché il prodotto c m$ è positivo, il segno di Q coincide col segno di ΔT.

ESEMPIO 2 Per scaldare 10 kg di acqua da 15 °C a 40 °C è necessaria una quantità di calore pari a 1 milione di joule. Infatti:

( ,Q 4180 1 0 10J/ (kg °C) (10 kg) (40 °C 15 °C) J6$ # # #= - =

■ LÕequilibrio termicoQuando due sostanze a diversa temperatura sono poste a contatto, raggiungono la stessa temperatura di equilibrio, perché una certa quantità di energia (calore) si trasferisce dalla sostanza più calda a quella più fredda. Il valore della temperatura di equilibrio dipende sia dalle masse delle sostanze sia dai calori specifici, sia da even-tuali dispersioni di calore verso l’ambiente.

Consideriamo una sostanza fredda di massa m1, temperatura T1 e calore specifico c1 e una sostanza calda di massa m2, temperatura T2 e calore specifico c2 [→ figura 2a]. Messe a contatto, le due sostanze raggiungono la temperatura di equilibrio, che in-dichiamo con Te [→ figura 2b].

T1 T2

c1 c2

m1 m2

T1 < Te < T2

m1 m2

corpopiù freddo

corpopiù caldo

Figura 2a La sostanza fredda ha massa m1, temperatura T1 e calore specifico c1; la sostanza calda ha massa m2, temperatura T2 e calore specifico c2.

Figura 2b Messe a contatto, le due sostanze raggiungono la stessa temperatura di equilibrio Te compresa fra T1 e T2.

La sostanza calda cede calore e si raffredda:( )Q m c T Te2 2 2ceduto $ $= -

Il calore ceduto è negativo, perché Te è minore di T2.La sostanza fredda acquista calore e si riscalda:

( )Q m c T Te1 1 1acquistato $ $= -

Il calore acquistato è una quantità positiva, perché Te è maggiore di T1.

METODO

La formula permette di calcolare il calore acquistato o ceduto dalla sostanza che varia la sua temperatura di ΔT.

QUESITOUna massa di acqua di 10 kg che si raffredda di 10 °C cede una quantità di calore uguale a:

100 J;4180 J;41 800 J;418 000 J.

A

B

C

D

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152 Unità 11 Calore e temperatura

Se non ci sono dispersioni di calore verso altre sostanze o l’ambiente esterno, la quan-tità di calore che la sostanza calda cede è interamente acquistata dalla sostanza fredda:

calore acquistato = calore cedutoPoiché il calore ceduto è negativo e quello acquistato è positivo, se vogliamo ugua-gliare le due quantità dobbiamo cambiare di segno a una delle due:

Qacquistato = −Qceduto

( ) ( )m c T T m c T Te e1 1 1 2 2 2$ $ $ $- = - -

Questa è l’equazione dell’equilibrio termico. Essa permette di calcolare la tempe-ratura di equilibrio Te, note le altre quantità presenti:

( )T m c m cm c T m c T

e1 1 2 2

1 1 1 2 2 2$ $

$ $ $ $= +

+

Se le sostanze sono identiche, c1 è uguale a c2 e l’equazione si semplifica:

T m mm T m T

e1 2

1 1 2 2$ $= +

+

ESEMPIO 3 Mescolando 1,0 kg di acqua a 20 °C con 3,0 kg di acqua a 60 °C, si ottiene dell’acqua che ha una temperatura di equilibrio di 50 °C. Infatti:

T (1,0 3,0) kg(1,0 kg) (20 °C) (3,0 kg) (60 °C)

50 °Ce# #

=+

+=

■ Il calorimetro delle mescolanzeIl calorimetro è un dispositivo utilizzato per fare delle esperienze sul calore. Quello più diffuso è il calorimetro delle mescolanze [→ figura 3], costituito da un recipiente con pareti isolanti che contiene acqua. Dentro al recipiente c’è un termometro e un agitatore che serve per mescolare l’acqua, accelerando così l’equilibrio termico.

Quando si mette una sostanza calda nell’acqua, non tutto il calore ceduto dalla sostanza viene acquistato dall’acqua, perché si scalda anche il sistema «calorimetro + termometro + agitatore».

Per tenere conto di questo fatto, si suppone che nel calorimetro ci sia una certa quantità di acqua me, in aggiunta a quella effettivamente presente. La massa me si chia-ma equivalente in acqua del calorimetro ed è una grandezza caratteristica di ogni calorimetro. In genere, l’equivalente in acqua è fornito da chi fabbrica il calorimetro.

Tenendo conto dell’equivalente in acqua del calorimetro, possiamo scrivere: ( ) ( ) ( )m m c T T m c T Te e e1 1 1 2 2 2$ $ $ $+ - = - -

La formula esprime l’uguaglianza tra il calore acquistato dall’acqua (e dall’equivalente in acqua del calorimetro) e il calore ceduto dalla sostanza calda.

La formula precedente viene spesso utilizzata per misurare il calore specifico di una sostanza, noto l’equivalente in acqua del calorimetro.

Infatti, se vogliamo misurare il calore specifico di un ciondolo di metallo, che indichiamo con c2, possiamo fare le seguenti operazioni:• misurare la massa del ciondolo, che indichiamo con m2;• immergerlo in acqua bollente in modo che assuma la temperatura di 100 °C;• immergerlo in una massa m1 di acqua alla temperatura T1 = 20 °C; • misurare la temperatura di equilibrio Te.

L’unica incognita nell’equazione dell’equilibrio è il calore specifico del ciondolo.Il procedimento appena descritto può essere utilizzato anche per calcolare l’equi-

valente in acqua del calorimetro, qualora dentro l’acqua venga inserito un oggetto o un altro liquido di calore specifico noto. In tal caso, l’unica incognita è me.

QUESITIUn corpo di capacità termica C1 viene messo a contatto con un altro corpo di capacità termica C2. Il primo aumenta la temperatura di ΔT1, il secondo diminuisce la temperatura di ΔT2. Quale delle seguenti uguaglianze è corretta?

C T C TD D1 1 2 2$ $= -

( )C C T TD D1 2 1 2+ = - +

TC

TC

D D1

1

2

2=-

C T C TD D1 2 2 1$ $= -

Mescoliamo un litro di acqua a 40 °C con un litro di vino a 20 °C. Qual è la temperatura di equilibrio della miscela?

30 °C45 °C60 °CNessuna delle precedenti.

A

B

C

D

A

B

C

D

Figura 3 Calorimetro delle mescolanze.

stratoisolante

termometroagitatore

La fisica di tutti i giorni

L’olio si scalda subito A parità di calore ceduto, l’aumento di tempera-tura del liquido è direttamente proporzionale alla massa di liquido presente nel tegame e dipende anche dal tipo di liquido, cioè dal suo calore specifico.▶ L’olio di oliva ha un calore specifico di /1650 J (kg K)$ . Cedendo la stessa quantità di calore a 1 kg di acqua e di olio, di quanto varia la temperatura nei due casi?

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153Lezione 11.4 Il calore latente

■ I cambiamenti di statoLa materia può trovarsi in tre stati di aggregazione diversi: solido, liquido, gas. Il passaggio da uno stato all’altro si chiama cambiamento di stato. Nella → figura 1 sono schematizzati i cambiamenti di stato che può subire una sostanza:

• fusione (dal solido al liquido) e solidificazione (dal liquido al solido);• evaporazione (dal liquido al gas) e condensazione (dal gas al liquido);• sublimazione (dal solido al gas) e brinamento (dal gas al solido).

Figura 1 Schema dei cambiamenti di stato.

gasliquidosolido

sublimazione

fusione evaporazione

condensazionesolidificazione

brinamento

Durante un qualsiasi cambiamento di stato la temperatura della sostanza non varia. Per esempio, mentre il ghiaccio fonde, la temperatura rimane fissa sul valore 0 °C mentre l’acqua bolle la temperatura rimane a 100 °C.

■ Fusione e solidificazioneLa fusione avviene mediante assorbimento di calore da parte del corpo che cambia stato. Il grafico della → figura 2 rappresenta la variazione della temperatura in fun-zione del tempo. Il corpo solido viene scaldato e la sua temperatura aumenta, finché all’istante t1 raggiunge la temperatura di fusione Tf; a questo punto il solido comincia a fondere. Se al corpo viene fornito ulteriore calore, la fusione prosegue a temperatu-ra costante Tf; tutto il calore che il corpo assorbe viene utilizzato per allontanare gli atomi o le molecole. All’istante t2, quando il corpo è completamente fuso, un ulteriore assorbimento di calore da parte del corpo provoca un aumento di temperatura.

Sperimentalmente si verifica che la quantità di calore necessaria per fondere una massa m di sostanza, che si trova alla temperatura di fusione, dipende dal tipo di sostanza ed è direttamente proporzionale alla massa stessa.

Q = λfámJ

kg

calore (J) massa (kg)

calore latente di fusione

dove λf è una costante caratteristica della sostanza, detta calore latente di fusione. Nel SI il calore latente di fusione si misura in joule al kilogrammo (simbolo J/kg).

Nella →  tabella 1 sono riportati la temperatura di fusione e il calore latente di fusione di alcune sostanze.

ESEMPIO 1 Per fondere un pezzo di ghiaccio di 1,0 kg che si trova alla temperatura di 0 °C (λf = 334 000 J/kg), occorre la seguente quantità di calore:

( ) ( , ) ,Q m 334 10 1 0 3 34 10J/kg kg Jl f3 5$ # # #= = =

1 VIDEOTemperatura e passaggi di stato

Figura 2 Mentre un corpo fonde la temperatura rimane costante.

tempote

mp

era

tura

Tf

t1 t2

solido+

liquido

solido

liquido

Tabella 1 Temperatura di fusione e calore latente (a pressione normale)

Sostanza Tf(°C)

λf

(kJ/kg)

Idrogeno 259- 59

Azoto 210- 26

Ossigeno 219- 14

Alcol etilico 114- 105

Mercurio 39- 12

Ghiaccio 0 334

Piombo 327 25

Argento 961 105

11.4Il calore latente

IDEA-CHIAVE Durante un cambia-mento di stato la temperatura di una sostanza rimane costante; il cambia-mento di stato avviene per sottrazione o cessione di calore.

→ Prime verifiche, pag. L151.→ Problemi, pag. L155.

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154 Unità 11 Calore e temperatura

La solidificazione è il passaggio dal liquido al solido; avviene alla stessa temperatura della fusione; per esempio, il ghiaccio fonde a 0 °C e l’acqua solidifica a 0 °C. Durante la solidificazione, un liquido emette calore.

Il calore latente di solidificazione rappresenta il calore che la massa unitaria di liquido fornisce durante il cambiamento di stato.

Il calore latente di solidificazione è numericamente uguale al calore latente di fusione. Per fondere 1 kg di ghiaccio a 0 °C sono necessari 334 000 J; se 1 kg di acqua a 0 °C solidifica e diventa ghiaccio, fornisce 334 000 J di calore.

■ Evaporazione e condensazioneL’evaporazione, o vaporizzazione, è il passaggio dallo stato liquido allo stato gassoso e avviene mediante assorbimento di calore da parte del liquido che cambia stato. Molti liquidi, compresa l’acqua, evaporano anche a temperatura ambiente; per esempio, i panni stesi dopo un po’ si asciugano. L’evaporazione avviene sulla superficie del li-quido, mentre quando l’acqua bolle, il passaggio dallo stato liquido a quello di vapore interessa tutta la massa del liquido.

Il calore latente di evaporazione è la quantità di calore assorbita da una massa unitaria di liquido, che si trova già alla temperatura di evaporazione, per passare completamente allo stato gassoso.

Il calore necessario per far evaporare una massa m di liquido, che si trova già alla temperatura di ebollizione, è direttamente proporzionale alla massa m:

Q mlv $=

dove λv è il calore latente di evaporazione.Nella → tabella 2 sono riportati la temperatura di ebollizione e il calore di evapo-

razione di alcune sostanze.

ESEMPIO 2 Il calore necessario per far evaporare completamente 1 kg di acqua che si trova a 100 °C vale:

(Q 2250000 J/kg) (1kg) 2,25 10 J6# #= =

Il passaggio inverso dell’evaporazione è la condensazione; essa avviene alla stessa temperatura dell’ebollizione, con cessione di calore. Il vapore acqueo condensa a 100 °C e per ogni kilogrammo che condensa vengono ceduti ,2 25 10 J6# di calore.

■ Calore per far fondere il ghiaccioLa legge della termologia, Q m c TD$ $= , non può essere applicata se nell’intervallo ΔT è compreso un passaggio di stato. Per chiarire questo fatto, supponiamo di avere un blocco di ghiaccio di massa m alla temperatura di −10 °C e di volerlo far fondere completamente. Per farlo passare da −10 °C a 0 °C (temperatura di fusione), gli dobbiamo fornire la quantità di calore:

Q m c TDg1 $ $=

dove cg è il calore specifico del ghiaccio e ΔT = 10 °C.Il calore necessario per farlo fondere, quando già si trova alla temperatura di fu-

sione, è:Q ml f2 $=

Il calore per realizzare l’intero processo è la somma dei due calori:Q m c T mD lg f$ $ $= +

SCHEDA TECNOLOGIAL’innevamento artificiale

L’invenzione della neve artificiale è stata casuale, come tante altre invenzioni.

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QUESITOPer far fondere un solido bisogna fornirgli energia sotto forma di calore. Dove va a finire questa energia?

In aumento della temperatura.In una diminuzione di volume.Viene dispersa nell’ambiente che circonda il solido.Viene spesa per allontanare le molecole del solido.

A

B

C

D

Tabella 2 Temperatura di ebollizione e calore latente di evaporazione (a pressione normale)

Sostanza Te(°C)

λv

(kJ/kg)

Idrogeno 253- 452

Azoto 196- 201

Ossigeno 183- 213

Alcol etilico 78 854

Acqua 100 2250

Piombo 1750 871

Argento 2193 2336

La fisica di tutti i giorni

I tre labrador hanno caldo I cani non hanno ghiandole sudorifere come gli esseri umani. Quando hanno caldo tirano fuori la lingua, lasciano evaporare il sudore e quindi riescono a eliminare il calore in eccesso, regolando così la tempera-tura corporea.▶ Se 10 g di acqua evaporano dalla lingua ogni minuto, quanto calore viene espulso in 1 minuto?

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155Lezione 11.5 La propagazione del calore

■ La conduzione nei solidiIl calore tende spontaneamente a propagarsi sia all’interno di un corpo solido sia all’interno di un fluido. I meccanismi di propagazione sono però diversi.

È sufficiente esporre per qualche minuto la punta di una forchetta di metallo a una fiamma, per scaldarne anche il manico [→ figura 1]. Il calore si è propagato da un’estremità all’altra della forchetta per conduzione.

Questo meccanismo di propagazione del calore, tipico delle sostanze solide, dipen-de dal comportamento degli atomi all’interno delle sostanze. Gli atomi della forchetta a contatto con la fiamma vibrano molto velocemente; le vibrazioni sono trasmesse agli atomi vicini che a loro volta le trasmettono a quelli vicini e così via. Il risultato di questo processo è uno spostamento di energia da una parte del solido a un’altra. Gli atomi vibrano intorno alle loro posizioni di equilibrio, ma non si spostano da una parte all’altra della forchetta; quindi non c’è spostamento di materia.

■ La convezione nei fluidiSe mettiamo una pentola che contiene acqua sul fuoco [→ figura 2a], il suo fondo me-tallico si scalda per conduzione. Le molecole di acqua che si trovano a contatto con il fondo aumentano la loro velocità. Il liquido caldo si dilata, diventa meno denso e, per il principio di Archimede, sale verso l’alto. Nello stesso tempo l’acqua fredda scende e prende il posto di quella calda; il risultato è un insieme di movimenti, detti correnti convettive. Le molecole si mescolano e il calore si propaga dentro il liquido; il fenome-no si chiama convezione. La convezione è tipica anche dei gas: nella → figura 2b l’aria scaldata dal fuoco del camino sale lungo la cappa. Contrariamente alla conduzione, nella convezione c’è sia trasporto di energia termica sia trasporto di materia.

■ La legge della conduzioneLa → figura 3 rappresenta una parete piana di spessore d e area A. Le due facce della parete sono tenute a diversa temperatura, T T1 22 , costanti nel tempo. Per effetto della conduzione, il calore si propaga verso la faccia più fredda. Il matematico e fisico francese Jean-Baptiste-Joseph Fourier (1768-1830) ha trovato sperimentalmente che la quantità di calore che si propaga attraverso una parete piana:

• è direttamente proporzionale all’area A della parete, alla differenza di temperatura ΔT e all’intervallo di tempo Δt;

• è inversamente proporzionale allo spessore d della parete;• dipende dal materiale di cui è fatta la parete.

Le proprietà possono essere riassunte nella legge di Fourier:

Q dk A T tD D$ $ $

=

dove k è un coefficiente che dipende dalla natura della parete; si chiama coefficiente di conducibilità termica. L’unità di misura del coefficiente k è W/(m K)$ . Infatti:

k A T tQ dD D$ $$

= , quindi:

m K sJ m

m K sJ

m KW

2 $ $

$$ $ $

= =

Figura 1 Il calore si propaga fino al manico.

Figura 2a Correnti convettive in un liquido.

correnticonvettive

Figura 2b Correnti convettive in un gas.

aria fredda aria calda

Figura 3 Il calore passa dalla parete più calda a quella più fredda.

20 °C

40 °C

3 VIDEOIl moto browniano e l’energiaModi per trasferire l’energiaEnergia in transito

11.5La propagazione del calore

IDEA-CHIAVE Il calore si propaga da punti a temperatura più alta a punti a temperatura più bassa.

→ Prime verifiche, pag. L152.→ Problemi, pag. L156.

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156 Unità 11 Calore e temperatura

Nella → tabella 1 sono riportati i coefficienti di conducibilità termica di alcuni ma-teriali.

Tabella 1 Conducibilità termica di alcune sostanze in W/(m K)$ a 20 °C

Argento 430 Vetro , ,0 5 0 9'

Rame 390 Legno , ,0 01 4'

Alluminio 235 Sughero , ,0 005 11'

Zinco 116 Cemento , ,0 4 1 7'

Ferro 67 Aria secca 0,025

Acciaio 50 Lana di roccia 0,043

Ghiaccio 2,1 Poliuretano esp. 0,024

Laterizi 0,6

■ Conduttori e isolanti termiciLe sostanze che conducono bene il calore si chiamano conduttori termici; i metalli, per esempio, sono buoni conduttori termici. Le sostanze che conducono male il ca-lore vengono dette isolanti termici (legno, polistirolo, sughero ecc.). Anche l’acqua è un cattivo conduttore di calore. I buoni conduttori termici hanno coefficiente di conducibilità grande, mentre gli isolanti hanno piccoli coefficienti di conducibilità.

Per l’aria (e in genere per i gas) il coefficiente è trascurabile. I gas sono dunque buoni isolanti; essi ritardano la trasmissione del calore. Sono buoni isolanti anche quei corpi che contengono molta aria, come il polistirolo espanso, il legno, le pareti fatte di mattoni forati, le pellicce.

■ LÕirraggiamentoL’irraggiamento è un meccanismo di trasmissione dell’energia diverso sia dalla con-duzione sia dalla convezione, perché avviene anche in assenza di materia. Per esem-pio, l’energia emessa dal Sole sotto forma di radiazioni elettromagnetiche si propaga nello spazio interplanetario prima di giungere sulla Terra.

L’irraggiamento è un fenomeno tipico non solo del Sole, ma di ogni corpo. Infatti, qualunque corpo emette radiazioni elettromagnetiche. I corpi più caldi emettono radiazioni visibili, per esempio la fiamma di una candela; quelli meno caldi emettono radiazioni infrarosse, non visibili.

La potenza irradiata da un corpo caldo, cioè l’energia emessa nell’unità di tempo, è direttamente proporzionale all’area della superficie che emette e alla quarta potenza della temperatura assoluta (legge di Stefan-Boltzmann):

TQ c A Tpotenza irradiata

D4$ $= =

dove c è una costante che dipende dal materiale di cui è costituita la superficie emit-tente.

Quando un corpo viene investito da energia raggiante, questa viene in parte assor-bita, in parte riflessa e, se il corpo è trasparente, viene trasmessa. La quantità assor-bita dipende dalle caratteristiche del corpo che assorbe; per esempio, i corpi ruvidi e scuri assorbono più dei corpi chiari e lisci. Solo la radiazione assorbita produce un riscaldamento del corpo.

QUESITIPerché le caldaie degli impianti di riscaldamento sono, in genere, poste sul piano più basso degli edifici?

Questa disposizione favorisce i moti convettivi dell’acqua di riscalda-mento.È più facile effettuare i rifornimenti.Per favorire la conduzione.Per questioni di sicurezza.

A

B

C

D

SCHEDA TECNOLOGIAIl riscaldamento domestico

Nella figura qui sotto sono indicate le perdite di calore di una casa, in una giornata invernale. …

→ Vai alla scheda completa nell’eBook.

La fisica di tutti i giorni

Conduttori e isolanti termici Mattonella e tappeto sono alla stessa temperatura. La mattonella, però, è un conduttore, sottrae rapidamente calore al piede e questo provoca la sensazione di freddo. Il tappeto è un buon isolante, quindi il calore che riceve dal piede non viene disperso rapidamente, ma tende a scaldare il tappeto e questo provoca la sensazione di minor freddo.▶ La differenza di temperatura che si avverte in inverno è maggiore di quella che si avverte in estate. Perché?