Un'ignota e misteriosa civiltà ipogea

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  • 8/6/2019 Un'ignota e misteriosa civilt ipogea

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    UNIGNOTA E MISTERIOSA CIVILT IPOGEAdi Alessandro Marcon (Prima Parte)

    Unignota e misteriosa civilt ipogea caratterizzata da tecnologia avanzata?In tutto il pianeta si ritrovano leggende che riguardano misteriosi mondi sotterranei e vaste reti di gallerie checollegano paesi anche distanti tra di loro. Ma forse in ogni leggenda c un fondo di realt. con questa idea che ho iniziato una serie di ricerche, effettuate nel territorio italiano e in massima parte inquello dellantica Etruria, che mi hanno portato ad avanzare la seria ipotesi che parecchi siti ipogei,attualmente attribuiti alle civilt del Centro Italia, fossero solamente riutilizzati dagli stessi ma, in effetti,fossero stati realizzati da una civilt molto antica che aveva abitato quella come molte altre zone dItalia e delmondo.

    Un insospettabile mondo sotterraneo si riscontra in molteplici siti archeologici. Si tratta di una realtipogea senza tempo che va ben oltre il suo convenzionale uso catacombale ormai facente parte del

    nostro immaginario collettivo.

    Dapprima la semplice ipotesi di lavoro e in seguito una sempre maggiore certezza sulla base di vari riscontri,mi hanno cos fatto propendere verso la seria possibilit che parecchi siti ipogei, ora riferiti a diverse cultureitaliche (Etruschi, Falisci e Romani), fossero solamente riutilizzati dagli stessi a fini cultuali, sepolcrali o comecave ma, in effetti, fossero stati realizzati da una civilt tecnologica primeva che aveva abitato quella comemolte altre zone della nostra penisola e dellintero pianeta nel periodo indicato tradizionalmente come l"EtdellOro".Lidea che ha stimolato tale tipo di ricerca giunta quale verifica e approfondimento di quanto a suo tempoipotizzato e propugnato dallIng. Marcello Creti fondatore dellomonima Fondazione presso Sutri (VT). Colpresente lavoro si cercato di proseguire ed approfondire la sua idea iniziale cercando di completarla conaltri dati dandogli in tal modo una valenza oggettiva e scientifica.Analizzando attentamente e senza preconcetti i siti che verranno esaminati nel corso del presente lavoro, sinoter come un determinato genere di tipologia di scavo e di uso siano difficilmente attribuibili ai popolistorici che hanno abitato quelle aree. Unipotesi, anche se pu sembrare azzardata, deve essere portata

    avanti se si adatta ad una spiegazione oggettiva degli insiemi esaminati e finch non si scontri conloggettivit dei fatti, anche se non si colloca in quanto ufficialmente acquisito.

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    La teoria di una civilt tecnologica che abbia preceduta la nostra e che abbia gettato le basi della nostra hale sue radici nella tradizione di Atlantide, ma anche su miti e molteplici fonti che narrano di diverse antichecivilt che hanno popolato il globo, in massima parte misconosciute dalla scienza ufficiale.Questa Civilt Ipogea avrebbe preceduto la nostra di diversi millenni e le ricerche effettuate danno adito apensare non solo che un tale tipo di civilizzazione sia realmente esistita sulla Terra, ma anche che essaabbia dato vita, in funzione della memoria della sua tecnologia superiore, al mito degli Dei dellantichit.

    Diverse e peculiari sono le caratteristiche che possono distinguere questo tipo di civilt dalle popolazionistoriche; ed esse fanno soprattutto riferimento alla tipologia costruttiva dei siti ipogei.

    Tali siti si sviluppano anche per parecchi chilometri nel sottosuolo di molte parti del pianeta, andando aformare vaste e spesso intricate reti di gallerie e cunicoli, intervallati da ampie stanze e saloni sotterranei.Molti riconosceranno in questa descrizione quella rete di gallerie che oggi nota con il nome di catacombema la cui origine, effettivamente, risale a molti millenni prima e che sono state solo "riusate" dai popoli storicie quindi a loro erroneamente attribuite. Fra queste anche la rete di gallerie nei monti dellAfghanistan,attualmente resa famosa dalla cronaca, in cui si sarebbero rifugiati i Talebani sostenitori di Osama Bin Ladenincalzati dagli americani e i loro alleati, anche queste erroneamente attribuite ad unepoca relativamentemoderna ma in effetti molto pi antiche e solo in seguito riutilizzate e riadattate ai loro scopi.

    LE PROVE ARCHEOLOGICHE

    La prova di ci si pu trovare nel tipo di lavorazione di tali siti che non compatitile con la tecnologia nota inuso alle popolazioni storiche cui sono attribuiti. In tali ipogei si possono riscontrare infatti delle lavorazionicaratteristiche che sono loro peculiari. Passiamole dunque specificamente in rassegna.

    - Le nicchie, presenti numerose in questi siti, hanno forme e dimensioni diverse, anche se per la gran partesi presentano di forma semicircolare. Questo un tipo di scavo che, secondo larcheologia ufficiale, caratteristico dei siti catacombali ed un arco semicircolare, vario per dimensioni, chiamato "arcosolio".Lorigine di tale tipo di nicchia viene normalmente datata al II o III secolo d.C. e la sua utilizzazione qualeparticolare sepoltura tipica dei siti cristiani. Questa attribuzione, come erroneamente spesso avviene, statadata in base ai reperti in esse trovati, che quindi fanno coincidere la data di utilizzo con quella direalizzazione, non considerando il fatto che lutilizzazione pu invece essere anche successiva allarealizzazione. Non si spiega altrimenti la presenza di fatture del tutto simili in aree attribuite alla civiltetrusca in epoche risalenti anche a mille anni prima. Ma si trovano anche in altre parti del mondo, in sitisotterranei con caratteristiche identiche, e sempre erroneamente attribuite alle popolazioni stanziali dellazona.

    Una struttura del tipo ad "arcosolio" di epoca peraltro etrusca.

    - I passanti costituiscono laltra peculiarit. Costituiti da "colonnine" ricavate nella parete, sono spessocollegati a delle nicchie.

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    Passanti costituiti da colonnine ricavate nelle pareti e collegati a nicchie.

    Unovvia deduzione porta ad ipotizzare che tali manufatti siano tra loro collegati.Entro il passante doveva passare naturalmente qualcosa di flessibile collegato alla nicchia che, a questopunto, doveva servire come alloggiamento di un qualche cosa di servizio. A volte se ne possono trovaresulle pareti, accanto a tracce di scavo regolari e di andamento circolare. Questo "qualcosa di flessibile"nellantichit conosciuta poteva essere solo una corda o qualcosa di simile; ma perch far passare unacorda dentro un passante del genere? Alcuni archeologi hanno ipotizzato che servissero per legare glianimali ma, analizzando meglio la questione, tale teoria non ha in realt alcun senso, principalmente per duemotivi.

    Non avrebbe infatti senso fare un passante (difficoltoso da realizzare) di tufo per legare un animale chelavrebbe facilmente spezzato vista la sua fragilit, mentre un paletto a terra avrebbe pi facilmente,ovviamente e stabilmente assolto a tale funzione.Altro controsenso che troviamo questi passanti anche a diversi metri di altezza e non ha altrettanto sensolegare ipotetici animali ad una simile altezza.

    - Caratteristica la presenza di pozzi di accesso a gallerie e camere sotterranee, tutti eguali per fattura edimensione e presenti in diverse zone attribuite a popolazioni ed epoche diverse. Il tipo di lavorazione,identico per tutti e del tutto differente da quello che pu essere eseguito con strumenti manuali, faseriamente propendere per un tipo di lavorazione eseguita con mezzi meccanici o comunque tecnologici, deltipo di quelli che oggi vengono usati per scavare trafori e gallerie. Troviamo cos, ad esempio, le stessetipologie di scavo a Cerveteri, Ponza e Malta. Tutti, sebbene propri di aree culturali di epoche differenti,comunque simili tra loro e con una tipologia di scavo stranamente somigliante a quello eseguito tramite fresa

    meccanica.Le ricerche effettuate hanno fatto propendere che tale civilt fosse di un tipo del tutto diverso da quanto danoi oggi conosciuto, sia dal punto di vista fisico che tecnologico. Al di l della tradizione mitologica eprotostorica, numerose ricerche fatte nel territorio danno comunque adito a pensare che un tale tipo dicivilizzazione sia realmente esistita sulla Terra.

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    Tipico pozzo di accesso a gallerie o camere sotterranee.

    Tracce di graffiature che ricordano una tipologia di scavo artificiale e moderna.

    LE PROVE TECNOLOGICHE

    In tutto il territorio troviamo in effetti la presenza di gallerie e cunicoli le cui pareti sono caratterizzate da un

    tipo di lavorazione, regolare e costante, ben diversa da quella che si pu normalmente eseguire con picconeo scalpello, che danno origine ad un tipo di scavo del tutto diverso.

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    Cunicoli ogivali frutto di una lavorazione regolare e costante.

    Gallerie semicircolari frutto di una lavorazione a scalpello.

    Infatti ogni tipo di strumento lascia la sua impronta caratteristica nel materiale lavorato, quasi una sorta disua "impronta digitale". La regolarit costante della sezione sempre omogenea e le particolarit dellalavorazione somigliano invece stranamente alle tracce che vengono oggi lasciate dalle fresatrici meccanicheper lo scavo delle gallerie, ma qui ci troviamo in siti che vengono ufficialmente datati ad epoca etrusca o

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    tuttal pi romana, e notoriamente queste popolazioni usavano solo piccone e scalpello, per cui non sispiegherebbe allora chi, quando e come avrebbe eseguito un tale tipo di scavo.Una delle basi di riferimento dellarcheologia moderna che una popolazione ed unepoca storica possonoessere classificati e datati a seguito della tecnologia e del tipo di manufatti ritrovati. Seguendo questo criterio singolare voler attribuire il medesimo tipo di lavorazione a civilt ed epoche diverse.La peculiarit di tali gallerie e cunicoli che presentano una sezione, per la maggior parte ogivale o

    semicircolare, con un tipo di lavorazione delle pareti a "graffiatura". Tale lavorazione si presenta sempreomogenea e costante per tutto il percorso dei cunicoli.

    Gallerie frutto di una lavorazione grezza.

    Larcheologia ufficiale attribuisce tale tipo di lavorazione a destinazioni diverse che possono essere: cava ditufo, fini sepolcrali o grotte scavate per ricoverarvi bestiame o attrezzi. Tali scavi sarebbero, secondo laversione ufficiale, stati eseguiti con piccone e rifiniti egualmente con piccone o scalpello e mazzuola.La risposta dellarcheologia ufficiale a tale tipo di traccia infatti che esse sia dovuta alla rifinitura delle paretie della volta. Naturalmente non si capisce che senso avrebbe rifinire, ad esempio, le pareti di una cava ditufo, che sarebbero state dopo poco riusate per asportare il materiale.Nel continuare a considerare lipotesi della cava, non avrebbe neanche senso mantenere una costante e benprecisa sezione ogivale in quanto, a parte linutilit di una tale precisione, la sezione quadrata quella checonsente comunque un maggior asporto di materiale, e quindi la sezione ottimale di scavo (la stessa sezionedi scavo che troviamo nelle moderne miniere).Altro dato da considerare che per le gallerie minori (60 cm. di larghezza) sarebbe impossibile lavorareortogonalmente allasse a causa della mancanza dello spazio necessario per eseguire il lavoro.Le tracce di scavo dovute al piccone le troviamo a Roma (ad esempio nelle catacombe "ad Decimum" e indiversi siti catacombali come quelli di Naro in Sicilia, ove chiara limprecisione dello scavo a seguitodellattrezzo usato.Il tipo di lavorazione regolare che stiamo considerando, che si pu oggettivamente riscontrare uguale pertutti i siti considerati, viene attribuito a destinazioni, epoche e civilt diverse. Il che risulta del tutto anomalo.Abbiamo gi ricordato che una delle basi di riferimento dellarcheologia moderna che una popolazione edunepoca storica possano essere classificati e datati a seguito della tecnologia e del tipo di manufatti ritrovati.Seguendo questo criterio "a senso unico" risulta peraltro singolare il voler attribuire lo stesso tipo dilavorazione a civilt ed epoche diverse. Una lavorazione, quella considerata, che risulta invece stranamentemolto simile a quella eseguita in tempi moderni, per lo scavo di gallerie, tramite fresatrici meccaniche.

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    Tracce di scavo dovute al piccone tipiche delle catacombe come quelle "ad Decimum", a Roma.

    Tracce di scavo dovute al piccone tipiche delle catacombe come quelle di Naro, in Sicilia.

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    strumenti manuali. Infatti ogni tipo di strumento lascia la sua impronta caratteristica nel materiale lavorato,quasi una sorta di "impronta digitale" sua propria. La regolarit dello scavo, la costante precisione dellasezione ed il senso proprio delle "graffiature" (ortogonali allasse) sono chiare tracce di un intervento di tipotecnologico, tant che troviamo tracce identiche nella lavorazione moderna eseguita con fresatricemeccanica. Alcune tesi "ufficiali" affermano peraltro che tali tracce sarebbero dovute ad una improbabile"rifinitura" dello scavo.

    A queste tesi si possono nondimeno opporre delle evidenti contro deduzioni. Infatti nelleseguire lo scavo diuna galleria con il piccone si segue ovviamente il senso longitudinale, attaccando la pareteperpendicolarmente, e a causa di ci i segni lasciati da piccone sarebbero di conseguenza longitudinaliallasse della galleria, mentre fin troppo spesso siamo in presenza di tracce "ortogonali". La rispostadellarcheologia ufficiale che tali tracce (ortogonali) debbano essere dovute alla rifinitura delle pareti e dellavolta. Mentre non si capisce che senso avrebbe rifinire in tal modo le pareti di una cava di tufo (chesarebbero state dopo poco riusate per asportare il materiale), ben diverso invece il tipo di traccia che sitrova nei cunicoli scavati nel tufo in epoca romana. Cos pure quando, nel caso di rifinitura della parete, sipossono notare chiaramente le tracce lasciate dalluso di finitura del piccone costituite da piccole tracce "nonparallele" tra loro.Nel continuare a considerare lipotesi della cava, non avrebbe neanche senso mantenere una costante e benprecisa sezione ogivale in quanto, a parte linutilit di una tale precisione, come abbiamo detto in ogni casola sezione quadrata quella che consente comunque un maggior asporto di materiale, e quindi la sezione

    ottimale di scavo (la stessa sezione di scavo che troviamo nelle moderne miniere).Tale sezione e tipologia di scavo verificabile nella "Cloaca maxima" a Roma, dove si vedono chiaramentele tipiche tracce del piccone sulla volta.Altro dato da ribadire che per le gallerie minori (60 cm. di larghezza) sarebbe impossibile lavorareortogonalmente allasse a causa della mancanza di spazio per eseguire lopera.Inoltre i Romani, ottimi architetti, non sono per certo indicati come costruttori di gallerie (Cfr. ANSA:Notiziario dei Beni Culturali del 22 giugno 2000) e dunque come attribuire loro i centinaia di chilometri discavi pur presenti nel loro territorio?Larcheologia ufficiale comunemente tende a risolvere il problema attribuendo la costruzione di tali gallerie ecunicoli agli scomparsi Etruschi, che avrebbero realizzato tali scavi allo scopo di rifugiarvisi durante leguerre. A parte le considerazioni fatte precedentemente per il tipo di lavorazione, non avrebbe alcun sensocostruire per difesa piccole gallerie facilmente accessibili ove i fuggiaschi si sarebbero ben presto trovatiintrappolati in caso di assedio facendo la fine del topo e cos pure non avrebbe certo alcun senso scavare un

    rifugio con quella precisione e regolarit di scavo e sezione.In conclusione, tutte le prove e considerazioni considerate portano logicamente ad escludere un tipo dilavorazione manuale eseguita da popolazioni storiche, mentre si affaccia prepotentemente unipotesi di tipotecnologico avanzato e riferibile una ignota civilt scomparsa durante lultima Era Glaciale. quanto andremo ad approfondire nella seconda parte dell'articolo.

    CIVILT IPOGEA ESTRANEA ALLA REALT UMANAdi Alessandro Marcon (Seconda Parte)

    Cercheremo, per quanto possibile, di accertare o perlomeno ipotizzare quale tipo civiltabbia prodotto questi siti e quanto tempo fa.

    Nella precedente parte di questo studio stata tracciata lipotesi che diversi siti, ora attribuiti acivilt storiche, siano invece stati realizzati in precedenza da una cultura primeva molto evoluta e da questesolo riutilizzate in seguito. N una tale prospettiva dovrebbe essere considerata concettualmenteinsostenibile.

    Molti monumenti medioevali e rinascimentali (al pari delledilizia convenzionale) non sono forse stati soventerealizzati "saccheggiando" quanto restava dellimponente architettura romana di tutto lImpero?

    LA LAVORAZIONE

    Andando ad esaminare pi particolareggiatamente la questione della lavorazione ci troviamo ad esempio,come nel caso della necropoli della Banditaccia a Cerveteri, di fronte alla presenza del pozzo provvisto dipedarole, quindi originariamente ispezionabile o comunque percorribile, ma per arrivare dove? ( stato

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    eseguito un sondaggio del pozzo ma ci si fermati a 37 metri di profondit, dopodich si preferitorinunciare, andando quindi a rinterrare quanto fino ad allora scavato). Sicuramente non di servizio alletombe, in quanto non vi accede e prosegue invece molto pi in profondit, dando sicuramente laccesso adambienti ipogei tuttora inesplorati. Daltronde stato appurato che non era neanche un pozzo per lacqua.Pozzi del genere, con la stessa tipologia, sono presenti in quasi tutto il pianeta ed alcuni - ad esempio inCappadocia - sono profondi anche parecchie decine di metri. Ora, lo scavo di tali strutture con strumenti

    manuali di epoca storica non risulterebbe possibile per vari motivi.Innanzitutto bisogna considerare la tipologia dello scavo che si presenta come una graffiatura regolare chescende elicoidalmente in senso orario. In pratica basterebbe questa considerazione per escludere unintervento manuale con luso del piccone. Il senso destrorso della graffiatura potrebbe essere stato eseguitosolo da un operaio mancino e non penso sia accettabile e ragionevole pensare che tale pozzo per tutta lasua profondit, al pari di altri pozzi simili, siano stati eseguiti esclusivamente da maestranze caratterizzatedalla presenza di operai mancini!"Stranamente" ci risulta invece del tutto simile alla tipologia di scavo che riscontriamo con luso di trivellatricimeccaniche.La stessa ampiezza del pozzo, circa 60 cm., avrebbe consentito ad un solo scavatore di eseguire lopera,ma per scavare un pozzo sono assolutamente necessarie due cose: aria e luce.Quando si arriva ad una certa profondit, gi dopo 4 o 5 metri, manca la luce necessaria per lo scavo, luceche si poteva ottenere solo con lausilio di torce le quali per, a causa del ridotto spazio disponibile,

    avrebbero solo contribuito a bruciare il poco ossigeno disponibile portando lo scavatore ad una rapida morteper asfissia. Non si sono inoltre trovate tracce di supporti per torce n tracce di bruciature sulle pareti, per cuiil loro uso - oltre che non accettabile sul piano logico - non neanche dimostrabile sul piano pratico.Una traccia molto particolare, che sembra confermare luso di una qualche apparecchiatura meccanica, latroviamo poi sulla parete di una tomba della stessa necropoli, in genere assai poco considerata.Il chiaro andamento circolare di tale traccia e la regolarit dei solchi escludono nel modo pi assolutolutilizzo del piccone o dello scalpello. Si tratta invece di una traccia assolutamente assimilabile a quellelasciate da una macchina provvista di punta rotante, esattamente lo stesso tipo di segno che producono lemoderne fresatrici.Solo che il sito in questione risale, ufficialmente, tra lVIII ed il VI sec. a.C.!

    Necropoli della Banditaccia a Cerveteri: tomba con tracce con andamento circolare regolare diapparente natura meccanica.

    LA DATAZIONE

    In effetti ci troviamo spesso di fronte a gallerie e cunicoli che insolitamente non portano da nessuna parteovvero che si perdono nel vuoto.Ma a che serve una galleria? Normalmente si costruisce una galleria per collegamento o per servizio, maquelle considerate non erano sicuramente di adduzione e neanche di collegamento, almeno attualmente.

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    Gallerie simili avrebbero senso solo se fossimo in presenza di altri ambienti, ora scomparsi a causadellerosione e della ristrutturazione del sito da parte degli Etruschi.Facendo riferimento a questultima ipotesi significativo il cunicolo, che possiamo notare allinizio sulladestra del percorso della Via degli Inferi alla Banditaccia, il quale risulta chiaramente scoperto dalla paretetagliata al fine di ricavare le tombe rupestri, e che quindi senzaltro antecedente.

    Necropoli della Banditaccia a Cerveteri: cunicolo scoperto dalla parete tagliata per ricavare tomberupestri nel percorso della Via degli Inferi.

    Altre gallerie altrettanto anomale sono presenti nel territorio. Una quanto mai esemplificativa pu esserequella che si affaccia nel vuoto lungo la parete di fronte ad Orte e facente parte di una piccola chiesarupestre.

    Tale galleria non avrebbe alcuna ragione di esistere volendola allacciare ad epoche e vicende storicamentenote. Non adduttrice idrica n ha senso come collegamento di eventuali ambienti interni - non risulta siastata esplorata - con qualche altra zona, visto che si affaccia sul vuoto. Lunica possibilit di darsi ragione ditale cunicolo consiste nellipotizzare che facesse parte di un antico collegamento ad ambienti che peradesso non esistono pi, ma che probabilmente erano presenti nellarea ora occupata dal vallone.

    Comincia cos ad affacciarsi unipotesi di valutazione per la sua antichit. Se tale cunicolo era anticamentesotterraneo, come tanti altri identici per tipologia e che attualmente lo sono, lo era quando la vallata ancoranon esisteva e quindi era occupata dal terreno che oggi risulta dilavato dai millenni di erosione e di cedimentiche hanno portato alla morfologia attuale della zona.

    Tale genesi geologica del territorio ha cominciato ad attuarsi quando, circa 50.000 anni fa, hanno smesso dieruttare i vulcani le cui eruzioni hanno caratterizzato la base sulla quale si poi andata a costruire lamorfologia tipica delle regioni dellItalia centrale. infatti da allora che cominciata lorogenesi del territorio.Siccome attualmente il cunicolo considerato si trova ad una cinquantina di metri dal fondo del vallonebisogna chiedersi: quanto ci hanno messo lerosione e il dilavamento naturali a scavare il territorio tanto dascoprire in tal modo il cunicolo?Una valutazione sommaria potrebbe farlo risalire fra i 25.000 ed i 35.000 anni fa.

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    Galleria anomala che si affaccia nel vuoto lungo la parete rocciosa di fronte ad Orte.

    Una conferma a quanto sopra affermato pu venire dallanalisi di un sito molto particolare nei pressi diBomarzo. Qui troviamo una serie di grotte artificiali, ora aperte verso il vuoto della vallata sottostante.Tali "grotte" sono molto simili a quelle normalmente attribuite agli Etruschi per fini sepolcrali ma hanno dellecaratteristiche del tutto peculiari.

    Possiamo notare innanzitutto la caratteristica che abbiamo gi osservato a Civita Castellana: tali cavitartificiali sono aperte verso il vallone sottostante e, ipotesi ovvia, che si siano scoperte a seguito di erosionie smottamenti del terreno. Al che la domanda la stessa: quanto tempo fa? Tornano anche qui ad emergereprepotentemente ipotesi preistoriche.

    Inspiegabili grotte artificiali ora aperte verso il vuoto della vallata sottostante presso Bomarzo.

    LA DESTINAZIONE

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    Una particolare tipologia data dal fatto che troviamo allinterno dei "letti" circolari e un letto circolare nonpu avere alcuna funzione sepolcrale. Serviva comunque sicuramente per alloggiare "qualcosa" difunzionale al luogo.

    Notiamo inoltre che la stessa lavorazione del sito del tutto anomala, presentando anche una sezione

    semicircolare, mentre gli Etruschi costruivano e scavavano in opera quadrata, per cui leventuale attribuzionedi opere simili al popolo etrusco sarebbe completamente da rivedere.

    Una anomala sezione semicircolare caratterizzata da un "passante" di epoca etrusca.

    Peculiarit di questo sito la presenza di numerose "nicchie" dette colombari. Tali strutture sono moltocomuni in parecchi ipogei in molte zone del mondo, e ad esse vengono date ogni volta destinazione,attribuzione e datazione diverse.

    La loro utilizzazione, oltre a quella medievale di ricovero per colombi, "ufficialmente" quella di contenitori diurne cinerarie, quindi riferita a siti sepolcrali. In questo sito non sono per mai state trovate tracce disepolture per cui da rivedere la loro destinazione, lasciando quindi aperta lipotesi che anche le altremigliaia di colombari presenti in tutto il territorio e altrove siano solo stati riutilizzati e quindi erroneamenteattribuiti. Senzaltro particolare la presenza di una nicchia a quarto di sfera la cui funzione a fini sepolcrali del tutto opinabile.

    In particolare la foto presentata pu evidenziare come i "colombari" abbiano forme diverse. Evidentemente e

    logicamente la forma di un contenitore data in funzione di ci che deve contenere e, nei casi considerati, i"contenitori" finora considerati non possono ospitare n sarcofagi n alcun altro oggetto cultuale conosciuto.

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    Nicchie dette "colombari".

    Nicchie a quarto di sfera la cui funzione sepolcrale quanto mai opinabile. Questa presenza pone ilproblema della prima e reale destinazione di tali strutture.

    UN'IMPORTANTE CONSIDERAZIONE

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    Il sito del tutto simile, praticamente la copia, di un altro sito archeologico presso Vitozza, nel Grossetano.Questultimo, dapprima attribuito ad epoca etrusca, stato ridatato, a seguito di ritrovamenti fittili eneolitici, adiverse migliaia di anni prima evidenziando quindi lerroneit della metodologia di attribuzione, di cuiabbiamo parlato allinizio. Non infatti possibile che due siti del tutto simili tra loro vengano attribuiti a popolied epoche diverse; ci costituirebbe solo la prova inconfutabile, mai ammessa, che sono molto pi antichi e

    riutilizzati da civilt storiche ed erroneamente ad esse attribuiti. Volendo avanzare unipotesi conclusiva,trattandosi di siti scavati con ogni probabilit con mezzi tecnologici avanzati, tale tipologia serviva allora adospitare con ogni probabilit qualcosa di collegato ad un sito tecnologico; e quindi, per quanto eretico possaapparire, delle "macchine"! Questa ipotesi giustificherebbe anche la presenza dei "passanti" che, a questopunto, si potrebbero ipotizzare in rapporto ad un "qualcosa di flessibile" che, debitamente collegato allenicchie, potrebbe identificarsi, per incredibile che possa sembrare, con una rete di "cavi di alimentazione"!

    L'ATTRIBUZIONE

    Larcheologia ufficiale, non ammettendo la possibilit che altre civilt attualmente sconosciute abbianopreceduto i popoli storici, data questi siti in epoche conosciute relativamente recenti e comunque sempredopo la fine dellultima glaciazione. La metodologia di attribuzione e, quindi indirettamente, anche didatazione, si basa sul reperimento di manufatti databili storicamente e, conseguentemente, colloca tali sitiarcheologici nello stesso periodo e riferendoli alla stessa popolazione. Bisogna per considerare il fatto che sempre stato uso comune, da parte dei popoli che hanno riabitato siti precedenti, il recuperare quantoanteriormente lasciato da chi li ha preceduti, seppur riadattandolo alle loro necessit, ed proprio per questoche tale metodologia pu presentare incongruenze e inesattezze.

    Il fatto che si trovino dei manufatti allinterno di un qualsiasi sito, conoscendo la loro epoca di appartenenza,non vuole necessariamente dire che chi ha lasciato quei reperti abbia costruito il sito stesso. Al contrario,pu benissimo averlo riusato e riadattato alle proprie esigenze, proprio come facciamo noi attualmente conedifici antichi. Se tra qualche migliaio di anni gli archeologi del futuro trovassero in un palazzo del 200 traccedi una abitazione del XXI secolo, seguendo il medesimo criterio, dovrebbe attribuire la costruzionedelledificio al "Mario Rossi" del XXI secolo. Una metodologia pi corretta sarebbe invece il paragonare latipologia costruttiva ed architettonica con quella delle popolazioni stanziali dellepoca. Se ad esempiotroviamo un "opus reticulatum" in qualsiasi zona dellarea mediterranea, possiamo dire con quasi assolutacertezza che unopera romana, infatti ogni epoca e ogni popolo sono caratterizzati da una propria epeculiare produzione artistica ed architettonica. Nellanalisi di questi siti ci troviamo invece di fronteallevidenza di una riutilizzazione da parte delle popolazioni storiche, e questo perch, mentre troviamo lastessa tipologia di scavo con le stesse strutture di supporto in tutto il mondo, i medesimi siti vengono attribuitiad epoche, culture e popolazioni diverse, in base ad un metodo di attribuzione che va contro quanto soprasostenuto.

    Una prova evidente di ci si ha, come gi detto, nel confronto tra due siti uguali, uno nei pressi di Bomarzo(VT) e laltro a Vitozza (GR) dove, mentre il primo attribuito agli Etruschi il secondo, assolutamenteidentico, invece datato al Neolitico. UNORIGINE ESTRANEA PER GLI "IPOGEI"? Questa breve disaminapu dare supporto alla concreta ipotesi secondo cui molte prove e considerazioni logiche sembrano in effettiportare ad escludere nello specifico un tipo di lavorazione manuale eseguita da popolazioni storiche, mentreviceversa si affaccia prepotentemente uno scenario di tipo tecnologico avanzato, riferibile ad una civilt

    scomparsa durante lultima Era Glaciale.Anche se non sono stati trovati resti umani o umanoidi che possano aiutarci con maggiore certezza a capirequale tipo di popolazione abbia costruito tali gallerie, possiamo farcene ugualmente unidea esaminando leparti "percorribili" di tali siti, in quanto ogni popolo edifica adattando le costruzioni alle sue caratteristichefisiche.

    Le parti percorribili che invito ad esaminare sono in particolare i passaggi costituiti da stretti cunicoli diaccesso e percorrimento fruibili con non poche difficolt da noi uomini doggi come pure dalle popolazionistoriche note che ci hanno preceduti, in quanto le loro esigue dimensioni, 1,20 mt. Di altezza per 50-60 cm.di larghezza, non consentono evidentemente un passaggio agevole e anzi, a volte, lo impediscono quasitotalmente. In pratica per fruire agevolmente di tali passaggi bisognerebbe avere avuto, necessariamente elogicamente, una taglia ben inferiore a quella della sezione dei passaggi stessi, e dunque, apparentemente,

    un tipo di corporatura che non appartiene ad alcuna specie nota che abbia vissuto sulla Terra e di cui sisiano trovati i resti ma che appare stranamente simile alla fisiologia dei pigmei, la cui presenza, peraltro, nonpu certamente essere invocata a nessun titolo alle nostre latitudini, fosse anche in un passato dimenticato.Ovvero - per quanto ci possa suonare fantastico - anche alla tipologia descrittiva delle entit umanoidi di

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    presunta origine extraterrestre protagoniste di tanti casi ufologici di "incontri ravvicinati" registrati nellultimomezzo secolo come anche in precedenza.

    Si pu quindi avanzare lipotesi che potrebbero essere queste le prove che una qualche specie aliena abbiavissuto sul nostro pianeta in un lontano passato magari stabilendovi delle basi di appoggio autosufficientiche, se allocate nel sottosuolo, avrebbero garantito la migliore sicurezza di fronte ad indesiderati rapporti con

    la inferiore popolazione autoctona?Ricordiamo in ogni caso lantico mito di Tages, listruttore "celeste" emerso dal sottosuolo italico pertrasmettere i rudimenti della civilt agli antenati degli Etruschi. Curiosamente, esso viene propriotradizionalmente indicato come una entit minuta, esile e di bassa statura, caratterizzato dalla apparenzafisica e dalla corporatura di un bambino ma anche dalle conoscenze, dalla saggezza e dai tratti propri di unanziano. A quale razza apparteneva e da dove veniva questa figura "divina" di apportatore di cultura e civiltsuperiori ai nostri antenati protostorici?

    E che dire anche delle tante tradizioni sul cosiddetto "piccolo popolo", popolarmente associato in epocamedioevale e rinascimentale ai miti senza tempo sugli elfi e gli gnomi, ma la cui genesi, comune a tantipopoli, potrebbe nascondere una antica realt ben pi inquietante?

    L'ESTINZIONECosa potrebbe aver portato allestinzione di questa, per ora ipotetica civilt e perch non vi sono tracceconcrete della sua presenza?Non abbiamo effettivamente notizie di una catastrofe tanto antica, a parte quella che tradizionalmenteavrebbe distrutto lAtlantide tra l8.000 ed il 10.000 a causa di un possibile impatto cometario o asteroidale,da giustificare lestinzione di una razza tanto avanzata.Una interessante scoperta, le cui implicazioni potrebbero fare nuova luce su quanto ipotizzato, peraltroquella riferita nel n. 35 della rivista NEXUS (del Novembre-Dicembre 2001) dal titolo: "Allarme per il pericolodi una superonda galattica".Secondo i risultati di questa ricerca stata scoperta un onda galattica di superenergia che sta viaggiandoverso il Sistema Solare.Sembra che questa "onda di energia" abbia gi causato i suoi effetti intorno al 13-14.000 a.C. quando,secondo le tesi ufficiali, lumanit era ancora in piena et della pietra. Gli effetti di tale onda energetica siripercuoterebbero sui campi magnetici ed energetici della Terra, alterandoli in modo tale da generaresconvolgimenti climatici di grande portata a livello mondiale, il che avrebbe gi portato, in passato, ad unagrande estinzione di massa.Abbiamo parlato di "alterazione di campi energetici e magnetici" e questo comporta anche una forteinterferenza con apparati energetici che con ogni probabilit, se sovraccaricati, esploderebbero andando intilt. Ci causerebbe la fine pressoch immediata di ogni tecnologia avanzata che basi il suo sostentamentosu fonti di energia e questo fatto, gi di per s gravissimo, associato ad una catastrofe globale non potrebbenon innescare la rapida fine di ogni civilt tecnologica.Andando a trarne le conclusioni, se questa antica civilt, come dimostrato dalla tipologia delle opere, era diun tipo tecnologico avanzato, avrebbe potuto subire limpatto con questa "superonda galattica" e unirreversibile declino. Una stirpe "celeste" considerata "divina" dai nostri antenati dell"Et dellOro" per laltolivello tecnologico e culturale che avrebbe in breve dovuto affrontare lisolamento e la graduale estinzione,lasciandosi dietro solo gli ambienti originariamente utilizzati come sede di installazioni o basi di appoggio in

    un mondo non loro, successivamente "ereditati" dai nostri antenati.

    UNA TECNOLOGIA "ALTRA" NEI MITI CLASSICI

    Installati sullOlimpo ovvero nel sottosuolo, i Celesti - le varie divinit civilizzatrici pre-diluviane che pi volte econ tratti comuni riscontriamo nelle diverse culture e mitologie dellumanit - erano invariabilmentecaratterizzati da un livello di civilt e tecnologia di gran lunga superiori rispetto a quelle dellumanitpremeva, come si potrebbe arguire - osserva Felice Vinci - dalla singolarissima descrizione, fornitacidallILIADE omerica, della fucina "automatizzata" del dio Efesto o Vulcano, dimorante di norma nelsottosuolo:

    "torn verso i mantici:al fuoco li rivolt, li invit a lavorare:e i mantici, tutti e venti, soffiarono sulle fornaci,mandando fuori soffi gagliardi e variatia volte buoni a servirlo con fretta, a volte il contrario,come Efesto voleva e procedeva il lavoro..."

  • 8/6/2019 Un'ignota e misteriosa civilt ipogea

    17/17

    (XVIII, 468-473)

    nonch dagli stessi manufatti che il dio fabbro aveva in lavorazione:

    "venti tripodi in una volta faceva,da collocare intorno alle pareti della sala ben costruita;ruote doro poneva sotto ciascun piedistallo,perch da soli entrassero nellassemblea divina,poi tornassero a casa, meraviglia a vedersi"(XVIII, 373-377)

    Ancor pi sbalorditiva la descrizione dei robot che operavano nel laboratorio del dio:

    "due ancelledoro, simili a fanciulle vive:avevano mente nel petto e avevano vocee forza"(XVIII, 417-420)

    Veri e propri "androidi" ante litteram. Terrestri o alieni?