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Biogas in aree alpine: Post-trattamento
Gestione sostenibile del digestato: panoramica sulle tecniche di trattamento – Klima Energy 27.03.2015
Post-trattamento – Il perché
Generale
In base alla matrice scelta…
Tipologia Variabili
Biomassa
Effluenti zootecnci
Scelta delle matrici organiche da usare nel processo di digestione
anaerobica (mono o co-substrati)
Biomasse da colture dedicate
Fanghi di depurazione Frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) Residui agricoli Residui agro-industriali e della produzione alimentare
Dipende da:
Scelta di dare priorità a effluenti o residui aziendali
Fattori che influiscono sulle scelte, basate su
specifiche e strategiche logiche gestionali
Possibilità di trovare biomasse dedicate Abilità nel trovare substrati adatti a basso prezzo Trasporto e gestione delle matrici organiche utilizzate Produttività in termini di biogas prodotto
Impianto biogas a RIFIUTI Digestato = Rifiuto speciale = Costo per recupero/smaltimento • Importante ridurre frazione da smaltire • Possibilitá di scarico in acque superficiali o in
fognatura
Impianto biogas AGRICOLO
Digestato = Fertilizzante
• Molte regioni hanno un surplus d‘azoto/scarsità di SAU – DIRETTIVA NITRATI
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Post-trattamento – Il perché
Generale
…problematiche da affrontare
Obiettivo: proteggere la qualità delle acque superficiali e sotterranee in Europa, prevenendo inquinamento da nitrati di origine agricola e promuovendo l’uso di buone pratiche agricole
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Direttiva Nitrati (91/676/CE)
Generale
Recepimento Italia: • D.lgs. 152/1999 • D.M. 7 aprile 2006 • D.M. 19 aprile 1999 Limite annuo massimo di spargimento dei reflui degli allevamenti e di quelli provenienti dalle piccole aziende agroalimentari, fino a: - 170 kg (N)/ha in ZVN (deroga 250 kg) - 340 kg (N)/ha in OZ Regolamentazione dell’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici e dei reflui aziendali
Obblighi derivanti dalla direttiva • Monitoraggio delle acque • Designazione di Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN) di
origine agricola • Predisposizione ed attuazione di Programmi d’azione
nelle Zone Vulnerabili
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Direttiva Nitrati (91/676/CE)
Generale
Europa ed Italia
Fonte: European Commission, Joint Research Centre Base Maps
ZVN = 45% del territorio UE-27
Danimarca, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta,
Olanda, Austria, Slovenia e Finlandia = 100% ZVN
Fonte: DG Environment - dati 2012
Direttiva Nitrati (91/6767CE)
Generale
ZVN e surplus di azoto
ZVN = 12,9% del
territorio nazionale
Piemonte, Lombardia, Emilia
Romagna e Veneto = 66,6%
ZVN italiana e 50% area di
pianura bacino Po
Fonte: DG Environment - dati 2012
Fonte: CRPA, 2012
Generale
Ottimizzare il ciclo dei nutrienti
Impianto biogas
Spandimento
Coltivazione biomasse
Alimentazione
Refluo zootecnico
Ciclo chiuso - esempio • Allevamento con 1.000 UBA
• Produzione liquame: 23.700 t/a
• N prodotto: 61.700 kg/a
• SAU necc. in ZVN: 363 ha
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Post-trattamento – Il perché
Generale
• Le limitazioni sui quantitativi di N distribuibili in campo penalizzano gli allevamenti che insistono su territori ad elevata densità zootecnica e magari in Zone Vulnerabili.
• Il problema è più grave negli allevamenti senza terra o con insufficiente dotazione di terreni, magari molto distanti, nei quali distribuire correttamente gli effluenti.
• Caso tipico degli allevamenti avicoli o suini in cui l’approvvigionamento alimentare è prevalentemente extra-aziendale.
• L’affitto di terreni supplementare su cui distribuire causa l’aumento dei costi dell’operazione spesso ben oltre la convenienza economica.
• In alternativa si può percorrere la strada dei trattamenti in grado di ridurre la quota di N da utilizzare in campo e/o rendere sostenibile il trasferimento a lunga distanza su terreni extra-aziendali.
Generale
Le tecniche per la rimozione/riduzione dei nutrienti sono tecnologie basate su processi meccanici, fisico-chimici e biologici, a cui il refluo/digestato é sottoposto prima di
essere utilizzato in campo
Processi chimico-fisici
Processi biologici Separazione
solido/liquido
Classificazione dei trattamenti
• Su materiale non palabile (liquame, digestato) • Su materiale palabile (letame, frazioni solide separate, pollina)
• Trattamenti conservativi: non eliminano i nutrienti (N e P) , ma agiscono ripartendoli in una frazione
concentrata a volume ridotto che può essere esportata e valorizzata sul mercato come concime organico o nella distribuzione agronomica con la riduzione dei costi di trasporto
• Trattamenti riduttivi: riducono il tenore di N trasformandolo in N molecolare e quindi gassoso e inerte in atmosfera
Trattamenti
Tecnologie meccaniche che non coinvolgono un atttuale riduzione del contenuto totale di nutrienti, ma solo una loro differente allocazione in due diverse frazioni - una liquida (chiarificata, pompabile) - una solida (palabile). Le due frazioni hanno caratteristiche diverse, che le rendono adatte a diversi utilizzi, facilitandone la gestione in azienda. I separatori sono normalmente integrati e collocati a monte di trattamenti per il reale abbattimento dei nutrienti e a valle dei digestori anaerobici
Separazione solido/liquido
FRAZIONE SOLIDA
- Trasportata fuori dall‘azienda
- Compostaggio… N
FRAZIONE LIQUIDA
- Ulteriori trattamenti di abbattimento nutrienti
- Fertirrigazione…
Trattamenti
Separazione solido/liquido (⊘ ≥ 0.1 mm)
(⊘ ≤ 0.1 mm)
- Separatori a bassa efficienza: vagli, vibrovagli, sepratori elicoidali e a rulli contro rotanti.
- Costi di investimento 25-40.000 €; costi di gestione: 0.05-1 €/m3
Fonte: ERSAF
- Separatori ad alta efficienza: nastro-pressa, centrifuga, sedimentatori, flocculatori + coagulanti/flocculanti.
- Costi di investimento 80-150.000 €; costi di gestione: 0.35-1.2 €/m3
Trattamenti
Separazione solido/liquido
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Al compostaggio
Digestione Substrati in ingresso Separazione
solido/liquido
Utilizzo agronomico
Compostaggio
FRAZIONE LIQUIDA
Trattamenti
Separazione solido/liquido
TRATTAMENTI BIOLOGICI - riduttivi Stabilizzazione aerobica (e anossica) Nitrificazione biologica Denitrificazione biologica Processi innovativi TRATTAMENTI TERMICI - conservativi Strippaggio Evaporazione Essiccamento TRATTAMENTI A MEMBRANA - conservativi Ultrafiltrazione Osmosi inversa
Trattamenti della fase liquida
FRAZIONE LIQUIDA
Trattamenti biologici
1. FASE AEROBICA: AMMONIACA VIENE OSSIDATA A NITRATO • Batteri autotrofi aerobi
2. FASE ANAEROBICA: NITRATO VIENE RIDOTTO AD AZOTO MOLECOLARE • Batteri eterotrofi • Necessita di una adeguata disponibilità di
sostanze organiche degradabili
Nitrificazione/Denitrificazione
NITRO/DENITRO = processo già da tempo utilizzato per il
trattamento di liquami zootecnici
3. SEDIMENTAZIONE • Separazione dei solidi fini e della biomassa
microbica parzialmente ricircolati per mantenere stabile il processo
Trattamenti biologici
Nitrificazione/denitrificazione – in continuo o multifase
Processo particolarmente costoso a causa della richiesta di energia e ossigeno per la nitrificazione. I costi variano secondo ERSAF tra 5 e 7 €/m³ Viene separato anche il FOSFORO
Fonte: ERSAF
L’azoto non viene recuperato ma trasformato in forma molecolare
Trattamenti biologici
Nitrificazione/denitrificazione – Sequenced Batch Reactor (SBR)
SBR = processo discontinuo a monofase
La tecnologia discontinua, rispetto a quella tradizionale, punta a una riduzione dei volumi dell’impianto tramite un’ottimizzazione delle sequenze operative. È necessaria un’automazione più spinta - I costi operativi + di automazione non trascurabili.
Fonte: ERSAF
Trattamenti biologici
Nitrificazione/denitrificazione – Membrane Batch Reactor (MBR)
MBR = Sistema molto compatto – possibile la containerizzazione
SBR + microfiltrazione = effluente ultra-chiarificato e privo di batteri
All‘uscita del reattore batch viene installata una membrana, che aumenta il tempo di ritenzione (HRT) dei microorganismi e dei solidi
Fonte: ERSAF
Due sistemi diversi: filtrazione interna/esterna Importante fabbisogno d‘energia elettrica – aumenta con la diminuzione della permeabilità della membrana a causa di fenomeni di intasamento
Trattamenti biologici innovativi
Sharon e Heminiff Obiettivo: RIMOZIONE DELL‘AZOTO ACCORCIANDO IL CICLO NITRO/DENITRO - L‘ossidazione dell‘Ammoniaca a Nitrato richiede molta energia - La denitrificazione da Nitrato ad Azoto molecolare richiede carbonio organico SI STANNO STUDIANO PROCESSI ALTERNATIVI A MINORE IMPATTO ENERGETICO
Fonte: ERSAF
• Processo SHARON® (Single Reactor system for
High Activity Ammonia Removal Over Nitrite) = esempio di ossidazione arrestata a Nitrito (nitrosazione).
• Basi del processo: a temperature abbastanza elevate (30 – 40 °C) i microorganismi nitrito-ossidanti hanno tassi di crescita inferiori rispetto ai microrganismi ammonio-ossidanti. In normali condizioni la temperatura deriva dal processo AD stesso.
Trattamenti biologici innovativi
Sharon e Heminiff
Fonte: ERSAF
Il processo permette un risparmio: • del 25% dell’energia necessaria all’ossigenazione della biomassa e • del 40% di fonte di carbonio esterna per la crescita dei batteri
denitrificanti. • Tempi di ritenzione del fango molto brevi. • Volume di reazione ridotto rispetto alla normale nitro-denitro. ANCORA IN FASE DI SPERIMENTAZIONE
• Processo HEMINIFF® (HEMI-
nitrification on Fixed Film) = associate ad una seconda vasca di denitrificazione e consiste nella nitrosazione condotta in un reattore a letto fisso sommerso o semovente. Più efficiente dello SHARON
• L’uso di corpi di riempimento determina una maggior concentrazione di biomassa, permettendo di lavorare a maggiori ORL.
Trattamenti biologici innovativi
Anammox
Fonte: ERSAF
PROCESSO ANAMMOX®
- Processo Anammox® (ANoxic AMMonium
Oxidation) = processo di rimozione dell’ azoto completamente autotrofico.
- Ossidazione anaerobica dell’ Ammonio ad Azoto molecolare, utilizzando come accettore di elettroni il Nitrito.
• Il processo viene svolto da microorganismi specifici – organismi «ANAMMOX» (Planctomycetes):
• Batteri autotrofi anaerobici • Sono stati osservati la prima volta nel 1995 • Contribuiscono al 70% del ciclo dell’azoto negli oceani.
Nitrificazione (parziale): 2NH4+ + 1.5O2 => NH4
+ + NO2- + H2O + 2H+
Anammox: NH4+ + NO2
- => N2 + 2H2O
Trattamenti biologici innovativi
Anammox
Fonte: ERSAF
VANTAGGI • Riduzione degli spazi necessari alla realizzazione dell’impianto • I consumi di energia si riducono di circa il 60% • Non si ha necessità di fonti esterne di carbonio (-100%) • Produzione di fanghi di supero è minima (-85%).
SVANTAGGI - Lenta crescita della popolazione di microrganismi ANAMMOX - Tempi di duplicazione batterica: ogni due settimane - Causa tempi di start-up estremamente lunghi per gli impianti
Primo impianto ANAMMOX nei Paesi Bassi
Trattamenti biologici innovativi
Sharon/Anammox
Fonte: ERSAF
I processi Sharon/Anammox possono essere combinati per la rimozione autotrofa dell‘azoto
Processo SHARON converte circa metá (50-60%) del carico di ammonio a nitrito la miscela di azoto nitroso e ammoniacale deve essere in proporzione molare 1:1. Processo ANAMMOX converte l‘ammonio e il nitrito in N2 e acqua
Attualmente esistono 4 impianti „full scale“ nel mondo, tutti in depuratori
Trattamenti termici
Strippaggio
• Abbattimento dell’azoto attraverso un processo chimico di desorbimento che produce ammoniaca in fase gassosa.
• Per rendere possibile lo strippaggio, è necessario elevare i valori di pH (10,5 – 11,5) e di temperatura. Aggiunta di una base (calce).
• L’ammoniaca prodotta viene mandata in una colonna di lavaggio (scrubber) dalla quale esce in forma i sale (solfato di ammonio).
• Il sale in uscita dallo scrubber, il solfato di ammonio (generalmente liquido, soluzione), può essere utilizzato come fertilizzante (N% = 6).
Fonte: ERSAF
Trattamenti termici
Strippaggio
Costi indicati da ERSAF = 9 – 12 €/m³ (Con energia termica a costo zero si può ridurre a 2 – 4 €/m³)
Fonte: ERSAF
Questa tecnica non viene contemplata nelle BAT
• Costi di investimento e operativi (reagenti chimici, separazione) elevati
• Tecnologia, benché consolidata a livello industriale, relativamente nuova per quanto riguarda l’applicazione sui reflui zootecnici/digestato
• Non è chiara l’entità e la tipologia delle eventuali emissioni gassose dovute al processo normativa emissioni cambia da regione a regione
• L’utilizzo del solfato d’ammonio che si ottiene dal procedimento non è ancora adeguatamente normato
SVANTAGGI
Trattamenti termici
Evaporazione/concentrazione
• Nuove tecnologie usano evaporatori sotto vuoto. • La frazione evaporata --> condensazione per
raffreddamento: si ottiene il distillato (60-80% refluo). • La frazione mantenuta nel reattore tende a
concentrarsi progressivamente: rappresenta il concentrato (ST% = 15-63). Non palabile.
• Al fine di impedire l’evaporazione dell’Ammoniaca, che altrimenti sarebbe convogliato nel distillato, si può abbassare a valori di 5-6 il pH delle matrici in ingresso con acido solforico o fosforico.
Riduzioni volumi fino al 90% Ammoniaca rimane concentrata nel chiarificato Trattamento chiarificato con acido (pH 5,5 - 6) Forti consumi termici
Fonte: ERSAF
Trattamenti chimico-fisici
Precipitazione come Struvite
La procedura di estrazione dell’Azoto come Struvite consiste nell’ aggiunta di Magnesio (Mg) alla frazione liquida del refluo, così da formare un composto cristallino chiamato Struvite o MAP (Magnesium Ammonium Phosphate hexa-hydrate, NH4MgPO4*6H2O), che può essere utilizzato come fertilizzante fosfatico e/o a lento rilascio di Azoto.
Mg2+ + NH4+ + H2PO4
- + 6H2O -> MgNH4PO4*6H2O + 2H+
Fonte: ERSAF
Cristallizzazione della Struvite – REAZIONE:
I principali parametri per la cristallizzazione della Struvite sono rappresentati: • pH (ideale 8 – 9) • grado di saturazione • Temperatura • presenza di altri ioni in soluzione (in particolare ioni di Calcio) • Rapporto Mg:N:P = 3:1:1
Trattamenti chimico-fisici
Precipitazione come Struvite
Fonte: ERSAF
Questa tecnica non viene contemplata nelle BAT
SVANTAGGI Costi operativi (reagenti chimici) elevati - I costi orientativi: 15-20 €/m³ di liquame trattato. La tecnologia, applicata sui reflui zootecnici si dimostra molto più efficace in termini di abbattimento del FOSFORO che dell’AZOTO. È incerta la possibilità di commercializzare la Struvite come ammendante fosfatico e/o azotato in quanto, ad oggi, non è riconosciuta dalla normativa nazionale vigente in materia.
Trattamenti termici
Essiccamento/disidratazione L’essiccazione avviene con processi convettivi ad opera di aria riscaldata con l’energia termica recuperata dal motore e dai fumi del cogeneratore. Prodotti finali: materiale solido essiccato (N = 19%) e solfato d’ammonio (15%)
Nel processo si hanno non trascurabili emissioni di azoto
ammoniacale: ciò rende necessario il trattamento dell’aria
in uscita dall’impianto con un sistema di abbattimento
(scrubbing).
Fonte: ERSAF
Costo di investimento: 400-500.000 € per impianti da 8.000 m3/h Costo di gestione: 3-6 €/m3
Scrubber (NH4)2SO2
Trattamenti termici
Essiccamento/disidratazione
Essiccamento solare
Essiccamento a nastro
Disidratazione
Fonte: ERSAF
Trattamenti a membrana
Ultrafiltrazione e osmosi inversa
Fonte: ERSAF
• Microfiltrazione (MF): 0.1-5 micron • Ultrafiltrazione (UF): 0.001-0.05
micron • Nanofiltrazione (NF): > 200-400 Da
e basse pressioni (0,5-1,7 MPa) • Osmosi inversa (OI): trattiene
teoricamente tutti i sali e le molecole organiche disciolte con un peso molecolare intorno ai 100 Da. Lavora a pressioni che possono arrivare fino a 10 MPa.
Tecnologie che si basano sull’applicazione di una differenza di carico idrostatico su membrane semipermeabili che agiscono da barriera selettiva, consentendo il passaggio di determinati componenti del liquido (permeato o filtrato) e trattenendone altri (concentrato o ritentato).
Trattamenti a membrana
Ultrafiltrazione e osmosi inversa
Fonte: ERSAF
MF, UF, NF: basse pressioni (0.35 to 1.7 MPa)
OI: alte pressioni 100-150 MPa
Elettrodialisi applicazione di una differenza di potenziale elettrico: i soluti ionici presenti in soluzione sono selettivamente purificati attraverso la mebrana, sotto l’azione di un campo elettrico
Trattamenti a membrana
Fonte: ERSAF
Ultrafiltrazione e osmosi inversa
CICLO
PROBLEMATICHE Fouling = sporcamento delle membrana per effetto di vari fattori (accumulo di solidi sospesi, precipitazione di Sali, crescita biologica sulla membrana) – aumenta la resistenza al flusso. Per questo devono essere previsti sistemi di separazione prima della osmosi inversa e sono previsti sistemi di pulizia.
Generale Le fonti primarie di emissioni di ammoniaca sono le stalle, le strutture per lo stoccaggio e la gestione dei reflui, e le fasi di applicazione dei reflui in campo.
4. Il risultato indica che solo ca. 52% o meno dell’ N
escreto é potenzialmente riciclato come fertilizzante
per le piante.
1. Circa 30% dell’ N escreto viene perso dalle stalle e
durante lo stoccaggio dei reflui.
2. Di questo: 19% é perso come NH3 (gas), 7% come emissioni di
altri composti azotati (NOx, e 4% via leaching e run-off.
3. Un ulteriore 18% é perso come NH3 (gas) dopo
l’applicazione dei reflui in campo.
Fixen, 2009
Generale
+N
Provolo, 2012; Tasser et al., 2012; Vismara et al., 2011; Peratoner et al., 2010
L’agricoltura è la prima fonte di emissioni di Ammoniaca. L’Ammoniaca contribuisce all’acidificazione ed eutrofizzazione degli ecosistemi naturali, provocando cambiamenti in termini di perdita di biodiversità e riducendo la richezza di specie vegetali.
N surplus da
razioni
alimentari
esterne (grano/
concentrati)
Trattamenti
Tipo di separatore Commenti
Efficienza di separazione (%)
Solidi totali (ST)
Azoto (N)
Vagli
Separatori a bassa
efficienza
20-46 6-34
Separatore a rulli contro-
rotanti 22-54 8-29
Separatori elicoidale 15-48 5-18
Centrifuga
Separatori ad alta
efficienza
39-71 14-43
Nastro-pressa 36-67 7-54
Sedimentazione 31-88 9-53
Folottazione 70-90 20-26
Drenaggio + polielettroliti 75-80 56-66
1. Caratteristiche operative
Le efficienze di separazione che si possono ottenere sui liquami suini sono orientativamente le
seguenti:
liquame bovino liquame suino liquido palabile liquido palabile % % % %
Volume 75–85 15-25 90-95 5-10
Solidi 60-70 30-40 65-80 20-35
Azoto 65-75 25-35 85-95 5-15
Fosforo 60-75 25-40 83-90 10-17
Il palabile che si ottiene ha un contenuto in solidi del 18-20%.
2. Principio di funzionamento Il liquame viene convogliato all’interno di un tamburo cilindrico o tronco-conico la cui superficie è
costituita da una rete con maglie di acciaio inossidabile con fori generalmente da 0,8 a 2,0 mm.
Il movimento rotativo consente la fuoriuscita della parte liquida dal tamburo verso la zona
sottostante dove viene raccolto e inviato all’uscita. I solidi che non riescono ad attraversare le
maglie vengono progressivamente portati verso l’estremità opposta all’ingresso fino a fuoriuscire
dal tamburo per gravità.
ingresso
liquame
uscita
liquido
uscita
palabile
vaglio rotante
3. Schema di installazione Lo schema di installazione è quello riportato per le attrezzature per la separazione dei solidi
grossolani nella scheda SO-01 a cui si rimanda. (mettere link)
4. Prestazioni in condizioni operative e costi
I separatori rotativi (che possono essere chiamati anche rototovagli o rotostacci) vengono
generalmente utilizzati per la rimozione della parte più grossalana dei solidi per evitare intasamenti
nelle successive operazioni di pompaggio dei liquami. Non vengono consigliati quando si vuole
ottenere una separazione meccanica dei solidi per destinarli al trasporto delle eccedenza al di fuori
dell’azienda o per il compostaggio.
I costi orientativi sono attribuibili per buona parte all’ammortamento, ma sono contenuti sotto gli
0,5 euro per metro cubo di liquame trattato.
Separatore a compressione elicoidale
Separatore a rulli contro-
rotanti compressione
Vibrovaglio (no compressione)
Vaglio rotativo (no compressione)
Centrifuga
Flottatore
Nastro-pressa
Sedimentatori
Fonte: ERSAF
Trattamenti biologici
Nitrificazione/denitrificazione – Membrane Batch Reactor (MBR)
MBR = Sistema molto compatto – possibile la containerizzazione
SBR + microfiltrazione = effluente ultra-chiarificato e privo di batteri
Due sistemi diversi: filtrazione interna/esterna
Fonte: ERSAF
Ingresso
Aria
Permeato
Permeato Ingresso
Aria
Trattamenti termici
Strippaggio
Fonte: ERSAF
Per eliminare il 50% dell’N dal digestato che passa nella soluzione di solfato ammonico al 30-35% servono: 6-7 l di acido solforico e 6-7-kg di soda per m3 di liquame
Trattamenti termici
Strippaggio
VANTAGGI • Altamente efficiente con substrati a basso tenore di solidi, alta temperatura e pH • L’azoto viene (in parte) recuperato • Energia termica derivante da CHP se posto a valle di un digestore anaerobico
Fonte: ERSAF
Fitodepurazione
Fonte: ERSAF
SISTEMI A FLUSSO SUPERFICIALE
Macrofite acquatiche:
Scirpus Lacustris(giunco di palude)
Eichornia crassipes(Giacinto d'acqua)
Lemna minor(Lenticchia d'acqua)
Trapa natans(castagna d'acqua)
SISTEMI A FLUSSO SUB-SUPERFICIALE
Macrofite terrestri:
Arundo donax (Canna comune)
Phragmites australis (Cannuccia)
Typha angustifolia