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8/11/2019 UNI EN 54_5 2003 http://slidepdf.com/reader/full/uni-en-545-2003 1/46 NORMA ITALIANA Pagina I UNI EN 54-5:2003  © UNI - Milano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto dell’UNI. UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Battistotti Sassi, 11B 20133 Milano, Italia     N    O    R    M    A     E    U    R    O    P    E    A  UNI EN 54-5  MARZO 2003  Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio  Rivelatori di calore - Rivelatori puntiformi  Fire detection and fire alarm systems  Heat detectors - Point detectors  CLASSIFICAZIONE ICS  13.220.20  SOMMARIO  La norma specifica i requisiti, i metodi di prova e i criteri di prestazione per rivelatori di calore puntiformi da utilizzare per i sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio. La norma contiene inoltre le disposizioni per la  marcatura CE.  RELAZIONI NAZIONALI  La presente norma sostituisce la UNI EN 54-5:2002. RELAZIONI INTERNAZIONALI  = EN 54-5:2000 + A1:2002 La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 54-5 (edizione dicembre 2000) e dell’aggiornamento A1 (edi-  zione giugno 2002).  ORGANO COMPETENTE  Commissione "Protezione attiva contro gli incendi"  RATIFICA  Presidente dell’UNI, delibera del 9 maggio 2002  Gr. 11  Include aggiornamento A1 (giugno 2002) UNIVERSITA' CENTRO ATENEO DOCUM. POLO MONTE DAGO - Documento contenuto nel prodotto Raccolta Completa UNI 2008. E' vietato l'uso in rete del singolo documento e la sua riproduzione. E' autorizzata la stampa per uso interno.

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NORMA ITALIANA

Pagina IUNI EN 54-5:2003

 © UNI - MilanoRiproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documentopuò essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senzail consenso scritto dell’UNI.

UNIEnte Nazionale Italiano

di UnificazioneVia Battistotti Sassi, 11B20133 Milano, Italia

 

   N   O   R

   M   A    E

   U   R   O

   P   E   A

 

UNI EN 54-5

 

MARZO 2003

 

Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio

 

Rivelatori di calore - Rivelatori puntiformi

 

Fire detection and fire alarm systems

 

Heat detectors - Point detectors

 

CLASSIFICAZIONE ICS

 

13.220.20

 

SOMMARIO

 

La norma specifica i requisiti, i metodi di prova e i criteri di prestazione perrivelatori di calore puntiformi da utilizzare per i sistemi di rivelazione e disegnalazione di incendio. La norma contiene inoltre le disposizioni per la

 

marcatura CE.

 

RELAZIONI NAZIONALI

 

La presente norma sostituisce la UNI EN 54-5:2002.

RELAZIONI INTERNAZIONALI

 

= EN 54-5:2000 + A1:2002La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della normaeuropea EN 54-5 (edizione dicembre 2000) e dell’aggiornamento A1 (edi-

 

zione giugno 2002).

 

ORGANO COMPETENTE

 

Commissione "Protezione attiva contro gli incendi"

 

RATIFICA

 

Presidente dell’UNI, delibera del 9 maggio 2002

 

Gr. 11

 

Include aggiornamento

A1 (giugno 2002)

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Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le partiinteressate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale statodell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’artein evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano diUnificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.

 

PREMESSA NAZIONALE

 

La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-la norma europea EN 54-5 (edizione dicembre 2000) e dell’aggior-namento A1 (edizione giugno 2002), che assumono così lo statusdi norma nazionale italiana.La traduzione è stata curata dall’UNI.

La Commissione "Protezione attiva contro gli incendi" dell’UNI se-gue i lavori europei sull’argomento per delega della CommissioneCentrale Tecnica.Rispetto all’edizione precedente è stata aggiunta l’appendice ZAcon le disposizioni per la marcatura CE.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubbli-cazione di nuove edizioni o di aggiornamenti.È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di es-sere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNIcorrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

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INDICE

 

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1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

 

1

 

2 RIFERIMENTI NORMATIVI

 

1

 

3 TERMINI E DEFINIZIONI

 

1

 

4 REQUISITI GENERALI

 

24.1 Conformità

 

.................................................................................................................................................... 24.2 Classificazione

 

........................................................................................................................................... 2

 

prospetto 1

 

Temperature di classificazione dei rivelatori

 

....................................................................................... 24.3 Posizione degli elementi termosensibili

 

........................................................................................ 34.4 Indicazione di allarme individuale

 

.................................................................................................... 34.5 Collegamento di dispositivi ausiliari

 

................................................................................................ 34.6 Controllo dei rivelatori rimovibili

 

........................................................................................................ 34.7 Regolazioni del fabbricante

 

................................................................................................................. 34.8 Regolazione in campo della risposta

 

............................................................................................. 34.9 Marcatura

 

...................................................................................................................................................... 34.10 Dati

 

.................................................................................................................................................................... 44.11 Requisiti aggiuntivi per i rivelatori a controllo via software

 

.................................................4

 

5 PROVE

 

55.1 Generalità

 

...................................................................................................................................................... 5

 

prospetto 2

 

Piano di prova per i rivelatori di tipo resettabile

 

................................................................................. 7

 

prospetto 3

 

Piano di prova per i rivelatori di tipo non resettabile

 

......................................................................... 85.2 Dipendenza direzionale

 

......................................................................................................................... 95.3 Temperatura di risposta statica

 

...................................................................................................... 105.4 Tempi di risposta alla temperatura normale di esercizio

 

.................................................. 10

 

prospetto 4

 

Limiti dei tempi di risposta

 

...................................................................................................................... 115.5 Tempi di risposta a partire da 25 °C

 

........................................................................................... 115.6 Tempi di risposta a partire da temperatura ambiente elevata (funzionamento

a caldo secco)

 

.......................................................................................................................................... 11

 

prospetto 5

 

Limiti di risposta alla temperatura massima di esercizio

 

.............................................................. 125.7 Variazione dei parametri di alimentazione

 

............................................................................... 125.8 Riproducibilità

 

.......................................................................................................................................... 125.9 Freddo (prova di funzionamento)

 

.................................................................................................. 135.10 Caldo secco (prova di durata)

 

......................................................................................................... 14

 

prospetto 6

 

Temperature di condizionamento a caldo secco (prova di durata)

 

........................................... 14

5.11 Caldo umido, ciclica (prova di funzionamento)

 

...................................................................... 155.12 Caldo umido, stato stazionario (prova di durata)

 

.................................................................. 165.13 Corrosione da anidride solforosa (SO

 

2

 

) (prova di durata)

 

............................................... 165.14 Sollecitazione (prova di funzionamento)

 

................................................................................... 175.15 Urto (prova di funzionamento)

 

........................................................................................................ 185.16 Vibrazione, sinusoidale (prova di funzionamento)

 

............................................................... 205.17 Vibrazione, sinusoidale (prova di durata)

 

................................................................................. 215.18 Compatibilità elettromagnetica (CEM), Prove di immunità (prova di

funzionamento)

 

....................................................................................................................................... 22

 

6 PROVE AGGIUNTIVE PER RIVELATORI CON SUFFISSI DI CLASSE

 

22

6.1 Prova per i rivelatori con suffisso S

 

.............................................................................................. 22

 

prospetto 7

 

Temperatura di condizionamento e del flusso d’aria

 

..................................................................... 23

 

prospetto 8

 

Limite inferiore di risposta per i rivelatori della classe con suffisso S

 

...................................... 23

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 © UNI Pagina IVUNI EN 54-5:2003

 

6.2 Prova per i rivelatori con suffisso R

 

............................................................................................. 23

 

prospetto 9

 

Temperatura di condizionamento iniziale per i rivelatori con suffisso R

 

................................. 24

 

APPENDICE A TUNNEL CLIMATICO PER LA MISURAZIONE DEL TEMPO DI RISPOSTA E(normativa)

 

DELLA TEMPERATURA DI RISPOSTA

 

25

 

APPENDICE B INFORMAZIONI SULLA COSTRUZIONE DEL TUNNEL CLIMATICO

 

26

(informativa)

 

figura B.1

 

Esempio di sezione di lavoro del tunnel climatico

 

.......................................................................... 27

 

figura B.2

 

Esempio di configurazione di montaggio per la prova contemporanea di duerivelatori ....................................................................................................................................................... 28

 

APPENDICE C DERIVAZIONE DEI TEMPI LIMITE DI RISPOSTA INFERIORE E(informativa)

 

SUPERIORE

 

29

 

prospetto C.1

 

Costanti termiche utilizzate per derivare i limiti superiori nel prospetto 4

 

.............................. 30

 

APPENDICE D APPARECCHIATURA PER LA PROVA D’URTO

 

32(informativa)

 

figura D.1

 

Apparecchiatura per la prova di impatto

 

............................................................................................ 33

 

APPENDICE ZA PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA RIGUARDANTI I REQUISITI

 

(informativa)

 

ESSENZIALI O ALTRE DISPOSIZIONI DELLE DIRETTIVE UE

 

34

 

prospetto ZA.1

 

Punti relativi

 

................................................................................................................................................. 35

 

prospetto ZA.2

 

Sistema di attestazione di conformità

 

................................................................................................. 35

 

figura ZA.1

 

Esempio di informazioni che accompagnano la marcatura CE sulla documentazionecommerciale di accompagnamento

 

.................................................................................................... 37

 

BIBLIOGRAFIA

 

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La presente norma europea è stata approvata dal CEN il 2 giugno 2000.L’aggiornamento A1 è stato approvato dal CEN il 5 aprile 2002.I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELECche definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status dinorma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchiaggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrisponden-ti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure aimembri del CEN.

La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese etedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria respon-sabilità da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il me-desimo status delle versioni ufficiali.

I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, RegnoUnito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

 

 © UNI Pagina VUNI EN 54-5:2003

 

CENCOMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE

 

European Committee for Standardization

Comité Européen de Normalisation

Europäisches Komitee für Normung

 

Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles 

 

 © CENTutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sonoriservati ai Membri nazionali del CEN.

 

EN 54-5

 

DICEMBRE 2000

 

NORMA EUROPEA

 

Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio

 

Rivelatori di calore - Rivelatori puntiformi

 

EUROPEAN S TANDARD

 

Fire detection and fire alarm systemsHeat detectors - Point detectors

 

NORME EUROPÉENNE

 

Systèmes de détection et d'alarme incendieDétecteurs de chaleur - Détecteurs ponctuels

 

EUROPÄISCHE NORM

 

Brandmeldeanlagen

 

Wärmemelder - Punktförmige Melder

 

DESCRITTORI

ICS

 

13.220.20

 

2002

+ A1

 

GIUGNO 2002

 

SostituisceEN 54-5:1976,

EN 54-5:1976/A1:1998,EN 54-6:1982,EN 54-8:1982

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Nota

 

Si assume che questa temperatura sia 29 °C al di sotto della temperatura di risposta statica minima, secondola classe marcata sul rivelatore, come specificato nel prospetto 1.

3.2

 

temperatura massima di esercizio

 

: La temperatura massima alla quale si prevede che unrivelatore installato possa trovarsi ad operare, anche per brevi periodi di tempo, in assenzadi condizioni di incendio.

Nota

 

Si assume che questa temperatura sia 4 °C al di sotto della temperatura di risposta statica minima, secondo

la classe marcata sul rivelatore, come specificato nel prospetto 1.

3.3

 

temperatura di risposta statica

 

: La temperatura al raggiungimento della quale il rivelatoregenererebbe un segnale di allarme in presenza di incrementi di temperatura molto piccoli.

Nota

 

Incrementi della temperatura di circa 0,2 K min

 

-1 si rivelano normalmente adeguati per questa misurazione,tuttavia in alcuni casi possono essere richiesti incrementi inferiori (vedere 5.3).

 

4 REQUISITI GENERALI

4.1 Conformità

 

Per essere conforme alla presente norma, il rivelatore deve soddisfare i requisiti delpresente punto, che devono essere verificati tramite controllo visivo o esame tecnico,essere sottoposto a prova come descritto in 5 e, se applicabile, in 6, e deve soddisfare irequisiti delle prove in conformità alla/e relativa/e classe/i marcata/e.

4.2 Classificazione

 

I rivelatori devono essere conformi a una o a più d’una delle classi seguenti: A1, A2, B, C,D, E, F o G in base ai requisiti delle prove specificate in 5 (vedere prospetto 1).

I fabbricanti possono facoltativamente fornire informazioni supplementari r iguardo il tipo dirisposta prodotta dal rivelatore, aggiungendo alle suddette classi il suffisso S o R1).I rivelatori marcati con la lettera S o R come suffisso alla classe di marcatura devonoessere sottoposti a prova in conformità alla prova applicabile, specificata in 6, e devonosoddisfare i requisiti di detta prova, oltre a quelli delle prove di 5.

prospetto 1 Temperature di classificazione dei rivelatori

Classe del rivelatore Temperatura normale

di esercizio

°C

Temperatura massima

di esercizio°C

Temperatura di

risposta staticaminima

°C

Temperatura di

risposta staticamassima

°C

A1 25 50 54 65

A2 25 50 54 70

B 40 65 69 85

C 55 80 84 100

D 70 95 99 115

E 85 110 114 130

F 100 125 129 145

G 115 140 144 160

1) I rivelatori con suffisso S alla loro classe non rispondono al di sotto della temperatura di risposta statica minima appli-cabile alla loro classificazione (vedere prospetto 1), anche ad elevati incrementi della temperatura dell’aria. I rivelatoricon suffisso R comprendono una funzione termovelocimetrica, che soddisfa i requisiti del tempo di risposta (vedereprospetto 4) per incrementi elevati della temperatura dell’aria anche quando entrano in funzionamento a temperaturadell’aria considerevolmente al di sotto della temperatura normale di esercizio.

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4.3 Posizione degli elementi termosensibili

Ciascun rivelatore deve essere costruito in modo che almeno parte del/dei suo/suoielemento/i termosensibile/i, tranne gli elementi con funzioni ausiliarie (per esempiocorrettori di caratteristiche), debbano trovarsi a distanza ≥15 mm dalla superficie dimontaggio del rivelatore.

4.4 Indicazione di allarme individuale

I rivelatori di classe A1, A2, B, C o D devono essere provvisti di un indicatore visivointegrato di colore rosso, mediante il quale sia possibile identificare il singolo rivelatoreche ha emesso l’allarme, finché la condizione di allarme non viene resettata. Dovepossono essere indicate visivamente altre condizioni del rivelatore, queste devono esserechiaramente distinguibili dall’indicazione di allarme, tranne quando il rivelatore ècommutato in posizione di manutenzione. Per i rivelatori rimovibili l’indicatore può essereintegrato nella base o nella testa del rivelatore. L’indicatore deve essere visibile da unadistanza di 6 m direttamente al di sotto del rivelatore, con un’intensità di luce ambientalefino a 500 lux.

I rivelatori di classe E, F o G devono essere provvisti di un indicatore integrato di colorerosso, oppure di un altro mezzo per indicare localmente lo stato di allarme del rivelatore.

4.5 Collegamento di dispositivi ausiliari

Ove il rivelatore preveda collegamenti a dispositivi ausiliari (per esempio indicatori adistanza, relè di comando), corto circuiti o interruzioni di detti collegamenti non devonoimpedire il corretto funzionamento del rivelatore.

4.6 Controllo dei rivelatori rimovibili

Per i rivelatori rimovibili, si deve prevedere un mezzo per un sistema di controllo adistanza (per esempio la centrale di controllo e segnalazione) che riveli la rimozione dellatesta dalla base, dando origine a un segnale di guasto.

4.7 Regolazioni del fabbricante

Non deve essere possibile modificare le impostazioni del fabbricante, se non con appositimezzi (ad esempio tramite un codice o un attrezzo speciale, oppure rompendo o rimuo-vendo un sigillo).

4.8 Regolazione in campo della risposta

Se è previsto la risposta del rivelatore possa essere regolata in campo, allora:

a) per ciascuna impostazione, per la quale il fabbricante dichiara la conformità allapresente norma, deve dichiarare una classe corrispondente, e per ciascuna di taliimpostazioni il rivelatore deve essere conforme ai requisiti della presente norma perla classe corrispondente, e l’accesso al dispositivo di regolazione deve esserepossibile solo tramite un codice o un apposito attrezzo, oppure rimuovendo il

rivelatore dalla propria base o supporto;b) qualunque impostazione, per la quale il fabbricante non dichiara la conformità alla

presente norma, deve essere accessibile solo tramite un codice o un attrezzoapposito, e deve essere chiaramente marcato sul rivelatore o nella documentazionetecnica associata che in caso di utilizzo di tale/i impostazione/i, il rivelatore non èconforme alla norma.

Nota Queste impostazioni possono essere effettuate direttamente sul rivelatore o attraverso la centrale dicontrollo e segnalazione.

4.9 Marcatura

Ciascun rivelatore deve essere chiaramente marcato con le seguenti informazioni:

a) il numero della presente norma (ovvero EN 54-5);b) la/e classe/i del rivelatore (per esempio A1, A1R, A1S, A2, B ecc.). Se il rivelatore

prevede la regolazione della classe in campo (vedere 4.8), la marcatura della classepuò essere sostituita dal simbolo P;

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c) il nome o il marchio di fabbrica del fabbricante o del fornitore;

d) la designazione del modello (tipo o numero);

e) le designazioni della morsettiera di collegamento;

f) alcuni marchi o codici (per esempio il numero di serie o il codice lotto), tramite i qualiil fabbricante può identificare quantomeno la data o il lotto e il luogo di fabbricazione,e il/i numero/i di versione di eventuali software residenti nel rivelatore.

Per i rivelatori rimovibili, la testa del rivelatore deve essere contrassegnata con a), b), c),d) e f), e la base deve essere marcata con, almeno, d) (ovvero la propria designazione dimodello) ed e).

Ove la marcatura sul dispositivo utilizzi simboli o abbreviazioni non di uso comune, questidevono essere spiegati nella scheda tecnica associata al dispositivo.

La marcatura deve essere visibile durante l’installazione del rivelatore e deve essereaccessibile durante la manutenzione.

Le marcature non devono essere poste su viti o su altre parti facilmente rimovibili.

4.10 Dati

I rivelatori devono essere forniti con i dati tecnici, le istruzioni di installazione e manuten-

zione sufficienti a consentirne la corretta installazione e il corretto funzionamento2) oppure,nel caso in cui questi dati non siano forniti con ciascun rivelatore, i riferimenti alla/especifica/e scheda/e tecnica/e devono essere indicati sul o forniti con ciascun rivelatore.

Per i rivelatori per i quali è consentita l’impostazione in campo della classe, questi datidevono identificare le classi applicabili e devono descrivere il metodo di regolazione (peresempio spostando un selettore sul rivelatore o tramite impostazione da un menu nellacentrale di controllo e segnalazione).

Nota Ulteriori informazioni possono essere richieste dagli organismi che certificano la conformità dei rivelatori airequisiti della presente norma.

4.11 Requisiti aggiuntivi per i rivelatori a controllo via software

4.11.1 Generalità

Per i rivelatori che, per soddisfare i requisiti della presente norma, si basano su unprogramma software, devono essere soddisfatti i requisiti di cui in 4.11.2, 4.11.3 e 4.11.4.

4.11.2 Documentazione del software

4.11.2.1 Il fabbricante deve presentare una documentazione che fornisca una visione generaledella struttura del software. Tale documentazione deve essere sufficientemente detta-gliata per consentire la verifica di conformità del software alla presente norma, e deveincludere almeno quanto segue:

a) una descrizione funzionale del flusso di programma principale (per esempio sotto

forma di diagramma di flusso o struttogramma) comprendente:1) una breve descrizione dei moduli e delle funzioni che eseguono,

2) le modalità con cui i moduli interagiscono,

3) la gerarchia generale del programma,

4) le modalità con cui il software interagisce con l’hardware del rivelatore,

5) il modo in cui i moduli sono richiamati, inclusa un’eventuale gestione dellapriorità delle interruzioni;

b) una descrizione di quali aree di memoria sono utilizzate per i vari scopi (per esempioil programma, i dati specifici di impianto e i dati di esecuzione);

2) Onde consentire il corretto funzionamento dei rivelatori, questi dati dovrebbero descrivere i requisiti per la corretta elabo-razione dei segnali provenienti dal rivelatore. Ciò può essere sottoforma di una documentazione tecnica completa di talisegnali, con riferimento al protocollo appropriato di segnalazione o un riferimento alla centrale di contollocompatibile, ecc.

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c) una designazione mediante la quale sia possibile identificare in modo univoco ilsoftware e la relativa versione.

4.11.2.2 Il fabbricante deve avere a disposizione la documentazione dettagliata della progetta-zione, che è necessario fornire solo se richiesto dall’organismo incaricato della prova. Ladocumentazione deve comprendere almeno quanto segue:

a) una visione dell’intera configurazione di sistema, compresi tutti i componenti

software e hardware;b) una descrizione di ogni modulo del programma, contenente almeno:

1) il nome del modulo,

2) una descrizione delle operazioni eseguite,

3) una descrizione delle interfacce, incluso la tipologia di trasferimento dati, l’inter-vallo dati valido e i controlli di validità;

c) elenchi completi dei codici sorgente, in copia stampata o in formulario elettronico(per esempio codice ASCII), comprese tutte le variabili globali e locali, le costanti ele etichette impiegate, ed un commento sufficiente per seguire lo sviluppo del flussodi programma;

d) dettagli di eventuali strumenti software utilizzati nella fase di progettazione e imple-mentazione (per esempio strumenti CASE, compilatori).

4.11.3 Progettazione del software

Al fine di assicurare l’affidabilità del rivelatore, alla progettazione del software devonoessere applicati i seguenti requisiti:

a) il software deve avere una struttura modulare;

b) la progettazione delle interfacce per la generazione manuale automatica dei dati nondeve consentire che dati non validi causino errori nell’esecuzione del programma;

c) il software deve essere progettato in modo da evitare l’evenienza di un blocco criticonel flusso di programma.

4.11.4 Memorizzazione dei programmi e dei dati

Il programma necessario per la conformità alla presente norma ed eventuali dati preimpo-stati, come per esempio le impostazioni del fabbricante, deve essere conservato in unamemoria non volatile. La scrittura su aree di memoria contenenti tale programma e talidati deve essere possibile solo tramite l’utilizzo di appositi strumenti o codici e non deveessere possibile durante il funzionamento normale del rivelatore.

I dati specifici dell’installazione devono essere tenuti in una memoria in grado diconservare i dati per almeno 2 settimane in assenza di alimentazione esterna alrivelatore, a meno che non sia previsto il rinnovo automatico di tali dati, a seguito diun’interruzione dell’alimentazione, entro 1 h dal ripristino dell’alimentazione stessa.

5 PROVE

5.1 Generalità

5.1.1 Condizioni atmosferiche per le prove

Se non diversamente specificato in una procedura di prova, le prove devono essere effet-tuate dopo che il campione è stato lasciato stabilizzare alle condizioni atmosferichenormalizzate di prova descritte nella IEC 60068-1:1988+A1:1992, nel seguente modo:

a) temperatura: (da 15 a 35) °C;

b) umidità relativa: (dal 25 al 75) %;c) pressione dell’aria: (da 86 a 106) kPa.

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Nota Se le variazioni di questi parametri hanno un effetto significativo su una misurazione, allora tali variazionidovrebbero essere ridotte al minimo durante una serie di misurazioni svolte nel quadro di una prova di un solocampione.

5.1.2 Condizioni di funzionamento per le prove

Se un metodo di prova richiede che il campione sia in funzione, allora il campione deveessere collegato a un’idonea apparecchiatura di alimentazione e controllo con caratteri-

stiche conformi ai dati del fabbricante. Salvo diversamente specificato nel metodo diprova, i parametri di alimentazione applicati al campione devono essere impostati entrol’intervallo specificato dal costruttore e devono rimanere sostanzialmente costanti pertutta la durata delle prove. Normalmente il valore scelto per ciascun parametro deveessere il valore nominale, oppure la media dell’intervallo specificato. Se un procedimentodi prova richiede che il campione venga controllato onde rilevare segnali di allarme o diguasto, si devono eseguire i collegamenti agli eventuali dispositivi ausiliari necessari (peresempio attraverso il cablaggio di rivelatori convenzionali a un dispositivo di fine linea perconsentire il riconoscimento di un segnale di guasto).

Nota I dettagli dell’apparecchiatura di alimentazione e di controllo, nonché i criteri di allarme utilizzati dovrebberoessere riportati sul rapporto di prova.

5.1.3 Prescrizioni di montaggio

Il campione deve essere montato mediante i suoi normali mezzi di fissaggio secondo leistruzioni del fabbricante. Se le istruzioni descrivono più di un metodo di montaggio, perciascuna prova deve essere scelto il metodo considerato più sfavorevole.

5.1.4 Tolleranze

Salvo diversamente specificato, le tolleranze per i parametri ambientali di prova devonoessere come prescritto nelle norme fondamentali di riferimento per la prova (per esempiola parte pertinente della IEC 60068).

Se un requisito o una procedura di prova non specificano una tolleranza o un limite divariazione ammessa, si deve assumere una variazione di ±5%.

5.1.5 Misurazione del tempo di risposta

Il campione per il quale si deve misurare il tempo di risposta deve essere montato in untunnel climatico come descritto in 5.1.3 e nell’appendice A. Deve essere collegato aun’idonea apparecchiatura di alimentazione e controllo in conformità con 5.1.2. L’orienta-mento del campione, rispetto alla direzione del flusso d’aria, deve essere quello che hafornito il massimo tempo di risposta nella prova di dipendenza direzionale 5.2, salvo diver-samente specificato.

Prima della misurazione, la temperatura del flusso d’aria e il campione deve stabilizzarsialla temperatura specificata nella procedura di prova applicabile. La misurazione vienequindi effettuata aumentando la temperatura dell’aria, nel tunnel climatico, linearmenterispetto al tempo, alla velocità di innalzamento specificata nel procedimento di provaapplicabile, finché l’apparecchiatura di alimentazione e di controllo non indica un allarme,o finché non viene superato il limite superiore del tempo di risposta previsto per la prova.Durante la misurazione, il flusso d’aria deve essere mantenuto a una portata costante,equivalente a (0,8 ± 0,1) m s-1 a 25 °C, e per tutta la durata della prova la temperaturadell’aria deve essere regolata entro ±2 K rispetto alla temperatura nominale richiesta(vedere appendice A). Il tempo di risposta è l’intervallo di tempo tra l’inizio dell’aumento ditemperatura e l’indicazione di allarme da parte dell’apparecchiatura di alimentazione econtrollo.

Nota 1 Per stabilire l’effettivo tempo di inizio dell’aumento di temperatura si può usare un’estrapolazione lineare dellatemperatura stabilizzata e di quella in aumento rispetto alle linee del tempo.

Nota 2 Si dovrebbe fare attenzione a non sottoporre i rivelatori a sbalzi termici dannosi durante le variazioni dalla

temperatura normale a quella di allarme e viceversa.Nota 3 Dettagli ed informazioni riguardo la struttura del tunnel climatico sono forniti nelle appendici A e B.

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5.1.6 Prescrizioni per le prove

Per la prova di conformità alla presente norma si deve fornire quanto segue:a) Rivelatori resettabili: 15 rivelatori

Rivelatori non resettabili: 62 rivelatoriRivelatori non resettabili con suffisso S: 63 rivelatoriRivelatori non resettabili con suffisso R: 68 rivelatori

b) I dati richiesti in 4.10.I campioni presentati devono essere rappresentativi della produzione normale del fabbri-cante per quanto riguarda la loro costruzione e taratura.

5.1.7 Piano delle prove

I campioni di tipo resettabile devono essere numerati arbitrariamente da 1 a 15dall’organismo che esegue le prove e sottoposti a prova secondo il piano di prova delprospetto 2.Per i rivelatori che prevedono la regolazione in campo della classe:a) devono essere eseguite le prove in conformità con 5.3, 5.4, 5.5, 5.6, 5.8, 6.1 e 6.2

per ciascuna classe applicabile;b) per la classe con la temperatura più alta deve essere eseguita la prova in conformità

con 5.10;c) tutte le altre prove devono essere eseguite per almeno una classe.I campioni di tipo non resettabile devono essere numerati arbitrariamente da 1 a 62, da 1 a 63 oda 1 a 68, in base alla classe, dall’organismo che esegue le prove e sottoposti a prova secondoil piano di prova del prospetto 3.

prospetto 2 Piano di prova per i rivelatori di tipo resettabile

Prova Punto Numero/i dei campioni

Velocità d’innalzamento della temperatura dell’aria (K min-1)

<0,2 1 3 5 10 20 30 Immer-sione

Dipendenza direzionale 5.2 1

Temperatura di risposta statica 5.3 1, 2

Tempi di risposta alla temperaturanormale di esercizio

5.4 1, 2 1, 2 1, 2 1, 2 1, 2 1, 2

Tempi di risposta a partire da25 °C

5.5 1 1

Tempi di risposta a partire datemperatura ambiente elevata

5.6 1 1

Variazione dei parametri di

alimentazione

5.7 1, 2 1, 2

Riproducibilità (tempi di rispostaprima delle prove ambientali)

5.8 da 3 a 15 da 3 a 15

Freddo (prova di funzionamento) 5.9 3 3

Caldo secco (prova di durata) 5.10 4 4

Caldo umido, ciclica (prova difunzionamento)

5.11 5 5

Caldo umido, stato stazionario(prova di durata)

5.12 6 6

Corrosione da anidride solforosa(SO2) (prova di durata)

5.13 7 7

Sollecitazione (prova di funziona-mento)

5.14 8 8

Urto (prova di funzionamento) 5.15 9 9

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Vibrazione, sinusoidale (prova difunzionamento)

5.16 10 10

Vibrazione, sinusoidale (prova didurata)

5.17 10 10

Scarica elettrostatica (prova difunzionamento)

5.18 11*) 11*)

Campo elettromagnetico irradiato(prova di funzionamento)

5.18 12*) 12*)

Disturbi di conduzione indotti dacampi elettromagnetici (prova difunzionamento)

5.18 13*) 13*)

Transitori veloci (prova di funzio-namento)

5.18 14*) 14*)

Transitori lenti ad al ta energia(prova di funzionamento)

5.18 15*) 15*)

Prova supplementare per rivelatoricon suffisso S

6.1 1

Prova supplementare per rivelatoricon suffisso R

6.2 1, 2 1, 2 1, 2

*) Nell’interesse dell’economia della prova, è consentito utilizzare lo stesso campione per più di una prova CEM. Inquesto caso, le prove di funzionamento intermedie sul/i campione/i utilizzato/i per più di una prova possono essereomesse e la prova di funzionamento condotta al termine della sequenza di prove. Tuttavia si dovrebbe notare che, incaso di guasto, può non essere possibile identificare a quale prova l’esposizione ha causato il guasto (vedere punto

4 della EN 50130-4:1995 + A1:1998).

prospetto 3 Piano di prova per i rivelatori di tipo non resettabile

Prova Punto Numero/i dei campioni

Velocità d’innalzamento della temperatura dell’aria (K min-1)

<0,2 1 3 5 10 20 30 Immer-sione

Dipendenza direzionale 5.2 da 1 a 8

Temperatura di risposta statica 5.3 9, 10

Tempi di risposta alla temperaturanormale di esercizio

5.4 11, 12 13, 14 15, 16 17, 18 19, 20 21, 22

Tempi di risposta a partire da25 °C

5.5 23 24

Tempi di risposta a partire datemperatura ambiente elevata

5.6 25 26

Variazione dei parametri dialimentazione

5.7 27, 28 29, 30

Riproducibilità (tempi di rispostaprima delle prove ambientali)

5.8 31, 32 33, 34

Freddo (prova di funzionamento) 5.9 35 36Caldo secco (prova di durata) 5.10 37 38

Caldo umido, ciclica (prova difunzionamento)

5.11 39 40

prospetto 2 Piano di prova per i rivelatori di tipo resettabile (Continua)

Prova Punto Numero/i dei campioni

Velocità d’innalzamento della temperatura dell’aria (K min-1)

<0,2 1 3 5 10 20 30 Immer-sione

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5.2 Dipendenza direzionale

5.2.1 Scopo della prova

Confermare che il tempo di risposta del rivelatore non è dipendente in modo eccessivodalla direzione del flusso d’aria attorno al rivelatore.

5.2.2 Procedura di prova

Il/I campione/i deve/devono essere sottoposto/i a prova come descritto in 5.1.5 con unavelocità di innalzamento della temperatura dell’aria di 10 K min-1. Devono essere effet-tuate otto ripetizioni della prova, in ciascuna delle quali il campione viene ruotato di 45°attorno a un asse verticale tra una prova e la successiva, in modo che le prove siano effet-tuate con otto diversi orientamenti. Prima di ogni prova il campione deve essere sotto-posto al periodo di condizionamento alla temperatura normale di esercizio nel prospetto

1 in base alla classe marcata sul campione. Deve essere registrato il tempo di rispostanegli otto diversi orientamenti. Devono essere annotati gli orientamenti in corrispondenzadei quali è stato misurato il tempo di risposta minimo e massimo.

Caldo umido, stato stazionario(prova di durata)

5.12 41 42

Corrosione da anidride solforosa(SO2) (prova di durata)

5.13 43 44

Sollecitazione (prova di funziona-mento)

5.14 45 46

Urto (prova di funzionamento) 5.15 47 48

Vibrazione, sinusoidale (prova difunzionamento)

5.16 49 50

Vibrazione, sinusoidale (prova didurata)

5.17 51 52

Scarica elettrostatica (prova difunzionamento)

5.18 53*) 54*)

Campo elettromagnetico irradiato(prova di funzionamento)

5.18 55*) 56*)

Disturbi di conduzione indotti dacampi elettromagnetici (prova difunzionamento)

5.18 57*) 58*)

Transitori veloci (prova di funzio-namento)

5.18 59*) 60*)

Transitori lenti ad al ta energia(prova di funzionamento)

5.18 61*) 62*)

Prova supplementare per rivelatoricon suffisso S

6.1 63

Prova supplementare per rivelatoricon suffisso R

6.2 63, 64 65, 66 67,68

*) Nell’interesse dell’economia della prova, è consentito utilizzare lo stesso campione per più di una prova CEM. Inquesto caso, le prove di funzionamento intermedie sul/i campione/i utilizzato/i per più di una prova possono essereomesse e la prova di funzionamento condotta al termine della sequenza di prove. Tuttavia si dovrebbe notare che, incaso di guasto, può non essere possibile identificare a quale prova l’esposizione ha causato il guasto (vedere punto4 della EN 50130-4:1995 + A1:1998).

prospetto 3 Piano di prova per i rivelatori di tipo non resettabile (Continua)

Prova Punto Numero/i dei campioni

Velocità d’innalzamento della temperatura dell’aria (K min-1)

<0,2 1 3 5 10 20 30 Immer-sione

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5.2.3 Requisiti

I rivelatori di classe A1 devono rispondere tra 1 min 0 s e 4 min 20 s in tutti gli otto orien-tamenti.

I rivelatori di classe A2, B, C, D, E, F e G devono rispondere tra 2 min 0 s e 5 min 30 s intutti gli otto orientamenti.

5.3 Temperatura di risposta statica

5.3.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di rispondere correttamente a un innalzamento lentodella temperatura dell’aria.

5.3.2 Procedura di prova

I campioni devono essere sottoposti a prova come descritto in 5.1.5 con una velocità diinnalzamento della temperatura dell’aria di 1 K min-1 finché non viene raggiunta la tempe-ratura massima di esercizio applicabile come specificato nel prospetto 1 in base allaclasse marcata sul campione. In seguito la prova deve essere proseguita con una velocitàdi innalzamento massima della temperatura di 0,2 K min-1. Un campione deve essere

sottoposto a prova con l’orientamento che ha fornito il tempo di risposta massimo, mentrel’altro campione deve essere sottoposto a prova con l’orientamento che ha fornito il tempodi risposta minimo nella prova 5.2. Prima di ogni prova il campione deve essere sotto-posto al periodo di condizionamento alla temperatura di applicazione tipica specificata nelprospetto 1 in base alla classe marcata sul campione. Deve essere registrata la tempe-ratura di risposta dei campioni.

5.3.3 Requisiti

Le temperature di risposta dei rivelatori sottoposti a prova devono rientrare tra le tempe-rature di risposta statica minima e massima, specificate nel prospetto 1, secondo laclasse del rivelatore.

5.4 Tempi di risposta alla temperatura normale di esercizio

5.4.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore stabilizzato alla sua temperatura normale di eserciziodi rispondere correttamente in un intervallo di incrementi della temperatura dell’aria.

5.4.2 Procedura di prova

I campioni devono essere sottoposti a prova come descritto in 5.1.5 con incrementi dellatemperatura dell’aria di (1, 3, 5, 10, 20 e 30) K min-1. Un campione deve essere sottopostoa prova con l’orientamento che ha presentato il tempo di risposta massimo, mentre l’altrocampione deve essere sottoposto a prova con l’orientamento che ha presentato il tempo

di risposta minimo nella prova 5.2. Prima di ogni prova, il campione deve essere sotto-posto al periodo di condizionamento alla temperatura normale di esercizio specificata nelprospetto 1 in base alla classe marcata sul campione. Per ciascun campione deve essereregistrato il tempo di risposta in corrispondenza di ciascun incremento della temperaturadell’aria.

5.4.3 Requisiti

I tempi di risposta dei rivelatori devono rientrare entro i limiti di risposta inferiore esuperiore specificati nel prospetto 4 a seconda della classe del rivelatore.

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Nota Informazioni sulla derivazione dei limiti indicati nel prospetto 4 sono contenute nell’appendice C.

5.5 Tempi di risposta a partire da 25 °C

5.5.1 Scopo della prova

Accertare che i rivelatori di una classe con una temperatura normale di eserciziomaggiore di 25 °C (vedere prospetto 1) non presentano una risposta anormalmenteveloce ad aumenti normali della temperatura. Questa prova non è pertanto applicabile airivelatori di classe A1 o A2.

5.5.2 Procedura di prova

Il/I campione/i deve/devono essere sottoposto/i a prova come descritto in 5.1.5 per incre-menti della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1. Il campione deve essere sotto-posto a prova con l’orientamento che nella prova 5.2 ha dato il tempo di risposta minimo.Prima di ogni prova il campione deve essere stabilizzato a 25 °C. Devono essere registratii tempi di risposta del campione.

5.5.3 Requisiti

Il tempo di risposta a 3 K min-1 deve superare 7 min 13 s, e il tempo di risposta a20 K min-1 deve superare 1 min 0 s.

5.6 Tempi di risposta a partire da temperatura ambiente elevata (funzionamento a caldosecco)

5.6.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di funzionare correttamente a temperature ambienteelevate, adeguate alle temperature di esercizio previste.

5.6.2 Procedura di prova

Il/I campione/i deve/devono essere sottoposto/i a prova come descritto in 5.1.5 per incre-menti della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1. Il campione deve essere sotto-posto a prova con l’orientamento che nella prova 5.2 ha dato il tempo di risposta massimo.Prima di ogni prova il campione deve essere stabilizzato per 2 h alla temperaturamassima di esercizio specificata nel prospetto 1 in base alla classe marcata sulcampione. L’incremento della temperatura dell’aria fino alla temperatura di stabilizzazionedeve essere ≤1 K min-1. Devono essere registrati i tempi di risposta del campione.

prospetto 4 Limiti dei tempi di risposta

Velocitàd’innalzamento dellatemperatura dell’aria

 K min-1

Rivelatori di classe A1 Rivelatori di classe A2, B, C, D, E, F e G

Limite inferiore deltempo di risposta

Limite superiore deltempo di risposta

Limite inferiore deltempo di risposta

Limite superiore deltempo di risposta

min s min s min s min s1 29 0 40 20 29 0 46 0

3 7 13 13 40 7 13 16 0

5 4 9 8 20 4 9 10 0

10 1 0 4 20 2 0 5 30

20 30 2 20 1 0 3 13

30 20 1 40 40 2 25

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5.6.3 Requisiti

Nessun allarme o segnale di guasto deve essere emesso nella fase di innalzamento dellatemperatura fino alla temperatura di stabilizzazione o durante il periodo di stabilizzazione.

I tempi di risposta dei rivelatori devono rientrare nei limiti di risposta inferiore e superiorespecificati nel prospetto 5, secondo la classe del rivelatore.

5.7 Variazione dei parametri di alimentazione

5.7.1 Scopo della prova

Accertare che, entro l’/gli intervallo/i specificato/i dei parametri di alimentazione (peresempio tensione), il tempo di risposta del rivelatore non è eccessivamente dipendenteda questi parametri.

5.7.2 Procedura di prova

I campioni devono essere sottoposti a prova come descritto in 5.1.5, a incrementi dellatemperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1, al limite inferiore e superiore dell’intervallodei parametri relativi all’alimentazione (per esempio la tensione) specificati dal fabbri-cante. Un campione deve essere sottoposto a prova con l’orientamento che ha fornito iltempo di risposta massimo, mentre l’altro campione deve essere sottoposto a prova con

l’orientamento che ha fornito il tempo di risposta minimo nella prova 5.2. Prima di ogniprova, il campione deve essere stabilizzato alla temperatura di applicazione tipica speci-ficata nel prospetto 1 in base alla classe marcata sul campione. Devono essere registratii tempi di risposta per entrambi gli incrementi della temperatura dell’aria in corrispon-denza di ciascun limite del parametro di alimentazione.

Nota Per i rivelatori convenzionali il parametro di risposta è la tensione di corrente continua applicata al rivelatore.Per altri tipi di rivelatori (per esempio analogici indirizzabili) è possibile che si debbano considerare segnalimodulati e temporizzazione. Se necessario, al fabbricante può essere richiesto di fornire apparecchiature dialimentazione idonee a consentire la modifica dei parametri di alimentazione secondo necessità.

5.7.3 Requisiti

I tempi di risposta dei rivelatori devono rientrare tra i tempi limite di risposta inferiore esuperiore specificati nel prospetto 4 per la relativa classe del rivelatore.

5.8 Riproducibilità

5.8.1 Scopo della prova

Accertare che i tempi di risposta dei rivelatori rientrano nei limiti richiesti e, per i rivelatoriresettabili, stabilire i dati base dei tempi di risposta per il confronto con i tempi di rispostamisurati dopo le prove ambientali.

5.8.2 Procedura di prova

Il tempo di risposta dei campioni deve essere misurato come descritto in 5.1.5 con incre-

menti della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 con l’orientamento che ha fornitoil tempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ogni prova, il campione deve esseresottoposto al periodo di condizionamento alla temperatura normale di esercizio speci-ficata nel prospetto 1 in base alla classe marcata sul campione.

prospetto 5 Limiti di risposta alla temperatura massima di esercizio

Classe del rivelatore Limite inferiore del tempo di risposta con uninnalzamento della temperatura dell’aria di:

Limite superiore del tempo di risposta con uninnalzamento della temperatura dell’aria di:

3 K min-1 20 K min-1 3 K min-1 20 K min-1

min s min s min s min s

A1 1 20 12 13 40 2 20

Tutte le altre 1 20 12 16 0 3 13

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5.8.3 Requisiti

I tempi di risposta dei rivelatori devono rientrare tra i tempi limite di risposta inferiore esuperiore specificati nel prospetto 4 per la relativa classe del rivelatore.

5.9 Freddo (prova di funzionamento)

5.9.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di funzionare correttamente a temperature ambientebasse, analoghe alle temperature di esercizio previste.

5.9.2 Procedura di prova

5.9.2.1 Riferimento

L’apparecchiatura e la procedura di prova devono essere come descritto nellaIEC 60068-2-1:1990+A1:1993+A2:1994 Prova Ab, e come di seguito descritto.

5.9.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere montato/i come descritto in 5.1.3 e deve/devono

essere collegato/i all’apparecchiatura di alimentazione e controllo come descritto in 5.1.2.

5.9.2.3 Condizionamento

Deve essere applicato il seguente condizionamento:

Temperatura: (-10 ± 3) °C

Durata: 16 h

Nota La prova Ab specifica un tasso di variazione della temperatura di ≤1 K min-1 durante i transitori da e verso latemperatura di condizionamento.

5.9.2.4 Misurazioni durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere sorvegliato/i durante il periodo di condizionamento alfine di rivelare eventuali segnali di allarme o di guasto.

5.9.2.5 Misurazioni finali

Il tempo di risposta del/dei campione/i deve essere misurato come descritto in 5.1.5 perincrementi della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 nell’orientamento che hadato il tempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ogni prova, il campione deveessere stabilizzato alla temperatura di applicazione tipica specificata nel prospetto 1 inbase alla classe marcata sul campione.

5.9.3 Requisiti

Nessun allarme o segnale di guasto deve essere emesso nella fase di transizione verso la

temperatura di condizionamento o durante il periodo alla temperatura di condiziona-mento.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min-1 non deve essere minore di 7 min13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella provaequivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 30 sper i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi variazione deltempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8 non devesuperare 30 s.

Per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro i tempilimite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per la rispettiva classe del

rivelatore.

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5.10 Caldo secco (prova di durata)

5.10.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di resistere a temperature ambiente elevate, appro-priate alla propria classe. Questa prova non è applicabile ai r ivelatori di classe A1, A2 e B.

5.10.2 Procedura di prova

5.10.2.1 Riferimento

L’apparecchiatura e la procedura di prova devono essere come descritto nellaIEC 60068-2-2:1974+Supp.A:1976+A1:1993+A2:1994 Prova Ba o Bb, e come di seguitoindicato.

5.10.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere montato/i come descritto in 5.1.3 ma non deve/devonoessere alimentato/i elettricamente durante il condizionamento.

5.10.2.3 Condizionamento

La temperatura di condizionamento specificata nel prospetto 6 deve essere applicata per21 giorni.

5.10.2.3 Misurazioni finali

Il tempo di risposta del/dei campione/i deve essere misurato come descritto in 5.1.5 avelocità di innalzamento della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 con l’orienta-mento che ha dato il tempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ogni prova, ilcampione deve essere stabilizzato alla temperatura di applicazione tipica specificata nelprospetto 1 in base alla classe marcata sul campione.

5.10.3 Requisiti

Quando il campione viene ricollegato non deve essere emesso nessun segnale di guastoattribuibile al condizionamento richiesto per la prova di durata.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min -1 non deve essere minore di7 min 13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nellaprova equivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 1 min0 s e qualsiasi variazione nel tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella provaequivalente 5.8 non deve superare 30 s.

Per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro i tempilimite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per la r ispettiva classe delrivelatore.

prospetto 6 Temperature di condizionamento a caldo secco (prova di durata)

Classe del rivelatore Temperaturadi condizionamento

°C

C 80 ± 2

D 95 ± 2

E 110 ± 2

F 125 ± 2G 140 ± 2

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5.11 Caldo umido, ciclica (prova di funzionamento)

5.11.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di funzionare correttamente in presenza di umiditàrelative elevate (con formazione di condensa), le quali possono verificarsi per brevi periodinell’ambiente di funzionamento previsto.

5.11.2 Procedura di prova

5.11.2.1 Riferimento

L’apparecchiatura e la procedura di prova devono essere come descritto nellaIEC 60068-2-30:1980+A1:1985, ciclo di prova della Variante 1 e condizioni di ripristinocontrollate, nonché come di seguito descritto.

5.11.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere montato/i come descritto in 5.1.3 e deve/devonoessere collegato/i all’apparecchiatura di alimentazione e controllo come descritto in 5.1.2.

5.11.2.3 CondizionamentoDeve essere applicata la seguente severità di condizionamento (IEC 60068-2-30 Severità 1):

Temperatura inferiore: (25 ± 3) °C

Temperatura superiore: (40 ± 2) °C

Umidità relativa:

a) alla temperatura inferiore: ≥95%

b) alla temperatura superiore: (93 ± 3) %

Numero di cicli: 2

5.11.2.4 Misurazioni durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere sorvegliato/i durante il periodo di condizionamento alfine di rivelare eventuali segnali di allarme o di guasto.

5.11.2.5 Misurazioni finali

Dopo il periodo di ripristino il tempo di risposta del/dei campione/i deve essere misuratocome descritto in 5.1.5 con incrementi della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1

con l’orientamento che ha dato il tempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ogniprova, il campione deve essere sottoposto al periodo di condizionamento alla temperaturanormale di esercizio specificata nel prospetto 1 in base alla classe marcata sul campione.

5.11.3 Requisiti

Durante il condizionamento nessun allarme o segnale di guasto deve essere emesso.Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min -1 non deve essere minore di7 min 13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nellaprova equivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 30 sper i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi variazione deltempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8 non devesuperare 30 s.

Per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro i tempilimite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per la rispettiva classe delrivelatore.

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5.12 Caldo umido, stato stazionario (prova di durata)

5.12.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di resistere agli effetti a lungo termine dell’umiditànell’ambiente di utilizzo (per esempio variazioni delle proprietà elettriche dei materiali,reazioni chimiche che comportano umidità, corrosione galvanica ecc.).

5.12.2 Procedura di prova

5.12.2.1 Riferimento

L’apparecchiatura e la procedura di prova devono essere come descritto nellaIEC 60068-2-56:1988 Prova Cb o IEC 60068-2-3:1969+A1:1984 Prova Ca, e come diseguito descritto.

5.12.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere montato/i come descritto in 5.1.3 ma non deve/devonoessere alimentato/i elettricamente durante il condizionamento.

5.12.2.3 CondizionamentoDeve essere applicato il seguente condizionamento:

Temperatura: (40 ± 2) °C

Umidità relativa: (93 ± 3) %

Durata: 21 giorni

5.12.2.4 Misurazioni finali

Dopo un periodo di ripristino di almeno 1 h nelle condizioni normali di laboratorio, il tempodi risposta del/dei campione/i deve essere misurato come descritto in 5.1.5 con incrementidella temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 con l’orientamento che ha dato iltempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ogni misurazione il campione deveessere sottoposto al periodo di condizionamento alla temperatura di applicazione tipicaspecificata nel prospetto 1 in base alla classe marcata sul campione.

5.12.3 Requisiti

Quando il campione viene ricollegato non deve essere emesso nessun segnale di guastoattribuibile al condizionamento per la prova di durata.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min -1 non deve essere minore di7 min 13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nellaprova equivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 30 sper i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi variazione del

tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8 non devesuperare 30 s.

Per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro i tempilimite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per la r ispettiva classe delrivelatore.

5.13 Corrosione da anidride solforosa (SO2) (prova di durata)

5.13.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di resistere agli effetti corrosivi dell’anidride solforosacome inquinante presente nell’atmosfera.

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5.13.2 Procedura di prova

5.13.2.1 Riferimento

L’apparecchiatura e la procedura di prova devono essere come descritto nellaIEC 60068-2-42:1982 Prova Kc, salvo per il condizionamento, che deve essere come diseguito descritto.

5.13.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamentoIl/I campione/i deve/devono essere montato/i come descritto in 5.1.3. Non deve esserealimentato elettricamente durante il condizionamento, ma deve avere fili di rame nonstagnati, di diametro appropriato e collegati a un numero di terminali sufficiente aconsentire l’effettuazione della misurazione finale senza dover eseguire altri collegamential campione.

5.13.2.3 Condizionamento

Deve essere applicato il seguente condizionamento:

Temperatura: (25 ± 2) °C

Umidità relativa: (93 ± 3) %

Concentrazione di SO2 (25 ± 5) ppm (in volume)

Durata: 21 giorni

5.13.2.4 Misurazioni finali

Subito dopo il condizionamento, il/i campione/i deve/devono essere sottoposto/i a unafase di essiccazione di 16 h a (40 ± 2) °C, U.R. ≤ 50%, seguita da una fase di ripristino dialmeno 1 h alle condizioni normalizzate di laboratorio. In seguito il tempo di risposta del/deicampione/i deve essere misurato come descritto in 5.1.5 con incrementi della tempe-ratura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 con l’orientamento che ha dato il tempo di rispostamassimo nella prova 5.2. Prima di ogni misurazione il campione deve essere sottoposto aun periodo di condizionamento alla temperatura normale di esercizio specificata nel

prospetto 1 in base alla classe marcata sul campione.

5.13.3 Requisiti

Quando il campione viene ricollegato non deve essere emesso nessun segnale di guastoattribuibile al condizionamento per la prova di durata.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min -1 non deve essere minore di7 min 13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nellaprova equivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 30 sper i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi variazione deltempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8 non deve

superare 30 s.Per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro i tempilimite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per la rispettiva classe delrivelatore.

5.14 Sollecitazione (prova di funzionamento)

5.14.1 Scopo della prova

Accertare la resistenza del rivelatore a sollecitazioni meccaniche a cui può essere sotto-posto, sebbene non di frequente, nell’ambiente di utilizzo previsto.

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5.15.2 Procedura di prova

5.15.2.1 Apparecchiatura

L’apparecchiatura di prova deve comprendere un martello oscillante che incorpora unatesta di lega d’alluminio a sezione rettangolare (lega d’alluminio Al Cu4 Si Mg conformealla ISO 209-1:1989, che ha subito un trattamento di soluzione e precipitazione) con lasuperficie d’urto piana smussata formante un angolo di 60° rispetto all’orizzontale,quando in posizione di battuta (ossia quando il manico del martello è verticale). La testadel martello deve avere un’altezza di (50 ± 2,5) mm, una larghezza di (76 ± 3,8) mm e unalunghezza di (80 ± 4) mm a mezza altezza, come mostrato nella figura D.1. Un apparatoidoneo è illustrato nell’appendice D.

5.15.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere montato/i in modo rigido sull’apparecchiatura tramite isuoi normali elementi di fissaggio e deve/devono essere posizionato/i in modo da esserecolpito/i dalla metà superiore della superficie d’urto quando il martello è in posizioneverticale (ovvero quando la testa del martello si muove orizzontalmente). La direzioneazimutale e il punto d’urto, rispetto al campione, devono essere scelti in modo cheabbiano le maggiori probabilità di compromettere il normale funzionamento del campionestesso. Il/I campione/i deve/devono essere collegato/i alla propria apparecchiatura dialimentazione e controllo come descritto in 5.1.2.

5.15.2.3 Condizionamento

Deve essere applicato il seguente condizionamento:

Energia d’urto: (1,9 ± 0,1) J

Velocità del martello: (1,5 ± 0,13) m s-1

Numero di urti: 1

5.15.2.4 Misurazioni durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere sorvegliato/i durante il periodo di condizionamento eper i successivi 2 min al fine di rilevare eventuali segnali di allarme o di guasto.

5.15.2.5 Misurazioni finali

Il tempo di risposta del/dei campione/i deve essere misurato come descritto in 5.1.5 aincrementi della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 con l’orientamento che hadato il tempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ogni misurazione il campionedeve essere sottoposto al periodo di condizionamento alla temperatura normale diesercizio specificata nel prospetto 1 in base alla classe marcata sul campione.

5.15.3 Requisiti

Nessun allarme o segnale di guasto deve essere emesso durante il periodo di condizionamentoo nei 2 min successivi.Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min-1 non deve essere minore di 7 min13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella provaequivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 30 sper i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi variazione deltempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8 non devesuperare 30 s.

Per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro i tempilimite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per la rispettiva classe delrivelatore.

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5.16 Vibrazione, sinusoidale (prova di funzionamento)

5.16.1 Scopo della prova

Accertare la resistenza del rivelatore a vibrazioni a livelli considerati appropriati alnormale ambiente di utilizzo.

5.16.2 Procedura di prova

5.16.2.1 Riferimento

L’apparecchiatura e la procedura di prova devono essere come descritto nellaIEC 60068-2-6:1995+Corr:1995 Prova Fc, e come di seguito descritto.

5.16.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere montato/i come descritto in 5.1.3 su un supportorigido, e deve/devono essere collegato/i alla propria apparecchiatura di alimentazione econtrollo come descritto in 5.1.2. La vibrazione deve essere applicata su ciascuno dei treassi perpendicolari tra loro, uno alla volta. Il campione deve essere montato in modo cheuno dei tre assi sia perpendicolare al suo normale piano di montaggio.

5.16.2.3 Condizionamento

Deve essere applicato il seguente condizionamento:

Campo di frequenza: (da 10 a 150) Hz

Ampiezza di accelerazione: 5 m s-2 (≈0,5 gn)

Numero di assi: 3

Velocità di scansione: 1 ottava min-1

Numero di cicli di scansione: 1 per asse

Nota Le prove di funzionamento e di durata con vibrazioni possono essere combinate in modo che il campione siasottoposto al condizionamento per la prova di funzionamento seguito dal condizionamento per la prova di

durata su un asse prima di passare all’asse successivo. È necessario eseguire una sola misurazione finale.

5.16.2.4 Misurazioni durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere sorvegliato/i durante il periodo di condizionamento alfine di rivelare eventuali segnali di allarme o di guasto.

5.16.2.5 Misurazioni finali

Le misurazioni finali specificate in 5.17.2.4 sono normalmente eseguite dopo la prova didurata alle vibrazioni e vanno eseguite solo se la prova di funzionamento viene effettuataseparatamente.

5.16.3 Requisiti

Durante il condizionamento nessun allarme o segnale di guasto deve essere emesso.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min -1 non deve essere minore di7 min 13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nellaprova equivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 30 sper i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi variazione deltempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8 non devesuperare 30 s.

Per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro i tempilimite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per la r ispettiva classe delrivelatore.

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5.17 Vibrazione, sinusoidale (prova di durata)

5.17.1 Scopo della prova

Accertare la capacità del rivelatore di resistere agli effetti a lungo termine delle vibrazionia livelli considerati appropriati all’ambiente di utilizzo.

5.17.2 Procedura di prova

5.17.2.1 Riferimento

L’apparecchiatura e la procedura di prova devono essere come descritto nellaIEC 60068-2-6:1995+Corr:1995 Prova Fc, e come di seguito descritto.

5.17.2.2 Stato del/dei campione/i durante il condizionamento

Il/I campione/i deve/devono essere montato/i come descritto in 5.1.3 ma non deve/devonoessere alimentato/i elettricamente durante il condizionamento. La vibrazione deve essereapplicata a ciascuno dei tre assi perpendicolari tra loro, uno alla volta. Il campione deveessere montato in modo che uno dei tre assi sia perpendicolare al suo normale asse dimontaggio.

5.17.2.3 Condizionamento

Deve essere applicato il seguente condizionamento:

Campo di frequenza: (da 10 a 150) Hz

Ampiezza di accelerazione: 10 m s-2 (≈1,0 gn)

Numero di assi: 3

Velocità di scansione: 1 ottava min-1

Numero di cicli di scansione: 20 per asse

Nota Le prove di funzionamento e di durata con vibrazioni possono essere combinate in modo che il campione siasottoposto al condizionamento per la prova di funzionamento seguito dal condizionamento per la prova di

durata su un asse prima di passare all’asse successivo. È necessario eseguire una sola misurazione finale.

5.17.2.4 Misurazioni finali

Il tempo di risposta del/dei campione/i deve essere misurato come descritto in 5.1.5 aincrementi della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 con l’orientamento che hadato il tempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ogni misurazione il campionedeve essere sottoposto al periodo di condizionamento alla temperatura normale diesercizio specificata nel prospetto 1 in base alla classe marcata sul campione.

5.17.3 Requisiti

Quando il campione viene ricollegato non deve essere emesso nessun segnale di guastoattribuibile al condizionamento per la prova di durata.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min -1 non deve essere minore di7 min 13 s e qualsiasi variazione del tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nellaprova equivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s.

Per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min-1 non deve essere minore di 30 sper i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi variazione deltempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8 non devesuperare 30 s.

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5.18 Compatibilità elettromagnetica (CEM), Prove di immunità (prova di funzionamento)

Le seguenti prove di immunità (CEM) devono essere effettuate, come descritto nellaEN 50130-4:1995 + A1:1998:

a) scarica elettrostatica;

b) campi elettromagnetici irradiati;

c) disturbi di conduzione indotti da campi elettromagnetici;

d) transitori veloci;

e) transitori lenti ad alta energia.

Per queste prove si applicano i criteri di conformità specificati nella EN 50130-4:1995 + A1:1998,e i seguenti:

1) la prova di funzionamento, richiesta per le misurazioni iniziali e finali, deve esserecome segue:

il tempo di risposta del/dei campione/i deve essere misurato come descritto in 5.1.5con incrementi della temperatura dell’aria di 3 K min-1 e 20 K min-1 con l’orienta-mento che ha dato il tempo di risposta massimo nella prova 5.2. Prima di ognimisurazione il campione deve essere sottoposto al periodo di condizionamento alla

temperatura normale di esercizio specificata nel prospetto 1 in base alla classemarcata sul campione;

2) la condizione di funzionamento richiesta deve essere come descritto in 5.1.2;

3) i criteri di accettazione per la prova di funzionamento dopo il condizionamentodevono essere come segue:

per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 3 K min-1 non deve essere minore di7 min 13 s e qualsiasi variazione nel tempo di risposta rispetto al tempo ottenutonella prova equivalente 5.8 non deve superare 2 min 40 s;

per i rivelatori resettabili il tempo di risposta a 20 K min -1 non deve essere minore di30 s per i rivelatori di classe A1, di 1 min 0 s per tutte le altre classi, e qualsiasi varia-zione nel tempo di risposta rispetto al tempo ottenuto nella prova equivalente 5.8

non deve superare 30 s;per i rivelatori non resettabili, i tempi di risposta devono essere compresi entro itempi limite di risposta inferiore e superiore specificati nel prospetto 4 per larispettiva classe del rivelatore.

6 PROVE AGGIUNTIVE PER RIVELATORI CON SUFFISSI DI CLASSE

6.1 Prova per i rivelatori con suffisso S

6.1.1 Scopo della prova

Accertare che un rivelatore con suffisso S non risponde al di sotto della minima tempe-ratura di risposta statica stabilita per la classe del rivelatore. Questa prova è applicabilesolo ai rivelatori con suffisso S.

Nota I rivelatori con suffisso S possono essere particolarmente adatti all’utilizzo in applicazioni come locali caldaiee cucine, dove si possono avere elevati incrementi della temperatura per lunghi periodi.

6.1.2 Procedura di prova

6.1.2.1 Prova di immersione

Il campione deve essere montato come descritto in 5.1.3 e deve essere collegatoall’apparecchiatura di alimentazione e controllo come descritto in 5.1.2.

Il campione deve essere sottoposto al periodo di condizionamento alla temperatura dicondizionamento specificata nel prospetto 7 in base alla classe marcata sul campione. Altermine del periodo di condizionamento, il campione deve essere trasferito, in un temponon maggiore di 10 s, in un flusso d’aria di 0,8 m s -1 (massa equivalente a 25 °C)

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mantenuto alla temperatura specificata nel prospetto 7. Il campione deve essere provatocon l’orientamento che ha fornito il tempo di risposta minimo, come determinato nellaprova 5.2. Il campione deve essere esposto al flusso d’aria per almeno 10 min. Si deveannotare ogni risposta del campione in questa fase o durante la fase di trasferimento.

6.1.2.2 Revisione dei dati dei tempi di risposta

Si devono rivedere i tempi di risposta dei campioni sottoposti alle prove 5.4 e 5.8.

6.1.3 Requisiti

Il campione sottoposto alla prova di immersione, in conformità a 6.1.2.1, non deveemettere un allarme o un segnale di guasto durante la fase di trasferimento o durante i10 min di esposizione al flusso d’aria, quando sottoposto a prova in conformità a 6.1.2.1.

I tempi di risposta dei campioni sottoposti a prova in 5.4 e 5.8 devono superare i limitiinferiori del tempo di risposta per ciascun incremento applicabile della temperatura speci-

ficata nel prospetto 8.

Nota Questi limiti inferiori del tempo di r isposta corrispondono a un innalzamento minimo della temperatura di 29 Ksopra la temperatura di stabilizzazione.

6.2 Prova per i rivelatori con suffisso R

6.2.1 Scopo della prova

Accertare che un rivelatore con suffisso R mantiene i requisiti di risposta della sua classecon incrementi della temperatura elevati, a partire da una temperatura iniziale al di sottodella temperatura normale di esercizio applicabile alla classe marcata sul rivelatore.

Questa prova è applicabile solo ai rivelatori con suffisso R.Nota I rivelatori con suffisso R possono essere particolarmente adatti all’utilizzo in edifici non riscaldati dove la

temperatura ambiente può variare considerevolmente e dove non si verificano incrementi della temperaturaelevate per lunghi periodi.

prospetto 7 Temperatura di condizionamento e del flusso d’aria

Classe delrivelatore Temperatura dicondizionamento°C

Temperatura delflusso d’aria°C

A1S 5 ± 2 50 ± 2

A2S 5 ± 2 50 ± 2

BS 20 ± 2 65 ± 2

CS 35 ± 2 80 ± 2

DS 50 ± 2 95 ± 2

ES 65 ± 2 110 ± 2

FS 80 ± 2 125 ± 2

GS 95 ± 2 140 ± 2

prospetto 8 Limite inferiore di risposta per i rivelatori della classe con suffisso S

Velocità d’innalzamentodella temperatura dell’aria

Limite inferiore del tempo dirisposta

K min-1 min s

3 9 40

5 5 48

10 2 54

20 1 27

30 58

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6.2.2 Procedura di prova

I campioni devono essere sottoposti a prova come descritto in 5.1.5 con incrementi dellatemperatura dell’aria di 10 K min-1, 20 K min-1 e 30 K min-1. Un campione deve esseresottoposto a prova con l’orientamento che ha fornito il tempo di risposta minimo, e l’altrocampione deve essere provato con l’orientamento che ha fornito il tempo di rispostamassimo nella prova 5.2. Prima di ogni prova il flusso d’aria e il campione devono esserestabilizzati fino alla temperatura specificata nel prospetto 9 in base alla classe marcata sul

campione. Devono essere registrati i tempi di risposta del campione.

6.2.3 Requisiti

I tempi di risposta dei rivelatori devono essere compresi entro i tempi limite di rispostainferiore e superiore specificati nel prospetto 4, secondo la classe del rivelatore.

prospetto 9 Temperatura di condizionamento iniziale per i rivelatori con suffisso R

Classe del rivelatore Temperatura dicondizionamento iniziale

°C

A1R 5 ± 2

A2R 5 ± 2

BR 20 ± 2

CR 35 ± 2

DR 50 ± 2ER 65 ± 2

FR 80 ± 2

GR 95 ± 2

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APPENDICE A TUNNEL CLIMATICO PER LA MISURAZIONE DEL TEMPO DI RISPOSTA E(normativa) DELLA TEMPERATURA DI RISPOSTA

Quanto segue specifica le proprietà del tunnel climatico che sono di primaria importanzaper eseguire misurazioni ripetibili e riproducibili del tempo di risposta e della temperaturadi risposta statica dei rivelatori di calore. Tuttavia, poiché non è pratico specificare emisurare tutti i parametri, cosa che potrebbe influenzare le misurazioni, si dovrebbe consi-

derare e tenere conto delle informazioni di base contenute nell’appendice B quando siprogetta e si utilizza un tunnel climatico al fine di effettuare le misurazioni in conformitàalla presente norma.

Il tunnel climatico deve soddisfare i seguenti requisiti per ciascuna classe di rivelatori dicalore per la prova dei quali viene utilizzato.

Il tunnel climatico deve avere una sezione di lavoro orizzontale contenente un volume dilavoro. Il volume di lavoro è una parte definita della sezione di lavoro, dove la temperaturadell’aria e le condizioni di flusso dell’aria rientrano rispettivamente in ±2 K e ±0,1 m s-1

rispetto alle condizioni di prova nominali. La conformità a questo requisito deve essereverificata regolarmente, sia in condizioni statiche che di innalzamento della temperatura,tramite misurazioni in un numero adeguato di punti distribuiti all’interno e sui confiniimmaginari del volume di lavoro. Il volume di lavoro deve essere abbastanza grande daracchiudere completamente il/i rivelatore/i da sottoporre a prova, la necessaria parte dipiastra di montaggio e la parte sensibile del misuratore di temperatura.

Il rivelatore da sottoporre a prova deve essere montato nella sua posizione di funziona-mento normale sul lato inferiore di una piastra piatta allineata con il flusso d’aria nelvolume di lavoro. La piastra deve avere uno spessore di (5 ± 1) mm e dimensioni tali percui il/i bordo/i della piastra si trovi/trovino ad almeno 20 mm da qualsiasi parte delrivelatore. Il/I bordo/i della piastra deve/devono avere una forma semicircolare e il flussod’aria tra la piastra ed il soffitto del tunnel non deve essere indebitamente ostruito. Ilmateriale di cui è costituita la piastra deve avere una conduttività termica non maggiore di0,52 W m-1 K-1.

Se uno o più rivelatori devono essere montati nel volume di lavoro e sottoposti a prova

contemporaneamente, è necessario aver eseguito precedentemente prove checonfermino che le misurazioni del tempo di risposta eseguite simultaneamente su più diun rivelatore corrispondano alle misurazioni eseguite sui singoli rivelatori. In caso didiscordanze, deve essere accettato il valore ottenuto con la prova sul singolo rivelatore.

Devono essere forniti i mezzi atti a creare un flusso d’aria attraverso il volume di lavoro atemperature costanti e con le velocità di innalzamento della temperatura dell’aria specificateper le classi di rivelatori da sottoporre a prova. Questo flusso d’aria deve essere essenzial-mente laminare e mantenuto a una portata costante, equivalente a (0,8 ± 0,1) m s-1 a 25 °C.

Il sensore della temperatura deve essere posizionato ad almeno 50 mm a monte delrivelatore e ad almeno 25 mm al di sotto della superficie inferiore della piastra dimontaggio. La temperatura dell’aria deve essere mantenuta entro ±2 K rispetto allatemperatura nominale richiesta in qualsiasi momento durante la prova.

Il sistema di misurazione della temperatura dell’aria deve avere una costante di tempocomplessiva non maggiore di 2 s, quando misurata in aria con una portata equivalente a(0,8 ± 0,1) m s-1 a 25 °C.

Devono essere previsti i mezzi per misurare il tempo di risposta del rivelatore sottopostoa prova con una precisione di ±1 s.

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APPENDICE B INFORMAZIONI SULLA COSTRUZIONE DEL TUNNEL CLIMATICO(informativa)

I rivelatori di calore reagiscono quando il/i segnale/i da uno o più sensori soddisfa/soddi-sfano determinati criteri. La temperatura del/dei sensore/i è correlata alla temperaturadell’aria che circonda il rivelatore, tuttavia il rapporto è normalmente complesso e dipendeda molteplici fattori, come l’orientamento, il montaggio, la velocità dell’aria, la turbolenza,

la velocità di innalzamento della temperatura dell’aria ecc. I tempi di risposta e la tempe-ratura di risposta, nonché la loro stabilità, sono i principali parametri da considerarequando si valuta la prestazione di rivelazione di incendio dei rivelatori di calore conforme-mente alla presente norma.

Diverse configurazioni di tunnel climatico sono adatte alle prove specificate nella presentenorma; in ogni caso per la progettazione e la caratterizzazione dei tunnel climatici sidovrebbe tenere conto dei seguenti punti.

Vi sono due tipi fondamentali di tunnel climatico: con ricircolo e senza r icircolo. A parità dicomponenti, un tunnel senza ricircolo richiede un riscaldatore più potente che non untunnel con ricircolo, in particolare per le velocità di innalzamento della temperaturadell’aria più elevate. In genere occorre maggiore attenzione per assicurare che il riscal-datore ad alta potenza e il sistema di controllo di un tunnel senza ricircolo sianoabbastanza reattivi alle variazioni di domanda di calore necessario a raggiungere latemperatura richiesta rispetto al tempo nella sezione di lavoro. Per contro, mantenere unaportata costante all’aumentare della temperatura è generalmente più difficile nei tunnelcon ricircolo.

Il sistema di controllo della temperatura deve essere in grado di mantenere la temperaturaentro ±2 K dell’"andamento ideale" per tutte le velocità di innalzamento della temperaturadell’aria specificate. Tale prestazione può essere raggiunta in diversi modi, per esempio:

- tramite il controllo proporzionale del riscaldamento, nel caso in cui più elementi diriscaldamento sono impiegati per ottenere velocità di innalzamento più alte. Unamigliore regolazione della temperatura può essere ottenuta alimentando alcuni deglielementi riscaldanti in continuo e al contempo tenendo sotto controllo gli altri. Con

questo sistema di regolazione la distanza tra gli elementi riscaldanti nel tunnel e ilrivelatore sottoposto a prova non dovrebbe essere elevata, onde evitare che il ritardointrinseco nel circuito di retroazione del regolatore della temperatura divengaeccessivo con una portata d’aria di 0,8 m s-1; 

- mediante regolazione della portata di alimentazione dell’aria a monte degli elementiriscaldanti, assistita da un dispositivo di retroazione proporzionale/integrale (PI).Questo sistema di controllo consente una maggiore distanza tra gli elementi riscal-danti del tunnel e il rivelatore sottoposto a prova.

La cosa importante è che i profili di temperatura specificati siano ottenuti con la precisionerichiesta nella sezione di lavoro.

In un tunnel senza ricircolo, l’anemometro utilizzato per la regolazione e il monitoraggiodel flusso dell’aria può essere collocato in una sezione del tunnel a monte del riscal-

datore, dove sarà soggetto a una temperatura sostanzialmente costante, eliminando cosìogni necessità di compensare termicamente la sua uscita. Una velocità costante, indicatada un anemometro posizionato in questo modo, dovrebbe correlarsi a una portatacostante attraverso il volume di lavoro. Tuttavia, per mantenere una portata costante apressione atmosferica normale in un tunnel con ricircolo, è necessario aumentare lavelocità dell’aria a mano a mano che la temperatura dell’aria aumenta. Si dovrebbedunque prestare particolare attenzione ad utilizzare una correzione appropriata per ilcoefficiente di temperatura dell’anemometro che controlla il flusso d’aria. Non si dovrebbepresumere che un anemometro a compensazione automatica della temperaturacompensi con sufficiente tempestività valori di aumento della temperatura dell’aria elevati.

Il flusso d’aria creato da un ventilatore nel tunnel sarà turbolento, ed è necessario chepassi attraverso un raddrizzatore di flusso per creare un flusso quasi laminare ed

uniforme nel volume di lavoro (vedere figure B.1 e B.2). Questo può essere facilitato utiliz-zando un filtro, un nido d’ape o entrambi, in linea con e a monte della sezione di lavoro deltunnel. Si dovrebbe fare attenzione che il flusso d’aria dal riscaldatore sia miscelato a unatemperatura uniforme, prima di entrare nel raddrizzatore di flusso.

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Non è possibile progettare un tunnel in cui si abbiano condizioni di temperatura e di flussouniformi nella maggior parte della sezione di lavoro. Esisteranno delle deviazioni, in parti-colare in prossimità delle pareti del tunnel, dove di norma si osserverà uno strato limite diaria più lenta e più fredda. La profondità di questo strato limite e il gradiente di tempe-ratura attraverso di esso possono essere ridotti costruendo o rivestendo le pareti deltunnel con un materiale a bassa conduttività termica.

Si dovrebbe fare particolare attenzione al sistema di misurazione della temperatura nel

tunnel. La costante di tempo complessiva richiesta, non maggiore di 2 s in aria, comportache il sensore di temperatura debba avere una massa termica molto ridotta. Nella praticasolo le termocoppie più veloci e sensori similari di piccole dimensioni si rivelerannoadeguati al sistema di misurazione. L’effetto della perdita di calore dal sensore tramite isuoi conduttori può normalmente essere ridotto al minimo esponendo diversi centimetridel conduttore al flusso d’aria.

figura B.1 Esempio di sezione di lavoro del tunnel climatico

Legenda

1 Volume di lavoro2 Piastra di montaggio

3 Rivelatore/i sottoposto/i a prova

4 Sensore di temperatura5 Raddrizzatore di flusso

6 All’apparecchiatura di alimentazione e controllo7 All’apparecchiatura di regolazione e misurazione

8 Flusso d’aria

5

8

6

7

1

2

3

4

A

A

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figura B.2 Esempio di configurazione di montaggio per la prova contemporanea di due rivelatori (sezione A - A,vedere figura B.1)Legenda1 Volume di lavoro

2 Piastra di montaggio3 Rivelatore/i sottoposto/i a prova

4 Sensore di temperatura

1

2

A-A

3

4

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APPENDICE C DERIVAZIONE DEI TEMPI LIMITE DI RISPOSTA INFERIORE E SUPERIORE(informativa)

I tempi limite di risposta superiore e inferiore specificati nella presente norma sono statiderivati utilizzando le stesse equazioni usate per derivare i limiti specificati nelleEN 54-5:1976 e EN 54-8:1982. Tuttavia, nell’interesse dell’armonizzazione e alla lucedell’esperienza, il valore di alcune costanti termiche utilizzate nelle equazioni si discosta

leggermente dal loro valore originale. A scopo di riferimento le costanti termiche e leequazioni impiegate per la derivazione dei limiti nella presente norma sono esposte piùavanti.

Nota Si rammenta, a titolo informativo, che queste equazioni sono state originariamente utilizzate per derivare i limitispecificati nella BS 3116-1:1970. L’appendice G della BS 3116-1:1970 descriveva nel dettaglio le equazioni, lecostanti termiche originali utilizzate e le dimensioni minime degli incendi che possono essere rivelati da rivelatori conprestazioni corrispondenti agli allora specificati tempi limite di risposta massimi, quando montati a una distanzaorizzontale di 4,6 m (15 piedi) dall’incendio su soffitti di varie altezze.

Limiti superiori

I limiti superiori dei tempi di risposta sono derivati dai tempi di risposta teorici di rivelatoriideali contenenti un solo elemento statico (rivelatore di temperatura fisso). Ipotizzando

l’assenza di disperdimenti di calore dall’elemento sensibile, il tempo di risposta di un talerivelatore, in condizioni costanti di flusso d’aria e di velocità di innalzamento della tempe-ratura dell’aria, dipende da due caratteristiche progettuali. La prima è la "costante ditempo" T dell’elemento sensibile come espressa dall’equazione:

dove:

C è la capacità termica dell’elemento termosensibile;

H è il coefficiente di convezione di trasmissione di calore all’elemento;

A è l’area della superficie dell’elemento.

La seconda caratteristica è la temperatura alla quale il rivelatore emette un allarmequando sottoposto a una velocità di innalzamento della temperatura dell’aria infinitamentelenta, la regolazione della sua temperatura fissa, che viene normalmente impostataregolando la distanza tra i contatti, la resistenza elettrica ecc.

Una diminuzione di una di queste caratteristiche si traduce in una diminuzione del tempodi risposta del rivelatore ad una determinata velocità di innalzamento di temperaturadell’aria. Pertanto un rivelatore con un tempo di risposta elevato (bassa sensibilità) avràun’impostazione di temperatura elevata o una costante di tempo lunga oppure entrambe,mentre un sensore con un tempo di risposta basso (alta sensibilità) avrà valori bassi diuna delle due o di entrambe.

Ipotizzando l’assenza di disperdimenti di calore, l’aumento di temperatura θ  dell’elementotermosensibile in qualsiasi momento t , quando sottoposto a un flusso d’aria costante e

una temperatura che aumenta linearmente α , è dato dall’equazione:

La soluzione di questa equazione è:

Se θ o è l’aumento di temperatura di azionamento dell’elemento sensibile (la differenza trala temperatura di allarme e quella di stabilizzazione), il tempo di risposta è dato dallaradice della suddetta equazione con θ  uguale a θ o. I due gruppi di tempi limite di rispostasuperiori riportati nel prospetto 4 sono stati calcolati utilizzando i valori indicati nelprospetto C.1.

T C 

HA--------=

T d θ 

dt ------   θ +   α t =

θ α   t T   1 e 

T ----–

     

     

=

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Le costanti di tempo indicate nel prospetto C.1 fanno riferimento a un flusso d’aria di 0,8 m s-1

e non dovrebbero essere confuse con "l’indice dei tempi di risposta" (RTI  in m2 s2) comune-mente utilizzato in altre norme sui rivelatori di calore. RTI   riferito a 1 m s-1 è correlato allacostante di tempo T u con flusso d’aria u  tramite la seguente equazione:

Una costante di tempo riferita a 1 m s-1 ha lo stesso valore numerico dell’RTI  riferito a1 m s-1 .

Limiti inferioriLo scopo di imporre limiti inferiori ai tempi di risposta dei rivelatori è quello di ridurre alminimo l’incidenza dei falsi allarmi dovuti alle variazioni della temperatura dell’aria che siverificano in assenza di incendio.

Un’analisi prestazionale dei rivelatori velocimetrici effettuata da diversi fabbricanti hadimostrato che, con l’eccezione dei rivelatori con prestazioni equivalenti alla classe A1, essiemettono l’allarme sostanzialmente alla stessa temperatura, con velocità di innalzamentocomprese tra 1 K min-1 e 30 K min-1. Alla luce di questi riscontri e vista l’ampia gamma dicondizioni di applicazione nelle quali questi rivelatori possono essere installati, l’aumentominimo di temperatura necessario a causare un allarme per i rivelatori di classe diversa dallaclasse A1 è stato fissato a 20 K per velocità di innalzamento della temperatura di 10 K min-1 esuperiori, partendo da una temperatura iniziale uguale o minore alla temperatura di applica-

zione tipica. Per i rivelatori di classe A1 l’aumento minimo di temperatura che genera unallarme è stato fissato a 10 K per velocità di innalzamento di 10 K min-1 e superiori, in quantosi presume che i rivelatori di classe A1 siano installati in ambienti non soggetti a variazioni ditemperatura rapide e ampie.

I limiti inferiori ai tempi di risposta specificati nel prospetto 4 per velocità di innalzamento finoa 5 K min-1 per la classe A1 e fino a 30 K min-1 per le altre classi sono stati derivati dal calcolodella prestazione di un rivelatore velocimetrico comprendente due elementi termosensibili,uno con una costante di tempo zero e l’altro con una costante di tempo di 34 min, aventeinoltre una "regolazione" di temperatura iniziale di 19,51 K tra gli elementi. Questi valori sonostati scelti perché forniscono una curva regolare a pendenza dolce secondo la quale si ha unaumento della temperatura di esercizio di 29 K per 1 K min-1 e di 20 K per 10 K min-1 esuperiori. Per questo rivelatore, ipotizzando l’assenza di disperdimenti di calore, il tempo di

risposta t  è dato dalla seguente equazione:

dove:

T è la costante di tempo del secondo elemento;

θ   è la regolazione della temperatura tra gli elementi;

α  è la velocità di innalzamento della temperatura dell’aria.

Variazione dopo le prove ambientali

In una singola misurazione, il tempo di risposta di un rivelatore può essere misurato conun alto grado di precisione, ma la temperatura di risposta è solitamente soggetta aun’incertezza proporzionalmente maggiore, in quanto la temperatura varia con il tempo, epuò scostarsi dalla temperatura richiesta di 2 K in qualsiasi momento. Per questa ragione

prospetto C.1 Costanti termiche utilizzate per derivare i limiti superiori nel prospetto 4

Classe del rivelatore Costanti termiche per i limitisuperiori

 θ 0

T  

A1 40 K 20 sTutte le altre 45 K 60 s

RTI T  u u =

t T  1   θ 

α T --------–  

 ln=

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le misurazioni dei tempi di risposta sono state specificate nella presente norma per provein cui il rivelatore sia soggetto a velocità di innalzamento di 1 K min-1 e superiori.

Alcuni rivelatori di calore, in particolare i rivelatori a temperatura fissa con una costantetermica di tempo molto breve, possono dare in misurazioni ripetute una dispersione ditempi di risposta che riflette più i limiti di controllo di temperatura dell’apparato di provache non le variazioni nel rivelatore. Questo perché il tempo di risposta del rivelatore puòdipendere più dalla temperatura del flusso d’aria che non dalla durata dell’innalzamento di

temperatura cui è sottoposto. Per contro, il tempo di risposta di altri rivelatori puòdipendere più dalla temperatura di stabilizzazione iniziale che non dalla temperaturaistantanea al momento della risposta. Queste possibilità sono state tenute in considera-zione nello stabilire la variazione massima dei tempi di risposta tra le misurazioni effet-tuate prima e dopo le prove ambientali.

La massima variazione ammissibile a 3 K min-1 di 2 min 40 s equivale a una variazione di8 K della temperatura di risposta, 4 K attribuibili all’apparecchiatura di misurazione e 4 Kal rivelatore. Analogamente, la massima variazione ammissibile di 30 s a 20 K min -1

equivale a 8 K più altri 2 K attribuibili al doppio dell’incertezza ammissibile, arrotondata di1 s nella misurazione del tempo di risposta.

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APPENDICE D APPARECCHIATURA PER LA PROVA D’URTO(informativa)

L’apparecchiatura (vedere figura D.1) è composta essenzialmente da un martello oscil-lante avente una testa a sezione rettangolare (percussore), con una superficie di impattoinclinata, montata su un manico d’acciaio tubolare. Il martello è fissato a un mozzo diacciaio che corre su cuscinetti a sfera intorno a un albero di acciaio fisso montato in un

telaio rigido di acciaio, in modo che il martello possa ruotare liberamente attorno all’assedell’albero fisso. La progettazione del telaio rigido è tale da consentire, in assenza delcampione, la completa rotazione del complesso del martello.

Le dimensioni del percussore sono 76 mm di larghezza, 50 mm di altezza e 94 mm dilunghezza (dimensioni di ingombro); esso è fabbricato in lega di alluminio (Al Cu4 Si Mgconforme alla ISO 209-1:1989), che ha subito un trattamento di soluzione e precipita-zione. Il percussore ha una superficie di impatto piana inclinata di (60 ± 1)° rispettoall’asse longitudinale della testa. Il manico di acciaio tubolare ha un diametro esterno di(25 ± 0,1) mm con pareti dello spessore di (1,6 ± 0,1) mm.

Il percussore è montato sul manico in modo che il suo asse longitudinale sia a unadistanza radiale di 305 mm dall’asse di rotazione del complesso, con i due assi perpendi-colari uno all’altro. Il mozzo centrale ha un diametro esterno di 102 mm e una lunghezzadi 200 mm, è montato coassialmente nell’albero di rotazione di acciaio fisso, il quale ha undiametro di circa 25 mm, anche se il diametro esatto dell’albero dipende dai cuscinettiutilizzati.

In posizione diametralmente opposta al martello si trovano due bracci di controbilancia-mento di acciaio, ciascuno con un diametro esterno di 20 mm e una lunghezza di 185 mm.Questi bracci sono avvitati nel mozzo in modo da sporgere per una lunghezza di 150 mm.Un contrappeso di acciaio è montato sui bracci in modo che la sua posizione possaessere regolata in modo da equilibrare il peso del martello e dei bracci, come nella figuraD.1. All’estremità del mozzo centrale è montata una puleggia di lega di alluminio aventelarghezza di 12 mm e diametro di × 150 mm, attorno alla quale è avvolto un cavo inesten-sibile, con un’estremità fissata alla puleggia. All’altra estremità del cavo è fissata la massadi lavoro.

Il telaio rigido sorregge anche la piastra di montaggio sulla quale è montato il campionemediante i suoi elementi di fissaggio normali. La piastra di montaggio è regolabile verti-calmente in modo che la metà superiore della superficie d’urto del martello colpisca ilcampione quando il martello si muove orizzontalmente, come mostrato nella figura D.1.

Per azionare l’apparecchiatura, si regola innanzitutto la posizione del campione e dellapiastra di montaggio come mostrato nella figura D.1, quindi la piastra di montaggio vienefissata rigidamente al telaio. Il complesso del martello viene quindi bilanciato con preci-sione regolando la posizione del contrappeso senza la massa di lavoro. Il manico delmartello è quindi ritirato in posizione orizzontale pronto per essere liberato e la massa dilavoro è rimessa in posizione. Al rilascio del complesso la massa di lavoro fa ruotare ilmartello e il braccio con un angolo di 3π /2 radianti fino a colpire il campione. La massa di

lavoro per produrre l’energia d’urto richiesta di 1,9 J equivale a:

dove:

r è il raggio effettivo della puleggia in metri. Ciò equivale a circa 0,55 kg per unapuleggia di raggio di 75 mm.

Poiché la norma richiede una velocità d’urto del martello di (1,5 ± 0,13) m s-1, può esserenecessario ridurre la massa del martello forandone la superficie posteriore quanto bastaper ottenere questa velocità. Si stima che per ottenere la velocità specificata sia neces-saria una testa con una massa di circa 0,79 kg, anche se ciò deve essere determinato pertentativi.

0,3883π r --------------- kg

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figura D.1 Apparecchiatura per la prova di impatto

Legenda1 Piastra di montaggio

2 Rivelatore3 Percussore

4 Manico del percussore

5 Mozzo6 Puleggia

7 Angolo di rotazione di 270°8 Cuscinetti a sfere

9 Bracci di controbilanciamento10 Massa di lavoro

11 ContrappesoDimensioni in mm

Nota Le dimensioni sono fornite a titolo indicativo, tranne quelle relative alla testa del martello.

2

2

5

11

6

10

1 3

4

9

87

        5        0

76

200   12

        1        0        2

        1        5        0

        3        0        5

        1        5        0

        5        0

        2        5

55 55

150

270˚

80

25

6     0     ˚      

20

38

, , , , , ,

,

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APPENDICE ZA PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA RIGUARDANTI I(informativa) REQUISITI ESSENZIALI O ALTRE DISPOSIZIONI DELLE DIRETTIVE UE

ZA.1 Scopo e punti relativi

La presente norma europea è stata elaborata nell’ambito del mandato M/109 conferito alCEN dalla Commissione Europea e dall’Associazione Europea di Libero Scambio.

I punti della presente norma europea, evidenziati nella presente appendice, soddisfano irequisiti del mandato conferito dalla Direttiva prodotti da costruzione (89/106/CEE).

La conformità a questi punti conferisce al prodotto da costruzione trattato nella presentenorma europea una presunzione di conformità al suo impiego previsto secondo il punto 1(scopo e campo di applicazione) della presente norma.

AVVERTENZA: Altri requisiti e altre Direttive UE possono essere applicabili al/i prodotto/iche rientra/rientrano nello scopo e campo di applicazione della presente norma.

Nota 1 Oltre a tutti i punti specifici riguardo alle sostanze pericolose contenuti nella presente norma, possono esisterealtri requisiti applicabili ai prodotti che rientrano nel suo campo di applicazione (per esempio, legislazioneeuropea trasposta e leggi, regolamenti e disposizioni amministrative nazionali). Anche questi requisiti devonoessere rispettati, quando e dove si applicano.

Nota 2 È disponibile una banca dati informativa delle disposizioni europee e nazionali sulle sostanze pericolose sulsito Internet "Costruzioni" su EUROPA (CREATE, accesso tramite http://europa.eu.int/comm/enterprise/construction/internal/hygiene.htm).

La presente appendice ZA ha lo stesso scopo e campo di applicazione, per quantoriguarda i prodotti coperti, del punto 1 della presente norma. La presente appendice stabi-lisce le condizioni per la marcatura CE di rivelatori puntiformi di calore destinati all’impiegoillustrato qui sotto, e identifica i punti relativi applicabili.

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Prodotto da costruzione: Rivelatori di calore - Rivelatori puntiformi per sistemi dirivelazione di incendio e di segnalazione di incendio peredifici.

Impiego previsto: Sicurezza all’incendio.

prospetto ZA.1 Punti relativi

ZA.2 Procedure per l’attestazione di conformità di rivelatori puntiformi di calore nell’ambitodella presente norma

ZA.2.1 Sistema di attestazione di conformità

Il mandato richiede che l’attestazione di conformità da applicare sia quello indicato nelprospetto ZA.2.

prospetto ZA.2 Sistema di attestazione di conformità

Ciò comporta:

a) compiti cui deve provvedere il produttore:

1) controllo qualità in stabilimento [vedere ZA.2.2 b)];

2) prove su campioni prelevati in stabilimento dal produttore secondo un pianoprove prescritto;

Caratteristiche essenziali Punti nella presente normaeuropea Livello/i sotto mandato Note

Condizioni nominali di attivazione/sensibilità, ritardo di risposta(tempo di risposta) e prestazioniin condizioni d’incendio

4.2, 4.3, da 5.2 a 5.6, 5.8,6.1a), 6.2b)

Nessuno

a) Suffisso S solo rivelatorib) Suffisso R solo rivelatori

Affidabili tà di funzionamento da 4.4 a 4.11

Tolleranza al voltaggio di alimen-tazione

5.7

Durabilità dell’affidabilità delfunzionamento, resistenzatermica

5.9, 5.10

Durabilità dell’affidabilità delfunzionamento; resistenza allevibrazioni

da 5.14 a 5.17

Durabilità dell’affidabilità delfunzionamento; resistenzaall’umidità

5.11, 5.12

Durabilità dell’affidabilità delfunzionamento; resistenza allacorrosione

5.13

Durabilità dell’affidabilità delfunzionamento; stabilità elettrica

5.18

Prodotto Impiego previsto Livelli o classi Sistema di attestazione diconformità

Rivelazione di incendio/Segnala- zione di incendio 

Rivelatori di calore - Rivelatoripuntiformi

Sicurezza all’incendio Nessuno 1

Sistema 1: vedere CPD, Appendice III.2.(i), senza prove di audit dei campioni.

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b) compiti cui si deve provvedere sotto l’autorità di un organismo di certificazione delprodotto notificato1):

1) prove di tipo del prodotto;

2) ispezione dello stabilimento e del controllo di produzione in stabilimento;

3) sorveglianza continua/periodica, valutazione e approvazione del controllo diproduzione in stabilimento.

ZA.2.2 Valutazione di conformità

La valutazione di conformità di rivelatori puntiformi di calore trattati dalla presente normaeuropea deve essere come segue:

a) Prove di tipo

Le prove di tipo del prodotto devono essere effettuate in conformità ai punti indicatinel prospetto ZA.1. I prodotti sottoposti a prova devono essere rappresentativi dellausuale produzione del produttore per quanto riguarda la costruzione, il funziona-mento e la calibrazione. Prove effettuate in precedenza in conformità alle disposi-zioni della presente norma possono essere prese in considerazione purchè sianostate realizzate secondo lo stesso sistema di attestazione di conformità sullo stesso

prodotto o su prodotti con progettazione, costruzione e funzionamento simili, inmodo che i risultati si possano considerare applicabili al prodotto in questione. Ognivolta che si verifica un cambiamento, per esempio nella progettazione del prodotto,nei materiali o nel fornitore dei componenti oppure nel processo di produzione, chepotrebbe modificare in modo significativo una o più caratteristiche, le prove di tipodevono essere ripetute per la relativa prestazione del prodotto.

b) Controllo di produzione in stabilimento

Il produttore deve istallare, documentare e mantenere un sistema permanente dicontrollo di produzione in stabilimento al fine di assicurare che i prodotti immessi sulmercato siano conformi alle caratteristiche di prestazione dichiarate. Il sistema dicontrollo di produzione in stabilimento deve comprendere procedure, ispezioniregolari e prove e/o valutazioni, e l’impiego dei risultati per controllare i materiali o i

componenti in ingresso, le attrezzature, il processo di produzione e il prodotto.La procedura di controllo di produzione deve essere estesa e dettagliata in modoadeguato, in modo che la conformità dei prodotti sia resa evidente al produttore eche si possano individuare le irregolarità quanto prima possibile.

Si dovrebbe ritenere che un sistema di controllo produzione in stabilimento conformeai requisiti della EN ISO 9001, e reso specifico ai requisiti della presente norma,soddisfi i requisiti sopraindicati.

La procedura di controllo di produzione deve essere registrata in un manuale, chedeve essere reso disponibile per ispezione.

Il controllo di produzione in stabilimento deve essere registrato. Tali registrazioni devonoessere disponibili per ispezione e devono comprendere almeno quanto segue:

1) identificazione del prodotto sottoposto a prova;2) date dei campionamenti;

3) i metodi di prova applicati;

4) i risultati delle prove e delle ispezioni;

5) a data delle prove;

6) l’identificazione dell’autorità responsabile all’interno dello stabilimento;

7) i registri di calibrazione;

8) le azioni intraprese.

1) Un organismo di certificazione del prodotto notificato è un organismo di certificazione del prodotto approvato notificatoalla Commissione da parte di uno stato membro, a questi fini, in conformità all’articolo 18 della Direttiva prodotti dacostruzione (89/106/CEE).

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- la designazione del tipo/modello del prodotto;

- le disposizioni cui il prodotto è conforme (ad esempio, appendice ZA della presenteEN);

- qualsiasi particolare condizione applicabile all’impiego del prodotto (se necessario);

- il nome e l’indirizzo (o il numero di identificazione) dell’organismo di certificazionedel prodotto notificato;

- il nome e la posizione della persona autorizzata a firmare la dichiarazione per contodel produttore o del suo rappresentante autorizzato.

La dichiarazione deve comprendere un certificato di conformità con le informazioniseguenti:

- il nome e l’indirizzo dell’organismo notificato di certificazione del prodotto;

- il numero del certificato;

- il numero e l’indirizzo del produttore, o del suo rappresentante autorizzato con sedenella EEA;

- la descrizione del prodotto da costruzione (ad esempio rivelatore puntiforme dicalore per sistemi di rivelazione e di allarme incendio per edifici);

- la designazione del tipo/modello del prodotto;- le disposizioni cui il prodotto è conforme (ad esempio, appendice ZA della presente

EN);

- qualsiasi particolare condizione applicabile all’impiego del prodotto (se necessario);

- qualsiasi condizione e periodo di validità del certificato, quando applicabile;

- il nome e la posizione della persona autorizzata a firmare il certificato.

La dichiarazione e il certificato di cui sopra devono essere presentati (a richiesta) nella/elingua/e ufficiale/i dello stato membro nel quale il prodotto deve essere impiegato.

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BIBLIOGRAFIA

EN ISO 9001 Quality management systems - Requirements (ISO 9001:2000)

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