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8/11/2019 UNI 9494 2007 http://slidepdf.com/reader/full/uni-9494-2007 1/12 NORMA ITALIANA Pagina I UNI 9494:2007  © UNI Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto dell’UNI. www.uni.com UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Sannio, 2 20137 Milano, Italia UNI 9494 GIUGNO 2007 Evacuatori di fumo e calore Caratteristiche, dimensionamento e prove Smoke and heat vents Requirements, design and tests La norma specifica i requisiti funzionali e i criteri di dimensiona- mento ed installazione per gli evacuatori naturali di fumo e calore. TESTO ITALIANO La presente norma è la revisione della UNI 9494:1989. I CS 13.220.20; 23.120 UNIVERSITA' CENTRO ATENEO DOCUM. POLO MONTE DAGO - Documento contenuto nel prodotto Raccolta Completa UNI 2008. E' vietato l'uso in rete del singolo documento e la sua riproduzione. E' autorizzata la stampa per uso interno.

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NORMAITALIANA

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 © UNIRiproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documentopuò essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senzail consenso scritto dell’UNI.

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UNIEnte Nazionale Italianodi UnificazioneVia Sannio, 220137 Milano, Italia

UNI 9494

GIUGNO 2007

Evacuatori di fumo e caloreCaratteristiche, dimensionamento e prove

Smoke and heat ventsRequirements, design and tests

La norma specifica i requisiti funzionali e i criteri di dimensiona-mento ed installazione per gli evacuatori naturali di fumo e calore.

TESTO ITALIANO

La presente norma è la revisione della UNI 9494:1989.

ICS 13.220.20; 23.120

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Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le partiinteressate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale statodell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’artein evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano diUnificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni odi aggiornamenti.

È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possessodell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti allenorme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

PREMESSARispetto all’edizione precedente sono stati aggiornati i riferimentinormativi e i termini e le definizioni ed è stato eliminato il punto 7(prove) per allineare il contenuto alle norme pertinenti della serieUNI EN 12101.

La presente norma è stata elaborata sotto la competenza dellaCommissione Tecnica UNI

Protezione attiva contro gli incendi

La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua approva-zione il 22 maggio 2007.

La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed è en-trata a far parte del corpo normativo nazionale il 7 giugno 2007.

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INDICE

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1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE  1

2 RIFERIMENTI NORMATIVI  1

3 TERMINI, DEFINIZIONI, SIMBOLI E UNITÀ DI MISURA  1

prospetto 1 Denominazione, simboli e unità di misura............................................................................................ 2

4 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA 34.1 Principi di base........................................................................................................................................... 34.2 Criteri di installazione.............................................................................................................................. 34.3 Azionamento degli EFC......................................................................................................................... 34.4 Barriere al fumo......................................................................................................................................... 4

figura 1 Dati di calcolo................................................................................................................................................. 54.5 Afflusso di aria fresca............................................................................................................................. 54.6 Caratteristiche costruttive degli EFC.............................................................................................. 54.7 Posa in opera e manutenzione degli EFC................................................................................... 5

5 DIMENSIONAMENTO DEGLI EFC  65.1 Dati generali................................................................................................................................................. 65.2 Altezza minima della zona libera da fumiy ................................................................................ 65.3 Durata convenzionale prevista di sviluppo dell’incendio.....................................................65.4 Superficie convenzionale di incendio, gruppi di dimensionamento...............................7

prospetto 2 Gruppi di dimensionamento ...................................................................................................................... 75.5 Dimensionamento..................................................................................................................................... 7

prospetto 3 Coefficienti di dimensionamento.............................................................................................................. 7

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1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONELa presente norma stabilisce i requisiti funzionali degli evacuatori di fumo e calore afunzionamento naturale, i criteri di dimensionamento ed installazione al fine di:

- agevolare lo sfollamento delle persone presenti e l’azione dei soccorritori, grazie allamaggiore probabilità che i locali restino liberi da fumo almeno fino ad un’altezza daterra tale da non compromettere le possibilità di movimento;

- agevolare l’intervento, rendendo di conseguenza più rapida ed efficace l’opera deisoccorritori;

- proteggere le strutture e le merci contro l’azione del fumo e dei gas caldi, riducendoin particolare il rischio di collasso delle strutture portanti;

- ritardare o evitare l’incendio a pieno sviluppo ("flash over");

- ridurre i danni provocati dai gas di combustione e da eventuali sostanze tossiche ocorrosive originate dall’incendio.

La presente norma si applica ad elementi strutturali, apparecchiature ed attrezzature dinuova costruzione che in caso di incendio hanno la funzione di evacuare fumo e calore daun ambiente chiuso. L’ambiente si intende monopiano o ultimo piano di un edificio.

2 RIFERIMENTI NORMATIVILa presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute inaltre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo esono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche orevisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presentenorma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizionedella pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).

UNI EN 54-7 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio - Rivelatori difumo - Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio delladiffusione della luce, della trasmissione della luce o della

ionizzazioneUNI EN 12101-1 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 1: Specifiche per le

barriere al fumo

UNI EN 12101-2 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 2: Specifiche per glievacuatori naturali di fumo e calore

3 TERMINI, DEFINIZIONI, SIMBOLI E UNITÀ DI MISURAAi fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti.

3.1 altezza di riferimento h   (di un locale): Distanza tra il pavimento ed il punto medio tra

l’estremo superiore e quello inferiore interni della struttura formante la copertura (vederefigura 1).

3.2 aperture: Luci libere che vengono a formarsi nella copertura per azionamento deglievacuatori di fumo e calore in seguito ad un incendio.

3.3 compartimento (A): Settore dell’edificio considerato limitato da pareti e solai resistenti alfuoco per un tempo predeterminato.

3.4 compartimento a soffitto o al disotto della copertura (AS): Area compresa tra due barriereal fumo o tra due elementi strutturali similari (per esempio travi) formanti la copertura.

3.5 barriere al fumo: Dispositivo per convogliare, contenere e/o prevenire la migrazione delfumo (effluente del fuoco)1).

1) Definizione tratta dalla UNI EN 12101-1:2006, punto 3.1.15.

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3.6 dispositivo di apertura individuale: Insieme di elementi capaci di rilevare condizioniambientali anomale di temperatura o fumo e conseguentemente di provocare l’aperturacon propria energia degli evacuatori di fumo e calore sui quali è montato e azionabilemanualmente dall’esterno per controllo e manutenzione.

3.7 dispositivo di apertura a distanza manuale: Insieme di elementi capaci di provocarel’apertura di uno o più evacuatori di fumo e calore con comando azionato da un operatore.

3.8 dispositivo di apertura a distanza automatico: Insieme di elementi capaci di provocarel’apertura automatica in uno o più evacuatori di fumo e calore a seguito di un opportunosegnale.

3.9 evacuatore di fumo e calore (EFC): Apparecchiatura destinata ad assicurare, in caso diincendio ed a partire da un dato istante, l’evacuazione dei fumi e dei gas caldi con capacitàpredeterminata e con funzionamento naturale. L’apparecchiatura è schematizzabile in:

- basamento e suoi organi di fissaggio alla copertura;

- elementi mobili di chiusura;

- dispositivi di apertura.

3.10 incendio allo stato nascente: Stadio dell’incendio caratterizzato dalla temperatura minoredi 300 °C del locale o all’interno dello strato di gas combusto.

3.11 incendio in sviluppo avanzato: Stadio dell’incendio caratterizzato dalla temperaturamaggiore di 300 °C, ma minore di quella di "flash-over".

3.12 incendio a pieno sviluppo: Stadio dell’incendio dopo la propagazione esplosiva del fuoco(flash-over).

3.13 superficie geometrica (Av): Superficie della sezione dell’evacuatore misurata nel pianodefinito dalla superficie del fabbricato a contatto con la struttura dell’evacuatore. Non èfatta nessuna riduzione per controlli, lamelle o altre ostruzioni2).

3.14 superficie utile d’apertura (Aa): Prodotto della superficie geometrica moltiplicata per ilcoefficiente di efflusso3).

3.15 superficie utile totale d’apertura (S ut) degli evacuatori di fumo e calore: Somma dellesingole superfici utili di apertura.

3.16 zona libera da fumo: Parte inferiore del locale di altezza y in cui, durante l’incendio, nonsi ha presenza di fumo e gas di combustione (vedere figura 1).

3.17 zona invasa da fumo: Parte superiore del locale in cui durante l’incendio di accumulano ilfumo ed i gas di combustione prima di essere evacuati all’esterno (vedere figura 1).

prospetto 1 Denominazione, simboli e unità di misura

2) Definizione tratta dalla UNI EN 12101-2:2004, punto 3.1.12.

3) Definizione tratta dalla UNI EN 12101-2:2004, punto 3.1.2.

Denominazione Simbolo Unità di misura

Superficie geometrica   Av m2

Superficie utile di apertura dell’EFC   Aa m2

Superficie utile totale di apertura   S ut m2

Coefficiente di efflusso   C v -

Sut   Aa( )=

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4 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA

4.1 Principi di base

4.1.1 L’installazione degli EFC deve essere realizzata in modo da assicurare, in caso diincendio, la fuoriuscita dei fumi e gas caldi prodotti ed evitare quindi che i locali colpitisiano totalmente invasi dai fumi stessi, mantenendo una zona libera da fumo nella parte

inferiore dei medesimi.

4.1.2 La Sut deve essere dimensionata secondo quanto esposto nel punto 5. I valori ottenutirappresentano la superficie minima necessaria.

4.1.3 Nel calcolo della Sut non si deve tenere conto delle eventuali installazioni di aerazione edi ventilazione esistenti, a meno che esse, in caso di incendio, possano essereconsiderate a tutti gli effetti come EFC operanti conformemente alla presente norma; intale evenienza deve esserne dimostrata l’efficienza e la validità.

4.2 Criteri di installazione

4.2.1 Gli EFC devono essere installati, per quanto possibile, in modo omogeneo nei singolicompartimenti a soffitto.

4.2.2 In generale è preferibile installare un numero elevato di EFC di dimensioni ridotte piuttostoche pochi di grandi dimensioni. Occorre inoltre prevedere, come minimo, un EFC ogni200 m2 su coperture piane o con pendenza non maggiore del 20% e un EFC ogni 400 m2

con pendenza maggiore del 20% (le misure sono riferite alla superficie coperta).

4.2.3 Nei locali in cui la copertura ha una pendenza maggiore del 20% gli EFC devono essereposti, per quanto possibile, nella parte più alta della copertura stessa.

Il centro di ogni singolo apparecchio non deve comunque trovarsi al disotto dell’altezza diriferimento h del locale (vedere figura 1).

4.2.4 Per coperture piane e con pendenza non maggiore del 20% la distanza fra gli EFC nondeve essere maggiore di 20 m né minore di 5 m, fra gli EFC e le pareti perimetrali ladistanza massima deve essere di 10 m e quella minima 5 m.

Per coperture con pendenza maggiore del 20% la distanza fra gli EFC nonché fra questie le pareti perimetrali non deve essere maggiore di 20 m.

4.2.5 Nel caso di copertura a dente di sega o a shed non possono essere installati EFC sullafalda verticale o a maggiore pendenza se il loro funzionamento è negativamenteinfluenzato dal vento.

4.2.6 Per il montaggio di EFC su edifici con altezza maggiore di 20 m o edifici particolarmente

esposti, come per esempio i capannoni per aviorimessa, devono essere verificati iparametri di stabilità e sicurezza, secondo la legislazione vigente.

4.2.7 Particolare cura deve essere posta nella realizzazione di tali installazioni al fine di evitareche esse stesse possano aggravare il pericolo di propagazione di incendio da unfabbricato ad un altro, nel fabbricato stesso e da un compartimento all’altro.

4.3 Azionamento degli EFC

4.3.1 Ad eccezione di quanto specificato nel punto 4.3.5, ogni EFC deve essere munito di undispositivo di apertura individuale ed essere altresì azionabile da dispositivo di apertura adistanza manuale o automatico.

Il dispositivo termico individuale deve funzionare alla temperatura di 68 °C, se nondiversamente indicato.

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4.3.2 I dispositivi di apertura a distanza, comprese eventuali tubazioni, devono essere progettatiin modo che ne sia garantito il funzionamento anche in caso d’incendio; devono essereazionabili da posizioni sicure e che non presentino pericolo d’incendio. Detti dispositividevono essere contrassegnati adeguatamente, opportunamente protetti ed in posizionevisibile dalla quale sia possibile controllarne il regolare funzionamento. L’energia difunzionamento deve essere autonoma.

4.3.3 I dispositivi di apertura a distanza devono essere realizzati in modo da aprirecontemporaneamente soltanto gli EFC posti nel compartimento interessato da incendio.

Tali dispositivi, se funzionanti automaticamente, devono essere comandati almeno da 1rivelatore di fumo ogni 80 m2 di superficie al suolo.

Tali rivelatori devono essere conformi alla UNI EN 54-7.

4.3.4 Nei locali protetti con impianti di estinzione automatici a pioggia o ad acqua frazionata,l’apertura degli EFC deve avvenire dopo l’entrata in azione di tali impianti. Questo puòessere ottenuto, per esempio, asservendone il comando all’impianto di estinzione stesso.Se entrambi gli impianti sono comandati da elementi termosensibili, occorre che latemperatura a cui si aprono gli EFC sia maggiore di 25 °C rispetto a quella di azionamentodell’impianto di estinzione.

4.3.5 Gli EFC installati in locali dotati di impianto di protezione antincendio con mezzi di

spegnimento a forma gassosa devono essere pilotati solo con dispositivi di sganciomanuale posti in luogo accessibile e ben identificabili (vedere punto 4.3.1).

4.4 Barriere al fumo

4.4.1 La copertura dei locali con superficie al suolo maggiore di 1 600 m2  o con un lato dilunghezza maggiore di 60 m, può essere divisa in compartimenti a soffitto di dimensioni,per quanto possibile, uguali. Ogni compartimento deve aver superficie compresa tra1 000 m2  e 1 600 m2; inoltre nessun lato del compartimento deve avere lunghezzamaggiore di 60 m.

Detta compartimentazione a soffitto può corrispondere a quella derivante dallecaratteristiche strutturali della copertura medesima (per esempio copertura a dente disega) oppure essere realizzata con barriere al fumo conformi alla UNI EN 12101-1.

4.4.2 Le barriere, partendo dalla copertura, devono estendersi il più possibile verso il bassocompatibilmente con le esigenze di utilizzazione dei locali. La loro altezza deve esserepreferibilmente equivalente a quella della zona invasa dal fumo (vedere figura 1). Possonofungere allo scopo elementi strutturali.

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figura 1 Dati di calcoloLegenda

1 Evacuatore fumo e calore

h Altezza di riferimento del locale, in metri

hc Altezza della barriera al fumo, in metri

y  Altezza zona libera da fumo, in metri

y c Altezza corretta zona libera da fumo, in metri∆h h – (y  + hc), in metri

 AS Superficie del compartimento a soffitto, in metri quadrati

 A Superficie coperta del compartimento, in metri quadrati

4.5 Afflusso di aria frescaPer garantire l’efficacia aerodinamica al sistema occorre che nella parte bassa dei locali cisiano aperture per l’immissione di aria aventi superficie non minore di 2 volte la superficiegeometrica di aperture della totalità di EFC installati. Nel calcolo si deve tenere conto di

portoni, porte e finestre purché poste nella zona libera da fumo.

4.6 Caratteristiche costruttive degli EFCGli EFC devono essere conformi alla UNI EN 12101-2.

4.7 Posa in opera e manutenzione degli EFC

4.7.1 Il posizionamento degli EFC deve essere tale da evitare il bagnamento direttodell’elemento termosensibile da impianti di estinzione ad acqua.

4.7.2 Se nel locale esiste una controsoffittatura, questa non deve in alcun modo alterare ilfunzionamento degli EFC.

L’eventuale collegamento tra EFC e controsoffittatura deve essere realizzato concondotto avente caratteristiche non minori di REI 30 e sezione utile almeno equivalentealla superficie geometrica ( Av) dell’EFC.

Le eventuali barriere al fumo devono essere prolungate fino all’intradosso della coperturain modo da sezionare anche il vano posto al disopra della controsoffittatura.

4.7.3 Al momento della consegna l’installatore del sistema di evacuazione fumi deve dimostrareil buon funzionamento meccanico e termico e rilasciare un resoconto di prova.

4.7.4 Gli EFC devono essere mantenuti in efficienza dall’esercente (titolare dell’attività).

4.7.5 In aggiunta a quanto precisato nel punto 4.7.4 l’installatore deve consegnare alcommittente:

- le istruzioni di funzionamento;

- le istruzioni di manutenzione;

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- una dichiarazione comprovante che l’intera installazione è stata dimensionataconformemente a quanto prescritto nel punto 5;

- la dichiarazione di conformità degli EFC alla UNI EN 12101-2, fornita dal fabbricante;

- la dichiarazione di conformità delle barriere al fumo alla UNI EN 12101-1, fornita dalfabbricante.

4.7.6 L’intera installazione deve essere soggetta a regolare manutenzione con controlli difunzionamento periodici, almeno annuali, e a seguito di condizioni termiche anomale (peresempio incendio). In particolare deve essere verificato che il dispositivo di apertura nonpresenti una perdita di energia maggiore del 10% del valore iniziale di taratura.

Per poter eseguire questi controlli di EFC devono poter essere aperti e richiusidall’esterno.

I risultati delle verifiche periodiche devono essere registrati sul libro di manutenzionetenuto dal titolare dell’attività protetta.

5 DIMENSIONAMENTO DEGLI EFC

5.1 Dati generaliLa Sut  è funzione della velocità di propagazione dell’incendio, dell’altezza della zonalibera da fumi y  richiesta e dall’altezza di riferimento h e della durata prevista di sviluppodi incendio.

5.2 Altezza minima della zona libera da fumi y L’altezza della zona libera da fumi y  deve corrispondere almeno al valore di 0,5 h e nondeve essere minore di 2 m. L’area del compartimento AS invaso da fumi non deve esseremaggiore di 1 600 m2.

Il bordo inferiore della barriera al fumo deve corrispondere a quello inferiore dello strato difumo. Nel caso di barriere al fumo con altezza minore dello strato di fumo e dicompartimenti a soffitto con superficie maggiore di 1 600 m2, il valore y   viene corretto in:

(1)

dove:

y c è y  corretto;

 As è l’area del compartimento maggiore di 1 600 m2;

∆h = h - (y  + hc).

Il valore di y c deve comunque essere ≥0,5 h.

Per superfici di compartimento A maggiori di 3 200 m2, nell’equazione (1) A = 3 200 m2.

Se l’utilizzazione lo richiede (per esempio oggetti facilmente danneggiabili dal fumo) per y possono essere utilizzati valori più alti.

5.3 Durata convenzionale prevista di sviluppo dell’incendioPer stabilire la durata convenzionale prevista di sviluppo di incendio si prendono inconsiderazione il tempo di allarme e quello di intervento. Il primo intercorre fra l’iniziodell’incendio e l’allarme ed ha durata convenzionale di 5 min.

Tale tempo può essere posto = 0 in presenza di impianti automatici di rivelazione di fumo.

Il secondo intercorre tra l’allarme e l’inizio dell’azione di spegnimento da parte di squadreesterne ed è fissato convenzionalmente in 10 min, 15 min e 20 min.

In caso di esistenza di squadre interne, impianti di spegnimento automatico o in presenza

di particolari situazioni favorevoli, può essere considerato un tempo convenzionale di5 min.

y c   y   ∆h

2-------

 As 1 600 – 

1 600---------------------------

+=

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La somma del tempo di allarme (0 min o 5 min) e quello di intervento (5 min, 10 min,15 min o 20 min) dà la durata convenzionale prevista di sviluppo di incendio.

5.4 Superficie convenzionale di incendio, gruppi di dimensionamentoSono previsti 7 gruppi di dimensionamento determinati in base alla durata convenzionaledi sviluppo di incendio come indicato nel prospetto 2.

prospetto 2 Gruppi di dimensionamento

5.5 DimensionamentoLa Sut è determinata utilizzando i coefficienti α di cui al prospetto 3 secondo:

prospetto 3 Coefficienti di dimensionamento

Durata convenzionale prevista di sviluppo incendio(vedere punto 5.3)

min

Velocità di sviluppo incendio*)

bassa normale alta

≤5 1 2 3

≤10 2 3 4

≤15 3 4 5

≤20 4 5 6

≤25 5 6 7

*) La velocità normale di propagazione incendio viene assunta convenzionalmente in 1 cm/s. Per velocità minori di 0,5 cm/s, documentate da provesperimentali, può essere utilizzata la velocità bassa. Per velocità presumibili maggiori di 1 cm/s deve essere utilizzata la velocità alta.

Altezza della zona libera da fumo y   oppure y c(vedere punto 5.2)

m

Gruppi di dimensionamento

1 2 3 4 5 6 7

Coefficienti α    di dimensionamento

0,5 × h  0,3 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4

0,55 × h  0,35 0,5 0,7 1,0 1,2 1,5 1,7

0,6 × h  0,4 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8 2,1

0,65 × h  0,5 0,7 1,0 1,5 1,8 2,2 2,5

0,7 × h  0,7 0,9 1,3 1,8 2,2 2,5 2,8

0,75 × h  0,85 1,1 1,5 2,1 2,5 2,8 2,8

Nota Tra i valori può essere fatta l’interpolazione lineare.

Sut

 AS   α×

100-----------------=

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