Un’estate In scena la Sicilia!! per ripartire...

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Lorenzo Costa (continua in seconda pagina) Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Un’estate per ripartire O riginale accoppiata al Carlo felice per l’ultimo titolo operi- stico: accanto ad un ever- green come la mascagnia- na “Cavalleria”, il pubblico potrà assistere all’opera in un atto “Che fine ha fatto la piccola Irene?” Con musica di Marco Betta e libretto di Rocco Mortelliti. Parecchi i motivi di interesse: innanzi tutto l’opera è piuttosto re- cente (2003), in secondo luogo si tratta della crea- zione di due giovani artisti siciliani (nati negli anni ’60) ed inoltre è tratta da un racconto di Andrea Camil- leri facente parte delle “ In- chieste del Commissario Collura”. Soggetto popolare, nato per la carta stampata e poi approdato al palcosce- nico ed al cinema, senza dubbio susciterà in questa versione stile singspiel la curiosità degli amanti dello scrittore di Porto Empedo- cle. La prima rappresenta- zione avviene nel 2003 al- l’Accademia Musicale Chi- giana di Siena con un cast DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] In scena la Sicilia!! U ltimo appuntamento lirico stagionale e ul- timo numero primaverile del nostro gior- nale. Fra pochi giorni al Carlo Felice si al- zerà il sipario sul dittico “Cavalleria rusticana” e “Che fine ha fatto la piccola Irene?”: una novità la seconda, di Marco Betta, titolo ben popolare il primo, di Mascagni che al suo apparire nel 1890 (tre anni prima del “Falstaff” e di “Manon Le- scaut”) costituì un autentico caso musicale e drammaturgico di risonanza internazionale, tanto che pochi mesi dopo a Budapest era addirittura Mahler a dirigerlo mentre Hanslick a Vienna defi- niva l’autore artista di statura europea. Si va dun- que in ferie, in un momento di grandi aspettative e incertezze. Cala il sipario mentre si apre una gestione nuova in Comune e di riflesso in teatro, essendo il sindaco, come è noto, presidente del- la Fondazione lirica. Marta Vincenzi che lascia un Teatro un po’ più in salute sul piano economico ha dimostrato in questi anni di tenere moltissimo al Carlo Felice. In una fase davvero difficile, con il ri- schio di fallimento incombente, non ha mai fatto mancare la propria voce e la propria presenza, accettando sempre il confronto anche nei mo- menti più controversi. In settembre il Teatro ria- prirà con qualche novità, dunque e con l’esigen- za, nell’imminenza della scadenza dei contratti di solidarietà (prevista per ottobre) di tornare ad una gestione normale. Incombe l’anno verdiano, in cantiere ci sono “Simon Boccanegra” e “Otello”. Speriamo che l’autunno ci riservi davvero un ef- fettivo rilancio artistico. Roberto Iovino n. 103 - Maggio 2012 Bozzetto Cavalleria rusticana Italo Grassi

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Lorenzo Costa(continua in seconda pagina)

Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

Un’estate per ripartire Originale accoppiata

al Carlo felice perl’ultimo titolo operi-

stico: accanto ad un ever-green come la mascagnia-na “Cavalleria”, il pubblicopotrà assistere all’opera inun atto “Che fine ha fatto lapiccola Irene?” Con musicadi Marco Betta e libretto diRocco Mortelliti. Parecchi imotivi di interesse: innanzitutto l’opera è piuttosto re-cente (2003), in secondoluogo si tratta della crea-zione di due giovani artistisiciliani (nati negli anni ’60)ed inoltre è tratta da unracconto di Andrea Camil-

leri facente parte delle “ In-chieste del CommissarioCollura”. Soggetto popolare, nato

per la carta stampata epoi approdato al palcosce-nico ed al cinema, senzadubbio susciterà in questaversione stile singspiel lacuriosità degli amanti delloscrittore di Porto Empedo-cle.La prima rappresenta-

zione avviene nel 2003 al-l’Accademia Musicale Chi-giana di Siena con un cast

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

In scena la Sicilia!!

Ultimo appuntamento lirico stagionale e ul-timo numero primaverile del nostro gior-nale. Fra pochi giorni al Carlo Felice si al-

zerà il sipario sul dittico “Cavalleria rusticana” e“Che fine ha fatto la piccola Irene?”: una novità laseconda, di Marco Betta, titolo ben popolare ilprimo, di Mascagni che al suo apparire nel 1890(tre anni prima del “Falstaff” e di “Manon Le-scaut”) costituì un autentico caso musicale edrammaturgico di risonanza internazionale, tantoche pochi mesi dopo a Budapest era addiritturaMahler a dirigerlo mentre Hanslick a Vienna defi-niva l’autore artista di statura europea. Si va dun-que in ferie, in un momento di grandi aspettativee incertezze. Cala il sipario mentre si apre unagestione nuova in Comune e di riflesso in teatro,essendo il sindaco, come è noto, presidente del-la Fondazione lirica. Marta Vincenzi che lascia unTeatro un po’ più in salute sul piano economico hadimostrato in questi anni di tenere moltissimo alCarlo Felice. In una fase davvero difficile, con il ri-schio di fallimento incombente, non ha mai fattomancare la propria voce e la propria presenza,accettando sempre il confronto anche nei mo-menti più controversi. In settembre il Teatro ria-prirà con qualche novità, dunque e con l’esigen-za, nell’imminenza della scadenza dei contratti disolidarietà (prevista per ottobre) di tornare aduna gestione normale. Incombe l’anno verdiano,in cantiere ci sono “Simon Boccanegra” e “Otello”.Speriamo che l’autunno ci riservi davvero un ef-fettivo rilancio artistico. Roberto Iovino

n. 103 - Maggio 2012

Bozzetto Cavalleria rusticana Italo Grassi

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la lirica

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che annoverava l’attore Ugo Di-ghero e tra le voci Denia MazzolaGavazzeni, Luca Canonici e Patri-zia Orciai sotto la direzione di Fe-derico Longo e la regia dello stes-so Mortelliti.Come rivela il titolo della raccol-

ta da cui è tratto “Che fine ha fat-to la piccola Irene” ha un intrecciopoliziesco, con quell’attenzione alleumane vicende e fragilità, guarda-te con un misto di affetto e disin-canto, che è una costante di Ca-milleri a partire dalle vicende delnoto Montalbano. Il giallo parte dalla presunta

scomparsa della figlia di una pas-seggera di una nave, rispetto a cuitutti si attivano in vari modi, salvovenire a sapere che in realtà labambina è morta da alcuni anni eche sopravvive in forma di bambo-la nella mente della madre, inca-pace di elaborare il tragico lutto.

Non manca la caratterizzazionealla siciliana, anch’essa tipica diCamilleri, data da inserti dialettalie da ambientazioni e posizioni “esi-stenziali”.L’autore della musica Marco

Betta nella conferenza stampa dipresentazione del 2003 racconta-va l’opera con queste parole:“Si disegnano con la musica le

emozioni, una sorta di grandesinfonia da camera con variazioni.Partendo dalla grande tradizionelirica si arriva ad un tipo di spet-tacolo particolare. I cantanti sonoanche attori, alle prese con arie,duetti, concertati ma anche reci-tazione sulla musica. Le idee mu-sicali dipendono dai vari perso-naggi e percorrono le due operecon una luce sonora che si fondecon la malinconia e l’ironia sottiledel testo”.Niente sperimentazioni post

avanguardiste, i melomani diffiden-ti di tutto quello che viene dopoPuccini non temano, ma una mu-sica di grande varietà ed origina-lità, che testimonia come anche

oggi le forme musicali tradizionaligodano di un’ eccellente salute edi una copiosa produzione, allafaccia degli stolti che consideranosinfonie, opere teatrali ecc. generimorti. Non giova certo all’afferma-zione della vitalità del genere ope-ristico il fatto che a dir tanto solol’1 per mille dei titoli in cartellonepresenti lavori di autori ancora invita e non si può che auspicareche tale prassi diventi sempre me-no episodica e viceversa semprepiù diffusa, a testimonianza che lamusica artistica VIVE!!Accanto a questa ghiotta novità

il must siculo operistico per anto-nomasia, “Cavalleria Rusticana” (iltitolo la dice lunga), evocato comi-camente dalla contessa MartaMarzotto in occasione dell’apertu-ra della stagione della Scala diqualche anno fa, come auspicabiletitolo alternativo alla Walkiria volu-ta da Baremboim, che avrebbe de-gnamente inaugurato il nuovo an-no operistico nel giorno disant’Ambrogio. Purtroppo sonomolti a pensarla come la citataContessa non rendendosi contoche “Cavalleria”, è uno di quei tipi-ci esempi di come il successo pla-netario ed immutato di un’opera,possa prescindere completamen-te dalla qualità della musica. Resta la sublimità dell’Intermez-

zo, vera perla perfetta nella suaessenzialità e brevità, a fare dacontraltare ad un insieme dove lacompiutezza musicale latita da tut-te le parti. Si ricordi che Mascagninon è soltanto l’autore di “Cavalle-ria” e “L’Amico Fritz”, ma anche diquell’“Iris” che ben altre qualità nerivela e che sarebbe bello ascolta-re e vedere anche a Genova.

Lorenzo Costa

Teatro Carlo Felice, venerdì 18 maggio, ore 20,30Dario Lucantoni, direttore

Italo Grassi, scene

M. Betta, Che fine ha fatto la piccola Irene?Regia di Rocco MortellitiCon: Danilo Formaggia (Manuel Pierattelli), Fabrizio Beggi, Naoyuki Oka-da, Maria Dragoni (Sara Cappellini Maggiore), Paola Ghigo

P. Mascagni, Cavalleria rusticanaRegia di Andrea Camilleri realizzata da Rocco MortellitiCon: Giovanna Casolla (Monica delli Carri), Marcello Giordani (RubensPellizzari), Alberto Mastromarino (Ivan Inverardi), Claudia Marchi (SilviaRegazzo), Maria Josè Trullu (Karmelia Kader).Repliche: mercoledì 23 (ore 20,30), sabato 26 (ore 15,30), domeni-ca 27 (ore 15,30), martedì 29 (ore 20,30), giovedì 31 (ore 20,30)

(segue dalla prima pagina)

In scena la Sicilia!!

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l’intervista

Grande successo per labravissima Mariella De-via che ha vestito i panni

di Liu nella “Turandot”, appena an-data in scena sul palco del TeatroCarlo Felice. “Era la prima volta che interpre-

tavo il personaggio di Liù – ha spie-gato la cantante imperiese - E’ uncarattere che mi incuriosisce mol-to e credo che tra tutti i perso-naggi dell’opera sia quello più veroperchè è quello che ha i sentimen-ti più forti. E’ attraverso il suo sa-crificio che Turandot impara adamare. Entrambi sono i personag-gi più autentici secondo me”.- A quali personaggi sono le-

gati i suoi ricordi più belli?“Direi un po’ a tutti! Ho sempre

fatto un repertorio che mi piace.Non ho mai trovato brutto un ruo-lo perchè me lo sono sempresentita addosso”.- Da dove è nata la sua pas-

sione per il canto?“In casa dei miei genitori avevo

numerosi dischi di opere. Ricordodi aver sempre provato a cantar-le e a sedici anni feci l’esame diammissione al Conservatorio Ver-di di Milano per trasferirmi alcunianni dopo in quello di Roma perseguire la mia insegnante. A Ro-ma mi sono poi diplomata”.- Qual è stata la sua soddisfa-

zione più grande?“Debbo dire la “Lucia di Lam-

mermoor “e “I Puritani”. Però, sedovessi scegliere, opterei per “IPuritani” perchè il personaggio èpiù definito: credo che Elvira siamolto più caparbia e abbia moltopiù carattere di Lucia”.

Mariella Devia, la classe di una primadonna- Com’è cambiato il mondo del-

la lirica?“Stiamo attraversando una si-

tuazione drammatica. Io ne arrivoda Firenze dove ho appena finito“Anna Bolena”: tre recite su quat-tro sono state fatte con il pia-noforte perchè l’orchestra delMaggio Musicale Fiorentino era insciopero”.- Se lei iniziasse adesso fareb-

be sempre la cantante?“Credo proprio di si . Perchè è

sempre stata la mia più grandepassione. Se uno vuole fare que-sta carriera deve avere uno spiri-to di sacrificio notevole e oggi an-cora di più purtroppo”.- Cosa ne pensa dei giovani

cantanti?“In questi ultimi anni ho iniziato

a insegnare e a tenere varie ma-sterclass in giro. Mi sono resaconto che la situazione è piutto-sto grave, non ci sono, ahimè, piùinsegnanti validi e il livello si è ab-bassato notevolmente. Mi sono capitati giovani con la

laurea di II livello di conservatoriocon una preparazione che ai mieitempi non sarebbe neanche ba-stata a superare il diplomino”.- Oggi non ci sono neanche più

i teatri di provincia dove si face-va molta esperienza e ci si roda-va nel proprio repertorio…“Certo. Molti giovani sono spin-

ti a fare ruoli che non sono i loro.Credo che i teatri non scelganopiù come una volta.Non mi vergogno a dire che ho

cantato in teatri di provincia, hofatto molta gavetta. Oggi ci vuoltutta che sopravvivano le Fonda-

... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

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zioni e mancano le possibilità permaturare esperienze utili.- Se lei non avesse fatto la

cantante cosa avrebbe fatto?“E’ una domanda a cui non so

rispondere ...non lo so proprio!Per me è sempre stato naturalepensare di fare la cantante percui non mi sono mai posta il pro-blema di un’alternativa”.- Quali saranno i suoi prossimi

debutti?“Nei prossimi mesi ho voluto

prendermi un periodo diciamo diriposo perchè ho passato un an-no molto stancante ma non man-cherò del tutto dalle scene per-chè dopo la “Turandot” a Genova,oltre a un periodo dedicato allemasterclass, sarò a Bologna con“Maria Stuarda”, poi a Barcellonacon il “Pirata” e a Bologna con“Norma”.

Carolina Pivetta

Mariella Devia

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l’approfondimento

Jules Massenet (1842-1912) fu indubbiamente ilpiù popolare compositore di

opere che abbia avuto la Francianell’ultimo quarto del diciannovesi-mo secolo. Eppure, a dispetto di unsuccesso incontestabile, spietato funei suoi confronti il giudizio della cri-tica, che vedeva in lui non un inno-vatore, non un rivoluzionario, masemplicemente un uomo d’affariperfettamente consapevole dei gu-sti degli spettatori, ben deciso asoddisfarli. Massenet sembrava ba-sarsi su una sorta di zuccherosoerotismo - un érotisme discret etquasi-religieux lo definí Vincentd’Indy – di cui il pubblico internazio-nale non sembrava mai sazio. Nien-te di strano che i colleghi lo consi-derassero un adulatore geloso, am-bizioso e ipocrita. Ai loro occhi ave-va troppo successo, era troppo ci-nico, troppo preoccupato di com-piacere il pubblico. Malgrado ciò,Massenet dominò l’opera franceseper una trentina d’anni e il suo tipodi melodia finì per influenzare perfi-no la musica di Debussy ... Qualegiudizio oggi, a cento anni dallamorte? Massenet, non vi è dubbio,aveva sentito nel profondo le inno-vazioni musicali e teatrali introdottein tempi e modi diversi da Bizet eWagner. La Francia musicale di fineOttocento discendeva da una lungae gloriosa tradizione, che aveva tro-vato in Berlioz, Meyerbeer, Halevy eGounod i suoi più illustri esponenti.L’apparire sulla scena artistica diGeorges Bizet, singolare e genialemusicista, determinò una vera epropria rivoluzione. Carmen era nel-l’immaginario collettivo la riscoper-ta dell’umanità nuda, senz’ombra disovrastrutture culturali o teatrali. Siaggiunga a ciò l’influsso imperioso

della rivoluzione attuata da Wagner,un sovvertimento che interessavasia la forma musicale, sia i conte-nuti più squisitamente letterari enarrativi. Tutto questo era destina-to ad incidere in maniera profondasu tutti i compositori dell’epoca,compresi, ovviamente, quelli prove-nienti dalla tradizionale scuola fran-cese. In un momento in cui i musi-cisti si stavano sforzando di supe-rare la vecchia scuola, Massenetseppe filtrare coerentemente i con-tenuti innovatori, dando luogo aduna propria ricetta: un po’ di mo-dernismo, un pizzico di wagneri-smo, un melodizzare dolce e sospi-roso. In Manon tutti gli ingredientisi fondevano ed integravano: leit-motiv, melodie sentimentali, un’or-chestra dalla sonorità morbida esensuale, un libretto capace nonsolo di stuzzicare il pubblico, ma an-che di congedarlo moralmente edi-ficato. Nonostante i giudizi sferzan-ti di tanti colleghi e critici, Masse-net ebbe in realtà una rimarchevoleinfluenza sulla musica d’oltralpe …non possiamo dunque che far no-stre le parole di Francis Poulenc …il repertorio lirico francese sarebbeinimmaginabile senza di lui.

Fu vera gloria? Massenet a 100 anni dalla morte

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Un francese rendeomaggio a VerdiPassai in sua compagnia alcuni

istanti di un fascino indefinibile,parlando con la più deliziosa sem-plicità nella sua camera, poi sullaterrazza da dove si dominava ilporto di Genova, e il mare. Ebbi l’il-lusione che fosse lui stesso un Do-ria che mi mostrasse con orgogliola sua flotta vittoriosa. Così JulesMassenet ricordò l’incontro conVerdi, avvenuto nel 1894 a Palaz-zo Doria, la profonda impressionesuscitata in lui dall’anziano musici-sta. Possiamo solo immaginarel’immensa stima nutrita dall’autoredi Manon, la sua venerazione neiconfronti di un compositore cheproprio nella musica operisticafrancese aveva saputo cogliere fe-conde istanze di rinnovamento.Tra il 1860 ed il 1890 - anni diforte tensione culturale, anni in cuiquasi tutti i teatri italiani erano do-minati dal grand-opéra e da autoricome Meyerbeer e Gounoud –Verdi intuì come un rinnovamentodell’opera nazionale sarebbe potu-to avvenire proprio attraverso l’as-similazione di certe caratteristichedel dramma musicale francese. Adifferenza di altri, tuttavia, non so-lo seppe evitare un facile venire in-contro al pubblico, la ricerca del-l’effetto o qualsiasi concessione al-lo spettacolo, ma soddisfò l’ago-gnata esigenza di unità drammati-ca con la ricerca di un colore vo-cale e strumentale più aderentealla vicenda e ai personaggi.

Aureliano Zattoni

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Johannes Faber:L’uomo che è musica

Franca Olivo Fusco:L’opera nel cinema

Esistonopersone

che hannola capacitàdi far viverese stessiattraversole propriepass i on i .JohannesFaber è uno di questi uomini. Lasua passione e vita: la musica. Ilsuo strumento: la tromba. Perso-na solare e ottimista, Faber è l’e-lemento di vitalità e collante di ungruppo. La tromba è solo uno deitanti mezzi che ha a disposizioneper conquistare il cuore di tutti.Faber è un jazzman. Oltre a

suonare la tromba, compone, ar-rangia, canta e suona il pianofor-te. Il suo ultimo disco, “I Gotta Ri-ght To Sing The Blues”, è una rac-colta di blues e blue songs storicie originali, registrati quasi intera-mente dal vivo con i colleghi JanEschke (pianoforte), Thomas Sta-benow (contrabbasso) e MatthiasGmelin (batteria).Chi conosce il blues sa che è

tanto facile annoiarsi quanto re-starne folgorati. “I Gotta Right ToSing The Blues” è il disco che ticattura. Il blues rude delle originirivive tramite i suoni gravi, ta-glienti, sporchi e dissonanti diquesto eccezionale quartetto. Lostretto legame fra voce e trombacrea un gioco di scambi che rapi-sce inevitabilmente l’ascoltatore;il feeling della ritmica conduceogni volta verso un mondo diver-so. Punta di diamante dell’album,“Venerdì’s Blues” che, con il suo ti-ming perfetto, si fa portavoce diuno stile ancora oggi in grado difar urlare i nostri cuori.

Alice Quario Rondo

Marina Garaventa:Aggredire la vita

Dieci anni fa,Franca Olivo

Fusco, triestina,ha esordito nellasaggistica con “Ci-nema & Poesia”. Aquella prima provahanno fatto segui-to altri due saggisulle connessionifra poesia e operalirica: “Va pensie-ro” (2007) e “Nes-sun maggior dolore” (Le fonti poetichenei libretti d’opera), del 2008. Con “Aried’opera” al cinema edito recentementeda Bastogi, la nostra autrice in qualchemodo chiude il cerchio, tornando al ci-nema attraverso i suoi legami, questavolta non solo con la poesia (il riferi-mento è alla librettistica), ma con l’ope-ra vera e propria. La Fusco ha fatto unlavoro da certosina che solo una grandeamante del cinema può fare. Una indi-gestione di film passati al setaccio allaricerca di citazioni liriche, scartando ifilm-opera, ovvero la trasposizione dell’o-pera in pellicola e anche le biografie digrandi compositori. Nell’indice del volu-me si contano 100 arie o cori d’operache costituiscono altrettante schede.L’autrice infatti intitola ogni scheda noncon il titolo del film, ma dell’aria o del co-ro o comunque della pagina operistica.Di questa riporta il testo e poi citando ilfilm con tutti i riferimenti precisi raccon-ta la trama e descrive l’inserimento delbrano musicale nel contesto narrativo.Naturalmente ogni brano musicale cita-to può anche comparire in più film. E inquasi ogni scheda la Fusco apre paren-tesi per segnalare altri film. I film citatisono oltre 160. Una bella ricerca utilesia a livello di consultazione storico-criti-ca, sia come strumento per capire i rap-porti fra due forme d’arte e d’espres-sione che sanno a volte integrarsi ma-gnificamente. r.i.

Diceva quel fine umorista che eraMarcello Marchesi: “L’importante

è che la morte ci colga vivi”. E in quel-la boutade c’era l’invito ad aggredire lavita e a non lasciarsi sopraffare dalledisgrazie, a non morire un po’ ognigiorno, al contrario a trovare sempre,a tutti i costi, la forza per godere pie-namente di quel che si ha. Ecco, Mari-na Garaventa nel suo libro “Voglio arri-varci viva” edito da Tea (con quattro in-termezzi di Emilia Tasso) l’assunto diMarchesi lo ha decisamente fatto pro-prio. Vale la pena leggerlo il suo ro-manzo autobiografico. Non c’è un soloaccenno di autocommiserazione nellesue pagine. Eppure la sua esistenza èstata segnata dalla Sindrome di Ehlers-Danlos, da una serie di complicazioniche hanno compromesso articolazioni,pelle, organi interni fino alla perdita del-la mobilità e della parola.Da anni Marina, figlia del noto teno-

re Ottavio Garaventa, amatissimo daimelomani e in particolare dagli appas-sionati genovesi che lo hanno applaudi-to infinite volte, è bloccata in un lettino,attraversata da tubi, ma non vinta. Co-munica con il mondo tramite un com-puter e a questo affida non solo la pos-sibilità di conversare con i suoi cari e isuoi amici. Attraverso il computer scri-ve libri e comunica con l’esterno. “Vo-glio arrivarci viva” è una straordinariaautobiografia costruita come una gran-de opera lirica: un prologo, quattro at-ti e un epilogo. Ogni capitolo (o meglio,ogni scena) ha un titolo che richiamaun’aria o una pagina operistica. Nessu-na autocommiserazione, si diceva, e in-vece uno straordinario senso dell’umo-rismo, una capacità davvero ammire-vole di guardarsi dall’esterno, di usarel’arma dell’ironia per vincere sulla ma-lattia che se ne ha fiaccato il corpo,certamente non ne ha vinto lo spirito.E’ un libro che va letto. Per quel che di-ce e per come lo dice. r.i.

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attualità

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Quote socialisocio ordinario da € 85,00Socio sostenitore da € 145,00Socio familiare € 50,00Giovani € 30,00

(fino al 25° anno di età)Per coloro che desiderano iscriversi o rinnovare con bonifico:IBAN: IT 12 V 05608 01400 000000021647

Andar per mostre e per teatri31 MAGGIO - 2 GIUGNO GITA A ROMA– per assistere ad una rappresentazione di ATTILA di G. VERDI diretta da RICCARDO MUTI,– visita alla Mostra del TINTORETTO presso le SCUDERIE DEL QUIRINALE.

19 - 20 OTTOBRE GITA A MODENA– per assistere ad una recita di DON CARLO di G. VERDI

2 - 3 DICEMBRE GITA A VICENZAVisita alla Mostra “RAFFAELLO VERSO PICASSO”STORIE DI SGUARDI, VOLTI E FIGURE

Concerti di primavera

Come previsto, sono iniziati i concerti nei Musei,una tradizione per l’Associazione che dura or-mai da sei anni e che conquista sempre nuovo,

affezionato pubblico. Abbiamo iniziato alla Galleria Na-zionale di Palazzo Spinola il 22 marzo con GerardoChimini al pianoforte, poi il 12 aprile con un Duo for-mato da Carlotta Aramu e Matteo Bonanni, viola epianoforte. Abbiamo proseguito a Palazzo Reale conRenato Procopio, chitarra e Cristian Budeanu e Raf-faele Ottonello, violino e violoncello, mentre al MuseoChiossone si è esibito Giovani Alvino al pianoforte.Da ultimo, in ordine temporale, il 26 aprile, anco-

ra a Spinola abbiamo presentato Simone Sammiche-li, un giovanissimo allievo del M° Paderni che ha en-tusiasmato il folto pubblico che affollava il Salone delMuseo con un programma ricchissimo di contenuti,interpretato con maestria e sensibilità non comuni.Naturalmente i concerti proseguiranno in tutti e

tre i Musei,secondo il pro-gramma previ-sto, per con-cludersi il 21giugno, festaeuropea dellaMusica, condue validissimimusicisti: Roc-co Parisi, cla-rinetto e Mau-rizio Barboro,pianoforte.

Nelle scorse settimane la Biblioteca Berio hadefinitivamente acquisito i fondi paganiniani didue grandi studiosi del violinista genovese,

Pietro Berri (1901-1979) e Zdenek Vyborny (1919-1963). Le due donazioni (concesse dalla figlia di Berri,Silvia, e dalla vedova di Vyborny, Erika Matulova) sonostate realizzate grazie al lavoro della musicologa MariaRosa Moretti con il prezioso supporto degli Amici di Pa-ganini. Maria Rosa Moretti ha anche redatto il catalo-go dell’archivio che ora porta il nome dei due studiosi,catalogo pubblicato dall’editore Stefano Termanini.

Vyborny Berri

Damiano Baroni, violino e FumiWashio, pianoforte sono stati gliinterpreti del concerto del 15marzo scorso. Il loro programmaprevedeva la Sonata K 301 di Mo-zart, il Cantabile di Paganini, Me-ditation di Massenet e la Sonatan. 1 di Beethoven. Il programmaaccattivante e l’ottima interpreta-zione dei due giovani artisti hannosuscitato molto entusiasmo tra ilfolto pubblico presente che ha ri-cambiato la fatica degli interpreticon calorosissimi applausi.

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i nostri concerti

Un concerto particolare, con un particolare suono: quello didue flauti traversi. Musiche di Pleyel, Corrado, Mozart, Gariel,Mercadante e Rossini, era questo il poderoso programma cheMarco Bortoletti e Michele Menardi Noguera hanno offerto ai no-stri soci. La musicalità interpretativa e l’affiatamento dei due ar-tisti hanno conquistato l’attenzione dell’uditorio che, partecipedell’avvenimento, ha tributato loro i più entusiastici consensi.

Sonata op. 27 n.1 diBeethoven, Aprés une lec-ture de Dante di Liszt eSonata n.6 op.82 diProkofiev. Ecco l’impegna-tivo programma presenta-to da Francesca Carolache ci ha donato un bellis-simo pomeriggio di buonamusica interpretata contemperamento veramen-te notevole e rarissimasensibilità musicale. Erala prima volta che la gio-vane artista si presentavaal nostro pubblico e la suaesibizione ci ha lasciatoun ottimo ricordo.

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i nostri appuntamenti

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione

Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini

Presidente: Giuseppe IsoleriSegreteria: Adriana Caviglia Maria Grazia Romano

Tel. (010) 352122 - (010) 589059Cell. 3470814676 - Fax (010) 5221808

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.orgcontatti@AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

Stampa: Essegraph srl - Genova

Si ringrazia

per la concreta collaborazione

ATTIVITÀ SOCIALE DAL 12 MAGGIO AL 30 OTTOBRE 2012Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e

- Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Audizioni discografiche e

Storia della Sinfonia, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 (Galleria Spinola e Palazzo Reale) e 11 (Museo Chiossone)

Sabato 12 maggio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHECAVALLERIA RUSTICANA di P. Mascagni, eCHE FINE HA FATTO LA PICCOLA IRENE? di M. BettaRelatore Lorenzo Costa,Domenica 13 maggio, ore 11CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO D’ARTE ORIENTALE E. CHIOSSONEVALENTINA MESSA, pianoforteMartedì 15 maggio, ore 16I “RAGAZZI DI NEVIO ZANARDI”Martedì 22 maggio, ore 15,30PAGINE SCELTE DELL’OPERETTA ITALIANAA cura di Dario Peytrignet,Giovedì 24 maggio, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAPAGANINI CHORUS CLARINETDomenica 27 maggio, ore 11CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO D’ARTE ORIENTALE E. CHIOSSONEDUO ARENA- MUNAFO’, violino e pianoforte,in collaborazione con Associazione Musicale Dioniso,Martedì 29 maggio, ore 16CONCERTO DI OLGA TARASEVICH, pianoforteMusiche di Rachmaninov, Liszt, Ravel, Chopin,Giovedì 31 maggio, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO DI PALAZZO REALEFEDERICO VALLERGA, flauto, e BARBARA GIUSTO, chitarraVenerdì 1° giugno, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: LE TRE FARSE DEL 1812 di G. RossiniA cura di Athos Tromboni,Martedì 5 giugno, ore 16CONCERTO DI EDOARDO BRUNI, pianoforteIn collaborazione con Associazione Musicale Dioniso,Giovedì 7 giugno, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAPALMIRO SIMONINI, pianoforteIn collaborazione con Associazione Musicale Dioniso,

Domenica 10 giugno, ore 11CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO D’ARTE ORIENTALE E. CHIOSSONEMATTEO LIPPI, tenore, DENNIS IPPOLITO, pianoforte,Martedì 12 giugno, ore 15,30SOLE, LUNA E STELLE IN MUSICAA cura di Adolfo Palau,Domenica 17 giugno, ore 11CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO D’ARTE ORIENTALE E. CHIOSSONEDANIELE REBAUDO, pianoforteGiovedì 21 giugno, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAFESTA EUROPEA DELLA MUSICAROCCO PARISI, clarinetto e MAURIZIO BARBORO, pianoforte.

ANNO SOCIALE 2012/2013Martedì 2 ottobre, ore 16ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI,Sabato 6 ottobre, ore 16,30AUTUNNO A SPINOLA: I CENTENARI - RICHARD WAGNERRAFFAELE OTTONELLO, violoncelloGIACOMO BATTARINO e GIOVANNI PIANA, pianoforte,Martedì 9 ottobre, ore 16CONCERTO INANGURALEDUO MARZORATI – GIACOSA, violino e pianoforte,Venerdì 12 ottobre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: NABUCCO di G. VerdiA cura di Lorenzo Costa,Sabato 13 ottobre, ore 16,30AUTUNNO A SPINOLA: I CENTENARI - GIUSEPPE VERDILILIA GAMBERINI, soprano e CATERINA ARZANI, pianoforte,Martedì 16 ottobre, ore 15,30GUSTAV MAHLER E IL SUO TEMPOA cura di Guendalina Cattaneo della Volta,Martedì 23 ottobre, ore 16CONCERTO DI FRANCESCO GUIDO, pianoforteMartedì 30 ottobre, ore 15,30ECCO IL MUSICAL: IL FANTASMA DELL’OPERA di A.L. WebberA cura di Dario Peytrignet.

MUSEO E. CHIOSSONE