Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua...

32
ANNO III . N°1 GENNAIO-FEBBRAIO 2010 Undicesimo convegno degli Ufficiali medici del Corpo Militare Cri Undicesimo convegno degli Ufficiali medici del Corpo Militare Cri

Transcript of Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua...

Page 1: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

ANNO III . N°1GENNAIO-FEBBRAIO 2010

Undicesimo convegnodegli Ufficiali medici

del Corpo Militare Cri

Undicesimo convegnodegli Ufficiali medici

del Corpo Militare Cri

Page 2: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

www.cri.it

il nostro periodico è consultabile anche on-line seguendo il percorso: www.cri.it/I Volontari/Corpo Militare

E

Page 3: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

Periodico del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana

ANNO III - N° 1 - GENNAIO - FEBBRAIO 2010

HANNO COLLABORATO: Ten. Col. Paolo Bertoia, Dott. Alfredo Micozzi, Magg. Vittorio Badalone,Magg. Massimo Cipullo, Ten.Ennio Maria Bizzi, Dott. Michele Patruno

S. Ten.Ciro Lepore, Dott. Giulio Iannone, Mar. Magg. Franco Minucci, Mar. Capo Lamberto Filippini

SERVIZI FOTOGRAFICI: Mar. Magg. Loreno Casetta, Mar. Magg. Franco Minucci, Cap.Magg. Aldo Massetti

DIREZIONE e REDAZIONE: Via Luigi Pierantoni, 3 - 00146 ROMATel. 06.55244237 - Fax 06. 5592831

E-mail: [email protected]

Iscrizione al n° 294/2008 del Registro della Stampa del Tribunale di Roma 22 Luglio 2008

DIRETTORE EDITORIALECol. ROBERTO ORCHI

DIRETTORE RESPONSABILETen. Col. CLAUDIO DE FELICI

CONDIRETTORES. Ten. GIANLUCA CARDILLO

Simulazionedi soccorso in mareal Convegno Nazionaledegli Ufficiali medicisvoltosi a Salerno

n

n

3

ANNO III - N° 1

In questonumero

Editoriale / La nostra informazioneper il rilancio del Corpo 4

di Roberto Orchi

n Attualità / Le stragi del Sabatosera e la sicurezza stradale 15

di Claudio De Felici

n Intervista / I cento annidella mitica Alma Pascutto 9

di Claudio De Felici

n Formazione / Procedure sanitariecampali di primo livello 13

n Primo Piano / XI Congressodegli Ufficiali Medici del Corpo 5

n Interet / Accesso facile al sitoCri per i diversamente abili 21

di Alfredo Micozzi

n Rubriche / La nostra storia - Uno di noi - Vita di CorpoNotiziario N.A.A.Pro. - Biblioteca militare - La Vignetta

n Anniversari / 213 annidel Tricolore Italiano 23

di Lamberto Filippini

n Riflessioni / Occidenteed Islam, culture a confronto 17

di Paolo Bertoia

LA COPERTINA

Page 4: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

4

ANNO III- N° 1

Editoriale

La nostrainformazioneper il rilancio

del CorpoCon soddisfazione

posso finalmenterivolgermi a tuttiVoi, dalle paginedi Corpo Milita-re Informa, ripri-stinato con una

nuova veste grafica che ne rilanciale potenzialità comunicative. Riten-go che questo periodico, dedicatoprevalentemente alla nostra real-tà, sia un ulteriore e valido strumen-to di congiunzione tra tutti gliappartenenti al Corpo in congedoe in servizio.

Corpo Militare Informa vuoleessere, infatti, proprio uno stru-mento di informazione sulle attivi-tà svolte e sui nostri programmioltrechè un ausilio per cercare diessere più coesi, rinsaldare i soli-di principi dello Spirito di Corpo esentirci così tutti uniti per il raggiun-gimento di un unico scopo finale:il progresso del Corpo Militaredella Croce Rossa Italiana.

Supportati da vertici dell’Asso-ciazione stiamo indirizzando lemigliori energie per rendere ilCorpo Militare più funzionale edoperativo in rapporto alle attualiesigenze istituzionali ed in linea conla continua evoluzione della CroceRossa.

Il Corpo, ferma restando la suaidentità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria organizzazio-ne e le relative procedure a quellepresenti nelle moderne Forze Arma-te delle quali è ausiliario per legge.

In tale ottica, il poter disporre dinotizie ed approfondimenti sul

Corpo attraverso questo periodi-co, oltre a rappresentare un’ulte-riore potenzialità informativa,dovrà stimolare le iniziative dicollaborazione da parte di ogniiscritto nei ruoli per indirizzareproposte e suggerimenti.

I principali obiettivi strategici dacentrare nell’immediato possonoessere così fissati:

- incremento della distribuzioneperiferica delle unità di base delCorpo sul territorio nazionale(N.A.A.Pro.);

- razionalizzazione delle nume-rose iniziative addestrative esi-stenti a livello periferico per giun-gere ad una razionalizzazione delpercorso formativo unificato alivello nazionale;

- costituzione ad hoc di gruppi dilavoro, formati da personale incongedo in possesso di partico-lari requisiti professionali utiliallo studio di specifici programmidi sviluppo nei vari settori nevral-gici.

La realizzazione dei suddettiprogrammi ed il raggiungimento deirelativi obiettivi, mi auguro intempi relativamente contenuti,sarà possibile attraverso un comu-ne sforzo da parte di tutti coloro che,per l’attaccamento che nutronoverso la nostra Istituzione, sup-porteranno ogni iniziativa con spi-rito costruttivo.

Colonnello Roberto OrchiIspettore Nazionale ff

del Corpo Militaredella Croce Rossa Italiana

Page 5: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

A Salerno il congressodegli Ufficiali Medici della Croce Rossa Italiana

4

5

ANNO III - N° 1

Primo Piano

Soccorso CRI, della segretaria generale delCorpo delle Infermiere Volontarie,sorella Moni-ca Dialuce Gambino,e dell’Ispettore Nazionaledel Corpo Militare CRI, Colonnello RobertoOrchi.

Al termine dei predetti interventi la dottores-sa Rosalba Tufano, direttrice della Scuola diSpecializzazione del Dipartimento di Anestesiae Rianimazione dell’Università di Napoli “Fede-ricio II”e componente del Consiglio Superioredi Sanità,ha tenuto la conferenza “Approccio sulcampo al politraumatizzato nelle catastrofi”,supportata da significative diapositive degliinterventi effettuati negli ultimi anni.

I lavori sono ripresi il 16 ottobre,presso il Tea-tro Augusteo,con la prima sessione “La catena deisoccorsi sanitari” aperta dal professor GiovaniArcudi,direttore della Scuola di Specializzazio-

no e della Camera di Commercio di Salerno,siè aperto il 15 ottobre presso il salone dei marmidel Palazzo di Città,con un discorso del Colon-nello Medico Gabriele Lupini,presidente del con-vegno,che oltre a rivolgere un saluto alle auto-rità presenti ha evidenziato i temi affrontatipoi nelle sei sezioni scientifiche ed ha illustratola dinamica della simulazione di soccorso in mareper la parte addestrativa.

Sono poi seguiti gli interventi dell’Assessorealla Protezione Civile del Comune di Salerno,dot-tor Augusto De Pascale,in rappresentanza del Sin-daco Vincenzo De Luca,del Tenente Colonnel-lo dei Carabinieri Michele Giordano, che haportato i saluti del direttore di sanità dell’Arma,Generale Medico Domenico Ribatti,del vice pre-sidente dell’Ordine Provinciale dei Medici-Chi-rurghi ed Odontoiatri di Salerno,dottor Giovan-ni D’Angelo, della dottoressa Milena Cisilinoper l’Ispettorato Nazionale dei Volontari del

Il convegno nazionale degli Ufficialimedici,abbinato al simposio per il per-sonale sanitario di Croce Rossa,può esse-re considerato l’evento annuale piùsignificativo fra le attività didattico-for-mative del Corpo Militare CRI.Nelle ulti-me edizioni il convegno ha registrato una

crescita esponenziale dei partecipanti, tantoche quest’anno, nella cornice della città diSalerno,tra corsisti- uditori,appartenenti a tuttele componenti CRI,e relatori vi è stata la presen-za complessiva di circa 500 persone.

Il convegno,organizzato dalla Direzione di Sani-tà dell’Ispettorato Nazionale del Corpo Militaredella Croce Rossa Italiana, con il patrociniodella Provincia di Salerno,del Comune di Saler-no,delle Università degli Studi di Roma “Tor Ver-gata”e di Napoli “Federico II”,dell’Ordine Pro-vinciale dei Medici-Chirurghi ed Odontoiatri diSalerno,dell’Ipasvi di Salerno,dell’Asl.di Saler-

L’approccio alle maxiemergenzedalla formazione all’intervento sul campo

Page 6: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

6

ANNO III - N° 1

Primo Piano3ne in Medicina Legale e delle Assi-curazioni presso l’Università diRoma “Tor Vergata”,con la relazio-ne “Il medico nelle catastrofi traobblighi legislativi e dettame deon-tologico”.

A seguire l’intervento del dottorSalvatore Squarcione, direttoredel Servizio Rischio Sanitario delDipartimento della ProtezioneCivile su “Il coordinamento sanita-rio della Protezione Civile”.

Il dottor Domenico Dalla Porta,referente per i Dipartimenti diPrevenzione dell’ASL di Salerno,hatrattato il tema “La sicurezza deglioperatori del soccorso”.

Quindi il dottor Pierluigi Fortez-za, Dirigente Superiore Medicodella Direzione Centrale Formazio-ne Medicina del Lavoro e Forma-zione Sanitaria del Corpo Naziona-le dei Vigili del Fuoco,ha relaziona-to su “La tutela della salute psi-chica dei soccorritori:l’esperien-za del Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco”.

La prima sessione si è conclusacon l’intervento del ColonnelloEnzo Liguori,responsabile delle rela-zioni internazionali dello StatoMaggiore della Difesa - UfficioGenerale della Sanità Militare,imperniato su “L’assistenza umani-taria da parte della Sanità Militare:l’esperienza in Ciad”.

A seguire la seconda sessione,digrande attualità,che ha descrittol’attività sanitaria della ProtezioneCivile nel recente “Terremoto inAbruzzo”,con la relazione della dot-toressa Antonella Pescini, Diret-tore Sanitario del Comitato Regio-nale CRI Abruzzo,in merito a “L’in-tervento della Croce Rossa Italia-na”.

Quindi si è parlato del PostoMedico Avanzato:“Il P.M.A.esperien-ze a confronto”i cui relatori sonostati per il Corpo Militare CRI ilTenente Colonnello Romano Tri-podi e il Maggiore Vittorio Badalo-ne dell’Ispettorato Nazionale,peril Corpo delle Infermiere Volonta-rie la sorella Maria Pia Tozzi e perla Marina Militare il Capitano diVascello Francesco Guadalupi,Ufficiale medico del Reggimen-

to San Marco.Quindi il Capitano Raffaele Gre-

sta, dell’Istituto Medico Legaledell’Aeronautica Militare - Labora-torio Analisi di Roma - ha trattato“L’aerosgombero sanitario”.

Ha preso quindi la parola ilColonnello Salvatore Falvo,CapoSezione Sanità della Legione Cara-binieri “Abruzzo” con un inter-vento su “L’attività sanitaria dell’Ar-ma dei Carabinieri”.

A seguire il dottor Antonio Zulia-ni,delegato nazionale per il suppor-to psicologico nell’emergenzaCRI,ha trattato appunto il tema “Ilsupporto psicologico”.

La seconda sessione si è chiusacon l’intervento del dottor Giancar-

lo Giovannetti,Direttore del Pron-to Soccorso dell’Azienda Ospe-daliera “S.Maria”di Terni con la rela-zione “Un esempio di rispostaintraospedaliera in area limitrofa alsisma:l’esperienza dell’OspedaleCivile di Terni”.

Nel pomeriggio è stata sviluppa-ta la terza sessione “Il soccorsoin mare”aperta con l’intervento delCapitano di Corvetta Claudio Mol-lica,comandante della Capitaneriadi Porto di Salerno,che ha trattato“Il recupero e soccorso in mare”.

Quindi il dottor Fabio Rispoli,Dirigente Medico del Servizio Ane-stesia e Rianimazione del Policlini-co dell’Università di Napoli “Fere-dico II”,ha illustrato “Il concorso

del Corpo Militare CRI nel soc-corso in mare”.

Il dottor Giuseppe SalvatoreSatriano,Responsabile della Cen-trale Operativa del 118 della Pro-vincia di Salerno e Direttore Sani-tario della Società Nazionale diSalvamento,ha relazionato sulla “For-mazione e nuove tecnologie per ilsoccorso in acqua: dalla lanciaall’idromoto”.

Si è tenuta quindi una simulazio-ne pratica di soccorso in mare infavore degli occupanti di unaimbarcazione in difficoltà,che hadestato grande impatto ed inte-resse non solo nei congressisti

4

L’ intervento del colonnello medicoGabriele Lupini, presidente del convegno,

alla presentazione dell’eventonel salone dei Marmi del Palazzo di Città

Page 7: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

7

ANNO III - N° 1

Primo Piano3

4

ma anche nei molti salernitanipresenti, riscuotendo il plausodelle massime autorità locali dellaPrefettura e della Protezione Civi-le.

Sono state impegnate unitàdella Capitaneria di Porto di Saler-no,del 9° Stormo SAR dell’Aeronau-tica Militare di Grazzanise e deiNuclei Operativi di Pronto Impie-go del Corpo Militare CRI.

La dimostrazione,tenutasi nellospecchio d’acqua antistante laspiaggia di Santa Teresa,sul lungo-mare di Salerno,è stata strutturatasu tre simulazioni che hanno vistol’utilizzo di diversi mezzi e tecnicheper trarre in salvo persone in mare.

Il primo intervento ha riguarda-to il recupero di una persona inmare tramite un’idroambulanza,ovvero un’unità nautica di soc-corso con attrezzatura specifica ebrevettata per il soccorso in acqua.Il conduttore dell’idroambulan-za,con un’ampia manovra,è inter-venuto per trarre in salvo l’uomoin mare che, recuperato con labarella verricellabile, cosiddetta“a canestro”, con dispositivo disollevamento della stessa diretta-mente dall’acqua,è stato traspor-tato a riva dove erano stati allerta-ti alcuni operatori sanitari delCorpo Militare CRI che lo hannopreso in consegna e condottopresso il loro Posto Medico Avan-zato, opportunamente allestitosulla spiaggia.

Il secondo intervento ha vistoprotagonista un Personel WaterCraft (PWC),ovvero una idromo-to di soccorso con propulsionead idrogetto, anch’essa allestitacon attrezzatura brevettata per il soc-corso in mare,munita di barella condispositivo di sgancio rapido.Anche in questo caso l’equipaggiodell’idromoto è giunto a salvare inacqua una persona in difficoltàed a trasportarla a riva con il con-seguente recupero da parte delpersonale sanitario del PMA.

La terza dimostrazione di soccor-so è stata messa in atto con l’ausi-lio di un elicottero del 9° Stormo“Francesco Baracca”dell’Aeronau-tica Militare in forza al 21° Gruppo

Combat SAR di stanza a Grazzani-se (Caserta).E’stato impiegato unvelivolo AB 212 che localizzato ilnatante in difficoltà ha fatto lancia-re in acqua due operatori di salva-mento del Corpo Militare CRI chehanno recuperato e trasportato ariva due persone.Un terzo uomoè stato invece issato a bordo dell’eli-cottero grazie all’intervento di unaerosoccorritore che prima lo haimbracato e poi,assieme,si sono fatti“vericellare”a bordo del velivolo adala rotante.

I lavori congressuali sono ripre-si nella giornata del 17 ottobre,quan-do è stata trattata la quarta ses-sione monotematica sulla “Tera-pia del dolore”, introdotti da unarelazione del professor GiuseppeServillo,Direttore dell’Area Funzio-nale di Anestesia Generale e Urolo-gia dell’Università di Napoli “Fede-rico II”,sul tema “Decisioni circa lafine della vita”.

A seguire i lavori curati dal pro-fessor Alessandro Fabrizio Saba-to, Direttore dell’Area Urgenza-Emergenza del Policlinico Univer-sitario di Tor Vergata Roma,circa “Ildolore dalla percezione ad unavisione molecolare”e “Il sistema ner-voso centrale e periferico”.

Quindi Antonio Gatti,professo-re di Anestesia e Rianimazionedell’Università di Roma “Tor Verga-ta”e responsabile dell’ambulatoriodi fisiopatologia e terapia del dolo-re ha descritto e stimolato unadiscussione su alcuni casi clinici.

Il 18 ottobre è stata sviluppata laquinta sessione,che ha riguardatola “Medicina e Chirurgia in emer-genza”,con l’intervento del dottorPier Paolo Piras,Dirigente di UnitàOspedaliera presso l’ospedale S.S.Trinità di Cagliari,dal tema “L’epi-stasi”.

A seguire la relazione del dottorAmerico Testa,Dirigente Medico diMedicina d’Urgenza e Pronto Soc-corso DEA del Policlinico Univer-sitario “Agostino Gemelli”di Roma,circa “Le nuove risorse diagnosti-che:l’ecografia in emergenza”.

Quindi il Tenente ColonnelloFerdinando Arganese,Capo Sezio-ne del Comando Logistico del-l’Aeronautica Militare – Servizio Sani-

Il colonnello Roberto Orchi,Ispettore Nazionale del Corpo Militare Cri

nel corso del suo intervento

In questa foto e sotto: due momentidel convegno al Teatro Augusteo di Salerno

Page 8: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

8

ANNO III - N° 1

Primo Piano

tario di Roma – ha trattato “Il tra-sporto in biocontenimento deipazienti feriti: lo stato dell’arte”.

Il dottor Pasqualino Appolloni,chimico e docente della Scuola diSpecializzazione in Medicina delLavoro dell’Università “La Sapien-za”di Roma,ha relazionato su “Illaboratorio analisi”.

La quinta sessione si è chiusa conl’intervento del professor Gian-franco Scarcella,docente di Fisio-logia Generale dell’Università “LaSapienza”di Roma,che ha trattato“La tossicologia in emergenza”.

A seguire la sesta sessioneincentrata su “Le emergenze inter-nazionali:interazione tra organismisanitari ed umanitari”, che si èaperta con la relazione del profes-sor Ettore Calzolari,Ufficiale medi-co CRI e docente presso l’Uni-versità “La Sapienza” di Roma,imperniata su “Il simbolo dellaCroce Rossa e il suo uso improprionella propaganda di guerra”.

Quindi la dottoressa Maria Gra-zia Pompa,direttrice dell’UfficioMalattie e Profilassi Internaziona-le del Ministero del Lavoro,dellaSalute e delle Politiche Sociali diRoma,ha trattato il tema “ L’allar-me epidemiologico: internazio-nale tra l’OMS e il Ministero delLavoro,della Salute e delle Politi-che Sociali”.L’avvocato del Foro diRoma,Gerardo Di Ruocco,Consi-gliere Qualificato Istruttore diDiritto Internazionale Umanita-rio,ha relazionato circa il “Codicedi condotta internazionale nelleoperazioni di emergenza”.

La sesta ed ultima sessione si èchiusa con l’intervento della dot-toressa Annarita Roccaldo, diri-gente del Servizio Attività Sociali,Sanitarie e Socio-Sanitarie delComitato Centrale CRI, che ha trat-tato “Il ruolo del Comitato Interna-zionale e della Federazione Inter-nazionale di Croce Rossa”.

Gli interventi sono stati mode-rati dal Tenente Generale MicheleDonvito, Capo Ufficio Generaledella Sanità Militare, dal profes-sor Giovanni Arcudi, direttoredella Scuola di Specializzazionein Medicina Legale e delle Assi-

curazioni dell’Università di Roma“Tor Vergata”, dal dottor BrunoRavera, presidente dell’OrdineProvinciale dei Medici-Chirurghied Odontoiatri di Salerno,dal dot-tor Giancarlo Giovannetti,diretto-re del Pronto Soccorso dell’azien-da ospedaliera “S.Maria”di Terni,dal dottor Giuseppe Servillo,diret-tore dell’area funzionale di Aneste-sia Generale e Urologia dell’Univer-sità di Napoli “Federicio II”, dalColonnello Pietro Ridolfi, presi-dente della Commissione Naziona-

3

le per la diffusione del DirittoInternazionale Umanitario CRI,edal Colonnello Medico del CorpoMilitare CRI Alessandro Pagliac-ci.

I lavori del convegno si sono con-clusi con la compilazione dei testdi verifica da parte dei parteci-panti,che hanno permesso il con-seguimento di 15 crediti formati-vi ECM (Evoluzione Continua inMedicina) rilasciati dal Ministerodel Lavoro, della Salute e dellePolitiche Sociali,e dalla consegna

degli attestati di partecipazione.A corollario della manifestazio-

ne si è svolto un nutrito program-ma sociale per gli accompagnato-ri dei congressisti incentrato sullospettacolo teatrale “Non ti rico-nosco più”,della compagnia saler-nitana “Le Molecole”, presentatopresso il Teatro Augusteo,una gitaalla città di Amalfi, la cena di galapresso il teatro municipale Giusep-pe Verdi di Salerno ed una visita cul-turale guidata agli scavi archeo-logici di Paestum.

Qui e sotto: due fasi della simulazionedelle operazioni di soccorso

tenutesi nello specchio d’acquaantistante la spiaggia di Santa Teresa

Page 9: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

I cento annidella miticaAlma Pascutto

4

9

ANNO iii - N° 1

IntervistaCompie un secolo la“crocerossina”cheprese parte alla

Guerra di Corea...Torna alla ribaltadella cronaca la

Corea del Nord dopol’armistizio del 1953

che segnò la finedella guerra con la

Corea del Sud

Dopo 59 anni la Coreadel Nord è balzataall’attenzione del-l’opinione pubblicamondiale e torna a farimpensierire il Pre-sidente degli Stati

Uniti d’America.In questi ultimi mesi laCorea del Nord ha effettuato alcunitest missilistici con il lancio di testate bali-stiche a corto raggio ed ha minacciatodi attaccare nuovamente la confinanteCorea del Sud.

Ancora una volta si è verificato unoscontro a fuoco fra motovedette delle dueCoree,per un probabile sconfinamentodi un’imbarcazione nord coreana nelleacque territoriali del Sud.

Inoltre, il governo di Pyongyang haannunciato che sta predisponendo l’al-lestimento di un missile balistico inter-continentale,con un raggio di azione trai 4.000 ed i 6.500 chilometri che,lancia-to da una base della sua costa occiden-tale, potrebbe raggiungere e colpire il ter-ritorio statunitense.

Questa provocazione non si vedevadai tempi della guerra di Corea, chedal 1950 al 1953 vide contrapposte dauna parte la Corea del Nord e la Cina edall’altra la Corea del Sud,gli Stati Unitid’America e le Forze dell’ONU.

Il 25 Giugno 1950 i nord coreani,superiori per mezzi bellici e numero diuomini,attraversarono il 38° parallelooccupando la capitale Seul ed i maggio-ri capoluoghi della Corea del Sud.Aquel punto le Nazioni Unite intervenne-ro con l’invio di truppe combattenti

Page 10: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

10

ANNO III - N° 1

Intervista3

in appoggio alle forze governati-ve del sud e riuscirono a respinge-re i nord coreani fino ai confinicon la Cina.

La popolazione civile,sottopostaa tre anni di vicende belliche,fu benpresto ridotta in estreme condi-zioni di terrore,miseria e abbando-no:la fame e le malattie contribuiro-no ad accrescere il numero delle vit-time delle azioni belliche.

Per fronteggiare questa situa-zione la Croce rossa internazionalelanciò un appello a tutte le Societànazionali di Croce rossa per porta-re soccorso alle popolazioni delterritorio coreano.

Il 20 settembre 1950 il Consi-glio dei Ministri italiano deliberò diporre a disposizione del SegretarioGenerale dell’ONU un ospedaledella Croce rossa completo di equi-paggiamento e personale.

L’ospedale,contrassegnato con ilnumero 68, venne imbarcato suuna motonave americana che salpòda Napoli il 16 ottobre 1951 e rag-giunse il porto di Pusan,nella Coreadel Sud,esattamente un mese dopo.

L’ospedale venne accantonatoin due edifici scolastici in località YongDung Po,nei pressi della capitaleSeul.Fu aggregato,quale unità medi-ca,all’VIII Armata americana,assu-mendosi la responsabilità di tutta l’as-sistenza sanitaria della popolazionecivile compresa nel triangolo Inchon-Seul-Suwon.

La capacità iniziale dell’ospeda-le era di 150 posti letto,poi elevataa 200,divisi fra chirurgia uomini edonne,medicina uomini e donne epediatria.

Il suo organico era di 71 ele-menti,fra ufficiali,infermiere volon-tarie,sottufficiali,graduati e militi dellaCroce rossa italiana per l’assistenzasanitaria e 37 uomini di personalecoreano per i servizi.Al suo coman-do il capitano medico Luigi Coia,sostituito nel luglio 1952 dal maggio-re medico Fabio Pennacchi.

Pochi sono i reduci ancora invita di quella gloriosa missione,che vide personale italiano delCorpo Militare e del Corpo delleInfermiere Volontarie della Crocerossa varcare per la prima volta i con-

fini nazionali.Fra loro il tenente colonnello

Gianluigi Ragazzoni di Collalbo-Renon in provincia di Bolzano,allo-ra sottotenente chimico-farmascistaed oggi presidente dell’Associazio-ne Reduci di Corea, i marescialli Gio-vanni Canali di Omegna (Verba-nia), Emilio Donatoni di Verona,Luciano Negri di Roma e l’infer-miera volontaria Alma Pascutto,una “crocerossina”che lo scorso 4luglio ha compiuto 100 anni.

Incontriamo la Pascutto presso lasua casa romana,al quartiere Pario-li.

Nel salotto su un piccolo tavolorotondo,insieme ad altre fotografie,“troneggia”una splendida cornicecon l’immagine della PrincipessaMaria Josè di Piemonte in uniformeda Ispettrice Nazionale delle Infer-miere Volontarie della Croce rossaitaliana,con la dedica “A Alma Pascut-to”e la firma Maria.

E’la fotografia che la Principessami ha donato subito dopo il conse-guimento del diploma di “croce-rossina”,tiene a precisare Alma.

- Come preferisce che la chiami:signorina Pascutto o sorella Pascut-to?

«Guardi, mi chiami semplice-mente Alma».

Signorina:perché Alma non ha maicontratto regolare matrimonio.

Nella sua vita ha sposato la causadella Croce rossa:aiutare il prossimoe l’umanità sofferente.Sorella:per-ché le infermiere volontarie, piùconosciute come “crocerossine”,usano questo appellativo per elimi-nare fra loro distinzioni di grado,clas-se e ceto sociale.

- Quando è partita e quantotempo è rimasta in Corea?

«Sono partita all’inizio della mis-sione,nell’ottobre del 1951 e sonorimasta in zona d’operazioni per circadue anni.

Salpammo dal porto di Napoli conla nave da trasporto militare sta-tunitense “General Langfitt”. Lanave aveva già imbarcato i militariolandesi, fra cui due loro croce-rossine, destinati anche loro inCorea.

Noi sorelle indossavamo la divi-sa bianca con la croce rossa sulpetto ed il capo coperto dal velo blu.

Dopo due giorni di navigazio-ne mi si avvicinò un tenente ame-ricano chiedendomi di che ordinereligioso eravamo. Mi disse cheaveva discusso molto con i suoicolleghi per cercare di capire lanostra appartenenza. Sentendocichiamare tra di noi “sorella”ci avevascambiato per strane suore,vestitein modo particolare,perché notò chela nostra divisa non aveva la gonnache toccasse terra e le maniche

erano corte.A tal proposito il comandante

della nave raccomandò alla nostracapogruppo di non portarci sulponte principale durante la naviga-zione,in quanto con il forte vento legonne si sarebbero sollevate offren-do ai marinai ed agli altri militari unospettacolo “particolare”».

- Quanto è durato il viaggio innave?

«Un mese esatto.Dopo aver attra-versato il canale di Suez la naveeffettuò vari scali per rifornirsi,senza poter mai scendere a terra.

A Colombo,capitale dell’attualeSri Lanka,la moglie dell’ambasciato-re italiano era salita a bordo perinvitarci presso l’ambasciata.

Ciò non ci fu consentito in quan-to il comandante della nave asserì chese avesse dato il permesso di scen-dere alle sorelle di Croce rossa,anche gli altri militari avrebberodovuto avere la stessa opportunità.

A bordo siamo state “prigioniere”fino a Seul.

Al nostro arrivo in Corea,al portodi Pusan, ci ha accolto la bandamilitare americana che suonava“Rosamunda”accompagnata dallemajorettes.

A noi donne,le sei sorelle italianepiù le due olandesi,appena sbarca-

Alma Pascutto,mentre legge

il libro “Un ricordodi Solferino”

4

Page 11: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

11

ANNO III - N° 1

Intervista

te ci hanno offerto un mazzo di fiori.Tutto ciò mi colpì molto, per-

ché non pensavo che in un paese inguerra potesse esserci una taleaccoglienza».

- I suoi familiari accettaronola Sua partecipazione ad unamissione così delicata e distantedall’Italia?

«Mio padre Enrico,purtroppo,eragià morto di broncopolmonite.Sefosse stato in vita non mi avrebbe dicerto fatta partire. Già all’epocadella guerra in Etiopia avrei volutofrequentare il corso per diventare“crocerossina”.Ma lui non lo permi-se assolutamente.Non gli piaceva chele donne frequentassero ambientiprettamente maschili.Per tale moti-vo non mi fece iscrivere nemmenoall’università.

Dopo aver vinto l’iniziale oppo-sizione anche di mia madre MariaChierini, riuscii finalmente a fre-quentare il corso biennale in Crocerossa per conseguire il diploma diinfermiera volontaria.Lei non appro-vava le spese per l’acquisto delle divi-se e per le altre necessità di funzio-namento delle crocerossine e asse-riva che con i soldi che mi davaper la Croce rossa potevo tranquil-lamente andare a Cortina d’Am-pezzo,a respirare aria pura,e non

nelle corsie degli ospedali.Mio padre e mia madre avevano

una mentalità all’antica.Io,avendo superato già da qualche

tempo la maggiore età, risposi amia madre che potevo prendereliberamente la decisione di partireper la Corea».

- Ricorda il nome delle Infer-miere Volontarie partite con lei?

«Certamente. Il nostro gruppo,composto da sei sorelle,oltre mecomprendeva: Caterina Aimini,Maria Luisa Corsi di Bosnasco,Ange-la Mastromarino,Antonietta Mojanae Anna Maria Rosi,la capogruppo».

- Qual è stata la maggiore diffi-coltà incontrata all’arrivo a Seul?

«Il clima era rigidissimo.La tem-peratura minima all’esterno tocca-va punte di meno 26 gradi.Nella strut-tura dove alloggiavamo,adibita adospedale,l’acqua corrente gelava.Dormivamo tutte in un'unica came-ra. Sul mio letto erano sistemateotto coperte. Durante il servizioindossavamo la nostra gloriosa divi-sa,non adatta però a quelle tempe-rature. Sopra al camice eravamocostrette ad utilizzare un giacco-ne color verde militare,donatoci dalletruppe americane.

Fortunatamente,non soffrivo ilfreddo.Sebbene il clima non fosseaffatto clemente non ho avuto un raf-freddore né un’influenza, nono-

stante uscissi sempre dall’ospedaleper prestare l’opera di soccorso».

- L’alimentazione era adeguataper quelle basse temperature?

«Il cibo era l’unica cosa che lascia-va a desiderare.Veniva servito spes-so scatolame.Nello stesso vassoiotrovava posto la pasta,la carne e lafrutta cotta. Alcune volte il sugo dellapastasciutta andava a finire nellafrutta cotta e non si riusciva a man-giare ne l’una ne l’altra.

Un giorno non sono riuscita amangiare niente ed esasperata,insieme alla sorella Maria LuisaCorsi di Bosnasco,sono andata al PXamericano a Seul (così sono deno-minati i supermercati in zona dioperazione) per acquistare una sca-tola di cioccolatini.Quello è stato ilnostro pranzo.All’epoca ero magris-sima.Avevo timore di non avere leforze sufficienti per resistere airitmi frenetici dettati dalle esigenzedell’ospedale».

- Quale ricordo della missione inCorea affiora sempre più spesso allasua mente?

«Il ricordo più frequente riguar-da purtroppo un aspetto negati-vo:la grande miseria.

Non si vedeva mai una personavestita bene,oserei dire elegante.Sem-pre militari,con le loro uniformi,ela popolazione coreana che,loro mal-grado,era malvestita,quasi a livello

straccioni,già povera e indebolitaulteriormente dalla guerra.

Un giorno,per tutta rivalsa abbia-mo deciso, con le altre sorelle diCroce rossa,di trascorrere qualchegiorno a Tokio.Ci siamo messe d’ac-cordo con gli americani per unpassaggio aereo nella capitale giap-ponese.Abbiamo usufruito gratuita-mente di un aereo militare da traspor-to che necessitava di assistenza tec-nica presso le strutture aeropor-tuali di Tokio.

Ci siamo imbarcate in cinquesorelle, ad eccezione della capo-gruppo,sorella Rosi,rimasta nellanostra base di Yong Dung Po.

La Rosi era una donna moltocolta ed educata.Proveniva da un’ot-tima famiglia.Conosceva perfettamen-te la lingua inglese.Ma allo stessomodo era semplice,non chiedevamai niente,le andava bene tutto,com-preso il mangiare. Noi, al contra-rio, eravamo più discole. All’arri-vo a Tokio,la nostra prima preoccu-pazione è stata quella di stare alla largadall’Ambasciata italiana, che nonsapeva nulla di questo viaggio edella nostra permanenza in città».

- Dove ha alloggiato?«Io ho avuto sempre preferen-

za per i grandi alberghi ed abbiamoquindi deciso di alloggiare all’Hotel

3

4

Alma Pascutto,appena diplomataInfermiera Volontaria Cri

La foto con dedica dellaPrincipessa

Maria Josè di Piemonte,Ispettrice Nazionale

del 1939 al 1946

Page 12: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

12

ANNO III - N° 1

Intervista

Imperial, uno dei più eleganti ecostosi di Tokio.Dopo aver visto perpiù di un anno tanta miseria epovertà in Corea ci siamo conces-se questo privilegio.

Arrivammo nel pomeriggio edopo aver preso possesso dellecamere,tutte suite singole con unavasca da bagno grande come una pic-cola piscina,abbiamo finalmente con-sumato una buona cena.

La mattina successiva, con lealtre sorelle, ci siamo date appun-tamento nella hall dell’albergo perdecidere cosa visitare della città.

Eravamo vestite con il gonnellinoe la blusa blu,senza segni distintividi Croce rossa. Una signora pre-sente nella hall, molto distinta eben vestita, sentiti i nostri dialo-ghi,si avvicinò chiedendoci se era-vamo italiane.Avendo risposto inmodo affermativo ci chiese perquale motivo eravamo lì,in quantoin tempo di guerra in Giapponeera difficile vedere turisti.Asserim-mo che eravamo sorelle di Crocerossa,e lei ci rimproverò in quantonon eravamo andate a far visita al suopapà:era la figlia dell’Ambasciatoreitaliano a Tokio,il marchese Blascode Aieta.

Eravamo disperate,perché fummosubito scoperte. L’ambasciatore,senza dirci nulla al riguardo, conmolta eleganza ci invitò a pranzo.Ironizzando sulla nostra ottimasistemazione alberghiera disse:“Però le nostre sorelline si trattanomolto bene”.Infatti l’Hotel Imperial,

ci dissero poi gli americani,è più carodegli alberghi eleganti di New York.Noi quando veniamo a Tokio nonalloggiamo mai in quella struttura.

Spendemmo per l’albergo e perlo shopping fino all’ultimo centesi-mo dei dollari americani in nostropossesso, perché poi eravamocoscienti della vita che ci aspettavain Corea.Durante la nostra missio-ne non percepivano alcun stipendio,ma solo un’indennità vestiario,paria circa 200 mila lire al mese,all’epo-ca abbastanza alta.Sono poi venutaa sapere,a distanza di qualche anno,che le autorità giapponesi deciserodi abbattere l’Hotel Imperial.Al suoposto edificarono un grattacelo:un’assurdità che ha annullato annidi storia scritta da tutti i personag-gi celebri che vi hanno soggiorna-to».

- Mi può confermare che il per-sonale militare della Croce rossa ita-liana è intervenuto anche in ope-razioni di soccorso alla popolazio-ne coreana che esulavano dainormali compiti d’istituto?

«Esattamente. Nel Settembre1952 prestammo soccorso alle 160vittime del disastro ferroviario avve-nuto sulla linea Inchon-Seul, chericoverammo tutte nel nostro ospe-dale.

Nel Luglio 1953, a seguito diviolente inondazioni che colpironoil Giappone,intervenimmo in favo-re degli alluvionati presso l’isola diKyushu,inviando due ufficiali medi-ci,due infermiere volontarie e cin-que militari di supporto.

Tale personale rimase in locoper 24 giorni curando complessiva-mente circa duemila persone.NelGennaio 1954 soccorremmo 55superstiti di un altro incidente fer-roviario avvenuto ad O-San,a sud diSuwon».

- Quando terminò la guerrafra le due Coree?

«Dopo tre anni di conflitto leparti belligeranti si accordaronoper la cessazione delle ostilità.

Il 27 Luglio 1953 il maggiorePennacchi,comandante dell’ospe-dale di Croce rossa, in qualità diministro plenipotenziario rappresen-tò il governo italiano alla cerimoniache si tenne a Panmunjon dove fufirmato l’armistizio fra le forze del-l’ONU e quelle cinesi e nordco-reane.Anche grazie all’impegno inCorea degli uomini e delle donne diCroce rossa per l’opera umanitariaprestata a favore non solo dei mili-tari feriti,ma anche e soprattutto dellapopolazione civile coreana,l’Italiaha potuto entrare a far parte dell’Or-ganizzazione delle Nazioni Unite:il14 Dicembre 1955,infatti,la nostranazione fu ammessa fra gli statimembri dell’ONU. Nell’ospedaleda campo n.68 del Corpo Militaredella CRI durante il periodo della suaoperatività, compreso tra il 12dicembre 1951 ed il 31 dicembre1954,furono ricoverati 7.041 degen-ti e furono eseguite 229.885 presta-zioni ambulatoriali».

- Dopo l’esperienza coreanaquale sono state le Sue esperienzelavorative?

Prima dell’annessione dell’Italiaall’ONU, insieme a sorella AngelaMastromarino,feci la domanda perlavorare presso le Nazioni Unite.Si poteva lavorare negli Stati Uniti odessere invitata in un atollo.

Ogni anno di servizio ne valevadue.Al termine del rapporto lavora-tivo si otteneva una buona liqui-dazione.

Feci anche un colloquio, doverisultò buona la mia conoscenzadell’inglese,sia scritto che parlato.Purtroppo,poiché l’Italia non face-va ancora parte dell’ONU,non poteiessere assunta.Ho cercato quindi lavo-ro a Roma.

Mi sono impiegata presso l’EnteNazionale Prevenzione Infortuni,ora sciolto.Gli stipendi erano ottimi.Ricevevo 15 mensilità all’anno piùil premio di bilancio, in quantol’ENPI non era ancora un ente di dirit-to pubblico».

- Sorella, come e dove ha trascor-so il suo centesimo compleanno?

«Guardi,come gli altri anni,mi sonoregalata tre giorni presso un hoteldella capitale.

Con la mia fidata governantepreferisco trascorrere i giorni acavallo del mio compleanno inalbergo.In questo modo evito le visi-te e le numerose telefonate di augu-ri.

A maggior ragione quest’anno,cheho raggiunto il secolo di vita, hoseguito la regola!».

Ten. Col. Claudio De FeliciReferente per la comunicazione

del Corpo Militare Cri

3

L’arrivo di Alma Pascutto, in primo piano, e del personaledi Croce Rossa al porto coreano di Seul

Page 13: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

13

ANNO III- N° 1

Formazione

4

Le procedure sanitariecampali di primo livelloe loro organizzazione

Il convegno scientifico si è tenuto a Romapresso la Scuola di Sanità della CecchignolaS

i è tenuto a Roma,presso la Scuola diSanità e Veterinaria Militare dellaCecchignola,il convegno scientifico“Organizzazione e procedure sani-tarie campali di primo livello”.L’even-to, promosso ed organizzato dal-l’Ufficio Generale e dalla Direzio-

ne Generale della Sanità Militare d’intesa con laScuola di Sanità Militare dell’Esercito,ha visto comepresidenti il Tenente Generale Michele Donvitoe l’Ammiraglio Ispettore Capo Vincenzo Marti-nes.

Il coordinamento scientifico è stato curato dalColonnello Enzo Liguori,responsabile per le rela-zioni internazionali dell’Ufficio Generale della Sani-tà Militare,e dal Colonnello Antonio Masetti,diret-tore della 3^ divisione della Direzione Genera-le della Sanità Militare.

I temi del convegno,sviluppati in sette sessio-ni,hanno riguardato:amalgama e training del per-sonale; lezioni apprese (lesson learned) sullerecenti esperienze nei teatri operativi;dotazio-ni sanitarie di primo livello;trasporto,coordina-mento e comunicazioni.

Fra i moderatori l’Ispettrice Nazionale delle Infer-miere Volontarie CRI,sorella Mila Peretti Brachet-ti,ed il Direttore di Sanità del Corpo Militare CRI,Colonnello Gabriele Lupini.

Relatori per il Corpo Militare il Tenente Colon-nello Romano Tripodi,il Maggiore Vittorio Bada-lone,il Sergente infermiere Federic Fourquet;men-tre per le Infermiere Volontarie le sorelle Moni-ca Dialuce Gambino,Monica Gibelli e Alessan-dra Legnani.

Previste anche sessioni pratiche (hands on) conuna esercitazione di soccorso simulata duranteun’azione militare da combattimento,soccorsooperativo sanitario su simulatore virtuale com-puterizzato, estrinsecazione di traumatizzatocon successivo recupero e trasporto,manovre

Sala Operativa Centrale (SOC)su strutture abitative modulari

Page 14: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

3

14

ANNO III - N° 1

Formazione

di rianimazione pediatrica,prima medicazionee gestione delle emorragie, intubazione oro-tracheale su manichino.

Si è tenuto anche un corso satellite BLSD(Basic Life Support Defibrillation),riservato a 20allievi partecipanti al convegno secondo l’ordi-ne di adesione.

Previsti sia per il convegno, comprensivodelle esercitazioni pratiche, sia per il corsoBLSD l’accreditamento ai fini ECM presso ilMinistero del Lavoro,Salute e Politiche Sociali perle categorie dei medici ed infermieri.

A corollario dell’evento è stata abbinata unamostra espositiva statica di dotazioni sanitariecampali in uso presso le Forze Armate,la CroceRossa Italiana ed altri organismi e ditte del set-tore.Presenti innovativi dispositivi ed attrezza-ture civili e militari per il soccorso sanitario inemergenza.

Il Corpo Militare CRI ha allestito un’areacomprendente una postazione sanitaria diprimo livello (Role 1+),completa di Modulo Sani-tario Integrativo (MIS) e Modulo IntegrativoLogistico (MIL), con tende di ultima genera-zione con struttura ad esoscheletro.

Presente anche una Sala Operativa Centrale(SOC) su strutture abitative modulari, correda-ta di sistemi di radiocomunicazione e informa-tici,in grado di monitorare la continua posizio-ne di ogni mezzo,per gestire il servizio comple-to di ambulanze militari a supporto di operazio-ni in Patria e fuori area.

Fra i vari automezzi esposti le ambulanzeIveco VM90 e VM90-P (protette), i pick-upFord di ultima generazione per il trasporto di siste-mi di disinfezione e disinfestazione ed il nuovocarrello elevatore pesante Manitu con portatadi 120 quintali.

Panoramica delle strutture sanitarieallestite dal Corpo Militare

Page 15: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

15

ANNO III - N° 1

Attualità

Stragi del Sabato sera. Con questaterminologia,ormai purtroppo abi-tuale,sono stati etichettati gli inciden-ti automobilistici avvenuti negliultimi anni che hanno coinvoltomigliaia di giovani durante i finesettimana.La stampa,i mass-media

e tutti gli altri organi d’informazione hannoadottato questa terminologia proprio perché citroviamo di fronte ad un fenomeno di vaste pro-porzioni,che non conosce tregua e che investetutta la nostra penisola.

Cerchiamo di analizzare ed individuare ilpiù possibile le cause che determinano questiavvenimenti e che recano immenso dolore edisperazione in molte famiglie italiane.

I rilevamenti effettuati dagli agenti della Poli-zia di Stato hanno messo in risalto che la causaprincipale di questi incidenti è da imputarsi all’ec-cessiva velocità.

Analizzando le casistiche,le percentuali prin-cipali rivelano che nel 30% dei sinistri si è veri-ficato un urto frontale,nel 22% sbandate chehanno procurato una rovinosa uscita dalla sedestradale e nel 15% tamponamenti di una certaentità. Alla guida di questi autoveicoli è risulta-to esserci per il 60% giovani di età inferiore ai 30anni e nella quasi totalità di sesso maschile.

I dati emersi dalle recenti statistiche hanno evi-denziato che fra gli automobilisti controllatinelle ore notturne circa la metà sono stati trova-ti positivi all’accertamento del tasso alcolico,edi questi il 30% era in stato di manifesta ubriachez-za.

C’è da sottolineare,inoltre,che il 15% circa deiconducenti è stato colto sotto l’effetto di sostan-ze stupefacenti.Da successive analisi effettuate

è emerso che la gran parte di questi giovani avevaassunto droghe per così dire “leggere”.Anche gliorari in cui si sono verificati la maggioranza degliincidenti sono quelli compresi intorno allequattro di notte,ora in cui,è scientificamenteprovato,si manifestano le peggiori condizionifisiologiche per la condotta di un autoveicolo,compromettendo notevolmente la sicurezza diguida.

A quell’ora, infatti, è prevista la chiusuradelle discoteche,frequentatissime dai giovanie giovanissimi,che individuano in esse lo spa-zio d’incontro del proprio tempo libero.

Alcuni di loro possono cercare nella musicaassordante, nei superalcolici o nelle drogheun modo per evadere dalla routine.A questi fat-tori,sommati al rumore eccessivo ed alla faticaaccumulata per disimpegnarsi nei balli attuali,frenetici e scatenati che si protraggono ancheper alcune ore,va aggiunta e non dimenticatala stanchezza lavorativa svolta durante l’interasettimana.

In una discoteca il livello sonoro è di normaaltissimo ed assordante,perché gli avventori richie-dono ciò considerandolo un piacevole stimo-lo eccitante. Il livello del suono può raggiunge-re un valore compreso tra i 90 e i 100 decibel,quindi ben oltre quello fissato dalle normeche indicano i livelli di tollerabilità e possibiledanno per l’uomo.

Il rumore provoca nell’organismo umano unostato di allarme e di tensione,e se il tempo di espo-sizione è lungo si instaurano una serie di reazio-ni e modificazioni.

Il danno che il rumore provoca al nostro corponon penalizza solo la funzione uditiva ma dan-neggia la funzionalità di numerosi organi.

Compaiono importanti modificazioni del-l’apparato cardiocircolatorio,respiratorio,dige-rente e danni temporanei a carico della funzio-ne visiva. Il tracciato Elettro Encefalo Gram-ma,inoltre,mostra una netta sofferenza cerebra-le.E’intuitivo come queste condizioni possanoinfluire negativamente sulla condotta di guida,tenendo presente che i tempi di recupero di unorganismo esposto per qualche ora ad unaforte fonte di rumore sono assai lunghi.

I giovani di oggi hanno l’abitudine di recarsinelle discoteche dopo mezzanotte, e soloverso l’una o le due si registra nei locali ilnumero massimo di frequentatori della pedanada “sballo”.Perché allora non sovvertire questamalsana abitudine ed anticipare l’ingresso nei“templi del rock”subito dopo cena,con il van-taggio di terminare la serata due o tre oreprima delle fatidiche quattro di notte,con l’ul-teriore possibilità di recuperare qualche oradi sonno in più.

Pertanto,la tanto conclamata eccessiva velo-cità non è quindi la sola causa delle stragi del saba-to sera,ma è la conseguenza di quella serie di fat-tori sopramenzionati che portano al supera-mento da parte del conducente del veicolodel proprio limite di guida.

Esemplificando il concetto, chi si trova acondurre un’autovettura in condizioni diurneabituali difficilmente si avvicina od oltrepassaquesta soglia,mentre soprattutto di notte,quan-do le strade si spopolano,con consistente dimi-nuzione del traffico veicolare e pedonale,si è por-tati a spingere maggiormente sul pedale dell’ac-celeratore.

Le STRAGIdel SABATO SERAe la SICUREZZASTRADALE

4

Page 16: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

16

ANNO III - N° 1

Attualità3

Occorre inoltre continuare a sensibilizzare igiovani con appropriate campagne pubblicita-rie sull’educazione stradale ed inserire fra le mate-rie scolastiche l’Educazione Civica,con partico-lare riferimento ai comportamenti da seguire allaguida sia dei ciclomotori sia delle autovetture.

Questa materia dovrebbe essere insegnata apartire dalla scuola dell’obbligo, dove è per-messo agli stessi frequentatori di condurre i ciclo-motori ed i quadricicli leggeri già a 14 anni di età,per essere protratti sino al termine degli istitu-ti superiori,dove al compimento del diciottesi-mo anno possono ottenere la tanto sospiratapatente di guida.

E’ di fondamentale importanza, altresì, farconoscere ai giovani le giuste ed opportune mano-vre da seguire quando conducono un veicolo aduna determinata velocità.Pochi immaginano comepossa cambiare il comportamento di un’autodurante la percorrenza in curva od in frenata,conil solo conducente o con quattro o cinque per-sone a bordo,ovvero a pieno carico.

L’efficienza e la perfetta funzionalità della vet-tura a questo punto risultano basilari,soprattut-to riguardo agli organi legati alla stabilità del vei-colo e quindi alla sicurezza attiva quali gliammortizzatori,le molle,le barre di torsione eduomi,i pneumatici (stato d’usura e corretta pres-sione di gonfiaggio) ed i freni.

Sostituire o potenziare con adeguati interven-ti i predetti componenti comporta un significa-tivo conseguente miglioramento delle prestazio-ni e della tenuta di strada di un’autovettura.

Inoltre,è di notevole rilevanza capire e potercorreggere le reazioni di un’autovettura sulfondo stradale con poca aderenza,in seguito allacaduta di pioggia o neve,oppure guidare con scar-sa visibilità notturna o ridotta a causa di foschiae nebbia.

A questo proposito sarebbe auspicabile evivamente consigliabile frequentare un corso dipilotaggio,quelli denominati di “guida sicura”o“antisbandamento”,che impartiscono al guida-tore di tutti i giorni le nozioni basilari,messe poiin pratica in pista od in aree predisposte,per cor-reggere determinati comportamenti del vei-colo e per prevenire così il più possibile gli inci-denti.

Allo stato attuale per risolvere la triste eseria problematica delle “stragi del Sabato sera”ci sono alcune proposte all’esame ed allo studiodelle varie componenti politiche.Fra tutte è emer-sa la convinzione di chiedere la chiusura antici-pata delle discoteche e la sospensione dellavendita dell’alcol un’ora prima della chiusura deilocali.

Claudio De Felici

Il tristemente famoso fenomeno delle “stragi del sabato sera”legato a numerosi inci-denti stradali, spesso con esiti mortali, che si verificano nelle ore notturne dei finesettimana, quando più intenso è il flusso veicolare in direzione dei locali di mag-giore richiamo giovanile, richiede una costante azione di vigilanza e controllo daparte degli organi di polizia.In particolare l’attenzione si concentra sul consumo

o meglio sull’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti che incidono negativamente sullecondizioni psicofisiche dei conducenti, inducendo comportamenti di guida errati che cau-sano incidenti stradali con conseguenze nefaste.Per contrastare le cosiddette “stragi delsabato sera”il legislatore è intervenuto per cercare di dare una risposta soddisfacente attra-verso l’inasprimento delle misure sanzionatorie, sia amministrative sia penali.

Tale inasprimento rischia però di rimanere privo di efficacia se non accompagnato dauna intensificazione dei controlli da effettuarsi non in modo occasionale e saltuario macostante. La Sezione di Polizia Stradale di Bologna si è mossa proprio in questa direzio-ne predisponendo, tutti i fine settimana, servizi specifici di controllo effettuati da perso-nale particolarmente qualificato appartenente alla predetta Sezione ed ai Repartidipendenti unitamente a personale del Corpo Militare CRI del V Centro di Mobilitazionedi Bologna.Tale collaborazione ha consentito l’aumento esponenziale del numero dei con-ducenti controllati e, conseguentemente, la maggiore efficacia del dispositivo.

Nell’anno 2008 sono state accertate 956 violazioni dell’articolo 186 del Codice dellaStrada, che sanziona la guida sotto l’effetto di alcol, che hanno comportato il ritiro di altret-tante patenti di guida.Rispetto all’anno precedente, in cui erano state contestate 532 vio-lazioni del medesimo articolo, vi è stato un incremento in misura percentuale pari al 79%.

Significativo, altresì, è stato il numero dei controlli, pari a 13.414 conducenti rispettoai 4.085 del 2007, con un incremento percentuale pari al 328%.

A tale riguardo non si può non sottolineare come la presenza del personale delCorpo Militare della Croce Rosa Italiana sia stata indispensabile avendo consentito dirazionalizzare le risorse umane disponibili ed ottimizzare i risultati conseguiti raggiun-gendo livelli indubbiamente lusinghieri.

1° Dirigente Vincenzo DiaferiaSezione Polizia Stradale Bologna

Controlli ai conducenti di veicoli

Proficua collaborazionetra Polizia Stradale

e Corpo Militare della Cri

Page 17: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

17

ANNO III - N° 1

Riflessioni

Negli ultimi anni una serie diviolenti attentati ha sconvol-to i sistemi di sicurezza soprat-tutto nei teatri operativimedio-orientali, dove sonopresenti i contingenti deimilitari italiani.Le persone che

compiono tali attentati,che per noi sono effe-rate,inconcepibili,spietate,disumane,violente,sono viste invece da una parte del popolo isla-mico come giuste,martiri,testimoni ed eroi dellafede. Inoltre, anche a livello mediatico, si èvisto che difficilmente tali persone,una volta per-suase,recederanno nei loro intenti.

Se prima si era convinti che gli attentatori sui-cidi potessero far parte degli strati sociali menoabbienti della società islamica e più perseguita-ta – tale evento è iniziato per opera dei palesti-nesi contro gli israeliani –,tanto che una dellevarie cause che hanno fatto deflagrare l’ultimaguerra in Iraq veniva indicata nel finanziamen-to da parte del regime di Saddam Hussein con25.000 dollari alla famiglia del martire ucciso,peccato gravissimo nella lotta al terrorismo.

Quando ci si è resi conto che il fenomeno sistava diversificando,coinvolgendo gli Stati piùsecolarizzati e benestanti,la minaccia ha assun-to in questo modo valori di rischio sicuramen-te superiori.

Tale fenomeno è attribuibile anche alla poli-tica anti-occidentale diffusa nelle scuole cora-niche e che trova rispondenza nelle predicazio-ni dei loro discepoli,non solo nel Dar-Islam,maanche in Europa e nella stessa Italia.

Per tutte le religioni vale il motto “credo ut intel-ligam”di Sant’Anselmo e di buona parte dellafilosofia scolastica, ma già espresso da San-t’Agostino,dove la fede viene indicata come ilpunto di partenza della ricerca filosofica enon si può intendere nulla se non si ha fede.

Tale assioma è valido per tutte le religionimonoteistiche, ma risulta ancora più signifi-cativo in quella cristiana e in quella mussulma-na,che all’inizio si sono basate ambedue su alcu-ni precetti di origine ebraica.

Le due religioni riscontrano numerose ana-logie,anche perché dal punto di vista storico sisa per certo che Maometto entrò in contatto neisuoi viaggi con la setta cristiano-nestoriana(da Nestorio,patriarca di Costantinopoli),conla chiesa copta e con appartenenti a tribùebraiche, ma quello che cambia in manierainequivocabile è il rapporto di connessione trala figura dell’uomo e quella dell’essere superio-re. Infatti,Dio e Allah sono entità simili nella sostan-za ma profondamente diversi nell’interpretazio-ne teologica.

Nelle due religioni cambia sostanzialmenteil principio del libero arbitrio e il concettosequenziale di libertà e di stato.

In definitiva le due religioni si distinguono peril rapporto della divinità nei confronto del-l’essere creato per eccellenza,ovvero l’uomo.

Per i cristiani ogni definizione della natura del-l’uomo si rifà al detto della Genesi «E Dio disse:facciamo l’Uomo a immagine e somiglianzanostra».Questa esplicita definizione fu assuntadai teologi della Riforma.

D’altronde già Aristotele,parlando della vitacontemplativa, si era riferito ad un «elementodivino» dell’uomo,che di quanto eccelle,nel com-posto che costituisce l’uomo,di tanto rende l’Uo-mo virtuoso e beato.

Per Hegel l’uomo è essenzialmente Spirito elo spirito è Dio.Secondo il filosofo:«L’uomo,perquanto considerato per se stesso finito,è ancheimmagine di Dio e sorgente dell’infinito in se stes-so; giacché è scopo a se stesso, ed ha in sestesso il valore infinito e la destinazione all’eter-nità».

Il cristianesimo è definito da Hegel appuntocome la posizione della «unità dell’uomo e di Dio».

Nasce così nel mondo cristiano un concettodi libertà e di stato che trova origine dai princi-pi cristiani sviluppatisi in Europa,anzi in occiden-te, e che hanno seguito di pari passo il pro-cesso filosofico.

Una filosofia cristiana e una storia cristiana chehanno condotto l’Europa in più di una guerrasenza esclusione di colpi,ma che però hanno for-mato il plafone dei principi democratici che sitrovano ascritti nelle costituzioni e nelle leggi fon-damentali degli stati occidentali..

Essendo dunque immagine e somiglianzadi Dio,l’uomo cristiano non può impunemen-te sacrificare la sua vita ma deve viverla giornodopo giorno.

Il martire cristiano non dava la morte,ma sape-va e sa accettarla come una prova voluta da Dio.

4

Occidente e Islam, dueculture a confronto

Page 18: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

18

ANNO III - N° 1

Riflessioni

Il concetto della morte per autodifesa e della stes-sa guerra viene legittimata solo se consideratagiusta.

La guerra è tale se,come ha puntualizzato San-t’Agostino di Ippona nella Città di Dio, SanTommaso nella Summa teologica e per ultimoKelsen ne La pace attraverso il diritto, è:

- dichiarata dalla legittima autorità,cui spet-ta la tutela dello Stato;

- combattuta per una giusta causa,cioè perun offesa o un danno ricevuti cui l’offensorenon vuole dare una giusta riparazione;

- guidata dalla retta intenzione,in chi la fa dimirare al bene e di evitare il male;

- attuata in modo debito,nel rispetto della cor-rettezza morale.

Inoltre per il Kelsen «è un fondamentaleprincipio del diritto internazionale generaleche la guerra è permessa solo come reazione aun torto sofferto,vale a dire come sanzione.»

Il concetto di giusto nella filosofia occidenta-le prevede dunque una visione superiore dell’azio-ne e dunque trascende sia dal concetto di auto-distruzione dell’individuo, sia da quello delmassacro di gente inerme e non impiegabile allosforzo bellico.

Da qui la giustificazione dei bombardamen-ti mirati che hanno sempre avuto l’intenzionedi colpire lo sforzo bellico dell’avversario,le forzenemiche e i centri di potere.

Per i mussulmani,invece,l’uomo non è imma-gine e somiglianza di Dio.

Infatti l’Iddio coranico è un essere assoluta-mente indipendente e le sue azioni sono intoto arbitrarie:non è tenuto infatti a dare alcu-na ragione agli uomini.

Non ha esaurito la sua creazione e aggiungealla sua creazione ciò che vuole.

Tutto è opera diretta di Dio,senza considera-re le causae secundae,e quindi risulta del tuttoestraneo nel disegno divino l’idea greca del-l’universo fisso disciplinato da leggi naturali.

Il Dio coranico può anche cambiare idea e inquasi tutte le prescrizioni coraniche si cita la frase:«se Dio lo vuole» o «a meno che Dio non deside-ri altrimenti»,che non sono forme di un pessimi-smo,ma l’accettazione della libertà assoluta diDio e la completa dipendenza dell’Uomo nei con-fronti del motore assoluto dell’universo.

Esiste dunque una limitazione del libero arbi-trio,ovvero della possibilità da parte dell'uomodi scegliere liberamente,evidenziata ancora dipiù nel Libro da una serie di disposizioni che ridu-cono strettamente le possibilità del poter deci-dere anche in fatti e propositi non strettamen-te religiosi.

Riassumendo,il Corano contiene un inizio diuna teologia, di una giurisprudenza, di unamorale,ma è ben lungi dall’essere sufficiente alla

comprensione dell’attuale sistema giuridicoe teologico musulmano.

Dunque non essendoci una vera e propriasperanza di salvezza,non resta che avvicinarsicompletamente a quanto l’Assoluto,il Grandeha comunicato a Maometto.

La via del musulmano è dunque veramentedifficile,il raggiungimento della salvezza diffi-coltoso e lasciato alla benevolenza di Dio.

Anche nella vita terrena il buon mussulmanodovrà assoggettarsi ai voleri del capo nel modopiù assoluto.

Di fatto, secondo le tradizioni tribali cheritroviamo nel Corano,la figura del capo,raffi-gurabile in Maometto stesso,si ridimensiona ediventa elemento primario in tutto l’Islammoderno,meglio ancora se il capo è divinizza-to dalla discendenza diretta del profeta.

Comunque il capo,se è il capo deve essereseguito anche se sbaglia,deve essere assecon-dato purché non faccia commettere peccato.

Questa diversa visione dei rapporti tra l’uo-mo e Dio,e di conseguenza tra il capo e il sot-toposto,ci pongono ad una svolta nel giudica-re il nostro problema,ovvero perché l’uomo isla-mico riesce a prendere la decisione di sacrificar-

si, trasformandosi in una bomba umana. Esi-stono due fondamentali verità,che sono sicura-mente sottolineate nelle scuole islamiche: laprima riguarda l’onore di seguire il capo,men-tre invece la seconda tende a giustificare ilsacrificio supremo come l’atto istantaneo conil quale sicuramente si raggiungerà la visione diDio.

Di fatto il fedele che segue i precetti delCorano direttamente scritto da Dio,anche se ilcapo non agisce nel giusto, non commettepeccato e dunque,poiché si trova in guerra,immo-landosi raggiunge il Paradiso.

In Iraq, ad esempio, questi principi sonovalidi anche per la guerriglia di stampo Ba‘ahti-sta:infatti i principi delle sure ricordate prece-dentemente in merito alla figura del capo bensi attagliano alla guerriglia.

Rimane l’interrogativo degli obiettivi perse-guiti che sono di natura sia militare sia civile.

Quelli civili,orientati di fatto verso la comu-nità sciita,assolverebbero a due obiettivi:rallen-tare il processo di democratizzazione con la pos-sibilità della scissione del Paese in almeno tre distin-

4

3

Page 19: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

19

ANNO III - N° 1

Riflessioni

3te aree di influenza – sciita,curda e sunnita – dovela guerriglia potrebbe trovare un naturale rifu-gio – santuario – per potersi riorganizzare e ope-rare anche all’estero;fomentare la lotta secola-re contro la filosofia sciita e quindi contro la Per-sia, obiettivo auspicato nei paesi sunniti, inparticolare l’Arabia Saudita,patria del wahabi-smo appoggiato anche se non esplicitamentedalla famiglia saudita.

Uno degli obiettivi auspicati in parte dalla com-ponente di Al Qaeda e della guerriglia,che si tro-verebbe sicuramente in difficoltà se il proces-so politico che si sta attualizzando in Iraqdovesse riuscire.

Lo stesso vale anche per i rapimenti delle per-sonalità diplomatiche effettuate nel territorio diBaghdad.

Fanno parte di quel processo di destabilizza-zione che la rete terroristica attua contro queipaesi che sono dipendenti dai non credenti equindi secondo la parola di Dio dannati.

Anche il trattamento del prigioniero che a voltetermina con la decapitazione,atto per noi bar-barico,è invece determinato dal Corano.

Riguardo ai prigionieri,il vincitore può sce-gliere a sua discrezione fra la più vantaggiosa diqueste possibilità:decapitarli,ridurli in schiavi-tù (secondo le leggi che la regolamentano) e quin-di venderli,affrancarli,riscattarli con il denaroo con dei prigionieri – mussulmani –,oppure fareloro la grazia e liberarli.

Sempre per quanto riguarda il versetto delCorano,con il colpire le cervici le parole si pos-sono dunque interpretare nel modo sopraindicato,ovvero colpire la nuca con fermezza,oppure combattere il nemico con le armi o conl’astuzia in modo da colpire fortemente le loro… teste in battaglia.

Ambedue le soluzione vengono impiegate,con successo e in chiave moderna,da Al Qaeda.

Un’altra soluzione è il riscatto.Infatti, anche riscattare i prigionieri è un

uso e una consuetudine ascendibile ai principireligiosi e alla tradizione riconducibile a Mao-metto.

Nel 623,dopo la battaglia di Badr,vinta dal pro-feta contro i Quraysh, esso si comportò damisericordioso:liberò due tra i prigionieri piùpoveri,chiese il riscatto per quelli più ricchi ene giustiziò solamente due che precedentemen-

te lo avevano aspramente criticato e deriso a causadelle sue credenze religiose.

Per quanto riguarda gli attentati contro le strut-ture militari e politiche,si intravede,a mio avvi-so,un’occidentalizzazione della guerriglia.

Una mano diversa,che pur avvalendosi deglistessi principi coranici,si orienta di più verso gliorgani governativi – personalità del governo,forzedi polizia e dell’esercito – e contro le risorse stra-tegiche del paese.

In questo caso più che di Al Qaeda,si dovreb-be parlare di guerriglia baahtista.Infatti,uno degliobiettivi di tali forze eversive e quello di desta-bilizzare e intimorire il governo per megliocontrollarlo poi con dei propri uomini liberamen-te eletti dopo la prossima consultazione eletto-rale.

Un copione gia letto in Irlanda del Nord.Se con i primi difficilmente si potrà colloquia-

re, con i secondi è possibile arrivare ad unaccordo.Si potrà così isolare Al Qaeda e sgomi-narla in Iraq.

Che cosa si può fare per contrastare e impo-stare la soluzione del problema che indichi gli

4

Page 20: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

20

ANNO III - N° 1

Riflessioni

3sviluppi che possano stabilire le premesse e i datiper risolverlo,in maniera sufficientemente posi-tiva,in un area di fortissima presenza religiosa earretrata,quale ad esempio quella del Dhi Qar,dove operavano,come si sa,le forze italiane?

Se consideriamo la presenza delle scuolereligiose che si sono sviluppate nel Sud del-l’Iraq ed a Nassiriya in particolare,l’unica solu-zione è insistere sulla scolarizzazione laica,curando in modo determinato gli aspetti ineren-ti i giovani nella fascia più influenzabile: dai14 ai 23 anni e valorizzare la donna e la sua figu-ra sia nell’interno della famiglia sia nel mondopolitico e lavorativo.

Infatti chi più di un giovane,con una prepa-razione mirata,che deve scegliere tra un attimooppure una vita di stenti prima di raggiungere,forse,la vicinanza di Allah,è la figura più condi-zionabile?

E chi se non la donna è sicuramente in grado,una volta ristabilitala la sua personalità positiva,non più solo fattrice e assoggettata al maschio,di ri-plasmare la società islamica,trasformando-la radicalmente?

Tale lavoro deve essere inglobato in unadinamica costruttiva delle istituzioni statali e dellaburocrazia,in modo di trasformare così questanazione il più possibile in uno stato laico-moderno,come è stato fatto da Kemal Ataturkin Turchia e in Algeria dai militari.

Tentativo che non è stato portato a terminenemmeno dal laico Saddam Hussein, ancheperché,forse nel suo intimo,il dittatore condi-videva di più lo spirito della tradizione islamica,che lo rappresentava come il capo carismatico,e non come quello del riformatore modernistaauspicato dal fondatore del partito Ba‘aht,l'ara-bo cristiano Michel Aflaq.Infatti,se tutto nasceda Dio,spetta però all’uomo cercare di realizza-re il Suo disegno.Ritorniamo,dunque,alla figu-ra filosofica dell’uomo e dei suoi rapporti conuna Entità superiore.

Siamo però noi uomini,dotati di libero arbi-trio, ad essere gli artefici della nostra vita.Siamo noi uomini che decidiamo a chi e a checosa credere.Essere ben guidati è importante.

Ten. Col. t. SG Paolo BertoiaCapo Dipartimento Sociologia Militare

del Centro Militare di Studi Strategici(CeMiSS)

Page 21: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

21

ANNO III - N° 1

Internet

Dallo scorso 26 ottobre il sitoweb della Croce Rossa Italia-na è ufficialmente accessi-bile non solo agli utenti stan-dard ma anche ai diversa-mente abili.A certificarlo èstato il CNIPA (Centro Nazio-

nale per l’Informatica nella Pubblica Amministra-zione) ed è pertanto possibile esporre il Bolli-no Ufficiale indicativo dell’accessibilità.Quest’ul-tima riguarda sia il front end (per i fruitori)che il back end (per la gestione operativa e l’in-serimento dei contenuti).

L’esigenza era duplice:da un lato risponderealla Legge 4/2004,la cosiddetta “Legge Stanca”,che impone a tutte le Amministrazioni di adegua-re i propri siti ai requisiti di accessibilità detta-ti dalla legge medesima,e dall’altro adeguare ilsito alle nuove esigenze operative,informativee di comunicazione in generale,che rendevanoil precedente non più adeguato.

Il sito,prendendo spunto dai suddetti requi-siti di accessibilità è stato completamenteristrutturato,semplificato e finalizzato a forni-re indicazioni ed a informare il cittadino,veroutente delle attività della Croce Rossa.Sono stateeliminate una serie di aree ritenute superflue edinformazioni di carattere interno, che sonostate rese disponibili solo attraverso la reteIntranet CRI. La progettazione del sito, inol-tre, tiene in debita considerazione le regole

stabilite anche dal W3C,come ad esempio peril contrasto colori,e si è cercato di dare massi-ma compatibilità possibile con lo standardCSS2.

Sono implementati skip di navigazione,listeed intestazioni in modo da rendere la navigazio-ne tramite screen reader (per ipovedenti)quanto più possibile rapida.

Nella navigazione si fa uso di meccanismicostanti in posizionamento ed aspetto.Nelle variearee sono state utilizzate varianti cromatiche,incoerenza con il tema generale del sito.

Integrando questa impostazione di base,si ècercato di dare maggiore “comfort” all’uten-te, utilizzando ad esempio briciole di paneposizionali,motore di ricerca interno e menudi navigazione generale con le macrosezioni sem-pre presenti (con link di ritorno alla home inmodo esplicito),mappa del sito e stampa dellapagina con CSS dedicato.

Per quanto attiene all’architettura dell’in-formazione si è scelto un sistema di classifica-zione multicanale delle pagine, in modo daveicolare e visualizzare in più punti i medesimicontenuti (mantenendoli univoci),in base allaloro appartenenza a diversi assi di categorizza-zione.

La nuova struttura,la veste grafica e l’acces-sibilità del sito risultano particolarità fonda-mentali per la navigazione da parte di personedisabili,ma contemporaneamente utili anche a

beneficio di tutte le classi di possibili utenti,a pre-scindere dalla relativa capacità tecnica, con-sentendo di utilizzare il sito come strumento quo-tidiano di lavoro e comunicazione per l’Ente,pos-sibile punto di riferimento per il pubblico chepossa così cercare e trovare informazioni sullaCroce Rossa Italiana nel modo più facile,sveltoe accessibile ,per essere informato senza “per-dersi”nella grande mole di informazioni presen-ti.

In questa maniera sarà possibile ottenereun riscontro più ampio anche dal punto divista del numero di visite del sito, che oggisono assestate a circa 300.000 al mese.

E’utile evidenziare,infine,che il sito possa con-sentire comunicazioni multicanale (internet,palmari, cellulari) e che sia predisposto pergestire più lingue,qualora i contenuti fossero tra-dotti.

Un traguardo importante quello raggiunto,alquale il nostro WebMaster ha partecipato con entu-siasmo e professionalità e che pone la Croce RossaItaliana ed il suo nuovo sito web all’avanguardiain un settore in continuo sviluppo quale è quel-lo informatico,ma,soprattutto,fruibile a tutti colo-ro che vivono una vita troppo spesso emargina-ti dalla società stessa.

Ing. Alfredo MicozziResponsabile Ufficio Coordinamento

Infrastrutture, Sistemi & Applicativi ICTServizio informatica Comitato Centrale CRI

Per i diversamente abili, accesso

più facile al sito della Croce Rossa

Page 22: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

22

ANNO III - N° 1

Dotazioni

Il portabarella campale è un dispositivoleggero,equipaggiato con grandi ruote,che permette il trasporto stabile e lamovimentazione di feriti, pazienti omateriali su superfici interne non pavi-mentate o nell’area prospiciente adospedali da campo,presidi medici avan-

zati,aeroporti,aviosuperfici,piattaforme per eli-cotteri,aree alpine e zone colpite da eventi cala-mitosi.Prodotto e commercializzato dalla socie-tà Flamor di Novara,può essere utilizzato age-volmente su terreni erbosi, sabbiosi o difficili(coperti da neve,fango,ghiaia,ciottoli).

Per il trasporto è sufficiente l’impiego didue barellieri o addirittura di uno soltanto,in quan-to in grado di muovere agevolmente il pazien-te grazie ai supporti stabilizzanti ripiegabilifacilmente,alle maniglie a scomparsa e all’ausi-lio delle ruote in polipropilene e fibra di vetrodotate del sistema brevettato di sgancio rapidoquick release system.

Tale portabarella,oltre che per il recupero edil trasporto del traumatizzato,può essere utiliz-zato come letto da visita e trattamento,in quan-to pone il piano della barella ad un’altezza taleda permettere un comodo accesso al pazientee,all’occorrenza,come letto per ospedalizzazio-ne o degenza temporanea.

Di dimensioni particolarmente compatte(lunghezza: chiuso cm. 52 - aperto cm. 160,larghezza cm. 62, altezza cm. 85) e di pesorelativamente leggero (kg.21),permette l’usodi un ampia gamma di barelle:d’emergenza,acucchiaio,tavole spinali e tutti i tipi di barelle dacampo in dotazione alle Forze Armate.

Il Corpo Militare della Croce Rossa Italianarecentemente si è dotato di questo nuovo por-tabarella,acquisendone in via preliminare 18 esem-plari per essere assegnati ai propri nuclei sani-tari ed ai nuclei operativi di pronto impiego.

Mar. Magg. Franco Minucci

Portabarella campalial Corpo Militare Cri, trasporti più agevoli

Page 23: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

23

ANNO III - N° 1

Anniversari

«Sii Benedetta!!! Benedetta nel-l'immacolata origine, bene-detta nella via di prove e disventure per cui immacolataancora procedesti,benedettanella battaglia e nella vittoria,ora e sempre,nei secoli! Non

rampare di aquile e leoni,non sormontare di belverapaci,nel santo vessillo;ma i colori della nostraprimavera e del nostro paese,dal Cenisio all' Etna;le nevi delle alpi,l'aprile delle valli,le fiamme deivulcani, E subito quei colori parlarono alleanime generose e gentili,con le ispirazioni e glieffetti delle virtù onde la patria sta e si augusta:il bianco, la fede serena alle idee che fannodivina l' anima nella costanza dei savi; il verde,la perpetua rifioritura della speranza a frutto dibene nella gioventù de' poeti; il rosso,la passio-ne ed il sangue dei martiri e degli eroi,E subitoil popolo cantò alla sua bandiera ch' ella era lapiù bella di tutte e che sempre voleva lei econ lei la libertà»,

Così recitava Giosuè Carducci il 7 Gennaio1897 in occasione del primo centenario del ves-sillo italiano a Reggio Emilia.

Tricolore,simbolo di libertà,identità e Patria,con alle spalle una lunga storia di sacrifici per ricor-dare questo simbolo dell’unità nazionale edemblema dei valori democratici dello StatoRepubblicano.

Il tricolore riconosce alle Forze Armate la pro-fonda consapevolezza della dignità e del rispet-to della Bandiera.

La Giornata Nazionale si festeggia ogni annoil 7 Gennaio.E’stata istituita dalla legge n.671 del1996 in occasione del bicentenario della nasci-ta a Reggio Emilia,il 7 Gennaio 1797,del Trico-lore Italiano che simboleggiava la bandieradella Repubblica Cispadana.

Il 10 Aprile 1796, subito dopo l'entrata diNapoleone in Italia,le truppe francesi occupa-rono i territori sotto il dominio austriaco:l’allo-ra Ducato di Milano,quello di Mantova,i territo-ri del Ducato di Modena e Reggio e quellifacenti parte dello Stato della Chiesa di Bolognae Ferrara.

A Modena,il 16 Ottobre 1796,si tenne un con-gresso organizzato non ufficialmente da Napo-leone con i rappresentanti delle province di Mode-

na,Reggio Emilia e delle ex legazioni pontificieBologna e Ferrara.Le quattro città così riunitepresero il nome di Confederazione Cispadana.

Nel dicembre dello stesso anno fu sancito chele quattro province avrebbero formato laRepubblica Cispadana,che invitò gli altri popo-li italiani ad unirsi a loro.

Il 7 Gennaio 1797,nella sala dell'Archivio duca-le di Reggio Emilia,il congresso decise di riunir-si in un governo.

La bandiera adottata fu un tricolore orizzon-tale,con strisce rosse,bianche e verdi.

Al centro compariva un emblema compostoda una corona di alloro che racchiudeva all’in-terno una faretra sulla quale si ergeva un trofeodi guerra,con all’interno,a sua volta,quattro frec-ce che simboleggiavano le quattro province ori-ginali. Nacque così ufficialmente quello che diver-rà poi il nostro amato tricolore italiano.

Mar. Capo Lamberto Filippini

I duecentotredici annidel Tricolore d’Italia

Il 7 Gennaio si è celebrata la nascitadella nostra gloriosa Bandiera

Page 24: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

24

ANNO III - N° 1

La nostra storia

Nel Luglio 1960 il Congo,ottenuta l’indipendenza dalBelgio e costituitosi in Repub-blica, fu teatro di una vio-lenta guerra civile a seguitodella rivolta di intere guarni-gioni dell’Esercito e,succes-

sivamente, dell’uccisione di Patrice Lumum-ba, ex Primo Ministro. Mandante dell’omici-dio fu Moise Ciombé,che,affidandosi a truppemercenarie finanziate da una potente multina-zionale,aveva proclamato unilateralmente ed ille-citamente la secessione della provincia meridio-nale del Katanga,il cui Capoluogo era Elisabe-thville (l’odierna Lubumbashi).

Su richiesta del Governo Centrale, l’Orga-nizzazione delle Nazioni Unite decise alloradi inviare le proprie truppe,che controllaronole principali città congolesi.

A Roma,il nostro Ministero della Difesa (condispaccio del Gabinetto n.2529 del 12.08.1960)ordinò la mobilitazione di un’unità ospedalie-ra del Corpo Militare della Croce Rossa Italianada inviare in Katanga, sotto il comando delSegretario Generale dell’ONU.

Venne pertanto disposto l’approntamento diun ospedale da 100 posti letto,contrassegnatocon il numero 010.

Alla direzione dell’ospedale venne prepo-sto il Capitano medico Giuseppe Cipolat,prima-rio chirurgo ospedaliero, ottimo ufficiale ebuon conoscitore della lingua inglese e france-se.

Inviato preliminarmente in Congo,Cipolatprese contatti con le autorità dell’ONU,al finedi stabilire la destinazione e le modalità diimpiego riservate all’unità di Croce Rossa.

Il personale militare,richiamato dai vari Cen-tri di Mobilitazione,fu fatto confluire a Roma edaccantonato presso la Caserma “Luigi Pieranto-ni”,oggi sede dell’Ispettorato Nazionale,dovefu costituito il nucleo deposito dell’ospedale 010.

In brevissimo tempo l’unità fu allestita ecompletata della prescritta dotazione di mezzisia a livello sanitario che logistico.

Il 9 settembre 1960 partirono,via area da Romaalla volta del Congo,il Capitano Cipolat,nel frat-

tempo rientrato in Patria,ed otto ufficiali dell’uni-tà.

Il restante personale militare, con tutto ilmateriale dell’ospedale,raggiunse la destinazio-ne partendo sempre da Roma,in tre scaglionisuccessivi,a mezzo di aerei della KLM messi adisposizione dalle Nazioni Unite.

La forza effettiva dell’unità era costituita da 10ufficiali e da 54 fra sottufficiali,graduati e mili-ti.Tutti indossavano la regolamentare uniformedel Corpo,con lo scudetto dell’unità sul brac-cio sinistro del giubbetto,mentre sul bracciodestro trovava collocazione l’emblema del-l’ONU e la scritta “Italy”.

In un secondo momento fu autorizzata la sosti-tuzione del copricapo a bustina color cachi conil basco azzurro delle truppe internazionali,sulquale erano collocati sia il fregio del Corpo Mili-tare CRI che il distintivo metallico delle Nazio-ni Unite.

L’ospedale trovò collocazione presso l’exalbergo Bellevue di Elisabethville, preso inregolare affitto ed opportunamente adattato.Gliuomini furono invece accantonati in palazzinericavate nell’ambito di un grosso cortile ove esi-steva un capannone di notevole superficie nelquale vennero sistemati i magazzini.

L’unità era costituita da un reparto chirurgi-co (con una modernissima sala operatoria),due reparti di medicina (generale e tropicale),un reparto radiologico,una sezione ricerche dilaboratorio ed una farmacia.

Furono resi operativi anche gli ambulatori spe-cialistici (chirurgico-medico per malattie tropi-cali,oculistico,dermatologico ed odontoiatrico).

Il parco macchine era composto da sei ambu-lanze,cinque jeep,una vettura per il comandan-te,un autocarro pesante e tre leggeri.

L’ospedale,grazie all’impulso datogli dal suocomandante,validamente coadiuvato dagli uffi-ciali suoi collaboratori,divenne presto un orga-nismo efficiente ed un punto di riferimentonon solo per la cura dei militari ma anche per l’as-sistenza offerta alla popolazione civile.

Gli ufficiali di varie nazionalità appartenentialle Forze delle Nazioni Unite ebbero modo divalutare la modernità e la completezza dell’attrez-zatura dei singoli reparti dell’ospedale e non lesi-narono elogi a tutto il personale.

Da parte italiana,l’allora Ministro della Difesa,onorevole Giulio Andreotti, in occasione delsuo viaggio in Congo, volle incontrarsi con ilcomandante dell’ospedale al quale portò ilsaluto del Governo italiano ed il senso di ricono-

Il Capitano MedicoGiuseppe Cipolat

Il dottor Cipolat (mentre viene premiato) fu il direttore sanitario dell’ospedale della Cri in Congo

Page 25: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

25

ANNO III - N° 1

La nostra storiascenza per l’opera svolta dai militari dellaCroce Rossa nell’ambito delle operazioni ONU.

In riconoscimento dell’opera prestata,il Dot-tor Cipolat venne insignito dell’Ordine di Vasa,la massima onorificenza civile svedese.

Nel settembre del 1962,il Capitano Cipolat,che con tanta passione e competenza aveva diret-to l’ospedale n.010,rientrò in Patria per l’avvi-cendamento.Al suo posto fu comandato ilMaggiore medico Vittorio Rossi che,a sua volta,venne sostituito nel novembre 1963 dal Maggio-re medico Francesco Merlino. Quest’ultimofu a capo dell’unità fino al 4 giugno 1964,gior-no in cui,in conformità agli ordini impartiti dalComando delle Forze dell’ONU,l’ospedale dacampo numero 010 del Corpo Militare dellaCroce Rossa Italiana cessò la sua attività.

Lo scorso 18 novembre,presso la Circoscri-zione Comunale di Jesi (Ancona),si è svolta lacerimonia del conferimento della medagliad’oro al merito della Croce Rossa Italiana al dot-tor Giuseppe Cipolat,classe 1915,già ufficialemedico del Corpo Militare CRI e responsabiledell’ospedale da campo della Croce Rossa inCongo dal 1960 al 1962.

La medaglia, conferita “motu proprio” dalCommissario Straordinario CRI,avvocato Fran-cesco Rocca,è stata concessa con la seguentemotivazione:

“Grazie a doti umane ed intellettuali noncomuni,poste a sostegno di una professionali-tà resa in campo medico in maniera esemplare,ha servito la Croce Rossa Italiana ricoprendocariche ed incarichi di particolare responsabi-lità e prestigio,contribuendo alla promozionee divulgazione dei nobili ideali umanitari.Conla Sua opera ha consentito alla CRI ed ai suoi asso-ciati di assolvere ai compiti istituzionali con com-petenza,professionalità e spirito di sacrificio enco-miabili,sia a livello nazionale sia internaziona-le”.La cerimonia,svoltasi alla presenza delle auto-rità militari,civili,religiose e della Croce Rossalocale, si è aperta con i saluti dell’AvvocatoLiliana Uncini,Commissario del Comitato CRIdi Jesi,e del Dottor Francesco Bravi,Commissa-rio provinciale CRI.

Il Sindaco di Jesi,Dottor Fabiano Belcecchi,ha definito il Capitano Cipolat un medico checi ha dato una grande lezione di scienza e di uma-nità,poiché in Katanga prestava assistenza a chiun-que (soldati dell’ONU, gendarmi, mercenaried indigeni). Il figlio di Giuseppe Cipolat, ilDottor Luca,ha riassunto le vicende storiche del-l’ospedale 010,con l’ausilio di alcune significa-tive diapositive.

E’intervenuto anche l’Ispettore Nazionale delCorpo Militare CRI,Colonnello Roberto Orchi,che,lodando il Corpo nella missione del 1960-64,ha sottolineato che la Croce Rossa,conferen-do questa medaglia, ha colmato una lacunadurata 50 anni.

Infine, il Sottotenente medico Valeri, cheall’epoca si specializzò in malattie tropicali edinsegnò persino all’Università di Elisabethville,ha ricordato come il Capitano metteva tutti i col-laboratori nelle condizioni di crescere profes-sionalmente.

Al termine della cerimonia ha preso la paro-la il dottor Cipolat,molto commosso ma lucidis-simo,ricordando le grandi difficoltà incontrate,soprattutto durante i combattimenti.

Ha infatti rievocato gli spari sull’ospedale,l’as-sistenza alle decine di migliaia di indigeni del

campo profughi,la cattura di sette nostri milita-ri,l’uccisione del caporale infermiere Raffaele Soru,la cura dei soldati svedesi pestati a sangue dai gen-darmi katanghesi e le provocazioni di facinoro-si locali armati di machete.

Cipolat ha chiuso il suo intervento,dicendodi voler condividere la medaglia ricevuta con tuttii suoi subalterni che hanno partecipato allamissione in Congo.

Dott. Michele Patruno Master in Studi Europei

Sopra: il Cap. Cipolat riceve alcune autoritàmilitari congolesi. Al centro: partenza per il

Congo del personale del Corpo Militare.Sotto: l’ingresso dell’ospedale Cri in Congo

Il dottor Cipolat ad un ricevimentodi gala con le autorità del Congo

Page 26: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

26

ANNO III- N° 1

Uno di noi...

Il Colonnello del Corpo Militare Cri Lucia-no Baietti non è per niente cattedratico.Potrebbe, a ragione atteggiarsi a “baro-ne”universitario,a sfoggiare la sua “tutto-logia”e a farti stare subito zitto quando s’ac-cende la discussione accademica conqualsiasi argomento... Ed invece, ironia

della sorte,è l’uomo più semplice e pragmatico delMondo.Del Mondo,comunque,almeno fin ora,èdi sicuro il detentore del primato di “esserevivente”più laurato.Di “pezzi di carta”ne possie-de ben 12 (lultima è quella di “Scienze Investiga-tive e Sicurezza”all’ateneo di Perugia) e si appre-sta, entro l’Estate di quest’anno, a rincarare ladose (non si sa mai di perdere il titolo...) con unaulteriore tredicesima di cui ancora nessuno ne cono-sce la relativa “materia”.

Con tutte queste lauree,ci si chiede,che mestie-re fa? Tutti e nessuno...A lui è sempre piaciuto l’in-segnamento,l’attività fisica,il movimento,il dina-mismo.In effetti è stato insegnante di educazionefisica (peraltro laureato all’Isef),è stato per lungotempo ufficiale superiore nei paracadutisti dellagloriosa “Folgore”con il grado di maggiore per con-fluire,successivamente nel Corpo Militare dellaCroce Rossa di cui fa parte da diversi lustri ricopren-do il grado di colonnello commissario.Baietti,spo-sato con la signora Angelica Scagliusi, figlia diun generale medico che conobbe nell’occasionedi una parata militare e subito dopo sposò (un verocolpo di fulmine), ha un figlio “prodigio” nelcampo del cinema e del teatro,Edoardo,volto notodi sceneggiati televisivi,di pubblicità e di spetta-coli teatrali sui più importanti palcoscenici d’Ita-lia.

Il nostro “tuttologo”riesce a riempire fino allamassima compressione delle 24 ore umanamen-te e cronologicamente disponibili la santa giorna-ta riuscendo sempre a trovare il tempo per ilgiusto riposo (pochissime ore),il lavoro (è presi-de di un istituto d’istruzione comprensivo stata-le di Velletri),per i numerosi premi e simposi ai qualiè costantemente invitato,per mangiare (pochi secon-di per fagocitare quello che capita),per stare in fami-glia (la maggior parte dei preziosi minuti disponi-bili),per stare dietro al fglio Edoardo,per la sua ama-tissima Croce Rossa (nelle commissioni e nelle varieattività istituzionali),per la cultura e per i corsi diaggiornamento in Italia e all’estero. Ma dovetrova allora il tempo per studiare? Mistero! L’enig-ma ci viene svelato, una volta per tutte, dallostesso plurilaureato...

«Per studiare,in effetti,seguo da sempre una meto-dologia tutta personale.A me - ci dice Baietti - basta-no poche ore per entrare a comprendere il signi-ficato della materia trattata ed entrare nel mecca-nismo mnemonico per focalizzare ogni argo-mento seguito.Per prima cosa studio a memorial’indice del libro da studiare in modo da teneresempre ben presente lo schema essenziale dellalogica didattica e contenutistica.Poi mi alleno aimprimere nel cervello ogni tipo di caratterizza-zione pratica cercando di scremare il superfluo emirare dritto all’acquisizione tecnico-scientificadell’essenzialità dell’argomento. La successivaconcatenizzazione viene sempre da se ed i risul-tati,come mi ha insegnato l’esperieza,sono statisempre molto soddisfacenti poichè l’interesse sog-gettivo mi spinge ad approfondire,successivamen-te,gli aspetti che solo apparentemente potrebbe-ro sembrare marginali ma che, almento per ilsottoscritto,rappresentano la fase più stuzzican-te del sapere...».

- Studiare quindi per il puro scopo di appren-dere senza pensare ai risultati accdemici...?

«Esattamente! Se io scelgo di studiare quella datamateria lo faccio perchè tutto ciò mi appassionaveramente e non,come si potrebbe pensare,perappendere alla parete di casa un altro quadrocon il nuovo “pezzo di carta».

- Che dire della sua Croce Rossa...?«Si potrebbe dire tanto ed ancora di più...Resta

il fatto che questa gloriosa istuituzione nella qualeho sempre fermamente creduto e crederò sempre,rappresenta un punto ben fermo e saldo del miomodo di pensare e vedere soprattutto per quantoriguarda la completa vera e reale attuazione dei sacro-santi principi di Dunant.

La Croce Rossa Italiana ed in modo particolareil Corpo Militare,a cui mi onoro di appartenere, èuna struttura ben salda che deve la sua forza ed ilsuo prestigio a quegli uomini coraggiosi che conslancio e passione contribuiscono ogni giorno allacrescita e allo sviluoppo del nostro Paese portan-do alto il nome dell’Italia in tutto il Mondo!».

- Che cosa si sente di dire al nuovo Ispettore delCorpo Militare Colonnello Roberto Orchi?

«Conosco l’amico Roberto da tantissimi anni emi posso permettere di esprimere con assoluta fran-chezza e sincerità il mio apprezzamento per il modocon cui ha sempre lavorato e si è comportatocon tutti,per la sua competenza,onestà,moralitàe preparazione e soprattutto per le grandi capaci-tà aggregative nello spirito di corpo che lo hannosempre contraddistinto. Sono molto fiduciosodella sua opera».

Baietti,d’altra parte,non è solo un ...“comune”plurilaureato. L’elenco dei titoli, delle onorefi-cenze,degli incarichi non è certo risicato:è mem-bro della Consulta dell’Agis (cinema),del Diretti-vo dell’Accademia Olimpica,Presidente onorariodell’Acas,Associazione Amici della Stampa,del Diret-tivo del Club Atlantico (Nato),del Cestudis (Cen-tro Studi Difesa e Sicurezza),del comitato centra-le dell’Asal (scrittori ed artisti), è Commendato-re della Repubblica,Medaglia d’Argento del Mini-stero Pubblica Istruzione,Benemerito della Scuo-la e Cultura ed Arte,Benemerito della Regione Lazio,Medaglia d’Argento degli Eserciti Alleati, presi-dente di Commissioni Esami Statali,Docente Isefe Sociologia, Docente alla Scula Esercito dellaCecchignola e all’Ospedale S.Giovanni.E’stato anchecomandante nazionale dei Rangers d’Italia, funzio-nario delegato della Prefettura di Roma e Coman-dante del Centro di prima accoglienza di Ponte Gale-ria.Chi più ne ha...più ne metta!

Giulio Iannone

Il Colonnello Luciano Baiettiguinness mondiale dei laureati

Il colonnello Luciano Baietti

Page 27: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

27

ANNO III - N° 1

Notiziario NAAPro

L’ISPETTORATO Nazionale del Corpo Militaresta organizzando il 2° Convegno Nazionale deiNuclei Arruolamento e Attività Promozionale(N.A.A.Pro.) che si terrà a Paestum,in provinciadi Salerno, nella prima decade del mese diMarzo 2010.

La data definitiva del Convegno sarà comuni-cata in seguito.

La location sarà un prestigioso albergo sul marespecializzato nel settore congressuale ed ubica-to nelle vicinanze della zona archeologica e delmuseo nazionale. Ulteriori informazioni inmerito alla partecipazione al Convegno saran-no impartite agli interessati con apposita comu-nicazione.

SU PROPOSTA dell’Ispettore Nazionale del Corpo Militare,ColonnelloRoberto Orchi, di concerto con la Presidente del IX Centro di Mobilita-zione della Croce Rossa Italiana, Commendatore Antonella Piacente e conl’ufficio Coordinamento Rappresentanti Organi Statutari (CROS) dell’Ispet-torato stesso è stato istituito un nuovo Nucleo Arruolamento ed AttivitàPromozionali a Colleferro,in provincia di Roma.

In qualità di responsabile è stato nominato il Sottotenente Commissa-rio prof.Gianluca Cardillo.giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti diRoma e del Lazio dal 1980.Con una professionalità acquisita in oltre tren-ta anni di attività svolta nel settore della comunicazione,Cardillo è il diret-tore responsabile delle testate “Quotidiano Sera”e “Cronache Cittadine”e presidente dell’Associazione nazionale Culturale Amici della Stampa (Acas)oltre a svolgere l’attività di docednte universitario di materie editoriali egiornalistiche.La sede del nuovo distretto N.A.A.Pro.è ubicata in via Arti-gianato 61.

Per i contatti relativi all’arruolamento e all’attività nel Corpo MilitareCRI si possono utilizzare i seguenti recapiti:telefono e fax 06.97305038,

e-mail:[email protected]”.La cittadina laziale di Colleferro,al centro della Valle del Sacco tra la Capi-

tale e Frosinone,iniziò il suo sviluppo industriale già nel 1913 quando lozuccherificio della Società Valsacco fu convertito in una fabbrica diesplosivi.

L’idea nacque all’ingegnere Leopoldo Parodi Delfino (già senatore e figliodel fondatore della Banca Nazionale,oggi Banca d’Italia) che nelle terreappartenenti all’allora principe Doria decise di costruire una industria bellica.Dall’iniziale nucleo di case del periodo post primo conflitto mondiale,conosciuto come “Villaggio BPD”(dall’acronimo della nuova azienda Bom-brini-Parodi-Delfino), Colleferro arrivò ad essere comune autonomonel 1935.

Oggi la città di Colleferro è considerata uno dei più importanti centriindustriali,produttivi,commerciali e culturali della regione e,soprattut-to importante nodo di traffico per le popolazioni residenti nei centri limi-trofi dei Monti Lepini,Prenestini,Ernici e Simbruini.L’attuale ospedale “ParodiDelfino”fu uno dei più grandi e primi noscomi della Croce Rossa.

A Paestum il secondoconvegno nazionale

Nuova sede N.A.A.Pro.nel Lazio a Colleferro

Page 28: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

28

ANNO III - N° 1

Vita di Corpo

Lo Spirito di Corpo è un aspettodella vita di cui si parla poco o forsese ne sta perdendo il seme e perchi lo sta “innaffiando” è quasicome tornare a scuola e compor-re un tema, ma non di fantasiaperché l’argomento è reale,indi-

viduato,chiaro,non lascia dubbi ed il titolo è adir poco altisonante:per noi militari “d’annata”ha un sapore antico e scalda il cuore. E’stato emo-zionante,per me ormai al sessantesimo giro attor-no al sole,rinvenire un piccolo fascicolo data-to 1916,edito per la Regia Accademia,rispolve-rare un concetto sentito da sempre ed un com-pendio scritto anche per i posteri nel “memo-riale militare” dell’epoca: viene chiesto se sivoglia conoscere il significato recondito dell’ar-gomento in questione proprio nella prefazionee la risposta c’è.

Riporto testualmente:“…ma questo rego-lamento è soprattutto il codice morale del-l’Esercito e fornisce i principi ed i metodi percreare e rafforzare quella sostanziale disciplinaintima che,persuasa la mente,avvince al dove-re,profondamente sentito e compreso,il cuoree l’anima…”. Enfasi a parte,in questo estrattodel regolamento di disciplina militare ho trova-to dettati proprio quei principi morali che for-mano la base e la forza della istituzione milita-re:lo Spirito di Corpo.

E’ quel sentimento di solidarietà che sistabilisce tra i componenti di un Corpo e che ègenerato dall’avere in comune un altissimoscopo,dalla comunanza delle fatiche,dei peri-coli,degli eventi prosperi o avversi,dalla recipro-cità degli aiuti dati e ricevuti:una seconda vera“famiglia”.Concetto diverso dal “cameratismo”che è quel sentimento di fraternità che si stabi-lisce tra i componenti delle Forze Armate eche scaturisce dal pensiero di avere una stessaBandiera.

Lo Spirito di Corpo,diciamolo pure,è piùforte in chi è più generoso,ma ciascuno deve con-siderare come propri la reputazione e l’onoredel Corpo cui appartiene ed adoperarsi per accre-scerne il prestigio.

In tutti i gradi della gerarchia militare,la disci-plina e l’autonomia sono tanto necessari quan-to la volontà e la capacità di lavorare insieme.

Ciò che “riunisce”è il compito comune e lacertezza di poter contare sugli altri agevolal’adempimento degli obblighi e la realizzazionedell’obiettivo comune:rafforzare lo Spirito diCorpo significa rafforzare la capacità di lavoro

di tutti.Per Spirito di Corpo intendo anche il leci-to ed umano desiderio di aggregarsi e di condi-videre con altri una comune “passione”:essereun gruppo di uomini diverso da “altri gruppi diuomini”. Quando le persone riconoscono diessere unite da un legame è perché ne hannopreso coscienza e lo Spirito di Corpo aleggia sudi loro e con loro rimane sempre.

Ma noi del Corpo Militare della CroceRossa Italiana tutto questo lo dimostriamo dal1866 al fianco delle Forze Armate.

Ma noi,in servizio ed in congedo,tutto que-sto lo sappiamo perché prodigarci per gli altri,

comunicare questo sentimento e trasfonderlocon un sorriso è,in fondo,il nostro mestiere:l’im-patto è profondo.Penso sia doveroso,in chiusu-ra di questa dissertazione,citare chi dello Spiri-to di Corpo ne ha fatto un vessillo,un Eroe ita-liano decorato della Medaglia d’Argento al ValorMilitare che porta il nome di Carlo Delcroix:“Ildovere sia la tua legge,e la fede la tua forza,e lacoscienza il tuo premio; il tuo cammino sianella tua vita,e la tua meta oltre”. Parole più bellenon si potranno mai trovare.

Ten. Ennio Maria Bizzi

Lo Spirito di Corpo

Page 29: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

NOTIZIARIO NAZIONALE29

ANNO III - N° 1

Vita di Corpo

Medaglia di Bronzo al merito di Croce Rossaa due Ufficiali del C.M.VARESE - In occasione della celebrazione dellagiornata delle Forze Armate e dell’Unità nazio-nale si è svolta presso la sede del ComitatoProvinciale CRI di Varese la cerimonia di conse-gna di due medaglie di bronzo al merito CRI.

Alla presenza del Comandante Regionale,dei vertici delle Componenti e dei Commissa-ri di Croce Rossa,il Commissario Provinciale MarioGrassi ed il responsabile del Nucleo Arruolamen-ti Attività Promozionali (N.A.A.Pro.) del CorpoMilitare,Maggiore medico Pier Maria Morresi,hanno insignito il Capitano commissario IstvanPiffer,del Comitato Locale CRI di Varese,ed ilTenente commissario Luigi Puricelli,del Comi-tato Locale CRI di Gallarate,di due medaglie dibronzo al merito di Croce Rossa.

Le motivazione del riconoscimento richiama-no singolare professionalità,dedizione ed altrui-smo nei confronti di commilitoni versanti in con-dizione di sofferenza e necessità di soccorso mate-riale e morale.Nelle allocuzioni si è ricordato chela storia del Corpo Militare della Croce Rossa Ita-liana è parte integrante di quella delle Forze Arma-te ed è stata scritta nel corso di avvenimenti che,scandendo la storia dell’intero Paese,occupanoun posto particolare nella memoria nazionale.

Una storia frutto di impegno instancabile ebenemerito all’insegna della solidarietà,della gene-rosità e dell’altruismo verso tutti coloro che sitrovano in condizioni di sofferenza e di neces-sità.

Durante tutte le vicende che lo hanno vistoprotagonista il Corpo Militare della Croce RossaItaliana ha svolto con straordinario impegno lapropria opera umanitaria in occasione di mol-teplici emergenze.

Oggi il Corpo Militare CRI continua ad assicu-rare,con impegno ed intensità immutato,mis-sioni di ausilio nelle molteplici e complesseoperazioni che le Forze Armate stanno svol-gendo a sostegno degli obiettivi di pace,stabi-lità e sicurezza perseguiti dal Paese nell’ambitodella Comunità Internazionale.

Il ricordo commosso e reverente va poi ai tantisilenziosi eroi della solidarietà che hanno ono-rato la propria scelta volontaria di prestare ser-vizio sino a giungere all’estremo sacrificio dellavita.

Il Ten. Guido Costanominato Presidente “Caduti senza Croce”ROMA - II cavalier Guido Costa, Tenente com-missario del Corpo Militare della Croce RossaItaliana in congedo, è stato nominato Presi-dente dell’Opera Nazionale per i Caduti senzaCroce.Succede al precedente Presidente Nazionale,ilcommendatore Luigi Gennaro,scomparso allafine dello scorso anno,anche lui iscritto nei ruolidel Corpo Militare CRI con il grado di 1° Capi-tano commissario.L’Opera Nazionale per i Caduti senza Croce èun sodalizio che annovera fra i propri iscritti redu-ci,congiunti ed amici dei Caduti in cielo,in terrae in mare nella Seconda Guerra Mondiale,in par-ticolare in Africa,nel Dodecanneso,in Russia,inGrecia,nei deserti libici e soprattutto in Italia.I principali scopi dell’Associazione sono quel-li di mantenere vivo il ricordo dei Caduti senzaCroce nei conflitti bellici con particolare rife-rimento alla Seconda Guerra Mondiale e didivulgare tra i giovani il culto per i Caduti

nelle guerre con riunioni,conferenze,memorieed anche attraverso i monumenti presenti sul ter-ritorio nazionale ed estero.Il Comitato Nazionale ha sede in Roma,in via Alfie-ri n.10/9.Per avere ulteriori informazioni si può consul-tare il sito web www.cadutisenzacroce.com eper mettersi in contatto l’indirizzo di posta elet-tronica è il seguente: caduti senzacroce @hot-mail.comLa sede operativa e la Vice Presidenza Naziona-le hanno sede rispettivamente presso il sacra-rio di Monte Zurrone ed il Palazzo Comunale diRoccaraso,in provincia de L’Aquila,il cui refe-rente è il signor Francesco Giancola.Si evidenzia che il Sacrario di Monte Zurrone èper importanza nazionale il secondo dopoquello di Redipuglia.L’Opera Nazionale per i Caduti senza Croce haanche una delegazione a Melbourne,in Austra-lia. Il sodalizio,per aggiornare e documentarei propri soci sulle attività svolte e quelle in viadi attuazione stampa il periodico trimestrale “Vettedi Luce”alla cui direzione figura il Cavaliere diGran Croce dottor Pier Giorgio Imbrigli,Genti-luomo di Sua Santità presso lo Stato Città del Vati-cano.

Page 30: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

30

ANNO III - N° 1

Biblioteca militareLe dinamiche psicologichenelle emergenze

Giorgio Caviglia – Domenico NardielloCasa editrice Idelson-Gnocchi Napoli

Pagine 235 - Euro 15,00

GLI EVENTI catastrofici, le crisi umanitarie e leemergenze che si sono verificate negli ultimi annihanno coinvolto sempre più il Corpo Militare dellaCroce Rossa Italiana nelle operazioni di soccorso allepopolazioni colpite.Situazioni di crisi diverse,ma tutte caratterizzate daelevate perdite di vite umane,da sofferenza,senso d’in-sicurezza, distruzioni materiali, sconvolgimento edestrutturazione dell’organizzazione sociale della col-lettività coinvolte nell’evento.Da queste motivazioni nasce questo testo fruttodella collaborazione tra psicologi e psichiatri divari orientamenti e professionisti della salute men-tale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.L’ideaè di produrre uno strumento operativo che si fondisui contributi di persone che hanno vissuto, indiversa misura,il contesto delle emergenze.Questo libro è rivolto agli operatori e professionistiche si occupano dell’assistenza sanitaria alle perso-ne vittime di eventi catastrofici.Vuole essere un

complemento di studio, di supporto e di lavoroper meglio comprendere le proprie e le altrui rea-zioni,che permetta di elaborare il proprio vissutoprofondo in maniera razionale per indirizzarlo a unamigliore comprensione di quello che accade dentroe fuori di noi.Gli autori,gli psicologi Caviglia e Nardiello,portanoall’attenzione del lettore punti di riflessione origina-li e tematiche poco speculate come le reazioni di indif-ferenza,solidarietà e senso della sofferenza degli spet-tatori,la psicofisiologia dello stress,la resilienza e psi-copatologia come esiti dello stress e del trauma,il tria-ge psicologico, il difficile e attuale contesto deiconflitti armati.Il volume propone un approccio sostanzialmenteinterdisciplinare, laddove i contributi pubblicatimostrano come la Psicologia dell’Emergenza non sicaratterizzi tanto come disciplina autonoma,bensìcome capacità di declinare le differenti conoscen-ze teoriche e le varie pratiche operative della psico-logia .Va a colmare un vuoto significativo per quan-to riguarda la riflessione incentrata su temi e scena-ri di pertinenza militare e,in particolare,quando siprefigura l’intervento umanitario delle Forze Arma-te, tra le cui fila si contraddistingue il ruolo delCorpo Militare della Croce Rossa Italiana.Giorgio Caviglia, psicologo, professore associatodi psicologia dinamica,docente di psicodiagnosti-ca presso la facoltà di psicologia della SecondaUniversità degli Studi di Napoli ,specialista in psico-logia clinica presso la II Scuola dell’Università “LaSapienza”di Roma,membro dell’International Asso-

ciation for Relational Psycoanalysis and Psychothe-rapy.Domenico Nardiello,psicologo,psicodiagno-sta rorschachista,psicoterapeuta ad orientamentolacaniano,membro della Soc.Italiana di Psicologiadell’Emergenza, Istruttore di DIU, Ufficiale com-missario del Corpo Militare della Croce Rossa Italia-na,Ufficiale psicologo co.sa.della Riserva Seleziona-ta dell’Esercito Italiano,dipendente ASL NA2 pressoU.O.S.M.di Ischia e Procida.

Soldati Italiani in terre straniere

Nicola Pedde, Karim Mezran, Paolo QuerciaGan Editions - Roma

pagine 197 - Euro. 12,00

LE FORZE Armate Italiane sono oggi presenti nellamaggior parte dei teatri di crisi internazionaleoffrendo il loro contributo professionale e umanita-rio per favorire la cessazione delle ostilità e la rico-struzione post-conflitto.I nostri contingenti sono particolarmente consi-stenti in termini di forza nelle aree dei Balcani,in Liba-no ed in Afghanistan, sebbene geograficamentesiano presenti su vasta scala in tre continenti:Africa,Asia ed Europa.I militari italiani svolgono missioni estremamente ete-rogenee tra loro,richiedendo professionalità e sup-porto logistico specificatamente qualificato,a garan-zia della sicurezza e della pace.Questa pubblicazione presenta una sistematicaindagine sulle cause dei conflitti e sulle ragioni chehanno motivato l’invio dei contingenti nelle aree dicrisi.Al tempo stesso vengono analizzate dettagliatamen-te la composizione delle forze militari sul campo ela natura delle missioni assegnate,unitamente ad un’in-dagine relativa alla percezione dei nostri contin-genti da parte delle popolazioni locali.Lo studio è frutto della collaborazione tra i militari che

hanno attivamente preso parte alle missioni interna-zionali e gli studiosi civili di politica internazionalee sicurezza dell’Institute for Global Studies (Istitutospecializzato sull’analisi della politica internazio-nale e sullo studio delle aree di crisi),che tali mis-sioni sono impegnati ad analizzare sul campo.Il libro si apre con l’introduzione del Capo di StatoMaggiore della Difesa,Generale Vincenzo Campori-ni, che sottolinea:“Questo volume permette dicomprendere non solo dove e come le nostreForze Armate sono impegnate,ma anche e soprattut-to il perché e con quali risultati, sotto il profilodella percezione sul campo,da parte delle popola-zioni interessate.Un prodotto editoriale nuovo ed originale,destina-to non già alla mera descrizione dell’operato dei nostrimilitari, bensì alla più ampia comprensione delloro ruolo ed operato, attraverso la descrizionedelle evoluzioni politiche,storiche che ne hanno deter-minato l’attuale presenza in più di un teatro opera-tivo all’estero.Una lettura avvincente ed interessante, anche nelmodo,estremamente comprensibile e colloquiale,in cui è stata articolata dagli autori.Una esposizionelineare e chiara dalla quale traspare una percezionegenerale del soldato italiano, della sua professio-nalità e della sua capacità umana a favore dellepopolazioni civili,che non può che inorgoglire gliItaliani tutti”.A seguire uno spaccato,a cura dei tre autori,sul ruolodella politica, la definizione delle missioni italianeall’estero, la percezione internazionale dell’Italianell’esperienza delle missioni condotte all’estero ela percezione dei continenti.

Quindi una analisi delle missioni nei tre teatri opera-tivi che vedono coinvolti maggiormente i nostrisoldati:il Libano,l’Afghanistan ed i Balcani.Per ognuno di essi il profilo storico e della crisi,la testi-monianza di un comandante (il Generale Claudio Gra-ziano per il Libano,il Generale Danilo Errico per l’Af-ghanistan ed il Generale Agostino Biancafarina peri Balcani) e la percezione della missione italiana daparte della popolazione.Viene infine esaminata l’evoluzione dello scenario neisuddetti teatri operativi:il Levante Mediterraneo,ilGolfo Persico e l’Afghanistan ed i Balcani.

Page 31: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

31

ANNO III - N° 1

La Vignettaa cura del S.Ten. CIRO LEPORE

Page 32: Undicesimo convegno Undicesimo con vegno del Corpo Milit ... · Il Corpo, ferma restando la sua identità, che deve comunque esse-re preservata, ha bisogno di sinto-nizzare la propria

il Corpo Militare Cridal 1866 a fiancodelle Forze Armate