La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e...

16
Venerdì, 31 Marzo 2017 www.corrieredelmezzogiorno.it E PREVENZIONE Salute C osa penserebbe oggi Edward Jenner, medico inglese che nel 1796, utiliz- zando il pus di una lesione immuniz- zò per la prima volta un bambino di otto anni contro il vaiolo? Cosa penserebbe dinanzi alla «fabbrica delle bufale» contro i vaccini, che continua ad invadere il web e che in Italia ha invaso le menti di troppi cit- tadini e addirittura di qualche collega medi- co? Non meravigliamoci, quindi, che diverse malattie eradicate come ad esempio la difte- rite sono addirittura riemerse. Che il morbil- lo abbia avuto una recrudescenza nell’ultimo anno con casi anche gravi, che quest’anno, secondo i dati dell’ l’Istituto Superiore di Sa- nità, in Italia a causa di una bassa copertura vaccinale muoiono più anziani per influenza e polmonite che nel resto d’Europa. Ma no, ai navigatori seriali tutto questo sembra non preoccupare. D’altronde siamo o non siamo nell’epoca della medicina della porta accanto o meglio del blog accanto? È il volto oscuro della «democrazia digitale». La logica del complottismo e della dietrologia che ha oramai contagiato anche la salute. La prima bufala è quella per la quale i vac- cini porterebbero all’autismo, ergo migliaia di medici con l’aiuto di «Big Pharma», ignari o spietatamente consapevoli continuano a vaccinare? È improrogabile un operazione verità con tutti i mezzi necessari dalla carta stampata al web, dagli ospedali allo studio medico del piccolo paese. Tutti devono dare il loro con- tributo per creare consapevolezza e rimarca- re che i vaccini sono tra i più importanti stru- menti di prevenzione, sicuri ed efficaci, della sanità mondiale che hanno salvato migliaia di vite da epidemie e continuano silenziosa- mente a farlo ogni giorno. Nel paese dei” piu’ sani al mondo” secon- do l’ultima ricerca del Bloomberg Global He- alth Index c’è necessità di un rinascita cultu- rale della prevenzione che parta dalla consa- pevolezza del singolo per diventare consape- volezza della collettività ed infine adesione e condivisione delle strategie di prevenzione. Intanto la mamma ed il papà del piccolo ricoverato per morbillo all’ospedale Salesi di Ancona - con il loro manifesto contro i geni- tori che non vaccinano -sono il primo esem- pio da seguire. © RIPRODUZIONE RISERVATA Vaccini pediatri in campo Per dire basta alla cattiva informazione a pagina 10 Fernandes On line L’inserto speciale «Salute e prevenzione» è consultabile anche su www.corrierede lmezzogiorno.it La prevenzione Contro la «fabbrica delle bufale» serve un’operazione verità di Marco Trabucco Aurilio

Transcript of La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e...

Page 1: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Venerdì, 31 Marzo 2017 www.corrieredelmezzogiorno.it

E PREVENZIONESalute

C osa penserebbe oggi Edward Jenner,medico inglese che nel 1796, utiliz-zando il pus di una lesione immuniz-zò per la prima volta un bambino di

otto anni contro il vaiolo? Cosa penserebbedinanzi alla «fabbrica delle bufale» contro ivaccini, che continua ad invadere il web e che in Italia ha invaso le menti di troppi cit-tadini e addirittura di qualche collega medi-co?

Non meravigliamoci, quindi, che diversemalattie eradicate come ad esempio la difte-rite sono addirittura riemerse. Che il morbil-lo abbia avuto una recrudescenza nell’ultimoanno con casi anche gravi, che quest’anno,secondo i dati dell’ l’Istituto Superiore di Sa-nità, in Italia a causa di una bassa coperturavaccinale muoiono più anziani per influenzae polmonite che nel resto d’Europa.

Ma no, ai navigatori seriali tutto questosembra non preoccupare. D’altronde siamo o non siamo nell’epoca della medicina dellaporta accanto o meglio del blog accanto? È ilvolto oscuro della «democrazia digitale». Lalogica del complottismo e della dietrologiache ha oramai contagiato anche la salute.

La prima bufala è quella per la quale i vac-cini porterebbero all’autismo, ergo migliaiadi medici con l’aiuto di «Big Pharma», ignario spietatamente consapevoli continuano avaccinare?

È improrogabile un operazione verità contutti i mezzi necessari dalla carta stampata alweb, dagli ospedali allo studio medico delpiccolo paese. Tutti devono dare il loro con-tributo per creare consapevolezza e rimarca-re che i vaccini sono tra i più importanti stru-menti di prevenzione, sicuri ed efficaci, dellasanità mondiale che hanno salvato migliaiadi vite da epidemie e continuano silenziosa-mente a farlo ogni giorno.

Nel paese dei” piu’ sani al mondo” secon-do l’ultima ricerca del Bloomberg Global He-alth Index c’è necessità di un rinascita cultu-rale della prevenzione che parta dalla consa-pevolezza del singolo per diventare consape-volezza della collettività ed infine adesione econdivisione delle strategie di prevenzione.

Intanto la mamma ed il papà del piccoloricoverato per morbillo all’ospedale Salesi diAncona - con il loro manifesto contro i geni-tori che non vaccinano -sono il primo esem-pio da seguire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vaccini pediatri in campoPer dire basta alla cattiva informazione

a pagina 10 Fernandes

On lineL’inserto speciale «Salute e prevenzione» è consultabile anche suwww.corrieredelmezzogiorno.it

La prevenzione

Contro la «fabbricadelle bufale» serveun’operazione verità

di Marco Trabucco Aurilio

Page 2: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA2 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno

La scienza che studia le connessioni cerebraliaiuta a decifrare il comportamento umanotramite le modalità con cui si formano le emozioniStrumento indispensabile la risonanza magnetica

La fantascienza è realtàÈ nata la connettomicache entra nel subconscio

C ome nascono i pensie-ri? Cosa influenza lescelte, le idee e il modostesso nel quale ciascu-

no percepisce il mondo? Lapossibilità di poter in qualchemodo esplorare uno spaziotalmente intimo e sconosciutoha sempre affascinato l’uomo.Anche Hollywood ha più voltepuntato su questo tema, adesempio con Total Recall (ilremake del 2012 è di Chri-stopher Nolan) o con Incep-tion (prodotto e diretto daChristopher Nolan). In que-st’ultimo film, Dom Cobb, (in-terpretato da Leonardo Di Ca-prio) possiede una capacitàunica: è in grado di inserirsinei sogni e nei pensieri deglialtri per prelevare i segreti na-scosti nel più profondo delsubconscio.

Solo fantascienza o, comespesso è accaduto nella storiadel cinema, l’anticipazione diqualcosa che potrebbe real-mente avvenire?

Stando a quanto svelato aNapoli nel corso di un ciclo diincontri dal titolo «Le nuovefrontiere della ricerca scienti-fica», questo terreno non è piùdi esclusiva competenza dellafantascienza.

A tracciare la nuova anato-mia delle connessioni cere-brali è la «connettomica»,scienza che definisce quella che qualcuno chiama la map-pa dei pensieri, e che in gergoscientifico è lo studio delleconnessioni celebrali. Vale adire delle modalità in base allequali il cervello produce i pen-sieri, i ragionamenti, le sensa-zioni e le emozioni.

Ciò che questa scienza cercadi spiegare è in che modo ladiversa organizzazione e il di-verso collegamento tra i neu-roni del cervello produce le at-tività cerebrali e regola il com-portamento umano.

«A dare impulso alla con-nettomica – chiarisce il profes-sor Marco Catani – è la tratto-grafia che, attraverso la riso-nanza magnetica, misura il fe-nomeno fisico della diffusionedell’acqua e consente di stima-re i percorsi delle fibre assona-li e, quindi, il grado di connet-tività tra differenti regioni ce-rebrali».

A Napoli, proprio in occa-sione dell’appuntamento idea-to e promosso dall’Sdn con ladirezione scientifica di Marco

e della connettività cerebralein generale – dice Catani - staavendo un grande impatto sul-le neuroscienze, a cui sta for-nendo importanti risultati suimeccanismi di funzionamen-to e di plasticità del cervelloumano che si riflettono in pro-

mettenti applicazioni clini-che».

Entra in gioco a questo pun-to una macchina indispensa-bile, vale a dire la risonanza magnetica ad alto campo.Quest’apparecchiatura si starivelando non solo una tecnica

di Raffaele Nespoli

Il focus

d’indagine capace di offrire unincredibile dettaglio anatomi-co delle strutture cerebrali masoprattutto, proprio grazie allaconnettomica, uno strumentofondamentale per studiarel’organizzazione cerebrale a li-vello individuale. Capace difornire una caratterizzazionecompleta di uno stato patolo-gico oncologico, neurologicoo addirittura psichiatrico.

Per Marco Salvatore «l’indi-viduazione e lo studio e delconnettoma umano, che èl’oggetto della connettomica,rappresenta una delle più im-portanti sfide scientifiche etecnologiche dell’epoca mo-derna. Oggi la risonanza ma-gnetica ad alto campo sta of-frendo uno strumento fonda-mentale per questa materia,perché consente lo studio del-le connessioni cerebrali di cia-scuno in tempo reale, in ma-niera totalmente non invasivae senza alcuna somministra-zione di mezzo di contrasto».

Così, all’Sdn di Napoli lostudio della connettività cere-brale si basa su due tomografidi risonanza magnetica ad altocampo (di cui uno integrato

Marco Catani Docente di neuroanatomia al King’s College London e tra i massimi studiosi di connettomica

Salvatore, Catani ha presenta-to in anteprima assoluta in Ita-lia il primo atlante completodelle connessioni cerebraliumane che pubblicherà insie-me all’ingegnere biomedicoFlavio Dell’Acqua a fine anno.

«Lo studio del connettoma,

Marco Aiello Fisico e responsabile Naplab (Neuro Anatomy and Image processing Laboratory)

Come puzzleIl morbo di Alzheimer distrugge lentamente le facoltà cognitive

TraguardiUna delle sfide più importanti della scienza e tecnica in epoca moderna

S olitamente se uno scien-ziato parla di polipo staraccontando ai colleghi

della cena o del pranzo. Eppu-re il polipo, quello Maya, po-trebbe in un prossimo futurogiocare un ruolo fondamenta-le nella cura dell’Alzheimer,malattia del cervello che pro-voca un lento declino delle ca-pacità di memoria e di ragio-namento.

Un team di scienziati messi-cani sta infatti studiando ipossibili benefici che la salivadi questi molluschi potrebbeavere nella lotta ad alcune ma-lattie degenerative del cervel-lo.In particolare la saliva delpolpo rosso (o Maya) contieneuna sostanza che viene usataper paralizzare le vittime e po-trebbe avere un effetto sul si-stema nervoso centrale degliesseri umani. La scoperta la sideve al ricercatore messicanoSergio Rodriguez Morales,professore di chimica organi-ca e dipartimento di farmacia–

scienze del farmaco all’Univer-sità degli Studi di Chimica diSisal nello Yucatan. C’è un’evi-denza scientifica che uno deicomponenti della saliva delpolipo Maya inibisce la forma-zione dei beta-amiloide chia-mata placca, che impedisce lacomunicazione tra i neuronied è associata con l’Alzheimer.Questa sostanza servirebbe adevitare il progredire di questaplacca nei pazienti che hannogià l’Alzheimer. Mentre in co-loro che godono di buona sa-lute avrebbe un’azione preven-tiva.La sostanza che potrebbeessere usata contro il morboviene estratta dalle ghiandolesalivari di questi polpi, ghian-dole che sono localizzate tra ivisceri, che oggi sono gettatiin mare e nei rifiuti domestici,spiega il ricercatore. Così, sen-za sacrificare il polpo, un annoe mezzo fa, l’unità di chimicadi Sisal, sviluppando questa ri-cerca, ha scoperto che il corpodi un granchio è in grado di

sbarazzarsi dell’effetto paraliz-zante della saliva del polpo,dopo due ore, recuperandopienamente. I tempi però sonoancora molto lunghi: per otte-nere un farmaco dalla saliva diquesto mollusco potrebberoservire più di 15 anni tra ricer-ca e sperimentazione prima dipassare ai tials clinici sull’uo-mo. Tuttavia questa nuova ri-cerca rappresenta comunqueuna speranza. Giovanni D’Aga-ta, presidente dello Sportellodei Diritti, associazione che si

La cura per l’Alzheimer? Dai molluschiGli studi sulla saliva dei polipi sono in corso, i tempi per il farmaco ancora lunghi

occupa anche della tutela de-gli ammalati di queste malat-tie neurodegenerative, ricordache circa 47 milioni di personein tutto il mondo sono affetteda demenza senile, ed il mor-bo di Alzheimer è il tipo piùcomune. L’inesistenza di unacura, poiché le medicine at-tuali possono solo temporane-amente alleviare i sintomi,comporta il fatto che non solochi è colpito dalla malattia nesubisce le conseguenze che loportano ad un decadimentoprogressivo sino alla morte,ma anche i propri familiariche devono assisterli. È diffici-le quindi stimare i costi socialiche la malattia porta ai sistemidi welfare ma è ovvio che lascoperta di una cura efficacepotrebbe da una parte portaresollievo a milioni di personenel mondo ma anche ridurrenotevolmente la spesa pubbli-ca sanitaria a livello globale.

Gianluca Vecchio© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Salvatore Fondatore e direttore scientifico dell’Sdn, ha il più alto h-index in radiologia

Page 3: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 31 Marzo 2017 NA3

L a quantità di pensieriprodotta dal nostro cer-vello è incalcolabile.Possono essere idee, de-

sideri, preoccupazioni, sognio ricordi. Ogni pensiero hal’obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,prendere decisioni, dando unsenso a se stessi e alla realtà.Non sempre, però, questomeccanismo funziona. In al-cuni casi si manifesta il pen-siero patologico, con varie ti-pologie. Quando il pensiero èaccelerato «si toccano tantemete che non sono finalizzate- spiega la psichiatra MariaGiuseppa Angela De Laurentis- quindi in questo tipo di pen-siero patologico la selezione el’organizzazione delle associa-zioni di idee e concetti vienemeno e non si arriva mai ad

posseduti da questi pensieri.In altri casi (come nella psico-si), le difficoltà non vengonoriconosciute e non c’è consa-pevolezza delle caratteristiche“derealistiche” del propriopensiero. «In questi casi se neaccorgono le altre persone, si-curamente se ne accorge chiper professione fa questo lavo-ro, perché sia lo psicoterapeu-ta che lo psichiatra hanno ilcompito di aiutare a ricono-scere il pensiero che non è fi-nalizzato, cercando una giustameta che rappresenti per il pa-ziente una scelta e non una co-strizione». «Per fare questo -conclude la psichiatra - nei ca-si più gravi, è necessario anchel’uso dei farmaci, ma tali presi-di devono essere inseriti inuna relazione di cura affinchéil paziente possa riconoscerela sofferenza e possa dare unnuovo senso a quello che glisuccede. Se non si arriva allaconsapevolezza dell’alterazio-ne del pensiero, si può arrivarealla consapevolezza delle meteda raggiungere, lavorando perun progetto di cambiamento».

Affrontare la sofferenza si-gnifica cercare di avere piùscelte per non sentirsi costret-ti e impotenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

con la Pet) e di un laboratoriointerdisciplinare (il NapLab)che vede al suo interno fisici,ingegneri, informatici, psico-logi e radiologi impegnati nel-lo sviluppo delle tecniche diacquisizione e di analisi deidati.

Lo scopo principale di que-sto laboratorio è quello di por-tare i risultati degli studi diconnettomica, ma anche glistudi prodotti nel campo on-cologico e cardiologico, dallaricerca alla pratica clinica. Eanche in un terreno pionieri-stico come la connettomica al-cuni passi in avanti sono giàarrivati.

«Studiando la connettivitàcerebrale – dice il fisico MarcoAiello - è possibile avere im-portanti elementi di indagineclinica anche in assenza di pa-lesi alterazioni strutturali. Questo è ciò che abbiamo va-lutato recentemente in casi diprosopagnosia (condizione incui risulta alterata la percezio-ne dei volti, in cui un soggettopuò non riconoscere il volto diun suo familiare stretto) o undisturbo psichiatrico comel’ipocondria». Quando ci sono

Quando i pensieri sono patologiciCompito dello psicoterapeuta è aiutare a riconoscere quelli che sono senza meta

alterazioni strutturali del cer-vello, ad esempio nelle patolo-gie neurodegenerative e onco-logiche, è ancora più evidenteil ruolo integrativo della con-nettomica. Si pensi alla piani-ficazione di un trattamentoneurochirurgico: lo studiodelle connessioni cerebralicoinvolte nell’area di interven-to può influire positivamentesulle scelte del neurochirurgo.

«Uno dei principali ambitiapplicativi di questo lavoro èrivolto alle malattie neurode-generative quali ad esempiol’alzheimer.

Per Aiello «riuscire a studia-re, anzi a fotografare, l’orga-nizzazione cerebrale di un pa-ziente ci aiuterà a capire comequesta cambia con il decorsodella malattia. In questo modosarà possibile comprenderemeccanismi d’azione sino aquel momento sconosciuti edeterminare in maniera indi-viduale il giusto intervento te-rapeutico».

In altre parole, la possibilitàfutura di valutare l’organizza-zione cerebrale di ciascun in-dividuo sarà equiparabile aquella odierna di prendere le

impronte digitali. E con questaimpronta cerebrale, unica perciascuno, sarà possibile elabo-rare nel caso di patologie neu-rologiche l’applicazione di cu-re e trattamenti del tutto per-sonalizzati. E se questo è il fu-turo, si può dire che già oggi alNapLab (che è l’acronimo diNeuro anatomy and imageprocessing Laboratory) già sigioca una partita unica a livel-lo nazionale.

Il laboratorio di Gianturcoha infatti la particolarità diavere una equipe multidisci-plinare (ingegneri, informati-ci, fisici e molto altro) pronta acoadiuvare la pratica clinica.Non meraviglia che la sfida al-l’innovazione, all’individua-zione di nuove terapie, e per-ché no alla scoperta dei mec-canismi che guidano il pensie-ro umano, si muova proprio da qui.

Chissà che un domani nonsi riesca addirittura ad interve-nire sul pensiero e a curare co-sì disturbi di carattere psicolo-gico che sono scogli insor-montabili nella vita di moltepersone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

una meta». Nell’accelerazionedel pensiero, quindi, manca lacapacità di soffermarsi. Nei ca-si più gravi, invece, si parla di‘mania’ e di fuga delle idee; an-che qui la finalizzazione si per-de.

L’altro caso di pensiero pa-tologico è il ‘rallentamento’. Ilpensiero rallenta appesantitoda vissuti di sofferenza, col ti-pico quadro della depressio-ne. Un pensiero può anche di-ventare ossessivo, quando nonlascia spazio ad altro. È comeessere posseduti, anziché arri-vare alla meta ci si perde neidettagli, fino all’ossessione per i particolari.

«Quando il raggiungimentodell’obiettivo diventa così cir-costanziato e dettagliato -spiega De Laurentis - è come se non si riuscisse a trovare lastrada principale, confonden-do la figura con lo sfondo».

Il soffermarsi sui dettagli,con assoluta precisione , dà unmomentaneo senso di benes-

ad uno sforzo per sempre. «In-vece - spiega De Laurentis -quando si lavora ad un proget-to, quando c’è uno sforzo peruscire da questo problema, losforzo di un momento dà ilvantaggio per sempre».

Ci sono pazienti che ricono-scono le loro difficoltà, rico-noscono di essere invasi, quasi

Al lavoroIl laboratorioa Napoli in cui si sta studiandola connettivitàcerebrale

sere, «sembra di essere in pre-da ad una costrizione a cuinon ci si può sottrarre - affer-ma la psichiatra - le costrizionivincolano e si gira su se stessiperdendo, anche in questo ca-so, di vista l’obiettivo».

Nel pensiero ossessivo è co-me se per un vantaggio mo-mentaneo si fosse sottoposti

M. G.Angela De Laurentis Psichiatra Asl Napoli 3 Sud

di Sonia Gorgoni

Tra le maniUna suggestiva immagine del cervelloumano

Page 4: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA4 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno

Il caso

Le due inchieste giudiziarie che hanno travolto chirurghi e infermieri hanno circoscritto il malaffareFortunatamente c’è un esercito di camici bianchi che, senza clamori, onora il giuramento di Ippocrate

Sanità campana, non solo furbetti e corrotti

Silvestro ScottiMedico di continuità assistenziale e medicina generaleall’Asl Na 1, è presidente dell’Ordine dei medici e chirurghidella provincia di Napoli e segretario generalenazionaledella Fimmg, Federazione Italiana Medici di Medicina generale.

L oreto Mare e Istituto Pasca-le, furbetti del cartellino eaffari poco chiari nell’acqui-sto di farmaci e apparec-

chiature per il trattamento dei tu-mori. In meno di tre settimane laSanità campana è stata travolta dadue inchieste che hanno apertouno squarcio in quello che sem-bra essere un mondo fatto dicompiacenza al malaffare e man-canza di etica pubblica. Ma il con-dizionale è d’obbligo.Se alcuneposizioni sono già chiaramentetruffaldine, altre dovranno esserechiarite. Ed è bene che le sentenzevengano emesse in un’aula di tri-bunale, e in nessun altro luogo.

Ad ogni modo la cronaca diquei giorni, fatta anche di retro-scena che in alcuni casi sono sur-reali e fanno rabbia, parla innan-zitutto di 55 dipendenti (medici,ma soprattutto infermieri), agliarresti domiciliari. In tutto 94 in-dagati. Per arrivare a questo risul-tato sono serviti due anni di inda-gini, ore e ore di filmati e intercet-tazioni e più di 500 servizi di os-servazione e pedinamento. Icarabinieri del gruppo tutela salu-te e del Nas di Napoli hanno cosìpotuto immortalare centinaia diepisodi di assenteismo.

Rattrista che la percezione ditutto questo malaffare sia ricadu-ta sulla classe medica campana ingenerale. Che poi, a ben vedere, imedici coinvolti nell’inchiesta delLoreto Mare si contano sulle dita

di una mano. Ma è chiaro, e anchecomprensibile, che per l’opinionepubblica sentir parlare di medicipronti a giocare a tennis invece distare in reparto ha creato grandeindignazione. Giusta allora la li-nea del leader partenopeo dei ca-mici bianchi. Il primo a difenderea spada tratta la professione, maanche a condannare l’operato dichi si è reso colpevole. «Chi si as-

senta dal suo lavoro – la prima di-chiarazione di Scotti - è bene chevenga assentato anche dalla pro-fessione».Per il presidente «com-portamenti come quelli ripresinell’indagine del Nas dei Carabi-nieri non sono degni di un paesecivile. Ci rammarica che anche deimedici risultino coinvolti nellacricca dei “furbetti del cartellino”,se le accuse a loro carico dovesse-

ro risultare fondate l’Ordine deimedici di Napoli sarà implacabilenell’applicare le sanzioni previste.Episodi simili danneggiano i cit-tadini e il rapporto di fiducia chequesti hanno con chi è chiamato ad assisterli».

Scotti è stato però anche il pri-mo a difendere la categoria. «Vo-glio che sia chiaro – ha ripetuto aimedia nazionali - che non accet-teremo mai che questi comporta-menti possano ledere l’onorabili-tà e la rispettabilità dell’intera ca-tegoria. I comportamenti di pochinon possono gettare a mare i quo-tidiani sacrifici dei più».Di lì a po-co il presidente dei camici bianchidi Napoli e provincia si è trovato asospendere non solo l’unico me-dico ai domiciliari ancora in servi-zio tra quelli coinvolti al LoretoMare, ma anche il primario delPascale Francesco Izzo. E a questonome si lega l’altra grande inchie-sta sulla sanità campana. Agli ar-resti domiciliari, oltre al primario,anche la moglie Giuliana Di Ca-pua e nientedimeno che il diretto-re generale dell’Asl Napoli 1 cen-tro Elia Abbondante. In questo ca-so gli arresti sono stati sette.

L’operazione su irregolarità ne-gli appalti della fondazione Pasca-le ipotizza i reati di corruzione eturbativa d’asta. Il primario, stan-do alle risultanze investigative,avrebbe aggirato le norme sugliappalti dichiarando alcuni pro-dotti medicali «unici e infungibi-

li». Così facendo veniva dispostol’acquisto con una trattativa priva-ta. Ad aggiudicarsi le gare era pe-rò una società fornitrice che si av-valeva, per la distribuzione, di unaditta riconducibile alla moglie delprimario. Il valore complessivodelle commesse aggiudicate inquesto modo? Più di un milione e922mila euro.

La vicenda, scrive il gip nell’or-dinanza di custodia cautelare, de-nota «lo spregio delle regole nonsolo della buona amministrazio-ne della cosa pubblica, ma anchedel basilare vivere civile nonchél’assoluta disprezzo per i malatisottoposti a terapia». Il coinvolgi-mento de manager della Napoli 1Centro Elia Abbondante riguarda invece il suo ruolo di ex Rup (Re-sponsabile unico del procedi-mento) di alcune gare del Pasca-le.Le inchieste della magistraturahanno fatto luce su alcuni latioscuri della Sanità campana, maquesti terremoti giudiziari nondevono far sì che l’immagine del-l’intero sistema salute regionalene esca compromesso, anzi.

Vale la pena ricordare che dimedici in gamba, pronti a farsi inquattro pur di garantire assisten-za, ce ne sono a centinaia. Anzi amigliaia. Un esercito di camici bianchi che, senza clamore, onoraogni giorno il giuramento di Ip-pocrate.

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La formazione manageriale in sanità studia se stessa. È la sfida del nuovo progetto editoriale della Scuola di formazione in management sanitario del dipartimento di Sanità pubblica della Federico II di Napoli, diretto da Maria Triassi, dal titolo «La koinè della medicina. Punti di vista a confronto per progettare la formazione manageriale in sanità». Quest’anno il team di curatori del progetto editoriale ha realizzato un innovativo focus sulla formazione manageriale

in sanità, mettendo a sistema il patrimonio culturale che la Scuola, con i suoi 15 anni di attività, ha ormai consolidato. Il racconto dell’esperienza dei docenti storici e dei discenti, alcuni dei quali hanno raggiunto posizioni apicali nella sanità regionale e nazionale, è il cuore del progetto editoriale. nell’area della salute e della medicina. Il libro, a cura di Maria Triassi, Patrizia Cuccaro e Alessandra Dionisio è edito da Ateneapoli, in versione cartacea ed e-book.

FormazioneAlla Federico IIla medicinastudia se stessa

Francesco SaverioMenniniDocente di economia sanitaria e economia politica dell’Università di Roma Tor Vergata e research director Ceis Economic Evaluation and Hta

Infezioni ospedaliere, spesa di 70 milioni Una ricerca della facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergataanalizza i costi a carico del sistema sanitario. Mennini: ci vuole un osservatorio

L e infezioni ospedaliere so-no da sempre uno dei piùgrandi problemi ai quali chilavora in sanità deve guar-

dare. Si tratta, infatti, di una criti-cità che riguarda non solo la salu-te dei pazienti ma anche l’aspettoeconomico. E questo vale tantonel nostro Paese che nei principa-li Paesi europei e industrializzati.

Per questo motivo stimarequindi il loro «peso», il cosiddet-to burden economico rappresentaun passaggio fondamentale. Lo èperché c’è bisogno di inquadrareil problema dal punto di vistastrettamente economico e finan-ziario, ma lo è anche per dotarsi diuno strumento di policy e pro-grammazione sanitaria. Che laquestione non possa essere sotto-valutata ce lo dicono i dati.

In Italia la prevalenza delle infe-zioni chirurgiche, ad esempio, re-gistra valori più alti rispetto amolti altri Paesi Europei (6,3% inacuto e 6,1 nelle Rsa). Questi valoriposizionano il nostro paese primadel Regno Unito, della Germania edella Francia.

Uno studio molto recente dal ti-tolo «Burden economico delle in-fezioni ospedaliere in Italia», rea-lizzato dal professor Francesco Saverio Mennini (Research Di-rector Ceis Economic Evaluationand Hta – Eehta - per la facoltà diEconomia dell’Università deglistudi di Roma Tor Vergata) ha

analizzato i costi riferiti alle infe-zioni ospedaliere chirurgiche. Perarrivare a questo obiettivo sonostati usati i database amministra-tivi.

La prospettiva, naturalmente,era ed è quella di far emergerequanto pesano, in termini di im-patto economico diretto e indiret-to, le infezioni correlate all’assi-stenza in Italia, sia dal punto di vi-sta della salute del paziente, siadella loro incidenza sul sistema

sanitario nazionale. I dati parlano chiaro. «La preva-

lenza rispetto al numero totale didimissioni da regime ordinarioper acuti – dice il professor Men-nini - è pari a circa tre ricoveriogni mille, mentre sale a otto rico-veri ogni mille ricoveri con Drgchirurgico».

Lo studio mostra inoltre che leinfezioni più frequenti sono quel-le relative ad «Infezione e reazio-ne infiammatoria da protesi, im-

pianti e innesti interni», che som-mano il 57,5% del totale, seguitedalle «altre infezioni postoperato-rie» (34,5%) e da «sieroma infettopostoperatorio» (8%).

Tra le infezioni da protesi, im-pianti ed innesti interni, la piùfrequente è relativa alle protesi ar-ticolari (18,1% del totale), seguita dagli impianti vascolari (9,6%),cardiaci (8,9%) e ortopedici(8,7%).

«La valorizzazione – aggiunge

Mennini - ha comportato una sti-ma media annua di spesa pari asettanta milioni di euro. Mentre lavalorizzazione delle infezioni col-legate all’assistenza mediante Drgspecifici (418 e 579) ha comporta-to una stima media annua di22milioni di euro».

Numeri che fanno riflettere so-prattutto sul tema dell’appropria-tezza con l’obiettivo di migliorarela qualità dell’assistenza nel limitedelle risorse disponibili.

Va detto che queste analisi po-trebbero essere aggiornate, adesempio attraverso l’inclusionedei costi per le visite specialisti-che ambulatoriali e per la spesafarmaceutica sempre relativa aipazienti dimessi dopo un’infezio-ne collegata all’assistenza.

«L’auspicio più importante –conclude il professore – è quellodi poter realizzare al più presto unosservatorio permanente sulle in-fezioni ospedaliere, in collabora-zione anche con il Ministero dellaSalute. Una struttura di controlloche possa monitorare annual-mente il quadro nazionale delleIca, mettendo in luce quanto ilcriterio dell’appropriatezza, si pensi ad esempio in termini di ri-coveri e di innovazione tecnologi-ca, può fare per contenere il pro-blema, specialmente in termini diimpatto economico».

Gianluca Vecchio© RIPRODUZIONE RISERVATAUna corsia d’ospedale È qui che possono proliferare le infezioni . Quelle chirurgiche registrano i valori più alti

Page 5: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 31 Marzo 2017 NA5

I l 28 febbraio scorso, la Cameradei Deputati ha approvato, invia definitiva il disegno di leg-ge cd ‘Gelli’ che, tra le altre di-

sposizioni, si pone l’obiettivo diregolamentare la responsabilitàsanitaria. Il provvedimento nor-mativo da tanti auspicato è saluta-to da molti con toni enfatici e per-cepito come un altro grande pas-so avanti nelle garanzie di cureprestate al cittadino. La legge siinserisce in un contesto caratte-rizzato da un apparato di normesulla responsabilità sanitaria par-ticolarmente complesso e spere-quato, penalizzante, con modalitàasimmetriche a sfavore di chi ero-ga le prestazioni sanitarie da unsistema risarcitorio che spesso determina un’ ipertrofia ingiusti-ficata degli importi dei danni allapersona (almeno per alcune com-ponenti di danno), da una caren-za significativa di norme regolati-ve moderne ed adeguate nella ge-stione del rischio clinico e nellaprevenzione degli eventi avversi e

operano. Ogni struttura sanitariadovrà infatti prevedere di dispor-re di risorse economiche per sop-portare richieste risarcitorie, nelcaso di danni gestiti in forma au-tonoma; ciò prospetta la necessitàdi attrezzarsi attuando una strettacorrelazione operativa tra gestio-ne del rischio e liquidazione deidanni, disponendo di strutture dimedicina legale caratterizzatedalla massima professionalità eda un valido supporto legale affi-dato ad un pool di esperti cono-scitori della materia. Solo su talibasi si potranno garantire le mo-dalità più appropriate di approc-cio gestionale alle richieste di ri-sarcimento dal quale dipende lapossibilità di liberare risorse e lasostenibilità di progresso azien-dale nell’interesse sociale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

da un impianto di norme che sco-raggia il mondo assicurativo a ga-rantirne i rischi correlati.

La legge Gelli ha il merito di af-frontare alcune delle questionipiù importanti e pone al centro diun rinnovato scenario la sicurezzadelle cure quale parte costitutivadel diritto alla salute e si ponel’obiettivo di ristabilire il necessa-rio equilibrio tra interesse dell’in-dividuo e quello della collettivitàe tra il diritto dell’individuo e latutela del professionista. Il puntochiave delle azioni di migliora-mento è identificato in tutte le at-tività finalizzate alla prevenzioneed alla gestione connesse all’ero-gazione delle prestazioni. A tal fi-ne si dispone che tutto il persona-le che opera in una struttura sani-taria, compresi i liberi professio-nisti che vi lavorano in regime diconvenzione con il Ssn, è tenuto aconcorrere alle attività di preven-zione del rischio messe in atto.

Con lo scopo di ridurre il nu-mero di cause, la legge istituisce iltentativo obbligatorio di concilia-zione e prevede che vi sia un ob-bligo di assicurazione esteso a

non dipendenti. Alcune questioni restano pur-

troppo irrisolte; la legge non pre-vede ancora l’obbligo per gli assi-curatori di stipulare polizze per laresponsabilità sanitaria i cui re-quisiti minimi sono ancora in cor-so di individuazione; per quantoriguarda invece il fronte dei danninon viene affrontata la questionedel valore dei danni di entità piùsignificativa. Una delle maggioricriticità riguarda l’azione direttaprevista da un danneggiato nei confronti dell’assicurazione inquanto sarà necessario compren-dere come si potrà armonizzare,nella gestione dei sinistri, l’azionedella compagnia con quella dellestrutture sanitarie che rispondo-no direttamente dei danni che ri-cadono in spazi di gestione del ri-schio per le quali le polizze non

I diritti e i doveri

tutti gli operatori. Almeno per al-cune fattispecie di richieste di ri-sarcimento viene ridotto il perio-do di prescrizione e regolarmentele misure alternative all’assicura-zione. Altro passo avanti riguardal’obbligo per chi eroga le presta-zioni alla trasparenza disponendoche le strutture sanitarie, pubbli-che e private rendano disponibili idati relativi a tutti i risarcimentierogati nell’ultimo quinquennionell’ambito del risk management;la legge prevede inoltre l’istituzio-ne di un fondo di garanzia per idanneggiati. Ma quali concreti ef-fetti pratici ci si attende? La leggerisolve tutte le questioni sul tap-peto? Sarà più facile per i medicitrovare un’assicurazione? Nel bre-ve termine la situazione non è de-stinata a mutare e solo dopo unperiodo di rodaggio si potrannofare le prime valutazioni. È certoche alcune criticità restano; inparticolare i rapporti tra i medici ele strutture dalle quali dipendonopotranno subire tensioni signifi-cative e si rischia di suscitare unaulteriore selezione da parte dellestrutture sanitarie sugli operatori

LorenzoPoloSpecialistain medicinalegale e delleassicurazionie dottoredi ricercain scienzemedicoforensi. È consulente medico-legale

Giuseppe Cenname Specialista e dottore di ricerca in medicina legale della II Universitàdi Napoli, è autore di pubblicazioni su responsabilità delle professioni sanitarie e medicina sociale

La lezione di Julia: se l’autismo è un muppetIn una delle prossime puntate di «Sesame Street» c’è una bambina chiusa e silenziosaÈ il simbolo di una differenza relazionale che ha bisogno di nuove strategie inclusive

T here is a new friend on Sesa-me Street! Per chi non fosseaddentro ai programmi cultstatunitensi, Sesame Street

è la serie tv americana con protago-nisti dei curiosi pupazzi creati daJim Henson, detti Muppet. Caposti-pite per le moderne produzioni te-levisive di edutainment (“impararegiocando”), con milioni di spetta-tori in tutto il mondo, il program-ma è caratterizzato da una venaumoristica di fondo, con lo scopodi incoraggiare i genitori a guardar-lo assieme ai propri figli, in modoche i messaggi veicolati siano “par-tecipati” tra i membri della fami-glia. I personaggi, concepiti perrappresentare specifici elementi elivelli di sviluppo dell’età di unbambino, sono estremamente ete-rogenei (animali, persone, mostriveri e propri, di colori, dimensionie forme differenti), per abituare ilpubblico più giovane alla “diversi-tà”, suggerendo come non esista una gerarchia di merito dei modellifisici.

Ma il 10 aprile, nella prima scenadella puntata n.4715, tutti assiste-ranno a qualcosa di nuovo: Bibo (ilgrande volatile giallo alto 2 metri epoco più) entra in casa mentre Ab-by (la piccola apprendista fatina dicolore rosa, con piccole ali) ed El-mo (un piccoletto tutto rosso, di

circa 3 anni e mezzo, che parla sem-pre in terza persona) giocano con una bambina dai capelli arancioni,gli occhi verdi e la pelle gialla, dinome Julia. La saluta, ma non ottie-ne risposta. Il silenzio di Julia am-mutolisce Bibo ed è necessario l’in-tervento della piccola Abby per su-perare l’apparente impasse, chia-rendo a tutti che, semplicemente,“Julia fa le cose in modo un po’ di-verso, alla Julia” .

Con Julia, questo pupazzo/bam-

bina di circa 4 anni affetta da auti-smo, peraltro animato da Stacey Gordon (essa stessa impegnata acrescere un figlio disabile), entra inscena, con estrema grazia ed altret-tanta prepotenza comunicativa, ilsilenzio della disabilità infantile,un silenzio a cui fa spesso eco un al-tro silenzio, quello della comunità:se “il rapporto precede l’essere”, co-me sosteneva Michel Serres, il si-lenzio di Julia viene infatti imme-diatamente interpretato come as-

senza di relazione e, pertanto, co-me implicita e sconcertantenegazione dell’esistenza stessa del disabile.

Un tema quanto mai attuale, re-centemente riproposto dall’episo-dio di Lanciano, dove una madre siè vista rifiutare l’iscrizione del fi-glio autistico in ben tre scuole; purun tema da sempre all’attenzione delle discipline di medicina “socia-le”, per le quali il concetto di “salu-te”, come “stato di completo benes-sere fisico, mentale e sociale e nonla semplice assenza dello stato dimalattia o di infermità”, si è arric-chito attraverso la valorizzazionedelle risorse personali e sociali: se“salute” e “malattia” non sono con-dizioni che si escludono a vicenda,bensì punti terminali di una comu-ne continuità, come reagiamo e/odovremmo reagire all’apparente si-lenzio relazionale di Julia?

Nel rapporto Unicef “bambini edisabilità” viene sottolineato comeal centro di tutte le forme ed i gradidiversi di esclusione si collochisempre l’esperienza comune del-l’essere definiti e giudicati in base aciò che non si ha, piuttosto che aciò che si ha. Per tale motivazione,più che un’attività di “integrazione”è necessario sviluppare programmidi “inclusione” del minore disabile,educando la comunità ad interpre-tare questo “silenzio”, che non ciparla di un’“assenza”, ma di una“differenza” relazionale: Elmo lo

spiega con la semplicità di un mup-pet, quando afferma, in una punta-ta on line, che “ci piace fare le stes-se cose, ma lei le fa in modo diver-so…ma non è vero che non vuolegiocare con noi”. Acquisire la con-sapevolezza che il minore disabile“fa le cose in modo diverso” signifi-ca infatti affermare la sua concretaesistenza sociale, accantonando l’attribuzione implicita di colpevo-lezza del “non vuole giocare connoi”. La prima scena della puntatan. 4715, pertanto, propone alle fa-miglie, genitori/adulti e figli/bam-bini la sintesi mirabile di quello cheè la risposta ordinaria della societàdi fronte alla disabilità e di ciò cheinvece dovrebbe essere, suggeren-doci una strategia inclusiva da trop-pi anni sbandierata in tutti i pro-grammi di inserimento sociale deiminori diversamente abili e, comeè evidente dagli ultimi fatti di cro-naca, probabilmente ancora in fasedel tutto embrionale. Gli operatoridel settore (medici, riabilitatori, in-segnanti, assistenti sociali) devonoquotidianamente esercitarsi, forse,ad approcciare la problematica co-me Abby, che affronta il vuoto co-municativo tra disabile e comunitàin modo propositivo, intervenendoin modo maieutico su chi resta avolte muto di fronte a ciò che noncomprende appieno. Perché il si-lenzio più angosciante non è quellodi Julia. È il nostro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Lorenzo Polo

Il dl Gelli ha il merito di affrontare alcune questioni significativeRimane però irrisolto il nodo sul valore dei danni più rilevanti

Responsabilità dei mediciLe criticità per ora restanononostante la nuova legge

In televisione Julia, il pupazzo/bambina di quattro anni affetta da autismo

di Giuseppe Cenname

Page 6: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA6 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno

Page 7: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 31 Marzo 2017 NA7

La prevenzione

A volte, come nel casodel tumore della pro-stata, i numeri posso-no raccontare molto

più delle parole. I numeri diquest’insidioso nemico li met-te nero su bianco il presidentenazionale dell’Associazioneitaliana oncologia medica,Carmine Pinto. «Nel 2016 – di-ce - questa neoplasia ha fatto registrare 34mila e 400 nuovicasi, un numero di diagnosi al-tissimo al quale fortunata-mente non corrisponde unnumero altrettanto alto di de-cessi. Nello stesso anno, infat-ti, le morti collegate al tumoredella prostata sono state 7milae 200 circa».

È aumentata l’incidenza osi tratta di una maggiore ca-pacità di fare diagnosi?

«Credo che anche le campa-gne di sensibilizzazione abbia-no portato ad una maggioreconsapevolezza e quindi acontrolli più frequenti».

Un tumore ad alta inciden-

di malattia metastatica. In-somma, la chemio oggi puòessere più “soft” rispetto alpassato e più gestibile rispettoalle esigenze di cura di ciascu-na persona»

Una situazione uniformeda Nord a Sud?

«In alcune aree del Paeseesistono delle difficoltà ad ac-cedere a questo approcciomultidisciplinare».

Dopo l’intervento c’è la ria-bilitazione.

«Diciamo che alla chirurgiasi lega tutto il discorso dellaqualità di vita, perché si trattadi interventi che possono inci-dere sia sulla continenze chesulla capacità di continuare adavere una vita sessuale attiva.Oggi disponiamo di tecniche edi tecnologie che consentonoin molti casi di risparmiare inervi e quindi di non incideresu aspetti tanto importantidella vita. Questo fa si che i pa-zienti si sentano più sicuri emeno spaventati all’idea disottoporsi ad una procedurachirurgica radicale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se c’è il tumore alla prostataAlta incidenza, bassa mortalitàNel 2016 le nuove diagnosi in Italia sono state 34mila e 400Il dato di sopravvivenza a 5 anni è del 90%, più che in Europa

la malattia a basso rischio,quest’opzione consente di po-sticipare il trattamento nelmomento in cui la malattia di-venti “clinicamente significa-tiva”, effettuando inizialmentesolo controlli abbastanza fre-quenti che permettono di vigi-lare sull’evoluzione del tumoree verificare eventuali cambia-menti che meritano un inter-vento. In altri si opta per la ra-dioterapia, in altri ancora peruna chirurgia radicale. Insom-ma, per ogni paziente la mi-gliore cura possibile, così daevitare trattamenti inutili. E’proprio questo approccio cheha consentito al nostro Paesedi essere tra quelli all’avan-guardia nel trattamento diqueste neoplasie».

In che modo è cambiata lachemioterapia?

«Oggi abbiamo a disposi-zione forme di chemio moltodiverse e farmaci di seconda eterza generazione. La chemio-terapia può essere riservatanon solo a pazienti ormonore-frattari, ma anche ormono-sensibili ma con alto volume

za e bassa mortalità.«Sì, oggi è il primo tumore

per incidenza (19%) e il terzoper mortalità. Tuttavia non sideve mai abbassare la guardia,del resto non sempre il percor-so diagnostico terapeutico è li-neare e completo come do-vrebbe».

Cosa favorisce lo sviluppodi un tumore alla prostata?

«Il tumore della prostata haorigine proprio dalle cellulepresenti all ’ interno dellaghiandola che cominciano acrescere in maniera incontrol-lata».

Su diagnosi e cura l’Italiacome si posiziona in Europa?

«Nel nostro Paese si registrauno dei migliori dati di so-pravvivenza a 5 anni, quasi il90%. Consideri che nel restod’Europa il livello è 85% circa».

Merito della prevenzione?«Arrivare ad una diagnosi

precoce è importante, ci per-mette di stabilire in anticipo lamigliore strategia possibile ein alcuni casi addirittura discegliere la sorveglianza atti-va».

Quali sono i campanellid’allarme?

«Certamente i disturbi qualila difficoltà a urinare (in parti-colare a iniziare) o bisogno diurinare spesso, dolore quandosi urina, sangue nelle urine onello sperma, sensazione dinon riuscire a urinare in modocompleto. In questi casi è benerivolgersi al medico di fami-glia che, se necessario, indiriz-zerà ad un urologo. Il tumoredella prostata è una malattiache si manifesta con l’avanzaredell’età, quindi più si è in làcon gli anni più diventa oppor-tuno sottoporsi a controlli pe-riodici. Inoltre, in molti casi laneoplasia prostatica è beni-gna».

Quando ricorrere alla chi-rurgia?

«Dipende da una serie di va-lutazioni che non riguardanosolo l’urologo, ma piuttostoun’equipe multidisciplinarecomposta da oncologo, radio-terapista e urologo. In alcunicasi, è più adeguata la sorve-glianza attiva. In pazienti chepresentino caratteristiche del-

di Gianluca VecchioCos’èÈ una ghiandola che quando si ingrossacrea seri problemi

Cosa fareSottoporsi a controlli periodici quando si è più in là con gli anni

T ra lezioni teoriche ed esperien-ze pratiche, prosegue al Carda-relli il progetto AuroAcademy

che coinvolge l’urologia dell’ospe-dale del Vomero. «AuroAcademy –dice il chirurgo Paolo Fedelini - è unpercorso formativo che mira alla va-lorizzazione delle eccellenze, lo sco-po è formare in maniera completa einnovativa i giovani chirurghi e uro-logi che desiderino approfondire letecniche della chirurgia urologicalaparoscopica e robotica». L’appren-dimento si basa su lezioni teoriche,ma anche esperienze pratiche e suun corso multimediale e interattivochiamato “AuroAcademy Fad”. Giànei mesi scorsi il Cardarelli è statosede di questa esperienza formativa,nel corso della quale sono state ap-profondite le ultime tecniche nelcampo della chirurgia urologica la-paroscopica e robotica. Nell’occasio-

ne sono state impiegate due saleoperatorie, in una sono stati portatia termine interventi con tecnologiarobotica e nell’altra si sono tenuti in-terventi con tecnica laparoscopicatradizionale. «Il web – dice il chirur-go - e lo scenario della comunicazio-ne digitale è in costante fermento esi evolve a ritmi molto veloci. Il cor-so multimediale AuroAcademy sipropone di offrire una visione orga-nica, attraverso la trattazione anali-tica di interventi chirurgici in singo-li moduli interattivi, integrando, inmaniera pragmatica, strumenti dicomunicazione tradizionali conquelli innovativi. La valorizzazionedelle potenzialità della comunica-zione digitale rappresenta la sfidaverso la formazione del futuro».

Oltre a Fedelini, il primo ciclo dilezioni ha visto la presenza tra i do-centi di Roberto Sanseverino (diret-

tore dell’Uosc di Urologia di NoceraInferiore).La formazione dell’Auro-Academy ora andrà avanti con lezio-ni multimediali e sessioni di chirur-gia trasmesse dagli altri ospedaliitaliani alla classe dei “chirurgi Au-ro”.

«Grazie alla nostra piattaformaweb – conclude Fedelini - verrannopresentati altri casi e altri interventi.I discenti potranno migliorarsiguardando i video ma anche propo-nendo domande». Ad esempio Fe-delini si occuperà di quella che ingergo si chiama “pielopastica”, valea dire una tecnica adoperata per cor-rezione della giuntopatia, malfor-mazione congenita che impedisce ilpassaggio delle urine dal rene al-l’uretere. Altra tecnica della quale sioccuperà Fedelini è poi il reimpian-to uretrale robotico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Raimondo Nesti

AuroAcademyGiovani a lezionedi eccellenzeDall’ospedale Cardarelli al webgli incontri sulla chirurgia urologica

PaoloFedeliniPrimario facente funzioni di urologiaall’ospedaleCardarelli,è il direttore del corso di formazioneAuroAcademyper giovanichirurghi

Carmine Pinto Direttore dell’oncologia medica dell’IrrcsArcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e presidente nazionale Associazione Oncologia Medica

Page 8: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA8 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno

La salute della pelle «Formazione in medicina: dall’Accademia alla corsia, i dati e l’esperienza» è il progetto pilota di formazione e orientamento ideato dalla professoressa Gabriella Fabbrocini e realizzato dalla Federico II in collaborazione con la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo federiciano. «La formula innovativa del nostro progetto- spiega Fabbrocini - consente agli studenti non solo di conoscere approfonditamente piani di studio, strutturazione dei corsi e sbocchi professionali, ma

anche di mettere alla prova, sul campo, motivazioni e inclinazioni e verificare personalmente che quella di medico è la figura professionale in cui più si integrano, diventando scelta di vita, sapere, saper fare e saper essere». I ragazzi, da semplici spettatori, sono diventati protagonisti del percorso di orientamento prima con la somministrazione di un questionario autoconoscitivo, quindi attraverso l’accesso diretto ai luoghi della medicina: istituti, corsie e laboratori.

Federico IIMedici del domanitra accademiae corsie d’ospedale

D ermatite atopica severaper molti è un terminevuoto, sentito in tv omagari letto su una ri-

vista medica. Per altri, invece, ècome una sentenza di condan-na, visto che ancora oggi nonesiste una terapia adeguata. InItalia, secondo i dermatologi,l’informazione e la raccolta di dati epidemiologici sono anco-ra insufficienti, soprattutto neisoggetti con una forma severa ograve, che rappresentano unaminoranza. Tuttavia, per com-prendere la portata del proble-ma vale la pena di rifarsi ad unnuovo sondaggio di Under-stand Ad condotto su 505 ame-ricani adulti (dai 18 anni in su)affetti da questa malattia in for-ma moderata o severa.Ecco al-cuni dati: il 53% ha riportatoche la malattia ha avuto un im-patto negativo sulla propria vitaquotidiana. L’82% ha cambiatoil proprio stile di vita per gestirela malattia, ad esempio sce-gliendo una carriera che limitale interazioni con altre persone.

ne colpite da dermatite atopicasevera tendono a isolarsi, a per-dere fiducia in sé. I rapporti congli altri diventano sempre piùrari e difficili, perché gli sguar-di delle persone sono spessoinquisitori e insistenti e c’è an-che chi crede, sbagliando, chela dermatite atopica possa esse-re contagiosa. «Sfortunata-mente – dice Julie Block, presi-dente e ceo dell’associazionenazionale eczema degli StatiUniti (Nea) - c’è la percezionesbagliata che la dermatite ato-pica sia solo una condizionedella pelle che le persone pos-sono affrontare da sole. In real-tà è una malattia immunologi-ca a carattere sistemico che haun impatto enorme sulla vitadei pazienti. Noi vogliamo chele persone che vivono con que-sta malattia sappiano che nonsono soli e che siamo impegna-ti a sostenere la causa per mi-gliori cure e trattamenti, for-nendo supporto e alzando il li-vello di consapevolezza su que-sta seria ma troppo spessotrascurata malattia».La Nea stasupportando, in tutti gli States,la campagna Understand Adper accrescere la consapevolez-za e la conoscenza della derma-tite atopica severa nei cittadini.In Italia, in cui manca ancora ladimensione reale della patolo-gia così come del suo impattosociale ed economico, sarebbe-ro quanto mai utili strategie disensibilizzazione dei cittadini,in attesa che la ricerca possaportare a breve sul mercato so-luzioni terapeutiche specificheed efficaci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

E ancora, il 55% ha riportato chela malattia ha minato la sicurez-za in sé stessi, il 49% ha parlatodi problemi a riposare. Il 28% èansioso in ragione della pro-pria dermatite atopica, mentreil 23% si è detto addirittura de-presso (in alcuni casi si arriva atentare il suicidio). Il 20%, infi-ne, ha confessato che la malat-tia ha avuto effetti negativi sullacapacità di mantenere la pro-pria occupazione.

«Sai cos’è la dermatite atopi-ca?» È la domanda che ciascu-no dovrebbe porsi perché ladermatite atopica, le cui causescatenanti non sono ancoraben comprese, può colpire dav-vero chiunque. La malattia simanifesta con eruzioni cutaneee prurito che diviene insoppor-tabile tanto da provocarsi graffie lacerazioni. Si formano delle croste spesso sanguinanti. Dalprurito si passa poi al dolo-re.Chi soffre di dermatite atopi-ca, anche in forma grave, com-mette spesso errori legati allascarsa conoscenza della patolo-

di Raffaele Nespoli

Dermatite atopica severa, presto arriveranno nuove cureLa malattia può colpire chiunque e le cause scatenanti non sono ancora chiareLavarsi in modo compulsivo aggrava la situazione. Bisogna invece idratarsi bene

quantità di crema o spesso usa-no prodotti dannosi».

Insomma, «per la dermatiteatopica il problema non èquantitativo, ma qualitativo». Eanche un uso eccessivo di cre-me può essere un errore.«Spesso vediamo che c’è unabuso di corticosteroidi topiciche, usati impropriamente,possono produrre effetti inde-siderati».In questo contesto èevidente l’attenzione alle nuoveterapie. «Il prossimo futuro –conclude Peris – ci dà grandisperanze. Ci sono molti farmacinuovi in arrivo che si sommini-streranno sotto cute. Questi far-maci saranno presto in com-mercio e, visto che anche la no-stra struttura ha partecipato aitrials clinici, sappiamo chehanno effetti importanti. Risol-vono molto bene la sintomato-logia, eliminando quel pruritoatroce che porta alla dispera-zione molti pazienti».

Oltre le manifestazioni clini-che c’è l’aspetto psicologico. In-fatti, trattandosi di una malat-tia della pelle, troppo spessovengono sottovalutate le rica-dute sulla psiche. Molte perso-

gia o anche, purtroppo, alla di-sperazione. «Alcuni di questierrori – spiega Ketty Peris, di-rettore dell’unità operativacomplessa di dermatologia delpoliclinico Gemelli - consisto-no nel sottoporsi a frequentidocce. Ci si lava in maniera ec-cessiva, senza considerare chel’acqua secca molto la pelle equindi può avere un effetto ne-gativo. Dopo ogni doccia sareb-be bene idratarsi in manieraadeguata. Alcuni pazienti - ag-giunge - non usano una giusta

Julie Block Presidente e chief executiveofficer della Associazione nazionale Eczema (Nea) degli Usa

Sotto la lenteUn caso di dermatiteatopica severaall’altezzadella spalla

Ketty Peris Direttore dell’unità operativa complessa di dermatologia del policlinico Gemelli di Roma

Page 9: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 31 Marzo 2017 NA9

La psicologia infantile

L’ Organizzazione Mon-diale della Sanità ha datempo sostenuto che lasalute non può essere

concepita come semplice as-senza di malattia. Con questaprospettiva il contesto socialeè nettamente cambiato, l’at-tenzione è ad oggi sul concettodi «bisogno educativo specia-le» come concetto globale e incontinuo divenire.

Dalla fine del 2012 nellescuole italiane si comincia asentir parlare di «Bes», cioè diquei bambini o ragazzi chehanno dei bisogni educativispeciali. Grazie ad una diretti-va ministeriale del 27 dicem-bre 2012, il Miur ha introdottoil riconoscimento degli alunnicon Bes: «ogni alunno, concontinuità o per determinatiperiodi, può manifestare biso-gni educativi speciali per moti-

gli è un evento previsto e scelto.Nelle famiglie con un figlioBes, specie se primogenito, leprospettive di sviluppo familia-re e la progettualità generativasono o diventano diversi. Nu-merosi sono i fattori che inci-dono sulla scelta di avere altrifigli, solo per citarne alcuni edin base a questi la coppia deci-derà il futuro sviluppo di tuttala famiglia. Se invece, alla na-scita del bambino Bes, sono giàpresenti in famiglia altri figli,anche per loro, a seconda del-l’età, sarà necessario ridefinirela propria posizione all’internodella famiglia.

La famiglia viene considera-ta come un sistema in conti-nua evoluzione che tende, tut-tavia, a conservare una propriaidentità. I sentimenti e gli at-teggiamenti dei genitori e de-gli altri familiari hanno note-voli conseguenze anche sullavita del bambino, soprattuttoquando i genitori vivono ilconflitto con forti sensi di col-pa e vergogna, alternando inmodo ambivalente accettazio-ne e rifiuto. Spesso i più pro-fondi valori su cui si regge laconvivenza civile sono messiin crisi dalla realtà Bes: l’orga-nizzazione sociale è fatta per isani e perfino la comunità piùdesiderosa di facilitare l’inte-grazione fatica a conseguire isuoi scopi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando in famigliac’è un bambinocon disturbo BesLa legge riconosce i bisogni educativi specialima la diagnosi ha conseguenze sulla coppia

così evidente da non passareinosservati. Quando si parla diBes, in un’ottica sistemica, sipone l’attenzione sullo studiodella famiglia, tratteremo, sep-pur brevemente, una tematicamolto complessa e ancora po-co conosciuta, così da offrireun contributo al percorso dianalisi della famiglia di fronteai bes. La diagnosi di Bes si ri-percuote nell’equilibrio dellacoppia e nello sviluppo dei fra-telli, influenzando così l’evolu-zione e l’adattamento dell’inte-ra famiglia. Nella maggior par-te dei casi oggi la nascita dei fi-

vi fisici, biologici, fisiologici oanche psicologici, sociali, ri-spetto ai quali è necessario chele scuole offrano adeguata epersonalizzata risposta». È sta-to evidenziato che per alcunistudenti, anche in assenza didisabilità conclamate, il per-corso di apprendimento scola-stico possa essere più com-plesso e difficoltoso rispetto aicompagni, in questi casi emer-ge l’importanza del riconosci-mento dei Bes, in questo modoviene esteso a tutti gli studentiin difficoltà il diritto alla per-sonalizzazione dell’apprendi-mento, richiamandosi espres-samente ai principi della legge53/2003.

Il Miur ha identificato tresottocategorie di alunni conbes. Comprendono alunni condisabilità, per il cui riconosci-mento è necessaria la presen-tazione della certificazione aisensi della legge 104/92. Alun-ni con disturbi evolutivi come:

dsa, deficit del linguaggio, de-ficit delle abilità non verbali,deficit della coordinazionemotoria, adhd; alunni consvantaggio sociale, culturale elinguistico.

I Bes rappresentano rilevato-ri di dinamiche relazionali e at-tivatori di risposte individualial disagio psichico, così da ren-derli evidenti. La famiglia conbambini Bes è uno spaccato difamiglia «normale», dove glieventi stressanti mettono in ri-lievo quelle caratteristiche co-muni alle difese dei sistemiumani di relazione, in maniera

CreativitàUna bambina manifesta il suo bisogno e la sua abilitàattraversola pittura

GiuliaLiperiniPsicologa e psicoterapeuta, è socio ordinario della Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale

Al dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria della «Scuola Medica Salernitana» è nato l’osservatorio sulle malattie occupazionali e ambientali (O.s.m.o.a.). Il primo obiettivo di questa nuova struttura è quello di monitorare, analizzare e valutare le condizioni ambientali, lavorative e le patologie connesse, e di individuare strategie e modalità atte alla riduzione dell’impatto sulla salute. L’osservatorio nasce dalla sinergia fra il dipartimento di Prevenzione della Asl di Salerno e

il dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria «Scuola Medica Salernitana» dell’Università di Salerno, promosso da Mario Capunzo, coordinatore scientifico e Domenico Della Porta, coordinatore organizzativo. Obiettivo dichiarato aumentare l’efficacia di pianificazione e implementazione degli interventi volti a informare e formare la popolazione, attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti comunicativi e tecnologici basati anche sui principi dell’E-Health.

SalernoUn osservatoriosulle malattieoccupazionali

di Giulia Liperini

Page 10: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA10 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno

Il dibattito

S ulle malattie infettive ilMezzogiorno d’Italia, ela Campania in primis,sono purtroppo molto

indietro. L’allarme arriva daMaria Triassi, presidente dellaCommissione regionale cam-pana sui vaccini. Triassi fa ilcaso di Napoli, «ci sono stati157 casi di morbillo. Comecommissione vaccini – dice -stiamo provando ad aumenta-re il numero di centri vaccina-li. Per ora sono pochi e questodisincentiva i genitori alla vac-cinazione. Aprendo i centri 5giorni di mattina e almenodue al pomeriggio, si potrebbealzare la soglia delle coperturevaccinali».

Si punta sull’uso di farmaciinnovativi, sul varo, ormai im-minente, di un piano contro laresistenza agli antibiotici e suun piano di prevenzione na-zionale. Sono queste le armiche in Campania – e nel restodel Paese – verranno messe incampo contro l’emergenza

malattie infettive, di originebatterica e virale. Dall’influen-za (5 milioni di italiani colpi-ti), le polmoniti come conse-guenza dell’influenza, poi me-ningiti, herpes zoster, epatiti Be C, oltre alle infezioni batteri-che ultraresistenti, che provo-cano alla morte del 7-10% deipazienti. Infine, il papilloma-virus, che può causare tumorianogenitali. Malattie infettiveche avanzano proprio per laflessione delle coperture vac-cinali, e alcune finite addirit-tura sotto alla soglia di sicu-rezza del 95%.Maria Triassisottolinea anche la «resistenzaagli antibiotici, uno dei grandiproblemi relativi alle malattieinfettive (4milioni di infezioniche generano 37mila decessiannui). Il ricorso agli antibioti-ci aumenta le resistenze, civuole una grande campagna diinformazione, fermare l’auto-prescrizione, incidere sul ruo-lo dei medici di medicina ge-nerale».

Un tema quanto mai attuale,al punto che altri esperti di li-vello nazionale ne hanno di-

di Raimondo Nesti

Dall’unità operativa di malattie virali della Federico II diretta da Raffaele Orlando arriva un’indagine sulla rosolia in gravidanza. «Lo studio – spiega il professore - è stato realizzato in collaborazione con il reparto di ostetricia e ha coinvolto 131 donne gravide a cui è stato sottoposto un questionario in forma anonima volto a rilevare se fosse presente uno stato di protezione per la rosolia (indotto da vaccino o in seguito a pregressa infezione naturale) o una

condizione di suscettibilità di quest’infezione. Altro obiettivo svelare la percezione dei rischi sul figlio, se dovessero contrarre la rosolia in gravidanza. I risultati dell’indagine dimostrano che la scarsa copertura vaccinale è conseguente all’inadeguata conoscenza dei rischi associati alla rosolia congenita, dal momento che le donne ignare dei rischi non si preoccupano di rimediare al pericolo ricorrendo alla vaccinazione».

Federico IIRosolia e gravidanzaUn questionarioa 131 donne incinte

Malattie infettiveMaglia nera in CampaniaSi punta su nuovi farmaciIl piano contro la resistenza agli antibioticiPapilloma virus, ora è disponibile il vaccino

Vaccinazioni I pediatri scendono in campocontro le insidie della cattiva informazioneLa Fimp Napoli mette a punto un piano per recuperare il rapporto medico-paziente

di Olga Fernandes

S e c’è una patologia con-tro la quale non esistealcun vaccino è la di-sinformazione. Il pro-

blema delle notizie false, le co-siddette fake news che invado-no internet e soprattutto i so-cial network è di grandissimaattualità. E proprio i vaccini, inquesti mesi, sono stati al cen-tro di un’infinità di polemiche.Sedicenti esperti, pagine di in-formazione che riciclano “no-tizie” non verificate con titoliallarmistici, impazzano sullarete e finiscono per convinceregli utenti meno esperti e sma-liziati a non vaccinare i pro-prio figli, temendo chi sa qualigravissime conseguenze, fi-nendo per esporre i neonati alrischio di contrarre pericolosemalattie. Per combattere que-sta dilagante disinformazione,per fare in modo che i genitorinon cadano nella trappola del-le notizie false, è fondamenta-le il ruolo dei pediatri di fami-glia. Sono sempre stati il pri-mo interlocutore dei genitori,ruolo che in questi ultimi anniè stato però insidiato dal dila-gare dei social network. Lemamme si informano su inter-

net prima di contattare il pe-diatra: una tendenza rischio-sissima alla quale si tenta diporre rimedio.

Parte da qui il piano messoin campo dai pediatri di liberascelta della Fimp Napoli, volu-to dal segretario provincialeAntonio D’Avino e da RobertoSassi, referente del centro stu-di sindacale. L’obiettivo è in-tercettare i genitori “inadem-pienti” e recuperare terrenosulle vaccinazioni, puntandosull’informazione e sul rap-porto di fiducia medico-pa-ziente. «La decisione di pro-porre un piano di supporto aquelli già esistenti - spiega An-tonio D’Avino - è legata alle va-lutazioni sulle coperture vacci-nali in regione Campania che,come tutti sanno, non è dellemigliori. L’ultima conferma èarrivata dalla valutazione suilivelli essenziali di assistenza, dalla quale è scaturita una sol-lecitazione alle Asl, da partedel commissario straordinarioJoseph Polimeni, ad adoperar-si per incrementare le coper-ture relative ad Esavalente etrivalente Mmr».

Il piano che la Fimp Napolivorrebbe esportare a livello re-gionale si basa su un’esperien-za virtuosa del 2014 del servi-

zio epidemiologia e preven-zione dell’Asl Napoli 3 Sud. Inquell’occasione era stato pro-dotto un progetto di recuperovaccinale che vedesse piena-mente coinvolti i pediatri difamiglia dell’Asl. «Quel pro-getto - aggiunge Roberto Sassi- prendeva le mosse da un datofelicemente anomalo, un uni-co distretto sanitario dell’Aslche riusciva a raggiungere esuperare i tassi di coperturaottimali, posti al di sopra del95%». Quel distretto sanitarioera anche l’unico che, per mo-

tivi di carenza del personale,aveva da tempo affidato tuttele vaccinazioni ai soli pediatridi famiglia, che furono tutticoinvolti.

Il ruolo su cui la pediatriaterritoriale vuole puntare infuturo è il cosiddetto “coun-selling avanzato”, in cui si invi-tano in ambulatori dedicati edin tempi prestabiliti i genitoridei bambini inadempienti perconfrontarsi su tutti i vantaggidelle vaccinazioni ed analizza-re insieme le criticità che han-no spinto il genitore a non vac-

Il confrontoNon si è ancora spenta l’eco del dibattito a più voci sull’opportunità dei vaccini molto spesso minato da informazioni false e scorrette

MariaTriassiPresidente dell’Osservato-rio regionale sui vaccini, è direttore del dipartimento di salute pubblica dell’Università degli Studi di NapoliFederico II

cinare il proprio figlio. «Sel’obiettivo è quello di non es-sere mai più ultimi nelle co-perture vaccinali - concludeD’Avino - allora è il momentodi mettere in campo un’azioneconcreta, capillare e testatacon successo. Il progetto dellaAsl Napoli 3 Sud è stato il pri-mo, era limitato nel tempo,aveva lo scopo anche di defini-re quale potesse essere il ruolodella pediatria di famiglia al-l’interno del sistema vaccina-zioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ostetricia, endocrinologia) si èdiscusso a lungo dell’anti Hpv9-valente, il Gardasil 9 (G9),vaccino indicato per prevenirele lesioni precancerose, dai tu-mori del collo dell’utero, vul-va, vagina, ano e i condilomigenitali causati da 9 tipi di Hpvin maschi e femmine a partiredai 9 anni, come previsto dalnuovo piano nazionale di pre-venzione vaccinale 2017-2019 eincluso nei Lea.Tuttavia nes-sun vaccino sarà mai efficacenei confronti di chi si ostina anon voler fare prevenzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

sponibile il nuovo vaccino 9-valente che porterà ad un’effi-cacia superiore al 90%. Si trattadel Gardasil 9, che è appenadiventato disponibile anche inItalia.La presenza in Italia del vaccino anti Hpv porterà a la-vorare in sinergia anche con ipediatri, garantendo un cor-retto passaggio di informazio-ni sullo stato vaccinale deibambini che passano appuntodal pediatra al medico di fami-glia. Sempre a Roma, in un ta-volo con istituzioni, associa-zioni in rappresentanza di va-rie specializzazioni (pediatria,

scusso a Roma nel corso delconvegno Ahead – AchievingHealth through Anti-infectiveDefense – promosso da MsdItalia, con il coinvolgimento diMinistero della Salute e l’Isti-tuto Superiore di Sanità, auto-rità regolatorie, associazionipazienti e clinici.

Altro fronte sul quale laCampania è in ritardo è quellodel papilloma virus. Oltre al-l’offerta ancora troppo scarsasul territorio, incide in questocaso una chiusura culturaleche vede il tema come un tabù.In Italia è da pochissimo di-

InfluenzaSono staticinquemilionigli italianicolpitidal virus

AntonioD’AvinoPediatra di famiglia, è segretario per la provincia di Napoli della Federazione Medici Pediatri

RobertoSassiPediatra di famiglia, è il referente del centro studi sindacale della Federazione Pediatri di Napoli

Page 11: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 31 Marzo 2017 NA11

La solidarietà In Italia aumentano i casi di tumore del seno. Nel 2016 sono stati 50mila, 2mila in più rispetto al 2015. La mortalità però è in costante diminuzione, in particolare nella fascia d’età compresa fra 50 e 69 anni, a cui è indirizzato lo screening mammografico. È la dimostrazione dell’efficacia di questi programmi che in alcune regioni stanno coinvolgendo anche le over 45, estendendo così il target di riferimento. Quandola malattia è individuata in fase precoce, le

guarigioni superano il 90%. Sono alcuni dati emersi durante il convegno Breast Journal Club l’Importanza della ricerca in oncologia che ha visto per due giorni riuniti a Napoli alcuni tra i più importanti esperti nazionali e internazionali del settore. «Grazie alla mammografia e alle terapie innovative 8 italiane su 10 colpite da cancro al seno riescono a sconfiggerlo», dice la professoressa Stefania Gori, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica.

Il convegnoTumore al seno,più ammalatema meno decessi

O ltre dodici milioni di Italiani ecinque milioni di famiglie sof-frono oggi di povertà sanita-ria. Questo significa che spes-

so non ci sono i soldi neanche per pa-gare il ticket, vuole dire tagliare su visi-te mediche e accertamenti, ma ancherinunciare anche all’acquisto di farma-ci da banco necessari.

I costi dei medicinali rappresentano,per questa parte della popolazione checomprende soprattutto famiglie e an-ziani, una voce particolarmente pesan-te. Per questo motivo l’ordine dei far-macisti della Provincia di Napoli, pro-vincia che spicca purtroppo per la gra-vità di questo allarme sociale, assiemeal cardinale Crescenzio Sepe ha lancia-to l’iniziativa «Un farmaco per tutti».Un baluardo in difesa della salute qualediritto fondamentale dell’uomo.

I farmaci, ma anche i prodotti diversidai farmaci come presidi medico-chi-rurgici o integratori e dispositivi medi-ci non ancora scaduti, provenienti dadonazioni spontanee da parte di citta-dini e aziende farmaceutiche diventa-

no così doni preziosissimi per chi nonha la possibilità di acquistarli.

Per questo mi preme ricordare che ladonazione dei farmaci è possibile tuttol’anno, usando i contenitori sempre presenti nelle farmacie che hanno ade-rito al progetto. L’elenco delle farmaciecoinvolte lo si può trovare sul sito inter-net www.ordinefarmacistinapoli.it

I farmaci raccolti vengono donati adassociazioni di volontariato no profited enti caritatevoli, che collaboranocon l’arcidiocesi di Napoli. Con questosistema sono state raccolte cinquanta-mila confezioni di farmaci non scaduti,di presidi medico-sanitari e integrato-ri.

Per un ente come il nostro, che vantatra i propri valori inalienabili, il pren-dersi cura del territorio e dei cittadini,essere tra gli operatori di questa inizia-tiva, è davvero importante e significati-vo.

Abbiamo il dovere di tutelare la salu-te sostenendo l’accesso ai farmaci daparte di tutti. In questo contesto mipreme sottolineare che nel mese di marzo i farmacisti partecipano attiva-mente alla «Primavera della Prevenzio-ne a Napoli”, promossa dall’ammini-

strazione comunale.Obiettivo puntato in questo caso al

tumore della prostata. Nei primi ventigiorni di marzo il Comune ha illumina-to il Maschio Angioino di azzurro perattirare l’attenzione verso la tematicadella prevenzione nei confronti di que-sta malattia.

La campagna di prevenzione è stataorganizzata avvalendosi della collabo-razione delle farmacie dell’intera areametropolitana di Napoli, grazie allequali sono stati distribuiti 200mila vo-lantini con le dieci regole d’oro per lasalute della prostata. Inoltre, moltissi-me sono state le visite gratuite grazieall’unità urologica mobile della Fonda-zione Pro.

Il farmacista ricopre da sempre ilruolo di consulente sanitario sul terri-torio. Grazie alla sua competenza svol-ge un ruolo di fondamentale impor-

tanza nell’indirizzare i pazienti versouna prevenzione attiva o verso una cor-retta gestione della patologia con con-sigli su eventuali percorsi sanitari daseguire. Inoltre, la distribuzione capil-lare delle farmacie sul territorio con-sente una copertura totale che facilita ilcontatto con i cittadini che si esplicitaanche attraverso campagne di preven-zione sanitaria che costituiscono fontedi informazione per tutti.

Mi piace ricordare anche le paroledel professor Vincenzo Mirone, ordi-nario di Urologia dell’Università Fede-rico II di Napoli e presidente della Fon-dazione Pro, che commentando l’ini-ziativa ha detto: «Da sempre con laFondazione Pro siamo in prima lineaper portare la prevenzione tra la gente,e siamo felicissimi del fatto che siaproprio una istituzione importante co-me il Comune di Napoli a promuoverequeste iniziative sinergiche, che sonomolto più efficaci di quelle portateavanti dai singoli. Ed è fondamentaleanche la presenza dell’Ordine dei far-macisti perché il farmacista è un “faci-litatore” di contatto, è colui che può in-dirizzare subito il paziente suggeren-dogli i controlli adatti. Per cui ci augu-riamo che il Comune di Napoli si facciasempre più spesso promotore di que-ste campagne di sensibilizzazione an-che se la donna è molto più avanti del-l’uomo. Infatti, mentre una donna im-piega due settimane a decidere di fareuna visita al seno l’uomo impiega dueanni per fare un controllo della prosta-ta. Per cui, approfittate di questa “squa-dra” per prendervi cura di voi stessi. Èun’occasione unica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Vincenzo Santagada

Iniziativa dell’Ordine in sinergia con il cardinale Sepe

Cinquantamila farmaciraccolti e distribuiti gratisa nuovi e vecchi poveri

VincenzoSantagadaPresidente dell’Ordine dei farmacistidi Napoli, è docente di chimica farmaceutica all’Università Federico IIdi Napoli

Il dirittoTutelarela salutegaranten-do le curea quanti ne hannobisogno

Page 12: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA12 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno

La nefrologia

«P revenire è me-glio che cura-re». Ce lo ripe-tono da sempre

e questo vecchio consiglio èancora attuale e vale in moltis-simi casi, uno è la cura dellepatologie dei reni. Un concettotanto importante, quello dellaprevenzione, da essere diven-tato la parola d’ordine della giornata mondiale del rene. Lamanifestazione, che quest’an-no si è svolta il 9 marzo, è pro-mossa dall’International So-ciety of Nephrology, dalla In-ternational Kidney Founda-tion e in Italia dalla SocietàItaliana di Nefrologia e dallaFondazione italiana del rene.L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini su tutti gli aspetti del-le patologie renali. Per pro-muovere i comportamenticorretti da seguire è stato di-stribuito un opuscolo, «Cono-scere i reni». La brochure, cu-rata dalla Società italiana dinefrologia, illustra segni e sin-tomi della malattia, ma anchele indicazioni da seguire perfare le analisi e iniziare il che-ckup.

Quella dei reni è una funzio-ne fondamentale, questi duepiccoli organi dalla forma a fa-giolo che si trovano in bassonell’addome e sono collegati

ne di abitanti, un dato che col-loca la nostra regione nelle medie nazionali. Come laGiornata Mondiale del Rene”di quest’anno ha voluto sotto-lineare, che molto della cura diquesti problemi inizia con laprevenzione e la diagnosi pre-coce.

«La prevenzione la si fa, nonsi racconta e si fa in strada, trala gente. Inoltre, è importanteche sia genere specifica, per-ché uomini e donne presenta-no l’insorgenza della malattiadiversamente e non rispondo-no ai trattamenti allo stessomodo», spiega Attilio Di Bene-

saranno minori, più brevi emeno costose per il serviziosanitario nazionale. Soprattut-to ci sarà l’accesso al trapiantodel rene nelle migliori condi-zioni».

NephroCare Italia si occupadelle malattie dei reni anchedal punto di vista delle suecomplicanze cardiovascolari.

Questo genere di compli-canze, in aumento tra la popo-lazione del mondo occidenta-le, ha tra i problemi correlati lamalattia renale cronica. Que-sta ha come conseguenza l’in-sufficienza renale cronica e laprogressiva con la irreversibileperdita di funzionalità dellacapacità di filtrazione di questiorgani.

Limitare i fattori di rischiodi malattie cardiovascolari ser-ve a prevenire simili patologie.Fumare meno, tenere sottocontrollo la pressione arterio-sa per non incorrere nell’iper-tensione, monitorare gli indicidi massa corporea, seguireuna corretta e sana alimenta-zione e bere molta acqua sonotutti tasselli del quadro dellostile di vita sano e sicuro che può aiutare a limitare il rischiodi sovraccaricare i reni e diammalarsi.

Alessandra Caligiuri© RIPRODUZIONE RISERVATA

Reni La prevenzione 365 giorni all’annoIn Campania i pazienti in dialisi sono cinquemila, divisi tra chi si cura in ospedale e chi nei centri privatiTenere sotto controllo la pressione, seguire una corretta alimentazione e bere molta acqua limita i rischi

alla vescica, aiutano il nostrocorpo ad espellere le scorie delmetabolismo e a riequilibrar-si. Funzioni fondamentali, as-solutamente da non sottovalu-tare. Le patologie del rene so-no molto diffuse, in Italia il 9%della popolazione presenta compromessa la funzionalitàdi questi organi, e ci sono oltrecinquantamila mila pazientidializzati. Cinquemila sono,invece, i pazienti in dialisi inCampania, la stima va divisatra chi sceglie di curarsi inospedale e chi preferisce i cen-tri privati. In media si tratta dicirca 800 pazienti su un milio-

detto, direttore medico di Ne-phroCare Italia, da sempre im-pegnata con i suoi centri spe-cializzati e i suoi nefrologi nonsolo nella cura, ma soprattuttonella prevenzione della malat-tia renale cronica e delle suecomplicanze cardiovascolari.

Ma la prevenzione è una ne-cessità anche dal punto di vi-sta del bilancio sanitario, in-fatti, continua Di Benedetto:«La spesa sanitaria ha rag-giunto il valore di 113 miliardidi euro, ed è dovere di tutti icittadini contribuire con laprevenzione alla sostenibilitàattuale e futura al fine di potercontinuare a garantire l’esi-stenza del servizio sanitarionazionale, che resta uno deimigliori al mondo e che ga-rantisce il diritto alla salute atutti i cittadini italiani e nonsolo, anche agli immigrati re-golari».

Di effetti su tutto il sistemaparla anche Fabrizio Cerino,general manager di Nephro-Care Italia: «La giornata mon-diale del rene va celebrata tut-to l’anno. Prevenire significarallentare la progressione del-la malattia e far si che il pa-ziente inizi la dialisi nelle mi-gliori condizioni possibili,senza altre patologie. In que-sto modo le ospedalizzazioni

L’Asl è presente nella Terra dei fuochiAl via lo screening per il tumore al colonQuello che portiamo avanti è un cambiamento rivoluzionario

C ome si vive nella Terradei fuochi? Cosa siaspettano dal propriofuturo le migliaia di

persone che vivono nei cin-quantacinque Comuni indica-ti come ricadenti in que-st’area? Provo a dare una rispo-sta, in quanto cittadino, medi-co e, da otto mesi, direttoregenerale dell’Asl Napoli 2Nord, l’azienda sanitaria checonta tra i 32 Comuni di pro-pria competenza molti centriclassificati come ricadenti nel-la «Terra dei fuochi».

Un territorio che si estendea Nord della città di Napoli,oggetto da decenni di devasta-zioni ambientali e caratteriz-zato da una popolazione me-diamente giovane e indigente.

Qui si vive nel dubbio ali-mentato dall’incertezza circala propria condizione di salutee la salubrità del territorio incui si abita. La gente qui si do-manda se la propria salute equella dei propri cari sia in pe-ricolo, non conoscendo la rea-le incidenza dei tumori sul ter-ritorio e temendo che una pa-tologia oncologica possa col-pire la propria sfera familiare.

Su questo territorio, la sani-tà pubblica è da sempre la ri-sorsa cui rivolgersi solo in casodi malattia. In questi paesi il«servizio sanitario regionale»

fino ad ora ha significato soloin pochi casi «prevenzione»,«indagini epidemiologiche»,«screening».

Nell’Asl Napoli 2 Nord, loscreening per il tumore del co-lon retto – la terza forma piùcomune di cancro – sta par-tendo solo ora, mentre i dati diadesione alle campagne discreening per i tumori femmi-nili sono sensibilmente al disotto degli standard dei Paesiindustrializzati.

In molti sostengono che lascarsa adesione ai programmidi screening sia da additare aun problema culturale, perso-nalmente posso testimoniareche questo è certamente vero,ma che in molti casi si è tratta-to di un comodo alibi per am-ministrazioni poco attente allepolitiche di prevenzione.

La «Terra dei fuochi» primadi ogni altra cosa è stata «terradi sanità poco attenta». Oraperò possiamo provare a tra-sformare questa realtà, ripar-tendo dal legame positivo conquesti luoghi e con noi stessi:facendoli tornare ad essere«terra nostra».

Come azienda sanitaria stia-mo contribuendo a questoprocesso, provando a sostitui-re i dubbi con le certezze scien-tifiche.

Per questo motivo stiamodando forte impulso ai percor-si di screening avendo coin-volto gli oltre ottocento medici

di famiglia, integrando il lorolavoro con quello degli specia-listi dei distretti e degli ospe-dali, coinvolgendo farmacisti,associazioni, scuole e autoritàecclesiastiche. Animandopiazze e strade con camper estand. Inoltre, stiamo chiu-dendo la fase di accreditamen-to del registro tumori così daavere evidenze scientifiche cir-ca eventuali correlazioni traterritori inquinati e incidenzadelle patologie oncologiche.

Stiamo facendo tutto questoin tempi rapidi, certi che tute-lare la salute dei nostri concit-tadini significhi dare loro laforza per credere ancora nellepossibilità proprie e del pro-prio territorio.

Quello che stiamo portandoavanti, in altri termini, è pro-muovere un cambiamento or-ganizzativo e culturale rivolu-zionario, partendo dalla tuteladella salute di ciascuno.

Siamo consapevoli che sitratta di una strada complessa,irta di ostacoli e lungo la qualenon è assolutamente scontatoraggiungere il successo.

Eppure, siamo certi chequesta sia la direzione giusta,nella convinzione che occorrasostituire la solitudine del dubbio presente con una spe-ranza solidale in un futuro mi-gliore.

Direttore generaleAsl Napoli 2 Nord

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Eccellenze Campane a Napoli è stato teatro dell’evento benefico «Buono e Sano, il cibo amico della salute dell’uomo». La serata è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione Pro Onlus, presieduta da Vincenzo Mirone, ordinario di Urologia della Federico II di Napoli. Scopo dell’evento era raccogliere fondi da destinare ai progetti della Fondazione, che si occupa di prevenzione e ricerca nel campo del

tumore della prostata. La serata godeva delpatrocinio del Comune di Napoli, dell’Arcidiocesi di Napoli, dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli, dell’Università di Napoli Federico II, di Federfarma Napoli. Buono e Sano rientra nelle iniziative inserite nella «Primavera della prevenzione», la campagna promossa dal Comune di Napoli e dall’Ordine dei Farmacisti.

BeneficenzaBuono e sano,il cibo aiutala prostata

Antonio d’AmoreDirettore generale Asl Napoli 2 Nord

AttilioDi BenedettoNefrologo, è direttore medico di NephroCare Italia, attivo in Campania con 22 centri dialisi

A formadi fagioloEcco i reni, si trovano in basso nell’addome

Supplemento della testata

Distribuito con il Corriere della Seranon vendibile separatamente

Enzo d’Erricodirettore responsabileCarmine Festaredattore capo centralePaolo Grassiredattore capo centrale

Editoriale del Mezzogiorno s.r.l.con socio unico, soggetta a direzione e coordinamento da parte della società RCS Mediagroup S.p.A. Alessandro Bompieripresidente Domenico Erricoamministratore delegato

Redazione, produzione, amministrazione e sede legale: Vico II S. Nicola alla Dogana, 9 - 80133 Napoli - Tel: 081.760.20.01Fax: 081.58.02.779 Reg. Trib. Napoli n. 4881 del 17/6/1997Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Enzo d’Errico© Copyright Editoriale del Mezzogiorno s.r.l.Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questoquotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici,meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione saràperseguita a norma di legge.

Stampa:Sedit Servizi Editoriali srlVia delle Orchidee, 170026 Z. I. Modugno Bari Tel. 080.585.74.39Sped. in A.P. - 45% - Art.2 comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Napoli

Diffusione:m-dis Distribuzione Media SpaVia Cazzaniga, 19 - 20132 MilanoTel. 02.25821

Pubblicità:Rcs MediaGroup S.p.A.Dir. PubblicitàVia Campania, 59/C - 00187 RomaTel. 06.6882.8692 - 06.6882.8662Legale: Tel. 02.2584.6665www.rcspubblicita.it

Pubblicità locale:Piemme S.p.A.Via G. Arcoleo, snc - 80121 Napoli.Tel. 081.247.31.11 - Fax 01.247.32.20www.piemmeonline.it

Proprietà del Marchio:

RCS MediaGroup S.p.A.

Distribuito con il

Direttore responsabile: Luciano Fontana

di Antonio d’Amore

E PREVENZIONE

Lunedì 27 Ottobre 2014 www.corrieredelmezzogiorno.it

Salute

Povero Sud, si risparmia

SaluteAncmzxzxzxzxzzxzxzxzxzx

Sanità, i dati Istat 2013

perfino sulle cure mediche

prevenzione

A PAGINA XX

ein collaborazione con

di EMANUELE IMPERIALI

Lunedì 24 marzo 2014

Coordinatore tecnico-scientificoMarco Trabucco Aurilio

In questo numero hanno scritto: Alessandra Caligiuri, Giuseppe Cenname, Antonio d’Amore, Olga Fernandes, Sofia Gorgoni, Giulia Liperini, Marco Trabucco Aurilio, Renato Nappi, Raffaele Nespoli, Raimondo Nesti, Lorenzo Polo, Vincenzo Santagada, Gianluca Vecchio

Sono stati intervistati: Marco Aiello, Julie Block, Alfredo Borriello, Marco Catani, Ottorino Catani, Antonio D’Avino, M.G. Angela De Laurentis, Attilio Di Benedetto, Paolo Fedelini, Francesco Saverio Mennini, Ketty Peris, Carmine Pinto, Gianluca Russo, Marco Salvatore, Roberto Sassi, Silvestro Scotti, Fabrizio Sergio, Maria Triassi, Fabio Zanchini,

Page 13: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 31 Marzo 2017 NA13

Le nuove frontiere

P odologi, ortopedici, tecnici or-topedici, chirurghi vascolari,diabetologi, reumatologi e fi-sioterapisti. Figure diverse ac-

cumunate dallo stesso interesse: la cu-ra del piede.

Per riunire insieme gli esperti diquesto settore è nata nel febbraio 2016la Società italiana di studio del piede ecaviglia (Sispec) che, riunendo insie-me specialisti diversi si propone unapproccio multidisciplinare a tutte lepatologie del piede. Tra i soci fondato-ri di questa nuova società scientifica cisono tre chirurghi ortopedici campa-ni, oggi membri del consiglio diretti-vo: Fabio Zanchini, professore aggre-gato di clinica ortopedica al I Policlini-co dell’Università Luigi Vanvitelli, Fa-brizio Sergio e Ottorino Catani.

La Sispec è giovanissima, ma puògià vantare tra i suoi 150 iscritti illustrinomi della chirurgia del piede e con-tatti internazionali, come racconta Ca-tani: «Siamo orgogliosi di essere riu-sciti a coinvolgere in questo ambiziosoprogetto medici come il professoreGiacomo Pisani, padre della chirurgiadel piede in Italia, che è il nostro presi-dente onorario. Inoltre, grazie ai mee-ting, ai congressi e alle pubblicazioniscientifiche che ne sono derivate ab-biamo suscitato l’interesse internazio-nale. La nostra società sta per ricevere

Sispec, chirurghi per la cura del piedePodologi, ortopedici, reumatologi e fisioterapisti insieme sulle nuove frontiere clinicheLa tecnica mininvasiva percutanea al centro di un convegno all’Università Vanvitelli

il riconoscimento della European footankel surgery, uno degli organi scien-tifici internazionali più prestigiosi inquesto settore».

Obiettivo dichiarato di questa nuovasocietà scientifica è far conoscere allefigure professionali che si occupano dicura del piede le nuove tecniche chi-rurgiche, aggiunge Catani: «Vogliamoessere promotori e mostrare attenzio-ne verso tutte quelle procedure che si-ano innovative, ai nuovi inquadramen-ti clinici e terapeutici e, soprattutto, atutte le tecnologie all’avanguardia chepongono il complesso mondo del pie-de al centro dei nostri studi». Proprioper confrontarsi sulle nuove tecniche di trattamento delle patologie del pie-de la Sispec si è data appuntamento il12 maggio all’Università di Napoli LuigiVanvitelli, per un convegno dal titolo«Analisi logica del gesto chirurgico inchirurgia percutanea del piede». Lo scopo dell’incontro puntualizza Cataniè «condividere i risultati ottenuti, met-tere a nudo l’esperienza del chirurgoche si occupa di queste procedure e raccogliere le intuizioni e i limiti in unserrato confronto scientifico. Oltre aciò abbiamo organizzato il meeting anche per lanciare in Italia l’idea e lapossibilità che Napoli possa ambire adiventare un centro di riferimento nel-lo studio del piede».

Ma c’è anche uno scopo ben più am-bizioso, come spiega il chirurgo: «Daquesto confronto, potrebbero partire e

generarsi nuove idee, potrebbe defi-nirsi un percorso formativo per chivuole avvicinarsi a questa chirurgia eimpiantare finalmente dei binari sucui stabilire delle linee guida condivi-se».

Il congresso sarà il punto di parten-za per approfondire le caratteristichedella chirurgia mininvasiva percuta-nea, una tecnica che in questi anni, an-che grazie all’opera di divulgazionedella Sispec, si sta facendo sempre piùstrada nel trattamento delle patologiedel piede. Ad esempio si usa nei casi dialluce valgo, un problema molto diffu-so tra le donne e che porta a conse-guenze dolorose e invalidanti, come ilconflitto con la scarpa, dolori e gonfio-ri. La chirurgia mininvasiva percuta-nea può essere usata però anche per iltrattamento di altri problemi, come ledita deformate, le talloniti, il piede piatto e il neuroma di Morton.

Zanchini, Catani e Sergio sono statitra i docenti di questa metodologia alcorso di Cadaver lab a Barcellona. Ca-tani descrive così i vantaggi della mi-crochirurgia percutanea che prevedeincisioni minime e accessi millimetri-ci: «C’è rispetto per il dolore chirurgi-co del paziente. Si riprende a cammi-nare quasi subito e si torna così a esse-re autosufficienti» e conclude che«l’entusiasmo dei pazienti trattati è lavera fonte di ispirazione di questa esi-genza scientifica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

OttorinoCataniSpecializzato in ortopedia

Oggi e domani a Napoli è in programma il corso nazionale di oncologia toracica dal titolo «La diagnosi, le terapie e le complicanze nell’era delle terapie personalizzate». I progressi dell’immuno-oncologia stanno infatti rivoluzionando i percorsi terapeutici nel trattamento del tumore polmonare. Si va sempre più concretizzando la possibilità di ridurre il ricorso alla chemioterapia e avere accesso a farmaci innovativi caratterizzati da una migliore tollerabilità. In questo contesto la due

giorni organizzata nella città di Napoli sarà una preziosa occasione per parlare di diagnosi, cura e complicanze del tumore polmonare alla luce delle più importanti novità che hanno investito negli ltimi anni l’ambito dell’oncologia toracica. La prima giornata sarà strutturata in tre sessioni: la prima sarà dedicata alla relazione fra malattie respiratorie e tumore, la seconda alla diagnosi e la terza infine alla terapia del carcinoma polmonare avanzato.

Da oggi a NapoliOncologia toracicaUna due giornitra diagnosi e cura

di Alessandra Caligiuri

FabrizioSergioNel consiglio direttivo Sispec

FabioZanchiniProf associato alla Vanvitelli

Page 14: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA14 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno

In 20 minuti via i segni dell’invecchiamento e la cellulite

La medicina estetica

Niente aghi né farmaciSedute di radiofrequenzaper migliorare l’aspetto

I n un’era particolarmentepolarizzata sulla bellezza esulla cura della persona, unnumero sempre maggiore

di persone rivolge la propriaattenzione ad una nuova disci-plina medica, la medicinaestetica. Ma sempre più spes-so questi pazienti si imbattonoin una giungla di offerte diprestazioni e trattamenti abuon mercato fatte da mediciestetici spesso improvvisati,con tutte le conseguenze chene derivano sia da un punto divista estetico che per la lorosalute.

Questo tema sta particolar-mente a cuore a Gianluca Rus-so, direttore scientifico delnetwork «ilmiomedicoesteti-co», che racchiude ambulatorie studi di medicina esteticacon l’obiettivo di garantire aipropri pazienti sicurezza, qua-lità, competenza e naturalezzadel trattamento.

«Chi si rivolge ai nostri am-bulatori e studi medici – spie-ga Russo - troverà solo medici

presidente nazionale della So-cietà italiana di radiofrequen-za non ablativa e docente pres-so la Scuola internazionale diMedicina estetica di Roma,spiega che questa tecnica «èparticolarmente indicata percombattere i segni dell’invec-chiamento, il rilassamento cu-taneo, la cellulite, le adiposità.Ma anche le smagliature e l’ac-ne. Una seduta di Radiofre-quenza - aggiunge il professio-nista – dura circa venti minutie dona un aspetto riposato egiovane, senza l’utilizzo diaghi o farmaci da iniettare.Una metodica assolutamenteindolore che consente un’im-mediata ripresa della vita direlazione». Un aspetto questo di certo non secondario, tantoche oggi la medicina estetica èsempre più orientata versometodiche poco o per nulla in-vasive, tecniche che consento-no un rapido ritorno alla vitadi tutti i giorni.

Renato Nappi© RIPRODUZIONE RISERVATA

dell’inestetismo lamentato. Lanostra prima visita prevede ol-tre che una approfonditaanamnesi sia specifica che ge-nerale, un esame obiettivo mi-rato all’inestetismo e un esa-me obiettivo generale per va-lutare in toto lo stato di salutedei nostri pazienti e un checkup cutaneo. A tutto questo faràseguito una prescrizione tera-peutica sia correttiva, per cor-reggere l’inestetismo lamenta-to, che preventiva per insegna-re loro a prendersi cura dellapropria bellezza e della pro-pria salute giorno dopo gior-no. Ad oggi contiamo ventunostudi e siamo presenti in noveregioni ma presto riusciremo aessere presenti su tutto il terri-torio nazionale».

Tra i vari trattamenti propo-sti, la radiofrequenza nonablativa è uno dei più moder-ni, sicuri ed efficaci da utiliz-zare in medicina estetica percontrastare molti inestetismidi viso e corpo.

Gianluca Russo, che è anche

mente e che hanno dimostra-to sicurezza ed efficacia tera-peutica».

A c h i g u a r d a q u e s t onetwork? «A tutti coloro chevogliono prendersi cura dellapropria bellezza, della propriasalute, del proprio benesseresenza modificare il proprioaspetto. I nostri medici siprenderanno cura della bel-lezza e della salute dei nostripazienti a 360 gradi e non solo

estetici con un percorso for-mativo specifico, in continuoaggiornamento e che utilizza-no prodotti e strumenti dellemigliori aziende presenti sulmercato, con alle spalle studiclinici che ne attestino la sicu-rezza e la qualità, che applica-no solo protocolli validati del-le società scientifiche di riferi-mento».

Questa linea di condotta fasi che al network possano ac-cedere solo professionisti dicomprovata esperienza, chepossano assicurare un validoknow how .

«I medici che ne fanno par-te sono attentamente selezio-nati in funzione della loroformazione specifica, dellacompetenza maturata e delcontinuo aggiornamentoprofessionale. Ma questo nonci basta, i nostri medici si im-pegnano anche a garantire undeterminato standard di sicu-rezza e qualità, in altre parolea utilizzare solo prodotti estrumenti validati scientifica-

Nuove tecniche Un trattamento di radiofrequenza al viso per eliminare inestetismi e segni di invecchiamento

Il networkAlcuni professionisti di provata esperienza per garantire sicurezzanei trattamenti medici

La visitaOltre all’approfondita anamnesi previsto un esame obiettivo e un check up cutaneo

Gianluca Russo Presidente nazionale della Società italiana di radiofrequenza non ablativa e docente presso la Scuola internazionale di Medicina estetica

Page 15: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 31 Marzo 2017 NA15

Cinquanta sfumature di liftingTecniche poco invasive e senza rischi Bando agli interventi estremi, oggi si preferiscono infiltrazioni e fili biorivitalizzanti

N on solo per le donne,oggi anche per gli uo-mini, l’obiettivo delringiovanimento è

sempre più sentito, una vera epropria esigenza. Pur essendoil mondo della bellezza ancoradominato dalle donne (con ol-tre 8 milioni di interventi,l’84.7% del totale), quasi unmilione e mezzo di trattamen-ti estetici e operazioni nel 2015hanno riguardato gli uomini,pari al 15,3% del totale: nel 2014erano il 13,7%.

Naturalmente si punta adinterventi che abbiano rischibassissimi, poco o per nullainvasivi. Questa la tendenzageneralizzata che è ormai en-trata nella vita quotidiana, inun nuovo concetto di «cura»della persona.

Bando quindi ai lifting chi-rurgici estremi. Adesso il rin-giovanimento del viso lo sivuole più soft, magari con tra-pianti di grasso a zigomi e lab-bra, fili di sospensione e tantitrattamenti di medicina esteti-ca meno invasivi, come botuli-

usano meno, come appunto ilifting chirurgici molto forti, raramente offerti e richiesti. Ora si preferisce una combina-zione di tecniche chirurgicheche hanno un effetto più natu-rale e consentono un recuperopiù veloce, anche se hannouna minore durata».

Borriello parla del midfacelift che rende possibile un lif-ting del terzo medio del voltoche solleva gli zigomi, e del li-

quid lift che si usa esclusiva-mente con le infiltrazioni. Ilchirurgo dice anche che que-sto trattamento è oggi tra i piùrichiesti, ma non è da meno ilbrowlift o sollevamento delle sopracciglia.

L’ultima novità? Si chiamaendolift, è una tecnica indicataper il ringiovanimento del ter-zo inferiore del volto (mento, mandibola e collo).

«Funziona – dice il chirurgo- attraverso l’utilizzo di fibrelaser che svolgono una retra-zione cutanea, perfetto nel ca-so di rilassamenti non eccessi-vi della regione mandibolare, zona critica del viso. Anche illaser CO2 frazionato è moltoadatto proprio per il ringiova-nimento cutaneo. Altrettantopraticato il lipofilling con l’uti-lizzo anche delle cellule stami-nali».

Tra i trattamenti più richie-sti e nuovi, sicuramente i fili biorivitalizzanti, che consen-tono un vero e proprio liftingnon chirurgico chiamato FTCLift (Fine Thread Contour).

«Si tratta – spiega il chirur-go Borriello - di un innovativotrattamento che si effettua at-

Alfredo BorrielloChirurgo plastico e specialista in medicina esteticae ricostruttiva,è dirigente responsabile dell’unità operativa di chirurgia plastica presso l’ospedale Pellegrini Asl 1 di Napoli

traverso l’inserimento senzaincisioni di fili di biostimola-zione in Polidioxanone. Conquesto trattamento si riesce adottenere l’aumento della proli-ferazione di collagene, il so-stegno e la stimolazione deitessuti lassi, per un effetto lif-tante ma leggero. Non a casoinfatti lo chiamiamo soft-lif-ting».

Ma perché sono tanto inno-vativi rispetto agli altri “fili” che si applicano da anni?

«Questi fili di ultima gene-razione - prosegue il chirurgo- possono essere impiegatinella trazione dei tessuti, masoprattutto aiutano nella lororigenerazione. Inoltre la tecni-ca non prevede incisioni, masolamente l’uso di un piccoloago. Il ringiovanimento è visi-bile e non esistono effetti col-laterali. Si può intervenire sulviso ma anche sul collo e su di-verse altre parti del corpo co-me l’interno coscia e l’internobraccia. Anche nel caso degliormai famosi “fili” bisogna ri-cordare che, come accaduto spesso nella storia della chi-rurgia plastica, dall’esperienzaospedaliera si è poi trovata ap-plicazione anche in campoestetico: infatti si utilizzano filiper intervenire nei casi di pa-resi facciali».

E per quanto riguarda i ma-teriali, per i filler, tra le novitàc’è l’applicazione di diversi tipidi acido ialuronico.

«Questi filler hanno diffe-renti caratteristiche biochimi-che e molecolari, e sono speci-fici per le varie zone del volto,dagli zigomi alle labbra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La chirurgia plastica

no e filler, sempre più richie-sti.

Ne parla Alfredo Borriello,direttore dell’unità operativadi chirurgia plastica all’ospe-dale Pellegrini di Napoli.

«Oggi – spiega - non ha piùsenso discutere genericamen-te di lifting. Ad ogni pazienteva prospettata la soluzione piùconsona alle sue esigenze e aisuoi problemi. Alcune tecni-che sono troppo invasive e si

NonsolodonneAlta lapercentualedi uomini che vogliono ringiovanire

L’alimentazione è un aspetto fondamentale della vita quotidiana che non deve essere assolutamente trascurato. Un corretto regime alimentare ci consente di avere uno stile di vita adeguato per poter affrontare con entusiasmo ed energia gli impegni giornalieri: il nostro stato psico-fisico è spesso lo “specchio” di ciò che mangiamo. Partendo da questo assunto a Novara sono stati realizzati l’integratore sieroproteico (Albavis) e l’integratore isotonico (Albatonic), al

100% italiani. La tracciabilità e l’origine del siero utilizzato è garantita dall’inizio alla fine della filiera. «Questo – dicono i produttori - fa sì che all’utilizzatore finale venga garantito un prodotto di qualità superiore e dalle caratteristiche bioattive integre le cui proteine vengono interamente assorbite dall’organismo». A testimoniare quanto l’alimentazione naturale sia preziosa per il mondo dello sport è stato l’ex nuotatore Leonardo Tumiotto.

La novitàAlimentazione,due integratorial 100% italiani

di Gianluca Vecchio

Page 16: La prevenzione Salute Contro la «fabbrica delle bufale ... · l'obiettivo di elaborare e orga-nizzare informazioni e concet-ti per raggiungere la meta: ra-gionare, risolvere problemi,

NA16 Venerdì 31 Marzo 2017 Corriere del Mezzogiorno