Una vita straordinaria DIOCESANO: PROGETTO “MEMORIA” · zione delle cause dei santi nel mese di...
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Papa Woityla potrebbe essere
acclamato santo presto (for-
se il prossimo 20 ottobre): è
stato infatti riconosciuto da
parte della commissione dei teologi
della Congregazione per le Cause dei
Santi il secondo miracolo di Giovan-
ni Paolo II, compiuto dopo la beatifi-
cazione. Alla proclamazione del
pontefice polacco manca solo l’as-
senso definitivo da parte della com-
missione di cardinali e vescovi del
dicastero e l’approvazione finale di
Papa Francesco.
Con il secondo miracolo riconosciu-
to, la strada verso la santità di Papa
Giovanni Paolo II appare spianata e
la canonizzazione è sempre più vici-
na. Quel che è avvenuto alla morte
del Pontefice quando le folle osan-
nanti scandivano nella gremita piaz-
za San Pietro “Santo subito” e osten-
tavano enormi striscioni invocando
l’immediata beatificazione, a distan-
za di otto anni, con grandi anticipa-
zione rispetto ai tempi “canonici”, si
sta avverando e Giovanni Paolo II si
confermerà un santo molto amato
dalla gente, grazie anche ad un mira-
colo, in grado di «stupire il mondo».
La consulta medica della Congrega-
zione delle cause dei santi nel mese
di aprile aveva riconosciuto come
«inspiegabile» la guarigione di una
donna, ottenuta per intercessione di
Giovanni Paolo II. Una seconda don-
na, dunque, miracolata dal Papa
polacco, visto che anche nel suo pri-
mo miracolo ufficialmente ricono-
sciuto la persona guarita dal morbo
di Parkinson (lo stesso di cui ha sof-
ferto Giovanni Paolo II) era una don-
na, una suora francese suor Marie
Simon-Pierre (delle Piccole Suore
delle Maternità Cattoliche, nata nel
1961). Secondo la testimonianza del-
la religiosa, la guarigione per inter-
cessione del pontefice è avvenuta la
sera del 2 giugno 2005, quando lei
aveva 44 anni.
In gennaio il postulatore della causa,
monsignor Slawomir Oder, aveva
presentato per un parere preliminare
una presunta guarigione miracolosa
alla Congregazione vaticana per i
santi, avvenuta appunto il primo
maggio 2011, proprio il giorno in cui
il Papa polacco venne proclamato
beato.
Le procedure canoniche prevedono il
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PASTORALE
Catania - anno XXIX - n. 25 - 30 giugno 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
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OPERAZIONE
MARE SICURO
a pagina 11
Dopo il secondo miracolo atteso il sì di Papa Francesco per la proclamazione di Papa Woityla santo
Una vita straordinaria
(segue a pagina 2)
Pronunciare il
termine Italia,
per il resto del mondo,
significa ricollegarsi ideal-
mente con il pensiero a tut-
ta una serie di ‘elementi’,
che ormai fanno parte di
una consolidata cultura,
presente nell’immaginario
collettivo. Si pensa al Paese
della mille meraviglie arti-
stiche e paesaggistiche. Si
pensa al Paese della pizza e
della Dolce vita. Ma da
questa caratterizzazione a
tinte chiare e sfumate, se vogliamo anche un po’
troppo permeata da un profondo lirismo di tono
romantico, bisogna pur prendere le distanze. Se
cerchiamo di delineare un altro profilo dell’Italia,
più ancorato alla realtà produttiva ed industriale,
possiamo sicuramente affermare che è il secondo
paese, su scala mondiale, per produzione indu-
striale pro capite; il secondo, su scala europea, per
scambi manifatturieri. Dire Italia significa anche
ricollegarsi all’idea di una grande realtà industria-
le, che si distingue su scala mondiale per la quali-
tà dei suoi prodotti, in molteplici settori, quali
arredamento, abbigliamento, farmaceutica, cuoio
e calzature, mezzi di trasporto etc. Se provassimo
ad incrociare ed unire insieme questi due profili,
otterremmo senza ombra di dubbio il ritratto di un
Paese totalmente sgan-
ciato dalla realtà attuale.
Quella che da sempre è
stata considerata la forza
italiana, ovvero la capil-
lare rete delle medio –
piccole aziende, capaci
di adattarsi alle nuove
esigenze del mercato,
senza perdere mai quella
flessibilità necessaria
per rinnovarsi senza per-
dere di vista la qualità
del prodotto
finale, pretta-
mente a conduzione familiare, adesso
appare uno scenario fortemente minato
dalle stringenti condizioni di un mercato
in crisi. Non hanno le forze per affacciarsi
sul mercato mondiale e neanche quelle per
continuare a produrre, nonostante il conti-
nuo moltiplicarsi della concorrenza e la
mancanza di liquidità. Per non parlare del-
la situazione delle grandi aziende. Rima-
ste in poche (si contano davvero sulle dita
di una mano), cercano di trovare una qual-
sivoglia àncora di salvezza all’estero, sia
dal punto di vista della clientela, dunque
dei finanziamenti necessari, che della
delocalizzazione dei distretti produttivi,
principalmente per un minor costo della
manodopera e soluzioni economiche molto più
vantaggiose. Paradossalmente un colosso indu-
striale come il nostro paese rischia davvero una
deindustrializzazione irreversibile. Ed è davvero
inutile continuare a ripetersi ottimisticamente che
restano italiani l’ideazione e la progettazione dei
prodotti. Questo meccanismo provoca un vero e
proprio costante e continuo salasso sul fronte
occupazionale e su quello dei consumi: si perdono
posti di lavoro, che non possiamo sperare di
‘coprire’ con le ormai esilissime forze della cassa
MUSEO
DIOCESANO:
PROGETTO
“MEMORIA”
a pagina 3
Dal parlare al fare C’È DI MEZZO IL MARECome salvare un’Italia che va in frantumi?
Antonella Agata Di Gregorio
(segue a pagina 4)
GIORNATA
NAZIONALE
DELLE
LEUCEMIE
a pagina 4Giuseppe Adernò
Prospettive - 30 giugno 20132
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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)
Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 26 giugno 2013
integrazione e con nuove occasioni
di lavoro; venendo meno il reddito di
conseguenza si riduce drasticamente
il potere d’acquisto, quindi crollano i
consumi. E se si riducesse la fiscali-
tà sulle imprese e sui dipendenti? E
se si creassero delle condizioni più
favorevoli e vantaggiose per gli inve-
stitori stranieri? Sarebbe un ottimo
punto di partenza, certo…ma non
basta.
L’Italia non ha attualmente a disposi-
zione ingenti capitali da investire per
far ripartire le imprese. Ne ha davve-
ro pochi..se ancora ne ha. Cosa fare
allora? Investire sulla ricerca, per
esempio. Ricerca che significa sfrut-
tare tutto quello che abbiamo a dis-
posizione, come l’alta qualità dei
nostri prodotti ed il nostro stile di
vita, in un’espressione, il Made in
Italy. Risorsa che se sfruttata fino in
fondo risolverebbe almeno in parte il
problema pressante dell’occupazione
e, di conseguenza con la presenza di
maggiori redditi, dei consumi. Ma
questo non significa soltanto esporta-
re passivamente ciò che di ‘buono’
abbiamo in Italia: è necessario svi-
luppare una certa attitudine nell’of-
frire il prodotto, in parole schiette e
concrete, saperlo vendere. L’urgente
ripresa economica del Paese serve
prima di tutto a dare delle risposte
concrete a tutti quei cittadini che,
negli ultimi anni, sono andati ad
ingrossare le file davanti alle 220
strutture della Caritas, sparse su tutto
il territorio nazionale. Se in passato
l’Istat ci riportava una percentuale di
povertà pari circa al 12% della popo-
lazione complessiva, nel corso del
2012 questo dato ha subito brusca-
mente una significativa impennata.
La Caritas ci rivela che nuovi sogget-
ti si sono rivolti alle proprie strutture
chiedendo aiuto: gli anziani, costretti
a vivere con una pensione mensile
davvero iniqua; lavoratori, intorno ai
40-50 anni, che perdono la loro occu-
pazione e non riescono più a reinse-
rirsi nel fronte occupazionale; picco-
li imprenditori indebitati e privi di
risorse; separati e immigrati. In tutto
questo le decantate misure di welfare
sono a dir poco insufficienti: i pochi
fondi stanziati hanno subito tagli su
tagli, per ridursi a cifre così ridicole
da non riuscire ad incidere minima-
mente su situazioni disagiate e di
estremo bisogno. E non si prevedono
certo tempi felici: il nostro sistema
pieno di falle fa acqua da tutte le par-
ti e si sta reggendo ancora a malape-
na solo perché stiamo ricorrendo ai
risparmi ed ai beni patrimoniali.
Ma un segnale positivo, con un valo-
re politico – simbolico di grande
portata, è stato dato lo scorso sabato
22 giugno 2013 a Roma, quando, per
la prima volta dal 2003, Cgil, Cisl e
Uil hanno manifestato congiunta-
mente, ritrovandosi tutti uniti a San
Giovanni, scandendo lo slogan
“Lavoro è democrazia”. Migliaia di
lavoratori sono scesi in piazza per
chiedere all’esecutivo urgenti prov-
vedimenti in campo lavorativo. Sicu-
ramente quello che colpisce di più è
vedere finalmente i lavoratori fare un
fronte unico per difendere i propri
diritti ed il proprio futuro. Se tutto
questo non servirà concretamente ad
avere una risposta immediata ai pro-
blemi del Paese, almeno costituisce
una vera e propria lezione di solida-
rietà e di spirito comunitario, come
ormai non se ne vedeva da molto
tempo.
®
DAL PARLARE...
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entro venerdì 5 luglio 2013. Grazie!
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PRIMO PIANOXI Convegno liturgico
internazionale di Bose______3
Piazzamento d’onore
nel progetto
“Fiamme e sapori” ________4
INFORMADIOCESINotizie in breve___________9
Decreto di costituzione
del nuovo Consiglio
Presbiterale ______________9
Prima seduta del nuovo
Consiglio Presbiterale
diocesano________________9
DIOCESINella Parrocchia
S. Giuseppe l’Arcivescovo
ricorda il compleanno ______9
In ricordo di P. Caprini ____10
60° di Ordinazione
Sacerdotale
di don Ugo Aresco _______11
Al Convitto Cutelli
il convegno sulle icone ____12
sommario al n. 25
riconoscimento di un secondo mira-
colo, che deve essere avvenuto dopo
la cerimonia di beatificazione. Il
nuovo caso è stato esaminato da due
medici della consulta vaticana:
entrambi hanno riconosciuto il mira-
colo. Il dossier con le cartelle clini-
che e le testimonianze è stato presen-
tato ufficialmente al dicastero e dis-
cusso da una commissione di sette
medici, la consulta presieduta dal
dottor Patrizio Polisca, cardiologo di
Giovanni Paolo II, medico personale
di Benedetto XVI e ora di Papa Fran-
cesco. Anche la consulta medica ha
dato parere favorevole, il primo via
libera ufficiale da parte del Vaticano,
e ha definito dunque «inspiegabile»
la guarigione attribuita all’interces-
sione del beato Karol Wojtyla.
La Commissione dei Teologi ha
approvato il secondo miracolo di
Giovanni Paolo II, che era stato già
riconosciuto lo scorso aprile dalla
Consulta Medica. Dovranno pronun-
ciarsi (probabilmente all’inizio di
luglio) i cardinali e vescovi della
Congregazione delle Cause dei Santi
e, quindi il decreto sarà portato alla
firma di Papa Francesco, che in un
prossimo concistoro ordinario pub-
blico potrebbe annunciare la data.
«Le ipotesi più accreditate», secon-
do Saverio Gaeta, vicedirettore del
settimanale dei paolini “Credere” e
biografo di Giovanni Paolo II, «sono
due: il 20 ottobre, cioè alla vigilia
della festa del beato, che ricorda l’i-
nizio del suo Pontificato il 22 ottobre
di 35 anni fa, oppure il 24 novembre,
cioè nel giorno di chiusura dell’An-
no della Fede». Una volta approvato
il miracolo anche da parte di teologi
e cardinali, Papa Francesco potrà
scegliere altra data, tenendo in consi-
derazione i grandi problemi organiz-
zativi che comporta la canonizzazio-
ne di un Papa che ha segnato la sto-
ria recente del nostro secolo e che
costituisce un evento mondiale,
come già avvenuto in occasione del-
la beatificazione il primo maggio
2011, solennità della Divina Miseri-
cordia, a sei anni e un mese dalla
morte.
L’ipotesi di una proclamazione di
santità per ottobre è comunque
accreditata da molti, ed in particola-
re da due cardinali polacchi:l’arcive-
scovo di Cracovia, Stanislaw Dzi-
wisz, che fu per decenni segretario
particolare di Papa Wojtyla, e il por-
porato Stanislaw Rylko, presidente
del Pontificio consiglio per i laici.
Per la pietà popolare la canonizza-
zione di Giovanni Paolo II sancisce
una devozione che è tanto intensa e
diffusa e lo dimostrano le masse di
pellegrini in preghiera sulla sua tom-
ba nella Basilica di San Pietro.
Il suo messaggio, la sua forza, la sua
rivoluzione culturale e sociale che ha
portato anche al crollo del muro di
Berlino e alla caduta del comunismo,
ha segnato pagine indelebili di storia
religiosa e civile e le sue encicliche
costituiscono un monumento peren-
ne di nuovo umanesimo.
Tra i tanti ricordi personali degli
incontri con Papa Giovanni Paolo mi
è rimasto impresso quello con i
ragazzi in occasione del Premio del-
la Bontà, quando nell’aula Paolo VI,
mentre il gruppo degli studenti pre-
miati si sistemava per fare la foto col
Papa, tenendomi stretta la mano, che
già tremava per il Parkinson, affabil-
mente mi ha chiesto: “Ora questi
ragazzi dove vanno a mangiare?
Domanda inaspettata da un Papa e
carica di quella paternità e umanità
che lo ha reso “grande” nella storia
della Chiesa.
®
(continua da pag. 1)
UNA VITA...
Afar parte della tanto
prestigiosa e ambita
lista dei patrimoni dell’umanità del-
l’Unesco entrano solo quei siti che
hanno “un valore universale eccezio-
nale”. E proprio in relazione a questo
prezioso elenco negli ultimi giorni il
nostro Paese ha registrato una vitto-
ria ed una sconfitta. Lo scorso 21
giugno 2013 il nostro maestoso
Mongibello è entrato di diritto a far-
ne parte. Un avvertimento invece per
il sito archeologico di Pompei: se
entro due anni non verranno attuate
delle misure di conservazione ade-
guate all’importanza degli scavi, ver-
rà estromesso dalla lista. Ogni due
anni l’organizzazione
delle Nazioni Unite,
dopo accertamenti e
dibattiti, modifica l’e-
lenco, determinando
nuove entrate e nuove
uscite. Naturalmente
un sito di particolare
rilievo non entra subi-
to a far parte della
lista, ma dietro tutto
ciò c’è un iter ben
codificato che prevede
tutta una serie di
accertamenti e rapporti stilati da
esperti nel campo. Nel caso dell’Et-
na la candidatura, fortemente voluta
ed auspicata dal Parco dell’Etna e
dal Ministero dell’Ambiente e dal-
l’Unione Mondiale per la Conserva-
zione della Natura
(IUCN), era stata inse-
rita nella lista propositi-
va lo scorso 26 gennaio,
con molteplici motiva-
zioni: essendo il più
alto vulcano d’Europa,
offre con la sua attività
sismica ed eruttiva la
possibilità ai visitatori
ed ai ricercatori di acco-
starsi a quello che è un
vero e proprio “labora-
torio naturale scientifi-
co terrestre su aree vulcaniche”.
Berenice
Dal 21 giugno 2013 il più alto vulcano attivo d’Europa è patrimonio dell’umanità
L’Etna si ammanta di UNESCO
(continua da pag. 1)
Un importante incontro
internazionale di stu-
dio e di conoscenza, il terzo svolto a
livello europeo in un triennio, ha
avuto luogo in questi giorni al
Museo diocesano di Catania -città di
affidabile vocazione turistico-cultu-
rale data la sua storia e considerate le
formidabili evidenze archeologiche,
paesaggistiche e naturalistiche- sotto
la guida del direttore mons. Leone
Calambrogio con l’assistenza del-
l’arch. Giovanna Cannata e del dott.
Luciano Rapisarda della Fondazione
diocesana beni culturali, per verifi-
care e rendere operativo il progetto
“Memoria” finanziato dal Program-
me européen LLP Grundtvig per la
durata di due anni.
Il coordinamento del progetto, redat-
to in francese, storica lingua cultura-
le e diplomatica dell’Europa, è stato
affidato alla Communauté de com-
munes de l’Alta Rocca in Corsica
(Francia) nella persona di Veronique
Sanges nel ruolo di capofila, a cui si
sono associati altri 5 partner: Gate-
house Development Initiative per la
Scozia, Regno Unito, rappresentato
da David Steel e Ken Smyth assieme
a Biosphere Reserve Gatehouse, con
la delegata Alison Steel; Spolok
rodàkov Jozefa Kronera per la
Repubblica Slavacca, con Vladimir
Gajdosìk e Jana Lednicka; Munici-
palitè du Zagori per la Grecia), con
Angelique Aggali e Eleni Pagkra-
tioh; Cité Européenne de la Culture
ed du Tourisme Durable per la Fran-
cia, con Alice Judg e Marc Pantel;
Fondazione dei beni culturali del-
l’arcidiocesi di Catania per l’Italia.
Il gruppo europeo di esperti cultura-
li, dopo il lavoro di verifica effettua-
to al Museo, ha anche compiuto in
città una visita conoscitiva alla rete e
alle emergenze gestite dalla fonda-
zione diocesana.
I partner del progetto “Memoria” si
propongono di contribuire alla crea-
zione di una rete di cooperazione
europea destinata a mettere in moto
una dinamica di sensibilizzazione e
formazione culturale degli abitanti
delle zone turistiche riguardo alla
loro storia e alla ricchezza del loro
patrimonio culturale e immateriale.
La popolazione locale aspira a piani-
ficare un turismo che sia costituito di
scambi culturali e di scoperta che
valorizzi prima di tutto la memoria
collettiva e la storia del territorio e
metta in evidenza la traccia della
comunità sul territorio.
Tenuti presenti il contesto di mon-
dializzazione e la tendenza alla glo-
balizzazione e considerato che i visi-
tatori sono oggi alla ricerca di un’of-
ferta che si basi sull’identità, le ori-
gini e l’autenticità del territorio, il
progetto permetterà lo scambio e la
diffusione a scala europea di buone
norme in questo campo nonché l’ela-
borazione di un’esperienza notevole
e di pratica efficiente condotta su
diversi territori del Vecchio Conti-
nente.
I territori del progetto che partecipe-
ranno al consolidamento e alla visi-
bilità dell’Europa come un insieme
di destinazioni durature e di qualità
offriranno un’immagine diversificata
degli approcci di accoglienza, delle
potenzialità, dello sviluppo dell’ac-
coglienza, dello sviluppo dell’acco-
glienza di un territorio collegato con
i suoi abitanti che saranno gli
“ambasciatori dei luoghi”.
La “Memoria”, hanno sottolineato
all’unisono gli esperti convenuti a
Catania, permetterà così di attuare
una dinamica di cooperazione euro-
pea su una nuova forma di turismo
che proseguirà oltre il progetto e
avrà dei seguiti concreti sui territori
coinvolti.
In termini pratici, verranno realizza-
ti: inventario del patrimonio cultura-
le/immateriale “la memoria di un
territorio”; guida pratica degli “ate-
liers della memoria”; moduli di for-
mazione “conoscere e valorizzare la
propria cultura (regionale/locale) e
“accogliere i visitatori e trasmettere
loro la memoria dei luoghi”; simpo-
sio “memoria su tutti i territori del
progetto”.
Molto soddisfatto il diret-
tore del Museo della defi-
nizione operativa del pro-
gramma di formazione e
dell’avviamento del pro-
getto già approvato e
finanziato per ciò che
comporterà in termini pra-
tici e innanzitutto i colle-
gamenti e l’organizzazio-
ne programmata di una
rete turistica che parta dal
Museo diocesano verso la
Corsica, verso la Francia,
in un circuito di fruizione
sempre più ampio con un
ritorno economico e moti-
vo di sviluppo rilevante
per il territorio.
“La richiesta promossa dal
Museo”, ha precisato
mons. Calambrogio, “è
scaturita dallo sforzo di
voler inserire il Museo nell’attività
culturale europea per operare in un
circuito molto più largo. L’unico
schema che abbiamo trovato è stato
il Grundtvig. Abbiamo trovato nella
cultura del passato, nella memoria,
la possibilità di poter continuare ad
operare, con un arricchimento delle
esperienze testimoniate dai partner
per incominciare a ‘respirare’ l’Eu-
ropa, un mondo più aperto dell’at-
tuale”. Una considerazione amara:
Catania continua a non reagire e
resta nell’indifferenza davanti a nuo-
ve possibilità di sviluppo prodotto
dal turismo culturale.
Antonino Blandini
Prospettive - 30 giugno 2013 3
Acinquant’anni dallapromulgazione della
costituzione conciliare sulla divinaliturgia Sacrosanctum Concilium (4dicembre 1963), l’XI Convegnoliturgico internazionale di Bose, Ilconcilio Vaticano II. Liturgia, Archi-tettura, Arte (30 maggio-1 giugno2013), organizzato come ogni annodalla comunità monastica in collabo-razione con l’Ufficio per i Beni cul-turali ecclesiastici della Cei, ha tenta-to di verificarne la recezione, esplo-rando attualità e problemi aperti diuna riforma liturgica ancora in dive-nire, che, nel desiderio di GiovanniXXIII, in particolare avrebbe dovutoavviare l’aggiornamento della Chie-sa, cioè la sua apertura al mondomoderno.Una riflessione veramente urgente inquanto la liturgia, negli ultimi ven-t’anni, da «luogo di comunione» espazio in cui il Risorto e vivente donaalla sua comunità la sua pace, èdiventato «luogo di conflitto, con-trapposizione, delegittimazione gliuni degli altri, di accuse che si nutro-no di una logica settaria e non con-forme allo spirito del Vangelo». Ne èconvinto il priore di Bose, EnzoBianchi, che nella sua prolusione hadiviso i cinquant’anni di post-conci-lio e riforma liturgica in due periodi:il primo, fino al 1990, in cui si è regi-strata una «ricezione convinta» della
riforma liturgica, un altro, negli annisuccessivi fino ad oggi, in cui invecesi è passati dalla «stasi» alla «diffi-denza» verso la riforma stessa cheporta a una «interpretazione restritti-
va» e anche a una «correzione» delcammino già percorso. Il culmine diquesta nuova fase della ricezionesembra essere stato l’istruzioneLiturgiam authenticam, promulgatanel 2001 dalla Congregazione per ilculto divino. Periodo, questo, che ilnotissimo esperto di Oriente cristianopadre Roberto Taft (relatore incisivo,sempre molto apprezzato nella lungaserie di questi convegni) ha sintetiz-zato con la significativa espressione:indietro tutta!La liturgia è luogo dell’esperienzadella Parola e dello Spirito, ma altempo stesso luogo in cui l’uomonella sua unità di corpo, psiche e spi-rito, è soggetto dell’esperienza di Dioche gli viene incontro. Dunque solocon un’attenzione e una intelligenzache sappia «cogliere l’umanità dellaliturgia» è possibile «accogliere inessa il mistero della fede».In particolare il priore di Bose hadenunciato la persistente dicotomiatra la liturgia e la preghiera cristianache impoverisce entrambe. Infatti ainostri giorni «la liturgia rischia diessere prevalentemente “rito” e lapreghiera “devozione”, mentre la sidovrebbe rendere traccia e ispirazio-
ne della preghiera personale, con unapresenza più incisiva dei tempi del-l’anno liturgico, come vuole la stessaSacrosanctum Concilium. Su questo,secondo Bianchi, si dovrebbe con-centrare nel prossimo futuro l’impe-gno delle chiese locali, riparandoanche alla responsabilità di operatoriliturgici e pastorali che «di fatto nonriconoscono alla liturgia la qualità difonte della teologia, della spiritualitàe di conseguenza della pastorale». Nediscende una spiritualità sempre più«narcisistica» e «individualista»,«preoccupata di fornire soluzioni«terapeutiche».Spiritualità che così è piuttosto unelemento di ostacolo alla partecipa-zione alla liturgia della Chiesa, laquale invece dovrebbe essere «attiva,quando riesce a nutrire, cioè a essereaccolta come cibo nella vita di fededel credente».Un altro legame da valorizzare negliimpegni per il prossimo futuro èquello tra liturgia ed evangelizzazio-ne, anche se «l’impressione è che sisia imboccata la strada opposta»come attestano i pochissimi riferi-menti (solo dieci righe nel § 39 suoltre cento pagine di documento!)
contenuti negli Orientamenti pastora-li della Conferenza episcopale italia-na per il decennio 2010-2020 Educa-re alla vita buona del Vangelo. Ènecessario affinare la sinergia traliturgia e missione — riconoscendoalla prima un carattere di fonte rispet-to a ciò che la chiesa vive — mentretra esse permane di fatto una eviden-te opposizione.D’altra parte «se non si è capaci dimostrare questa evidenza nel tessutodell’azione ecclesiale, perché poilamentarsi dello scarso rapporto vis-suto dai credenti nei confronti del-l’eucarestia domenicale?». Non saràperché «la liturgia non è sentita comeannuncio della buona notizia, comecomunicazione del Vangelo, ma èpiuttosto vissuta come qualcosa checompete al cristiano, come una sortadi obbligo che fa parte della vita cri-stiana ma che non ne è la fonte?».Queste domande non sono retoriche,ha concluso Enzo Bianchi nella suaprolusione del convegno, ma sarannoproprio le risposte che sapremo daread esse a indicare itinerari decisiviper il futuro della Chiesa.
sac. Carmelo Signorello
A che punto è la riforma liturgica?
Progetto “Memoria”Museo diocesano: Catania centro operativo di turismo culturale inserito nel territorio
La popolazione
locale aspira
a pianificare
un turismo
che valorizzi prima
di tutto la memoria
collettiva e la storia
del territorio
L’XI Convegno liturgico internazionale di Bose a cinquant’anni dalla Sacrosanctum Concilium
Prospettive - 30 giugno 20134
PRIMOPIANO
Il 21 giugno si è celebratal’ottava edizione della
Giornata Nazionale per la lotta con-tro Leucemie, Linfomi e Mieloma,promossa dall’Ail (Associazione ita-liana contro le leucemie) e posta sot-to l’Alto Patronato del Presidentedella Repubblica. La Giornata è sta-ta un’occasione speciale per illustra-re i progressi della ricerca scientificae per essere vicini ai malati ematolo-gici, adulti e bambini, attraversoincontri ed iniziative di sensibilizza-zione.“...Sognando Itaca” è stato l’appun-tamento centrale della giornata, per ilquinto anno consecutivo, un lungoviaggio in barca a vela nel Mar Tir-reno, che si è tenuto dall’8 al 21 giu-gno. L’iniziativa ha avuto lo scopo dipromuovere la vela come metodoterapeutico volto alla riabilitazionepsicologica e al miglioramento dellaqualità della vita dei pazienti. Duran-te la traversata si sono svolti gli ItacaDay, giornate in cui i pazienti in curanei Centri Ematologici delle cittàtoccate dal tour hanno avuto la possi-bilità di vivere in mare un’esperienzaintensa ed indimenticabile. Sull’im-barcazione sono stati presenti skip-per professionisti, medici, infermierie psicologi. Le tappe hanno toccatoGenova, Livorno, Nettuno (Rr),Salerno, Reggio Calabria, Siracusa,Catania, Palermo.Funziona sulla psiche, sulla rispostaalle terapie e sui rapporti interfami-
liari. Daniel Lovato, presidente del-la sede Ail di Verona, immunologo, èuno dei medici che si è imbarcato perseguire i pazienti selezionati dallesezioni locali per le uscite in mare. Inquesta occasione, come evidenzia ilsito ufficiale, non si chiedono dona-zioni, ma si promuovono l’attenzio-ne e l’informazione sulla cura dellemalattie del sangue, sottolineando igrandi progressi della Ricerca Scien-tifica e, quindi, delle terapie. La scel-ta della data, 21 giugno, coincide conl’inizio dell’estate, per rappresentaresimbolicamente un messaggio disolarità e di solidarietà per rafforzareidealmente l’impegno di tutti i citta-dini nella lotta contro queste malat-tie”.Allo stato attuale, il 70 -80% deimalati con alcune forme di leucemiaguarisce, ma l’obiettivo dell’AIL(Associazione Italiana contro le leu-cemie, i linfomi e il mieloma) è laguarigione completa.È il caso della leucemia mieloidecronica. Sono circa 800–1000 all’an-no le persone che si ammalano diquesta malattia. Solo 20 anni fa untrapianto di midollo era l’unica spe-ranza di guarigione; oggi invece ipassi avanti fatti dalla ricerca su que-sta malattia sono estremamente inco-raggianti, tanto che in alcuni casi siarriva a ipotizzare la sospensionedelle terapie.La leucemia mieloide cronica, infat-ti, si cura oggi con nuovi farmaci
come il nilotinib, che nel momentoin cui il paziente raggiunge la cosid-detta “risposta molecolare comple-ta”, potrebbe essere addiritturasospeso, secondo uno studio interna-zionale al quale partecipa anche l’I-talia.“Questa giornata, dedicata all’infor-mazione sui tumori del sangue, rap-presenta un segno importante,soprattutto per i pazienti ematologici– ci spiega il prof. Franco Mandelli
– che in questa occasione sentonol’associazione più vicina”. Un’ame-ricana diciottenne scopre l’algoritmoper diagnosticare la leucemia - sitratta di Brittany Wenger che soloqualche mese fa aveva messo a pun-to una applicazione, (adesso aiuta imedici a diagnosticare il cancro alseno) e che ora ha anche scopertol’algoritmo per diagnosticare un’al-tra malattia, la leucemia. L’ultimadelle sue ricerche ha portato la stu-dentessa di Sarasota (Florida) a inse-gnare al computer come diagnostica-re la leucemia. Riccardo Montolivo,il centrocampista del Milan, presteràil suo volto per la costruzione di unospedale dedicato allo studio ed allecure delle leucemie nell’infanzia.Una prestigiosa struttura che sorge-rà a Monza, in Lombardia, su un ter-reno adiacente alla zona dell’Ospe-dale San Gerardo e sarà interamentededicata alla ricerca ed alle cure, del-le leucemie e delle malattie ematolo-giche del bambino.
EFFETTI POSITIVI - «Quandoqueste esperienze sono ripetitive glieffetti sono documentabili. Abbiamorilevato il calo dello stato d’ansia e,per chi li prende, la riduzione delledosi di psicofarmaci», affermaLovato.La gita in barca è per il pazienteoccasione di aprirsi al dialogo, dilasciarsi andare e di imbastire unrapporto più disteso con i medici el’equipaggio, formato da altri opera-tori sanitari, un paio di volontari edue skipper. Racconta Lovato: «For-se dipende dal fatto che noi siamo inmaglietta e calzoncini e ci muovia-mo in un ambiente che trasmettepace. Il paziente si sente reintrodottonella normalità e questo incide sulmiglioramento della qualità dellavita. Riusciamo ad alleggerire il cari-co della malattia».LE PROSPETTIVE - L’esperienzain mezzo al mare serve anche adallentare situazioni di tensioni tramalato e famiglia. Le veleggiatedurano circa 3 ore e si possono ripe-tere durante l’anno nell’ambito di
altre iniziative Ail, ad esempio suilaghi. Un modo di fare terapia nonesplicita. L’ematologo Fabrizio
Pane, presidente della società italia-na di ematologia (Sie) è incoraggian-te: «Oggi alcuni tipi di leucemiacome quella promielocitica, la mie-loide cronica, i linfomi a grandi cel-lule, possono guarire anche con i solifarmaci. Grandi progressi sono staticompiuti in ogni direzione e contia-mo di incidere presto su forme seve-re, ad esempio la mieloide cronicanell’anziano, che attualmente hannoesiti non favorevoli in gran parte deicasi». Nella Giornata nazionale gliematologi Ail di fama - tra i quali iprofessori Pietro Leoni, Franco
Mandelli, Fabrizio Pane, France-
sco Rodeghiero, Pierluigi Rossi
Ferrini, Giorgina Specchia, Sante
Tura e Luigi - hanno risposto alnumero verde 800.226524 per offrirea tutti coloro che hanno chiamatoconsigli sulla malattia e sui centri diterapia di tutto il territorio nazionale.
Lella Battiato
Regate in barcaa vela per i malati
di leucemia
Il 21 giugno Giornata Nazionale delle Leucemie
Un traguardo di prestigiocon piazzamento d’o-
nore, sul podio della Camera diCommercio, che conferma l’ottimolavoro svolto peril progetto dellaclasse VB TSRdell’Istituto pro-fessionale “KarolWojtyla” in unaa ffo l l a t i s s imasala, per l’apertu-ra di un’aziendaristorativa ubica-ta al centro diCatania, e offrirea una clientelamedio-alta deipiatti flambé rea-lizzati alla lam-pada. Il dirigentescolastico Giu-
seppe Previtera,durante la cerimonia di premiazione,afferma “un evento importante per larealizzazione di un linguaggio con-diviso tra datore di lavoro e lavorato-re, sinergia tra scuola e Camera diCommercio con un riscontro positi-vo nella legalità, che insieme alleattività prodotte indirizza anche alrispetto della legalità”. Un lavorosvolto grazie alla prof. Daniela Ali-
quò, in sinergia tra l’imprenditoriafemminile e la Camera di Commer-cio, nel progetto scuola-impresa. “Èstato preparato anche un progetto di
agriturismo, continua spiegando, suun bene di un’azienda confiscata allamafia, con una parte di soci che vilavorano, provenienti da Bicocca,fusione tra imprenditoria e il mondosociale, il progetto parteciperà alconcorso economia-scuola, promos-so dal consorzio bancario “PattiChiari”, strumenti indispensabilisociali, per una ricaduta positiva sultessuto sociale ed economico del ter-ritorio”. Il progetto “Fiamme e sapo-ri” è stato presentato dall’alunnaSarah Rigoli che ha messo in luce le
novità, l’effetto scenografi-co, ma anche le possibilitàdi poter vedere le materieprime, mentre i punti didebolezza possono essereslow-food, ovvero la lentez-za del servizio. Gli elaboratiprodotti sono stati valutatida una commissione presie-duta da prof. R. Faraci,dott. E. Manganaro e G.
Vicino (componenti Cif) e,in rappresentanza dell’Ente,A. Inserra dirigente came-
rale la segretaria sig.ra G. Adonia. Iprogetti presentati sono stati 11, mapremiati solo tre elaborati: numerosistudenti organizzati in team lavorati-vi, si sono sfidati nella formula del“business model contest”, consisten-te nella rappresentazione di un’ideadi impresa. Un’originalissima piatta-forma del gusto, capace di coniugarenuovi prodotti in cui far conoscere escambiarsi ricette e modalità di pre-parazione dei piatti tipici dellamigliore tradizione nostrana, unire ilclassico e il moderno. Istituti parteci-
panti: I.T.C.S. Cannizzaro, Istituto
Marconi e IPSSEOA “Karol
Wojtyla” con Ristorante Ecologico(prof. F. Chiavetta); Fiamme &Sapori e Sun and Orange (Prof. Ali-quò). Elisa Manganaro, chiarisce“in merito alla premiazione si è deci-so di coinvolgere gli allievi nellavotazione degli elaborati utilizzandolo strumento del televoto.La valutazione della commissione siè valsa per il 70% del voto, mentreper il rimanente 30% della graduato-ria del televoto. Si è altresì deciso difar preparare ai ragazzi n.2 slide aprogetto da presentare durante lapremiazione”. Responsabile delprogetto è Gabriella Vicino che, peril secondo anno, ha promosso la cul-tura d’impresa tra i giovani diplo-mandi catanesi. “È stata un’espe-rienza intensa e gratificante – diceGabriella Vicino – per la risposta el’impegno profuso dai ragazzi. Tra-sferire le conoscenze diffondendo,così, la cultura d’impresa alle nuovegenerazioni è occasione per gettare ilseme di una nuova generazione con-
sapevole, pronta ad investire, conpreparazione, su se stessa. Il succes-so di questo progetto ci offre nuovaenergia per proseguire nel nostroimpegno divulgativo, offrendo airagazzi un’ulteriore opportunità discelta per lo sviluppo delle propriecarriere lavorative.” Premiazionefinale consistente nell’attribuzionedi un premio in denaro alle tre scuo-le nonché nella consegna delle tar-ghe. I budget previsti per i premi di1.000 euro suddiviso su tre premi di500, 300 e 200 euro.Azienda e scuola insieme, per lo
sviluppo di una cultura d’impresa
che si è concluso con la premiazionedelle idee e del business plan miglio-re, un’idea degna di brevetto daspendere nel settore imprenditoriale,ma anche un modo in cui far cono-scere e scambiarsi idee nel settore,rivalutando le tradizioni nostrane, equelle di altri paesi per coniugarlicon i rituali e lo spirito di socializza-zione della movida catanese.
Artemisia
Piazzamento d’onore nel progetto
“FIAMME E SAPORI”
Gran finale con successo per l’Istituto “Karol Wojtyla” di Catania
Prospettive - 30 giugno 2013 5
La figura del Vescovo,come visitatore chia-
mato a vigilare sulla chiesa a Luiaffidata, si è visto la volta scorsa,ha delle prerogative e degli obbli-ghi che derivano dalla centralitàdella funzione episcopale a luiassegnata nella chiesa locale. AlVescovo, quale garante dell’unità,spetta anche l’onere di essere inpari tempo maestro di dottrina ecustode del depositum fidei, dellafede tramandata, mettendo inguardia i cristiani dalle dottrinefalse e perniciose, come nel casodei cristiani di Tralle a rischio dicontaminazione ereticale che,dando spazio ai doceti, mettevanoin dubbio il realismo dell’incarna-zione del Verbo: Prendete solo
l’alimento cristiano e astenetevi
dall’erba estranea che è l’eresia.
Coloro che per farsi credere
mescolano Gesù Cristo con se
stessi, sono come quelli che offro-
no un veleno mortale nel vino
melato.
L’incauto prende allegramente in
un piacere nefasto la morte.
Guardatevi dunque da questi. Ciò
sarà possibile non gonfiandovi e
non separandovi da Dio Gesù Cri-
sto, dal Vescovo e dai precetti
degli apostoli.
C’è dunque una continuità storicae, soprattutto, salvifica nel tenersiuniti agli insegnamenti dei vesco-vi come a quello degli apostoliche sono visti a loro volta in pro-fonda connessione con gli inse-gnamenti del Signore: Cercate di
tenervi ben saldi nei precetti del
Signore e degli apostoli perché vi
riesca bene tutto quanto fate nella
carne e nello spirito, nella fede e
nella carità, nel Figlio, nel Padre
e nello Spirito, al principio e alla
fine, con il vostro Vescovo.
Una correlazione spirituale inten-sa che, occasionalmente, può rive-larsi come vera funzione profeti-ca, come Ignazio ebbe a testimo-niare di se stesso nella lettera aiFiladelfiesi.Nel suo viaggio verso Roma, visi-
tando la comunità di Filadelfia,durante un’assemblea liturgica,sentendosi mosso dallo Spirito,disse: «Rimanete uniti al Vescovo,al presbiterio e ai diaconi!». L’in-tervento portò alla luce i conflittiesistenti all’interno della comuni-tà, tenuti nascosti e dissimulati daifautori di tale divisione, ma svela-ti dallo Spirito.Quanto a quelli che hanno sospet-
tato che io gridai prevedendo lo
scisma di alcuni, mi sia testimone
colui per il quale sono incatenato
che non ne ebbi notizia da carne
di uomo. Fu lo Spirito che me lo
annunziò dicendo: non fate nulla
senza il Vescovo, custodite la
vostra carne come tempio di Dio,
amate l’unità, fuggite le faziosità,
siate imitatori di Gesù Cristo
come egli lo è del Padre suo.
Un’ultima notazione ci permettedi definire con più precisione ilsenso della visita pastorale che ilVescovo è chiamato a compiere atutela della chiesa a lui affidata. Ilcompito episcopale, per l’incalza-re della visione cristologica edecclesiale di Ignazio, nel sentireprogressivo delle diverse chiesedelle origini, è visto come coluiche rappresenta ed è l’interacomunità della quale è garantedell’unità e dell’ortodossia dellafede. Per questa ragione il Vesco-
vo per Ignazio nella comunità èimmagine del Padre unito a Cri-sto, in nome dei quali sorveglia esovrintende alla comunità. Solo incomunione con il Vescovo si puòraggiungere l’unione con DioPadre e con Cristo.Il suo ministero è reso manifestodal ruolo di presidenza da lui svoltonelle azioni salvifiche liturgico-sacramentali che compendiano lasua funzione di guida che conducela sua chiesa verso l’incontro ulti-mo con la visita del pastore supre-mo delle anime.
Don Giuseppe Bellia
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La Visita pastorale, nel-l’Anno della Fede, cer-
ca di mettere in risalto una Chiesasanta che chiama tutti alla santità.Quest’ultima riflessione vuole pro-porre qualche pensiero sull’espres-sione «Credo la Chiesa, una, san-ta...», contenuta nell’atto di fede.Il nostro Vescovo non perde occasio-ne di valorizzare la diversità dellevocazioni; si compiace nello scoprir-le, per esempio, nelle assemblee chein genere concludono la Visita pasto-rale in ogni parrocchia (probabil-mente anche nel dialogo personalecon i fedeli e nelle confessioni, masu questo non ci è dato di sapere).È meraviglioso contemplare la chia-
mata che, spesso, il Signore operadal basso, senza fare differenze frapersone. Non si può descrivere lostupore e la gioia del nostro Vescovonello scoprire i piccoli e i grandisegni della santità che lo Spiritosuscita in tutti gli ambiti, a voltenascosti, a volte evidenti. Preziose, aquesto scopo, sono le visite ai mala-ti, alle case di riposo ed agli ospeda-li: quanta gente opera nel nascondi-mento, con sacrificio ed impegnoencomiabili!A volte, però, capita di sentire qual-cuno affermare, con generale super-ficialità, che i membri della Chiesalasciano a desiderare sul loro com-portamento. Quando capita in genere
rispondo che la Chiesa è “Sancta et
meretrix”, cioè è Santa perché c’èDio e peccatrice perché c’è l’uomo.Ma non dimentico di aggiungere chetutti i battezzati siamo membri dellaChiesa (quindi, anche colui al qualesto parlando). Tutti siamo chiamatialla santità e tutti siamo responsabili,in qualche modo, della mancata oscarsa santità dei nostri fratelli.A questo proposito vale la pena dispendere una parola sull’accoglienza
cristiana, prendendo lo spunto dauna riflessione fatta da Papa France-sco nell’omelia della messa concele-brata nella cappella della DomusSanctae Marthae, sabato 25 maggio.Commentando il vangelo di Marco
(10, 13-16) ilPontefice haricordato il rim-provero rivoltoda Gesù ai disce-poli che voleva-no allontanare dalui i bambini chela gente portavaper chiedere unacarezza. La fede(e la santità) delpopolo di Dio èsemplice. Perspiegare meglioil concetto ilPontefice ha fat-to alcuni esempi.
In particolare quel-lo di una ragazzamadre che va inchiesa, in parroc-chia, chiede di bat-tezzare il bambinoe si sente risponde-re «da un cristianoo da una cristia-na»: no, «nonpuoi, tu non seisposata». E hacontinuato: «Guar-date questa ragaz-za che ha avuto ilcoraggio di portareavanti la sua gravi-
…Credo la Chiesa, una, santa …
DOCUMENTI EINFORMAZIONI
dell’Ufficiodi Segreteriaper la VisitaPastorale
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(segue a pagina 7)
Il garante dell’unità
Spesso, la vita frenetica,il lavoro assorbente,
gli impegni indeclinabili, ci costrin-gono a trascurare sia la cura dovutaalla nostra persona (spirituale e fisi-ca) sia l’attenzione all’ordine e, inqualche caso, alla pulizia ordinariadella nostra casa. Quante volterimandiamo di riordinare la stanzao di spolverare i mobili perchéabbiamo un appuntamento impor-tante o una riunione alla quale nonpossiamo mancare o quante voltetrascuriamo la preghiera con lamotivazione di non avere tempo. Inverità, spesso non è il tempo che cimanca, ma il suo buon utilizzo. Sesapessimo organizzare i nostriimpegni, disciplinando la nostracomodità e pigrizia, ci accorgerem-mo di avere tempo sufficiente perfare bene tutto e addirittura ci sor-prenderemmo accorgendoci che ci èavanzato del tempo. Grazie a Dio,certe volte siamo obbligati a ferma-re la nostra vita frenetica per cause
indipendenti da noi e siamo“costretti”, ma ripeto, grazie a Dio,a mettere ordine alle nostre attivitàe alle nostre dimore. Ciò accade adesempio quando una personaimportante ci avvisa che viene atrovarci a casa. Allora ci si ferma, cisi organizza perché tutto possaessere pronto per questa visita; siriordina la casa, la si pulisce benbenino, si preparano le cose daoffrire e magari, se è una personacapace di risolvere qualche nostroproblema, si prendono degli appun-ti con la lista delle cose da chiedere.Ben inteso, si fa tutto questo nontanto per paura della personaimportante che viene a visitarci,quanto per il rispetto che è dovuto achiunque ci venga a trovare e amaggior ragione chi può aiutarci arisolvere i nostri problemi. La visi-ta pastorale del Vescovo è proprioquell’evento sopra descritto che“costringe” a sospendere per qual-che tempo l’iperattività dei parroci
per mettere un po’ di ordine nellapropria vita e nella parrocchia. Aprecedere questa visita (pastorale)vi è un’altra visita che è detta realedal latino res (cose, beni). Questavisita viene compiuta da un équipe
della Curia, della quale anche il sot-toscritto, da qualche tempo fa partecome addetto all’ufficio ammini-strativo, ma della quale fanno parteinnanzitutto il Vicario Generalemons. Agatino Caruso e tanti altricomponenti dei vari uffici di Curiache si interessano del controllo del-la corretta conservazione e gestionedei vari registri della parrocchia, deibeni culturali, della liturgia, ecc.Questa visita non è, come forsequalcuno pensa, una specie di ispe-zione fiscale (anche se per amore diverità, il Vescovo essendo il respon-sabile ultimo di tutti gli Enti eccle-siastici della diocesi, potrebbe nelcaso di mancanze gravi del parrocointervenire con azioni disciplinari),ma è, e deve essere così accolta,
come un aiuto al parroco per farequell’ordine e quella pulizia che,come dicevamo, spesso si fa solo inoccasione di una annunciata visitadi un persona importante. Ciòpotrebbe essere motivo di una certaapprensione e di fatica per il parro-co, ma poi si accorgerà che l’ordinefatto in parrocchia gli sarà moltoutile. Infatti, in occasione di questavisita, spesso ci si accorge che esi-stono situazioni giuridiche o di fat-to che se non sistemate potrebberodanneggiare la parrocchia e lo stes-so parroco. È questo allora, ilmomento per mettere in ordine iltutto, segnalando tutte le anomalieall’équipe della visita reale e nellostesso tempo chiedergli aiuto persistemare tutte quelle situazionigiuridiche e di fatto irregolari.
Don Rosario Balsamo
Addetto all’ufficio amministrativo
della Curia
LA VISITA REALEun’opportunità per mettere ordine
Il compito episcopale
è visto come colui
che rappresenta
ed è l’intera comunità
della quale è garante
dell’unità
e dell’ortodossia
della fede
L’insegnamento di Ignazio Vescovo di Antiochia
“… Chiediamo
al Signore
che tutti quelli
che si avvicinano
alla Chiesa
trovino le porte
aperte per incontrare
l’amore di Gesù”
Il quinto Vicariato è fra ipiù popolosi dell’Arci-
diocesi di Catania anche se ha unsaldo negativo della natalità; infatti,ciò è da attribuirsi proprio alle zonepiù benestanti del Vicariato, bilan-ciate dalla presenza di quei quartieripiù popolari, come Picanello e Cer-za dove l’indice di natalità è lieve-mente superiore alla media. I datirisultanti del quinto Vicariato, per lasua poca omogeneità, sono in qual-che maniera contraddittori.Questo territorio è occupato daquartieri e zone molto diverse traloro, non solo dal punto di vistasocio-culturale ma, anche, economi-co ed urbanistico. Una realtà moltovariegata: ad alto reddito come cor-so Italia, viale Vittorio Veneto e buo-na parte del lungomare, con grandicomplessi signorili ed i negozi piùeleganti della città; piccolo borghe-si, ed anche i vecchi quartieri diOgnina e di Picanello che, ormai daanni, presentano sacche di particola-re degrado con un crescente numerodi giovani che, in assenza di oppor-tunità di lavoro, scelgono la stradapiù facile dell’illegalità. Molti i gio-vani, soprattutto nei quartieri piùpoveri, non hanno prospettive per illoro avvenire.Con il fenomeno dell’immigrazionedi extracomunitari, in alcune zone, èaumentata la povertà ed anche, pereffetto della pluralità etnica e reli-giosa, la nascita di nuovi luoghi diculto non cattolico e non cristiano.Si assiste anche alla migrazioneintercomunale di giovani coppie disposi verso i paesi limitrofi cheoffrono affitti meno onerosi. Gli abi-tanti di Picanello, però, chiedonoaiuto e non si rassegnano; infatti,non molto tempo fa, alcuni anzianihanno collaborato con i carabinierifornendo la mappa del quartiere deipunti di spaccio della droga affinchéquesto fenomeno possa essere argi-nato e, magari, sconfitto.Il territorio del quinto Vicariatocomprende le seguenti parrocchie:Santa Maria della Salute in Picanel-lo, Cristo Re, Cuore Immacolatodella B.M.V. in Picanello, MarisStella, San Giovanni Apostolo ed
Evangelista, San Giuseppe in Ogni-na, Santa Lucia in Ognina, SantaMaria delle Grazie in Carruba diOgnina, Santa Maria della Guardiain Ognina, Santa Maria in Ognina.Di notevole rilievo l’attività svoltadal Consiglio Pastorale per l’assi-stenza spirituale nell’ambito dellapastorale della sofferenza pressol’Azienda Ospedaliera Cannizzaro,punto di riferimento sanitario pertutto il nord-est della città.
Gli istituti religiosi del Vicariato:Francescani Ordine dei Frati Mino-ri, Suore Domenicane Missionariedi San Sisto, Suore Domenicane delSacro Cuore di Gesù, presenti in viaMilano e via Acireale, Suore dellaCarità del Buon Pastore, FamigliaEcclesiale di Vita Consacrata “Mis-sione Chiesa Mondo”.Nel nostro territorio operano comevivai e ambiti di formazione dellasocietà di domani, le seguenti Scuo-
le Statali:- Liceo scientifico GalileoGalilei e Scuole Profes-sionali;- Istituto Comprensivo”Agatino Malerba” che siarticola in scuole medie,elementari , materne ecomprende: G. Leopardi -G. Recupero - A. Malerba- G. Capponi – V. Bellini;- Circolo Didattico “MarioRapisardi”; Circolo Didat-tico “Giovanni Verga”.Una realtà significativaper il coinvolgimento deigiovani e delle loro rispet-tive famiglie nel Vicariato
è la presenza numerosa degli Scoutin tre parrocchie e delle ComunitàNeocatecumenali in due parrocchie.Nel cuore di Picanello c’è il CampoScuola, polo di strutture sportivecomunali di atletica leggera, uncampo di calcio, calcetto e pallaca-nestro. In esso abbiamo celebrato laPentecoste dei Giovani 2011.Pregheremo il Signore perché lavisita pastorale rappresenti unagrande opportunità di slancio e nuo-
vo ottimismo per parroci e operatoripastorali di questo Vicariato, affin-ché si possa ridare a tutti e, special-mente ai giovani, la SPERANZA.Un augurio di cuore ci giunge dal-l’attuale Vicario Foraneo, padreFranco Longhitano, che qualchetempo fa ha scritto: “Qui nessuno èospite ma figlio, che deve sentirsiutile e corresponsabile nella fami-glia di Dio. … Vorremmo sentircicome in un cantiere dove ferveancora l’azione. È questo il segnodi un continuo divenire, convintiche non ci troviamo davanti ad ope-re completate e rifinite, né sentiamodi dover erigere monumenti adalcuno …. Sì, meglio un cantiere,dove se ti senti di entrare e ti inoltrisenza il timore di impolverarti lescarpe, forse avrai poco da ammi-rare, farai magari l’esperienza diquanto pesa la fatica; ma, incomin-cerai col porti delle domande e neuscirai con la voglia di fare qualco-sa anche tu”.
Tanino Maugeri
Segretario Consiglio Pastorale5° Vicariato
Prospettive - 30 giugno 20136
SPECIALE VISITA PASTORALE
Preparazione della visita
Peculiarità del quinto Vicariato
La Visita pastorale diMons. Salvatore Gristi-
na - “Dono del Padre per la nostraChiesa” - continua.Lo scorso cinque giugno 2013, ilnostro Pastore ha incontrato in fasedi preparazione alla Visita, il suogregge. È stata la volta del V Vica-riato. L’incontro per la consegna delQuestionario pastorale ai rappresen-tanti delle parrocchie si è svoltopresso la parrocchia “Cuore Imma-colato di Maria” ubicata al viale Vit-torio Veneto.La cerimonia di apertura ha avutoinizio con due canti introduttivi “Tiesalto Dio mio” e “Lo Spirito delSignore è su di me”; quindi il vicarioforaneo Don Francesco Longhitano,parroco della Madonna della Salute,ha rivolto il saluto all’Arcivescovo anome della sua e delle altre parroc-chie del V vicariato: Cuore Immaco-lato di Maria, Cristo Re, San Giu-seppe- Santa Lucia- Santa Maria di
Ognina, Santa Maria della Guardia,Maris Stella, Madonna delle Graziein Carruba Ognina e San Giovanniapostolo-evangelista. Oltre il salutodi accoglienza e di benvenuto, DonLonghitano ha sottolineato chenostro Signore Gesù Cristo si rendepiù vicino alla Chiesa di Catania tra-mite il Vescovo. Etimologicamentela parola “episcopo” derivante da“episcopio” cioè luogo di controllo edi vista dall’alto, mostra il significa-to precipuo di colui che ha una visio-ne panoramica altamente autorevolee che, visitandoci attraverso la suaforma canonica, ci incoraggia nelcammino e nel percorso di fedefacendoci toccare con mano la pros-simità e la guida di nostro Signore. Il
vicario ha richiamato le parole delRisorto «Pace a voi»: è il buonPastore che ci vuole tutti vicini e incomunione! Ed è per volontà delnostro Arcivescovo che tutti noivogliamo seguire il suo suggerimen-to: «Ciò che abbiamo visto, noi loannunziamo a voi». Don Franco haproseguito ricordando che, sin dalprimo annunzio, non siamo rimastiestranei ma, come “membra vive”della Chiesa, ci siamo sentiti pronti,partecipi e coinvolti; e ora che è arri-vato il turno del V vicariato, la Visi-ta Pastorale sarà concepita comevero momento ecclesiale. Accostan-dosi poi alla realtà odierna il vicarioha evidenziato che oggi l’uomometropolitano si sente sempre più
circondato da estranei e quindi mag-giore risonanza può sortire da unaforte e impegnativa esperienza dicomunione e di servizio quale risultaessere la Visita dell’Arcivescovo.In riferimento al cantico tratto dallaLettera di San Paolo ai Colossesi (1,3. 12-20) pregato durante i Vespri, ilnostro Pastore ha sottolineato comeva ringraziato Dio per i doni che cioffre. Tutti i momenti della e per laVisita vanno considerati come tali!Ha proseguito suggerendo all’as-semblea l’imitazione di San Bonifi-cio, (in memoria del quale sono staticelebrati i Vespri), esempio dicostanza e di perseveranza incondi-zionata, affinché la Visita Pastoraleporti ad un’azione attiva e contem-plativa proficua. Questo è un impe-gno difficile ma prezioso e gratifi-cante. Ha poi aggiunto che VisitaPastorale vuol farci gustare in modoparticolare ciò che il Signore, in que-sto preciso momento storico dellanostra Chiesa locale, ci ha affidato. Ilquestionario pastorale non è unadempimento burocratico, ma serveper gustare e contemplare i frutti checi sono stati messi in mano e comeessi sono stati valorizzati. Non è per“vedere” quello che abbiamo o nonabbiamo fatto ma per scoprire insie-me ciò che il Signore opera attraver-so noi. Il questionario è un semplicestrumento per analizzare megliocome ci muoviamo secondo le attesedel Padre! Ha aggiunto che necessitaragionare in questi termini: secondoverità, semplicità e comunione.La cerimonia si è dunque conclusacon la consegna dei questionari aiparroci e ai segretari dei consiglipastorali.
Silvana Schifano
Dopo tanta fervida attesa e intensepreghiere rivolte al Signore in pre-parazione alla Visita Pastorale, èfinalmente giunto il tempo in cui ilVescovo visiterà la nostra comunitàparrocchiale.Questo particolare momento, d’in-contro del Pastore col proprio greg-ge, ha la duplice finalità di consen-tire al primo una conoscenza diret-ta e più approfondita della sua dio-cesi, ai secondi di rinnovare le pro-prie coscienze verso una più inten-sa vita apostolica.Il comune denominatore di questobiblico rapporto non è solamente ilmomento dell’incontro, ma anchequello dell’attesa e tutto quello
che, con la grazia del Signore,resterà dopo.A tal proposito, pensando alla dedi-cazione particolare dell’anno chestiamo vivendo, voluta dal nostrobenemerito papa Benedetto XVInell’anno della FEDE, mi torna inmente – per meglio illustrare l’av-vento alla visita pastorale – la par-tecipazione di questa comunità par-rocchiale alla celebrazione solenned’insediamento del vecchio parroconella nuova parrocchia dove ilVescovo lo aveva nominato. Ricor-do che fu una bellissima cerimonia,durante la quale una comunità salu-tava il proprio parroco e l’altra loaccoglieva calorosamente.
Qualcosa però pose un tarlo neinostri cuori: l’espressione, almomento da tutti noi criticata, di unrappresentante di quella parrocchiache, nello sforzo di elogiare i meri-ti di quel sacerdote, usò l’espressio-ne poco felice di “parrocchia difrontiera” per identificare la nostrachiesa.Oggi, col senno del poi, e con mol-ta fede, quell’espressione è ritenutada tutti noi “profetica” giacché peril doppio incarico di esorcista e par-roco esercitato da P. CarmeloTomasello, da noi tutti stimato evenerato come “un sacerdote san-to”, stiamo vivendo la nostra vitapastorale come se fossimo realmen-
te in una zona di frontiera, in altreparole in un luogo dove s’incontra-no popolazioni con diverse esigen-ze di vita pastorale giornalmentevissute da un “popolo di passaggio”che, sicuramente è più meritevole ebisognoso di misericordia rispettoai “residenti”.Sono certo che dalla prossima Visi-ta Pastorale, il cui calendario è bennutrito d’incontri a tutti i livelli, ilnostro Vescovo, con l’aiuto dellapreghiera comunitaria e illuminatodallo Spirito Santo, troverà la giu-sta soluzione a questi ed altri pro-blemi.
Nicolò Scarfalloto
La Comunità parrocchiale di “Nostro SignoreGesù Cristo Re in Casina” a Biancavilla
L’attesa della visita dell’Arcivescovo è foriera di speranza
Consegna del Questionario per laVisita Pastorale al V Vicariato
Prospettive - 30 giugno 2013 7
SPECIALE VISITA PASTORALE
Lo scorso 11 giugnol’Arcivescovo di Cata-
nia Monsignor Salvatore Gristina,nel corso della Visita pastorale alXIII Vicariato di Biancavilla e SantaMaria di Licodia, ha visitato la Sta-zione Carabinieri di Santa Maria diLicodia.Sua Eccellenza, accompagnato daPadre Santino Salomone, parrocodella Chiesa Madre, e dal vicarioparrocchiale Padre Nuccio Puglisi, èstato accolto dal Comandante dellaCompagnia di Paternò, CapitanoLorenzo Provenzano, e dal Coman-
dante della Stazione MarescialloFerdinando Ciliberti.Dopo il saluto ai Carabinieri dellaStazione, l’incontro è proseguito conun colloquio cordiale su aspetti cheriguardano il servizio prestato dal-l’Arma che, specie nelle piccolecomunità, si contraddistingue peressere uno dei punti di riferimentosempre disponibili per le fasce debo-li della società.L’incontro è proseguito con la condi-visione di esperienze personali lega-te all’adolescenza e al percorso for-mativo dei presenti.
Sono stati momenti di particolarecordialità nei quali Sua Eccellenzaha messo in luce il suo lato umanofacendo condividere attimi di pro-fonda riflessione.A conclusione della visita Mons.Gristina ha donato un volume allaStazione Carabinieri intitolato “Ilsacello di Sant’Agata nella Cattedra-le di Catania” e ha posato con i Cara-binieri davanti all’ingresso dellacaserma per le foto ricordo.
Capitano Lorenzo Provenzano
ComandanteCompagnia Carabinieri
Se fra qualche tempodovessero chiedermi il
momento più importante del mio pri-mo anno da Presidente del ConsiglioComunale di Santa Maria di Licodia,risponderei sicuramente la Visitapastorale di S.E. l’ArcivescovoMons. Gristina. Un’emozione incre-dibile per me, giovane Presidente equindi Istituzione ma anche e priori-tariamente fervente cattolico. Poteraccogliere Sua Eccellenza presso ilpalazzo municipale è stato motivo digrande orgoglio e soddisfazione,interpretando il sentimento comunedi tutti i cittadini licodiesi. Nell’oc-casione è emersa la grande umanitàdel nostro Arcivescovo e il suo spes-sore umano, la sua sincera attenzionenei confronti delle problematichesociali della nostra piccola comunitàcon cui Mons. Gristina in più di unacircostanza ha confessato di avere unrapporto privilegiato. Ciò che piùquest’incontro ha lasciato in me èstata una rinnovata forza interiore damettere al servizio del mio impegno
politico con la rinnovata convinzioneche l’apporto dei cristiani nellagestione della “res publica” sia fon-damentale e doveroso in un momen-to storico di difficoltà dove la crisi èrelativa anche ai valori, ai modelli diriferimento. Mi auguro di poter rin-contrare al più presto S.E. Mons.
Gristina traendo spunti di riflessioneulteriori e beneficiando insieme atutti i miei concittadini della suaindulgente preghiera e benedizione.
Gabriele Gurgone
Presidente Consiglio Comunale
S.M. di Licodia
Un incontro memorabile
77
Visita in atto
A fianco delle fasce deboli
Il XIII Vicariato accoglie l’Arcivescovo
Così il nostro Vescovo,dopo anni di presenza
nella sua e nostra diocesi di Catania,ha deciso di farsi pellegrino di Diosulla scia del Maestro che, di villag-gio in villaggio, faceva del bene a tut-ti, riconciliando gli uomini con Dio etra di loro, dando speranza a tutti,aprendo un futuro nuovo.Così il nostro Vescovo lascia il“palazzo” per scendere in mezzo alsuo popolo e visitare i suoi fratelli.Come un giorno Dio decise di “scen-dere”: Il Signore disse: ho osservatola miseria del mio popolo in Egitto,ho udito il suo grido a causa dei sor-veglianti, conosco infatti le sue soffe-renze. Sono sceso per liberarlo dallemani dell’Egitto e farlo uscire… ver-so un paese bello e spazioso. (Es. 3,7).Anche al nostro Vescovo è arrivato ilgrido, la sofferenza, il disorientamen-to di tutti noi colpiti da questa gravecrisi che non è solo economica mainveste tutta la dimensione umana,con una perdita di senso e di abban-dono dei valori fondanti la vita spiri-tuale e di relazione.Il nostro Vescovo verrà a visitarci eper noi sarà un evento di grazia,segno del Signore, Buon Pastoreche si prende cura del suo gregge
per proteggerlo da lupi rapaci emercenari. È Stato Dio che ha mes-so nel suo cuore il desiderio di“scendere” nelle nostre parrocchieper suscitare i sentimenti di impe-gno e responsabilità in noi tutti.Un tempo anche Paolo e Barnabahanno preso la decisione di visitare leComunità.Leggiamo in Atti 15,36: Ritorniamo afar visita ai fratelli in tutte le città nel-le quali abbiamo annunziato la paroladel Signore, per vedere come stanno.Così pure, un giorno, Paolo, Timoteoe Silvano erano scesi a Corinto peraiutare i fratelli nella fede: Noi nonintendiamo far da padroni sulla vostrafede, siamo invece i collaboratori del-la vostra gioia perché nella fede sietegià saldi. (2 Cor 1,24).È veramente Dio che suscita nel cuo-re pensieri e sentimenti di vicinanza aifratelli perché non siano lasciati soli.Così il nostro Vescovo viene a noi, inquesti tempi difficili, mandato dalSignore.Per noi è tempo di attesa e di acco-glienza.Tempo di accoglienza.Certamente noi non abbiamo daostentare formalità, efficientismo,progetti e piani pastorali e grandi
cose… Siamo consapevoli dellanostra povertà e della fragilità dellanostra fede. Le nostre modeste capa-cità ci danno il senso di essere “pocacosa”. È così che ci presenteremo alnostro Vescovo, desiderosi di incon-trare questo pellegrino di Dio cheviene a visitare le nostre parrocchieper portare pace e per spronarci aduna vita più responsabile e ad unafede più operosa.Tempo di attesa.Per questo, nell’attesa, come comuni-tà, ci impegniamo a rivisitare la nostraadesione a Gesù, il nostro essereChiesa, la nostra missionarietà. In unclima di preghiera, di riflessione per-sonale e comunitaria faremo il nostropercorso di preparazione per rinnova-re la nostra appartenenza alla Chiesa,in comunione con Papa Francesco,con il nostro Vescovo Salvatore e conquanti cercano di seguire il BuonMaestro e Pastore delle nostre anime.Ignazio di Antiochia così scriveva aPolicarpo: “State con il Vescovo per-ché anche Dio sia con voi.” Allora,vieni caro pellegrino di Dio, vieni avisitarci nel nome del Signore.Grazie
P.C.
In tempi i crisi la visita dell’Arcivescovoorienta il nostro cammino
danza» e di non abortire: «Cosa tro-va? Una porta chiusa. E così capita atante.Questo non è un buon zelo pastorale.Questo allontana dal Signore, nonapre le porte.Gesù ha istituito sette sacramenti enoi con questo atteggiamento ne isti-tuiamo l’ottavo, il sacramento delladogana pastorale.Gesù si indigna quando vede questecose, perché il suo popolo fedele, lagente che lui ama tanto, soffre».Gesù, ha spiegato Papa Francesco,vuole che tutti si avvicinino a lui.Pensiamo al santo popolo di Dio,popolo semplice, che vuole avvici-narsi a Gesù.E pensiamo a tutti i cristiani di buo-na volontà che sbagliano e invece diaprire una porta la chiudono. E chie-diamo al Signore che tutti quelli chesi avvicinano alla Chiesa trovino leporte aperte per incontrare questoamore di Gesù».Ecco, a tal proposito la Visita pasto-rale consente al nostro Vescovo diincontrare tutti: movimenti, gruppi,associazioni, famiglie e singoli, cate-chisti e bambini, ministri ordinati e
religiosi, responsabili di comunitàcivili e militari, medici e infermieri,professionisti e operai, giovani eanziani, semplici e colti.Egli sempre esorta a perseverare nelcammino di santità, di comunione edi promozione umana.La Visita pastorale permette tuttoquesto e diventa occasione, per noi,di preghiera per il nostro Vescovo
Salvatore perché anche lui progredi-sca nel cammino di santificazionediventando immagine viva ed auten-
tica del Buon Pastore.Infine, sarebbe bello se in ogni par-rocchia un gruppo di laici responsa-bili organizzasse l’accoglienza, sem-plice e gioiosa, per tutti coloro chebussano per la prima volta alla loroporta; ove già questo esistesse, sipossono organizzare una o più vegliedi preghiera, preparate dagli organi-smi di partecipazione, per le voca-zioni al matrimonio, al sacerdozio oquant’altro.Il Dio della pace, della santità e del-la comunione fra i popoli ci guidi eci accompagni nel cammino.
Diacono Giuseppe Gangemi
per la Segreteria
per la Visita pastorale
...CREDO
(continua da pag. )
Nello scorso articolo“Visita Pastorale e
Progettazione Pastorale” ci siamosoffermati sulle motivazioni per unapartecipazione ecclesiale motivatae, quando questa è vera, si escludo-no certi atteggiamenti e si tengonopresenti alcuni criteri.La comunità dei fratelli di fede, cia-scuno col suo ministero, dono ocarisma, deve riflettere o essere aiu-tata a riflettere oltre che sulla strut-tura o sull’organizzazione comuni-taria partecipativa, nel richiamareutilmente alcuni criteri. Questo ser-virà ai componenti a non corrererischi e col verificare alcuni atteg-giamenti.Nel dopo Concilio sono sorti diver-si atteggiamenti:- atteggiamenti “Riduzionisti”:riguardo alle persone riducendo ilcontesto sociale o non considerandole condizioni o le cause scatenantidi tanta povertà. Ci sono riduzioniriguardo al messaggio evangelico ocirca Gesù Cristo considerato solocome uomo, da rasentare l’eresia, epresentarlo il salvatore dei poveri,liberati dall’oppressione e senzanessuna prospettiva escatologica
accentrando la dimensione terrena emateriale, decurtando Regno diDio, salvezza eterna, ecc…- Atteggiamenti “Politici-Strategi-ci”:uomini capaci di risolvere problemie situazioni, dotati di efficientismoda muovere le masse utilizzando laPolitica come “l’arte del tutto possi-bile”. Senza rinnegare i valori diun’antropologia cristiana o temati-che ecclesiologiche ma mettendoliai margini, pensano di sfruttare ledimensioni sociali e si servono deifratelli per le proprie idee politiche.- Atteggiamenti “Superficiali”:si cade in questa superficialità per-ché si va alla “moda” del momentosenza discernimento. Si tendeall’apparire più che all’essere, amostrare quanto si riesce a fare dan-do visibilità solo all’azione di alcu-ni personaggi. Le scelte pastoralisono “fumo negli occhi”. Rischianodi mancata e saggia riflessione conla consequenzialità dell’assenza diinteriorità e di crescita spirituale.- Atteggiamenti di vera profonditàantropologica e teologica:solo questo dice vera fedeltà all’uo-mo e vera fedeltà a Dio. Ogni sano
atteggiamento sa fare i conti nell’ar-monizzare i due capi della catena,senza sminuire l’Uno o l’Altro esenza vantaggiare l’uno a scapitodell’altro.Le scelte come l’azione pastoralesono ispirate dalle diverse media-zioni pedagogiche, antropologiche,teologiche, ecclesiologiche e aven-do come scopo un lavoro comunita-rio e d’insieme.Bisogna tenere presenti alcuni crite-ri:- Criterio del “Mandato”:la mediazione pastorale della Chie-sa per la salvezza di tutti gli uomininon passa attraverso la sola perfettaorganizzazione o solo attraversopeculiari strategie.La salvezza passa attraverso ognibattezzato e raggiunge ogni personaquando il discepolo risponde affer-
mativamente al mandato di Cristoricevuto nella Chiesa; evitando latentazione di essere “battitore libe-ro”, rimanendo unito come il tralcioalla vite (Gv 13), sapendo che senzaGesù non può fare niente; pertantosi fa “prossimo” alle necessità dellepersone.- Criterio del “Servizio”:la mediazione ecclesiale è fatta daogni battezzato che si reputa servoinutile.Il servo inutile non ha un alto con-cetto di sé davanti a Dio, non perchénutre bassa stima di se stesso o percomplessi d’inferiorità o colpevo-lezza. Il servo è come l’interruttoreche fa passare la corrente per accen-dere la lampadina, ma non crea l’e-nergia elettrica. Il servizio è ciò cheumilmente ogni cristiano deve faresenza montare in superbia, ma favo-rendo la crescita della comunità e diogni fratello.- Criterio del “Lievito”:il lievito, la luce e il sale sono ele-menti citati da Gesù e riportati neiVangeli. Essi servono per fermenta-re, illuminare, salare. La quantitànon è detta per ovvietà; perché setutto fosse lievito o sale il cibosarebbe immangiabile, e se tuttofosse luce diventeremmo ciechi.Basta poco, non necessita che tuttosia o luce, o sale, o lievito. A parti-re dall’incarnazione come nellalogica del seme o del chicco di fru-mento che caduto a terra muore,così è nell’azione pastorale: il semecresce, si sviluppa, diventa arbustoe albero. Anche il Regno di Dio ècosì. Così è del chicco di frumentoche caduto a terra si confonde conla terra, marcisce per poi germo-gliare e produrre la spiga con i chic-
chi di grano. Cristo e, come lui ognicristiano, vive il mistero pasquale dipassione, morte, sepoltura, Risurre-zione e dono dello Spirito. Tuttoquesto contribuisce nella pastoraleecclesiale come base, modalità econclusione di ogni mediazioneecclesiale.- Criterio della Nuova Evangelizza-zione:nella nuova evangelizzazione non siesclude quanto detto sopra anzi lopresuppone e lo sviluppa.Nell’Unità: se la Chiesa è il Corpo di Cristo,l’Unità tra i cristiani è d’obbligo enon opzionale. Ogni uomo per vive-re necessita di un Corpo Unito nellesue parti e tra le sue membra altri-menti, s’è diviso o fatto a pezzi, nonpotrà più vivere e muore. Così nellaChiesa Corpo di Cristo occorrerecuperare la fraternità e la radicaleuguaglianza battesimale tra preti,consacrati, laici nel rispetto dellediversità così come le membra del-l’unico corpo.Nella Comunità:Siamo Chiesa Cattolica perchélegati alla Comunità diocesana colVescovo Unito al Vescovo di Roma.La prima comunità è la famiglia,poi il gruppo a dimensione umana,poi la Comunità parrocchiale ecc…È innegabile la funzione dei gruppidove accogliere la Parola, speri-mentare la sua efficacia dentro lanostra vita. Gruppo per dialogare,verificare, progettare, gruppo apertoe accogliente e capace di aiutare orecuperare i fratelli. Gruppo permantenere contatti e collegamenticon la vita quotidiana. Senza ilgruppo si rischierebbe l’anonimatoo l’individualismo di pensare o diilludersi di far parte della Chiesa.Anche l’eremita vive la solitudinecon Dio ma dentro la comunioneecclesiale scegliendo d’imitare ilCristo che prega sul monte da solocol Padre, che si trasfigura sulTabor.Spiritualità Pasquale:una Comunità evangelizza col mes-saggio della passione, morte, risur-rezione, effusione dello Spirito uni-tamente alla sua testimonianza.Ogni battezzato si rilegge alla lucedel Mistero Pasquale superandoscoraggiamenti e depressioni, senzacadere in facili entusiasmi o vittorieillusorie. Rimanendo nell’umiltà enella confidenza col Signore cheapre i nostri occhi per fissare losguardo su Cristo (Cf. Eb 12) ericonoscerlo nei poveri e nei soffe-renti. Sviluppare solida spiritualitàcome disponibilità allo Spirito San-to perché Egli dia l’anima, la forzaall’organizzazione, alla progettuali-tà, alle coraggiose scelte pastorali.Primato della Carità:l’uguaglianza battesimale e ladiversità funzionale che lo Spiritosuscita ed alimenta nella Chiesa, èmantenuta unita al di sopra di ognidono e carisma della Carità. A que-sta va data precedenza assoluta per-ché ogni pastorale sia per amore aDio e ai fratelli.
Don Pietro Longo
Vicario per la Pastorale
Accogliendo con sempremaggiore attenzione le
indicazioni che l’Arcivescovo,durante la Visita pastorale, ci ha for-temente sottolineato, il 23 aprile si ètenuto il primo incontro dei MinistriStraordinari della Comunione delIII Vicariato. La parrocchia MariaSS. Annunziata al Carmine ed ilVicario P. Francesco Collodoro cihanno accolti e riuniti per condivi-dere insieme un particolare momen-to di crescita attraverso questoincontro che ha avuto come tema“Gesù e gli ammalati”. Il canto ini-ziale ci ha subito introdotto all’a-scolto della Parola; la lettura di unpasso biblico ha tracciato poi l’ini-zio di ognuno dei quattro momentiprevisti, completati dalla recita diun Salmo. Le riflessioni, dettate daP. Antonio Damiani S.J., sono statefonte di profondo arricchimento,per farci sempre più e sempremeglio comprendere il grande donoche, con questo ministero, ciascunodi noi ha ricevuto. Diversi fratellihanno raccontato le loro testimo-nianze: dalla sorella che continua ademozionarsi ogni volta che stringe
la teca tra le mani, al fratello cheriesce a gestire il suo servizio puravendo una sola mano; dalla cele-brazione in casa di riposo con lecandele accese davanti al Crocifisso
e numerosi vecchietti
partecipanti, alla condi-visione con un solomalato nella semplicitàe nel silenzio della suacasa. Una bella testimo-nianza, della qualeabbiamo ricevuto il testoscritto, la riportiamo insintesi: “È successo. Tiho visto, Signore. È sta-to solo un attimo. Eriuna vecchina novanten-ne, cieca. Ti portavo laComunione, portavo Tead un’altra Te, e tu miaspettavi, come ognidomenica. È stato unattimo: mentre ti guar-davo ho capito chi eri, eavrei voluto abbracciar-ti. Non l’ho fatto, e dopome ne sono pentita; sonocosì formale, a voltepersino così stupida...
Tu mi hai guardata con amore,anche se i tuoi occhi non vedevano,ed io ho sentito tutta la tua tenerez-za. Mi hai scaldato il cuore. Un atti-mo dopo tutto è passato, ma mi è
rimasta l’emozione dentro ed il tuostesso sorriso stampato sulla faccia.Perdonami per l’abbraccio che nonti ho dato. Ma grazie, Gesù, grazieperché anche un solo attimo del tuosorriso scalda il cuore, grazie per-ché hai incrociato la mia strada e mihai fatta sentire amata.La prossima volta, ti prego, abbrac-ciami tu, Gesù, e forse allora saròveramente capace di portare il tuoamore a tutti gli altri Te che incon-trerò...”.Dopo le testimonianze, che ci hannoprofondamente commosso, l’Ado-razione Eucaristica ha segnato lacentralità dell’incontro, facendocivivere momenti di adorante silenzioin comunione con Gesù. La parteconclusiva ci ha visti fraternamentepartecipi ad un momento di agape,condividendo ciò che ciascuno ave-va preparato, unitamente alla gioiadel ritrovarsi insieme, salutandocipoi nella sicura certezza di ripetereesperienze così belle e arricchenti.
Giusy Ardizzone, Virna Fasone
Ministri straordinari
della Comunione del III Vicariato
Prospettive - 30 giugno 20138
SPECIALE VISITA PASTORALE
8
Dopo la visita
8
Mandati al servizio dell’unità
Criteri che orientano il vissuto di fede della comunità ecclesiale
Incontro dei Ministri straordinari della Comunione del III Vicariato
“Gesù e gli Ammalati”
Avviso ai lettori
È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedentidi Prospettive inerenti all’intero anno 2012 e parte del 2013direttamente sul sito del settimanale diocesanoww.prospettiveonline.it.Mentre l’acquisto di copie in archivio avviene solo nella sede delperiodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online.
Archivio Prospettive
Se la Chiesa
è il Corpo di Cristo,
l’Unità tra i cristiani
è d’obbligo
e non opzionale
L’Arcivescovo Mons. Sal-
vatore Gristina ha man-
tenuto con gioia la promessa fatta
coram populo all’inizio dello speciale
anno “giubilare della chiesa della par-
rocchia San Giuseppe in Ognina”: la
mattina di domenica 23 giugno ha
ricordato con una eletta porzione dei
fedeli dell’arcidiocesi catanese il
compimento del suo 67° genetliaco,
riunendosi in preghiera e in letizia spi-
rituale per ringraziare il Signore della
vita nella chiesa San Giuseppe in
Ognina, la cui comunità, nel centena-
rio dell’apertura al culto del tempio
voluto dal cav. Giuseppe Grasso
Finocchiaro titolare dell’omonimo
pastificio sito nell’eponima via, ha
partecipato alla solenne concelebra-
zione della s. Messa festiva in felice e
perfetta coincidenza con l’anniversa-
rio dell’inizio dell’attività ministeriale
in parrocchia, il cui primo parroco,
sac. Giuseppe Litrico, è stato nomina-
to proprio domenica 23 giugno 1946.
Un’altra provvidenziale coincidenza è
stata la memoria liturgica di un santo
di nome Giuseppe, il grande santo
sociale piemontese Giuseppe Cafasso,
patrono dei carcerati e dei condanna-
ti a morte, modello di vita sacerdota-
le, professore di Teologia morale e
grande amico di San Giovanni
Bosco.
La lieta ricorrenza, impreziosita e
valorizzata dalla celebrazione eucari-
stica, si è svolta nella chiesa dell’an-
tica periferia della città posta per
secoli sotto la protezione del santo
compatrono concittadino, il martire
Euplio, al quale era intitolata la chie-
sa sacramentale di Ognina, sul Porto
Ulisse, prima dell’erezione della par-
rocchia arcipretura S. Maria in Ogni-
na.
L’attività pastorale della chiesa S.
Giuseppe è stata sempre legata alla
benevolenza di tutti i nostri arcive-
scovi che si sono succeduti in 100
anni di servizio ministeriale, in parti-
colare del cardinale Giuseppe Franci-
ca Nava, insigne benefattore, e di
mons. Carmelo Patanè che il 15 ago-
sto 1945 la eresse in parrocchia
assieme all’arcipretura di Santa
Maria, l’anno dopo l’erezione cano-
nica di S. Lucia in Ognina.
Ci è gradito ricordare anche un altro
saldo legame, anche se indiretto, con
due illustri prelati catanesi: mons.
Giuseppe Caff, vescovo ausiliare del
beato Dusmet, e mons. Giuseppe
Caff junior, canonico della Collegia-
ta e rettore della Primaziale S. Agata
La Vetere, rispettivamente zio e fra-
tello della signora Concetta Caff,
moglie del cav. Grasso Finocchiaro,
benefattore di venerata memoria.
Hanno rivolto un indirizzo di gratitu-
dine e di omaggio il segretario del
consiglio pastorale Nino Cutuli, che
ha ricordato la prima visita compiuta
per la festa di S. Giuseppe da mons.
Gristina allora Vescovo di Acireale, e
il parroco sac. Domenico Rapisarda,
mentre il diacono don Giuseppe Gan-
gemi ha prestato servizio all’altare.
All’offertorio esponenti dei gruppi
laicali hanno portato dei doni segno
della gioia di tutta la comunità eccle-
siale di Ognina-Picanello molto lega-
ta all’Arcivescovo che nei prossimi
mesi compirà la visita pastorale al 5°
vicariato foraneo. A Mons. Gristina
sono stati donati dalla comunità in
festa, in segno di augurio, una torta e
un buono libri.
L’Arcivescovo all’omelìa ha com-
mentato la liturgia della Parola della
domenica XII per annum C inseren-
dola nel contesto ecclesiale e teologi-
co dell’Anno della Fede. “La fede
nasce dalla preghiera. Certamente è
un rapporto vitale: possiamo pregare
perché crediamo; la preghiera rinsalda
la nostra fede. Nella preghiera possia-
mo capire quanto Gesù ci insegna nel
vangelo: Se qualcuno vuole venire
dietro a me, rinneghi se stesso, prenda
la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vuole salvare la propria vita la
perderà, ma chi perderà la propria vita
per causa mia, la salverà”.
La celebrazione si è conclusa con la
preghiera comunitaria per la visita
pastorale e con la richiesta di preghie-
re fatta dall’arcivescovo ai fedeli.
A.B.
Prospettive - 30 giugno 2013 9
DIOCESI
Spendersi nel nome di Gesù
Lunedì 1
•• Ore 9.00 Catania, Seminario:
incontro con i Professori dello
Studio Teologico S. Paolo.
•• Ore 20.00 Catania, parrocchia
S. Giovanni Battista in S. Gio-
vanni Galermo: celebra la S.
Messa in occasione dell’Ottava
della Festa di S. Giovanni.
Martedì 2
•• Ore 9.00 Lavoro interno per la
Visita pastorale.
Mercoledì 3
•• Ore 18.30 S. Giovanni La Pun-
ta, Santuario Maria SS. della
Ravanusa: celebra la S. Messa.
Giovedì 4
•• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
Venerdì 5
•• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
Sabato 6
•• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
•• Ore 18.30 Pisano, parrocchia S.
Giuseppe: celebra la S. Messa e
amministra il sacramento della
Confermazione.
•• Ore 20.30 Viagrande, Residenza
SS. Salvatore: incontra i diaconi
permanenti.
Domenica 7
•• Ore 19.00 Sarro, parrocchia S. Vin-
cenzo Ferreri: celebra la S. Messa.
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Dall’Agenda dell’Arcivescovo
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Foto di Roberto Bellavia
ARCIVESCOVO DI CATANIA
Visto il Decreto del 29 maggio 2013, Reg. n. 63, fol.
320, con il quale si e dato avvio alle procedure per il
rinnovo del Consiglio Presbiterale Diocesano;
visti i risultati delle elezioni tenutesi presso i Collegi
elettorali previsti secondo quanto contemplato dai cann.
498 e 499 del C.D.C. e dalle norme contenute nello Sta-
tuto e Regolamento del C.P.D.;
preso atto del verbale di votazione dei Sacerdoti Reli-
giosi;
avendo individuato, a norma del can. 497 § 3 del C.D.C.
i Presbiteri la cui nomina e a me riservata, in virtù del
presente atto
Di esso fanno parte, a norma dell’art. 5 dello Statuto
vigente e sotto la Presidenza dell’Arcivescovo (cfr. can.
500 § 1 del C.D.C):
• n. 15 membri eletti come rappresentanti del clero per
ogni singolo vicariato:
Mons. Carmelo Smedila, Sac. Paolo Riccioli, P. France-
sco Collodoro O.C., Sac. Francesco Leonardi, Mons.
Antonino Legname, Sac. Roberto Mangiagli, Sac. Pietro
Galvano, Sac. Salvatore Reina, P. Mauro Paternoster
C.S.S., Sac. Orazio Scuderi, Sac. Antonino Nicoloso,
Sac. Alessandro Ronsisvalle, Sac. Santo Massimo Sala-
mone, Sac. Antonino Catalfo, Sac. Antonino Modica.
• n. 3 rappresentanti dei Parroci:
Sac. Vincenzo Fatuzzo, Sac. Renato Minio, Sac. Antoni-
no Russo.
n. 1 rappresentante dei Vicari Parrocchiali: Sac. Salva-
tore Resca.
n. 1 rappresentante dei ministeri vari:
Mons. Salvatore Genchi.
n. 1 rappresentante dei Docenti presso l’Istituto Teolo-
gico S. Paolo e I’Istituto Superiore di Scienze Religiose
S. Luca:
Sac. Antonino De Maria.
• n. 4 rappresentanti dei Presbiteri “religiosi”:
Don Domenico Paternò S.d.B., P. Teodoro Di Bella
O.F.M. Capp., P. Francesco Luvara M.C.M., P. Giovanni
Notari S.J.
• n. 8 membri ex officio:
Vicario Generale, Vicario per la Pastorale, Vicario per la
Pastorale della cultura, Vicario per la Vita Consacrata,
Vicario Giudiziale, Direttore Ufficio di Curia: P. Salva-
tore Cardile P.I.M.E., Rettore Seminario arcivescovile,
Segretario Diocesano CISM.
• n. 4 membri nominati dall’Arcivescovo:
Mons. Vincenzo Algeri, Sac. Salvatore Digeronimo,
Sac. Pietro Sapienza, Mons. Francesco Ventorino.
Catania, 17 giugno 2013
@ Salvatore Gristina
Arcivescovo di Catania
Sac. Ottavio Marco Musumeci
Cancelliere arcivescovile
Rinnovo del Consiglio Presbiterale Diocesano
Martedì 18 giugno, alle ore 9.30, nei locali
del Seminario Arcivescovile di Catania,
sotto la presidenza dell’Arcivescovo, si è
insediato il nuovo Consiglio Presbiterale
Diocesano eletto l’11 giugno scorso.
Il Consiglio, a norma dello Statuto vigente,
ha la durata di cinque anni (2013-2018), e
vi fanno parte 37 sacerdoti che rappresenta-
no in modo variegato la realtà ecclesiale
della nostra diocesi. Tra questi, 15 sono
membri eletti come rappresentanti del clero
per ogni singolo vicariato, 3 sono rappre-
sentanti dei Parroci, 1 rappresenta i Vicari
parrocchiali, 1 coloro che esercitano mini-
steri vari, 1 rappresenta i docenti presso l’I-
stituto Teologico S. Paolo e l’Istituto Supe-
riore di Scienze Religiose S. Luca, 4 rap-
presentano i presbiteri membri di Congre-
gazioni e Istituti di “Vita consacrata”, 8
membri ex officio (vicari episcopali, Retto-
re del seminario…),4 membri nominati dal-
l’Arcivescovo.
Durante la preghiera dell’ora media che
ha aperto l’incontro, l’Arcivescovo ha
ricordato come l’essere membri del Con-
siglio presbiterale è frutto di una chiama-
ta al servizio voluta dal Signore stesso,
chiamata verso la quale è richiesta una
disponibilità da vivere nella gioia e nella
responsabilità. La Chiesa è del Signore e
noi siamo a servizio di essa. Dobbiamo
amarla e custodirla e andare avanti con
fiducia.
Mons. S. Gristina ha quindi invitato ad
una operosità caratterizzata da tre sottoli-
neature: assiduità nella partecipazione ai
lavori per ben rappresentare coloro da cui
si ha ricevuto l’elezione; collaborazione
di tutti i membri con l’Arcivescovo nel
proporre suggerimenti in ordine alla pro-
grammazione degli argomenti da portare
avanti; comunicazione e condivisione con
tutto il presbiterio.
Dopo questa introduzione i lavori sono
proseguiti secondo l’ordine del giorno che
prevedeva alcuni adempimenti.
In una prima votazione è stato eletto il
segretario del Consiglio: P. Francesco
Luvarà. Successivamente sono stati eletti
2 membri della segreteria:Mons. Giusep-
pe Schillaci e Don Roberto Mangiagli.
Sono stati eletti anche i cinque membri
del gruppo parroci che a norma del Can.
1742 § 1 del C.D.C., coadiuva l’Arcive-
scovo nella procedura amministrativa per
eventuali trasferimenti o rimozioni dei
parroci: Don Luigi Licciardello, Mons.
Alfio Salemi, Don Vincenzo Fatuzzo,
Mons. Antonio Legname, Don Franco
Longhitano.
Infine, membro eletto dal Consiglio per la
“Formazione permanente del clero” è
Mons. Giuseppe Schillaci.
Il prossimo incontro del Consiglio si ter-
ràzzzzz<<<<< l’8 ottobre, alle ore 9.30,
nei locali del seminario. In tale incontro è
prevista la programmazione degli argo-
menti da trattare in Consiglio durante i
lavori del quinquennio appena iniziato.
P. Francesco Luvarà
Il Segretario
PRIMA RIUNIONE DI INSEDIAMENTOdel nuovo Consiglio Presbiterale Diocesano
SEDE APOSTOLICA
LA COSTITUZIONE DEL CONSIGLIO PRESBITERALE DIO-
PER GRAZIA DI DIO E DESIGNAZIONE DELLA CESANO PER IL QUINQUENNIO 2013 – 2018
Salvatore Gristina DECRETO
Nel centenario dell’apertura della Parrocchia S. Giuseppe Arcivescovo ricorda il compleanno
Riflessioni sul Vangelo
XIII DOM T. O. / C - 1Re 19,16b.19-21;Sal 15/16,1-2.5.7-11; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62
Paolo ha notizie della fede degli Efesini e
dell’amore che hanno per tutti i santi e con-
tinuamente rende grazie per loro.
L’oggetto della sua preghiera a Dio, Padre
del nostro Signore Gesù Cristo, consiste nel
chiedere che Dio dia agli Efesini uno spiri-
to di sapienza e di rivelazione per una pro-
fonda conoscenza di Lui, per una illumina-
zione degli occhi del loro cuore, perché
comprendano la speranza a cui sono stati
chiamati, il tesoro racchiuso nella sua ere-
dità fra i santi e la straordinaria grandezza
della sua potenza verso di noi, che credia-
mo secondo l’efficacia della sua forza e
del suo vigore.
L.C.
San Paolo in briciole
CI HA LIBERATI PER LA LIBERTÀ
Vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione Ef 1,15-19
Prospettive - 30 giugno 201310
DIOCESI
Il pericolo che noi uomini corriamo è
quello di tornare alla schiavitù da cui
Gesù con la sua morte ci ha liberati. O
per comodità o per mancanza di coraggio
rifiutiamo di assumerci la responsabilità
della vita che è nelle nostre mani. Si tende
alle cose facili e poco impegnative. La
tentazione di tornare indietro per seppel-
lire i genitori o per congedarsi dai propri
cari è il tentativo di rifugiarsi sul sicuro,
di non correre pericoli. Gesù, invece, ci
ha insegnato a correre i pericoli. Seguen-
do la sua umanità e non facendo leva sul-
la sua divinità ci ha insegnato ad affron-
tare tutti i pericoli: dalla precarietà della
sua nascita, all’emigrazione in Egitto, al
mestiere esercitato per guadagnarsi da
vivere, alla passione e morte, ha eseguito
tutto quello che la vita di ogni giorno gli
offriva o gli imponeva.
Qual era la molla che lo spingeva ad agi-
re? Certamente la consapevolezza di ave-
re una missione da svolgere, un amore
immenso verso chi lo aveva mandato ed
un amore ancora più intenso verso chi
era stato mandato. Facilitato in questo da
una comprensione della realtà umana
eccezionale. L’uomo ha la possibilità o di
vivere da schiavo o da uomo libero. Cri-
sto ha operato la redenzione per renderlo
libero. San Paolo lo grida a voce alta:
“Cristo ci ha liberati per la libertà!”. A
questo grido fa seguito un accorato appel-
lo: “…state dunque saldi e non lasciatevi
imporre di nuovo il giogo della schiavi-
tù…”.
Segue una informazione: “Voi infatti fra-
telli siete stati chiamati a libertà”, una
istruzione: “Questa libertà non divenga
però un pretesto per la carne”. Quasi a
dire che libertà significa potere agire
secondo la carne e compiere tutti i misfat-
ti possibili.
La libertà che ci è stata donata, acquisita
dal sangue di Cristo, serve per realizzare
la legge interamente: “Tutta la legge
infatti trova la sua pienezza in un solo
precetto: “Amerai il tuo prossimo come te
stesso”.
La libertà conquistata con e per amore si
riversa nell’amore verso gli altri, oppo-
nendosi all’egoismo. “Mediante l’amore,
dice Paolo, siete a servizio gli uni degli
altri”.
La redenzione è quindi la conquista della
libertà, questa si realizza col servizio reci-
proco: da qui nascerà la nuova umanità.
Finché siamo legati al nostro egoismo tar-
da a venire la nuova umanità e tutti sia-
mo irretiti da egoismi grandi e piccoli che
impediscono qualsiasi sviluppo sia umano
sia cristiano.
Leone Calambrogio
Se non avessi visto per-
sonalmente la grande
chiesa di S. Agata la Vetere in Cata-
nia, il 22 giugno 2013 colma all’in-
verosimile da una moltitudine di
persone, molte anziane, altre di
media età e tantissimi giovani, non
avrei mai avuto la piena certezza del
gran bene operato e sparso a piene
mani, in 63 anni di sacerdozio, da
Padre Salvatore Nunzio Caprini,
sacerdote e maestro educatore di
giovani.
Una missione che lo mantenne sem-
pre giovane nello spirito fino agli
ultimi giorni della sua vita.
Ne ebbe di incarichi Don Nunzio nel
corso del suo iter sacerdotale e fin da
giovane!. Ma ogni impegno, alla
fine, tornava sempre, in una maniera
o l’altra, a beneficio di quei ragazzi
che frullavano quotidianamente
attorno alla sua tonaca. Trovava,
infatti, sempre un buon motivo per
interessarsi dei minori più bisognosi.
Era nato a Catania, nella zona Bor-
go, il 20 giugno 1927 e, ragazzino,
con tanti altri, fece parte di quel for-
tunato gruppo di chierichetti diretti
e formati dal futuro Vicario Genera-
le della nostra Diocesi, Mons. Nico-
lò Ciancio, che, ancora giovane fece
da Vice Parroco all’“imponente e
maestoso” Curato della Chiesa S.
Agata al Borgo, Padre Francesco
Mascali, anch’egli grande educatore
di giovani ed, a quei tempi, intransi-
gente oppositore dei giovani mili-
tanti fascisti (G.I.L), alcuni dei qua-
li arrivarono anche a sentire il “pro-
fumo” delle sue mani quando si per-
misero, qualche volta, di disturbare i
ragazzi di Azione Cattolica della sua
parrocchia.
Nunzio e tanti altri di quei fortunati
chierichetti entrarono poi in Semi-
nario e quasi tutti raggiunsero il
Sacerdozio sotto la paterna direzio-
ne dell’indimenticabile Mons. Fran-
cesco Pennisi.
Anche Don Nunzio Caprini portò
sulle sue spalle il peso e le rinunzie
del periodo bellico.
Fortuna volle, per lui e per quelli
della sua squadra che, nel 1950, loro
ultimo anno di seminario e anno
della ordinazione sacerdotale, il
Rettore, Mons. Francesco Pennisi
venisse nominato Vescovo.
Dono più grande non poté fargli
l’Arcivescovo di Catania, S.E.
Mons. Guido Luigi Bentivoglio
S.O.C. che delegarlo a consacrare
sacerdoti i suoi ultimi alunni.
E così, nella chiesa monumentale di
S.Benedetto a Catania, il 20 agosto
1950, Don Nunzio Caprini e gli altri
nove suoi confratelli ricevettero la
consacrazione presbiterale.
Fu, P.Caprini, nominato subito Vica-
rio parrocchiale a S.M.del Carmelo
alla Barriera prima e subito dopo a
S.M. di Monserrato a Catania, ma,
diremmo, un incarico a mezzo servi-
zio, perché, contemporaneamente fu
incaricato ad insegnare lettere ai
ragazzi del seminario minore.
Con gli anni cominciava, però, a
maturare il suo sogno di dedicarsi
alla gioventù. Assieme ad un suo
Confratello erano, infatti, riusciti a
far sorgere il “Clan dei ragazzi”, un
numeroso gruppo di adolescenti e
giovani che cominciarono la loro
attività riunendosi nei locali del-
l’ampia chiesa di S.Agata la Vetere a
Catania e di cui, Don Nunzio, fu
nominato subito Rettore.
Nel 1958 gli fu affidata l’Assistenza
religiosa dell’Educandato Regina
Elena e nel 1961 quella dell’Istituto
Ardizzoni Giorni per ciechi ove
rimase fino alla fine.
Fummo, per questo, compagni di
viaggio per quasi trenta anni e ci si
incontrava ogni giorno, lui, Cappel-
lano dei ciechi, io, insegnante di
religione degli stessi ragazzi.
Padre Caprini aveva innato lo spiri-
to di Don Bosco, prevenire, era il
suo motto, mai reprimere; difficil-
mente, infatti lo vedevi inacidito con
i ragazzi; anzi lo trovavi sempre con
il sorriso sulle labbra, aveva manie-
re e modi per inumidire le contesta-
zioni e portare pace ove, sembrava,
scoppiasse l’uragano.
A vederlo lo consideravi il meno
adatto, ma per le attività giovanili
era un abile organizzatore. I cam-
peggi estivi, per esempio, erano,
ogni anno, iniziati e portati a termi-
ne fino ai minimi particolari. Aman-
te della montagna aveva “naso” per
scovare i posti più suggestivi per i
campeggi. E
questo sempre,
vita natural
durante, fino a
qualche anno
fa, nonostante
la sua non più
giovanile età. E
lui, pur defati-
cato e stanco,
ci godeva, si
ricreava, viveva felice come se fosse
ancora giovane sacerdote.
Detto questo avrei esposto l’essen-
ziale di Don Nunzio Caprini. Il suo
sogno era stato raggiunto: sacerdote
per i giovani!
Invece Don Nunzio Caprini ebbe
dall’Ordinario Diocesano tanti altri
e delicati uffici da compiere. Che
portò tutti ottimamente a termine.
Fu membro dell’Ufficio Liturgico
Diocesano, Consulente provinciale
del Centro Sportivo, Responsabile
diocesano dei Pueri Cantores, Vica-
rio foraneo del IV Vicariato.
Nell’estate si concedeva un periodo
di riposo, usciva dalla calura asfis-
siante della città e trovava fraterna
accoglienza presso il Santuario dei
Santi Martiri a Trecastagni.
Ora finalmente riposa in pace. L’ul-
tima settimana era stato assalito dal-
la nausea del cibo; non aveva voglia
di mangiare e deglutiva malamente.
Poi una brutta
caduta da cui non
si rialzò più. Si
spense serena-
mente il 21 giu-
gno 2013.
Don Nunzio, caso
raro, fu visibile,
sul presbiterio,
anche durante il
rito funebre, rive-
stito dalla sua bella casula bianca
ricamata in seta, pronto, quasi, per
la sua ultima celebrazione; le sue
mani incrociate sul petto non tocca-
vano l’ostia, ma ti davano l’idea del-
le mani piagate dalle stimmate, per-
chè trasmettevano al vivo le varie
lacerazioni subite, nelle ultime ore,
in ospedale, quando stentarono a
cavargli il sangue dalle vene.
Il suo viso, anche se impietrito da
sorella morte, ti dava ancora sereni-
tà perché manteneva il sorriso di
sempre.
Don Nunzio, da lassù, da dove ci
guardi e ci proteggi, sollecita il
Pastore eterno ad infondere nei cuo-
ri dei nostri prossimi sacerdoti un
amore illuminante e generoso per-
ché dedichino la loro vita alla sal-
vezza dei giovani del nostro tempo,
quell’amore che avesti tu..
Mons. Mauro Licciardello
In ricordo di Padre Salvatore Nunzio Caprini
Una guida per giovanie per ciechi
La mattina di venerdì 21giugno nella sede della
Capitaneria di Porto-Guardia Costie-ra di Catania, nel corso di una confe-renza stampa, è stata presentata l’o-perazione “Mare Sicuro” che interes-serà le acque del CompartimentoMarittimo etneo per la stagione bal-neare 2013. Nell’occasione è stataanche illustrata la vigente ordinanzadi disciplina di sicurezza balneare(n.34/2012 dell’11.5.2012 dellaCapitaneria di Porto) che regola leattività di balneazione e navigazionedurante la stagione estiva nell’ambitodel Compartimento Marittimo diCatania, la cui giurisdizione si esten-de dalla foce del fiume Alcantara, anord, alla foce del fiume Simeto, asud. Analoga ordinanza di sicurezzabalneare è stata emanata anche dal-l’Ufficio Circondariale Marittimo diRiposto, per il circondario di giuri-sdizione. In tale attività sarannoimpiegati anche il personale e i mez-zi navali del suddetto ufficio, degliuffici locali marittimi di Pozzillo edella delegazione di spiaggia di S.Maria La Scala, dove attualmentesono accentrati anche i servizi del-l’Ufficio Locale Marittimo di Acica-stello, chiuso per inagibilità dellasede. “Mare Sicuro” e un’operazione
organizzata a livello nazionale dalComando generale del Corpo delleCapitanerie di Porto e coordinata, alivello locale dalla Direzione Maritti-ma della Sicilia orientale.L’incontro con la stampa, alla presen-za del contrammiraglio DomenicoDe Michele, direttore marittimo dellaSicilia orientale e comandante dellaCapitaneria di Porto, segna il passag-gio dalla fase preparatoria – caratte-rizzata dall’attività d’informazione afavore di tutti gli “utenti” del mare- aquella esecutiva dell’operazione chevedrà i militari della Guardia Costie-ra impegnati in una serie di attività dicontrollo, in mare e in terra, finaliz-zate alla salvaguardia della vita uma-na e alla tutela dell’ambiente marinoe costiero, nel periodo di massimoafflusso di bagnanti sulle spiagge e dimaggiore traffico di unità in mare.Attività di controllo, da terra, chevedranno anche l’impiego del “tele-
laser”, apparecchiatura speciale uti-lizzata per la rilevazione della veloci-tà delle imbarcazioni, posseduta solodalla nostra Capitaneria. “Nonostan-te la ‘spending review’, cioè i tagli inbilancio che hanno colpito inevitabil-mente anche la Guardia Costiera” haprecisato l’ammiraglio De Michele
“la nostra attenzione nei confrontidella sicurezza in mare dei bagnanti edell’attività ludica sul mare sarà mas-sima, anche perché la prudenza deveessere assolutamente conforme alleregole, a quelle scritte e a quelle det-tate dal buon senso, con un riscontroper il turismo balneare. Il mare è uncliente che va trattato con estremorispetto, con un certo timore, senzaavere troppa confidenza e soprattuttocon cautela, perché a mare gli sbaglihanno una rilevanza e si pagano mol-to di più di quelli a terra. La nostraattività di controllo, di tutela dellecoste della Sicilia orientale, come peresempio gli scarichi a mare, è svoltatutto l’anno”. “L’attività d’informa-zione e di comunicazione è connessacon la sicurezza” ha aggiunto l’am-miraglio “È importante la fase prope-deutica nella sicurezza della naviga-zione: da gennaio cerchiamo di sen-sibilizzare l’utenza trattando con lescuole, l’anno scorso più di 600, conla collaborazione indispensabile delProvveditorato agli studi. È un’operafondamentale. A volte molte proble-matiche nascono non tanto da un’in-coscienza generica, come può esserequella dell’automobilista, quanto dalfatto che non si percepisce il marecome pericolo. Il mare è un elementopotenzialmente pericoloso e bisognaessere in qualche modo preparati”.L’ordinanza, che è prelevabile dalsito web www.catania.guardia-costiera.it nella sezione “ordinanze”,individua la fascia di mare, cioè glispecchi acquei riservati esclusiva-mente alla balneazione (300 metri
dalle spiagge e 100 metri dalle sco-gliere) e contiene i limiti di naviga-zione (in termini di distanza dallacosta e di velocità) per le unità nava-li nonché le prescrizioni per la navi-gazione degli acquascooter e motod’acqua e per l’effettuazione di parti-colari attività, quali quelle subac-quee, la pesca e lo sci nautico. In par-ticolare, gli acquascooter possononavigare nella fascia costiera com-presa tra i 350 metri e un miglio dal-la costa in presenza di spiagge e/oscogliere basse, ovvero nella fasciacostiera compresa tra i 150 metri e unmiglio dalla costa in presenza dicoste a picco. L’esercizio di qualsiasitipo di pesca è vietato nella fascia dimare riservato alla balneazione, inte-ressato da impianti turistico-balneari,anche nelle spiagge libere.Nelle zone frequentate dai bagnanti,le unità a vela e a motore, compresequelle propulse a getto idrodinamico,con la sola eccezione di quelle desti-nate a salvataggio/soccorso maritti-mo, possono evoluire, transitare esostare ad una distanza non inferiorea 50 metri dal limite dello specchioacqueo destinato a balneazione.Ovviamente sono previste e regola-mentate aree interdette alla balnea-zione, mentre i servizi di salvamentohanno una disciplina particolare,come per gli assistenti bagnanti, lepostazioni di salvataggio tipo torrettadi avvistamento, il locale di primosoccorso, il servizio di salvataggiocollettivo, ecc.. Particolari disposi-zioni vigono per l’Area Marina Pro-tetta “Isole Ciclopi”.Oltre ai servizi fruibili via web, inparticolare le informazioni contenuteall’indirizzo www.guardiacostiera.it,nella sezione dedicata a “Mare Sicu-ro”, è attivo il “numero blu” di emer-genza in mare “1530”. A questi mez-zi tradizionali di comunicazione,oltre a RTL 102,5 “Radio GuardiaCostiera” (http://www.guardia-costiera.it/radio/index.cfm), siaggiungono quelli più moderni, gra-zie all’accessibilità ai principalisocial network con le relative appli-cazioni scaricabili su smartphone etablets. Durante la conferenza stampa, allaquale hanno partecipato anche ilcapitano di vascello Giacomo Saler-no, comandante in 2ª della Capitane-ria di Porto e i capitani di fregata Pie-tro Ricci e Roberto D’Arrigo, rispet-tivamente capo sezione operativa ecapo ufficio relazioni esterne dellaDirezione Marittima etnea, è statoillustrato il “modulo notizie utili perla ricerca e soccorso S.A.R.”(anch’esso disponibile sul sito webdella Guardia Costiera di Catania,nella sezione “bacheca”), la cui com-pilazione è raccomandata a queidiportisti che si apprestano a lasciarele banchine per lunghe navigazioni.
Blanc
Prospettive - 30 giugno 2013
eventi
11
Attenzione alla VITA umana
e all’AMBIENTE marino
Alla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Catania presentata l’“Operazione mare sicuro”
“Omnibus omnia” queste due sem-plici parole scritte nell’immaginettaricordo dell’Ordinazione Sacerdota-le di don Ugo Aresco hanno ispiratoe guidato il Suo apostolato.L’entusiasmo, la generosità, la sensi-bilità e, perche no, la sua imprevedi-bilità, sono stati i cardi-ni della sua attivitàpastorale.Ordinato il 21 Giugno1953 subito si e messoin gioco con i giovaniAspiranti di AzioneCattolica, coi quali frale tante esperienzericorda ancora oggi congioia quella vissuta alCampo scuola di Ficuz-za. Ma il suo “Omnibus
omnia” si e realizzatosoprattutto nel “Clandei Ragazzi”, dove hasvolto la sua attivitàpastorale a favore deigiovani di oggi e di ieri,offrendo loro una formazione spiri-tuale, culturale e morale.Ognuno di essi ha fatto tesoro deisuoi insegnamenti distinguendosi
per I’impegno verso la famiglia, laprofessione, la società.Non ha risparmiato energie per por-
tare avanti il progetto di ricerca perla rivalutazione storica della ChiesaSant’Agata la Vetere di CataniaUn altro aspetto della sua sensibilità
lo ha portato alla creazione del“Centro di Riabilitazione Villa
Angela” a favore dei soggetti diver-samente abili, ai qualidona da quasi 50 anniattenzione, dolcezza,sostegno e assistenza.Il 21 Giugno, alle ore19 nei locali di “VillaAngela” a San Gio-vanni la Punta, con lapartecipazione diquanti gli hanno volu-to e gli vogliono benee dei sacerdoti Fran-cesco Distefano, Lui-gi Minio, GiuseppePortaro, che nellastessa data hannoricevuto I’Ordinazio-ne sacerdotale, abbia-mo avuto la gioia di
essere presenti alla Concelebrazionepresieduta dall’Arcivescovo di Cata-nia, Mons. Salvatore Gristina.
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“Omnibus omnia”60° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Ugo Aresco
Dal 28 giugno all’8 luglio2013, l’Atelier d’icono-
grafia “San Vladimir” (AssociazioneRussia Cristiana “San Vladimir” –Siracusa) organizza il corso residen-ziale sul tema della Madre di Dio.Il corso è rivolto a tutti. Gli allievilavoreranno, a seconda dei livelli dipreparazione, sia su modelli della tra-dizione antica che su nuove tipologieiconografiche. Ogni allievo realizzeràun’icona e potrà lavorare, parallela-mente, allo studio e alla ricerca del
disegno, del colore, dell’aspetto teolo-gico, estetico e tecnico.Tutti i partecipanti saranno seguitiindividualmente dai maestri dell’ate-lier d’iconografia “San Vladimir” chevanta, oramai, una storia quasi tren-tennale.Durante il corso saranno tenute lezio-ni specialistiche di estetica, tecnica,teologia e spiritualità dell’icona.Parallelamente si svolgerà il corso dipittura delle icone su stoffa per la rea-lizzazione dei paramenti liturgici. Per
partecipare al corso di pittura per para-menti è necessario avere una buonaconoscenza del disegno iconografico.Maestri: dott.ssa Mirella RoccasalvaFirenze (docente di iconografia sacra,iconografa e direttore del corso), arch.Liliana Brunelli (architetto e icono-grafa), dott.ssa Antea Gioino (docentedi lettere e iconografa), dott. GaetanoZammitti (medico e iconografo, spe-cialista in bioetica).Presidente dell’Associazione e assi-
stente spirituale: sac. Giuseppe Lom-
bardo (teologo e docente di teologiapastorale).Il corso si terrà presso Villa MaterDei, Via delle Carmelitane s.n. C.daSinerchia S.P. n. 77, 96010 - Belvede-re di SiracusaPer informazioni rivolgersi a: Asso-ciazione “San Vladimir”, via Carso,9 – 96100, tel. 093166056-3384071370 – 0931746672 e-mail:[email protected]
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La Madre di Dio, testimone dell’Infinito
Prospettive - 30 giugno 201312
Il salone dei nobili del
Convitto Cutelli ha ospi-
tato il convegno “Teologia delle
immagini nei Padri della Chiesa”
promosso dall’Associazione “Musi-
ca, Lettere, Arte delle immagini e
Scienze” per la festa dei santi patro-
ni della Civita Francesco di Paola e
Gaetano nonché per la mostra, sotto
i portici dell’artistico palazzo vacca-
riniano, di magnifiche icone mariane
del Perù, neobizantine del giovane
iconografo Stefano Guglielmino e di
raffigurazioni moderne del beato
Giovanni Paolo II di Cristina Ogni-
bene, curata amorevolmente dalle
suore francescane dell’Immacolata
Concezione di Lipari, con la parteci-
pazione della madre generale suor
Maria Floriana Giuffrè.
Dopo l’introduzione di suor Angela
Maria e del presidente dell’Amladis
Filippo Salvatore Chisari, il can.
Antonino De Maria, docente di Teo-
logia dogmatica e neodirettore del-
l’Istituto superiore di scienze religio-
se S. Luca ed, altresì, referente ecu-
menico per le chiese ortodosse, ha
illustrato come tema-guida della
serata il pensiero teologico di S. Gio-
vanni Damasceno Padre e Dottore
della Chiesa e come la ragione della
teologia delle icone promana dal-
l’avvenimento del mistero dell’In-
carnazione del Verbo, da cui nasce
un modo nuovo di incontrarsi con
Dio nonché il superamento del divie-
to ebraico delle immagini. C’è una
gradualità del manifestarsi del pen-
siero di Dio fino alla rivelazione
evangelica: “Nessuno ha mai visto
Dio, tranne il Figlio…Chi vede me
vede il Padre”. Dio si è fatto uno di
noi. Cristo è la realtà presente ed
umanizzata di Dio. Il culto delle
immagini si è affermato man mano e
ad un certo punto ha creato dei pro-
blemi dovuti agli abusi e alla sua
scandalosa degenerazione nel mon-
do orientale. L’icona è un segno rea-
le e pieno, qualcuno dice “sacramen-
tale”, di una presenza di Dio che mi
viene incontro, ma non è Dio, della
grazia e dell’energia divina con l’a-
prire uno spazio in cui l’uomo incon-
tra il Dio che l’ha salvato.
Il prof. De Maria ha evidenziato la
distinzione tra adorazione e venera-
zione delle icone: l’adorazione
riguarda Dio in quanto tale, la vene-
razione tutto ciò che mi rapporta a
Dio. Venero l’icona non perché il
rappresentato è consustanziale al
prototipo, cioè al Figlio di Dio, al
santo o alla Madonna, ma in quanto
mi fa entrare con gli occhi nel miste-
ro del Verbo che si è fatto carne, che
ha santificato con la sua incarnazio-
ne il seno della Vergine Maria e l’ha
fatta nostra madre e ciascuno di noi
perché ci ha donato lo Spirito Santo
e ha fatto di noi riverbero della glo-
ria di Dio. A conclusione il teologo
ha letto due ampi passi di scritti del
Damasceno, una cui immagine si
trova a Bronte nella chiesa di San
Blandano.
Il giornalista Francesco Giordano,
docente di filosofia e storia nei licei,
ha focalizzato il travagliato fenome-
no storico dell’eresia iconoclasta
lungo i secoli, ad iniziare dall’icono-
machia degli imperatori Leone III
l’Isaurico e di Costantino V, durata
120 anni e che ebbe il suo epicentro
nella capitale dell’impero romano
d’Oriente e una forte opposizione in
Occidente per la reazione decisa del-
la Sede Apostolica Romana e un
ospitale rifugio riservato alle icone
destinate alla distruzione, in modo
particolare in Sicilia, prima che il
Concilio di Nicea II ponesse fine alla
lotta delle immagini con la scomuni-
ca degli iconoclasti. La trattazione
ha riguardato la Riforma protestante,
il Concilio di Trento, la Controrifor-
ma cattolica, la moderna iconocla-
stìa musulmana con i Telebani, l’a-
strattismo nell’arte, la crisi delle
immagini dopo il Concilio Vaticano
II e l’algido effetto aconico della
chiesa romana del Giubileo del
2000.
La prof. Agata Politi, docente di reli-
gione, ha puntualizzato il significato
teologico dell’iconodulia e delle ico-
ne orientali bizantine con particolare
riferimento al Cristo Pantocrator,
luce del mondo, e all’Odigitria, la
Madre di Dio del celebre e venerato
prototipo lucano che indica da mil-
lenni ai fedeli d’Occidente e d’O-
riente la via che porta al Figlio
redentore e salvatore dell’umanità.
Ha concluso l’incontro il prof. Filip-
po Galatà presidente dell’associazio-
ne ex allievi del Convitto che ha
ricordato alcune memorie storiche
dell’edificio che fu anche sede della
corte marziale borbonica che, nel
1837, dopo la repressione della rivo-
luzione siciliana condannò a morte i
martiri della libertà e dell’indipen-
denza della Sicilia. Il parroco della
Civita, padre Giuseppe Scrivano, ha
espresso gioia e soddisfazione per le
manifestazioni culturali che stanno
caratterizzando l’edizione 2013 della
festa dei santi Patroni Francesco di
Paola e Gaetano da Thiene, apostoli
della carità evangelica tra il popolo
cristiano.
Memorex
RUBRICHE
eventi
L’icona è un segno
reale e pieno
di una presenza di Dio
che mi viene incontro,
ma non è Dio…
12
Uno spazio in cui l’uomo incontra il Dio
l Convitto Cutelli il convegno “Teologia delle immagini nei Padri della Chiesa”