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Teoria dei Metodi (TdM) Una TdM è una teoria delle forme che può assumere il progetto educativo come configurazione del setting di apprendimento. 1

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Teoria dei Metodi (TdM)

Una TdM è una teoria delle forme che può assumere il progetto educativo come configurazione del setting di apprendimento.

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Tre opposizioni:

 1. Accademismo vs Attivismo:   Accademismo significa distanza rilevante tra

docente e allievo, rigidità della relazione pedagogica, comunicazione a una via.

  Attivismo significa coinvolgimento diretto dell’allievo, riferimento al gruppo, imparare facendo esercizi, sperimentando, alternanza di momenti di apprendi- mento, comunicazione a due vie.

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 2. Contenuti vs Processi la contrapposizione è tra:   chi punta su finalità di apprendimento e

traguardi educativi sostanzialmente espressi dal conoscere contenuti (vincolato a temi specialistici anche fortemente connotati in senso tecnico, ovvero al know-how professionale),

  chi invece ritiene di importanza primaria traguardi educativi connessi ad un sapere “aspecialistico” e “universale” (di comunicazione, di comando e guida dei collaboratori, di esercizio di autorità, di decisione…).

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[segue] La prima promuove una conoscenza degli oggetti, la seconda dei soggetti. L’una è razionale, l’altra tendenzialmente riflessiva, interrogativa, aperta, disponibile a trattare problemi.

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  3. Strutturazione vs Destrutturazione si configura una più precisa opposizione di

approcci didattici tra:   una formazione programmata nei dettagli e

una come contenitore di eventi prevedibili;   tra una modalità educativa espressa nel far

compiere un certo percorso di apprendimento in modo logico e ordinato secondo una sequenza prestabilita, rigorosamente strutturata, ed una che è pensata come il percorso stesso, che si tratterà di costruire momento per momento e in quel momento.

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[…] Il suo carattere distintivo è la destrutturazione e la conseguente necessità di costruzione nell’hic et nunc dell’apprendimento.

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Si possono distinguere in metodi tipici (tradizionali) e metodi emergenti.

I METODI TIPICI

  Istruzione programmata (IP): percorso di apprendimento altamente strutturato. Si caratterizza come punto di convergenza tra un modello di apprendimento per passaggio di informazioni ed uno per condizionamento. Logica di fondo: apprendimento per rinforzo, progressivo e sequenziale. Il soggetto è impegnato a dare risposte in un percorso prestrutturato. 7

  Lezione/Lettura/Discussione: riassumono l’approccio accademico classico. Al soggetto sono richiesti attenzione e ascolto; l’apprendimento è vincolato a tali tradizioni.

Comporta un basso controllo da parte del docente sull’apprendimento dell’allievo.

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  Incident/Caso:   Caso = situazione-problema che chiede una

risoluzione; cronaca degli eventi che hanno condotto a tale situazione-problema; decisione da prendere, intervento da proporre, un cambiamento da adottare come soluzione della situazione-problema.

  Incident = caso da completare: ai soggetti è richiesto di individuare il tipo di dati e informazioni necessarie all’analisi e di proporre soluzioni in ipotesi.

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[segue Incident] Rispetto ai metodi dei casi, questo modello possiede una maggiore flessibilità e apertura del percorso di analisi/ apprendimento sollecitato.

Entrambi i metodi condividono un modello pedagogico largamente centrato sul docente, che lascia al soggetto da un lato margini troppo ristretti di autonomia rispetto al processo, e dall’altro a confini troppo indeterminati rispetto ai contenuti. 10

  Simulazione/ In-Basket/ Role Play/ Esercitazione: segnano il passaggio da un approccio accademico ad uno attivo. La logica condivisa è quella dell’apprendimento per esercizio, sperimentazione, riproduzione attiva di problemi e situazioni. Si tratta di modelli di apprendimento di tipo esperenziale che segue i passaggi di:

SPERIMENTAZIONE → ANALISI →

CONCETTUALIZZAZIONE.

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[segue Simulazione/ In-Basket/ Role Play/ Esercitazione] Puntano su un più elevato e diretto coinvolgimento dei soggetti nel processo di apprendimento, che ridefiniscono il ruolo del docente in funzione di compiti e obiettivi di stimolazione e guida del processo stesso.

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[segue Simulazione/ In-Basket/ Role Play/ Esercitazione] Si possono distinguere in:

1. tecniche di simulazione più vicine alla logica dell’apprendimento di contenuti tecnico-specialistici

2. progetti che privilegiano più diffusamente strumenti esercitativi, focalizzando maggiormente temi e problemi di “processo”.

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  Nel primo tipo rientra la metodologia del Business - game per cui è prevista la simulazione di una specifica realtà organizzativa e sulla base di dati e informazioni è richiesto ai soggetti di prendere decisioni a più riprese e con la possibilità, ogni volta, di verificare i risultati e ridefinire obiettivi e direzione delle decisioni stesse.

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  Del secondo tipo sono:

  In - basket: esercizi di presa di decisione vincolati al tema della “corrispondenza di lavoro”

 Role - play: esercizi di rappresentazione o drammatizzazione a partire da profili di ruolo predefiniti- il provare a “mettersi nei panni di” o l’ “impersonare quel ruolo” sono contenuti di apprendimento

  Esercitazioni (i

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  Gruppo esperienziale: indica una molteplicità di metodologie formative il cui denominatore comune si riassume nella centratura sul gruppo, cioè dove il gruppo è momento e strumento, motivo e movente, soggetto e oggetto di apprendimento. Il riferimento è al T-group lewiniano come scoperta creativa delle possibilità e delle potenzialità formative del gruppo.

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[segue Gruppo esperienziale] Filoni principali:

  T-group lewiniano;

  E-group;

  Gruppo di analisi istituzionale;

  Gruppo di socio-analisi.

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[segue Gruppo esperienziale] Caratteristiche:

 È un tipo di apprendimento sollecitato in termini di analisi e rielaborazione personale dell’esperienza del soggetto nel gruppo e in funzione dei differenti livelli, da quello delle modalità di interazione a quello dei vissuti emotivi suscitati o emergenti.

 È un progetto educativo in larga misura destrutturato, vincolato all’hic et nunc, ovvero alle verbalizzazioni dei soggetti, al materiale da essi prodotto. Si caratterizzano infine per il riferimento costante al gruppo come dimensione di vita sociale, come specchio di sé. 18

  Gruppo di studio/Lavoro di progetto/Autocaso: questi metodi si caratterizzano per la condivisione del proposito di ovviare a taluni inconvenienti propri dei metodi precedenti: in particolare all’estraneità e al basso coinvolgimento dei soggetti per quanto si riferisce al metodo dei casi, ed alla situazione di finzione propria di esercitazioni e simulazioni.

[segue…]

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[segue Gruppo di studio/Lavoro di progetto/Autocaso] Il proposito condiviso è quello di favorire un apprendimento maggiormente centrato sul soggetto sia rispetto ai processi attivati che ai contenuti.

Questo tipo di metodi si caratterizza per il fatto di favorire un apprendimento più concreto nei soggetti: sollecitano più elevati livelli di coinvolgimento in funzione della vicinanza e dell’interesse per i contenuti di lavoro e attivano percorsi di apprendimento complessi. I soggetti condividono controllo e responsabilità sugli obiettivi fissati e sui risultati raggiunti.

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  Gruppo di studio: lavoro di approfondimento di argomenti scelti dai soggetti e per i quali è richiesto di raccogliere materiali, organizzarli ed elaborare una relazione come sintesi del lavoro stesso

  Lavoro di progetto: riguarda la proposta di situazioni- problema di specifici reali contesti organizzativi, dove l’obiettivo consiste essenzialmente nella stesura di un caso, nella ricostruzione “dal vero” di tali situazioni-problema e dove sono previsti momenti di lavoro “sul campo” per l’acquisizione di dati e materiale informativo.

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 Autocaso: è un caso reale di uno dei partecipanti al progetto educativo ricostruito in aula secondo modalità di lavoro che richiedono l’acquisizione di strumenti concettuali di analisi, classificazione dei dati e la loro applicazione alla situazione in oggetto.

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METODI TRADIZIONALI: SINTESI

In queste metodologie si può definire un continuum da una posizione di esclusivo ascolto a forme e modalità di progressivo coinvolgimento del soggetto. Inoltre, la configurazione del progetto educativo nella forma tradizionale è condivisa da tutti: in senso univoco il riferimento è al setting d’aula. 23

 Outdoor Development (OdD)/ Outward Bound: si tratta di qualcosa oltre il confine, rappresentato dalle condizioni, dalle situazioni, dai problemi abituali di lavoro dei soggetti.

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  L’OdD è caratterizzato da:   Condizioni di apprendimento estranee ai soggetti e

prevalentemente del tipo “territori naturali”.   Condizioni di apprendimento che sono “compiti reali

legati a problemi reali per persone reali in campo reale e con vincoli reali”.

Le finalità del metodo sono quelle di proporre un percorso di apprendimento dalla realtà, ma in situazioni- limite che esigono un completo coinvolgimento del soggetto e in condizioni inabituali, tali da richiedere l’utilizzo di tutte le risorse del soggetto stesso, la ricerca e la sperimentazione attiva in assenza di punti di riferimento stabili e rassicuranti.

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  Outward Bound: si basa sul principio dell’utilizzo di tutte le risorse dei soggetti e della sfida intellettuale come tramite del completo sviluppo personale attraverso la scuola di sopravvivenza.

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Queste metodologie si caratterizzano per il “rompere” il confine dell’aula e della classe come riferimenti tradizionali del progetto educativo, attendendosi di “sbloccare” gli schemi in base ai quali i soggetti apprendono, (schemi abituali di apprendimento), divenuti rigidi e inefficaci all’apprendimento del nuovo.

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 La logica è: un gruppo, solo di fronte a problemi concreti può scoprire effettivamente che cosa è un gruppo.

  È l’emergenza della situazione a provocare l’emergenza del gruppo

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  Learning Community/ Autonomy Laboratory: l’apprendimento è favorito dalla costituzione spontanea di un gruppo di soggetti che reciprocamente si scelgono, condividono gli stessi obiettivi di apprendimento e l’intenzione di realizzare un progetto finalizzato.

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  Nella LC il progetto educativo è vincolato al principio che ciascun soggetto è responsabile dell’identificazione e della realizzazione dei propri obiettivi; agevola quindi lo sviluppo di un apprendimento significativo per il soggetto nel senso della guida alla piena autonomia.

  L’AL promuove un apprendimento all’autonomia e alla creatività attraverso il riconoscimento e l’utilizzazione da parte dei soggetti della molteplicità delle loro risorse personali. L’obiettivo primario è “apprendere ad apprendere”.

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In opposizione ai metodi tradizionali, questi metodi si caratterizzano per le loro finalità di apprendimento completo e al di fuori dei vincoli posti dal rapporto pedagogico: qui il docente ha il ruolo di coordinatore, di risorsa e di tramite per l’acquisizione di altre risorse.

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 Action Learning/ Joint Development Activities.

Sono caratterizzati da:   tentativo di ristabilire la circolarità cruciale tra

apprendere e agire;   ancoraggio del progetto educativo a problemi

concreti di lavoro;   sollecitazione di processi di apprendimento

complessi finalizzati a promuovere sapere tramite la rielaborazione e la scoperta originale (traguardi: sviluppo e consapevolezza);

  richiamo a modelli di apprendimento di tipo pragmatico, esperienziale e cognitivo.

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La finalità del progetto educativo è l’acquisizione della capacità di porsi interrogativi nuovi per affrontare situazioni nuove, anziché nell’acquisire

conoscenze già definite e consolidate: nel ricercare e ritrovare le vere domande anziché le risposte giuste.

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o  L’AL è definita soprattutto dall’assunzione di problemi reali (di lavoro e organizzativi) a cui cercare soluzioni, come contenuto del progetto educativo.

o  I metodi JDA orientano piuttosto i soggetti nel senso di cercare nuove idee finalizzate alla crescita, allo sviluppo, alla realizzazione di nuove opportunità in riferimento al ruolo ricoperto dai soggetti stessi nonché esplicitamente alla organizzazione coinvolta dal progetto.

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 Metodi riflessivi

Caratterizzati da:   centratura del soggetto a livello della più

generale area del sé;   distacco da precisi riferimenti concreti;

  recupero del campo dell’esperienza personale come rimando per l’auto-riflessione.

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Si ritrovano in quest’area due principali metodologie:

 Nella prima l’obiettivo educativo perseguito è quello di favorire una riflessione sulle modalità soggettive del conoscere e del costruire la conoscenza, quindi sviluppare una consapevolezza attraverso la ricostruzione di schemi rappresentazionali e mappe cognitive che presiedono all’esperienza soggettiva (Psicologia dei Costrutti Personali).

 La seconda comprende tecniche di meditazione e rilassamento, come la trascendental meditation e i seminari antistress. 36

RIASSUMENDO

Tutti i metodi emergenti si caratterizzano per il principio di rottura del setting di aula tradizionale, nel tentativo di ristabilire unità di apprendimento ↔ azione. Tutti puntano, anche se in modo differenziato, alla sollecitazione di processi di apprendimento complessi nel senso dell’orientamento al problema reale e del recupero della reale esperienza soggettiva.

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Tutti, infine, si propongono di attivare processi di “apprendimento dell’apprendimento”, puntando a conseguire sapere non solo inerente allo specifico problema, bensì ai principi soggettivi stessi che presiedono a tale conseguimento.

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FINE

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