Una sorgente d'acqua che zampilla per la vita

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E sperienze di V ita E sperienze di V ita Periodico della Comunità Piccolo Gruppo di Cristo n. 152 - anno XXXII Settembre 2011 ...una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.”(Gv.4,14)

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Si volta pagina - Con questo numero di EDV la redazione saluta gli appassionati lettori e va in pensione, lasciando il posto ai giovani della nuova redazione.È stata una esperienza davvero importante, a volte faticosa, ma sempre vissuta avendo in mente la comunione con i fratelli e le sorelle e con il desiderio di condividere esperienze di vita significative, perché vissute con e per il Signore. Ci auguriamo che abbiano dato frutti in chi le ha accolte, vissute e raccontate. Grazie della pazienza che avete avuto per i ritardi e per ... gli errori, nonostante una splendida équipe di correttori di bozze.E buon lavoro a chi subentra.

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EsperienzediVitaEsperienzediVita Periodico della Comunità

Piccolo Gruppo di Criston. 152 - anno XXXII

Settembre 2011

“...una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.”(Gv.4,14)

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4 La nostra missione nel Lavoro

7 Il 16 Maggio ho accompagnato...

8 Settimana di vita comunitaria a...

10 La vita comune è motivo di gioia cristiana

13 Una serata per Sabatino

15 Testimonianza su Sabatino

16 Una persona dalla faccia d'angelo

17 Le virtù di Sabatino

18 Omelia S.Messa di Suffragio

19 Chi sei Piccolo Gruppo ?

20 In cammino verso Santiago

22 Lettera da Cinzia e Rossano

24 Fin da piccolo...

29 Che cos'è la Pasqua…

30 La Bibbia e la .... forchetta

31 Carote, uova e caffè

32 È accaduto...

Sommario

Con questo numero di EDVla redaz ione sa lu ta g l iappassionati lettori e va inpensione, lasciando il postoa i g iovan i de l l a nuovaredazione.

È s t a ta una e sper i enzadavvero importante, a voltefaticosa, ma sempre vissutaavendo in mente la comunionecon i fratelli e le sorelle e con ildesiderio di condividereesperienze di vita significative,perché vissute con e per ilSignore. Ci auguriamo che abbianoda to f ru t t i i n ch i l e haaccolte, vissute e raccontate.Grazie de l la paz ienza cheavete avuto per i r i tardi eper … gli errori, nonostanteuna sp l end ida équ ipe d icorrettori di bozze.

E buon l avoro a ch isubentra.

Si volta pagina...

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Ciò che contraddistingue il laico non èsoltanto il lavoro; laico è chi è impegnatopiù in generale nella secolarità. Tutti ope-riamo nel secolo, a partire dai bambini,dagli adulti e dagli anziani, anche se nonhanno più un lavoro vero e proprio.Siamo secolari con attività diverse, maimpegnati a fare ognuno qualche cosa. Ilnostro impegno fino all'ultimo respiro,ognuno secondo le proprie forze e capa-cità, è quello di riconsacrare le realtàtemporali per liberarle dai guasti chestanno procurando gli egoisti, i prepoten-ti, quelli che vogliono guadagnare senzapreoccuparsi se stanno rovinando ilmondo. Già adesso il rapporto che dobbiamoavere con le realtà temporali deve esseredi rispetto, di benevolenza, perché rag-giungano il loro scopo e siano utili agliuomini. Non deve essere violentata laloro originalità: l'acqua pura è acquapura. Ogni situazione, ogni realtà, deveessere rispettata secondo la propria natu-ra. Noi siamo impegnati in questo. Ma in chemodo? In un modo cristiano, come Gesù.Perché anche i non cristiani lavorano,magari anche meglio di noi, ma il nostroimpegno mi sembra sia molto importante,quindi va valorizzato, meditato e anchevissuto. È importante prendere le cosedel mondo e, riconsacrandole, riconse-gnarle a Dio secondo la sua volontà,mediante il servizio che facciamo per lepersone. Per esempio, se io devo fare un lavoroper una persona, devo farlo nel migliormodo possibile perché questa personane abbia un beneficio, un benessere,

specialmente se è ammalata e priva diforze: quindi con il mio servizio lasostengo, evitandole preoccupazioni efatiche. Questo non è un impegnoqualsiasi! È importante ciò che faccia-mo, anche se a volte richiede sacrificioe difficoltà. Ed è per noi molto conso-lante sapere che qualunque cosa fac-ciamo, come la preghiera, è per ilSignore. Ed è altrettanto importante seanche tutte le realtà del cosmo cheusiamo sono messe al servizio nostroe dei nostri fratelli per poter fare inmodo che anche questo universo rien-tri nei nuovi cieli e nella nuova terra. Ecco perché si dice che c'è la preghie-ra pregata e la preghiera lavorata. Per-ché il lavoro, se lo faccio con l'intenzio-ne di dare gloria a Dio, diventa pre-ghiera. E questo deve avvenire sem-pre, anche mentre si lavora o neimomenti di svago, perché il mondo ele realtà del mondo abbiano a essereoneste, sincere, fruttifere e buone pertutti e ci aiutino a vivere meglio, insalute, senza sprechi, secondo il Van-gelo. Allo stesso modo dobbiamo avere ilrispetto per tutta la natura, ma ancheper il nostro mondo umano, per lecittà. In quest'ottica non può esseredimenticato l'utile, il guadagno perpoter vivere. Quindi mi devo anche darda fare per poter ottenere uno stipen-dio che sia adatto a ciò che faccio e dicui ho bisogno. In ogni caso dobbiamoimparare a valutare bene le cose,sempre secondo l'insegnamento delSignore. Se quello che guadagno èabbondante, è mio dovere distribuirlo a

4 Esperienze di vita

Il Fondatore

LA NOSTRA MISSIONE NEL LAVORO

(DESIO, 22 MAGGIO 2011)

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5Esperienze di vita

chi non ne ha. Non a favore di chi fa icapricci, non per chi si ubriaca, ma perquelle persone che hanno davverobisogno perché vivono in reali diffi-coltà. Vi accorgerete che diventando anzianisi hanno meno forze, quindi c'è piùbisogno dell'aiuto dei fratelli e dellesorelle: dobbiamo aiutarli ora secondole nostre possibilità, anche perchévogliamo che altri ci aiutino quandosaremo nella medesima situazione. Ricordiamoci che noi siamo chiamatiper vocazione a riconsacrare il mondoper riconsegnarlo a Dio e Dio accettaquesto nostro dono a lui quando lomettiamo allo stesso tempo al serviziodi tutti i nostri fratelli. Anche un gesto semplice e quotidiano,come il fare la spesa, è un tempo diriconsacrazione, di riconsegna, diobbedienza a Dio, e diventa un mezzocon il quale si esprime la mia vocazio-ne secolare e permetto al Signore disantificarmi per poter poi vivere la vitadi gloria e raggiungere quei nuovi cielie nuova terra, per cui già adesso io stolavorando. Tutti i cristiani collaborano a questo edebbono sapere ciò che fanno per ten-tare di farlo nel modo migliore, rispet-tando le leggi di ogni realtà perchéesse possano vivere la loro libertà, laloro natura in modo da poter essere sestesse e non violentate. Compito del-l'uomo è purificarle per quanto è possi-bile e riconsegnarle al Signore. Que-st'atteggiamento coinvolge non solo larelazione tra gli uomini, ma anchedegli uomini con gli animali, cherispondono a seconda di come li trat-tiamo e persino con le macchine, chenoi aggiustiamo e rimettiamo a posto. Il cristiano in ambito politico spesso

non sa come comportarsi, perché cisono dei limiti in tutti i partiti e nellepersone. Per decidere per chi votare,la mia riflessione l'ho fatta in questomodo, pensando a Betlemme, Naza-reth e Gerusalemme, all'esperienza diGesù, perché in televisione ho ascolta-to troppe bugie, falsità, interessi con-trapposti da tutte le parti. Voglio direche mi sono basato sul Vangelo e hochiesto allo Spirito Santo di illuminar-mi. Ancora una volta mi sono detto chevoglio fare la volontà di Dio e non lamia, anche perché non ho la capacità,l'intelligenza e la certezza di capiredove stia la verità. Cerchiamo di deci-dere secondo il Vangelo, anche se nonsiamo certi di non sbagliare. Non devo,come succede ai bambini, farmiinfluenzare dalla pubblicità di certi pro-dotti. Ricordiamo soprattutto chesiamo tutti fratelli, al di là della razza,della religione e dell'età. Non posso inquesti giorni non pensare che chi que-st'estate andrà al mare a nuotare, nuo-terà in un cimitero: quanti immigraticlandestini morti annegati, quantischeletri nel nostro mare!Come cristiani e consacrati facciamoattenzione a questo: quando si parladel Vaticano, non s'intende la Chiesa,ma piuttosto i palazzi, la città, lo Stato,mentre la Chiesa siamo noi! La Chiesaè il Papa, sono i Vescovi, siamo noi.Quindi noi siamo i responsabili dellaChiesa, perché la costruiamo, la por-tiamo avanti, attraverso le scelte chefacciamo, attraverso i nostri comporta-menti e i giudizi che esprimiamo.Anche tra i Vescovi ci sono tante idee,ma sono le idee dei Vescovi, mentreinvece è importante avere l'idea delVangelo di Gesù proclamato daiVescovi, anche se poi noi involontaria-

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mente possiamo anche sbagliare per-ché siamo creature fragili. In conclusione dobbiamo vivere allapresenza di Gesù, o meglio dentroGesù. Io quando ero lontano da Gesùfacevo fatica anche a fare i peccati,mentre oggi che cerco di essere tuttodel Signore, nonostante i miei errori,sono sempre sereno. È importante vivere con il Signore,quindi in sintonia e in armonia gli unicon gli altri, io dentro di lui e lui dentrodi me; la vita è bella, perché anche ledifficoltà che s'incontrano diventanoserenità in quanto mi sento con Gesùin croce. E se c'è lui, perché nonposso esserci anch'io? E se lui dice:"Perdona, perché non sanno quelloche fanno", perché non lo posso direanch'io? Tutto si può fare, ma deveessere lo Spirito Santo con la sua Gra-zia ad aiutarci. Non è merito nostro, èla Grazia del Signore.Gli anni aiutano, perché quando si ègiovani non si riescono a capire certecose e ci si mette sempre davanti atutti: conta quello che penso io, chedico io, che faccio io. "Papà e mamma

sono vecchi e non capiscono più nien-te", dicono i ragazzi e i giovani. Invececon il tempo che passa ci si rendeconto degli errori. Mi piace pensareche il Signore mi ha dato tanti anni percercare di migliorarmi. Io in questa etàsono felicissimo e sono proprio sere-no. I fratelli e le sorelle mi aiutano, iocerco di aiutare gli altri, ma l'importan-te è essere sempre sereni, al di là del-l'educazione e delle caratteristicheumane. Ciò che conta è quello che sta nelnostro cuore. E la serenità mi nascedal fatto che io ho l'esperienza che Diomi ama. Mi ama, ne ho la certezza.Non dubito dell'amore di Dio nei mieiconfronti e quando mi capita qualchedifficoltà non dico: "Perché a me que-sto?", ma gli chiedo piuttosto: "Conquesto, che cosa mi vuoi insegnare,che cosa mi vuoi dire?". Chiedo a luid'illuminarmi su questa realtà e suquesti fatti. Se adottassimo tutti questalinea, la nostra vita sarebbe diversa ecambierebbe in meglio!

Ireos

6 Esperienze di vita

Il Fondatore

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Il giorno 16 maggio ho accompagnatoIreos a Gallarate per l'incontro con ilCard. Carlo Maria Martini e ho avutola gioia di poter essere presente.Come sempre è stato molto interes-sante e sereno vivere l'incontro di dueanime in grande sintonia spirituale. Inquest'occasione mi sono reso contoche la salute del Cardinale era miglio-rata dall'ultima volta che l'ho visto. Egli ci ha espresso la sua gioia di averincontrato Benedetto XVI e di esserestato da lui abbracciato. Ci ha fattovedere le foto scattate in quella occa-sione.

Ha espresso un affettuoso augurio alGruppo attraverso queste parole e lasua benedizione:

"Sono molto contento d'incontrare ilvostro fondatore e voi lo seguiretecome lui vuole seguire Gesù Cristo. Viringrazio per quanto avete fatto, per lavostra ricchezza e la vostra generositàe ora per intercessione di Maria vibenedica Gesù Cristo.

Nel nome del Padre del Figlio e delloSpirito Santo". + Carlo Maria Martini

Personalmente ho ricavato da que-st'incontro l'esortazione a vivere fino infondo la mia vocazione di cui ho intuitola bellezza e la forza.

Sandro V.

7Esperienze di vita

In visita dal Cardinal Carlo Maria Martini

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Rendo grazie al Signore per il dono diquesta settimana di Vita Comunitaria,trascorsa a Fiumalbo, a cinque chilo-metri dal Passo dell'Abetone in provin-cia di Modena.Abbiamo sentito, dopo anni di attivapresenza, l'assenza di Nunzia, Incari-cata generale dell'Aspirantato, rimastaa Roma assieme al marito Francesco,per accudire il papà di lui, Ernesto,ritornato alla casa del Padre propriodurante lo svolgersi della settimana.Anche Elisabetta Cavaliere ha dovutorientrare a Roma per prendere parte aifunerali del nonno.Ci siamo spiritualmente stretti attornoalla famiglia Cavaliere con le nostrepreghiere di suffragio e con il nostroumano affetto.Gli aspiranti, come sempre, hannoripercorso le loro istruzioni, quest'annosul tema del "Padre Nostro" e hannocondiviso con i maestri dell'aspirantatolocale le loro "belle" riflessioni.Ho potuto constatare con gioia come ilSignore stia lavorando dentro di loro ecome li stia sempre più attirando a sèper farne un dono di vita umanizzata edi fede incarnata per le loro stessefamiglie e per la società intera.I ritmi di preghiera sono rimasti intensi,nonostante due famiglie di aspiranti euna famiglia di maestri locali dell'aspi-rantato avessero dei bimbi di pochimesi, uniti ad altri figli ancora piccoli.Le confessioni ed i colloqui sono staticome sempre delle belle occasioni perincontrare il volto amorevole del Padrebuono che ci accompagna e nonmanca di sospingerci, con il suo amore

misericordioso, lungo il cammino dellevirtù.Le famiglie hanno attuato per la primavolta delle modalità di incontro e orariper la preghiera più adatti al numerodei figli piccoli che avevano con sé.Nel numero dei figli e nella fedeltà allapreghiera ho visto un segno di profeziaper i nostri tempi. Mi ha commossovedere come si siano organizzati fra diloro, prendendosi cura dei rispettivibambini, durante l'adorazione notturnadella SS. Eucaristia.Una testimonianza fra di loro è suona-ta molto forte, quando un papà ha rac-contato che il suo cammino spiritualesi era un po' interrotto ed in cuor suonon avrebbe né voluto venire alla setti-mana, né fare l 'ora di adorazioneeucaristica.Svegliatosi alle due dellanotte si è sentito chiamato dal Signorea scendere in cappella e nel silenzioadorante è rimasto segnato nel profon-do e ha deciso di ripartire nel camminodi sequela del Signore con rinnovatoslancio.Diverse sono state le passeggiate fattedurante la sett imana e al sabatopomeriggio c'è stato pure un bagno inpiscina con acqua riscaldata per lagioia dei molti bimbi presenti (una tren-tina circa).Le modalità dei loro incontri sono statecentrate sulla Parola della liturgia delgiorno; notevoli gli interventi e corali letestimonianze.Gli incontri dei celibi ci hanno permes-so di renderci conto che nella Comu-nità stiamo vivendo una fase nuova. I giovani di allora che diventano anzia-

8 Esperienze di vita

Testimoni

Settimana di Vita Comunitaria a Fiumalbo31 Luglio -7 Agosto 2011

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ni e che vanno valorizzati come inter-cessori: gli anziani, infatti, nell'incontrocostante e silenzioso con Dio, possonodare linfa ai diversi rami vocazionalidel P.G.C.Molto personali e profondi sono statigli interventi di tutti i celibi.Un grazie di cuore a chi con tantoamore, passione e fermezza ha aiutatoi nostri bambini in un percorso spiritua-le a loro adatto. Un grazie a tutte lebaby sitter che si sono date con com-petenza e generosità.Alla fine come sempre, quando si stavicini al Signore e ci si relaziona conLui, si riparte contenti, con tanta vogliadi restargli fedeli e con tanta nostalgiadi Lui.Ho visto il nuovo di Dio avanzare e leistanze dei più anziani come unarichiesta di aiuto per predisporgli degliincontri più consoni con le loro forzeche vengono meno.Questa è la sfida che abbiamo di fron-te: innovare con cautela restandofedeli alle nostre radici ed essereautenticamente caritatevoli con quantinel passato ci hanno edificati con laloro fede e hanno speso la loro vita per

noi.I canti durante le celebrazioni eucari-stiche sono stati travolgenti e curatidalla Comunità di Treviso; l'anno pros-simo attendiamo quelli della Comunitàdi Roma.Don Pierpaolo non si è risparmiato: ilSignore certamente lo ripagherà con lacopiosità dei suoi doni lungo tutto ilnuovo anno pastorale.Ireos non ha mancato di starci accan-to con tutto il suo grande amore pater-no.Nel corso della settimana c'è statopure l'incontro tra il R.G. ed i responsa-bili locali, preceduto dall'adorazioneeucaristica. Come sempre è stato unmomento di forte comunione con ilSignore e tra di noi che edifica tutta laComunità.

La rappresentazione teatrale di "Saba-tino - un profeta minore del nostrotempo" ha concluso in bellezza ilnostro stare insieme.

Giancarlo B.

9Esperienze di vita

Fiumalbo giornate di vita comuunitaria - gita all’Abetone

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"Ecco quanto è buono e quanto èsoave che i fratelli vivano insieme!"(dal Sal 133).

"Tutti insieme mettiamoci sul monte adascoltare Gesù, che ci parla delle bea-titudini. Restiamo attenti per poteraccorgerci che sono ancora parolenuove, azioni non realizzate. Nel gran-de silenzio interiore possiamo trovareun cuore nuovo, capace di regalareamore di misericordia, di pazienza, diaccoglienza ..." (2008 - Ireos DellaSavia da: Nuovo inizio).

Tutti insiemePensando alle prime settimane aspi-ranti del Gruppo, abbiamo ringraziatoil Signore e pregato per Fiorenzo,perché tanti anni fa era stata sua l'i-dea della "settimana aspiranti". Era l'i-nizio, i fratelli e le sorelle che parteci-pavano erano tutti giovani, pieni digioia e di entusiasmo, desiderosi diincontrare il Signore e di scoprire laloro vocazione attraverso la formazio-ne e la preghiera e un cammino percercare di vivere le virtù evangeliche.Erano i tempi anche di Sabatino Jefu-niello. Giovane semplice, per il quale èstata avviata la fase diocesana del pro-cesso di beatificazione,"uno di quelliche non parlano molto, ma che vivonoseriamente la vita evangelica".Quest'anno sia i bambini che gli adultihanno rivissuto la sua vita e le sueopere di carità attraverso uno spetta-colo teatrale, con la regia di FrancoMantega, che ha riscosso moltiapplausi e anche divertimento (per leparti anche in dialetto trevigiano eromano ) e sicuramente il "sorriso" di

Sabatino che ci guardava dal cielo.Ho un bellissimo ricordo delle mie set-timane aspiranti, a Padola sulle Dolo-miti: all'alba le montagne si coloravanodi rosa. La casa era molto bella ( sem-brava un castello) ed era in autoge-stione; noi aspiranti guidati da Gabriel-la ripercorrevamo il cammino di forma-zione dell'anno attraverso due incontrigiornalieri e tanta meditazione perso-nale e silenziosa.In cucina, ricordo, c'erano cuochieccezionali : Massimo Marchi e Dona-tella, mentre lavoravano per farcigustare pietanze squisite e dolci indi-menticabili, ascoltavano attraverso unmicrofono i nostri incontri .Noi aspiranti collaboravamo facendole pulizie . Le famiglie di "effettivi" face-vano il servizio di babysitter per i figlidegli aspiranti sposati. Molti erano ibambini e per loro era un momentostraordinario e di grande gioia potergiocare tutti insieme nel grandissimoprato che circondava la casa e ancheper le bellissime passeggiate in monta-gna." Egli vuole incontrarci in un modototalmente nuovo, perché "le cose diprima sono passate " (Ap 21,4 ) e Luista preparando per noi le nuove" (lette-ra del 4 maggio 2011 del Responsabi-le Generale Giancarlo, per la settima-na comunitaria).Questa premessa èper introdurvi all'importanza e raccon-tarvi la settimana comunitaria 2011:aspiranti, famiglie, persone in ricerca ecelibi per il Regno.Se un solo incontro del fratello con ilfratello procura tanti motivi di gioia,quale inesauribile ricchezza procura ilvivere una settimana di vita comunita-

10 Esperienze di vita

Testimoni

La vita comune è motivo di gioia cristiana

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11Esperienze di vita

ria?" Si dimentica facilmente che la comu-nione cristiana è un dono di grazia delRegno di Dio, un dono che ci puòessere tolto... un'anticipazione per gra-zia delle cose ultime se è data la pos-sibilità di vivere già qui in comunionevisibile intorno alla Parola di Dio e aisacramenti...Apparteniamo gli uni agli altri solo pere in Gesù Cristo. Dio ha voluto checercassimo e trovassimo la sua Parolaviva nella testimonianza del fratello, inbocca ad uomini. Per questo il cristia-no ha bisogno degli altri cristiani chedicano a lui la Parola di Dio, ne habisogno ogni volta che si trova incertoe scoraggiato; da solo infatti non puòcavarsela, senza ingannare se stessosulla verità. Quindi è chiaro lo scopodella comunione dei cristiani : si incon-trano gli uni gli altri come latori delmessaggio di salvezza.In questo senso Dio fa in modo che sitrovino insieme e dona loro la comu-nione.Fra gli uomini c'è conflitto. Egli è lanostra pace. Solo in Gesù Cristosiamo una cosa sola, solo per suomezzo siamo reciprocamente legati."(D. Bonhoeffer)Anch'io sono arrivata alla settimanamolto debole, perché reduce da unaforte influenza e anche un po' scorag-giata. Mi sono subito accostata alsacramento della confessione (ancheper chiedere l'indulgenza di San Fran-cesco) e ho subito ricevuto conforto ela grazia della speranza, doni chehanno favorito la comunione con i fra-telli."Dalla misericordia di Dio verso di noiapprendiamo la misericordia nei con-fronti dei nostri fratelli. Ricevendo ilperdono, siamo resi pronti al perdono

dei fratelli. Ciò che Dio ha fatto a noi,ora lo dobbiamo ai fratelli. Solo permezzo di Cristo ci sarà comunione trame e l'altro" (D. Bonhoeffer).Al mattino, nella casa Villa MariaImmacolata di Fiumalbo (Modena), sisvolgevano gli incontri degli aspirantisul Padre Nostro, degli sposi con lameditazione della Parola in prepara-zione all'Incontro mondiale delle fami-glie che si svolgerà a Milano nel 2012,dei celibi sulla vita mistica.Il pomeriggio abbiamo fatto delle visiteculturali in paese, anche con unagustosissima merenda con gelato oyogurt con mirtilli freschi, la visita adun Caseificio dove abbiamo acquistatoun ottimo formaggio, delle passeggiatein montagna con picnic e polenta e,per i più sportivi, impegnative salite incima ai monti, e l'ultimo giorno in pisci-na per la gioia di tutti i bambini.I bambini, numerosi e anche molto pic-coli, erano amorevolmente seguiti daLetizia e da alcune ragazze, che svol-gevano il servizio di babysitter. Le giornate iniziavano alle 7,30 con lelodi mattutine (8,30 per le famiglie), laSanta Messa quotidiana, la silenziosameditazione personale, il Santo Rosa-rio insieme lungo le vie intorno allacasa e la compieta.Abbiamo adorato Gesù Eucarestiatutta una notte fino al mattino, facen-do i turni e puntando la sveglia pernon mancare .La sera ci trovavamo in salone per ledanze e i giochi divertentissimi orga-nizzati da Giovanni Tonello e Mara.Una scorpacciata di risate.Ringraziamo tutti i fratelli e sorelle checon il loro servizio umile e nascostohanno collaborato a rendere la setti-mana molto serena, Don Pierpaolo esoprattutto Giancarlo per le sua "insi-

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stente" preghiera .Ed ora, scesi dal Monte, "dobbiamoascoltare attraverso l'orecchio di Dio,se vogliamo imparare a parlare attra-verso la sua Parola e ad essere prontialla disponibilità e all'aiuto concreto." " Portate gli uni i pesi degli altri e cosìadempierete perfettamente la legge diCristo " (Gal 6,2)"Quindi la legge di Cristo è una leggedel "portare". Portare è sopportare. Ilcristiano deve portare il peso del fratel-lo. I l peso dell 'uomo è stato cosìpesante anche per lo stesso Dio, cheha dovuto soccombervi sulla Croce."(Bonhoeffer)Sosteniamoci reciprocamente e quoti-dianamente con la preghiera di inter-cessione.Saldi nella Fede e radicati in Cristo ,"se camminiamo nella luce, come Eglistesso è Luce , noi siamo in comunio-ne scambievole". Pietre di un mosaicodi luce.

Rosalba B.

bibliografia : "Vita comune" di DietrichBonhoeffer.

12 Esperienze di vita

Testimoni

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Non basta una cronaca per spie-gare che cosa è stata la serata del21 maggio scorso organizzata perSabatino a Peschiera Borromeo,alle porte di Milano. E' stata indet-ta da l l a Comun i tà pas to ra le d iPeschiera e Mediglia, portavoce ilparroco don Renato Bettinelli, manoi del Piccolo Gruppo di Cristol'abbiamo di fatto voluta e realiz-zata, pregandoci sopra, perchéc red iamo che i l nos t ro f ra te l l oSabatino Iefuniello sia stato dav-vero, come lo ha definito il Cardi-nal Martini, un umile e profeticosegno della presenza del Signorenella Milano degli Anni 70 e 80.La ch i amavano l a "M i l ano dabere" per il benessere diffuso rac-contato dal la tv, ma i cosiddett ibarboni non avrebbero avuto néun riparo dal freddo né un pastocaldo se non fosse stato per fratelEttore e Sabatino, ideatori genialidei primi grandi ricoveri notturni. Saba t i no è na to a Sa rno i l 19dicembre del 1947 e morto prema-turamente a Milano, i l 30 agosto1982 . Aveva 34 ann i , ogg i neavrebbe avuti 64, e nel 2012 nesaranno trascorsi trenta dalla suanascita al cielo. Chissà che cosaavrà combinato e combina lassù"l 'uomo invisibi le", come l 'hannodefinito in un video inedito i suoiamici senza fissa dimora? Mons igno r G iovann i Ba l con i ,Postu la tore de l la sua Causa d iBeatificazione, che la sera del 21non ha potuto veni re ma c i ha

mandato un suo scritto, sostieneche Sabat ino ha già compiutoprodig i ma non ancora miracol idefinibili tali dalla scienza medica.E allora la sua causa, nonostantela r icchezza del le test imonianzesulle sue virtù eroiche, si è ferma-ta. Per il momento. Forse perché non lo preghiamo asu f f i c ienza , r i sch ia d i essered iment ica to da i p iù , cos ì comenon s i f aceva pe r nu l l a no ta requand'era in mezzo a noi? E' unadomanda legittima, anche se puòappar i re ingenua. Conoscer lo ,pregarlo e farlo conoscere: eccoil motivo della serata del 21 mag-gio, voluta con grande convinzio-ne da Franco Mantega che giàqualche anno fa aveva raccol toalcuni episodi della sua vita in untesto teatrale, "Processo a Sabati-no, profeta minore", portato inscena in forma ridotta e con la suaregia il 21 maggio scorso. La serata infatti ha avuto il suomomento centra le nel la rappre-sentazione teatrale che ha visto lapartecipazione, eccezionalmentein veste di attori, di una decina trafratel l i e sorel le del la Comunitàvisibilmente emozionati. Hanno ricoperto i ruoli di una "giu-ria popolare", di Sabatino, di donLuc i ano De Nada l , d i I r eos ,Augusto e di Gabriella, ma anchedi un giornalista, un giudice, unpubblico ministero e di un avvoca-to d i fensore. Nel la f inz ione de ltesto infatti Sabatino viene accu-

13Esperienze di vita

Un fratello del Piccolo Gruppo, celibe e consacrato prestato ai più poveri

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sato e poi assolto da una serie direati ipotizzati, quali l'ubriachezzamolesta , i l danneggiamento d iparte di un edificio, la partecipa-zione a una setta segreta, pretestinarrativi per raccontare la sua sto-ria. V i ch iedere te “Com'è anda to l ospettacolo?” Bene, se si considerache doveva essere rappresentatonel l 'orator io , dove tut to era g iàstato a l lest i to, e invece un'oraprima si è saputo che avevamo adisposizione solo la grande chiesadel la Sacra Famigl ia, simi le performa e dimensioni al primo rico-vero in Stazione Centrale." Unoscherzo di Sabatino", ha commen-ta to a ca l do F ranco Man tega .Per giunta c'era un solo microfo-no che abbiamo dovuto passarcidi mano in mano. Nella serata èstato proiet tato un v ideo con lefoto e la biografia di Sabatino e ilpubblico ha potuto ascoltare qual-che test imonianza d i ch i lo haconosciuto. Alcuni giornal i del lad i oces i e de l l a zona avevanoriportato l'iniziativa, ma la parteci-paz ione ha avu to un ca ra t t e refamigliare: di Sabatino c'erano lasorella Filomena e il nipote Fran-cesco,insieme ad una rappresen-tanza delle tre Comunità lombardecon amic i e parent i , un p icco logruppo di parrocchiani di Bettola eMediglia, e una significativa pre-senza d i suore Cami l l iane e d idonne ospiti di Casa Betania, gui-date da suor Teresa Mart ino, lacontinuatrice dell 'Opera di fratelEttore. Quest'ultima ci ha mostratoun video, da loro realizzato, constralci di lettere di "barboni", arri-

vate dopo la morte di Sabatino eraccolte dalle suore e le immaginidella traslazione delle sue spo-glie, dopo il funerale, nella Cap-pe l la de l la Verg ine d i Fat ima aSeveso (MI). E' stato un momentosignificativo, così come l'interven-to del nipote di Sabatino, e la pre-ghiera guidata da don Luciano DeNadal, in cui per intercessione diSabatino e la materna protezionedella Vergine Immacolata, abbia-mo ch ies to la guar ig ione d i unammalato. L'impressione è che siastata la prova generale di uno opiù avvenimenti, tutti ancora daorganizzare e da vivere.

Vilma C.

Per conoscere meglio Sabatinovi consigliamo due libri:- Saba t ino - D iscepo lo de lbuon samaritano di Giovanni Bal-coni, editrice Ancora.- Sabatino - Un profeta mino-re del nostro tempo, a cura delPiccolo Gruppo di Cristo, edizioniCittà sul Monte.

14 Esperienze di vita

In memoria

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In occasione dello spettacolo su Saba-tino dello scorso maggio preparato daFranco Mantega avevo dato la miadisponibilità a esporre una personaletestimonianza su Sabatino; poiché, permancanza di tempo, ciò non avvennemi è stato ora chiesto di scriverla e, intutta sincerità devo dire che la primareazione non è stata positiva stante lamia difficoltà e lungaggine a metterenero su bianco. Ma, subito dopo, ho interpretato que-sto invito come se esso provenissedirettamente da Sabatino e, comeormai noto, a lui non si riusciva a diredi no e pertanto…..La prima testimonianza la pesco negliultimi anni settanta in un freddo sabatomattina d'inverno.Sabatino mi aveva chiesto se potevoaccompagnare un suo amico (che dor-miva sulle panchine di piazza Emilia)ad Abbiategrasso (se mi ricordo benela località) in quanto bisognoso di curecon ricovero ospedaliero.Arrivati a destinazione e prima di salu-tarci Sabatino ha voluto offrire a me eal suo amico qualcosa di caldo in unbar. Al momento di saldare la consu-mazione, con mia sorpresa, l'amico,che certo di suo non navigava nell'oro,ha preteso di pagare lui e Sabatino,con molta umiltà, ha lasciato faredando a quest'uomo la soddisfazionedi sentirsi uno di noi e non un pezzen-te emarginato.Questo fatto mi ha fatto e mi fa ancorapensare che ogni uomo ha la suadignità e che noi dobbiamo rispettarlae dare a lui la possibilità di esternarlacome può, anche quando la "logica delben pensare" ci porta a concludere

che c'è un abisso fra noi e lui.L'altra testimonianza mi porta al giornodel mio matrimonio, pochi mesi primache Sabatino terminasse la sua vitaterrena.Quel giorno, un sabato pomeriggio,insieme a tanti amici del Gruppo erapresente anche Sabatino. Terminata lacelebrazione liturgica tutti ci siamo tra-sferiti in un salone dell'oratorio doveera stato preparato un rinfresco a basedi pasticcini, pizzette, salatini,…..e l'im-mancabile torta.Dopo circa un'ora Sabatino mi si avvi-cina e mi dice che deve andare daisuoi amici alla stazione Centrale e michiede, visto che i presenti non "assal-tano" più i tavoli, se può portare a loroil cibo rimasto così che anche loro pos-sano far festa. Alla mia risposta affer-mativa rapidamente raccoglie tuttoquello che può (in pratica tutto) e spa-risce; e qualcuno ci rimase male per-ché pensava di assaggiare ancoraqualcosa.Sabatino sapeva vivere e godere deimomenti di festa ma il suo cuore nondimenticava mai gli amici emarginati equando era l'ora correva da loro e, sepossibile, non a mani vuote.Noi quando festeggiamo il più dellevolte pensiamo solo a noi e al nostrogiro di amicizie dimenticandoci degli"ultimi", Sabatino mi ha fatto vedereche è possibile condividere con ilpovero e l'affamato il pane come ciinsegna la Bibbia.

Enzo M.

UNA TESTIMONIANZA PERSONALE

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16 Esperienze di vita

Leggendo l'articolo di Enzo sulla sera-ta dedicata a Sabatino, mi sono rico-nosciuto anch'io nel desiderio di rac-contare una piccola esperienza chepoi non ho detto per motivi spazio tem-porali.Ho impresso nella mia mente duericordi di Sabatino.Il primo. Lavoravo in un'Agenzia di unabanca nel centro di Milano e con lamia scrivania davo le spalle a unavetrata che s'affacciava sulla strada. Apochi metri da me, proprio a livellostradale, c'erano il marciapiede e lafermata del tram. Sento bussare alvetro, mi giro e vedo Sabatino chetimidissimamente mi fa un cenno disaluto. Lo invito ad entrare ma lui negacol capo, quindi esco per andargliincontro ma lui è già sparito!Troppa la sua timidezza, ma soprattut-to la voglia di non disturbare….Il secondo episodio sta invece a dimo-strare quanto in fondo tanto timido nonfosse quando c'era di mezzo qualcosad' importante.Sabatino, come spesso faceva quandoaveva bisogno dei fratelli della Comu-nità, mi telefona per chiedere un "pas-saggio" per portare il pentolone di cibodal rifugio di via Sammartini in vialeOrtles.Una volta arrivati a destinazione, i suoi"amici" gli si fanno attorno, lo aspetta-no come la manna, ma lui con unacalma indescrivibile si appresta a direcon loro una decina o più del rosario:qualcuno lo recita convinto, altri stannozitti sbirciando il pentolone, ma lui conla sua "faccia d'angelo" li convince cheprima è utile ringraziare il Signore e

nutrirsi anche in quel modo.Mi ricordo che poi qualcuno alza lavoce... c'è qualcosa che non va, ho unattimo di preoccupazione, poi vedoche Sabatino lo prende in disparte, simette una mano in tasca e gli dà unabanconota… Aveva capito che conquel gesto avrebbe ben gestito unasituazione rischiosa.Ricordo con precisione cosa c'era inquel pentolone: insalata, pasta, pane,verdure, e il tutto mescolato, che avederlo non era certo invitante: forseè quello che in campagna viene prepa-rato per gli animali della fattoria…Eppure nessuno come Sabatino, quelpersonaggio dalla faccia d'angelo, eracosì atteso….

Renato R.

In memoria

QUEL PERSONAGGIO DALLA FACCIA D'ANGELO

Al matrimonio della sorella Filomena

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17Esperienze di vita

Ho ricevuto in regalo "Perché è santo",il libro su Giovanni Paolo II, scritto dalpostulatore della sua causa di beatifi-cazione, in cui noi possiamo scoprirela vita e il cammino verso la santità diquesto Papa. Il titolo del capitolo"Tutto con lo sguardo della fede" mi hamolto colpito e mi ha fatto pensare aSabatino. Mi sono resa conto che que-ste parole sono assolutamente adatteanche al nostro carissimo Sabatino edicono con sincerità come è stata vis-suta la sua vita.Tutto con lo sguardo della fede: il suoimpegno costante, continuo e gratuitoverso gli ultimi dimostra che non avevadubbi, anche se con umiltà riteneva diessere piccolo, fragile e incapace nel-l'esprimere tale virtù. Aveva fede inGesù, si affidava a lui. Il Signore eral'artefice di quanto Sabatino con le suemani faceva. Qualunque difficoltà eranelle mani del Signore, che conoscevala strada da percorrere e gli permette-va di individuare senza problemi il per-corso da compiere, le cose da fare.Per questo non si fermava davanti anulla quando individuava una neces-sità che l'amore-carità verso gli altrimetteva in evidenza.La sua carità era ai massimi livelli. Larelazione con l'altro non era alterata o

limitata dall'odore, dalla sporcizia, dallavillania, dagli insulti, dal rifiuto, dal giu-dizio. Semmai questi aspetti, legati allarealtà di povertà e di miseria non solomateriale che incontrava, erano doni,erano regali che l'amore di Dio glifaceva scoprire e che lui accettavacome fossero sempre un segno di pre-dilezione, di una festa quotidiana chesi può vivere solo quando ci si incontracon l'Amato!E la speranza era per Sabatino la cer-tezza che sempre i problemi potevanoessere risolti aprendo gli occhi verso ifratelli, chiedendo aiuto senza fermarsidavanti a qualche borbottio più o menovelato, a qualche rifiuto. Chi speradavvero non si preoccupa delle reazio-ni degli altri, ma con determinazioneinsiste, promettendo con convinzioneun grande "salario": l'amore di Dio chesa ricompensare con generosità e nondimentica mai il bene fatto.Ecco perché si può dire che Sabatinoha vissuto in pienezza le virtù! Non hascritto trattati, non ha fatto conferenze,ma le ha trasformate in vita, in concre-tezza, in fatti animati dalla sua fiduciaassoluta in Colui che tutto può, chenon guarda se sei grande, potente eperfetto, ma che ti ama totalmente e tiprende come sei per trasformarti comevuole lui: un piccolo, grande santo,forse apparentemente senza arte néparte, ma ricco di amore assoluto perGesù e per il prossimo. Un testimonecredibile di una vita vissuta secondo ilVangelo!Per questo noi possiamo dire nelnostro cuore: "San" Sabatino, pregaper noi e aiutaci a farci santi!

Donatella B.

LE VIRTÙ SECONDO DIO VISSUTE DA UN UOMOTUTTO CON LO SGUARDO DELLA FEDE

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Il 30 Agosto la comunità lombarda haricordato il 29mo della salita al cielo diSabatino con una messa di suffragiopresieduta da Don Luciano nella par-rocchia S.Maria del Suffragio.Ecco uno stralcio della sua omelia.

"La vita di Sabatino ci richiama all'a-more. Come ha fatto questo nostro fra-tello a rimanere nell'amore di Dio?Cercando di vivere in obbedienza aquesta parola nella povertà e nellapurezza di cuore. Facendo parte dellaSan Vincenzo, ha sperimentato l'espe-rienza di vivere per gli ultimi e haincontrato il PGC, comunità di personeconsacrate al Vangelo e al servizio aipoveri. Sabatino non ha scritto libri,ma il libro della sua vita è nato giornodopo giorno con le sue scelte esisten-ziali, con la testimonianza alla caritànel suo incontro quotidiano, pieno dimisericordia con i poveri. In qualche

modo la vita scompare, ma quello cherimane sono le opere della carità, cheè il Vangelo vivente, che è incontrarela misericordia del Signore per assa-porare la nostra povertà, che diventaricchezza quando ci si mette al servi-zio degli ultimi. Lui ha vissuto l'aposto-lato incontrando Cristo nel dare sestesso agli altri. Con coraggio ha portato avanti la suapassione per Gesù anche quando, invia Ortles, annunciava Cristo ai musul-mani, ai non credenti, anche attraversola mensa per i poveri, coinvolgendopersone.Sabatino è stato uno capace di viverela fede nella fedeltà e nella povertà eoggi parlare di povertà concreta acqui-sta un carattere profetico, è un caratte-re scolpito sulla roccia granitica dellavocazione cristiana".

18 Esperienze di vita

Omelia S. Messa di Suffragio

In memoria

S.Maria del Suffragio.

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19Esperienze di vita

Di fronte all'urgenza di una presenzadel Vangelo nel cuore della famigliaumana, siamo coscienti della spropor-zione esistente tra il nostro PiccoloGruppo e i vasti orizzonti che si apro-no col nuovo millennio.Chi sei Piccolo Gruppo?Uno strumento d'efficacia? No. Mai.Per bello che sia.Saresti un gruppo d'uomini e donne,riuniti da uno stesso carisma per esse-re umanamente più forti, in vista direalizzare il proprio progetto? Neppu-re.Vivremmo allora la comunione spiritua-le per stare bene assieme?No. Se il Gruppo avesse in se stesso ilsuo scopo, indurrebbe a crearsi deipiccoli nidi. Essere felici insieme?Certo che sì, ma nell'offerta dellenostre vite.Chi sei, Piccolo Gruppo sparso in alcu-ne città italiane?Una parabola di comunione, un sem-plice riflesso di quell'unica comunioneche è il Corpo di Cristo, la sua Chiesa,e grazie a questo anche un fermentoin mezzo alla famiglia umana. A che cosa sei chiamato?Nella nostra comune esperienza èpossibile avanzare solo riscoprendoancora e sempre il miracolo dell'amo-re, nel perdono quotidiano, nella fidu-cia del cuore, in uno sguardo di pacerivolto a coloro che ci sono affidati…Se ci si allontana dal miracolo dell'a-more, tutto si perde, tutto si dissipa.Piccolo Gruppo, quale può essere ildesiderio di Dio per te?

Essere reso vivo grazie alla vicinanzadella santità del Cristo e all'impegnodi provare ad esserlo anche noi, aiu-tando altri a diventarlo.

(tratto da uno scritto di Frère Rogerper la sua comunità di Taizé …e adat-tato per il PGC)

CHI SEI, PICCOLO GRUPPO ?

Frère Roger

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20 Esperienze di vita

"Noi siamo dei pellegrini, la nostraunità è un lungo cammino, dallaterra verso il cielo"

(da una lettera di V.Van Gogh asuo fratello)

"Cammina sempre. Benchè lenta-mente, farai sempre del cammino."

(S.Francesco di Sales)

Dal 1987 il Cammino di Santiago èdenominato dal Consiglio d'Europa,"primo itinerario culturale europeo" edal 1993 è incluso dall'Unesco nellalista dei beni ' Patrimonio dell'umanità'.È la più giovane tra le vie della fede,ma fin dall'origine ha avuto una forzad'attrazione tale da divenire, nel Xsecolo, il pellegrinaggio dell'Europaintera in cammino verso l'estremooccidente. È un percorso conosciuto eamato da tantissime persone anziane,adulte e giovani,un viaggio alla ricercadi se stessi e di ciò che è autentico. IlCammino ha avuto un notevole svilup-po dal 1982, dopo la visita a Santiagodi papa Giovanni Paolo II.Chi ha avuto come me la fortuna dipoterlo percorrere, anche solo per untratto, resta davvero affascinato daigrandi orizzonti del camminare tracampi di cereali, altipiani di variedimensioni, piccoli paesini ricchi disilenzi, di religiosità antica, di umanitàsemplice che si inchina e riverisce ipellegrini di ogni razza e nazione cheattraversano i loro cortili per arrivarealla cattedrale di Santiago dopo200..400.. 800 km.Scrivere, dopo più di un mese, alcune

risonanze di questo cammino percorsoper 240 km con un'amica è per me farmemoria di alcune riflessioni svoltedurante quei giorni e nell'immediatoritorno a casa. "Trovare un senso al camminare

molte ore al dì: 20-25 km sotto i lsole/la pioggia, portando ogni giorno lozaino del proprio bagaglio, che giàdopo 3-5 giorni senti che inizia a pesa-re troppo.. Certo, il senso immediato èarrivare alla meta che ti sei dato, èessere fedele ai tuoi progetti, è volerarrivare a piedi in un luogo santo per latua fede, in continuità con il camminodi milioni di pellegrini in quasi milleanni di storia.Mentre cammini in silenzio, pensi,

rifletti, preghi, affidi al Signore i tuoiaffetti lontani, le tue fatiche, i tuoi falli-menti e hai ore di tempo. Mentre liberida te tanta vita, ammiri la natura e leopere dell'uomo attorno a te e... lodi ilCreatore, canti, gioisci, ti senti piccolodavanti a tante grandezze, come lecattedrali gotiche di Burgos, Leòn,Astorga.. i ponti romanici, i piccolipaesi, costruiti lungo il sentiero dei pel-legrini verso Santiago.Far memoria dell'impegno chiesto e

vissuto nel cammino di Santiago è perme oggi da un lato ringraziare il Signo-re dei tanti doni ricevuti (la salute, ilnon aver mai preso la pioggia, la bellaintesa con la mia compagna di viag-gio..) e dall'altro rivolgermi verso lepiccole e grandi mete del cammino diogni giorno. Come il percorrere a piedi5 km il fine settimana per andare amessa nella cattedrale della mia città(invece che andarci in auto) e privile-

IN CAMMINO

In cammino di conversione

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21Esperienze di vita

giare il camminare rispetto all'utilizzodell'auto, ogni volta che ciò è possibile,ricordando che senza lo zaino in spallaè facilissimo... Per me, cristiana econsacrata, la meta di ogni giorno ènon venir meno al camminare "dentrodi me", ad ascoltare, ad aprirmi, afidarmi, a cercare di resistere alle diffi-

coltà quotidiane, senza cambiar stra-da, nè togliermi lo zaino.È impegnarmi a vivere nella luce ealla presenza di Dio, fedele compagnodi cammino, che mai ci abbandona.

Lucia N.

In cammino di conversione

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22 Esperienze di vita

Carissimi amici e fratelli,voi non sapete che bello ricevere levostre mail! E' proprio vero che quando non c'è lavicinanza fisica, c'è maggior bisogno direstare in contatto e di sapere che ifratelli ti pensano e si ricordano di te.Anche con il Signore dovrebbe esserecosì no? Non potendo godere per ilmomento della vicinanza fisica, abbia-mo più bisogno della vicinanza spiri-tuale!Grazie a Dio noi stiamo bene. Il primo periodo di ambientamento èpassato. Siamo entrati nella vita dellafraternità, con i suoi ritmi e con le suedinamiche interne, conosciamo un po'di più la lingua spagnola, anche se avolte capiamo pan per polenta e altrevolte pensiamo di dire una cosa ediciamo tutt'altro, i ragazzi si sonoinseriti nella nuova scuola, anche senon con poche difficoltà all' inizio,abbiamo preso confidenza con leresponsabilità che ci sono state affida-te, stiamo abituando i nostri occhi apanorami di indigenza, di sporcizia, didisumanità e stiamo abituando ilnostro cuore ad amare la povertà, aintravedere Cristo che soffre in questagente povera, ed in particolare neibambini che vengono assistiti dal“Movimento dei missionari servi deipoveri el Terzo Mondo”.Si tratta di bambini e bambine chesono i più poveri dei poveri della cittàdi Cuzco. Vivono in una stanza fattacon mattoni di fango e paglia, il pavi-mento è di terra battuta. Spesso nonhanno luce, nè acqua. Il tetto è dilamiera e per finestre hanno dei teli di

nylon. Dormono tutti insieme, perterra, o quando sono fortunati anche in3/4 per letto.Spesso il papà non c'è, perchè haabbandonato la famiglia, oppure va eviene. Quando c'è è spesso ubriaco.Non mancano violenze e abusi. Lapromiscuità è diffusa.A questi bambini il Movimento offre lapossibilità di studiare fino ai 18 anni, inmodo da dare loro una possibilità diriscatto; dà loro da mangiare (colazio-ne e pranzo), aiuta in vari modi lafamiglia, insegna la pulizia e il rispettodella persona, ma soprattutto, fa cono-scere Gesù.Il bambino viene accolto nel Movimen-to con tutta la sua famiglia, alla qualeè richiesto, come unico prezzo dapagare, l'impegno di iniziare un cam-mino di Fede, per conoscere Dio, perconoscere i sacramenti e per viverli.E' proprio vero che ci sono masse digente, che vivono nell'ignoranza di Cri-sto e nell'ignoranza dei sacramenti. Lapovertà, impedisce loro l'accesso allaminima istruzione e, se non è vissutanella Fede, la povertà è disperazione,lotta per la sopravvivenza, corsa con-tro l'altro per accappararsi un pezzo dipane.Nel Movimento questi bambini posso-no sperimentare che qualcuno li ama,si preoccupa per loro, si prende curadi loro e della loro famiglia. Questoqualcuno è Gesù, che opera attraver-so le nostre mani, i nostri occhi, lenostre spalle, il nostro cuore. E comedice la preghiera del cammino, pre-ghiamo che attraverso la nostra umilee fedele presenza, questi bambini e le

Lettera da ...

Condivisione

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23Esperienze di vita

e fedele presenza, questi bambini e leloro famiglie possano incontrare Lui.Meditando del perchè siamo qui

(resta pur sempre un mistero), abbia-mo compreso che non è certo per inostri meriti, tanto meno per il nostrocoraggio. Il Signore ci ha voluto porta-re qui, perchè abbiamo bisogno, più dialtri, di un'autentica conversione. Noisiamo tra quei malati per cui il Signoreè venuto...probabilmente siamo malatigravi, perchè abbiamo bisogno di untrattamento e di una cura così forti!!! Essere missionari, significa fare unprofondo cammino di conversione. Laprima persona ad avere bisogno del-l'annuncio sei tu stesso, perchè ci si

rende presto conto che non si può par-lare di Dio e farlo conoscere, senzafarne esperienza ogni giorno.Ci siamo consacrati nel PGC. Ci

siamo donati totalmente al Signore. ELui ci sta facendo vedere cosa puòfare quando ci si consacra a Lui... puòfare di noi ciò che vuole....quindi aspettatevi anche voi ditutto!!!Vi salutiamo con grande affetto e vi

ricordiamo tutti quotidianamente nellapreghiera.Sia lodato Gesù Cristo!

Cinzia e Rossano

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24 Esperienze di vita

"Fin da piccolo penso di avere avutouna vocazione al viaggio. A otto anninon solo conoscevo le capitali delmondo ma anche quelle degli stati afri-cani. Sfogliando l'atlante mi immagina-vo come potesse essere la vita dellagente in quei posti".Comincia così la chiacchierata conLorenzo Galli con il quale ci sembraimportante, come redazione, fare qual-che riflessione su un'esperienza, quel-la del viaggio, che coinvolge non solo igiovani , ma attrae oggigiorno personedi tutte le età. Le motivazioni sono lepiù diverse, alcune condivisibili altreno. Per estremizzare: c'è chi a bordodi barconi arriva in Italia in cerca dicibo e libertà e chi sfida il timore delterrorismo e perfino la guerra pervolare verso mete esotiche in cuisogna di trasferirsi. Per non parlaredella piaga del turismo sessuale... Lorenzo non è un "turista per caso" oimprovvisato e pensiamo che il suopunto di vista, in quanto cristiano, siainteressante. La mia prima volta "Dovetti aspettaredi compiere 19 anni per partire per-ché prima non avevo le condizioni perviaggiare. Partii con un vicino di casaalla volta di Parigi con l'intenzione divisitare poi altre capitali europee.Giunti sul posto, lui subì il furto deisoldi e quasi subito capimmo di avereinteressi diversi; ci separammo, ioprosegui per Amsterdam e poi andaiin Scandinavia e da solo feci un giroper il Nord d'Europa, all'incirca diecimila chilometri in poche settimane.Non parlavo una parola d'inglese eall'inizio fu traumatico, ma poi bellissi-mo perché mi si aprì il mondo con la

possibilità di conoscerlo. Per non par-lare della bellezza dei posti, del con-tatto con le persone e del senso dilibertà che provai. Di lì a tre mesi partiidi nuovo e stetti via un mese intero. Sogni e progetti giovanili Cominciai

a studiare le lingue -ora ne conosco daautodidatta undici- e lo feci non tantoper viaggiare, ma perché volevo getta-re le basi per andare a vivere all'este-ro. Non mi pareva sufficiente conosce-re il francese, l'inglese, lo spagnolo e iltedesco, ero davvero convinto chesarei vissuto in un ambiente interna-zionale. Questa prospettiva non si èfinora realizzata, ma non è detto chenon mi capiti in futuro… Allora nonavevo in mente un Paese preciso, oggim'interessa il Terzo mondo intesocome Paesi poveri, che vuol dire Afri-ca, Asia, Centro e Sud America, realtàche conosco attraverso gli scritti deimissionari ma soprattutto che ho vistocon i miei occhi. Ci fu un viaggio che fece la svoltaFu la mia prima volta in Brasile. Inrealtà dovevo partire per l'UnioneSovietica, avevo 23 anni e un compa-gno di viaggio che all'ultimo momentodiede forfait , quando gli dissi chiaroche non ci andavo per le donne russe.Cambiai destinazione e scelsi il Bra-sile che mi colpì tanto da tornarci. Nonc'è nessun altro posto al mondo in cui irapporti tra le persone sono altrettantosemplici. Certo bisogna fare deidistinguo tra il Sud e il Nord Est, tra lecittà e l'interno. Ci sono tornato altredue volte e ricordo destinazioni fatico-se, ma affascinanti.Come viaggio Non ho mai noleggiatoun'auto in vita mia, perché per cono-

Fin da piccolo….

In viaggio

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25Esperienze di vita

pubblici, pullman o taxi collettivi, glistessi che prende la gente del posto;non sono quasi mai entrato in unmuseo, raggiungo le periferie e fre-quento i posti che la gente frequenta,l'approccio mi riesce facile e naturale.Non ci sono formalismi, la comunica-zione è diretta, semplice e per memolto gratificante. Dormo dove capi-ta, non mi faccio problemi: ostelli epensioni, le più economiche. Se vaiper alberghi non conosci nessuno. Milimitavo e mi limito nelle esigenze, eviaggiando da solo ho necessità diincontrare, conoscere e di aggregarmiad altri che come me spendono ilminimo necessario, per il fatto chemagari stanno via per mesi interi. Dap-pertutto ho sempre trovato grandeospitalità.Difficoltà e Grazia Solo in Lituania,

nel 1991, ebbi un attimo di panico:sono arrivato a Vilnius a tarda notte eho scoperto che l'ostello indicato nonesisteva più. Tra l'altro era da pococaduta l'Unione delle RepubblicheSocialiste Sovietiche e quel Paese eranel caos. Le persone a cui mi rivolsiper caso erano degli operai che abita-vano nello stabile e mi offersero unastanza dove c'era un letto provvisoria-mente vuoto. Il Papa era stato inLituania tre mesi prima in visita allaCollina delle croci e io ero lì con l'in-tenzione di raggiungerla. Coi mezzipubblici arrivai nella cittadina di Siau-liai ma non sapevo come proseguire ein che direzione anche perché nessu-no parlava inglese. Chiesi informazio-ni a una donna che finalmente mi capìe addirittura mi accompagnò da un cia-battino perché avevo le scarpe rotte e

completamente aperte. Poi mi portò daun'altra donna che mi procurò un taxie insieme a lei arrivai, dopo un'ora,alla Collina delle croci. Era deserta, inmezzo alla neve perché in pieno inver-no, sulle croci rosari a migliaia… Fuuna grazia arrivarci, un insieme dicoincidenze che non mi spiego altri-mentiLa meta Se il viaggio in Russia fumolto coinvolgente, si può dire chedopo aver visto il Brasile e il Sud Ame-rica non pensai che al Terzo mondo einfatti le destinazioni successive furonoIl Centro Africa e il Sud Africa. In que-gli anni accumulavo tutte le mie ferie ei riposi e viaggiavo per cinquanta giornid'inverno e tre settimane d'estate.Oggi ho solo le ferie estive.I rischi Non ho mai avuto pauraanche se mi è successo viaggiando dirischiare la vita. Fin da piccolo mi sonoabituato ad affrontare gli imprevisti . Dimestiere faccio il vigile e con la gentenon ho problemi, mi è capitato anchein piena notte di entrare da solo in uncampo nomadi, ma non ho mai avutotimore. Una volta in Sud Africa mihanno puntato in pieno giorno un col-tello alla gola, ma il loro tentativo dirapinarmi non è andato a segno... E'un Paese nel quale la violenza è dicasa, più che in Brasile, perché tuttigirano armati e con la pistola bene invista. Ci sono ancora gli effetti dell'a-partheid, ma guardandolo con occhidisincantati il Sud Africa è un Paesericco, che attira immigrati dai Paesiconfinanti e li respinge con leggi, pro-mulgate da neri, che noi definiremmorazziste.

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26 Esperienze di vita

La mia Africa E' un continente così complesso cheper un bianco è incomprensibile e tan-tomeno giudicabile. Io sono stato inSud Africa, in Kenia, Uganda, Rwan-da, Tanzania, Zimbabwe, Malawi,Mozambico, Senegal e Guinea Bissau.Mi sarebbe piaciuto andare in Angola,un paese ricchissimo e in cui la genteè alla fame, ma è impossibile entrarci.Fui invece di passaggio in Rwanda:c'era ancora il coprifuoco e per di piùdormii in una pensione squallida dovemi presi dei parassiti . Non ero da solo,viaggiavo con un gruppo di giovani equando arrivarono dei soldati ubriachicon l'intenzione di portarsi via unaragazza australiana che era con noifacemmo fatica a difenderla. Del viag-gio in Uganda ricordo il pullman sulquale viaggiavamo che andò fuori stra-da con un morto e due feriti gravi. Mispaventai anche per la quantità di san-gue che c'investì e per la paura diessere contagiato dall'Aids, molto dif-fuso nel Paese. Naturalmente anchela malaria fa paura in Africa, c'è unaprofilassi antimalarica che aiuta, manon è risolutiva e comunque quando siviaggia si mette tutto in conto e delresto l'Africa ti compensa ampiamentedei rischi che metti in preventivo.C'è Africa e Africa C'è l'Africa turistica

e l'Africa nera. Chi ci va da turista nonha la necessità di conoscere gli africa-ni. Soprattutto c'è una spaccatura trabianchi e neri: due mondi separatiche non comunicano tra di loro. Tu seibianco e loro neri, tu hai soldi e lorono, tu sei una banca che cammina,una persona da cui loro possono trarredei guadagni e da parte loro non c'ècattiveria né dolo. Tu rappresenti unpotere e una cultura che li ha dominati,il colonialismo che c'è stato pesa nei

rapporti. A farne le spese non è solo ilturista, ma anche i l missionario.La scorsa estate in Senegal e GuineaBissau mi ha confermato questa spac-catura. Ogni rapporto è segnato daquesto: alla fine ti chiedono il telefoni-no, o i soldi o di aiutarli a venire in Ita-lia. Da parte mia questo non ha portatoa una prevenzione, lo sapevo, lo capi-vo e lo mettevo in conto. Ciò nonrende l'amicizia meno autentica, solosi ragiona su piani diversi. In Senegalun contadino guadagna 25 dollari almese, io 25 dollari li spendo in unanotte nell 'albergo più economico.Quando vedono che tu spendi questecifre, tu per loro diventi un bancomat.Poi in Africa c'è comunque una classeprivilegiata che ha possibilità economi-che che noi bianchi neanche possiamosognare, ma è un'estrema minoranza. Lo scopo del mio ultimo viaggio:era quello di arrivare attraverso ilSenegal in Guinea Bissau per cono-scere di persona un missionario eantropologo che ho apprezzato leg-gendo i suoi articoli su Mondo Missio-ne. A questo missionario devo la miaformazione. Purtroppo sono arrivato inpieno agosto, durante la stagione dellepiogge, e i missionari in quel periodorientrano nei loro Paesi d'origine. Nonl'ho trovato, c'era un suo confratello acui avrei creato problemi e ho preferitonon farmi ospitare. Ho capito stradafacendo che mi si offriva l'opportunitàdi conoscere meglio gli africani e dicapire come e perché inseguono ilsogno di partire per l'Europa e qualisono le condizioni di questi loro viaggiprincipalmente motivati dalla miseria.Ho capito che per uno che ce la fa adarrivare in Europa c'è il benessereassicurato alla sua famiglia allargatarimasta in Africa. Cinquanta euro spe-

In viaggio

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dite al mese equivalgono a due stipen-di in Senegal.Gli incontri e le difficoltà incontrateArrivato a Dakar all'una di notte, hocapito che l'Africa occidentale cheavevo di fronte era per me scono-sciuta e dura . Nell'Africa orientale c'èturismo e organizzazione, ci sono ibianchi, il Sud Africa è altro ancora.Stavolta un amico senegalese, cono-sciuto a Milano, mi aveva di fattoconvinto ad appoggiarmi alla sua fami-glia e così quando sono arrivato sonostato preso in consegna da unadonna, amica di famiglia, che parlavainglese e per la quale ho capito cheero un'occasione di guadagno. Nelgiro di un giorno ho dovuto sganciarmiperché mi aveva organizzato unavacanza in un albergo e non era ciòche io volevo. Del Senegal mi ha col-pito il programma di educazione rivoltoai giovani che però non trova sbocchioccupazionali perché non c'è ricchez-za di materie prime né sviluppo. Sonostato ospite una settimana di dueamici bianchi che hanno investito i lorocapitali nell'agricoltura in Senegal, masi capiva ed era già evidente che l'af-fare non poteva funzionare. E di fattoè fallito. Ricchezza e povertà Girando un po'l'Africa mi sono reso conto che il pro-blema principale è chi governa i lPaese, il re di turno, e ce ne sonomolti non è per nulla interessato albenessere dei propri sudditi. Intesoall'africana il re è un intero clan fami-liare che usa le ricchezze, a comincia-re dalle materie prime, per fare ciò chevuole. Diversa è la storia della Libia,in cui c'è lavoro e benessere ma lagente vuole libertà. Gheddafi che

aveva fatto piazza pulita dei clanavversari , in maggioranza tribù bedui-ne, ora se li ritrova contro.Si sente parlare di mal d'Africa. Perme esiste. In Africa a differenza cheda noi le relazioni umane sono fonda-mentali e hanno un valore assoluto. Enoi ne siamo attratti. Ho constatato dipersona il senso straordinario di ospi-talità quando in Senegal, Paesemusulmano e poligamico, mi hannoinvitato in famiglia a partecipare allafesta in occasione della fine del Rama-dan. Mi avevano visto dei bambinisolo sulla spiaggia, intento a leggereun libro, e tanto hanno insistito chenon ho potuto rifiutare. In Africa l'indi-viduo da solo non esiste, non contanulla se non è inserito in una realtàsociale, nella famiglia, nel clan. Ed èovvio che deve sottostare alle regoledel clan. Volevano anche offrirmi inmoglie una loro figlia diciottenne. Lavergogna del Paese sono i bambinimendicanti, venduti dalle famiglie

In viaggio

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In viaggio

povere alle scuole coraniche: i piccoli,scalzi, laceri e denutriti, chiedono l'e-lemosina recitando i versetti del Libro.Cristiani in Senegal e in Guinea Bis-sau Ci sono e sono seri. In Senegalsono il 10 % della popolazione e laloro è una fede estremamente viva.Esiste un santuario mariano a Popen-guine al quale i cristiani arrivano datutto il Senegal per la Festa di Pente-coste e in quell'occasione sono ospi-tati anche nelle famiglie musulmane.In Guinea Bissau i cristiani sono il 15%e le chiese sono piene e i momentiliturgici vissuti con grande intensità efede. Il Senegal è un paese dove nonesiste la violenza, in quindici giorni nonho visto nulla di significativo, non cisono furti né criminalità. Tra cristiani emusulmani poi le relazioni sono ottime.Il viaggio, gli spostamenti e laMessa quotidiana Difficile ma nonimpossibile andare a messa ogni gior-no. In 25 giorni ne ho perse solo due.Facevo sempre in modo di raggiunge-re le grandi città dove sapevo di trova-re la Chiesa e organizzavo le tappee gli spostamenti in funzione degliorari della celebrazione che avrei tro-vato. Una sola al giorno è ovvio. Latrovavo in genere al mattino molto pre-sto. Piuttosto non erano facili gli spo-stamenti perché in questi Paesi siviaggia su taxi collettivi e devi aspet-tare che arrivino e carichino tutte lepersone. In genere prendevo posto nelbagagliaio della Peugeot 405 per viag-gi molto faticosi che duravano da unminimo di 5 ore e una volta anche 20ore. In Senegal si mangia con poco:costa poco la carne, poco il riso, moltola frutta e la verdura; la metà che danoi i trasporti, ma tutto il resto è caro ediventa un lusso.

Che dire, in conclusione di questo mioultimo viaggio? Che ho pregato abba-stanza, la liturgia delle Ore mi haaccompagnato, e non mi sono maisentito solo anche se solo lo ero difatto. Vorrei concludere col suggerirviqualche rivista per meglio conoscerel'Africa attraverso il lavoro e il raccontode i missionari. Eccole: Africa, dei Padri Bianchi,Mondo Missione del Pime, Nigrizia deiComboniani e infine l'Agenzia Misna.

Lorenzo G.

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Sono appena tornata dalla mia parroc-chia, la cappella della Prigione, doveabbiamo celebrato l 'Eucarestiapasquale. Sinceramente non ho seguito conattenzione l'atto liturgico, la cappellaera così piena di cattoliche, ortodosse,musulmane e più o meno ben pensan-ti, che ho preferito restare sulla portaper tenere calmi i bimbi del Nido, dareun occhio agli inevitabili malesseri perla mancanza d'aria, calmare le emo-zioni, gestire con ordine la fila di chivoleva accostarsi al sacramento delperdono: agente senza mostrine perevitare l'intervento degli agenti in divi-sa!!! Mentre rientravo in metro, una doman-da mi ha assillato: "Se la Pasqua hatoccato così tanto le nostre donne…per me cosa è la Pasqua?". Ora con calma ho cercato di darmi unatraccia di risposta, senza ricorrere aiconcetti che formano il nostro bagagliodi fede, alle dotte frasi più o meno teo-logiche, alle belle immagini e agliauguri che ho ricevuto. Ma per me, cosa significa la vittoria diCristo sulla sua morte, sulle nostremorti quotidiane? Come posso direche Cristo è risorto, davanti a queiblindo chiusi, a quelle celle, ai drammiche ogni donna reclusa, e dietro aloro, le famiglie e la società, mi rappre-sentano? Pasqua è il piccolo C che domenicascorsa è stato accolto nella famiglia diCristo con il battesimo, avendo come"comunità" presente, solo volontarie,puericultrici e agenti, per permettere algiovane papà di entrare nella cappellae portare al fonte battesimale il suobimbo, felice e sorridente tra i genitori,una volta tanto non divisi dal freddo

bancone della sala colloqui. Pasqua sono G, A e M che, GiovedìSanto hanno ricevuto per la primavolta la Comunione, con una attenzio-ne e una passione tali che mi hannocostretto ad un sano esame dicoscienza sui miei frettolosi ringrazia-menti! Pasqua è K che, Venerdì Santo, miaugura ogni bene nel nome di Allah ilMisericordioso e fa un profondo segnodi rispetto al momento dell'adorazionedella Croce, perché, comunque, c'èuna persona che è morta crocifissaper altri! Pasqua è S, che oggi cerca tutte lescuse per giustificare il suo bloccoverso la Confessione, pur desideran-dola con tutto il cuore, e poi, dopoessere riuscita a confessarsi piange esorride dicendomi all'orecchio…."Gra-zie! Ho svuotato il sacco, mi sento leg-gera… leggera!"Pasqua è L che, ricevendo il sacchettodi ovetti di cioccolato, distribuito atutte, si accorge che io non l'ho ricevu-to e vuole donarmi il suo… Pasqua è S che, allo scambio dellapace, cerca lo sguardo di P con cui hauna grave contenzioso giuridico e perquesto non possono incontrarsi, mavuole donarle un segno di riconciliazio-ne anche se sta pagando il carcerenon per colpa. Pasqua è… potrei continuare, maforse posso riassumere: Pasqua è Cri-sto che vince il male, il più profondo, ilpiù nascosto ed insidioso, e ne fa lucedi pace, di unità e di gioia. Il silenziodelle nostri morti si fa Parola, per farciVita vera in Lui. Buona Pasqua nell'incontro con GesùEucaristia ogni giorno!

sr. Paola

Che cos'è la Pasqua?

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C'era una donna alla quale era statadiagnosticata una malattia incurabile ea cui avevano dato solo tre mesi divita. Decise allora di "mettere in ordinetutte le sue cose". Contattò un sacerdote e lo invitò acasa sua per discutere alcuni aspettidelle sue ultime volontà.Gli disse quali canti voleva che sifacessero durante il suo funerale, qualiletture si dovevano tenere ed il vestitocon il quale doveva essere sepolta.Chiese anche di essere seppellitatenendo in mano la sua Bibbia preferi-ta. Tutto era stato detto e il sacerdotese ne stava già per andare quando ladonna si ricordò di qualcosa che perlei era molto importante. "C'è ancoraqualcosa!" disse eccitata. "Di che sitratta?" domandò il sacerdote. "Questoè molto importante", rispose la donna."Chiedo di essere sepolta con una for-chetta nella mia mano destra". Ilsacerdote rimase impassibile, guar-dando la donna, senza sapere checosa dire. "La sorprende?", domandòla donna. "Beh, per essere sincero, la cosa milascia perplesso", disse il sacerdote.La donna spiegò: "Tutto le volte cheho partecipato a qualche pranzo spe-ciale, ricordo che, dopo aver ritirato ipiatti delle pietanze, qualcuno dicevasempre: "Tenete la forchetta". Era ciòche aspettavo perché sapevo che ilmeglio doveva ancora venire... dolceal cioccolato, marzapane... qualcosa dimeraviglioso e di molto nutriente".Desidero che la gente mi veda nellamia bara con la forchetta in mano per-ché si chieda: "Che se ne fa della for-

chetta?". Allora lei dovrà dire: "Se neandò con la forchetta perché per lei ilmeglio doveva ancora venire". Gliocchi del sacerdote si riempirono dilacrime mentre abbracciava la donnacongedandosi. Sapeva che sarebbestata l'ultima volta che la vedeva primadella sua morte. Sapeva tuttaviaanche che la donna aveva un'idea piùbella del cielo della sua.Sapeva infatti che qualcosa di megliostava per venire.Durante il funerale la gente che passa-va davanti alla bara della defunta videla Bibbia e la forchetta che tenevanella mano destra. Più volte il sacerdo-te udì ripetere la domanda: "Ma che facon la forchetta in mano?" e più voltesorrise. Durante l'omelia il sacerdote riferì aipresenti la conversazione tenuta conla donna poco prima di morire. Parlò loro della forchetta e di che cosasignificasse per lei.Era un segno bellissimo del modo concui la donna intendeva la sua morte.La prossima volta che prendi in manouna forchetta non dimenticarti che ilmeglio deve ancora venire.

Questo racconto ce lo ha inviato Elisa-betta Mezzetti dopo averlo ascoltato inuna omelia e può certamente aiutarcia riflettere.

La Bibbia e la .... forchetta

Racconti

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Carote, uova e caffè

Una carota, un uovo e una tazza dicaffé…. Quest'ultima non sarà mai piùper te quello che è sempre stata.Una giovane ragazza venne dalla

madre per lamentarsi di come la vitafosse così dura per lei. Non sapeva piùcome cavarsela e aveva tanta voglia dipiantare tutto; era stanca di combatte-re con le vicende della vita. Sembravache, appena un problema era risolto,un altro ne sorgesse a complicare lecose.La madre la portò in cucina. Riempì tretegamini di acqua e li depose sul gas afuoco alto. Presto l'acqua cominciò abollire. Nel primo mise una carota, nelsecondo un uovo, e nel terzo unamanciata di chicchi di caffè macinati. Lilasciò bollire per un certo tempo senzadire niente.Dopo circa venti minuti spense i lfuoco. Tirò fuori la carota e la deposesu un piattino. Così fece anche conl'uovo, e versò il caffè, filtrandolo, inuna tazza.Rivolgendosi poi alla figlia, le chiese:"Dimmi cosa vedi.""Una carota, un uovo e del caffè",rispose la figlia.La madre le disse di avvicinarsi e ditoccare la carota. Lo fece e notò cheera soffice. Poi la madre le disse diprendere in mano l'uovo e di romperlo.Dopo avergli tolto il guscio, notò l'uovoindurito dalla bollitura.Poi la madre disse alla figlia di sorseg-giare il caffè. La ragazza cominciò asorridere al contatto con il ricco aromadel liquido che beveva.Poi, chiese alla madre: "Che cosasignifica tutto questo?"

La madre le spiegò che ognuna delletre cose aveva dovuto far fronte allastessa avversità: l'acqua bollente. Eognuna di esse aveva reagito in mododiverso.La carota era entrata nell'acqua forte edura…. Ma dopo aver lottato con l'ac-qua bollente, si era rammollita e inde-bolita.L'uovo era entrato nell'acqua fragile. Ilguscio sottile proteggeva il suo internoliquido, ma dopo aver lottato con l'ac-qua bollente si era indurito.Il caffè macinato, invece, si era com-portato in modo del tutto unico. Dopoessere stato gettato nell'acqua bollen-te, esso aveva agito sull'acqua e l'ave-va trasformata!"Con quale di questi tre ti identifichi",chiese la madre alla figlia?Quando l'avversità bussa alla tuaporta, come rispondi? Ti comporticome la carota, come l'uovo o come igrani di caffè macinati?Chiediti sempre "a quale di questi trerassomiglio"? Sono come la carota chesembra forte e dura, poi a causa dellasofferenza e dell'avversità divento sof-fice e rammollita e perdo la mia forza?Sono come l'uovo che all'inizio ha uncuore tenero e malleabile, ma cambiacon il calore? Avevo un buon caratteree un'indole serena, poi a causa di unasofferenza causata dalla morte di unapersona cara o da una depressione,una transazione finanziaria andatamale o qualche altra prova, sonodiventato indurito e gelido? Forse ilmio guscio sembra sempre lo stesso,ma all'interno mi sento amareggiato eindurito, con uno spirito arido e un

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EEEE '''' aaaa cccc cccc aaaa dddd uuuu tttt ooooRichiamiamo alla memoria congratitudine alcuni nostri familiari chein questi mesi sono ritornati allacasa del Padre:

16 maggio è nato al cielo il papàdi Rossano Da Re, mentrequest'ultimo era impegnato con lafamiglia in un'attività missionaria inPerù;

22 giugno Giuseppe, il papà diRosa Pozzobon

9 luglio i l papà di AndreaGiustiniani, della comunità diTreviso;

i2 agosto Ernesto, i l papà diFranco Cavaliere, della comunità diRoma

24 agosto Renza, la mamma diAnna Fossali, della comunità diMilano

Ricordando i nostri fratelli e le lorofamiglie in questi momenti didoloroso distacco l i abbiamoaccompagnati con le nostrepreghiere e con il nostro affetto.

Ed ora salutiamo le nuove natedella comunità di S.Ambrogio con uncaloroso abbraccio:

il 12 maggio Lucia, per la gioia dimamma Elena, papà Matteo e ilfratellino Giacomo

28 giugno Maria Gioia ,festeggiata da mamma Valentina,da papà Hiroki, e dai piccoliBenedetta ed Emanuele.

cuore duro?Oppure, sono come il caffè macinato?Se guardi bene, esso cambia l'acqua,cioè proprio quelle circostanze che gliprocurano sofferenza. Quando l'acquasi scalda, il caffè comincia a emanareil suo aroma e la sua fragranza.Se sei come il caffè, quando le cosecominceranno ad andarti male, tudiventerai migliore e cambierai lasituazione che ti concerne.Quando ti senti male, e le prove dellavita sembrano essere enormi, cerchi dielevarti ad un altro livello? Come ticomporti nelle avversità? Sei comeuna carota, un uovo o come i grani di

caffè macinato?Possa tu avere abbastanza gioia darenderti dolce, abbastanza prove darenderti forte, e abbastanza sofferenzeda farti rimanere umano, e abbastanzasperanza da renderti felice.Le persone più felici non sono quelleche hanno il meglio di tutto. Sono quel-le che sanno tirare fuori il meglio daquello che la vita riserva loro. Il futuropiù luminoso sarà sempre basato suun passato dimenticato; non puoiavanzare nella vita se non lasci andaregli sbagli del tuo passato e tutto quelloche ti fa soffrire nel profondo.

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33Esperienze di vita

Ringraziamento del CardinalDionigiTettamanzi

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in redazione:Donatella Bergamini, Adriana Bertoni, Giorgio Casiraghi,

Paolo Cattaneo, Rosanna Ceccattoni,Vilma Cazzulani, Antonio Ficara, Angela Gironi, Renato Rossi

Progetto grafico: Francesca Ficara Impaginazione: Paolo Cattaneo, Antonio Ficara

Redazione: via San Pietro 20 - 20033 Desio