Una Rete di Scuole per l’Ambiente - Reloader Italia · 2016. 6. 29. · Bernardini, Main...

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Alice’s Bijoux - Il riciclo di classe CLIMA - Legambiente: strada in salita verso un accordo globale. Governi incapaci di impegni concreti L’Italia del Riciclo 2012 - l’Italia delle discariche di Mirko Turchetti Imparare dai bambini … 15 Ambiente e società Numero 61 RELOADER Magazine n. 61 - dicembre 2012 00185 Roma - Viale Carlo Felice 89 Tel: +39 06 77.25.07.02 Fax: +39 06 70.49.04.79 www.reloaderitalia.it [email protected] Le decorazioni natalizie fai da te. Ecco le ‘rici-creazioni’ dei bambini 13 Storie di riciclo 11 Energie rinnovabili Alla ‘Scuola delle energie’ dell’ENEA si formano i futuri lavoratori nel settore delle rinnovabili Nuove formule fotosintetiche ‘bio’ dal CNR per catturare energia solare Dicembre 2012 l’editoriale Buon Compleanno RELOADER di Marina Melissari L'Associazione festeggia i 6 anni con il “Premio Logistico dell'anno 2012” Una Rete di Scuole per l’Ambiente SERR 2012: entusiasmanti le tre giornate di festa di RELOADER organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia Una boccata d’aria pulita di Stelio W. Venceslai organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia Nel 2012 in calo la raccolta dei RAEE Dati in negativo per la prima volta dall’avvio del sistema: 9% dei volumi raccolti, spesso depredati dei componenti di valore. In difficoltà le aziende che riciclano 3 RAEE Gli Special Gli Special Gli Special i i i 20 Latouche, le lumache, le 8 R e la decrescita felice di Francesca Marasini

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Alice’s Bijoux - Il riciclo di classe

CLIMA - Legambiente: strada in salita verso un accordo globale. Governi incapaci di impegni concreti

L’Italia del Riciclo 2012 - l’Italia delle discariche di Mirko Turchetti

Imparare dai bambini …

15

Ambiente e società

Numero 61

RELOADER Magazine — n. 61 - dicembre 2012

00185 Roma - Viale Carlo Felice 89 Tel: +39 06 77.25.07.02 Fax: +39 06 70.49.04.79 www.reloaderitalia.it [email protected]

Le decorazioni natalizie fai da te.

Ecco le ‘rici-creazioni’ dei bambini

13

Storie di r iciclo

11

Energie rinnovabil i

Alla ‘Scuola delle energie’ dell’ENEA si formano i futuri lavoratori nel settore delle rinnovabili

Nuove formule fotosintetiche ‘bio’ dal CNR per catturare energia solare

Dicembre 2012

l’editoriale

Buon Compleanno RELOADER di Marina Melissari L'Associazione festeggia i 6 anni con il “Premio Logistico dell'anno 2012” 

Una Rete di Scuole per l’Ambiente SERR 2012: entusiasmanti le tre giornate di festa di RELOADER  organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia 

Una boccata d’aria pulita di Stelio W. Venceslai  organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia 

Nel 2012 in calo la raccolta dei RAEE Dati in negativo per la prima volta dall’avvio del sistema: ‐ 9% dei volumi raccolti, spesso depredati dei componenti di valore. In difficoltà le aziende che riciclano 

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RAEE

Gli SpecialGli SpecialGli Specialiii 20

Latouche,

le lumache,

le 8 R e

la decrescita felice 

di Francesca Marasini 

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RELOADER Magazine - dicembre 2012 Pagina 4

RAEE

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L’editoriale

RELOADER entra nel suo settimo anno di atti‐vità con  il miglior viatico: un prestigioso rico‐noscimento  nazionale  all’impegno  profuso dai suoi Soci per la ricerca di soluzioni innova‐tive, di  immediata applicabilità e  soprattutto condivise,  alle  numerose  e  diversificate  esi‐genze che segnala  la gestione dei RAEE e dei rifiuti nel nostro Paese, soluzioni da applicare ad attività economiche sempre più complesse e  rischiose per  l’ambiente.   La domanda cre‐scente  di  risposte  eco‐compatibili,  che  trovi‐no  nel  binomio  industria‐logistica  la  chiave per  risolvere  problemi  di  salvaguardia  am‐bientale sempre più cogenti,   sta portando  in misura crescente  alla ribalta una tematica co‐mune a  tutte  le società  industrializzate:  il  re‐

cupero  di  materie  prime, componenti  e  materiali  rari contenuti nei RAEE,  come u‐no strumento prezioso di cre‐scita sostenibile e una buona risposta  alla  attuale  crisi  dei Paesi europei. Il traguardo da porsi è dunque  integrare effi‐cacemente  il  ciclo  di  produ‐zione  con  il  ciclo del  recupe‐ro,  per  il  momento  ancora scollegati,  al  fine  di  ridurre  i cospicui costi di tutte  le ope‐razioni e  risparmiare  le emis‐sioni climalteranti nella atmo‐sfera.  Senza  dubbio,  per l’efficienza  dell’intero  siste‐ma,  la  logistica  può  decisa‐mente  fare  la  differenza.  Il principio  che  ci  ha mossi  sei anni fa è che, per raggiungere questa meta,  è  necessaria  la 

partecipazione  di  tutti  i  soggetti  coinvolti  a vario titolo nelle operazioni, dal produttore al consumatore/acquirente  e  viceversa,  ai quali devono  essere  destinate  rilevanti  attività  di informazione,  di  supporto  tecnologico  e  di servizio. Anche su questo fronte  il 2012 ha vi‐sto l’Associazione  sempre più impegnata nel‐la disseminazione delle best practices e nella costruzione di una rete di partnership con as‐sociazioni, enti, amministrazioni e  istituti pre‐stigiosi e capaci di stimolanti riscontri profes‐sionali,  tecnici e creativi. Sarà un piacere per noi comunicarvi ‐ e magari coinvolgervi ‐ nelle nuove iniziative in programma per il prossimo anno. Per il momento, a tutti voi va un sincero augurio di Buone Feste.            Marina Melissari 

Buon Compleanno RELOADER

L'Associazione festeggia i 6 anni con  il “Premio Logistico dell'anno 2012” 

Il Vice Presidente Paolo Serra con il Segretario  Nazionale di Assologistica Jean Francois Daher 

Una Rete di Scuole per l’Ambiente SERR 2012: entusiasmanti le tre giornate di festa di RELOADER  organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia 

I  risultati  dell’iniziativa  2012  hanno  confer‐mato  quanto  promesso  dalla  Campagna ScuolAmbiente e dal progetto “Un quartie‐re per l’ambiente, il buon esempio viene dal‐le Scuole”, organizzato presso l’Istituto Ma‐jorana di Roma Spinaceto nell’ambito della SERR 2011 e risultato candidato per il premio europeo. L’idea dunque di costruire una pri‐ma aggregazione di Scuole del territorio del‐la Provincia di Roma sembra poter avere un seguito. Ne hanno dato prova  la disponibili‐tà  dei  dirigenti  scolastici  e  la  passione, l’energia e l’impegno fattivo che hanno pro‐fuso gli insegnanti degli istituti dell’infanzia, delle elementari, medie  inferiori e superiori, veri e propri  interpreti del progetto. Hanno saputo  veicolare  agli  allievi  ed  ai  genitori l’importanza  della  partecipazione  civica “attiva” alla tutela dell’ambiente, coniugan‐do  consapevolezza  del  ruolo,  stimolo  alla creatività  e  divertimento.  I  genitori  hanno risposto e condiviso con entusiasmo; i giova‐ni sono stati i protagonisti delle tre giornate di festa contribuendo alla riuscita della cam‐

pagna mediante la distribuzione dei volanti‐ni,  la  realizzazione  di  una  gran  numero  di manufatti artistici prodotti  ‐  insieme a geni‐tori e  insegnanti ‐ con materiali reperiti tra  i rifiuti ed esposti  in concorso e con concerti ed  esibizioni musicali:  dal  coro  degli  allievi del Majorana al delizioso  invito al riciclo del coro/balletto dei piccolissimi di Ladispoli. Gli alunni  più  grandi  si  sono  impegnati  inoltre anche  in  animati  confronti  dialettici  con  i Sindaci e gli Assessori dei Comuni di Castel‐nuovo  di  Porto  e  di  Ladispoli  ‐  che  hanno collaborato e fornito ampio supporto e spa‐zi agli eventi    ‐ e con gli esperti  intervenuti nelle  sessioni di Workshop.  Infine  va detto che le creazioni artistiche delle diverse classi di allievi hanno dato filo da torcere ai giurati per  la  fantasia  delle  idee  e  l’abilità dell’esecuzione,  rendendo arduo  il compito di  assegnare  i  primi  premi  dei  3  concorsi, che hanno meritato a ciascuno dei tre Istitu‐ti una donazione di 300 Euro, grazie al con‐tributo della SGL Logistica, da  impiegare  in attività  e materiali  didattici.  Il  principio  da 

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I numeri della campagna cui si è partiti, vale a dire la Scuola come fat‐tore  di  aggregazione  e  diffusione  di  idee  e catalizzatore di reazioni a catena, si è  insom‐ma  rivelato  giusto  perché  si  sono  contati complessivamente circa quattromila visitato‐ri, attenti e curiosi.  A conferma di questo so‐no giunte le parole del Sottosegretario Rossi Doria del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Nel suo “Messaggio di saluto al‐le  ragazze,  ai  ragazzi,  agli  insegnanti  di questa virtuosa rete di scuole”, il Sottose‐gretario  scrive:  “Conoscete  sicuramente l’impegno del Ministero a che presto si giunga ad una scuola  ‘digitale’; parallelamente, tutta‐via, vogliamo che siate consapevoli

dell’impatto del ciclo di vita di questi preziosi alleati  delle  nostre  attività  quotidiane  di  stu‐dio,  di  lavoro  e,  perché  no,  di  svago. L’educazione ambientale rientra tra le deleghe conferitemi  dal  Ministro  Francesco  Profumo: nel mio sforzo di riempire di contenuti questa delega  tengo  sempre  presente  le  parole  che pronunciò una vostra coetanea tanti anni fa, in occasione  della  Conferenza  Internazionale  su Ambiente  e  Sviluppo  di  Rio  de  Janeiro  nel  1992, lasciando attoniti tutti i potenti del mon‐do: ‘Nel mio paese produciamo così tanti rifiu‐ti,  compriamo  e  buttiamo  via,  compriamo  e buttiamo  via,  compriamo  e  buttiamo  via,  e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi. Anche  se abbiamo più del necessa‐rio,  abbiamo  paura  di  condividere,  abbiamo paura di dare via un po’ della nostra ricchezza. …  Se  non  sapete  come  fare  a  riparare  tutto questo, per favore, smettete di distruggerlo.”  Il messaggio  si  conclude  con queste parole: “Vorrei  che  voi  ragazzi  non  smetteste mai di ricordarci che non c’è tempo da perdere e rin‐grazio tutti coloro, dirigenti,  insegnanti,   geni‐tori e  l’associazione,  che hanno  reso possibile questa bella iniziativa che spero si ripeta spes‐so”. 

2.300  allievi  raggiunti  di  tutte  le  classi  di  età  dalla Scuola  dell’infanzia  al  Liceo.  Gran  parte  di  essi  sono iscritti agli Istituti Comprensivi Ilaria Alpi (14 classi com‐poste di 28 bambini soltanto della materna ed altre 31 classi tra elementari e medie) e Guido Pitocco (29 clas‐si di 25 allievi delle elementari e medie).  10.000 volantini distribuiti dai ragazzi e dai professori delle  tre  Scuole,  destinati  alla  sensibilizzazione  delle famiglie,  dei  loro  amici,  conoscenti  e  vicini  di  casa.  I ragazzi sono così diventati ambasciatori del messaggio nel quartiere Spinaceto e nelle due città di Castelnuo‐vo di Porto e di Ladispoli. 60 locandine e 20 poster SERR personalizzati, affissi in luoghi strategici per  invitare  tutta  la popolazione agli eventi in programma. 2.000 opuscoli divulgativi dal  titolo “I RAEE, come di‐sfarsene  – Diritti  e doveri del  cittadino  consumatore”, distribuiti ai visitatori. circa 4.000 visitatori delle mostre, cittadini che hanno portato i rifiuti e spettatori degli eventi musicali.  Gli  eventi.  Presso  il  Liceo Majorana  e  l’Istituto  Ilaria Alpi e presso la Rocca di Castelnuovo di Porto messa a disposizione dal Comune, si sono allestite aree dedica‐te: 1) al concorso artistico; 2) alla mostra multimediale di oggetti e accessori prodotti con materiale di riciclo; 3) alle attività di workshop e premiazione, nonché alle attività musicali;  4)  alla  raccolta  in  esterno  dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e sorgenti luminose. Nell’area di mostra multimediale si sono avvicendati video di divulgazione dei vantaggi delle buone pratiche e dei danni di quelle cattive,  re‐portage su manufatti di  riciclo prodotti dai  laboratori di altre Scuole nazionali e trailer di informazione ai cit‐tadini sulle corrette operazioni da eseguire per la sele‐zione e lo smaltimento differenziato dei rifiuti urbani e di quelli speciali. La mostra si è arricchita  inoltre di o‐pere e oggetti di arredo e di moda prodotti anch’essi da materiale di riciclo: la giovane stilista Alice Zollo ha esposto le sue creazioni di abiti e Bijoux. Nella sezione della mostra dedicata alla riduzione dei rifiuti si è svol‐ta una dimostrazione di  spesa  a  ‘impatto  zero’,  resa possibile dai detergenti biologici distribuiti alla spina in contenitori riciclabili, presenti oggi  in molti supermer‐cati e prodotti dal partner Biolù di Lucca, che è un e‐sempio significativo di un’azienda partita dalla produ‐zione di detergenti  industriali tradizionali e convertita alla produzione green. 

Le  lezioni  e  i  laboratori.  Presso  il  Liceo Majorana  la Prof.ssa Francesca Marasini ha tenuto, nelle settimane che hanno preceduto  l’evento, un  ciclo di 8  seminari tra  lezioni e  laboratori agli  studenti delle prime e  se‐conde  classi.  Nella  settimana  dal  19  al  22  novembre 2012, all’Istituto Ilaria Alpi la Signora Romina Crifò, ma‐dre di un’allieva e rappresentante di classe, ha organiz‐zato  insieme  alle  insegnanti, presso  tutte  le  classi,  le attività di laboratorio creativo. 

 Il workshop  conclusivo della Campagna, dal  titolo “I RAEE una miniera urbana di materiali preziosi” si è tenu‐to a Ladispoli nell’Aula Magna dell’Istituto   Alpi ed ha visto  la   partecipazione del Sindaco Paliotta e dei rap‐presentanti dei Comuni:  l’Assessore all’Igiene Urbana Claudio Lupi e l’Assessore all’Istruzione Rita Paone del Comune di  Ladispoli,  l’Assessore  all’Ambiente  ed  alla Qualità della Vita Renzo Boni del Comune di Castelnuo‐vo di Porto; nonché dei Dirigenti e insegnanti delle tre Scuole. La sala che contiene 120 posti è stata gremita da  genitori,  allievi  e  visitatori.  E’  intervenuto  anche Stefano Bernardini, Main organizer di “Fai  la differen‐za, c’è la RE BOAT RACE!”, la grande regata annuale di barche realizzate esclusivamente con materiale ricicla‐to che  si  tiene a Roma  sul Laghetto dell’EUR, che ha raccontato con  l’ausilio di un video  il riciclo coniugato allo sport, vale a dire come gruppi di famiglie, di amici, di  colleghi  e persino di detenuti  abbiano  costruito  le loro imbarcazioni, le abbiano messe in acqua ed abbia‐no gareggiato nello scorso settembre. I giovani Medici Clown dell’Associazione Ridere per Vivere hanno con‐tribuito a trasferire i principi della tutela della salute e, prendendo spunto dai rifiuti, hanno intrattenuto bam‐bini e partecipanti, giocando e narrando le loro storie. Il concorso artistico. Circa 100  i lavori originali, indivi‐duali e di gruppo, presentati dagli allievi e dalle classi. Espressione  di  una  molteplice  creatività,  includono una  grande  varietà  di  oggetti,  dagli  addobbi  natalizi, alle maschere di carnevale, ai gioielli, ai giocattoli, ecc. La giuria del concorso artistico ha selezionato per ogni Istituto Scolastico  il primo premio ed ha segnalato un secondo e terzo classificato. 

La raccolta gratuita  3 tonnellate di RAEE (Categoria R4 ‐ piccoli RAEE) e 4 box di lampadine e sorgenti luminose, grazie alla par‐tecipazione del Consorzio ECOLAMP.  I RAEE sono sta‐ti presi in consegna gratuitamente  dall’operatore cer‐tificato Stile Srl a Roma e dalle Aziende municipali del‐le città, di Castelnuovo di Porto e di Ladispoli, a cui va il nostro ringraziamento. 

Il 1° premio ‘La robotina’ a Gabriele Cerqua, con l’Assessore all’igiene urbana Claudio Lupi e

Il Presidente di Confartigianato Litorale Nord Riccardo Bucci Istituto Ilaria Alpi - Ladispoli

Il 1° premio ‘(F)Utilità dell’Inutilizzato’ - Classe II A Prof.ssa G. Zanotti - Liceo Scientifico E. Majorana, Roma

Il 1° premio ‘Biliardino’ – Classe V B - Istituto G. Pitocco Prof. Pic-chioni e Amendola - Castelnuovo di Porto

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Il coro/balletto dei piccolissimi - Ladispoli

Il Dottori Clown al workshop - Ladispoli

La mostra di creazioni dal riciclo

Una volta tanto vorrei scrivere di qualcosa di buo‐no. Non c’entra la politica, non c’entra la crisi, non c’entra Monti. Sono  stato  ad  una  manifestazione  scolastica,  in una  scuola  elementare,  nella  piccola  cittadina  di Ladispoli,  organizzata  dall’Associazione  RELOA‐DER,  un’organizzazione  nata  per  assicurare  lo smaltimento dei materiali elettrici ed elettronici (in gergo  RAEE).  C’era  una  grandissima  animazione: insegnanti  e  bambini,  autorità  locali  e  famigliole, per  lo  più mamme.  Tutti  convenuti  per  ascoltare come  si  deve  fare  la  raccolta  differenziata, l’importanza  del  riciclo,  il  ruolo  del  cittadino  nel recupero di queste materie prime secondarie. So‐lerti maestre avevano fatto con i bambini dei gran‐di cartelloni per spiegare il tutto, con disegni colo‐rati e  vignette  in  sequenza,  tipo  fumetti.  In più,  i bambini avevano costruito con le loro mani giocat‐toli, castelli, finti orologi, quadretti, puzzles, acqua‐ri, bambole, fiori e una casa delle fate, finanche un piccolo robot femmina, con la borsetta a tracolla. Il tutto con materiali derivati dai rifiuti domestici. Un miracolo d’ingegnosità e di fantasia. I bambini era‐no di tutte le età, da quelli portati in carrozzino dal‐le mamme fino ai sette, otto anni, più di un centi‐naio, con un fracasso gioioso indescrivibile. In sala, assessori  compunti  e maestre  spiegavano  alle  fa‐migliole ed ai bambini  ivi raccolti  le virtù della rac‐colta differenziata ed  i problemi connessi, giustifi‐cavano  le carenze del momento e s’impegnavano per  il  futuro  a  creare  delle  isole  ecologiche,  illu‐strandone i pregi. Poi sono intervenuti, in un inter‐mezzo  simpatico,  un  gruppo  di  giovani  graziose 

medichesse, vestite da clown, quelle che accompa‐gnano i bambini negli ospedali e li distraggono du‐rante  le cure e  li accompagnano fuori, quando so‐no guariti. Tutte volontarie, allegre e ridenti. Quan‐ta gente perbene c’è  in Italia, pronta a dare senza chiedere nulla! Poi, c’è stato un piccolo coro: una trentina, forse, o più di bambinetti di cinque o sei anni, i maschietti con una maglietta blu e le femmi‐nucce con una maglietta verde, con la scritta sovra stampata del nome della  loro  scuola  elementare, diretti da una maestra straordinaria. Hanno canta‐to  tutti  serissimi, muovendo  le mani  e  le  braccia secondo  le  indicazioni  della  loro maestra,  seguiti dagli occhi commossi delle mamme e di molti dei presenti.  Facevano  una  tenerezza  infinita,  così compresi nel loro ruolo di cantori. Pensavo, tra me e me, questi piccoli uomini, queste piccole donne, sono il futuro dell’Italia. Sono così seri, così teneri, così indifesi che meritano non solo l’applauso scro‐sciante che ha seguito  la  loro esibizione od  il cre‐scente affetto dei loro genitori, ma qualcosa di più grande,  un’Italia  serena,  dove  possano  vivere  e prosperare come è loro diritto. Questo è il terreno fertile e buono del nostro Paese. Lontano, si cele‐bravano i fasti delle primarie del PDI, i giornali par‐lavano  e  sparlavano  della  crisi  economica,  della Siria,  della  tregua  in  Palestina,  del  fallimento dell’Eurogruppo a proposito della Grecia, delle  in‐tenzioni  di  Berlusconi,  delle  reazioni  di  Alfano  e così via. Tutte cose remote ed  insignificanti. Lì era il  futuro  del  Paese,  in  quei  bambini  composti  ed attenti, in quella maestra appassionata e capaci, in quella  festa  animata e  chiassosa dove  la gente  si 

Una boccata d’aria pulita 

 Stelio W. Venceslai  

Roma, 27 novembre 2012 

gloriava  della  fantasia  dei  propri  piccoli  ed  a‐spettava  il voto della giuria per la premiazione dei tre più significativi oggetti, concepiti e pro‐dotti  da  mani  infantili  dai  rifiuti  domestici. Quelle persone erano  semplici, pulite,  convin‐te.  Partecipavano  ad  una  grande  operazione, fors’anche commerciale, non  importa, ma era‐no tutte  interessate a che  la manifestazione si svolgesse  al meglio,  a  che  i  bambini  fossero felici, a che, tornando a casa, sentissero d’aver compiuto anch’essi,  sia pure  in piccolo,  il  loro dovere di cittadini. Un’altra Italia, un altro mondo. Su questo occorre sperare e lavorare per crea‐re  un  futuro migliore per  i  nostri  figli,  scevro dai compromessi della politica, dalle truffe dei maneggioni e dei  famuli dei potenti, dalle vol‐gari esibizioni televisive. E’ stata una boccata d’aria pulita,  in tanto fan‐go e miseria che ci sommerge.         S. W. V. 

La mostra concorso: ‘Gioielli al caffè’

La mostra concorso: particolare - Ladispoli

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Nel 2012 in calo la raccolta dei RAEE Dati in negativo per la prima volta dall’avvio del sistema:  ‐ 9% dei volumi raccolti, spesso depredati dei componenti di valore. In difficoltà le aziende che riciclano 

La  raccolta  dei  RAEE  per  quest’anno  dovrebbe attestarsi  intorno alle 230.000 tonnellate,  in calo rispetto alle 260.000 del 2011. I valori si riferisco‐no ai primi otto mesi dell'anno, periodo durante il quale “tutti  i  cinque  raggruppamenti  hanno  il  se‐gno meno con  la sola eccezione delle  lampadine”, come  riporta  il Direttore generale del Centro di Coordinamento  RAEE  Fabrizio  Longoni,  il  quale sottolinea  come  sulle  imprese  che  riciclano pesi molto anche  l'aggravarsi della  crisi dei  consumi, con  un  taglio  delle  vendite  del  6%  nel  secondo trimestre rispetto allo stesso periodo 2011. Al calo dei  RAEE  i  consorzi  tentano  di  rispondere  am‐

pliando  il  raggio  di  raccolta,  ma  spesso  senza grandi  risultati.  Anche  perché  si  assiste  ad  una forma  sempre più diffusa di  ‘sciacallaggio’ delle materie prime che  sono contenute  in questi ap‐parecchi dismessi. Danilo Bonato, Presidente del Centro Coordinamento RAEE spiega: “In  realtà  la produzione dei RAEE  in  Italia si attesta sempre  in‐torno alle 950.000 tonnellate, dunque non manca‐no certo elettrodomestici da recuperare. In realtà, la causa primaria della diminuzione dei volumi è la crescita del valore delle materie prime che si trova‐no  all'interno  degli  apparecchi  elettronici  (rame, ferro,  plastica,  ecc).  Diciamo  che  ha  preso  piede 

una sorta di caccia al RAEE da parte di una serie di soggetti, come commercianti di rifiuti, broker, am‐bulanti  (che  sono  autorizzati  a  portare  via  tutto dalle  isole  ecologiche  senza  reali  autorizzazioni  e formalità), impianti di trattamento, ecc. Si tratta di una gamma eterogenea di soggetti, che sono  inte‐ressati  soltanto  a  rivendere  materie  prime  senza preoccuparsi  del  corretto  smaltimento  dei RAEE”. Considerato che  i prezzi delle materie prime non scenderanno nei prossimi anni, come si riuscirà a incrementare  allora  il  tasso  di  raccolta?  Magari grazie  ad  una maggiore  e  reale  semplificazione burocratica.  Ad  esempio,  se  nel  nostro  Paese  il ritiro uno contro uno non è mai decollato, parte delle  responsabilità vanno  imputate alla burocra‐zia di carte da compilare,  sia per  la distribuzione organizzata sia per i singoli utenti: “Non  serve  a nulla chiedere i dati al consumatore che ha riporta‐to in negozio il RAEE da sostituire. Se vogliamo arri‐vare  all'85%  dobbiamo  semplificare,  altrimenti  il comune utente continuerà a rivolgersi all'omino del camioncino per disfarsi dei suoi  rifiuti elettronici”, sintetizza  a  sua  volta  Giorgio  Arienti,  Direttore generale di Ecodom.   Un altro punto dolente del sistema Italia è la carenza dei controlli: il Comitato di  vigilanza  in materia  attende da  sette  anni  i  fi‐nanziamenti  e,  in mancanza di questi,  non  ha  in pratica  mai  potuto  operare.  Inoltre,  a  causa  di complessità normative, non è neppure chiaro qua‐le sia l'autorità preposta a comminare le sanzioni, tanto che,  in tutti questi anni, nessun produttore o  distributore  è  stato  chiamato  a  rispondere  di infrazioni. Con questo scenario, è facile immagina‐re come  la nuova direttiva europea che, secondo uno studio del consorzio ReMedia  pone  un obiet‐tivo   di  raccolta al 2019 equivalente a  17,7 kg per abitante (ovvero il quadruplo degli attuali livelli di raccolta), rappresenti uno sforzo davvero difficile nelle condizione attuali per  il nostro Paese e pos‐sa  essere  indice  di  forte  preoccupazione  per  le ulteriori criticità che implica. Maurizio Iorio, Presi‐

dente Andec,  le sottolinea con alcuni esempi: se‐condo  quanto  prescritto  nella  direttiva,  gli  Stati membri  potranno  incoraggiare  i  produttori  a  fi‐nanziare anche i costi legati alla raccolta dei RAEE presso  i nuclei domestici. Se questa norma  fosse davvero  recepita,  le  spese  per  i  produttori  an‐drebbero a lievitare (anche di sette volte rispetto a  quelle  attuali),  andando  alla  fine  a  carico  del consumatore.  Non  convince  l'Andec  neppure l’idea che  i centri di raccolta dovranno assicurare l'accesso nelle proprie strutture agli utenti, affin‐ché siano in grado di identificare ed eventualmen‐te  ritirare  i RAEE  riciclabili, vale a dire suscettibili di  essere  riutilizzati.  In  altre parole,  il  legislatore europeo prevede che le persone potranno recarsi nei  centri  di  raccolta  per  fare  incetta  di  vecchie lavatrici o ferri da stiro. Si tratta certo di un'even‐tualità  che  al momento  appare  remota, ma  po‐trebbe  comportare  spese molto  onerose  per  le isole  ecologiche.  Extra  costi  potrebbero  arrivare anche dalla più grossa delle novità contenuta nel‐la nuova direttiva:  il ritiro uno contro zero.  In so‐stanza questa modalità di ritiro obbligherà i gran‐di esercizi commerciali a ritirare  i RAEE vecchi an‐che senza vendere nulla. Facile immaginare il coro di malcontento generale. Ma Maurizio Calaciura, Vice  Presidente  dell’ANCRA  (Associazione Nazio‐nale  Commercianti  di  Radio,  televisione.  elettro‐domestici e Affini) è più ottimista: «l'uno  contro zero potrebbe alla fine anche invogliare all'acquisto gli utenti  inizialmente venuti solo per smaltire  l'ap‐parecchio  elettrico  non  più  funzionante». In tutto questo, c’è  tuttavia uno  spunto di  riflessione  im‐portante  che,  secondo  noi,  è  troppo  spesso  tra‐scurato. Se è vero che i costi del riciclo sono inevi‐tabilmente destinati ad aumentare, perché nessu‐no  sembra  rendersi  conto  che  il modo migliore per contenerli sta nel rendere efficiente e portare a sistema  la  logistica dei RAEE? Ridurre gli attuali sprechi  economici  ed  ambientali  sarebbe  già  un bel sollievo.

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Energie rinnovab

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Creare sviluppo e difendere l’ambiente 

Alla ‘Scuola delle energie’ dell’ENEA si formano i futuri lavoratori nel settore delle rinnovabili

La ‘Scuole delle energie’ si trova presso il Centro di ricerche Casaccia dell’ENEA, alle porte di Roma ed è nata dalla collaborazione tra la Provincia di Roma e l’ENEA, allo  scopo di  formare  le nuove  figure pro‐fessionali  nel  campo  dell’efficienza  energetica  e delle rinnovabili. I giovani, per primi quelli della Pro‐vincia di Roma che frequentano  i corsi partiti a no‐vembre, avranno a disposizione un  ricco program‐ma  formativo  riconosciuto  a  livello  europeo  in  un settore che è strategico per il futuro del territorio e dell’Italia. “Per far tornare a crescere l’Italia – ha det‐to  il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zin‐garetti ‐ dobbiamo puntare sull’innovazione. Dopo la ‘Scuola del cinema’ e  la  ‘Scuola del  sociale’ alla Pro‐vincia diamo così un altro contributo per creare pro‐fessionalità e competenza e dimostrare di saper rea‐gire alla crisi con il talento e il merito”. Il nuovo polo formativo tuttavia è stato pensato come un punto di riferimento anche per le imprese del territorio di Roma  e  della  Provincia  perché  i  percorsi  didattici mescolano  teoria  e pratica,  e possono  rispondere alle esigenze degli operatori che lavorano nel setto‐re  energetico,  mettendo  a  loro  disposizione  una nuova  struttura  per  la  formazione  professionale.  Infatti, un  intero piano della Scuola delle Energie è stato destinato ad accogliere alcune componenti di impianti  aggiuntive,  fornite  direttamente  dai  par‐tner e dalle aziende private, per   affiancare alla di‐dattica tradizionale anche la pratica diretta sul cam‐po. Sottolineando  l’importanza di mettere  in prati‐ca le numerose competenze nazionali a livello terri‐toriale, senza essere costretti ad importare anche il sapere,  l’Ingegnere Giovanni Lelli  che dirige  l’Ente di  ricerca  ha  detto:  “L’energia non viaggia da  sola, l’ambiente  nemmeno  e  le  due  cose  sono  profonda‐mente  connesse al  concetto di  territorio. Questi  tre elementi se considerati insieme sintetizzano lo svilup‐po  sostenibile  che deve necessariamente  tradursi  in lavoro, per  non  generare,  all’altro  estremo,  una  of‐

ferta senza la domanda”. Conseguente a questa  lo‐gica,  l’edificio destinato alla Scuola è di per sé   un ‘laboratorio a cielo aperto’,  in cui  trovano applica‐zione le più innovative e sofisticate tecnologie lega‐te all’efficienza energetica: un impianto di solar he‐ating  e  cooling  abbinato  a  pannelli  radianti  e  fan coil per  il  riscaldamento  invernale e per  raffresca‐mento estivo, che associati ai 56mq del campo sola‐re a collettori solari termici, permettono un rispar‐mio sui consumi superiore al 56%;  l’impianto di cli‐matizzazione con pompa di calore a CO2 di tipo po‐livalente;  il monitoraggio  in tempo reale di tutti gli impianti e dei  relativi consumi grazie al  sistema di gestione  BMS,  collocato  nella  ‘hall  tecnologica’ d’ingresso. Sulla  copertura dell’edificio poi è  stata installata  una  stazione meteo,  per  acquisire  i  dati solari e le relative condizioni climatiche (come tem‐peratura, umidità, irradiazione, ecc.) necessarie alla produzione ottimale degli impianti.  

Un  gruppo  di  ricerca  dell'Istituto  per  i  pro‐cessi  chimico‐fisici  del  Consiglio  Nazionale delle Ricerche (IPCF‐CNR) di Bari ha introdot‐to un nuovo approccio nel campo della con‐versione della luce solare in energia, sintetiz‐zando un  sistema  ibrido,  costituito da  com‐ponenti naturali e strutture molecolari sinte‐tiche,  che  potrebbe  aprire  nuove  vie  per  la raccolta e  lo  sfruttamento dell'energia  sola‐re. «Abbiamo combinato il ‘cuore’ dell'appara‐to  fotosintetico  di  un  batterio  rosso ‘Rhodobacter sphaeroides R26’, con una mole‐cola sintetica capace di assorbire luce efficace‐mente,  potenziando  in  tal modo  la  capacità del  sistema  naturale  ‐  ha  spiegato Massimo Trotta  ‐  In tutti gli organismi naturali alimen‐tati  dalla  fotosintesi,  l'organizzazione  funzio‐nale  dell'apparato  è  la  stessa:  complessi  di proteine  e  pigmenti  catturano  la  luce  come un'antenna e la guidano a un centro di reazio‐ne, dove l'energia è convertita in coppie di ca‐riche  opposte:  un  elettrone  carico  negativa‐mente viene separato dalla molecola di prove‐nienza,  lasciandovi una  ‘buca’  carica positiva‐mente». Questo stato per poter essere utiliz‐zato, deve essere però mantenuto abbastan‐za  a  lungo:  «Di  recente  sono  stati  sviluppati dei sistemi totalmente sintetici che catturano efficacemente la luce, ma il tempo di vita degli stati a cariche separate generati è dell'ordine dei millisecondi. Per superare questa limitazio‐

ne,  nei  sistemi  ibridi,  si  combinano  un  ‘foto convertitore’ naturale e un assorbitore artifi‐ciale  di  luce:  finora  sono  stati  utilizzati  i "quantum dots", ossia nanostrutture realizza‐te con materiali semiconduttori», ha aggiunto Francesco Milano, un altro autore della ricer‐ca.  Il  gruppo  di  ricercatori  dell'IPCF‐CNR  ha invece impiegato come antenna artificiale un assorbitore  molecolare  progettato  ad  hoc, che  possiede  numerosi  vantaggi  rispetto  ai "quantum  dots".  «La  varietà  strutturale  sta nell'utilizzo di  composti organici  che permet‐tono una modulazione molto precisa delle pro‐prietà  fotofisiche ed elettroniche dell'assorbi‐tore  ‐  hanno  spiegato  Agostiano  e  Farinola dell'Università di Bari che hanno collaborato al progetto  ‐ La forma e la flessibilità moleco‐lare possono  così  essere  controllate  in modo tale che  l'antenna artificiale non alteri  la  rea‐zione naturale e  che  sia  inserita  sul  centro di reazione nei siti desiderati,  in modo da massi‐mizzarne  l'efficacia».  «Questo consente di po‐tenziare  l'attività  del  microrganismo,  esten‐dendola a una regione dello spettro della  luce solare che non viene assorbita dal sistema bio‐logico originario, dimostrando che è possibile disegnare  ibridi  organico‐biologici  che,  in  op‐portune  condizioni,  risultino  più  performanti del sistema naturale», ha concluso Trotta. Lo studio  dei  ricercatori  del  IPCF‐CNR  è  stato pubblicato su Angewandte Chemie. 

Il Presidente Zingaretti taglia il nastro insieme all’Ingegner Lelli all’inaugurazione della Scuola delle energie il 23 ottobre scorso

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rie di riciclo

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Il  Natale  è  più  bello  se  gli addobbi  sono  confezionati dai bambini e, per di più, con materiale  di  scarto:  fondi  e tappi  di  bottiglia  di  plastica, vecchie  palline,  cucchiaini  di plastica,  ritagli  di  carta.  Gli allievi dell'Istituto Ilaria Alpi di Ladispoli  ne  hanno  realizzati di bellissimi per  la SERR  2012 e  noi  li  proponiamo  come spunto per provare a giocare con tutta la famiglia. 

RELOADER Magazine - dicembre 2012

Le decorazioni natalizie fai da te.

Ecco le ‘rici-creazioni’ dei bambini

I Centrotavola fioriti

Portacandele e arredi per la tavola di Natale

Il Presepe Le decorazioni per l’albero

La candela di cartone

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mbiente e so

cietà

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[Legambiente]  ‐  “E'  tutta  in  salita  la  strada tracciata  a Doha  per  la  transizione  verso  un nuovo accordo globale da sottoscrivere entro il 2015 per essere poi operativo dal 2020,  co‐me già concordato a Durban lo scorso anno. I governi non sono stati  in grado di mettere  in campo  quella  volontà  politica  indispensabile per colmare con  impegni concreti  il preoccu‐pante gap esistente (8‐13 Gt di CO2 secondo il recente rapporto dell'UNEP) tra gli impegni di riduzione assunti sino ad ora dai diversi paesi e  la  riduzione di  emissioni  indispensabile  en‐tro  il  2020  per  rientrare  nella  traiettoria  di riscaldamento  del  pianeta  non  superiore  al‐meno ai 2°C. Dimenticando che gli  impegni di riduzione  attuali  ci  stanno  portando  verso una via di non ritorno con un surriscaldamen‐to stimato tra i 3.5°C e i 6°C”. Questa  la dichia‐razione  di Mauro Albrizio,  responsabile  Cli‐ma e politiche europee di Legambiente, da Doha. “Poco ambiziosi ed insufficienti anche i nuovi  impegni  assunti  nell'ambito del Proto‐collo  di  Kyoto,  tra  i  paesi  industrializzati, dall’Unione europea, la Svizzera, la Norvegia e l'Australia. A  ciò va aggiunto  che USA, Cana‐da, Giappone, Russia e Nuova Zelanda si sono tenuti  fuori  dal  protocollo  –  ha  continuato Albrizio  ‐ Nonostante ciò  il “Kyoto 2” rimane uno  strumento  indispensabile  a  garantire  la transizione verso  il nuovo accordo globale. E’ l’architrave del nuovo accordo e garantisce la continuità  degli  impegni  di  riduzione  legal‐mente vincolanti per  il periodo di transizione 2013  ‐  2020,  che dovranno  essere necessaria‐mente incrementati entro i prossimi due anni 

per  contribuire  a colmare  il  preoccu‐pante  gap  esisten‐te”.  Un  ruolo  im‐portante  in  questa fase  è  chiamato  a svolgerlo  l'Europa, che sin dai prossimi mesi  dovrà  impe‐gnarsi  con  una  de‐terminazione  mag‐giore  di  quella mo‐strata  a Doha. Non solo per fare in mo‐do  che  questo  gap sia colmato, ma an‐che  per  tradurre  in 

impegni concreti il programma 2013 ‐ 2020 di aiuti ai paesi poveri a supporto dei  loro  im‐pegni di riduzione e di adattamento ai cam‐biamenti climatici in corso, con un sostegno finanziario  annuo  iniziale  di  almeno  10  ‐  15 miliardi di dollari per arrivare nel 2020 ai 100 miliardi promessi tre anni fa a Copenhagen. L'Italia deve  impegnarsi con forza  in questa direzione  insieme ai paesi europei più avan‐zati mostrando  coerenza  tra  l'impegno  na‐zionale e quello  internazionale e mettendo in campo da subito azioni in grado di colma‐re  il  ritardo  che  ancora  abbiamo  con molti paesi europei. Secondo gli ultimi dati dell'A‐genzia  Europea  dell'Ambiente,  l'Italia  nel 2011 ha ridotto le emissioni di gas‐serra solo del  5,6%  rispetto  al  1990, mentre  l'Unione europea nel  suo complesso  le ha  ridotte di ben  il  17,5%.  “Un  primo  segnale  forte  –  ha concluso Mauro Albrizio  ‐ deve venire da una profonda revisione della Strategia energetica nazionale che  invece di puntare decisamente alla riduzione del consumo e delle importazio‐ni di fonti fossili, propone addirittura un rilan‐cio della produzione di  idrocarburi nazionali, individuando  sia  per  l'efficienza  energetica che per  le  fonti  rinnovabili,  strategie  generi‐che e  strumenti  inadeguati a  raggiungere gli obiettivi previsti. A questo  si aggiungono  i 9 miliardi di sussidi alle fonti fossili che ogni an‐no vengono elargiti a petrolio, carbone, gas e autotrasporto  nel  nostro  paese.  Il  ministro Clini si  impegni concretamente affinché  il go‐verno italiano li cancelli e cambi subito strada sulla politica energetica del nostro Paese”. 

Clima

Il riciclo di classe

Alice Zollo è una giovanissi‐ma  stilista  romana,  con  ta‐lento  da  vendere,  laureata in Scienze della moda e del costume.  Sono  molteplici gli  oggetti  da  cui  prende spunto  per  creare  i  suoi gioielli ed i suoi abiti. Si pos‐sono  vedere  tutte  le  sue collezioni, da  riciclo  e  non, sulla sua pagina Facebook. 

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L'Italia delle discariche

L’Italia smaltisce in discarica il 49% dei suoi rifiuti urbani, oltre 15 milioni di tonnellate, rispetto a una media europea del 30%  

Anche quest’anno FISE UNIRE e Fondazione per lo Svilup‐po  Sostenibile  fanno  il  punto  sulla  gestione  italiana  dei rifiuti. La terza edizione del rapporto “L'Italia del riciclo”, presentata  lo scorso 5 dicembre a Roma,  fotografa  la si‐tuazione del nostro Paese che purtroppo è ancora critica, soprattutto  se  confrontata  con  il  resto  dell'Europa.  Le destinazioni ‘preferite’ per  i rifiuti urbani  italiani sono an‐cora le discariche dove, secondo i dati della Commissione Ambiente della UE aggiornati al 2010, ne finisce ben il 49% del totale, mentre  il rimanente 51% è suddiviso tra  il recu‐pero di materia (20%), il compostaggio (13%) ed il recupero energetico (18%). Questi risultati collocano il nostro Paese agli ultimi posti tra quelli europei, meglio soltanto di Gre‐cia e Portogallo, ed evidenziano ancora come  in  Italia  si sia ben lontani dalle eccellenze la cui percentuale di rifiuti urbani spediti in discarica oscilla tra lo 0% e il 3% e quella di riciclo (recupero materia + compostaggio) è superiore alla media europea del 42%. Inoltre, come spesso accade, l'Ita‐lia risulta essere spaccata in due: il Nord virtuoso, ad ecce‐zione della Liguria; il Centro Sud disastroso, specialmente per quanto riguarda  la Sicilia (ultima regione per percen‐tuale, 93%, dei rifiuti inviati in discarica) e purtroppo anche il Lazio che, con  i suoi circa 2,5 milioni di tonnellate, è  la regione con la maggiore quantità di rifiuti urbani inviati a discarica. Alla domanda sul perché in Italia sia così diffusa questa modalità, Edo Ronchi, Presidente della Fondazio‐ne, sostiene che uno dei motivi principali “è la bassa tassa‐zione sullo smaltimento in discarica (15 euro a tonnellate in Italia contro le 40 in Germania)”. E aggiunge: “Occorre da‐re effettiva priorità al riciclo, ricorrendo anche agli incentivi economici o fiscali in quelle filiere, per esempio quella delle plastiche miste, dove  il riciclo si trovi  in condizioni di svan‐taggio rispetto al recupero energetico”. Lo scenario è cer‐tamente complesso, tuttavia c’è anche qualche dato inco‐raggiante,  in particolare  sugli  imballaggi. Nel  2011  infatti l’industria del riciclo ha mantenuto buoni  livelli sia  in ter‐mini  quantitativi,  con  7,5  milioni  di  tonnellate  riciclate (+2%  sul 2010),  sia  in  termini di  tasso di  riciclo,  stabile al 64%. Nel dettaglio crescono i settori della carta (+3%), del‐la  plastica  (+4%)  e  del  vetro  (+7%), mentre  calano  quelli dell'acciaio  (‐1%),  dell'alluminio  (‐13%)  e  del  legno  (‐5%).  Fatti salvi gli imballaggi, altre criticità sono emerse duran‐te la presentazione del rapporto, evidenziate da Rosanna Laraia,  Responsabile  del  Servizio  Rifiuti  dell'ISPRA  e  da Corrado Scapino ‐ Presidente FISE UNIRE. La D.ssa Laraia 

lamenta le difficoltà per l’ISPRA di ottenere dalle impre‐se  i dati  relativi alla gestione dei  rifiuti. Chiaro  segnale  di questo problema è nel fatto che si sono dovuti stima‐re  i dati del settore dei  rifiuti da costruzione e demoli‐zione,   per assenza di quelli reali. In merito poi ai rifiuti speciali pericolosi Laraia ha espresso  la sua preoccupa‐zione perché in Italia solo il 3% del totale è avviato al rici‐clo, mentre  il  resto  si divide  tra export e non corretto smaltimento, ed ha concluso con un’osservazione criti‐ca nei confronti del sistema europeo di calcolo del tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani, che  lascia ai singoli Paesi membri  la  possibilità  di  scegliere  tra  quattro  possibili metodi: la disomogeneità che si crea non può che gene‐rare discrepanze tra i vari dati e ne rende quasi impossi‐bile una corretta comparazione. Sarebbe dunque neces‐sario che tutti gli Stati membri adottino un solo metodo di calcolo. Dal Dr Scapino sono giunte alcune riflessioni sulla difficoltà a decollare del  settore dell'industria del riciclo. Sono tre i fattori chiave da considerare: è neces‐sario che il legislatore emani norme mirate per ogni set‐tore  industriale, non  si possono  risolvere  i  singoli pro‐blemi con un unico provvedimento da applicare in tutti i campi; bisogna combattere la discrepanza tra la percen‐tuale dichiarata dalle filiere e quella effettiva di riciclo; è fondamentale  sviluppare  i mercati  per  i  prodotti  e  le materie prime seconde provenienti dal riciclo.  Infine  lo stesso Scapino ha dichiarato: “Il riciclo dei rifiuti costitui‐sce una delle priorità strategiche per lo sviluppo della gre‐en economy. Gli obiettivi di riciclo europei sono, per alcu‐ne  filiere,  ancora  lontani  e per  raggiungerli  è necessario che  oggi  le  strategie  di  crescita  industriale  nazionale  si coniughino con politiche di sviluppo sostenibile che preve‐dano l’impegno e la partecipazione di tutti i soggetti eco‐nomici della filiera, dai produttori ai riciclatori. Resta tut‐tora prioritaria l’attivazione di nuove leve per stimolare il mercato dei materiali riciclati, evitando politiche ambien‐tali miopi e strumentali che rischierebbero solo di frenare ulteriormente  lo  sviluppo  dell’industria  del  recupero”. Ermete Realacci, Commissione Ambiente della Camera ha stigmatizzato  la pessima abitudine del nostro Paese di  non  avere  una  visione  ampia  e  lungimirante.  “Deve cambiare il concetto di rifiuto”, ha fatto eco il collega del Senato Andrea Fluttero. “Forse spesso si protegge qual‐che lobby” ha tagliato netto  il Direttore Generale Perni‐ce del Ministero dell’Ambiente.                       Mirko Turchetti 

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Inserto n.11/2012

Serge  Latouche  è  un  filosofo  ed  economista 

francese (nasce a Vannes il 12 gennaio 1940). 

Professore  emerito  di  Scienze  economiche 

all'Università di Parigi XI e all'Institut d'études 

du  devoloppement  économique  et  social 

(IEDES) di Parigi, e' uno degli animatori della 

Revue  du  MAUSS,  il  Movimento  Anti‐

Utilitarista  nelle  Scienze  Sociali.  Latouche  è 

I bambini ci devo‐no insegnare! Noi, “i  grandi”,  do‐

vremmo fare tesoro della serietà del  loro  im‐pegno  per  l’ambiente,  della  loro  volontà  di cambiare questo nostro modo sciupone di ge‐stire le risorse, della loro intransigenza di fron‐te  a  scusanti  e giustificazioni di  comodo per aver  perseguito  solo  logiche  economiche  e d’interesse, perché, come afferma un prover‐bio dei nativi americani, questo pianeta non ci appartiene, ma  lo abbiamo ricevuto  in presti‐to dai nostri figli. Le classi del Liceo Majorana di Roma, dell’Istituto Guido Pitocco di Castel‐nuovo di Porto e dell’Istituto Ilaria Alpi di Ladi‐spoli, con l’aiuto degli insegnanti, si sono spe‐se con grande impegno nel realizzare oggetti, utilizzando  materiale riciclato il più disparato, per  partecipare  al  concorso  ideato  dalla  RE‐LOADER  in  occasione  della  settimana  SERR 2012. Come non raccontarvi del trenino realiz‐zato dai bimbi della materna con le scatolette dei succhi di  frutta delle merende, mettendo per rotelle  i tappi delle bottigliette dell’acqua minerale. Come non  raccontarvi del  robotino realizzato da un bimbo di quarta elementare usando solo materiale elettrico ed elettronico da riciclo: assomigliava ad un logo della RELO‐ADER. E poi c’erano case di bambole e bam‐bole  di pezza,  un biliardino  in  cui  i  calciatori erano  le mollette  da  bucato,  la  palestra  per criceti, in cui la ruota girevole era stata realiz‐zata  con  stuzzicadenti  e  cartoncino,  intere 

fattorie di animali realizzate con le bottiglie di plastica  colorata,  così  come addobbi  floreali, palline per  l’albero di Natale, scatole e scato‐lette  porta‐tutto,  dalle  penne  ai  gioielli.  E  i gioielli? Anche loro realizzati con qualsiasi ma‐teriale,  creazioni  artistiche  di  grande  pregio. Al Liceo Majorana di Roma collane ed orecchi‐ni sono stati ricavati dalle capsule usate di una famosa marca di  caffè  e dalla  carta patinata delle  riviste.  Come  ci  spiega  Serge  Latouche facciamo diventare un nostro patrimonio cul‐turale almeno queste R del suo pensiero filo‐sofico: Ridurre gli sprechi per non gravare ul‐teriormente  sulla biosfera, Riutilizzare e Rici‐clare il più possibile le materie prime. Per i ra‐gazzi la settimana SERR è stata un modo alle‐gro di fare didattica in modo alternativo, ma è stato trasmesso un messaggio, che deve arri‐vare agli adulti. In alcune regioni d’Italia siamo il fanalino di coda europea per quanto concer‐ne  le  buone  pratiche  nello  smaltimento  dei rifiuti,  in particolare dei RAEE. I giovani di og‐gi,  cittadini  di  domani,  devono  sapere  quali componenti di un RAEE  siano pericolose per l’ambiente,  se  non  adeguatamente  smaltite, ma anche quali siano i “tesori” che queste ap‐parecchiature  contengono:  oro,  palladio,  ra‐me, terre rare, coltan, solo per citarne qualcu‐na.  Queste  materie  prime  seconde  devono essere riutilizzate e riconvertite per non conti‐nuare a depredare il pianeta. Giocando i bimbi ed i ragazzi lo hanno fatto, ora tocca a noi.            Francesca Marasini 

Latouche,

le lumache,

le 8 R e

la decrescita

felice 

di Francesca Marasini 

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Imparare dai bambini …

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fautore  della  decrescita,  una 

corrente  di  pensiero  politico, 

economico  e  sociale  favorevole  alla 

riduzione  controllata,  selettiva  e 

volontaria  della  produzione 

economica  e  dei  consumi,  con 

l'obiettivo  di  stabilire  una  nuova 

relazione  di  equilibrio  ecologico  fra 

l'uomo e  la natura, nonché di equità 

fra  gli  esseri  umani  stessi. 

Riprendendo il pensiero di Ivan Illich, 

Latouche  ci  parla  della  saggezza 

della lumaca. 

"La  lumaca  costruisce  la  delicata 

architettura  del  suo  guscio 

aggiungendo  una  dopo  l’altra  delle 

spire  sempre  più  larghe,  poi  smette 

bruscamente  e  comincia  a  creare 

delle  circonvoluzioni  stavolta 

decrescenti. Una sola spira più  larga 

darebbe  al  guscio  una  dimensione 

sedici  volte  più  grande.  Invece  di 

contribuire al benessere dell’animale, 

lo graverebbe di un peso  eccessivo. 

A quel punto qualsiasi aumento della 

sua   produttività   servirebbe 

unicamente a rimediare alle difficoltà 

create da una dimensione del guscio 

superiore  ai  limiti  fissati  dalla  sua 

finalità.  Superato  il  punto  limite 

dell’ingrandimento  delle  spire,  i 

problemi  della  crescita  eccessiva  si 

moltiplicano  in  progressione 

geometrica,  mentre  la  capacità 

biologica  della  lumaca  può  seguire 

soltanto,  nel  migliore  dei  casi,  una 

progressione  aritmetica.  «Questo 

divorzio  della  lumaca  dalla  ragione  

1.Rivalutare,  2.Riconcettualizzare, 

3.Ristrutturare,  4.Rilocalizzare, 

5 . R i d i s t r i b u i r e ,   6 .R i d u r r e , 

7.Riutilizzare,  8.Riciclare.    

Questi otto obiettivi  interdipendenti 

generano  un  circolo  virtuoso  di 

decrescita  serena,  conviviale  e 

sostenibile.  

geometrica,  che  per  un  periodo 

aveva anche  lei sposato, ci mostra  la 

via  per  pensare  una  società  della 

decrescita,  possibilmente  serena  e 

conviviale».  (Latouche  2008)  La  via 

per  questa  rivoluzione  passa 

attraverso  la  messa  in  moto  di  un 

circolo virtuoso fatto di otto “R”. 

Le 8 R

L-uVgku.t

ipensieridiprotagora.blogspot-com

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Rivalutare

I valori borghesi del  secolo  scorso un poco alla 

volta si sono prosciugati,  lasciando soltanto dei 

gusci vuoti: megalomania  individualistica, rifiuto 

della  morale,  egoismo.  La  società  della 

decrescita  dovrà  poggiare  su  un  sistema 

rovesciato di  valori.  “Amore  della  verità,  senso 

della  giustizia,  responsabilità,  rispetto  della 

democrazia,  elogio  della  differenza,  dovere  di 

solidarietà, uso dell’intelligenza”. 

Riconcettualizzare

Diventa  necessario  ripensare  alcuni  concetti 

fondamentali come quelli di ricchezza e povertà, 

“ma  anche  il  binomio  infernale,  fondatore 

del l ’ immaginar io   economico,   rar i tà /

abbondanza”. 

Ristrutturare

“Ristrutturare  significa  adeguare  l’apparato 

produttivo  e  i  rapporti  sociali  al  cambiamento 

dei  valori”.  Per  fare  un  esempio  si  potrebbero 

riconvertire  le  fabbriche  automobilistiche  in 

fabbriche di macchinari per il recupero di energia 

attraverso la co‐generazione. 

Rilocalizzare

Quello della località è uno dei concetti cardine di 

tutto  il paradigma della decrescita e anche uno 

dei  più  anti  moderni.  “Se  le  idee  devono 

ignorare  le frontiere, al contrario  i movimenti di 

merci  e  di  capitali  devono  essere  limitati 

all’indispensabile”. La cultura, la politica e il senso 

della  vita  devono  ritrovare  un  “ancoraggio 

territoriale” 

Ridistribuire

Ridistribuire  significa  ripartire  le  ricchezze  e 

l’accesso  al  patrimonio  naturale.  Non  si  tratta 

tanto di “dare” di più, quanto di predare di meno.  

Ridurre

Ridurre  significa  innanzitutto  ridurre  gli  sprechi, 

in modo da gravare di meno sulla nostra povera 

biosfera.  È  inaccettabile  che  oggi  i  paesi  ricchi 

producano 4 miliardi di tonnellate di rifiuti l’anno. 

Altre cose da ridurre urgentemente sono gli orari 

di  lavoro,  per  restituire  il  tempo  a  tutto  quello 

che  rende  la  vita  degna  di  essere  vissuta  e  il 

turismo  di  massa,  con  le  sue  gravose 

conseguenze,  come  l’inquinamento  e  la 

distruzione  delle  destinazioni  che  subiscono 

questo turismo. 

Riutilizzare/Riciclare

Forse  la  più  scontata  delle  “R”,  è  un  concetto 

ormai  dato  per  acquisito,  allora  come  mai  le 

amministrazioni e la politica non lo hanno ancora 

trasformato  in  un  cardine  del  nostro  sistema 

produttivo? 

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“Dove andiamo? Dritti contro un muro. Siamo a bordo di un bolide senza pilota, senza marcia indietro e senza freni, che sta andando a fracassarsi contro i limiti del pianeta. La parola d’ordine della decrescita ha soprattutto lo scopo di sotto‐lineare con forza  la necessita dell’abbandono dell’obiettivo della crescita  illimi‐tata, obiettivo il cui motore è essenzialmente la ricerca del profitto da parte dei detentori del capitale, con conseguenze disastrose per l’ambiente e dunque per l’umanità. Non  soltanto  la  società  è  ridotta  a mero  strumento  e mezzo della meccanica produttiva, ma l’uomo stesso tende a diventare lo scarto di un siste‐ma che punta a renderlo inutile e a farne a meno”. Consumiamo troppo, man‐giamo  troppo, buttiamo  troppo. Soprattutto viviamo nella convinzione che sia possibile una crescita infinita in un luogo, quale è il nostro pianeta, finito, ignorando limiti ed entropia.  Bisogna cambiare paradigma. “A rigore, sul pia‐no teorico si dovrebbe parlare di a‐crescita, come si parla di a‐teismo, più che di de‐crescita. In effetti si tratta proprio di abbandonare una fede o una religione, quella dell’economia, del progresso e dello sviluppo, di rigettare il culto irrazio‐nale e quasi idolatra della crescita fine a se stessa”. Il nuovo paradigma dovreb‐be (e potrebbe) guidare scelte concrete e politiche. “Oggi la crescita è un affa‐re redditizio solo a patto di farne sopportare il peso e il prezzo alla natura, alle generazioni  future,  alla  salute dei  consumatori,  alle  condizioni di  lavoro degli operai e, soprattutto, ai Paesi del sud”. Per  tutto questo è necessario perse‐guire quella che Latouche definisce “utopia concreta, nel senso positivo datole da Ernst Bloch”. in questi termini quella della decrescita deve essere una rivo‐luzione, un sovvertimento totale per compiere quel salto di qualità che con‐serverebbe il pianeta e noi stessi nel pianeta.  

Un estratto dall'ultimo saggio di Latouche

Decrescita

decr

esci

ta.c

om