Una Rete di Scuole per l’Ambiente - Reloader Italia · 2016. 6. 29. · Bernardini, Main...
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Alice’s Bijoux - Il riciclo di classe
CLIMA - Legambiente: strada in salita verso un accordo globale. Governi incapaci di impegni concreti
L’Italia del Riciclo 2012 - l’Italia delle discariche di Mirko Turchetti
Imparare dai bambini …
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Ambiente e società
Numero 61
RELOADER Magazine — n. 61 - dicembre 2012
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Le decorazioni natalizie fai da te.
Ecco le ‘rici-creazioni’ dei bambini
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Storie di r iciclo
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Energie rinnovabil i
Alla ‘Scuola delle energie’ dell’ENEA si formano i futuri lavoratori nel settore delle rinnovabili
Nuove formule fotosintetiche ‘bio’ dal CNR per catturare energia solare
Dicembre 2012
l’editoriale
Buon Compleanno RELOADER di Marina Melissari L'Associazione festeggia i 6 anni con il “Premio Logistico dell'anno 2012”
Una Rete di Scuole per l’Ambiente SERR 2012: entusiasmanti le tre giornate di festa di RELOADER organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia
Una boccata d’aria pulita di Stelio W. Venceslai organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia
Nel 2012 in calo la raccolta dei RAEE Dati in negativo per la prima volta dall’avvio del sistema: ‐ 9% dei volumi raccolti, spesso depredati dei componenti di valore. In difficoltà le aziende che riciclano
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RAEE
Gli SpecialGli SpecialGli Specialiii 20
Latouche,
le lumache,
le 8 R e
la decrescita felice
di Francesca Marasini
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RAEE
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L’editoriale
RELOADER entra nel suo settimo anno di atti‐vità con il miglior viatico: un prestigioso rico‐noscimento nazionale all’impegno profuso dai suoi Soci per la ricerca di soluzioni innova‐tive, di immediata applicabilità e soprattutto condivise, alle numerose e diversificate esi‐genze che segnala la gestione dei RAEE e dei rifiuti nel nostro Paese, soluzioni da applicare ad attività economiche sempre più complesse e rischiose per l’ambiente. La domanda cre‐scente di risposte eco‐compatibili, che trovi‐no nel binomio industria‐logistica la chiave per risolvere problemi di salvaguardia am‐bientale sempre più cogenti, sta portando in misura crescente alla ribalta una tematica co‐mune a tutte le società industrializzate: il re‐
cupero di materie prime, componenti e materiali rari contenuti nei RAEE, come u‐no strumento prezioso di cre‐scita sostenibile e una buona risposta alla attuale crisi dei Paesi europei. Il traguardo da porsi è dunque integrare effi‐cacemente il ciclo di produ‐zione con il ciclo del recupe‐ro, per il momento ancora scollegati, al fine di ridurre i cospicui costi di tutte le ope‐razioni e risparmiare le emis‐sioni climalteranti nella atmo‐sfera. Senza dubbio, per l’efficienza dell’intero siste‐ma, la logistica può decisa‐mente fare la differenza. Il principio che ci ha mossi sei anni fa è che, per raggiungere questa meta, è necessaria la
partecipazione di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nelle operazioni, dal produttore al consumatore/acquirente e viceversa, ai quali devono essere destinate rilevanti attività di informazione, di supporto tecnologico e di servizio. Anche su questo fronte il 2012 ha vi‐sto l’Associazione sempre più impegnata nel‐la disseminazione delle best practices e nella costruzione di una rete di partnership con as‐sociazioni, enti, amministrazioni e istituti pre‐stigiosi e capaci di stimolanti riscontri profes‐sionali, tecnici e creativi. Sarà un piacere per noi comunicarvi ‐ e magari coinvolgervi ‐ nelle nuove iniziative in programma per il prossimo anno. Per il momento, a tutti voi va un sincero augurio di Buone Feste. Marina Melissari
Buon Compleanno RELOADER
L'Associazione festeggia i 6 anni con il “Premio Logistico dell'anno 2012”
Il Vice Presidente Paolo Serra con il Segretario Nazionale di Assologistica Jean Francois Daher
Una Rete di Scuole per l’Ambiente SERR 2012: entusiasmanti le tre giornate di festa di RELOADER organizzate in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia
I risultati dell’iniziativa 2012 hanno confer‐mato quanto promesso dalla Campagna ScuolAmbiente e dal progetto “Un quartie‐re per l’ambiente, il buon esempio viene dal‐le Scuole”, organizzato presso l’Istituto Ma‐jorana di Roma Spinaceto nell’ambito della SERR 2011 e risultato candidato per il premio europeo. L’idea dunque di costruire una pri‐ma aggregazione di Scuole del territorio del‐la Provincia di Roma sembra poter avere un seguito. Ne hanno dato prova la disponibili‐tà dei dirigenti scolastici e la passione, l’energia e l’impegno fattivo che hanno pro‐fuso gli insegnanti degli istituti dell’infanzia, delle elementari, medie inferiori e superiori, veri e propri interpreti del progetto. Hanno saputo veicolare agli allievi ed ai genitori l’importanza della partecipazione civica “attiva” alla tutela dell’ambiente, coniugan‐do consapevolezza del ruolo, stimolo alla creatività e divertimento. I genitori hanno risposto e condiviso con entusiasmo; i giova‐ni sono stati i protagonisti delle tre giornate di festa contribuendo alla riuscita della cam‐
pagna mediante la distribuzione dei volanti‐ni, la realizzazione di una gran numero di manufatti artistici prodotti ‐ insieme a geni‐tori e insegnanti ‐ con materiali reperiti tra i rifiuti ed esposti in concorso e con concerti ed esibizioni musicali: dal coro degli allievi del Majorana al delizioso invito al riciclo del coro/balletto dei piccolissimi di Ladispoli. Gli alunni più grandi si sono impegnati inoltre anche in animati confronti dialettici con i Sindaci e gli Assessori dei Comuni di Castel‐nuovo di Porto e di Ladispoli ‐ che hanno collaborato e fornito ampio supporto e spa‐zi agli eventi ‐ e con gli esperti intervenuti nelle sessioni di Workshop. Infine va detto che le creazioni artistiche delle diverse classi di allievi hanno dato filo da torcere ai giurati per la fantasia delle idee e l’abilità dell’esecuzione, rendendo arduo il compito di assegnare i primi premi dei 3 concorsi, che hanno meritato a ciascuno dei tre Istitu‐ti una donazione di 300 Euro, grazie al con‐tributo della SGL Logistica, da impiegare in attività e materiali didattici. Il principio da
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I numeri della campagna cui si è partiti, vale a dire la Scuola come fat‐tore di aggregazione e diffusione di idee e catalizzatore di reazioni a catena, si è insom‐ma rivelato giusto perché si sono contati complessivamente circa quattromila visitato‐ri, attenti e curiosi. A conferma di questo so‐no giunte le parole del Sottosegretario Rossi Doria del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Nel suo “Messaggio di saluto al‐le ragazze, ai ragazzi, agli insegnanti di questa virtuosa rete di scuole”, il Sottose‐gretario scrive: “Conoscete sicuramente l’impegno del Ministero a che presto si giunga ad una scuola ‘digitale’; parallelamente, tutta‐via, vogliamo che siate consapevoli
dell’impatto del ciclo di vita di questi preziosi alleati delle nostre attività quotidiane di stu‐dio, di lavoro e, perché no, di svago. L’educazione ambientale rientra tra le deleghe conferitemi dal Ministro Francesco Profumo: nel mio sforzo di riempire di contenuti questa delega tengo sempre presente le parole che pronunciò una vostra coetanea tanti anni fa, in occasione della Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro nel 1992, lasciando attoniti tutti i potenti del mon‐do: ‘Nel mio paese produciamo così tanti rifiu‐ti, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi. Anche se abbiamo più del necessa‐rio, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare via un po’ della nostra ricchezza. … Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore, smettete di distruggerlo.” Il messaggio si conclude con queste parole: “Vorrei che voi ragazzi non smetteste mai di ricordarci che non c’è tempo da perdere e rin‐grazio tutti coloro, dirigenti, insegnanti, geni‐tori e l’associazione, che hanno reso possibile questa bella iniziativa che spero si ripeta spes‐so”.
2.300 allievi raggiunti di tutte le classi di età dalla Scuola dell’infanzia al Liceo. Gran parte di essi sono iscritti agli Istituti Comprensivi Ilaria Alpi (14 classi com‐poste di 28 bambini soltanto della materna ed altre 31 classi tra elementari e medie) e Guido Pitocco (29 clas‐si di 25 allievi delle elementari e medie). 10.000 volantini distribuiti dai ragazzi e dai professori delle tre Scuole, destinati alla sensibilizzazione delle famiglie, dei loro amici, conoscenti e vicini di casa. I ragazzi sono così diventati ambasciatori del messaggio nel quartiere Spinaceto e nelle due città di Castelnuo‐vo di Porto e di Ladispoli. 60 locandine e 20 poster SERR personalizzati, affissi in luoghi strategici per invitare tutta la popolazione agli eventi in programma. 2.000 opuscoli divulgativi dal titolo “I RAEE, come di‐sfarsene – Diritti e doveri del cittadino consumatore”, distribuiti ai visitatori. circa 4.000 visitatori delle mostre, cittadini che hanno portato i rifiuti e spettatori degli eventi musicali. Gli eventi. Presso il Liceo Majorana e l’Istituto Ilaria Alpi e presso la Rocca di Castelnuovo di Porto messa a disposizione dal Comune, si sono allestite aree dedica‐te: 1) al concorso artistico; 2) alla mostra multimediale di oggetti e accessori prodotti con materiale di riciclo; 3) alle attività di workshop e premiazione, nonché alle attività musicali; 4) alla raccolta in esterno dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e sorgenti luminose. Nell’area di mostra multimediale si sono avvicendati video di divulgazione dei vantaggi delle buone pratiche e dei danni di quelle cattive, re‐portage su manufatti di riciclo prodotti dai laboratori di altre Scuole nazionali e trailer di informazione ai cit‐tadini sulle corrette operazioni da eseguire per la sele‐zione e lo smaltimento differenziato dei rifiuti urbani e di quelli speciali. La mostra si è arricchita inoltre di o‐pere e oggetti di arredo e di moda prodotti anch’essi da materiale di riciclo: la giovane stilista Alice Zollo ha esposto le sue creazioni di abiti e Bijoux. Nella sezione della mostra dedicata alla riduzione dei rifiuti si è svol‐ta una dimostrazione di spesa a ‘impatto zero’, resa possibile dai detergenti biologici distribuiti alla spina in contenitori riciclabili, presenti oggi in molti supermer‐cati e prodotti dal partner Biolù di Lucca, che è un e‐sempio significativo di un’azienda partita dalla produ‐zione di detergenti industriali tradizionali e convertita alla produzione green.
Le lezioni e i laboratori. Presso il Liceo Majorana la Prof.ssa Francesca Marasini ha tenuto, nelle settimane che hanno preceduto l’evento, un ciclo di 8 seminari tra lezioni e laboratori agli studenti delle prime e se‐conde classi. Nella settimana dal 19 al 22 novembre 2012, all’Istituto Ilaria Alpi la Signora Romina Crifò, ma‐dre di un’allieva e rappresentante di classe, ha organiz‐zato insieme alle insegnanti, presso tutte le classi, le attività di laboratorio creativo.
Il workshop conclusivo della Campagna, dal titolo “I RAEE una miniera urbana di materiali preziosi” si è tenu‐to a Ladispoli nell’Aula Magna dell’Istituto Alpi ed ha visto la partecipazione del Sindaco Paliotta e dei rap‐presentanti dei Comuni: l’Assessore all’Igiene Urbana Claudio Lupi e l’Assessore all’Istruzione Rita Paone del Comune di Ladispoli, l’Assessore all’Ambiente ed alla Qualità della Vita Renzo Boni del Comune di Castelnuo‐vo di Porto; nonché dei Dirigenti e insegnanti delle tre Scuole. La sala che contiene 120 posti è stata gremita da genitori, allievi e visitatori. E’ intervenuto anche Stefano Bernardini, Main organizer di “Fai la differen‐za, c’è la RE BOAT RACE!”, la grande regata annuale di barche realizzate esclusivamente con materiale ricicla‐to che si tiene a Roma sul Laghetto dell’EUR, che ha raccontato con l’ausilio di un video il riciclo coniugato allo sport, vale a dire come gruppi di famiglie, di amici, di colleghi e persino di detenuti abbiano costruito le loro imbarcazioni, le abbiano messe in acqua ed abbia‐no gareggiato nello scorso settembre. I giovani Medici Clown dell’Associazione Ridere per Vivere hanno con‐tribuito a trasferire i principi della tutela della salute e, prendendo spunto dai rifiuti, hanno intrattenuto bam‐bini e partecipanti, giocando e narrando le loro storie. Il concorso artistico. Circa 100 i lavori originali, indivi‐duali e di gruppo, presentati dagli allievi e dalle classi. Espressione di una molteplice creatività, includono una grande varietà di oggetti, dagli addobbi natalizi, alle maschere di carnevale, ai gioielli, ai giocattoli, ecc. La giuria del concorso artistico ha selezionato per ogni Istituto Scolastico il primo premio ed ha segnalato un secondo e terzo classificato.
La raccolta gratuita 3 tonnellate di RAEE (Categoria R4 ‐ piccoli RAEE) e 4 box di lampadine e sorgenti luminose, grazie alla par‐tecipazione del Consorzio ECOLAMP. I RAEE sono sta‐ti presi in consegna gratuitamente dall’operatore cer‐tificato Stile Srl a Roma e dalle Aziende municipali del‐le città, di Castelnuovo di Porto e di Ladispoli, a cui va il nostro ringraziamento.
Il 1° premio ‘La robotina’ a Gabriele Cerqua, con l’Assessore all’igiene urbana Claudio Lupi e
Il Presidente di Confartigianato Litorale Nord Riccardo Bucci Istituto Ilaria Alpi - Ladispoli
Il 1° premio ‘(F)Utilità dell’Inutilizzato’ - Classe II A Prof.ssa G. Zanotti - Liceo Scientifico E. Majorana, Roma
Il 1° premio ‘Biliardino’ – Classe V B - Istituto G. Pitocco Prof. Pic-chioni e Amendola - Castelnuovo di Porto
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Il coro/balletto dei piccolissimi - Ladispoli
Il Dottori Clown al workshop - Ladispoli
La mostra di creazioni dal riciclo
Una volta tanto vorrei scrivere di qualcosa di buo‐no. Non c’entra la politica, non c’entra la crisi, non c’entra Monti. Sono stato ad una manifestazione scolastica, in una scuola elementare, nella piccola cittadina di Ladispoli, organizzata dall’Associazione RELOA‐DER, un’organizzazione nata per assicurare lo smaltimento dei materiali elettrici ed elettronici (in gergo RAEE). C’era una grandissima animazione: insegnanti e bambini, autorità locali e famigliole, per lo più mamme. Tutti convenuti per ascoltare come si deve fare la raccolta differenziata, l’importanza del riciclo, il ruolo del cittadino nel recupero di queste materie prime secondarie. So‐lerti maestre avevano fatto con i bambini dei gran‐di cartelloni per spiegare il tutto, con disegni colo‐rati e vignette in sequenza, tipo fumetti. In più, i bambini avevano costruito con le loro mani giocat‐toli, castelli, finti orologi, quadretti, puzzles, acqua‐ri, bambole, fiori e una casa delle fate, finanche un piccolo robot femmina, con la borsetta a tracolla. Il tutto con materiali derivati dai rifiuti domestici. Un miracolo d’ingegnosità e di fantasia. I bambini era‐no di tutte le età, da quelli portati in carrozzino dal‐le mamme fino ai sette, otto anni, più di un centi‐naio, con un fracasso gioioso indescrivibile. In sala, assessori compunti e maestre spiegavano alle fa‐migliole ed ai bambini ivi raccolti le virtù della rac‐colta differenziata ed i problemi connessi, giustifi‐cavano le carenze del momento e s’impegnavano per il futuro a creare delle isole ecologiche, illu‐strandone i pregi. Poi sono intervenuti, in un inter‐mezzo simpatico, un gruppo di giovani graziose
medichesse, vestite da clown, quelle che accompa‐gnano i bambini negli ospedali e li distraggono du‐rante le cure e li accompagnano fuori, quando so‐no guariti. Tutte volontarie, allegre e ridenti. Quan‐ta gente perbene c’è in Italia, pronta a dare senza chiedere nulla! Poi, c’è stato un piccolo coro: una trentina, forse, o più di bambinetti di cinque o sei anni, i maschietti con una maglietta blu e le femmi‐nucce con una maglietta verde, con la scritta sovra stampata del nome della loro scuola elementare, diretti da una maestra straordinaria. Hanno canta‐to tutti serissimi, muovendo le mani e le braccia secondo le indicazioni della loro maestra, seguiti dagli occhi commossi delle mamme e di molti dei presenti. Facevano una tenerezza infinita, così compresi nel loro ruolo di cantori. Pensavo, tra me e me, questi piccoli uomini, queste piccole donne, sono il futuro dell’Italia. Sono così seri, così teneri, così indifesi che meritano non solo l’applauso scro‐sciante che ha seguito la loro esibizione od il cre‐scente affetto dei loro genitori, ma qualcosa di più grande, un’Italia serena, dove possano vivere e prosperare come è loro diritto. Questo è il terreno fertile e buono del nostro Paese. Lontano, si cele‐bravano i fasti delle primarie del PDI, i giornali par‐lavano e sparlavano della crisi economica, della Siria, della tregua in Palestina, del fallimento dell’Eurogruppo a proposito della Grecia, delle in‐tenzioni di Berlusconi, delle reazioni di Alfano e così via. Tutte cose remote ed insignificanti. Lì era il futuro del Paese, in quei bambini composti ed attenti, in quella maestra appassionata e capaci, in quella festa animata e chiassosa dove la gente si
Una boccata d’aria pulita
Stelio W. Venceslai
Roma, 27 novembre 2012
gloriava della fantasia dei propri piccoli ed a‐spettava il voto della giuria per la premiazione dei tre più significativi oggetti, concepiti e pro‐dotti da mani infantili dai rifiuti domestici. Quelle persone erano semplici, pulite, convin‐te. Partecipavano ad una grande operazione, fors’anche commerciale, non importa, ma era‐no tutte interessate a che la manifestazione si svolgesse al meglio, a che i bambini fossero felici, a che, tornando a casa, sentissero d’aver compiuto anch’essi, sia pure in piccolo, il loro dovere di cittadini. Un’altra Italia, un altro mondo. Su questo occorre sperare e lavorare per crea‐re un futuro migliore per i nostri figli, scevro dai compromessi della politica, dalle truffe dei maneggioni e dei famuli dei potenti, dalle vol‐gari esibizioni televisive. E’ stata una boccata d’aria pulita, in tanto fan‐go e miseria che ci sommerge. S. W. V.
La mostra concorso: ‘Gioielli al caffè’
La mostra concorso: particolare - Ladispoli
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Nel 2012 in calo la raccolta dei RAEE Dati in negativo per la prima volta dall’avvio del sistema: ‐ 9% dei volumi raccolti, spesso depredati dei componenti di valore. In difficoltà le aziende che riciclano
La raccolta dei RAEE per quest’anno dovrebbe attestarsi intorno alle 230.000 tonnellate, in calo rispetto alle 260.000 del 2011. I valori si riferisco‐no ai primi otto mesi dell'anno, periodo durante il quale “tutti i cinque raggruppamenti hanno il se‐gno meno con la sola eccezione delle lampadine”, come riporta il Direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE Fabrizio Longoni, il quale sottolinea come sulle imprese che riciclano pesi molto anche l'aggravarsi della crisi dei consumi, con un taglio delle vendite del 6% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo 2011. Al calo dei RAEE i consorzi tentano di rispondere am‐
pliando il raggio di raccolta, ma spesso senza grandi risultati. Anche perché si assiste ad una forma sempre più diffusa di ‘sciacallaggio’ delle materie prime che sono contenute in questi ap‐parecchi dismessi. Danilo Bonato, Presidente del Centro Coordinamento RAEE spiega: “In realtà la produzione dei RAEE in Italia si attesta sempre in‐torno alle 950.000 tonnellate, dunque non manca‐no certo elettrodomestici da recuperare. In realtà, la causa primaria della diminuzione dei volumi è la crescita del valore delle materie prime che si trova‐no all'interno degli apparecchi elettronici (rame, ferro, plastica, ecc). Diciamo che ha preso piede
una sorta di caccia al RAEE da parte di una serie di soggetti, come commercianti di rifiuti, broker, am‐bulanti (che sono autorizzati a portare via tutto dalle isole ecologiche senza reali autorizzazioni e formalità), impianti di trattamento, ecc. Si tratta di una gamma eterogenea di soggetti, che sono inte‐ressati soltanto a rivendere materie prime senza preoccuparsi del corretto smaltimento dei RAEE”. Considerato che i prezzi delle materie prime non scenderanno nei prossimi anni, come si riuscirà a incrementare allora il tasso di raccolta? Magari grazie ad una maggiore e reale semplificazione burocratica. Ad esempio, se nel nostro Paese il ritiro uno contro uno non è mai decollato, parte delle responsabilità vanno imputate alla burocra‐zia di carte da compilare, sia per la distribuzione organizzata sia per i singoli utenti: “Non serve a nulla chiedere i dati al consumatore che ha riporta‐to in negozio il RAEE da sostituire. Se vogliamo arri‐vare all'85% dobbiamo semplificare, altrimenti il comune utente continuerà a rivolgersi all'omino del camioncino per disfarsi dei suoi rifiuti elettronici”, sintetizza a sua volta Giorgio Arienti, Direttore generale di Ecodom. Un altro punto dolente del sistema Italia è la carenza dei controlli: il Comitato di vigilanza in materia attende da sette anni i fi‐nanziamenti e, in mancanza di questi, non ha in pratica mai potuto operare. Inoltre, a causa di complessità normative, non è neppure chiaro qua‐le sia l'autorità preposta a comminare le sanzioni, tanto che, in tutti questi anni, nessun produttore o distributore è stato chiamato a rispondere di infrazioni. Con questo scenario, è facile immagina‐re come la nuova direttiva europea che, secondo uno studio del consorzio ReMedia pone un obiet‐tivo di raccolta al 2019 equivalente a 17,7 kg per abitante (ovvero il quadruplo degli attuali livelli di raccolta), rappresenti uno sforzo davvero difficile nelle condizione attuali per il nostro Paese e pos‐sa essere indice di forte preoccupazione per le ulteriori criticità che implica. Maurizio Iorio, Presi‐
dente Andec, le sottolinea con alcuni esempi: se‐condo quanto prescritto nella direttiva, gli Stati membri potranno incoraggiare i produttori a fi‐nanziare anche i costi legati alla raccolta dei RAEE presso i nuclei domestici. Se questa norma fosse davvero recepita, le spese per i produttori an‐drebbero a lievitare (anche di sette volte rispetto a quelle attuali), andando alla fine a carico del consumatore. Non convince l'Andec neppure l’idea che i centri di raccolta dovranno assicurare l'accesso nelle proprie strutture agli utenti, affin‐ché siano in grado di identificare ed eventualmen‐te ritirare i RAEE riciclabili, vale a dire suscettibili di essere riutilizzati. In altre parole, il legislatore europeo prevede che le persone potranno recarsi nei centri di raccolta per fare incetta di vecchie lavatrici o ferri da stiro. Si tratta certo di un'even‐tualità che al momento appare remota, ma po‐trebbe comportare spese molto onerose per le isole ecologiche. Extra costi potrebbero arrivare anche dalla più grossa delle novità contenuta nel‐la nuova direttiva: il ritiro uno contro zero. In so‐stanza questa modalità di ritiro obbligherà i gran‐di esercizi commerciali a ritirare i RAEE vecchi an‐che senza vendere nulla. Facile immaginare il coro di malcontento generale. Ma Maurizio Calaciura, Vice Presidente dell’ANCRA (Associazione Nazio‐nale Commercianti di Radio, televisione. elettro‐domestici e Affini) è più ottimista: «l'uno contro zero potrebbe alla fine anche invogliare all'acquisto gli utenti inizialmente venuti solo per smaltire l'ap‐parecchio elettrico non più funzionante». In tutto questo, c’è tuttavia uno spunto di riflessione im‐portante che, secondo noi, è troppo spesso tra‐scurato. Se è vero che i costi del riciclo sono inevi‐tabilmente destinati ad aumentare, perché nessu‐no sembra rendersi conto che il modo migliore per contenerli sta nel rendere efficiente e portare a sistema la logistica dei RAEE? Ridurre gli attuali sprechi economici ed ambientali sarebbe già un bel sollievo.
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Energie rinnovab
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Creare sviluppo e difendere l’ambiente
Alla ‘Scuola delle energie’ dell’ENEA si formano i futuri lavoratori nel settore delle rinnovabili
La ‘Scuole delle energie’ si trova presso il Centro di ricerche Casaccia dell’ENEA, alle porte di Roma ed è nata dalla collaborazione tra la Provincia di Roma e l’ENEA, allo scopo di formare le nuove figure pro‐fessionali nel campo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. I giovani, per primi quelli della Pro‐vincia di Roma che frequentano i corsi partiti a no‐vembre, avranno a disposizione un ricco program‐ma formativo riconosciuto a livello europeo in un settore che è strategico per il futuro del territorio e dell’Italia. “Per far tornare a crescere l’Italia – ha det‐to il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zin‐garetti ‐ dobbiamo puntare sull’innovazione. Dopo la ‘Scuola del cinema’ e la ‘Scuola del sociale’ alla Pro‐vincia diamo così un altro contributo per creare pro‐fessionalità e competenza e dimostrare di saper rea‐gire alla crisi con il talento e il merito”. Il nuovo polo formativo tuttavia è stato pensato come un punto di riferimento anche per le imprese del territorio di Roma e della Provincia perché i percorsi didattici mescolano teoria e pratica, e possono rispondere alle esigenze degli operatori che lavorano nel setto‐re energetico, mettendo a loro disposizione una nuova struttura per la formazione professionale. Infatti, un intero piano della Scuola delle Energie è stato destinato ad accogliere alcune componenti di impianti aggiuntive, fornite direttamente dai par‐tner e dalle aziende private, per affiancare alla di‐dattica tradizionale anche la pratica diretta sul cam‐po. Sottolineando l’importanza di mettere in prati‐ca le numerose competenze nazionali a livello terri‐toriale, senza essere costretti ad importare anche il sapere, l’Ingegnere Giovanni Lelli che dirige l’Ente di ricerca ha detto: “L’energia non viaggia da sola, l’ambiente nemmeno e le due cose sono profonda‐mente connesse al concetto di territorio. Questi tre elementi se considerati insieme sintetizzano lo svilup‐po sostenibile che deve necessariamente tradursi in lavoro, per non generare, all’altro estremo, una of‐
ferta senza la domanda”. Conseguente a questa lo‐gica, l’edificio destinato alla Scuola è di per sé un ‘laboratorio a cielo aperto’, in cui trovano applica‐zione le più innovative e sofisticate tecnologie lega‐te all’efficienza energetica: un impianto di solar he‐ating e cooling abbinato a pannelli radianti e fan coil per il riscaldamento invernale e per raffresca‐mento estivo, che associati ai 56mq del campo sola‐re a collettori solari termici, permettono un rispar‐mio sui consumi superiore al 56%; l’impianto di cli‐matizzazione con pompa di calore a CO2 di tipo po‐livalente; il monitoraggio in tempo reale di tutti gli impianti e dei relativi consumi grazie al sistema di gestione BMS, collocato nella ‘hall tecnologica’ d’ingresso. Sulla copertura dell’edificio poi è stata installata una stazione meteo, per acquisire i dati solari e le relative condizioni climatiche (come tem‐peratura, umidità, irradiazione, ecc.) necessarie alla produzione ottimale degli impianti.
Un gruppo di ricerca dell'Istituto per i pro‐cessi chimico‐fisici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IPCF‐CNR) di Bari ha introdot‐to un nuovo approccio nel campo della con‐versione della luce solare in energia, sintetiz‐zando un sistema ibrido, costituito da com‐ponenti naturali e strutture molecolari sinte‐tiche, che potrebbe aprire nuove vie per la raccolta e lo sfruttamento dell'energia sola‐re. «Abbiamo combinato il ‘cuore’ dell'appara‐to fotosintetico di un batterio rosso ‘Rhodobacter sphaeroides R26’, con una mole‐cola sintetica capace di assorbire luce efficace‐mente, potenziando in tal modo la capacità del sistema naturale ‐ ha spiegato Massimo Trotta ‐ In tutti gli organismi naturali alimen‐tati dalla fotosintesi, l'organizzazione funzio‐nale dell'apparato è la stessa: complessi di proteine e pigmenti catturano la luce come un'antenna e la guidano a un centro di reazio‐ne, dove l'energia è convertita in coppie di ca‐riche opposte: un elettrone carico negativa‐mente viene separato dalla molecola di prove‐nienza, lasciandovi una ‘buca’ carica positiva‐mente». Questo stato per poter essere utiliz‐zato, deve essere però mantenuto abbastan‐za a lungo: «Di recente sono stati sviluppati dei sistemi totalmente sintetici che catturano efficacemente la luce, ma il tempo di vita degli stati a cariche separate generati è dell'ordine dei millisecondi. Per superare questa limitazio‐
ne, nei sistemi ibridi, si combinano un ‘foto convertitore’ naturale e un assorbitore artifi‐ciale di luce: finora sono stati utilizzati i "quantum dots", ossia nanostrutture realizza‐te con materiali semiconduttori», ha aggiunto Francesco Milano, un altro autore della ricer‐ca. Il gruppo di ricercatori dell'IPCF‐CNR ha invece impiegato come antenna artificiale un assorbitore molecolare progettato ad hoc, che possiede numerosi vantaggi rispetto ai "quantum dots". «La varietà strutturale sta nell'utilizzo di composti organici che permet‐tono una modulazione molto precisa delle pro‐prietà fotofisiche ed elettroniche dell'assorbi‐tore ‐ hanno spiegato Agostiano e Farinola dell'Università di Bari che hanno collaborato al progetto ‐ La forma e la flessibilità moleco‐lare possono così essere controllate in modo tale che l'antenna artificiale non alteri la rea‐zione naturale e che sia inserita sul centro di reazione nei siti desiderati, in modo da massi‐mizzarne l'efficacia». «Questo consente di po‐tenziare l'attività del microrganismo, esten‐dendola a una regione dello spettro della luce solare che non viene assorbita dal sistema bio‐logico originario, dimostrando che è possibile disegnare ibridi organico‐biologici che, in op‐portune condizioni, risultino più performanti del sistema naturale», ha concluso Trotta. Lo studio dei ricercatori del IPCF‐CNR è stato pubblicato su Angewandte Chemie.
Il Presidente Zingaretti taglia il nastro insieme all’Ingegner Lelli all’inaugurazione della Scuola delle energie il 23 ottobre scorso
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rie di riciclo
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Il Natale è più bello se gli addobbi sono confezionati dai bambini e, per di più, con materiale di scarto: fondi e tappi di bottiglia di plastica, vecchie palline, cucchiaini di plastica, ritagli di carta. Gli allievi dell'Istituto Ilaria Alpi di Ladispoli ne hanno realizzati di bellissimi per la SERR 2012 e noi li proponiamo come spunto per provare a giocare con tutta la famiglia.
RELOADER Magazine - dicembre 2012
Le decorazioni natalizie fai da te.
Ecco le ‘rici-creazioni’ dei bambini
I Centrotavola fioriti
Portacandele e arredi per la tavola di Natale
Il Presepe Le decorazioni per l’albero
La candela di cartone
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cietà
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[Legambiente] ‐ “E' tutta in salita la strada tracciata a Doha per la transizione verso un nuovo accordo globale da sottoscrivere entro il 2015 per essere poi operativo dal 2020, co‐me già concordato a Durban lo scorso anno. I governi non sono stati in grado di mettere in campo quella volontà politica indispensabile per colmare con impegni concreti il preoccu‐pante gap esistente (8‐13 Gt di CO2 secondo il recente rapporto dell'UNEP) tra gli impegni di riduzione assunti sino ad ora dai diversi paesi e la riduzione di emissioni indispensabile en‐tro il 2020 per rientrare nella traiettoria di riscaldamento del pianeta non superiore al‐meno ai 2°C. Dimenticando che gli impegni di riduzione attuali ci stanno portando verso una via di non ritorno con un surriscaldamen‐to stimato tra i 3.5°C e i 6°C”. Questa la dichia‐razione di Mauro Albrizio, responsabile Cli‐ma e politiche europee di Legambiente, da Doha. “Poco ambiziosi ed insufficienti anche i nuovi impegni assunti nell'ambito del Proto‐collo di Kyoto, tra i paesi industrializzati, dall’Unione europea, la Svizzera, la Norvegia e l'Australia. A ciò va aggiunto che USA, Cana‐da, Giappone, Russia e Nuova Zelanda si sono tenuti fuori dal protocollo – ha continuato Albrizio ‐ Nonostante ciò il “Kyoto 2” rimane uno strumento indispensabile a garantire la transizione verso il nuovo accordo globale. E’ l’architrave del nuovo accordo e garantisce la continuità degli impegni di riduzione legal‐mente vincolanti per il periodo di transizione 2013 ‐ 2020, che dovranno essere necessaria‐mente incrementati entro i prossimi due anni
per contribuire a colmare il preoccu‐pante gap esisten‐te”. Un ruolo im‐portante in questa fase è chiamato a svolgerlo l'Europa, che sin dai prossimi mesi dovrà impe‐gnarsi con una de‐terminazione mag‐giore di quella mo‐strata a Doha. Non solo per fare in mo‐do che questo gap sia colmato, ma an‐che per tradurre in
impegni concreti il programma 2013 ‐ 2020 di aiuti ai paesi poveri a supporto dei loro im‐pegni di riduzione e di adattamento ai cam‐biamenti climatici in corso, con un sostegno finanziario annuo iniziale di almeno 10 ‐ 15 miliardi di dollari per arrivare nel 2020 ai 100 miliardi promessi tre anni fa a Copenhagen. L'Italia deve impegnarsi con forza in questa direzione insieme ai paesi europei più avan‐zati mostrando coerenza tra l'impegno na‐zionale e quello internazionale e mettendo in campo da subito azioni in grado di colma‐re il ritardo che ancora abbiamo con molti paesi europei. Secondo gli ultimi dati dell'A‐genzia Europea dell'Ambiente, l'Italia nel 2011 ha ridotto le emissioni di gas‐serra solo del 5,6% rispetto al 1990, mentre l'Unione europea nel suo complesso le ha ridotte di ben il 17,5%. “Un primo segnale forte – ha concluso Mauro Albrizio ‐ deve venire da una profonda revisione della Strategia energetica nazionale che invece di puntare decisamente alla riduzione del consumo e delle importazio‐ni di fonti fossili, propone addirittura un rilan‐cio della produzione di idrocarburi nazionali, individuando sia per l'efficienza energetica che per le fonti rinnovabili, strategie generi‐che e strumenti inadeguati a raggiungere gli obiettivi previsti. A questo si aggiungono i 9 miliardi di sussidi alle fonti fossili che ogni an‐no vengono elargiti a petrolio, carbone, gas e autotrasporto nel nostro paese. Il ministro Clini si impegni concretamente affinché il go‐verno italiano li cancelli e cambi subito strada sulla politica energetica del nostro Paese”.
Clima
Il riciclo di classe
Alice Zollo è una giovanissi‐ma stilista romana, con ta‐lento da vendere, laureata in Scienze della moda e del costume. Sono molteplici gli oggetti da cui prende spunto per creare i suoi gioielli ed i suoi abiti. Si pos‐sono vedere tutte le sue collezioni, da riciclo e non, sulla sua pagina Facebook.
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L'Italia delle discariche
L’Italia smaltisce in discarica il 49% dei suoi rifiuti urbani, oltre 15 milioni di tonnellate, rispetto a una media europea del 30%
Anche quest’anno FISE UNIRE e Fondazione per lo Svilup‐po Sostenibile fanno il punto sulla gestione italiana dei rifiuti. La terza edizione del rapporto “L'Italia del riciclo”, presentata lo scorso 5 dicembre a Roma, fotografa la si‐tuazione del nostro Paese che purtroppo è ancora critica, soprattutto se confrontata con il resto dell'Europa. Le destinazioni ‘preferite’ per i rifiuti urbani italiani sono an‐cora le discariche dove, secondo i dati della Commissione Ambiente della UE aggiornati al 2010, ne finisce ben il 49% del totale, mentre il rimanente 51% è suddiviso tra il recu‐pero di materia (20%), il compostaggio (13%) ed il recupero energetico (18%). Questi risultati collocano il nostro Paese agli ultimi posti tra quelli europei, meglio soltanto di Gre‐cia e Portogallo, ed evidenziano ancora come in Italia si sia ben lontani dalle eccellenze la cui percentuale di rifiuti urbani spediti in discarica oscilla tra lo 0% e il 3% e quella di riciclo (recupero materia + compostaggio) è superiore alla media europea del 42%. Inoltre, come spesso accade, l'Ita‐lia risulta essere spaccata in due: il Nord virtuoso, ad ecce‐zione della Liguria; il Centro Sud disastroso, specialmente per quanto riguarda la Sicilia (ultima regione per percen‐tuale, 93%, dei rifiuti inviati in discarica) e purtroppo anche il Lazio che, con i suoi circa 2,5 milioni di tonnellate, è la regione con la maggiore quantità di rifiuti urbani inviati a discarica. Alla domanda sul perché in Italia sia così diffusa questa modalità, Edo Ronchi, Presidente della Fondazio‐ne, sostiene che uno dei motivi principali “è la bassa tassa‐zione sullo smaltimento in discarica (15 euro a tonnellate in Italia contro le 40 in Germania)”. E aggiunge: “Occorre da‐re effettiva priorità al riciclo, ricorrendo anche agli incentivi economici o fiscali in quelle filiere, per esempio quella delle plastiche miste, dove il riciclo si trovi in condizioni di svan‐taggio rispetto al recupero energetico”. Lo scenario è cer‐tamente complesso, tuttavia c’è anche qualche dato inco‐raggiante, in particolare sugli imballaggi. Nel 2011 infatti l’industria del riciclo ha mantenuto buoni livelli sia in ter‐mini quantitativi, con 7,5 milioni di tonnellate riciclate (+2% sul 2010), sia in termini di tasso di riciclo, stabile al 64%. Nel dettaglio crescono i settori della carta (+3%), del‐la plastica (+4%) e del vetro (+7%), mentre calano quelli dell'acciaio (‐1%), dell'alluminio (‐13%) e del legno (‐5%). Fatti salvi gli imballaggi, altre criticità sono emerse duran‐te la presentazione del rapporto, evidenziate da Rosanna Laraia, Responsabile del Servizio Rifiuti dell'ISPRA e da Corrado Scapino ‐ Presidente FISE UNIRE. La D.ssa Laraia
lamenta le difficoltà per l’ISPRA di ottenere dalle impre‐se i dati relativi alla gestione dei rifiuti. Chiaro segnale di questo problema è nel fatto che si sono dovuti stima‐re i dati del settore dei rifiuti da costruzione e demoli‐zione, per assenza di quelli reali. In merito poi ai rifiuti speciali pericolosi Laraia ha espresso la sua preoccupa‐zione perché in Italia solo il 3% del totale è avviato al rici‐clo, mentre il resto si divide tra export e non corretto smaltimento, ed ha concluso con un’osservazione criti‐ca nei confronti del sistema europeo di calcolo del tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani, che lascia ai singoli Paesi membri la possibilità di scegliere tra quattro possibili metodi: la disomogeneità che si crea non può che gene‐rare discrepanze tra i vari dati e ne rende quasi impossi‐bile una corretta comparazione. Sarebbe dunque neces‐sario che tutti gli Stati membri adottino un solo metodo di calcolo. Dal Dr Scapino sono giunte alcune riflessioni sulla difficoltà a decollare del settore dell'industria del riciclo. Sono tre i fattori chiave da considerare: è neces‐sario che il legislatore emani norme mirate per ogni set‐tore industriale, non si possono risolvere i singoli pro‐blemi con un unico provvedimento da applicare in tutti i campi; bisogna combattere la discrepanza tra la percen‐tuale dichiarata dalle filiere e quella effettiva di riciclo; è fondamentale sviluppare i mercati per i prodotti e le materie prime seconde provenienti dal riciclo. Infine lo stesso Scapino ha dichiarato: “Il riciclo dei rifiuti costitui‐sce una delle priorità strategiche per lo sviluppo della gre‐en economy. Gli obiettivi di riciclo europei sono, per alcu‐ne filiere, ancora lontani e per raggiungerli è necessario che oggi le strategie di crescita industriale nazionale si coniughino con politiche di sviluppo sostenibile che preve‐dano l’impegno e la partecipazione di tutti i soggetti eco‐nomici della filiera, dai produttori ai riciclatori. Resta tut‐tora prioritaria l’attivazione di nuove leve per stimolare il mercato dei materiali riciclati, evitando politiche ambien‐tali miopi e strumentali che rischierebbero solo di frenare ulteriormente lo sviluppo dell’industria del recupero”. Ermete Realacci, Commissione Ambiente della Camera ha stigmatizzato la pessima abitudine del nostro Paese di non avere una visione ampia e lungimirante. “Deve cambiare il concetto di rifiuto”, ha fatto eco il collega del Senato Andrea Fluttero. “Forse spesso si protegge qual‐che lobby” ha tagliato netto il Direttore Generale Perni‐ce del Ministero dell’Ambiente. Mirko Turchetti
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Inserto n.11/2012
Serge Latouche è un filosofo ed economista
francese (nasce a Vannes il 12 gennaio 1940).
Professore emerito di Scienze economiche
all'Università di Parigi XI e all'Institut d'études
du devoloppement économique et social
(IEDES) di Parigi, e' uno degli animatori della
Revue du MAUSS, il Movimento Anti‐
Utilitarista nelle Scienze Sociali. Latouche è
I bambini ci devo‐no insegnare! Noi, “i grandi”, do‐
vremmo fare tesoro della serietà del loro im‐pegno per l’ambiente, della loro volontà di cambiare questo nostro modo sciupone di ge‐stire le risorse, della loro intransigenza di fron‐te a scusanti e giustificazioni di comodo per aver perseguito solo logiche economiche e d’interesse, perché, come afferma un prover‐bio dei nativi americani, questo pianeta non ci appartiene, ma lo abbiamo ricevuto in presti‐to dai nostri figli. Le classi del Liceo Majorana di Roma, dell’Istituto Guido Pitocco di Castel‐nuovo di Porto e dell’Istituto Ilaria Alpi di Ladi‐spoli, con l’aiuto degli insegnanti, si sono spe‐se con grande impegno nel realizzare oggetti, utilizzando materiale riciclato il più disparato, per partecipare al concorso ideato dalla RE‐LOADER in occasione della settimana SERR 2012. Come non raccontarvi del trenino realiz‐zato dai bimbi della materna con le scatolette dei succhi di frutta delle merende, mettendo per rotelle i tappi delle bottigliette dell’acqua minerale. Come non raccontarvi del robotino realizzato da un bimbo di quarta elementare usando solo materiale elettrico ed elettronico da riciclo: assomigliava ad un logo della RELO‐ADER. E poi c’erano case di bambole e bam‐bole di pezza, un biliardino in cui i calciatori erano le mollette da bucato, la palestra per criceti, in cui la ruota girevole era stata realiz‐zata con stuzzicadenti e cartoncino, intere
fattorie di animali realizzate con le bottiglie di plastica colorata, così come addobbi floreali, palline per l’albero di Natale, scatole e scato‐lette porta‐tutto, dalle penne ai gioielli. E i gioielli? Anche loro realizzati con qualsiasi ma‐teriale, creazioni artistiche di grande pregio. Al Liceo Majorana di Roma collane ed orecchi‐ni sono stati ricavati dalle capsule usate di una famosa marca di caffè e dalla carta patinata delle riviste. Come ci spiega Serge Latouche facciamo diventare un nostro patrimonio cul‐turale almeno queste R del suo pensiero filo‐sofico: Ridurre gli sprechi per non gravare ul‐teriormente sulla biosfera, Riutilizzare e Rici‐clare il più possibile le materie prime. Per i ra‐gazzi la settimana SERR è stata un modo alle‐gro di fare didattica in modo alternativo, ma è stato trasmesso un messaggio, che deve arri‐vare agli adulti. In alcune regioni d’Italia siamo il fanalino di coda europea per quanto concer‐ne le buone pratiche nello smaltimento dei rifiuti, in particolare dei RAEE. I giovani di og‐gi, cittadini di domani, devono sapere quali componenti di un RAEE siano pericolose per l’ambiente, se non adeguatamente smaltite, ma anche quali siano i “tesori” che queste ap‐parecchiature contengono: oro, palladio, ra‐me, terre rare, coltan, solo per citarne qualcu‐na. Queste materie prime seconde devono essere riutilizzate e riconvertite per non conti‐nuare a depredare il pianeta. Giocando i bimbi ed i ragazzi lo hanno fatto, ora tocca a noi. Francesca Marasini
Latouche,
le lumache,
le 8 R e
la decrescita
felice
di Francesca Marasini
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Imparare dai bambini …
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fautore della decrescita, una
corrente di pensiero politico,
economico e sociale favorevole alla
riduzione controllata, selettiva e
volontaria della produzione
economica e dei consumi, con
l'obiettivo di stabilire una nuova
relazione di equilibrio ecologico fra
l'uomo e la natura, nonché di equità
fra gli esseri umani stessi.
Riprendendo il pensiero di Ivan Illich,
Latouche ci parla della saggezza
della lumaca.
"La lumaca costruisce la delicata
architettura del suo guscio
aggiungendo una dopo l’altra delle
spire sempre più larghe, poi smette
bruscamente e comincia a creare
delle circonvoluzioni stavolta
decrescenti. Una sola spira più larga
darebbe al guscio una dimensione
sedici volte più grande. Invece di
contribuire al benessere dell’animale,
lo graverebbe di un peso eccessivo.
A quel punto qualsiasi aumento della
sua produttività servirebbe
unicamente a rimediare alle difficoltà
create da una dimensione del guscio
superiore ai limiti fissati dalla sua
finalità. Superato il punto limite
dell’ingrandimento delle spire, i
problemi della crescita eccessiva si
moltiplicano in progressione
geometrica, mentre la capacità
biologica della lumaca può seguire
soltanto, nel migliore dei casi, una
progressione aritmetica. «Questo
divorzio della lumaca dalla ragione
1.Rivalutare, 2.Riconcettualizzare,
3.Ristrutturare, 4.Rilocalizzare,
5 . R i d i s t r i b u i r e , 6 .R i d u r r e ,
7.Riutilizzare, 8.Riciclare.
Questi otto obiettivi interdipendenti
generano un circolo virtuoso di
decrescita serena, conviviale e
sostenibile.
geometrica, che per un periodo
aveva anche lei sposato, ci mostra la
via per pensare una società della
decrescita, possibilmente serena e
conviviale». (Latouche 2008) La via
per questa rivoluzione passa
attraverso la messa in moto di un
circolo virtuoso fatto di otto “R”.
Le 8 R
L-uVgku.t
ipensieridiprotagora.blogspot-com
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Rivalutare
I valori borghesi del secolo scorso un poco alla
volta si sono prosciugati, lasciando soltanto dei
gusci vuoti: megalomania individualistica, rifiuto
della morale, egoismo. La società della
decrescita dovrà poggiare su un sistema
rovesciato di valori. “Amore della verità, senso
della giustizia, responsabilità, rispetto della
democrazia, elogio della differenza, dovere di
solidarietà, uso dell’intelligenza”.
Riconcettualizzare
Diventa necessario ripensare alcuni concetti
fondamentali come quelli di ricchezza e povertà,
“ma anche il binomio infernale, fondatore
del l ’ immaginar io economico, rar i tà /
abbondanza”.
Ristrutturare
“Ristrutturare significa adeguare l’apparato
produttivo e i rapporti sociali al cambiamento
dei valori”. Per fare un esempio si potrebbero
riconvertire le fabbriche automobilistiche in
fabbriche di macchinari per il recupero di energia
attraverso la co‐generazione.
Rilocalizzare
Quello della località è uno dei concetti cardine di
tutto il paradigma della decrescita e anche uno
dei più anti moderni. “Se le idee devono
ignorare le frontiere, al contrario i movimenti di
merci e di capitali devono essere limitati
all’indispensabile”. La cultura, la politica e il senso
della vita devono ritrovare un “ancoraggio
territoriale”
Ridistribuire
Ridistribuire significa ripartire le ricchezze e
l’accesso al patrimonio naturale. Non si tratta
tanto di “dare” di più, quanto di predare di meno.
Ridurre
Ridurre significa innanzitutto ridurre gli sprechi,
in modo da gravare di meno sulla nostra povera
biosfera. È inaccettabile che oggi i paesi ricchi
producano 4 miliardi di tonnellate di rifiuti l’anno.
Altre cose da ridurre urgentemente sono gli orari
di lavoro, per restituire il tempo a tutto quello
che rende la vita degna di essere vissuta e il
turismo di massa, con le sue gravose
conseguenze, come l’inquinamento e la
distruzione delle destinazioni che subiscono
questo turismo.
Riutilizzare/Riciclare
Forse la più scontata delle “R”, è un concetto
ormai dato per acquisito, allora come mai le
amministrazioni e la politica non lo hanno ancora
trasformato in un cardine del nostro sistema
produttivo?
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“Dove andiamo? Dritti contro un muro. Siamo a bordo di un bolide senza pilota, senza marcia indietro e senza freni, che sta andando a fracassarsi contro i limiti del pianeta. La parola d’ordine della decrescita ha soprattutto lo scopo di sotto‐lineare con forza la necessita dell’abbandono dell’obiettivo della crescita illimi‐tata, obiettivo il cui motore è essenzialmente la ricerca del profitto da parte dei detentori del capitale, con conseguenze disastrose per l’ambiente e dunque per l’umanità. Non soltanto la società è ridotta a mero strumento e mezzo della meccanica produttiva, ma l’uomo stesso tende a diventare lo scarto di un siste‐ma che punta a renderlo inutile e a farne a meno”. Consumiamo troppo, man‐giamo troppo, buttiamo troppo. Soprattutto viviamo nella convinzione che sia possibile una crescita infinita in un luogo, quale è il nostro pianeta, finito, ignorando limiti ed entropia. Bisogna cambiare paradigma. “A rigore, sul pia‐no teorico si dovrebbe parlare di a‐crescita, come si parla di a‐teismo, più che di de‐crescita. In effetti si tratta proprio di abbandonare una fede o una religione, quella dell’economia, del progresso e dello sviluppo, di rigettare il culto irrazio‐nale e quasi idolatra della crescita fine a se stessa”. Il nuovo paradigma dovreb‐be (e potrebbe) guidare scelte concrete e politiche. “Oggi la crescita è un affa‐re redditizio solo a patto di farne sopportare il peso e il prezzo alla natura, alle generazioni future, alla salute dei consumatori, alle condizioni di lavoro degli operai e, soprattutto, ai Paesi del sud”. Per tutto questo è necessario perse‐guire quella che Latouche definisce “utopia concreta, nel senso positivo datole da Ernst Bloch”. in questi termini quella della decrescita deve essere una rivo‐luzione, un sovvertimento totale per compiere quel salto di qualità che con‐serverebbe il pianeta e noi stessi nel pianeta.
Un estratto dall'ultimo saggio di Latouche
Decrescita
decr
esci
ta.c
om