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Una Pubblica Amministrazione social ... - Cittadini di Twitter · Non cercherò qui di trattare la...
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Anno Accademico 2016/2017
Una Pubblica Amministrazione social:
approcci, testimonianze e indagini nel territorio fiorentino
Relatore Prof.ssa Cecilia Morandi Candidato Valentina Di Mugno
Scuola di Studi Umanistici
e della Formazione
Corso di Laurea in Teorie della Comunicazione
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INDICE
PREMESSA ....................................................................................................................... 4
INTRODUZIONE ............................................................................................................. 8
1. La Pubblica Amministrazione, i Social Media e i nuovi modi di fare comunicazione ................................................................................................................ 12
1.1 La Pubblica Amministrazione ...................................................................... 14
1.2 La Comunicazione & la Comunicazione Pubblica .................................... 20
1.3 Social Network o Social Media? I passi giusti verso una Pubblica Amministrazione Social. .......................................................................................... 26
1.4 La nascita di una Pubblica Amministrazione Social ............................. 34
1.4.1. La Pubblica Amministrazione negli anni Novanta ........................... 34
1.4.2. Gli anni moderni della Pubblica Amministrazione .......................... 48
1.5. Situazione attuale: punti critici del sistema PA e possibili soluzioni .. 63
2. Utilizzo dei Social Media: un’analisi per osservare “sul campo” la vera digitalizzazione della PA. ............................................................................................. 68
2.1. I Comuni di Firenze ....................................................................................... 78
2.1.1. Analisi dei Risultati dell’indagine ....................................................... 81
2.2. Canali di Comunicazione .............................................................................. 87
2.2.1. Comune di Firenze ................................................................................. 89
2.2.2. Comune di Empoli ............................................................................... 102
2.2.3. Comune di Barberino Val d’Elsa ........................................................ 108
2.2.4. Osservazioni sulle ricerche ................................................................. 111
2.3. Un breve focus sul contesto europeo: l’indice DESI ............................... 122
3. I casi di studio ......................................................................................................... 131
3.1. I cittadini toscani: comportamento e opinione nel rapporto PA – Social Media – Cittadino..................................................................................................... 133
3.1.1. Nuove condizioni per uno sviluppo digitale ................................... 134
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3.2. Interviste ai cittadini toscani. ...................................................................... 145
3.2.1. Uso dei social media ............................................................................ 147
3.2.2. Canali di contatto con la Pubblica Amministrazione ...................... 149
3.2.3. Conoscenza dei canali social gestiti dalla PA della propria città .. 152
3.2.4. Accesso ai canali social della PA della propria città: regolare o occasionale? ........................................................................................................... 154
3.2.5. Utilità delle comunicazioni della Pubblica Amministrazione trasmesse attraverso i canali social ................................................................... 155
3.2.6. I canali social utilizzati per contattare la PA .................................... 156
3.2.7. Opinioni circa i miglioramenti da apportare alla Pubblica Amministrazione .................................................................................................. 157
3.2.8. I consigli dei cittadini alla PA ............................................................. 158
3.3. Le Interviste agli esperti .............................................................................. 159
3.3.1. Intervista a Barbara Tonetto, Responsabile Posizione Organizzativa Canali di Comunicazione .................................................................................... 161
3.3.2. Intervista a Giovanni Bettarini, Assessore Urbanistica, Territorio, Città metropolitana, Decentramento e Smart City della città di Firenze ..... 178
3.3.3. Intervista a Francesco Di Costanzo, Giornalista, Autore di libri e progetti per una PA Social .................................................................................. 186
3.3.4. Intervista a Giulia Ulivi, Consigliera Comunale del Comune di Bagno a Ripoli ....................................................................................................... 194
3.3.5. Intervista a Leonardo Borchi, Sindaco di Vaglia ............................. 200
3.3.6. Intervista a Simone Chiarelli, Dirigente Servizio Amministrativo Sistemi Informativi del Comune di Firenze ..................................................... 205
3.3.7. Intervista a Emiliana Petrolini, Servizio di Comunicazione, Comune di Calenzano ......................................................................................................... 208
CONCLUSIONI ............................................................................................................ 212
APPENDICE I ............................................................................................................... 216
APPENDICE II ............................................................................................................. 223
APPENDICE III ............................................................................................................ 225
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APPENDICE IV ............................................................................................................ 226
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................ 228
SITOGRAFIA ................................................................................................................ 231
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PREMESSA
La mia carriera Universitaria è iniziata stravolgendo tutto il mio percorso
di studi effettuato fino alle scuole Superiori, dove ho ricevuto una
preparazione scientifica. A partire dal 2012, anno della mia prima
immatricolazione, il mio orientamento si è spostato sul ramo umanistico,
in quanto avevo riassunto le idee e avevo ben chiaro in mente cosa sarei
voluta diventare da grande.
Ho deciso di studiare Comunicazione perché amo scrivere e perché
questo concetto è alla base della natura umana. Si comunica sempre, anche
solo con uno sguardo, e lo si fa per mettere in comune conoscenze,
instaurare relazioni, condividere qualcosa e diffondere informazioni. I
miei studi e gli esami sostenuti mi hanno insegnato a capire come si legge
un testo (audio/video/informatico) e come si disinnesca un’ideologia in
esso contenuta.
Considerando i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nel settore, i
miei studi sono stati dinamici e talvolta pratici: non è infatti mancata la
possibilità di condurre analisi sul campo, sperimentare quello che era stato
studiato. Sia il percorso di Laurea Triennale, sia quello di Laurea
Magistrale, si sono conclusi con l’esperienza di tirocinio: nel primo caso in
un Ufficio stampa e nel secondo presso il Comune di Firenze.
Grazie all’esperienza di tirocinio avvenuta ai Servizi Informativi del
Comune di Firenze, ho potuto vivere da vicino la realtà della Pubblica
Amministrazione, osservando quotidianamente i compiti e le mansioni di
cui si occupa ciascun dipendente e dirigente. Durante questo percorso
pratico ho ricevuto diversi incarichi: assistere e aiutare le postazioni di
lavoro nell’utilizzo del pacchetto Libre Office, gestire procedure
informatizzate e applicativi aziendali con il loro sviluppo, gestire
conferenze, organizzare e catalogare archivi e banche dati interne. Ho
avuto la possibilità inoltre di convivere e osservare minuziosamente il
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lavoro di Assessori, di Dirigenti e anche di Responsabili della
Comunicazione.
Insomma, gli argomenti trattati sono stati molti e di ampio respiro,
ma ognuno di questi ha stimolato la mia passione per i nuovi mezzi di
comunicazione ed il loro nuovo modo di utilizzo. Da qui ho saputo trarre
il filo conduttore che ha circoscritto tutto il mio percorso di studi sinora
effettuato.
Tra gli argomenti trattati, mi ha interessata maggiormente il
rapporto della Pubblica Amministrazione con i Social Network poiché
molto affine col mio bagaglio culturale e percorso di studi. Il rapporto
Pubblica Amministrazione – Social Media è stato affrontato dal punto di
vista pratico, puntando l’accento sul modo in cui i social sono utilizzati
all’interno del comune di Firenze. Da qui è emersa la mia idea di trattare
in questo elaborato finale una relazione così importante per la sua
dinamicità e per la possibilità di mostrare un uso diverso dei social
rispetto a quello che siamo abituati a vedere.
Non cercherò qui di trattare la storia dei Social Network, in quanto
se ne sarà sentito già molto parlare. Il mio scopo sarà quello di illustrare la
mia esperienza e permettere di inquadrare il modo in cui la Pubblica
Amministrazione si relaziona con i social media, dando ampio spazio alle
dinamiche che stanno all’interno delle organizzazioni comunali.
Voglio sottolineare che questo elaborato non ha nessuna intenzione
di essere una critica verso il lavoro dei comuni, o verso le loro modalità di
utilizzo dei social media nella gestione delle comunicazioni con il
cittadino. Si tratta semplicemente un’analisi del contesto che ho potuto
osservare durante la mia permanenza ai Servizi Informativi.
Sperando che il mio lavoro possa essere d’aiuto e d’ispirazione a chi
lavora nel settore (che sarà senz’altro più competente di me), voglio
ringraziare la Professoressa Cecilia Morandi per avermi supportato in
quest’attività, dandomi così la possibilità di approfondire questo tema. Un
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ringraziamento particolare va alla Sezione dei Servizi Informativi del
Comune di Firenze: Simone, Alessandro, Cecilia e Benedetto, che mi
hanno accolta e mi hanno fatta sentire parte di una squadra in cui ho
potuto imparare tanto.
In ultimo ma di fondamentale importanza, voglio ringraziare tutti
coloro che hanno gentilmente dedicato una piccola parte (ma per me
grandissima) del loro tempo sottoponendosi ad interviste in Sede, in altri
luoghi di Firenze, interviste telefoniche o via mail. Mi riferisco sia al
personale degli Enti Pubblici, sia ai cittadini di Firenze. Senza il loro
contributo realizzare questo elaborato sarebbe stato impossibile.
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Alla Mia Famiglia che mi ha sempre supportata:
a mia Madre, mio Padre e mio Fratello,
a Felix che non mi abbandonerà mai,
e il più grande ringraziamento va
a Nicola, che ogni giorno mi fa sentire speciale.
Dedico questa tesi alla mia forza di volontà
che mi ha permesso di non accontentarmi mai.
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INTRODUZIONE
In questa tesi cercherò di presentare il rapporto tra Pubblica
Amministrazione e Social Media, esponendo le dinamiche che ruotano
intorno a tale legame. Si tratta infatti di due realtà molto diverse e lontane
per come generalmente il cittadino è abituato a conoscerle, ma che, grazie
ai recenti cambiamenti avvenuti nel mondo della comunicazione e con le
nuove normative sulla PA, si sono potute avvicinare. Le Pubbliche
Amministrazioni infatti adoperano nel loro lavoro i Social Media: sarà mia
intenzione trattare il modo in cui questo avviene e in quale misura.
L’obiettivo del presente lavoro è quindi quello di analizzare l’iter ed
il modo attraverso cui le Pubbliche Amministrazioni utilizzano i social
come Twitter, Facebook, Youtube ed Instagram per comunicare col
cittadino e farlo sentire partecipe, coinvolto e protagonista nella vita
cittadina.
Ho scelto di operare nel contesto italiano, precisamente in quello
fiorentino, vista la localizzazione del mio tirocinio.
Senza dubbio, per poter iniziare un’analisi che sia concreta e
contestualizzabile, è necessario presentare il fenomeno definendo i
soggetti ed i significati principali che diventeranno gli strumenti e le basi
per poter comprendere tutto l’elaborato.
Prima di definire l’attuale situazione della comunicazione social
negli enti pubblici, serve effettuare una breve cronologia, capace di
mostrare i cambiamenti che hanno portato l’Amministrazione da una
situazione di iniziale immobilità, che ha coinvolto per molti anni tutto il
sistema burocratico italiano, sino ad una progressiva trasformazione, che,
come si vedrà, deve talvolta concretizzarsi ancora definitivamente.
Dopo la definizione di concetti come quello di comunicazione
pubblica o cittadinanza digitale e degli altri coinvolti e aver illustrato
brevemente i cambiamenti realizzati nel campo della Pubblica
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Amministrazione, passerò, ancora all’interno del primo capitolo, alla
trattazione della situazione attuale della PA , delineandone i punti critici e
le possibili soluzioni volte al suo miglioramento. Sarà quindi effettuato un
confronto che faccia emergere analogie e cambiamenti che hanno
influenzato il modo di comunicare, in generale e non solo, negli enti
pubblici negli anni Duemila.
Nel capitolo 2 sarà trattato il modo in cui viene utilizzata e come si
sviluppa la comunicazione social degli enti pubblici, sottolineando quali
sono le piattaforme interessate e gli strumenti più diffusi come post, video,
video in diretta (in riferimento alla recente funzione inserita nei social
Facebook e Instagram) e fotografie. Saranno prese in considerazione le
pagine Facebook e i profili Twitter esistenti che appartengono alla città
metropolitana di Firenze ed ai comuni limitrofi.
Saranno oggetto di analisi sia grandi realtà comunali, sia realtà più
piccole e contenute per fornire un quadro completo della situazione della
PA toscana.
Nella seconda parte di questo capitolo analizzerò i contenuti
comunicati, osservando che cosa viene divulgato attraverso i canali social
ed, in particolare, cercando di capire se quello che viene diffuso sia una
sorta di duplicato delle comunicazioni dei canali ufficiali, o se, al
contrario, vengono sfruttate le funzionalità interattive proprie dei social
network.
Il terzo ed ultimo capitolo affronterà dei casi specifici di studio
relativi ad assessori, enti e responsabili della comunicazione, con la
presentazione delle interviste effettuate durante il percorso di tirocinio.
Ho effettuato anche un’analisi riguardo l’opinione dei cittadini su
questo tema per me oggetto di studio. Le modalità da me scelte per
illustrare i feedback e le testimonianze dei cittadini toscani sono state
interviste telefoniche, interviste attraverso la chat del social network di
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Facebook e interviste in importanti luoghi di Firenze, quali Piazze e luoghi
storici.
Nella volontà di creare un quadro completo e generale della
situazione italiana, considero queste opinioni di fondamentale rilevanza,
in quanto credo che per migliorare le comunicazioni dei servizi pubblici
sui social o attraverso qualunque altro mezzo di comunicazione, sia
necessario conoscere anche l’opinione dei cittadini, al fine di poter
realizzare un dialogo costruttivo che abbia come scopo lo sviluppo di una
comunicazione partecipata tra utente ed Ente Pubblico.
Per concludere il progetto metterò in evidenza le principali linee di
condotta adottate dalle amministrazioni, con conseguente possibilità di
offrire questo elaborato come supporto e utilità, senza essere una critica,
anche per gli stessi enti pubblici.
Tutto il mio percorso svolto fino ad oggi mi ha permesso di
realizzare questo progetto, pertanto al suo interno ho inserito riferimenti a
nozioni apprese nel corso della mia preparazione, in quanto mi sembrava
giusto poter mettere in pratica tutto ciò che, dopo essere stato affrontato e
studiato, mi è servito e mi è stato di fondamentale aiuto per concretizzare
tutto il mio iter accademico in questo lavoro tesi.
Le analisi qui riportate fanno riferimento al periodo di giugno –
settembre 2017.
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La misura di un cambiamento può essere colta solo prendendone le distanze
e assumendo un punto di vista che consenta di osservarla su un
arco temporale più ampio e all’interno del più grande
scenario socio-culturale di cui fa parte.
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1. La Pubblica Amministrazione, i Social Media e i nuovi modi di fare comunicazione
Al fine di poter condurre un’analisi approfondita, è necessario
circoscrivere i temi di trattazione. In tal caso è importante dare una
definizione nel dettaglio riguardo ai soggetti coinvolti in questo contesto.
Attraverso tale approccio, sarà possibile addentrarsi nel vivo della
questione, affrontando ciascun aspetto in maniera sperimentale senza
tralasciare nessun concetto o soggetto rilevante.
Quindi, sarà mia intenzione di partenza definire i soggetti trattati,
ovvero: la Pubblica Amministrazione, cosa si intende per Comunicazione,
i Social Network e i Social Media.
Un approccio descrittivo nei confronti della comunicazione è utile a
comprendere come questa si sia inserita nella società moderna e come sia
oggi considerata nella vita collettiva. In seguito, sarà presentata la
comunicazione pubblica, tassello di collegamento tra comunicazione e
Pubblica Amministrazione.
Credo infatti che non sia possibile iniziare alcun tipo di trattazione
senza prima aver provato una definizione dei soggetti e dei concetti
principali, tracciandone i confini, assieme alle dinamiche innovative di
sviluppo. Saranno inseriti anche nuovi concetti che mano a mano saranno
d’interesse per spiegare la relazione tra PA e Social Media.
La definizione dei concetti, dei fenomeni e dei significati non sarà
fine a sé stessa, ma inserita nel contesto di riferimento e intrecciata con le
diverse dinamiche che si presenteranno passo dopo passo.
Di fondamentale importanza sarà il paragrafo relativo ai Social
Media e Social Network, volto a presentare il rapporto che li lega alla
Pubblica Amministrazione, nell’impegno di migliorarla e di realizzare
passi avanti nelle modalità di comunicazione.
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Cercherò poi di ripercorrere tutte le tappe normative che hanno
interessato la Pubblica Amministrazione nell’ultimo quarto di secolo,
coinvolgendo anche il contesto socio-culturale che ha fatto da cornice.
Infine tratterò brevemente la situazione attuale italiana della
Pubblica Amministrazione, mettendo in evidenza i punti critici e le
possibili soluzioni dei problemi che si presentano ed i vantaggi che il web
ha portato rendendo la PA digitale.
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1.1 La Pubblica Amministrazione
La Pubblica Amministrazione, conosciuta anche con l’acronimo di PA, si
occupa dell’attività concreta attraverso cui il Governo mette in pratica le
scelte politiche e le disposizioni di legge. Questa gestisce la cura degli
interessi pubblici, posti in essere dall’ambito dei criteri e dei limiti
predeterminati dalla legge.
Si parla generalmente al singolare di Pubblica Amministrazione ma
la sua composizione è plurale, in quanto ne fanno parte una varietà di
Enti Pubblici. Tra questi troviamo: Regioni, Province, Città Metropolitane,
Comuni, Autorità Indipendenti e Camere di Commercio; tutte queste
esplicano funzioni e compiti amministrativi.
I compiti fondamentali dell’azione amministrativa coinvolgono
diversi princìpi come quello della Legalità, principio cardine
dell’ordinamento italiano. Questo fondamento indica la necessità che
l’attività dei poteri pubblici trovi le sue basi nella legge, in quanto
espressione della volontà del popolo, come si rinviene nell’articolo 97
della Costituzione Italiana. Pertanto, i pubblici uffici sono organizzati
secondo disposizioni di legge, che ne determinano attribuzioni,
competenze e responsabilità dei funzionari. Infatti non ci può essere
apparato amministrativo né attribuzione di poteri senza previa
disposizione di legge, in questo si ricorda il principio di Legalità Formale.
A seguito vi è il principio di Imparzialità, in quanto
l’amministrazione ha il dovere di non discriminare la posizione dei
soggetti coinvolti dalla sua azione nel perseguimento degli interessi
affidati alla sua cura e di non abusare della propria posizione quando
entra in contatto con soggetti terzi. Poi troviamo il Buon Andamento, il
Pareggio di Bilancio ed i principi di Sussidiarietà, Leale collaborazione e
Responsabilità.
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Il principio di Sussidiarietà, regolato dall’articolo 118 della
Costituzione Italiana dal 2001 e introdotto con la Legge di attuazione nel
2003, prevede che Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni
favoriscano l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di
sussidiarietà.1 Tale principio invita i legislatori ad allocare le funzioni
amministrative al livello di governo più vicino ai cittadini, tenendo quindi
conto delle effettive dimensioni e potenzialità degli enti territoriali. Questo
fondamento permette inoltre che le diverse istituzioni, nazionali e
sovranazionali, debbano creare le condizioni che permettano alla persona
e alle aggregazioni sociali di agire liberamente, senza sostituirsi ad essi
nello svolgimento delle loro attività. Infatti, un’entità di livello superiore
non deve agire in situazioni in cui l’entità di livello inferiore è in grado di
operare per proprio conto. Da qui si rifà il collegamento con la
sussidiarietà orizzontale, nel rapporto tra autorità e libertà: si basa sul
presupposto secondo cui per curare i bisogni collettivi e le attività di
interesse generale provvedano direttamente i privati cittadini. I pubblici
poteri intervengono in funzione sussidiaria, di coordinamento, di
programmazione ed eventuale gestione. Comunque, l’intervento di entità
di livello superiore deve essere necessario, temporaneo e teso a restituire
l’autonomia d’azione all’entità di livello inferiore.
La sussidiarietà verticale, invece, si ha quando i bisogni dei cittadini
sono soddisfatti dall’azione degli enti amministrativi pubblici.
Mi sono soffermata su questo principio in quanto la sua
applicazione ha un elevato potenziale di modernizzazione per le
amministrazioni pubbliche, poiché la partecipazione attiva dei cittadini
alla vita collettiva può concorrere a migliorare la capacità delle istituzioni
di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alla soddisfazione
1Fonte: https://www.senato.it/1025?sezione=136&articolo_numero_articolo=118
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dei diritti sociali che la Costituzione ci riconosce e garantisce. Quindi vi è
un coinvolgimento diretto col cittadino: è questo l’aspetto, a mio avviso,
più importante in relazione al tema affrontato in questo elaborato.
Inoltre, le Pubbliche Amministrazioni devono rispondere al
principio di Pubblicità e Trasparenza riguardo l’azione amministrativa;
fondamenti intesi come immediata e facile controllabilità di tutti i
momenti e di tutti i passaggi in cui si esplica l’azione degli Enti
Amministrativi.
La Pubblica Amministrazione opera mediante l’attività
amministrativa per curare gli interessi pubblici ad essa affidati. L’attività
amministrativa può essere vincolata o discrezionale: vincolata quando gli
elementi da acquisire e valutare nell’adozione della decisione
amministrativa sono fissati rigidamente dalla legge. In questo caso quindi
la PA sarà impegnata esclusivamente a verificare la sussistenza dei
presupposti per l’esercizio del potere stabiliti dalla legge. Sarà invece
discrezionale, laddove la legge conceda agli enti pubblici un certo margine
di apprezzamento in ordine ad alcuni aspetti della decisione da adottare,
con lo scopo di individuare il modo migliore per perseguire l’interesse
pubblico.
L’attività amministrativa si compone del procedimento
amministrativo, ossia di una serie di atti tra loro concatenati e coordinati,
finalizzati all’emanazione del provvedimento finale. I provvedimenti
amministrativi sono atti amministrativi caratterizzati da tipicità e
normatività, attraverso cui la Pubblica Amministrazione impartisce
disposizioni o comandi costituendo, modificando o estinguendo, in
maniera diretta ed immediata, situazioni giuridiche soggettive dei privati 2
2 Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/atto-amministrativo/
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per realizzare un particolare interesse pubblico istituzionalmente affidato
alla sua cura.3
Il procedimento amministrativo è costituito da una pluralità di atti
che, pur essendo diversi e relativamente autonomi, sono delegati ad un
unico fine: l’emanazione di un provvedimento amministrativo.
Il procedimento amministrativo si compone in 4 passaggi: la fase
iniziativa che dà il via al procedimento, la fase istruttoria in cui la pubblica
amministrazione raccoglie gli elementi necessari per prendere la decisione
e valuta eventuali pareri, la fase costitutiva in cui si adotta la decisione e si
stabilisce il contenuto del procedimento. Infine vi è la quarta fase, quella
d’integrazione dell’efficacia, dove l’atto emanato diventa efficace.
Come si accennava in precedenza, l’Amministrazione Pubblica è
composta da una pluralità di enti. Il Ministero è la ripartizione
fondamentale dell’amministrazione centrale italiana. L’articolo 95 della
Costituzione Italiana attribuisce alla legge ordinaria il compito di
suddividere e denominare i tipi di ministeri a seconda della missione che
devono compiere. Tra questi troviamo: Affari esteri, Interno, Giustizia,
Difesa, Economia e Finanze, Sviluppo economico, Politiche agricole,
alimentari e forestali, Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare,
Infrastrutture e Trasporti, Lavoro e politiche sociali, Salute, Istruzione,
Università e Ricerca, Beni e Attività culturali.
Brevemente, l’amministrazione dello Stato è articolata in Ministeri e
Agenzie ma si avvale dell’opera di numerosi e complessi uffici
amministrativi a livello locale con competenza territoriale limitata.
Pertanto lo Stato, per essere pienamente capace di esercitare i propri
compiti, deve poter far affidamento su strutture presenti su tutto il
territorio, le quali daranno esecuzione alle decisioni assunte a livello
centrale.
3 Fonte: http://learningsources.altervista.org
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Ma cosa si intende per pubblico impiego? Si tratta del rapporto di
lavoro in cui una persona fisica pone volontariamente la propria attività,
in via continuativa o dietro retribuzione, alle dipendenze di una Pubblica
Amministrazione, assumendo obblighi e diritti. Al pubblico impiego vi si
accede mediante concorso, salvo particolari categorie come quelle
protette.4
La presenza di concorsi è atta ad assicurare l’imparzialità e
l’efficienza dell’azione amministrativa, poiché il meccanismo concorsuale
permette di garantire, in linea di massima, la selezione di personale
qualificato. Si tratta quindi di procedure selettive volte all’accertamento
della professionalità richiesta.
L’impiegato statale risponde di un rapporto di pubblico impiego e
si configura come rapporto giuridico bilaterale, da cui deriva la
sussistenza di una serie di diritti ed obblighi che gravano sia sul lavoratore
che sulla Pubblica Amministrazione. Deve inoltre rispettare dei doveri
presenti nel codice di comportamento: tra questi ci sono le responsabilità
che l’impiegato deve rispettare, ossia la responsabilità penale quando la
trasgressione dei doveri di ufficio da parte dell’impiegato assume il
carattere di violazione dell’ordine giuridico generale e si concretizza nella
figura del reato , come ad esempio l’abuso e l’omissione dei dati d’ufficio o
la corruzione. La responsabilità è civile quando la trasgressione dei doveri
d’ufficio deriva un danno per l’ente pubblico; poi c’è la responsabilità
amministrativa e la responsabilità disciplinare che derivano dalla
violazione dei doveri inerenti al rapporto di impiego da parte del
dipendente. In merito, per potenziare il livello di efficienza dei pubblici
uffici e contrastare i fenomeni di scarsa produttività e assenteismo, la
Riforma Brunetta, (D.Lgs. n.150) dell’Ottobre 2009, dedica una parte
4 Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/impiego-pubblico/
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interamente alla disciplina delle sanzioni e delle responsabilità dei
lavoratori pubblici.
In questo elaborato parlando di Pubblica Amministrazione,
considero tutti gli enti trattati finora. Enti Pubblici, Istituzioni e PA
saranno utilizzati da ora in poi come sinonimi.
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1.2 La Comunicazione & la Comunicazione Pubblica
Etimologicamente, il termine comunicare deriva dal latino cum (con) e
munire (legare), quindi communico ovvero “mettere in comune, far
partecipe”.5 Consiste nel processo di trasmissione delle informazioni da
una persona all’altra, ma non si riduce soltanto a questo, in quanto
costituisce il fattore fondamentale della natura umana. L’aspetto
principale della comunicazione sembra essere costituito dalla possibilità-scelta
critica di mettere in collegamento, o, viceversa, di scollegare elementi macro e
micro della nostra realtà materiale e simbolica, e così operando crearla,
trasformarla, cancellarla.6 (Toschi, 2011, pg. 100-101)
Umberto Eco è stato ed è tutt’ora un pilastro fondamentale per la
disciplina della Comunicazione ed inoltre ha permesso di fissarne i
concetti. I suoi studi sulla fenomenologia dell’interpretazione hanno
evidenziato come entrambi i soggetti della comunicazione, conosciuti
come mittente e destinatario, contribuiscano attivamente alla costruzione
del senso e come il mittente agisca sempre sul destinatario, nel tentativo di
influenzarlo per ottenere il risultato voluto. Seguendo il modello di
Sperber e Wilson e quindi la linguistica pragmatica, lo scambio
comunicativo viene inteso come un atto compiuto per fare qualcosa: ogni
comunicazione è finalizzata ad uno scopo. Chiaramente ogni atto
comunicativo si compone di elementi interni come il contesto, il canale,
l’esistenza di qualcosa di condiviso ma che non viene detto, il codice, che
possono cambiare e modificare l’esito ed il suo iter.
Le ricerche semiologiche condotte da Eco hanno dato una svolta agli
studi sulla comunicazione. Lui stesso ne sottolinea delle nozioni
fondamentali:
5 Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/comunicazione_%28lingua%29/
6 L. Toschi, La comunicazione generativa, 2011, pg. 100-101
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- La comunicazione ha carattere processuale ed interattivo: nella
comunicazione il destinatario ha un ruolo strategico, esattamente
come il mittente, poiché uno produce senso quando genera il suo
messaggio e l’altro interviene attivamente sull’insieme dei
significati per attribuire un senso, creandolo.
- La comunicazione ha carattere proiettivo e strategico: l’emittente,
mentre produce il suo messaggio, si immagina sempre un
destinatario ideale che tenta di pilotare. Lo stesso emittente, quindi,
riconosce il ruolo interpretativo del destinatario e non un semplice
ruolo di decodificatore meccanico.
- L’interpretazione non è mai un processo neutro: l’esperienza
comunicativa prevede un intervento attivo dell’osservatore, che ne
analizza, classifica e normalizza le manifestazioni, riducendole a
concetti noti.
Si evince un modello che va in senso completamente opposto rispetto
allo schema di Jakobson sulla comunicazione.
Comunicare ci mette in contatto con l’altro, ci permette di uscire
dalla nostra sfera personale e di entrare in un mondo costituito da
relazioni e altri individui, in cui lo scambio di informazioni non è uni- ma
bi-direzionale e dove quindi, derivando sia da mittente e sia dal
destinatario, vi partecipano entrambi.
La comunicazione costituisce il fulcro della vita sociale e anche lo
stesso Claude Levy-Strauss la considerava come struttura portante di ogni
fatto sociale. La comunicazione è centrale nella vita di ogni essere umano,
lo è ad esempio nell’interazione tra sensi e mente, tra noi e gli altri.
Nonostante in molti considerano la comunicazione come un
elemento che ci contraddistingue da ogni altro animale, in realtà questa è
presente in ogni altra forma di vita. Gli umani e gli animali utilizzano un
sistema condiviso di simboli per diffondere informazioni, i microrganismi
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usano i codici biochimici ed il mondo inorganico fonda i processi di
comunicazione tramite scambi di energia o di materia. Tutti comunicano.
Nonostante questo, il riconoscimento della centralità sociale della
comunicazione è un fatto recente, iniziato con la nascita degli Stati
Nazionali e quindi con la Democrazia.7
Il concetto di democrazia, risalente a Platone il quale ne parla nel
suo trattato La Repubblica, sostiene il fondamento ideologico di una forma di
governo in cui il potere risiede nel popolo che esercita la sua sovranità attraverso
istituti politici diversi […] e garantisce ad ogni cittadino la partecipazione, su
base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico.8
Trasportando questo concetto nel nostro presente, si parla di
democrazia elettronica che sostiene l’utilizzazione delle nuove tecnologie
elettroniche al fine di favorire la partecipazione dei cittadini alle decisioni che li
riguardano in quanto tali e, ancora, di garantire la trasparenza nella gestione
della cosa pubblica e la correttezza nella trasmissione delle informazioni. 9
Nel mondo attuale, grazie all’avvento dei mass media, prima con la
Radio, poi con la Televisione , il Computer ed infine col Web e tutte le
implicazioni derivate, la comunicazione quindi ha assunto inevitabilmente
centralità sociale, diventando oggi, nel 2017, parte integrante, se non
portante, della nostra vita. Siamo nella “Società della Comunicazione”
dove non si può più fare a meno di comunicare. Senza comunicazione e
diffusione di informazione non c’è democrazia.
Considerando la comunicazione, è automatico il collegamento con
la società. Di una società la comunicazione ne costituisce l’organizzazione
collettiva e culturale, è la dimensione primaria dell’uomo e può essere considerata
7 E. Cheli, Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale, 2004, p. 13
8Fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/democrazia/
9 Stessa fonte precedentemente citata
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23
metaforicamente come il tessuto connettivo e nervoso della società.10 (Cheli 2004,
p. 13)
In merito, si entra in contatto col mondo del settore pubblico,
oggetto di studio in questa sede, e vi si collega la Pubblica
Amministrazione. Quest’ultima, conosciuta brevemente anche come PA, si
compone di atteggiamenti, dinamiche e strategie con cui lavora
quotidianamente, e con cui, aspetto fondamentale, coopera per eseguire al
meglio la sua funzione riguardante l’interesse pubblico. Si parla perciò di
comunicazione pubblica.
Ma che cos’è la comunicazione pubblica?
La comunicazione pubblica consiste nel processo di trasferimento
di informazioni da un ente pubblico ai cittadini e ha per oggetto l’interesse
generale o il pubblico interesse. Nella Pubblica Amministrazione la
comunicazione pubblica costituisce uno strumento di partecipazione e
democrazia, e, pertanto, il rapporto di questa con i cittadini è di
fondamentale importanza. Si tratta di una circolazione virtuosa di valori,
idee, informazioni tra Stato e società, tra pubblico e privato.
Il sociologo italiano Paolo Mancini, considerando gli oggetti della
comunicazione, distingue tre tipologie di comunicazione pubblica11:
1. La comunicazione dell’istituzione pubblica: proviene dalle
istituzioni pubbliche ed è finalizzata a renderne note le attività e le
funzioni. Vuole promuoverne l’immagine e far circolare la
comunicazione normativa (diffusione di norme relative a questo
ambito) con lo scopo di diffondere decisioni.
2. La comunicazione politica: ovvero la comunicazione che proviene
dalle istituzioni pubbliche e dai partiti, movimenti, incentrata su
quei contenuti che hanno l’obiettivo di costituire il consenso.
10 E. Cheli, Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale, 2004, p. 13
11 P. Mancini, Manuale di comunicazione pubblica, 2006
-
24
3. La comunicazione sociale: che proviene dalle istituzioni pubbliche,
semipubbliche o private che vogliono sensibilizzare l’opinione
pubblica riguardo problemi sociali riconosciuti da tutti, e le cui
soluzioni, sono generalmente condivise secondo la morale comune.
Ad esempio, le comunicazioni sociali relative alle campagne di
raccolta fondi per la ricerca contro malattie ancora incurabili.
Il rapporto di collaborazione tra le istituzioni e i cittadini è favorito
dalla comunicazione pubblica, che permette di creare quel consenso attivo
di cui hanno bisogno le amministrazioni per svolgere le loro funzioni nel
modo migliore e più efficiente possibile. Tale compito è possibile solo
attraverso un dialogo bidirezionale e partecipato tra Stato e società di
individui. Anche in Mancini si ritrova il concetto di comunicazione
bidirezionale affrontato in precedenza.
Il giornalista Sergio Talamo, autore di studi e analisi sulla Pubblica
Amministrazione, sostiene che il criterio definitorio della comunicazione
pubblica non si trovi nella ricerca di una specificità distintiva rispetto a
quella aziendale, ma al contrario nella rivendicazione di essere parte di un
unico troncone disciplinare ovvero la comunicazione d’impresa che si
articola in comunicazione d’azienda, comunicazione pubblica e
comunicazione politica. Nel marketing aziendale infatti la comunicazione
assume un ruolo fondamentale, in quanto permette la creazione di
relazioni e la possibilità di un maggiore coordinamento e di una più ampia
coerenza nell’integrazione delle attività di cui si compone il processo
produttivo.
Stefano Rolando, comunicatore e esperto docente in Comunicazione
Pubblica presso l’Università IULM di Milano, invece descrive la
comunicazione pubblica come una disciplina e pratica trasversale per cui
occorre fare una ricognizione storica, andando oltre le parole di cui si
compone, per cogliere lo sfondo in cui tale disciplina opera.
-
25
Sono stati in molti ad analizzare il contesto della comunicazione
pubblica e sono stati scritti tantissimi manuali e libri in merito.
È necessario qui citare anche Franca Faccioli, che considera la
comunicazione pubblica come il contesto adatto per realizzare l’interesse
della comunità, in quanto questa comunicazione permette di attivare
processi di relazione, scambio e interazione, con lo scopo di creare spazi
atti all’ascolto dei cittadini, occasioni di confronti tra questi con gli enti
pubblici e momenti di cooperazione e collaborazione reciproca per
rendere le persone appartenenti ad una comunità, attive e partecipative
riguardo le scelte che animano le Amministrazioni Pubbliche.
L’amministrazione ha un ruolo importantissimo in questo caso, poiché
ascolta l’opinione e i problemi del cittadino, cerca di capirli e si impegna a
trovare soluzioni valide per risolverli. 12
Quindi, analizzando come la comunicazione si sia inserita nella
società, si sviluppa il concetto di comunicazione pubblica che occupa il
ruolo di dimensione primaria della vita e dell’azione sociale dell’uomo,
poiché ne costituisce il tessuto connettivo.13
12 F. Faccioli, Comunicazione pubblica e cultura di servizio. Modelli, attori e percorsi, 2000, Carocci, Roma
13 E. Cheli, , Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale, 2004
-
26
1.3 Social Network o Social Media? I passi giusti verso una Pubblica Amministrazione Social.
Tra le generazioni moderne e quelle più adulte, un individuo medio può
incontrare in pochissimi giorni dal vivo o online moltissime persone,
molte più di quante i propri nonni ne incontrassero in tutta la loro vita.
Possono così sperimentare nuove relazioni e vivere come vogliono la
propria intimità, il proprio modo di essere, la propria sessualità, senza
lanciare nessuna sfida sociale che li porti ad essere considerati diversi o
guardati con occhi straniti o, nei casi più estremi, essere messi al bando
dalla propria comunità. Tutto questo succede perché le barriere sociali si
sono allargate e le rivoluzioni culturali hanno permesso un cambio di
mentalità radicale.
Sebbene l’opinione pubblica sorga in Europa tra il 1600 ed il 1700
con la diffusione di periodici irregolari, di quotidiani non autorizzati dai
governi14, di certo, per notare i primi momenti dei cambiamenti
significativi all’interno della società moderna, ci si deve affacciare in
passato più recente. A partire dagli anni ’20 del XX secolo, la radio inizia a
diffondere contenuti sonori alle masse determinando così la sua natura di
mezzo di comunicazione di massa.15 Da questo momento, grazie in
primis alle innovazioni tecnologiche, si è aperta la strada agli strumenti di
comunicazione di massa come la Televisione (anni ‘50) e Internet (anni ’90
e 2000).
Non voglio soffermarmi sulla storia dei Social, in quanto, essendo
argomento di attualità quotidiana, è senza dubbio una questione nota a
molti, e pertanto rischierebbe di diventare ripetitiva e noiosa.
14 Gozzini G., Storia del Giornalismo, 2000, capitolo 5
15 In tal caso si parla di diffusione circolare e quindi di radio come strumento di Broadcasting, ovvero una comunicazione unidirezionale, da uno verso molti. I primi segnali radio sono stati trasmessi da Nikola Tesla in alcuni spettacoli e pubblicazioni sui principi della radio, intorno agli anni ’70 del 1800.
-
27
Sarà mio iniziale interesse trattare la relazione che esiste tra Social
Network e Social Media e come si è concretizzato il passaggio dall’uno
all’altro.
Il Social Network è una rete sociale che permette a qualsiasi gruppo
di individui di connettersi tra loro e instaurare relazioni e legami sociali.
Questi possono seguire criteri casuali, familiari, lavorativi o di altro tipo.
Dal 2004 con la nascita del celebre Facebook (arrivato in Italia nel 2006) ad
oggi si sono susseguite moltissime piattaforme di questo genere, come
Twitter, Instagram, Google+, Linkedin, YouTube. La popolarità che hanno
assunto tocca cifre molto alte con miliardi di utenti connessi
quotidianamente. La parola d’ordine nei social è comunicare: trasmettere
informazioni, scambiarsi like, retweet e collezionare visualizzazioni.
I social network non si limitano però soltanto a queste azioni. Le
potenzialità che coinvolgono questo mondo web sono molteplici. Si tratta
infatti di potentissimi canali di comunicazione gratuiti che permettono a
ciascun utente di essere presente online senza dover adempiere nessun
costo. Al contrario di televisione e radio infatti, per essere presenti sui
social, è sufficiente aprire un canale aziendale ed avere una connessione
internet. Queste piattaforme sono dotate di una facile fruibilità in quanto
risultano “a portata di mano”. Grazie a smartphone e tablet non serve più
accendere un computer per accedere ad internet: i tempi sono dimezzati
grazie alla “protesi digitale” 16 .
L’utilizzo dei social network segue soluzioni diverse ma, grazie
all’enorme diffusione, per riuscire a stare al passo con i tempi della
modernizzazione aziende, enti pubblici e Istituzioni sono costrette a
dotarsene.
16 Fonte: http://www.lastampa.it/2015/01/09/societa/inutile-punire-i-ragazzi-il-telefonino-la-loro-protesi-NN8VCNwT4HmszH7frGcsRL/premium.html
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28
Negli ultimi cinque anni nelle aziende private è sorta una nuova
figura professionale: il Social Media Manager, ovvero un professionista che
dedica interamente il suo lavoro alla cura dei profili social dell’azienda e
gestisce una o più piattaforme in base agli obiettivi che deve raggiungere.
È dotato di competenza, esperienza e propensione. Crea contenuti adatti
alla diffusione sui social dopo aver studiato il target e gli obiettivi precisi
dell’azienda. Permette un’attenta gestione operativa ed un piano editoriale
con la definizione di tempi, argomenti e formati con cui diffondere i
messaggi.
Questa figura professionale permette di utilizzare tutte le
potenzialità offerte dai social network, in quanto è capace di realizzare
una strategia efficiente per l’azienda.
Non troviamo però la stessa situazione negli enti pubblici. Talvolta
infatti non è facile riuscire a portare questi strumenti così innovativi in un
contesto complesso e datato come quello della Pubblica Amministrazione.
Dagli anni ’90 sono cambiati molti aspetti normativi in questo contesto ma
ancora sono presenti altrettanti ostacoli.17 Qui talvolta mancano le
competenze e una giusta formazione che serve per utilizzare al meglio e
per l’interesse comune i social network.
Difficilmente da quello che comunemente si può immaginare, i
Social Network non sono nati con Facebook, Twitter o MySpace. Essendo
gruppi di persone composti da individui che non necessariamente si
conoscono ma che sono legati per una determinata causa, sono esistite
diverse tipologie di social network in passato.
Quando si parla di Social Network spesso si confondono questi
strumenti con i Social Media, delineandoli come elementi analoghi anche
se in realtà non lo sono.
17 Questo aspetto sarà analizzato nei seguenti capitoli
-
29
All’interno dei Social Network sono presenti persone unite tra loro
da interessi di varia natura che decidono di costruire una community
intorno agli argomenti che hanno da condividere. Si tratta di una vera e
propria struttura sociale in cui si descrivono le relazioni tra gli individui,
gruppi e organizzazioni. I social network sono la dimostrazione interattiva
di una comunicazione bi- e poli-direzionale fondata sulle conversazioni,
sullo scambio di opinioni e interessi partecipati di persone che fanno parte
di uno stesso qualcosa o di uno stesso ambito del vivere.
Indipendentemente dalle forme concretamente assunte, i Social Network
sono caratterizzati da alcune logiche di fondo che, nel loro insieme, costituiscono
gli elementi del nuovo paradigma. Un primo aspetto dominante è quello della
relazione. I Social Network sono la concretizzazione, all’interno degli spazi
interconnessi della rete, di processi comunicativi tra esseri umani che si
incontrano e si scambiano informazioni, immagini, video, idee e, attraverso di essi,
conoscenze, creatività, ma anche emozioni, affetti, sogni, speranze e frammenti di
identità. 18 (Di Fraia, 2011, pg. 22-23)
Inoltre: oltre che intrinsecamente relazionali, i canali social sono anche
spazi di condivisione, collaborazione e partecipazione. Essere membro di un Social
Network corrisponde in larga misura proprio a condividere qualcosa di sé e della
propria identità [...] o delle risorse che si possiedono[…]. 19(Di Fraia, 2007, p. 34)
Pertanto costituiscono risorse open source utilizzabili da tutti e alla
cui realizzazione possono tutti partecipare in una condivisione aperta
della conoscenza e dei suoi prodotti.
Le caratteristiche di apertura, relazione, partecipazione,
collaborazione e creatività sono proprie dei social network, ma anche del
web 2.0, fondamento costitutivo della cultura convergente in corso di
affermazione. In merito si parla di cultura convergente poiché grazie alla
18 G. Di Fraia, Social media marketing. Manuale di comunicazione digitale 2.0, 2011, pg. 22-23
19 G. Di Fraia, Blog-Grafie. Identità narrative in rete, 2007, p. 34
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30
digitalizzazione, che ha permesso l’interazione tra diverse tipologie di
contenuti comunicativi (foto, musica, video, testi), si è aperto il processo di
convergenza tra piattaforme, device fisici e pratiche d’uso. Si prenda in
considerazione il cellulare che ci consente di scattare foto, girare filmati,
registrare suoni, ascoltare radio e navigare in Internet, scaricare
applicazioni ed effettuare chiamate e videochiamate: questo è un esempio
di integrazione digitale in cui si concretizza l’ibridazione di più media in
un’unica piattaforma multifunzionale.
Di conseguenza, il fenomeno della convergenza appare come la
base tecnologica della moltiplicazione dei dispositivi mediali, i quali
alimentano dall’interno lo sviluppo accelerato delle ICT. 20
In questo senso è possibile fornire una definizione di Social Media.
Riprendendo le parole di Andreas Kaplan e di Micheal Haenlein, entrambi
professori di Marketing all’Europe Business School21 , i Social Media sono
un gruppo di applicazioni basate sul web e costruite su paradigmi (tecnologici ed
ideologici) del web 2.0 che permettono lo scambio e la creazione di
contenuti generati dagli utenti.
Le parole Social Media derivano dal latino medium: “strumento,
mezzo” e significano un modo per condividere contenuti con un vasto
pubblico. I due professori individuano sei tipi di social media:
- Blog e microblog: Twitter
- Siti di social networking: Facebook
- Mondi virtuali di gioco: World of Warcraft
- Mondi virtuali sociali: SecondLife
- Progetti collaborativi: Wikipedia
20 ICT: Information and Communication Technologies. Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/ict_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/
21 Fonte: http://www.escpeurope.eu
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31
- Content communities: cioè community che condividono materiale
multimediale come YouTube
Nei Social Media le persone possono creare messaggi, i quali
potranno essere divulgati all’interno della community e fuori dalla
comunità stessa.
Pertanto si tratta di un gruppo di strumenti online che collegano i
contenuti come testi, articoli, post, commenti, video. Servono molto a chi
ha un’attività per sponsorizzare un proprio prodotto o la propria azienda.
Non hanno però solo applicazione nei contesti privati, in quanto, grazie
alle loro caratteristiche innovative e la facile accessibilità per il cittadino,
vengono adoperati anche nei contesti istituzionali come quello della
Pubblica Amministrazione qui analizzato.
Il legame che si instaura tra Pubblica Amministrazione e Social
Media è una grande opportunità per il cittadino poiché permette uno
scambio e un dialogo finora impossibili. Il dialogo è sinonimo di
democrazia e senza la possibilità di ricevere un servizio trasparente,
corretto e partecipato, non si può parlare di potere del popolo. Nel momento
in cui i social vengono utilizzati dalla Pubblica Amministrazione si
realizza la cosiddetta e sopracitata democrazia elettronica, poiché l’uso delle
nuove tecnologie elettroniche permette ai cittadini una condivisa e
partecipata gestione riguardo le decisioni della cosa pubblica e pertanto
una corretta e trasparente diffusione delle informazioni.
Anche per la Pubblica Amministrazione l’utilizzo dei social media
costituisce una possibilità importante in quanto, essendo gratuiti, non
pongono limiti al numero di pubblicazioni, le quali possono essere
composte da post con messaggi, fotografie, contenuti audio, video o video
in diretta, funzionalità recentemente inserita su Facebook e Instagram.
Pertanto, i vantaggi che derivano dal rapporto Social Media e
Pubblica Amministrazione sono evidenti e permettono grandi possibilità
-
32
che, se sfruttate al meglio, potranno favorire una partecipazione attiva
della popolazione. Aumenterebbero infatti, grazie al web, le opportunità
di democrazia diretta22 (considerata in senso ampio del termine). Le basi
per la realizzazione di questo genere di democrazia sono l’ascolto, il
confronto, la discussione, la formazione professionale: cioè tutte
caratteristiche proprie e realizzabili grazie ai nuovi strumenti di
comunicazione.
Un approccio di questo tipo alla Pubblica Amministrazione
permette di avviare processi deliberativi popolari attraverso assemblee
pubbliche e consultazioni online, per aiutare gli amministratori a prendere
delle decisioni più equilibrate e condivise dalla cittadinanza. Di
conseguenza si crea una nuova forma di Pubblica Amministrazione che
sostiene un bilancio partecipativo della cittadinanza molto alto.
Si sottolinea infatti che, per esercitare una democrazia partecipata
ed elettronica, sono necessari particolari elementi quali:
- Predisposizione di progetti di alfabetizzazione informatica per
anziani, disabili, cittadini che ne hanno bisogno. Si tratta di un
aspetto fondamentale per dare ai cittadini la capacità di accedere
alle informazioni.
- Interesse all’informazione e alla partecipazione del cittadino.
- Formazione professionale adeguata per i soggetti della Pubblica
Amministrazione.
- Predisposizione di uno sportello amico per il supporto all’utilizzo
delle procedure amministrative ed informatiche online.23
In questo elaborato prenderò in considerazione i social media di
Facebook, Twitter e Instagram, in quanto, durante le mie ricerche ho
riscontrato una presenza attiva della Pubblica Amministrazione su queste 22 P. Mancini, Manuale di comunicazione pubblica, 2006
23 Fonte: http://www.agid.gov.it/
-
33
piattaforme. I primi due citati, ovvero Facebook e Twitter sono i persons-
centered social networks poiché sono siti che danno priorità all’individuo e
alla sua rete sociale. Youtube, un media centered social networks, invece è un
canale strutturato in base alla tipologia di contenuto veicolato: i video, a
cui si aggiungono anche fotografie e musiche.
-
34
1.4 La nascita di una Pubblica Amministrazione Social
1.4.1. La Pubblica Amministrazione negli anni Novanta
A partire dagli anni ’90 del secolo scorso, la comunicazione è stata
individuata come un valido motore per il rinnovamento delle istituzioni
pubbliche. È stata infatti considerata la risorsa e la strategia necessaria al
fine di introdurre elementi di verifica riguardo l’efficienza del lavoro
all’interno degli enti pubblici per migliorare la qualità dei servizi erogati.
Di questo si parlerà nel siffatto paragrafo.
La comunicazione pubblica è stata l’apripista alla modernizzazione,
all’innovazione, alla partecipazione, alla cultura del servizio, al rispetto
del cittadino e al suo coinvolgimento partecipativo nella vita pubblica.
Il mondo della comunicazione pubblica è entrato anche nel contesto
europeo e nell’istituzione italiana: nel Parlamento italiano la
comunicazione pubblica ha costituito il mezzo attraverso cui creare
istituzioni moderne, affermare e rendere operativi i nuovi diritti di
partecipazione.
Gli input normativi hanno sensibilmente rivoluzionato questa
situazione, che ha permesso alla comunicazione pubblica di divenire
un’attività obbligatoria e non facoltativa per le Pubbliche
Amministrazioni. Ha cessato così di essere un’attività casuale ed è
diventata un modo permanente di governare e di rapportarsi con i
cittadini. Sono stati perciò attivati adeguati canali comunicativi.
Anche la figura stessa del cittadino è cambiata: adesso è un
individuo che vuole essere rappresentato e ascoltato dalla pubblica
amministrazione. Un cittadino correttamente informato vive meglio la
propria vita quotidiana e il rapporto che inevitabilmente lo lega all’Ente
Pubblico. È infatti una conseguenza anche della scelta degli stessi enti
pubblici che hanno valutato di instaurare un rapporto con i cittadini
-
35
basato sul dialogo, sull’ascolto e sulla trasparenza, e quindi, pertanto,
riescono a svolgere in maniera più proficua il loro lavoro.
La nuova comunicazione pubblica, modernizzata e più innovativa,
è fondamentale per mettere in relazione le istituzioni con i cittadini e per
far dialogare i vari uffici di uno stesso ente.
Il compito di una nuova amministrazione è comunicare con i
cittadini e attivare validi e concreti canali di comunicazione interna,
attraverso cui si favorisce la collaborazione tra uffici, valorizzando il ruolo
di ogni dipendente, motivando gli apparati e creando le condizioni interne
per offrire un servizio migliore ai cittadini e alle imprese.
Pertanto la comunicazione pubblica come la si conosceva prima era
un fare quotidiano comunicazione che poneva fortissime resistenze ad ogni
integrazione, mescolanza, ibridazione, soprattutto ad ogni processo generativo di
persone così radicalmente nuove.24 (Toschi, 2011, p.101) Si trattava infatti di
una tendenza a dare alla comunicazione digitale il valore di un mondo
troppo parallelo a quello analogico, illudendoci che, operando in questa
direzione si potessero aggirare problemi antichi ma molto resistenti ad
ogni tentativo di innovazione e cambiamento strutturale.
Credo che, per poter analizzare la situazione attuale della Pubblica
Amministrazione e capirne le dinamiche, sia necessario realizzare un
focus capace di mostrare i cambiamenti che hanno influenzato il modo di
comunicare negli enti pubblici e quindi tutto il mondo della Pubblica
Amministrazione.
Riprendendo il discorso fatto precedentemente, gli anni ’90 sono il
periodo in cui si realizzano i primi cambiamenti nel mondo
dell’Istituzione pubblica, grazie in primis all’inserimento del concetto di
comunicazione pubblica precedentemente illustrato. In questo periodo
infatti, la legislazione italiana ha riconosciuto il ruolo fondamentale e
24 L. Toschi, La Comunicazione Generativa, 2011, p. 101
-
36
centrale della comunicazione nel rapporto tra le Pubbliche
Amministrazioni ed il pubblico di riferimento. Grandi passi avanti sono
stati fatti in ambito normativo.
Dal 1990 al 2000 sono state realizzate delle riforme che hanno creato
un percorso indirizzato al superamento di quella concezione chiusa, rigida
e gerarchica della Pubblica Amministrazione, privilegiando l’idea che
vede l’istituzione al servizio del cittadino. Lo scopo è stato quello di dare
all’Amministrazione una nuova immagine, più moderna ed efficace.
Queste riforme hanno inciso sulle varie componenti della pubblica
amministrazione.
In primo luogo hanno rinnovato la struttura e l’organizzazione
dell’apparato pubblico, in passato fortemente accentrato. Nonostante
l’Articolo 5 della Costituzione sostenga che La Repubblica, una e indivisibile,
riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo
Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi
della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento 25, la
situazione era ben diversa. La concreta attivazione delle Regioni è
avvenuta nel 1970, nonostante già la Costituzione le prevedesse dal 1948, e
l’attività degli enti locali riceveva un forte controllo preventivo sui singoli
atti da parte dello Stato. Un esagerato controllo si traduceva pertanto in
un ostacolo all’esercizio dell’attività amministrativa.
Nel 1990 è stata promulgata la Legge 142 (Legge sull’ordinamento
delle autonomie locali) di riforma e riorganizzazione dei comuni e delle
province e ha attribuito a questi enti la potestà statutaria a regolamentare e
dato ampio spazio agli istituti di partecipazione. In sintesi afferma il
diritto-dovere delle istituzioni di comunicare. Tra le varie innovazioni
introdotte dalla legge è importante ricordare il riconoscimento in capo agli
25 Fonte: https://www.senato.it/1025?sezione=118&articolo_numero_articolo=5
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37
enti locali dell’autonomia statutaria, l’incentivazione delle fusioni e delle
unioni dei comuni 26
Grazie a questa legge, l’ente locale è dotato di un mezzo per
disciplinare materie importanti come: le attribuzioni degli organi, i criteri
generali in materia di ordinamento degli uffici e dei servizi, le forme di
partecipazione popolare, le forme di garanzia e partecipazione delle
minoranze.
In secondo luogo è stato rinnovato il personale, che grazie al
Decreto Legislativo 29 del 1993, ha favorito una profonda riforma nel
pubblico impiego. Questo decreto ha stabilito nuovi criteri per la selezione
e gestione del personale, e per l’organizzazione degli uffici, ponendosi
nell’ottica di accrescere l’efficienza e la produttività della Pubblica
Amministrazione. Prevede inoltre l’istituzione di strutture
specificatamente dedicate alla comunicazione con l’introduzione degli
Uffici per le Relazioni con il Pubblico.
In terzo luogo è stato aggiornata l’attività ed il suo modus
operandi. In merito è stata posta l’attenzione sull’esigenza di innovare il
modo di operare degli enti pubblici, tradizionalmente incentrato su
procedure finalizzato all’emissione di singoli atti, con l’unica
preoccupazione della garanzia del rispetto puntiglioso e fine a sé stesso
delle norme di legge. Si ricorda in questo ambito la Legge 241 del 1990
(Legge sul provvedimento amministrativo), che ha introdotto per la prima
volta nel nostro ordinamento, alcuni dei principi che devono ispirare
l’azione amministrativa come efficienza, efficacia, trasparenza, legalità.
Questa legge ha riconosciuto il diritto di accesso, ribaltando l’idea che il
segreto deve essere la regola e la comunicazione l’eccezione. Inoltre ha
chiesto di esplicitare i tempi e i responsabili dei procedimenti, stabilito
26 In merito si fa riferimento alla volontà di fronteggiare l’estrema frammentazione territoriale dei comuni, che dava origine ai cosiddetti “comuni polvere”, che si traduceva in una forte difficoltà nell’erogazione della pluralità dei servizi alle rispettive comunità.
-
38
meccanismi di semplificazione dell’azione amministrativa. La
comunicazione, in tal senso, viene posta al servizio dei principi di
trasparenza e accesso. Il nuovo cambio di rotta ha perciò permesso di
intraprendere lo sforzo di porre al centro dell’attenzione l’attività
complessiva dell’Ente pubblico.
La legge sopracitata ha realizzato una nuova impostazione nel
sistema degli enti pubblici, in quanto ha introdotto la cultura del risultato:
l’azione delle Pubbliche Amministrazioni è stata circoscritta alla
definizione di obiettivi da raggiungersi in tempi prestabiliti, con
l’adozione del ciclo di pianificazione, programmazione e controllo. Da qui
emerge un’iniziale tendenza a seguire schemi già collaudati nel mondo
delle imprese private.
L’aggiornamento del modus operandi della Pubblica
Amministrazione ha rivoluzionato anche il rapporto tra loro e cittadini.
Difatti gli enti pubblici si sono trovati costretti a cambiare il loro modo di
porsi con gli utenti. Ad esempio, vi è stata una forte esigenza di colmare il
senso di distacco tra apparati e utenti, di superare l’autolegittimazione e
l’autoreferenzialità che la Pubblica Amministrazione avevano sinora
coltivato. Adesso si iniziano a prendere in considerazione i bisogni, le
esigenze ed i desideri dei cittadini. Nel mondo delle istituzioni questo è
stato l’inizio di una rivoluzione profonda che si andrà a consolidare, come
vedremo, nel mondo social.
Dunque l’attività delle pubbliche Istituzioni viene indirizzata e si
ispira all’esigenza di soddisfare i bisogni della collettività dei cittadini. Un
lavoro svolto seguendo i bisogni degli utenti coprirà maggiormente le loro
richieste e permetterà alla Pubblica Amministrazione di dirigere
un’attività partecipata con la popolazione.
Come nella politica in cui vengono adottate decisioni scelte da parte
delle strutture pubbliche, allora anche nella Pubblica Amministrazione tali
-
39
scelte devono essere suffragate dalla partecipazione dei cittadini alla
determinazione degli obiettivi verso cui l’azione è diretta.
Dal moderno rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadini
sono emersi nuovi paradigmi che hanno come tema principale quello della
partecipazione. Per riscontrare una partecipazione e una condivisione
delle informazioni e delle decisioni della Pubblica Amministrazione da
parte della popolazione come quella attuale siamo ancora ben lontani e
dovranno essere introdotte altre leggi in merito, ma il percorso è già
iniziato e sulla via giusta per poter rivoluzionare il mondo degli enti
pubblici.
Le leggi sinora elencate fanno parte di un primo programma
generale di riforme amministrative della storia della Repubblica Italiana. Il
progetto, iniziato con gli anni ’90, è stato ideato dai Governi Amato e
Ciampi, grazie al lavoro del Ministro della Funzione Pubblica Sabino
Cassese. 27
Durante il 1993 in Italia si presentano gravi problemi economici,
originati dal debito pubblico. In questo contesto quindi, si realizza una
forte razionalizzazione del settore pubblico, che si sviluppa seguendo
delle linee guida:
- Amministrazioni più vicine ai cittadini
- Decentramento
- Amministrazioni con strutture più snelle
- Amministrazioni meno costose, più efficienti, più comprensibili e
alla portata del cittadino
- Controlli più efficaci
- Amministrazioni più europee
Questo genere di interventi normativi ha permesso di concretizzare
importanti fattori come l’introduzione delle carte dei servizi, la
27 Sepe, Mazzone, Portelli, Vetritto, Lineamenti di storia dell’amministrazione italiana, 2007
-
40
realizzazione di uffici di controllo interno e di codici di comportamento
per i pubblici dipendenti al riordino degli organismi collegiali.
Continuando nel percorso cronologico di modernizzazione della
Pubblica Amministrazione, si incontrano altre norme che costituiranno
grandi passi avanti.
Nel 1996 la Legge 675 (Legge sulla Tutela delle Persone e di altri
Soggetti rispetto al Trattamento dei Dati Personali, meglio conosciuta
anche come Legge sulla Privacy) ha introdotto nell’ordinamento italiano
una disciplina italiana in materia di privacy. Con questa si garantisce che
ogni trattamento dei dati personali, specialmente se per fini comunicativi,
deve svolgersi nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della
dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e
all’identità personale.
In merito a questo ritengo necessario esprimere una considerazione.
Talvolta modernizzare non vuol dire in ogni caso risolvere qualunque
problema ed evitare che se ne presentino altri. Pur migliorando gli
strumenti di comunicazione, innovando il sistema ed in generale il modo
di fare comunicazione e di lavorare nel settore pubblico, il discorso
riguardo alla privacy con il web ed in particolare con i social network, ha
subìto forti colpi. In passato era molto più difficile conoscere i dati
personali di ogni cittadino, oggi invece è sufficiente un pc, uno smartphone
o un tablet associati ad una connessione internet, per conoscere moltissime
informazioni in pochissimo tempo. Nel momento in cui ci inseriamo nel
web le nostre ricerche vengono immagazzinate nei cookies, per permettere
ai siti di offrirci e, specialmente, venderci quello che cerchiamo. La stessa
cosa accade nei social con le nostre informazioni.
Questo aspetto non si deve tradurre come un’esortazione a non
utilizzare i social network, ma permette di avere una maggiore
consapevolezza nell’uso che si fa di essi.
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41
Nella seconda metà degli anni Novanta, l’Amministrazione
Pubblica italiana è stata oggetto di un processo riformatore di grande
portata, in quanto sono stati numerosi gli interventi legislativi emanati.
Durante il 1997 si ricordano le Leggi Bassanini: due di queste leggi,
ovvero la Legge 59 e la Legge 127 sono state incentrate sul decentramento,
sulla semplificazione dei procedimenti e sullo snellimento delle
procedure di decisione e di controllo. Sono conosciute infatti anche come
Leggi sulla semplificazione amministrativa. I principi imposti sono di due
tipi:
- Semplificazione delle procedure amministrative e dei vincoli
burocratici delle attività privare
- Federalismo amministrativo: ovvero il perseguimento del massimo
decentramento realizzabile del massimo decentramento realizzabile
con la legge ordinaria
Le quattro leggi Bassanini sono conosciute come Bassanini Semel
(Legge 59 del 1997), Bis (Legge 127 del 1997), Ter (Legge 191 del 1998),
Quarter (Legge 50 del 1999) e hanno avuto tutte lo scopo di creare delle
amministrazioni più efficienti, capaci di fornire un servizio di qualità. Le
conseguenze di queste riforme hanno contribuito sia a lanciare il processo
di ammodernamento che serviva alla Pubblica Amministrazione, sia a
trasferire le funzioni amministrative dall’amministrazione statale a quelle
regionali e locali. In tal senso, grazie al complesso dei conseguenti
provvedimenti di attuazione è sorta la possibilità di realizzare un esteso
conferimento di funzioni amministrative in funzione delle Regioni e degli
enti locali. In merito le stesse relazioni tra Regioni e Stato sono cambiate
andando verso una cooperazione reciproca.
In questo contesto si colloca il principio di Sussidiarietà per il
raggiungimento degli interessi collettivi, che ho trattato in precedenza.
Riguardo questo argomento, ritengo necessario un approfondimento,
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nonostante abbia già effettuato una breve spiegazione iniziale, che qui ha
la possibilità di essere ampliata. Il principio di sussidiarietà, come già
detto, si compone di sussidiarietà orizzontale e sussidiarietà verticale.
Il primo, ovvero la sussidiarietà orizzontale opera considerando
famiglie, associazioni e private per l’assolvimento di funzioni e compiti di
rilevanza sociale. Pertanto, ai poteri statali resta il dovere di dettare regole.
Il secondo, la cosiddetta sussidiarietà verticale, si basa sul fatto che,
a parità di condizioni di adeguatezza amministrativa, la responsabilità di
una prestazione, ricada sull’ente più vicino al cittadino.
Adesso si capovolge il principio secondo cui agli enti minori
spettano le competenze riservate dalla legge, diventando quindi l’inverso:
allo Stato spettano solo le materie che la legge gli riserva. Le altre spettano
alle Regioni e agli Enti Locali.
Tornando alla dinamica di semplificazione apportata da queste
riforme di fine secolo, nel 1999 si ricorda la Legge 50 dell’8 marzo 1999,
prima legge annuale di semplificazione. Questo provvedimento
istituzionalizza il rilievo del tema della regolazione di qualità, la better
regulation, attraverso una maggiore visibilità e stabilità dei processi di
attuazione della relativa politica governativa.
Gli anni Novanta servono da incipit per avviare quel processo di
istituzionalizzazione delle attività di comunicazione nelle pubbliche
amministrazioni. 28 (Miani, 2005, p.23)
All’inizio del nuovo millennio viene emanata la legge, a mio avviso più
importante, che ha coinvolto tutto il mondo della Pubblica
Amministrazione nel suo processo di semplificazione e innovazione. Mi
riferisco alla Legge 150 del 2000, sulla Disciplina delle attività di
informazione e di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni.
28 M.Miani, Comunicazione pubblica e nuove tecnologie, 2005, p. 23
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Per svolgere un’analisi completa ed esaustiva di tutto il testo
legislativo cercherò di dedicare ampio spazio agli articoli più importanti.
L’Articolo 1 definisce la legge così: le disposizioni della presente legge,
in attenuazione dei princìpi che regolano la trasparenza e l’efficacia dell’azione
amministrativa, disciplinano le attività di informazione e di comunicazione delle
pubbliche amministrazioni. 29
Giustamente, informazione e comunicazione non si considerano
sinonimi. Con informazione si intende il flusso di dati, notizie, conoscenze
che si diffonde da un individuo ad un altro o a molti (ad esempio come le
lezioni frontali, la televisione, etc.). Consiste dunque nella trasmissione di
messaggi che hanno lo scopo di informare. La comunicazione (vedi anche
riferimento iniziale) si compone di un mittente ed un destinatario (in
entrambi i casi possono essere uno o più) che entrano in relazione tra loro,
instaurano un legame, quello comunicativo, che non è finalizzato solo alla
trasmissione di informazione, ma alla creazione di uno scambio
bidirezionale, circolare, attraverso il quale i personaggi coinvolti possono
arricchirsi e cambiare la loro realtà, in minima o in larga parte. La
comunicazione contiene informazione.
Gli aspetti fondamentali di questa legge riguardano gli ambiti e le
finalità che devono ispirare l’azione delle istituzioni pubbliche in campo
comunicativo, e le strutture che in via primaria sono chiamate a gestire tali
attività. Con questo provvedimento la comunicazione delle
Amministrazioni Pubbliche diviene obbligo e ne vengono definiti
strumenti e soggetti. La comunicazione e l’informazione diventano risorse
fondamentali ed elementi principali dell’attività di una Pubblica
Amministrazione.
In merito sono considerate attività di informazione e di comunicazione
istituzionale quelle poste in essere in Italia o all’estero […]:
29 Fonte: http://www.camera.it/parlam/leggi/00150l.htm
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a. L’informazione ai mezzi di comunicazione di massa, attraverso
stampa, audiovisivi e strumenti telematici;
b. La comunicazione esterna rivolta ai cittadini, alle collettività e ad
altri enti attraverso ogni modalità tecnica e organizzativa;
c. La comunicazione interna realizzata nell’ambito di ciascun ente.
In particolare, le attività di informazione e di comunicazione sono
finalizzate a:
a. Illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al
fine di facilitarne l’applicazione;
b. Illustrare le attività delle istituzioni ed il loro funzionamento;
c. Favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone la
conoscenza;
d. Promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di
rilevante interesse pubblico e sociale;
e. Favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di
modernizzazione degli apparati, nonché la conoscenza dell’avvio e
del percorso dei procedimenti amministrativi;
f. Promuovere le immagini delle amministrazioni, nonché quella
dell’Italia, in Europa e nel mondo, conferendo conoscenza e
visibilità ad eventi d’importanza locale, regionale, nazionale ed
internazionale. 30
In queste attività e funzioni si prendono in considerazione la
partecipazione attiva del cittadino e la necessità di semplificare e
modernizzare gli apparati pubblici. Il cittadino deve poter essere
informato e poter avere un accesso semplificato ed immediato ai servizi
pubblici, in modo tale da poter essere utilizzati con maggiore
consapevolezza e partecipazione. Si iniziano, grazie a questa legge, ad
30 Fonte: http://www.camera.it/parlam/leggi/00150l.htm
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intravedere i primi processi verso il rispetto dei requisiti di visibilità e
trasparenza (Art. 97 Costituzione Italiana).
L’Articolo 2 descrive le forme, gli strumenti e i prodotti utilizzabili
dalle Pubbliche Amministrazioni, infatti le attività di informazione e di
comunicazione si esplicano […] anche attraverso la pubblicità, le distribuzioni o
vendite promozionali […] le iniziative di comunicazione integrata e i sistemi
telematici multimediali.31 Si prende in considerazione la possibilità di
utilizzare strumenti sinora per loro obsoleti, in quanto mai adoperati. In
relazione a questo anche gli enti pubblici entrano nel mondo della
pubblicità o degli strumenti multimediali.
Emerge come primario, l’obiettivo della diffusione di messaggi, di
comunicare e di informare. Queste attività infatti devono essere attuate con
ogni mezzo di trasmissione idoneo, anche attraverso la strumentazione
grafico-editoriale, le strutture informatiche, le funzioni di sportello, le reti
civiche, le iniziative di comunicazione integrata ed i sistemi telematici
multimediali.
Si considera possibile anche l’opportunità di diffondere, a titolo
gratuito, i messaggi di utilità sociale e di pubblico interesse servendosi del
servizio pubblico radiotelevisivo statale, la RAI. (Art. 3)
Dal punto di vista del personale, la Legge 150 ha cercato di
migliorare la qualità della formazione professionale dei dipendenti della
Pubblica Amministrazione e quella richiesta per ricoprire ruoli di questo
tipo. Ad esempio viene richiesta la Laurea in Scienze della Comunicazione
o materie assimilate, oppure per arricchire la formazione ci sono attività
svolte dalla Scuola superiore della Pubblica Amministrazione.(Art. 4)
Inoltre, nell’Articolo 6 sono definite le strutture e i servizi
finalizzati alle attività di informazione e comunicazione come l’URP,
Ufficio Relazioni col Pubblico o gli Uffici Stampa.
31 Fonte: http://www.camera.it/parlam/leggi/00150l.htm
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L’attività dell’URP (già citati nel Decreto Legislativo 29 del 1993) è
indirizzata ai cittadini singoli e associati e deve essere per loro assicurato
l’accesso al diritto di informazione e di partecipazione. I servizi per i
cittadini devono essere di facile e possibile utilizzo, il loro accesso deve
essere agevolato. Deve essere attuata l’adozione di sistemi di
interconnessione telematica per garantire la reciproca informazione tra
l’ufficio delle relazioni col pubblico e le altre strutture operanti
nell’amministrazione (e quindi con gli altri URP delle varie
amministrazioni). Importante sarà avviare, attraverso l’ascolto dei
cittadini e la comunicazione interna, i processi di verifica della qualità dei
servizi e di gradimento degli stessi da parte degli utenti.
Pertanto all’Ufficio Relazioni col Pubblico i cittadini potranno
ottenere informazioni sulle disposizioni normative su temi di rilevante
interesse pubblico e sociale, sulle attività e i servizi dell’Amministrazione
di appartenenza, l’accesso agli atti. Potrà inoltre essere verificato l’ascolto
del cittadino e la misurazione della qualità dei servizi.
Gli Uffici Stampa sono strutture di cui si possono dotare le
Amministrazioni Pubbliche per svolgere un’attività indirizzata ai mezzi di
informazione di massa. Il personale che li compone è iscritto all’Albo
Nazionale dei Giornalisti, ma per tutta la durata dei relativi incarichi non
può esercitare attività professionali nei settori radiotelevisivo, del
giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche, salvo eventuali
deroghe. I politici inoltre hanno la possibilità di nominare un proprio
“addetto stampa”, il portavoce.
Osservare la legge in modo trasversale e analizzarla senza seguire
la rigida schematizzazione degli articoli, può essere utile per avere uno
sguardo d’insieme riguardo i miglioramenti apportati dalla legge.
In tal modo, la legge 150 può essere brevemente definita nei suoi
aspetti fondamentali che riguardano gli ambiti e le finalità che devono
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ispirare l’azione delle istituzioni pubbliche in campo comunicativo, ed in
quelle strutture che sono chiamate a gestire queste attività.
Considerando gli ambiti, la legge tratta tre settori: l’informazione ai
mezzi di comunicazione di massa, la comunicazione esterna e la
comunicazione interna.
Riguardo le finalità e quindi gli scopi si definiscono le priorità di:
- Illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative per
facilitarne l’applicazione;
- Illustrare le attività delle istituzioni ed il loro funzionamento;
- Favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone la
conoscenza;
- Promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di
interesse pubblico e sociale rilevante;
- Favorire processi interni di semplificazione delle procedure e
modernizzazione degli apparati, quindi la conoscenza dell’inizio e
del percorso dei procedimenti amministrativi;
- Promuovere l’immagine delle amministrazioni (possibilità di
servirsi della pubblicità).
Infine per le strutture se ne definiscono tre tipi:
- URP: Ufficio per le Relazioni col Pubblico che indirizza la propria
attività ai cittadini singoli e associati (implicazione dei diritti di
informazione, di accesso e di partecipazione del