UNA NUOVA EUROPA PER GLI INVESTIMENTI 18 ATTUALITÀ … · insurance review, gennaio - febbraio...

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Strategie e innovazione per il settore assicurativo #61 gennaio febbraio 2019 Insurance Review N°61 - gennaio - febbraio 2019 - mensile - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD UNA NUOVA EUROPA PER GLI INVESTIMENTI 26 18 38 44 ATTUALITÀ DISTRIBUZIONE CONVEGNO SPECIALE Italia, se scompaiono i terreni agricoli Gli agenti, tra soddisfazione e bisogno di sviluppo Alla ricerca della crescita profittevole COMPETENZE & FORMAZIONE Conoscere per crescere

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Strategie e innovazione per il settore assicurativo

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febbraio 2019

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UNA NUOVA EUROPA PER GLI INVESTIMENTI

2618 38 44ATTUALITÀ DISTRIBUZIONE CONVEGNO SPECIALE

Italia, se scompaiono i terreni agricoli

Gli agenti, tra soddisfazione e bisogno di sviluppo

Alla ricerca della crescita profittevole

COMPETENZE & FORMAZIONEConoscere per crescere

Global AssistanceCompagnia di Assicurazioni e Riassicurazioni S.p.A. a Socio Unico

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ITALIANI: PREOCCUPATI, MA INATTIVI SUL WELFARE

ITALIA, SE SCOMPAIONO I TERRENI AGRICOLI

EDITORIALE

ATTUALITÀ

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PERITIASSOCIAZIONE UNICA:OBIETTIVO PERSEGUIBILE?

AZIENDEDOVE LA MENTE NON ARRIVA

RUBRICHE

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UNA NUOVA EUROPA PER GLI INVESTIMENTI

PROTEGGERELE PMI

L’EIOPA CHE (FORSE) SARÀ

MERCATO& COMPAGNIE

CAPACITÀ DI REAZIONE PER IL 2019

DISTRIBUZIONE

CONVEGNO

SPECIALE

SCENARIO

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GLI AGENTI, TRA SODDISFAZIONEE BISOGNODI SVILUPPO

ALLA RICERCA DELLA CRESCITA PROFITTEVOLE

CONOSCEREPER CRESCERE

POSTE ITALIANE: LA PROFESSIONALITÀ NON BASTA

INTESA SANPAOLO, SINERGIE E PROCESSI ORGANIZZATIVI

UEA, PER UN’ETICA DELLAASSICURAZIONE

UNA NUOVA GOVERNANCETRA IMPRESE E AGENTI

L’IMPORTANZA DI CONOSCERE IL RISCHIO

FARE I CONTI CON L’INNOVAZIONE

SMART CONTRACT,LA SFIDA DEL GDPR

OSSERVATORIOCOPERTURA RECALLCOMPETENZE

& FORMAZIONE

60 GIOCATTOLI, UN NUOVO APPROCCIO AL RISCHIO

B U S I N E S S I N F O R M A T I O N

B. I.

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Le prime settimane del nuovo anno stanno confermando le previsioni degli scenari a livello mondiale e nazionale, con fatti sulla scena politica, e quindi economica, che condizioneranno il futuro dell’Europa,

l’andamento dei mercati finanziari e i già precari equilibri del nostro Paese. In pole position il tema Brexit e, in Italia, l’attenzione alla realizzazione di Reddito di cittadinanza e Quota 100, fondamentali misure

su cui si gioca il consenso finora ottenuto dall’attuale governo. Dai flussi migratori alle violente proteste nella Francia di Emmanuel Macron, su cui si moltiplicano interpretazioni e riflessioni circa il significato di un’insoddisfazione che potrebbe essere condivisa e applicata anche in altre nazioni, la situazione con

cui dovremo confrontarci nei prossimi mesi ci parla di stagnazione o recessione, di contraddizioni tra globalizzazione e guerre commerciali. Sullo sfondo, l’attenzione crescente verso l’esito delle elezioni per il

Parlamento Europeo: un momento decisivo che dovrà restituirci i contenuti su cui l’Europa vorrà continuare a esistere (o rischiare di non esistere più).

All’incertezza generale, e alla consapevolezza che dovremo pagare caro ogni errore commesso nel corso di quest’anno, si accompagna l’urgenza di interventi che aiutino a conoscere e contrastare, dove possibile, le

grandi questioni del nostro tempo, tra cui il terrorismo, i cambiamenti climatici e il cyber risk. Il Global risk report 2019 del World Economic Forum ci fornisce una fotografia che non risparmia nessun Paese, nessuna impresa o cittadino: i rischi che più temiamo sono le armi di distruzione di massa, i cambiamenti climatici

e le catastrofi naturali, la crisi idrica. Non mancano preoccupazioni sul ruolo che inizia a ricoprire la contrapposizione tra globalizzazione e diversità locali.

Capitolo a parte va poi riservato ai rischi informatici, in testa nella classifica globale dell’Allianz risk barometer 2019 di Agcs che evidenzia la gravità delle perdite (mediamente due milioni di euro) per un

incidente informatico, con forte impatto anche in termini di danni indiretti. Su tutti questi fronti, e nonostante l’incertezza generalizzata, il settore assicurativo è chiamato a fare la

parte di sempre: garantire la tenuta del sistema, dimostrando di saper essere presente in circostanze avverse, situazioni di urgenza e bisogno di protezione.

La capacità di tener fede a tale mission proviene dalla conferma dello stato di salute del settore assicurativo, recentemente evidenziato anche dalle valutazioni di S&P Global Ratings. Si tratta certamente di una nota positiva che aiuta ad aprire il nuovo anno con più fiducia, nonostante le preoccupazioni provenienti dalla

sottoassicurazione nel settore danni e dall’eccessiva quantità di titoli di Stato nostrani ancora presenti nei portafogli delle compagnie.

Ma per svolgere pienamente il proprio ruolo sociale, fornendo supporto a cittadini e imprese, all’assicurazione servono le riforme da tempo auspicate per rafforzare, in Europa e in Italia, le possibilità del settore di

contribuire in misura maggiore all’economia reale e offrire più ampi servizi alla popolazione. Accanto alla necessità di provvedimenti per favorire il coinvolgimento degli investitori istituzionali, resta inoltre la più

grande sfida per le compagnie attive in Italia: affinare la capacità di reazione al cambiamento e proseguire nei progetti di trasformazione dell’industria. L’obiettivo, in questo contesto, non può che essere quello di riuscire a unire due anelli di una complessa catena, vale a dire la vicinanza ai bisogni del cliente e la diffusione di

consapevolezza del rischio. E avviare così un circolo virtuoso tra offerta e domanda.

EDITORIALE

Maria Rosa [email protected]

CAPACITÀ DI REAZIONE PER IL 2019

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S&P, COMPAGNIE SOLIDE IN ITALIARestano tuttavia preoccupazioni sull’eccessiva esposizione al rischio sovrano

Il settore assicurativo italiano gode di buona salute. È l’opinione che si legge fra le pagine dell’ultimo Insuran-ce industry and Country risk assessment di S&P Global Ratings: il business risulta sostenibile, con ritorni sul capitale che si attestano mediamente fra l’8% e il 10%. Restano tuttavia preoccupazioni, a cominciare dalla scarsa diffusione di coperture danni in ambito catastro-fale: la sottoassicurazione del nostro Paese, secondo l’a-genzia di rating, costituisce un elemento di debolezza.Altro motivo di preoccupazione è l’eccessiva esposizio-ne al rischio sovrano italiano. Il peso dei titoli di Stato sul totale degli investimenti si è ridotto dal 50% al 45% a fine 2017, ma la presenza di Bot e Btp nei portafogli delle compagnie italiane resta elevata. Lo si è visto con la recente impennata dello spread: la fiammata dei ren-dimenti dei titoli di Stato italiani, secondo S&P, ha avuto un impatto stimabile mediamente in 30 punti dell’indice di Solvency II.

GENERALI, IL CDA CHIEDE LO STOPAL LIMITE ANAGRAFICOLa mossa, attesa, può consentire a Galateri di Genola di mantenere la carica di presidente

Il consiglio di amministrazione del gruppo Generali, ri-unito sotto la presidenza di Gabriele Galateri di Geno-la, ha deliberato di sottoporre alla prossima assemblea degli azionisti l’abrogazione del vincolo d’età previsto per le cariche di amministratore delegato, consigliere di amministrazione e presidente. Secondo molti, l’ar-rocco del cda, ampiamente atteso, è volto a consentire all’attuale presidente di proseguire il lavoro al vertice del gruppo assicurativo. Lo statuto prevede attualmente un limite anagrafico di

70 anni per ricoprire la carica di presidente: Galateri, che ha compiuto 72 anni a gennaio, era pertanto desti-nato a lasciare la carica.

UN ANNO IN PIÙ NON BASTAPER IFRS17 Undici associazioni chiedono un nuovo slittamento dell’entrata in vigore dello standard contabile

Un anno non basta: ce ne vogliono almeno due. È la richiesta che arriva da undici associazioni del settore assicurativo nel mondo, compresa Insurance Euro-pe, dopo il posticipo all’entrata in vigore di Ifrs17. A novembre l’International accounting standards board (Iasb) aveva proposto di ritardare di un anno l’attuazio-ne del nuovo standard contabile, portandola dal 2021 al 2022. Secondo le associazioni, tuttavia, per mantenere alta la qualità delle informazioni che il settore fornisce al mer-cato, è necessario che lo sviluppo della normativa sia efficace in tutte le giurisdizioni. È pertanto fondamenta-le che lo Iasb impieghi il tempo necessario per valutare le potenziali modifiche dello standard. Nella richiesta di

ulteriore dilazione, si sottolinea inoltre che i risultati del case study condotto dall’Efrag, nonché i progetti di at-tuazione in corso, costituiscono nuove informazioni che dovrebbero essere prese in considerazione quando si esaminano gli emendamenti a Ifrs17.

STRESS TEST: EUROPABEN CAPITALIZZATABene l’Italia, con risultati anche al di sopra della media comunitaria nei tre scenari di rischio considerati

Il mercato assicurativo europeo è adeguatamente capi-talizzato per assorbire shock severi. Lo hanno certifica-no i risultati dello stress test condotto dall’Eiopa, riferito

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allo stato dell’arte al 31 dicembre 2017. Nel test sono stati coinvolti 42 gruppi assicurativi di 12 Paesi europei, che rappresentano all’incirca il 75% degli attivi del mer-cato continentale. Per l’Italia, hanno partecipato Gene-rali, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita e Unipol. Lo stress test ha considerato tre scenari: Yield curve up, cioè un improvviso e significativo rialzo dei premi di tut-ti gli investimenti, un deflusso di massa degli assicurati e un significativo incremento dell’inflazione; Yield curve down, ovvero un prolungato periodo di bassi tassi di in-teresse combinato con un incremento delle aspettative di vita; e Nat-cat, cioè il verificarsi in successione di otto eventi catastrofali naturali, di cui due terremoti, quattro tempeste e due inondazioni. L’Ivass ha sottolineato che a livello domestico l’indice di solvibilità pre-stress dei gruppi italiani è risultato supe-riore, in media, a quella del campione europeo (213% rispetto a 202%): nessuno dei quattro gruppi italiani ha fatto registrare indici di solvibilità post-stress inferiori al 100% in nessuno dei tre scenari.

RC AUTO, BOOM DI SITI PIRATANel 2018 l’Ivass ha segnalato all’autorità giudiziaria 87 portali per la vendita di polizze fasulle

Nei primi undici mesi del 2018, l’Ivass ha individuato 103 siti pirata che vendevano polizze Rc auto fasulle, segnalandone 87 all’autorità giudiziaria: si tratta di una crescita esponenziale rispetto al 2017, quando le segna-lazioni si fermarono a 50. L’istituto guidato da Salvato-re Rossi, grazie alla collaborazione con Poste Italiane, ha stimato un giro d’affari di circa tre milioni di euro di premi sborsati per polizze fasulle con carte ricaricabili, uno dei mezzi di pagamento più utilizzati per questo tipo di truffe.Il boom appare giustificato dalla facilità e dai costi con-tenuti, spesso inferiori a otto euro, con cui è possibile

aprire siti di questo genere. Il fenomeno, concentrato soprattutto sul business delle polizze Rc auto tempora-nee, potrebbe coinvolgere migliaia di veicoli.

UN NUOVO AD E DGPER GROUPAMA ASSICURAZIONISi tratta di Pierre Cordier: succede nella carica a Dominique Uzel

Groupama Assicurazioni ha un nuovo amministratore delegato e direttore generale: Pierre Cordier. La nomi-na, con effetto immediato, è arrivata a gennaio dal con-siglio di amministrazione della compagnia. Già diretto-re generale della Cassa Centre – Atlantique e membro del cda di Groupama Assicurazioni dal 2012, Cordier subentra nell’incarico a Dominique Uzel, e lavorerà a fianco di Charles de Tinguy, che manterrà l’attuale in-carico di amministratore delegato.Le priorità del neo ad e dg restano quelle già definite nel Piano 2019-2021, spiega la compagnia in un comunica-to, “ovvero la redditività del mestiere assicurativo con un focus sulla gestione sinistri, coniugata con la voca-zione all’innovazione del Paese”. Cordier ha dichiarato di essere “doppiamente felice di aver accettato questa responsabilità in quanto ho già lavorato in questa com-pagnia e ne conosco le grandi potenzialità. E perché l’I-talia costituisce una posizione strategica per il gruppo che io mi auguro di rinforzare”.

METLIFE, MICHEL KHALAFNUOVO PRESIDENTE E CEOGià alla guida dell’area business in Usa ed Emea, subentra a Steven Kandarian

Michel A. Khalaf sarà il nuovo presidente e chief exe-cutive officer di MetLife. Già alla guida dell’area busi-ness Usa ed Emea, Khalaf assumerà la carica a mag-

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gio e subentrerà nel ruolo occupato in precedenza da Steven A. Kandarian, ormai in via di pensionamento. Glenn Hubbard, attualmente principale consigliere in-dipendente di MetLife, diventerà il presidente non ese-cutivo della compagnia. Hubbard è entrato a far parte del board di MetLife nel 2007, ed è diventato direttore principale nel giugno 2017. “In Michel – ha dichiarato Hubbard – abbiamo la fortuna di avere un leader che si è distinto in una vasta gamma di mercati, aziende e culture. La sua visione di fare di MetLife una delle com-pagnie di assicurazione di maggior successo per dina-mismo, imprenditorialità e solidità finanziaria porterà benefici a tutti i nostri stakeholder”.

WORLD ECONOMIC FORUM,ECCO I RISCHI PER IL 2019Secondo il Global risks report 2019, preoccupano cambiamento climatico, nazionalismo e minacce cyber

Come ormai vuole tradizione, il World Economic Forum si è aperto con la presentazione del Global risks report, pubblicazione curata dagli organizzatori del summit di Davos in collaborazione con Zurich e Marsh. Stando ai risultati dell’indagine, due sono le principali preoc-cupazioni per il 2019: il deterioramento delle relazioni internazionali e l’inasprirsi dei rischi legati al clima, a cui poi si aggiungono anche le incognite legate all’inter-connessione informatica. Il trend principale resta quello del cambiamento clima-tico, seguito dalla dipendenza cibernetica e dalla cre-scente polarizzazione della società. In particolare, ag-giunge il rapporto, l’aumento dei nazionalismi mette in evidenza quello che viene definito “un ordine mondiale multiconcettuale”, in cui assumono importanza le diffe-renze sui valori fondanti in contrapposizione a un’ottica e a obiettivi condivisi. Per quanto riguarda invece cam-biamento climatico e rischio cyber, il rapporto evidenzia l’insufficienza dei finanziamenti stanziati per rendere meno vulnerabile l’individuo e la società nel suo com-plesso alle nuove minacce.

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SOLVENCY II, MARGINIPER LA FINANZA SOSTENIBILE?Call for evidence dell’Eiopa per verificare la fattibilità per il possibile binomio

La Commissione Europea ha chiesto all’Eiopa di veri-ficare se i principi di Solvency II siano compatibili con il piano d’azione sulla finanza sostenibile adottato l’8 marzo del 2018. L’istituto guidato da Gabriel Bernardi-no ha pertanto pubblicato una call for evidence per rac-cogliere informazioni sull’integrazione dei rischi legati agli asset della finanza sostenibile nell’assessment del rischio delle compagnie. La scadenza per la presenta-zione dei contributi da parte dei player assicurativi è il prossimo venerdì 8 marzo. Nello specifico, la richiesta della Commissione Europea servirà per valutare se Solvency II abbia in sé degli in-centivi intrinseci all’investimento in asset etici o, vice-versa, possa disincentivare questo tipo di allocazioni. Eiopa, dal canto suo, analizzerà con particolare atten-zione gli investimenti che impattano sui cambiamenti climatici e raccoglierà le migliori pratiche di mercato.

NET INSURANCE INVESTE IN YOLOLa compagnia ha anche eletto il nuovo cda: Luisa Todini presidente

Net Insurance ha acquistato una partecipazione stra-tegica, cui è collegato un contratto distributivo, in Yolo. L’operazione prevede un investimento complessivo da 1,2 milioni di euro, mediante la sottoscrizione di au-mento di capitale sociale in due tranches: si stima che, alla fine dell’operazione, la compagnia guidata da An-drea Battista potrà raggiungere una quota variabile tra il 9,32% e il 10%. Net Insurance avrà inoltre accesso all’ampio marketplace digitale di Yolo e la possibilità di contribuire allo sviluppo dello stesso attraverso l’offerta di prodotti. Intanto, l’assemblea degli azionisti di Net Insurance ha eletto gli organi societari per il triennio 2019-2021. Il

Davos, in Svizzera, sede del World Economic Forum © pa

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TANTE ALTRE NEWS SU INSURANCETRADE.ITUsa il qr code per accedere alla homepage e iniziare a navigare

Sul portale www.insurancetrade.it è possibile tro-vare numerose altre news riguardanti il mercato, le compagnie, la distribuzione, la normativa e tut-te le novità legate al settore assicurativo. Le noti-zie della sezione Brevi sono inoltre approfondite on line sul sito. Collegati con smartphone o tablet per accedere alla homepage, dalla quale puoi na-vigare liberamente. Nel mese di gennaio i contenuti più visti sul sito sono stati: la news La scelta prudente di Reale Mutua; l’articolo L’Ivass a rischio paralisi per la scadenza dei consiglieri; il video L’accelerazione di Cattolica; l’osservatorio Le parole della distri-buzione assicurativa; e l’articolo Pierre Cordier è il nuovo ad e dg di Groupama Assicurazioni.Puoi anche registrarti gratuitamente e scegliere di ricevere via email ogni giorno il quotidiano di settore Insurance Daily e la newsletter settima-nale. Insurancetrade.it non è solo un sito di in-formazione, ma una vera e propria community, presente sui principali social network, come Fa-cebook, Twitter e Linkedin.Nel mese di gennaio i contenuti più cliccati sulla pagina Facebook di Insurance Review sono sta-ti: l’articolo L’Asia punta al comando; la news Le mille risorse del dato; e l’articolo Quando è la black box a fare crash.I contenuti di Insurance Review più visualizzati su Linkedin sono stati: l’articolo La terza fase di Tua Assicurazioni; il resoconto del convegno pro-mosso da Milliman e Insurance Connect, Ramo danni, nuove opportunità di sviluppo; e l’intervi-sta I Lloyd’s, tra Brexit e innovazione.

consiglio di amministrazione sarà composto da nove elementi, compresi il nuovo presidente Luisa Todini e l’amministratore delegato Andrea Battista. La società ha inoltre istituito un Innovation advisory board, che sarà presieduto da Matteo Carbone e supporterà il ma-nagement in un percorso di innovazione legato a nuove tecnologie e insurtech.

SWISS RE, CALA IL COSTODELLE CATASTROFISecondo una stima preliminare, nel 2018 le perdite complessive risultano in calo del 56%

Nel 2018, secondo le stime preliminari del rapporto sig-ma di Swiss Re, le perdite economiche complessive per eventi catastrofali si attestano a 155 miliardi di dollari, in calo del 56% rispetto ai 350 miliardi del 2017. Le per-dite assicurate si fermano invece a 79 miliardi di dolla-ri, segnando anche in questo caso una diminuzione del 47% su base annua: il dato resta comunque superiore alla media annuale dell’ultimo decennio, attestatasi a quota 71 miliardi di dollari.Le perdite principali arrivano dalle catastrofi naturali, che si intestano 146 miliardi di dollari di danni (-57%): tra gli eventi principali, il rapporto ricorda gli uragani Michael e Florence e i tifoni Jebi, Trami e Mangkhut. In controtendenza invece l’impatto delle catastrofi imputa-bili al comportamento umano: in questo caso, il valore delle perdite cresce del 9% su base annua e si attesta a nove miliardi di dollari.

CLAUDIO ADESPRESIDENTE DI WILLIS ITALIAManterrà la stessa carica anche all’internodi Towers Watson

Claudio Ades è stato nominato presidente dal consiglio d’amministrazione di Willis Italia, ruolo che aveva già ricoperto dal 2007 al 2016. La carica si aggiungerà a quella di presidente di Towers Watson. Dopo una car-riera pluridecennale nel settore del brokeraggio assicu-rativo e riassicurativo in Italia e all’estero, Ades era en-trato nella società nel 2001 come vice presidente della divisione global property and casualty La sua carriera è iniziata in Allrisks ed è proseguita in Guardian Royal Exchange, National Vulcan e Gpa. Nel 1986 è stato uno dei fondatori di Riass Reinsurance Broker, in cui ha rivestito la carica di amministratore delegato fino al 1997, per poi diventare presidente del-la neocostituita Icr Riass fino al suo ingresso in Willis Towers Watson.

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Credo nell’associazionismo. Per quanto riguarda il set-tore peritale, ho da sempre apprezzato il valore aggiunto che le associazioni tutte, con il loro operato, hanno saputo dare al mondo peritale e assi-curativo italiano; negli ultimi anni anche con il contributo della Confederazione Periti Uniti.

Basti pensare, fra le molteplici iniziative, a Cineas, consorzio per l’ingegneria nelle assicu-razioni, ideato e voluto 40 anni orsono proprio da Aipai con il Politec-nico di Milano e alcune importanti e illuminate aziende del contesto industriale milanese e italiano di allora. Cineas è una realtà che, senza alcun dubbio, ha con-tribuito ad accrescere il livello di formazione di una popolazione di pe-riti assicurativi sempre più ampia, in un panora-ma di rischi e sinistri via via più complesso ed eterogeneo.La formazione dei periti

è frutto anche dell’as-sociazionismo, inteso nelle sue progressive forme e declinazioni: da uno sparuto gruppo di esperti che operava su un’esigua quantità di sinistri per lo più nel settore agricolo o in-dustriale, alla nascita ed evoluzione costante delle associazioni: 50 anni fa, Aipai e il Col-legio Lombardo; pochi anni dopo, le altre (oggi Anpre ed Assit). Fino alla formale costituzio-ne di Confederazione Periti Uniti, nel 2015. Le iniziative e attività gene-rate dalla condivisione in ambito associativo di idee e proposte, ha dato vita nel tempo a percor-si di formazione eccel-lenti, che hanno saputo evolversi e reinventarsi di pari passo con il mu-tare dei rischi, delle tec-nologie, delle esigenze dei diversi attori, in un settore sempre più am-pio e specialistico.Correndo il rischio di

PERITI

ASSOCIAZIONE UNICA:obiettivo PERSEGUIBILE? di MARCO VALLE, vicepresidente di Aipai

ripetermi (e mi ripeto!), come ho avuto modo di evidenziare in diverse sedi e occasioni, la ca-tegoria dei periti assicu-rativi no motor italiani è fra le più evolute a livello europeo e internaziona-le. Un insieme di profes-sionisti esperti a 360°, che alla competenza tecnico-estimativa san-no aggiungere una rara padronanza contrat-tuale-assicurativa e una indubitabile capacità relazionale e gestiona-le, fondamentale per una positiva definizione di un sinistro. Non è un caso se il perito assicu-rativo evoluto e capa-ce, nel momento in cui approda in ambito di collegi arbitrali o consu-lenze tecniche d’ufficio, spesso apporta alla pro-cedura un contributo importante e decisivo in termini di capacità di individuare, sostenere e promuovere soluzioni

di interesse per le parti tutte, che oggi la Magi-stratura chiede formal-mente siano perseguite ogniqualvolta viene di-sposto un Atp o una Ctu per contenziosi nascenti o da tempo consolidati.

Il valore di un associazionismo unificato

Dato quindi atto che l’elevato livello profes-sionale della catego-ria peritale italiana è senz’altro reso possibile dalle capacità e compe-tenze individuali, ma al contempo rafforzato e incrementato dagli ap-porti e dalle esperien-ze generati in ambito associativo, non posso che convincermi ogni giorno di più che se le associazioni oggi atti-ve in Italia mettessero a fattor comune i valori

La creazione di un sistema eccellente a vantaggio del sistema assicurativo. Un risultato possibile se solo si mettessero a fattore comune i valori e i principi delle associazioni peritali oggi attive in Italia. Ma per questo traguardo l’interesse generale deve prevalere su qualsiasi

individualismo e ostacolo

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e i principi su cui sono nate e hanno sino a ora operato (e fra questi, ol-tre alla formazione, vi è la garanzia anche di un valido cambio genera-zionale e dell’assistenza alla parte più fragile del-la categoria peritale ita-liana: una parte numeri-camente importante), si otterrebbero risultati di eccellenza a vantaggio dell’intero sistema as-sicurativo: utenza tutta (privati cittadini, enti pubblici, realtà com-merciali, produttive e imprenditoriali ai vari livelli), assicuratori, in-termediari, la stessa ca-tegoria peritale. Il tutto, con piena valorizzazio-ne del ruolo e dell’im-portanza che un siste-ma assicurativo evoluto riveste per la società, nel suo essere fondamen-tale sostegno alla vita

quotidiana, all’integrità dei patrimoni, alla tutela delle realtà produttive del Paese, assumendosi ogni rischio trasferibi-le e consentendo così all’utenza di indirizzare al meglio le proprie ri-sorse sull’intraprendere, il crescere, il costruire. Un circuito virtuoso, dove elemento impre-scindibile è una cate-goria peritale evoluta, che per essere realmen-te tale e continuare a crescere non può fare a meno, a mio avviso, di un associazionismo moderno e unificato. Si tratta naturalmente del mio personale parere, che esprimo coeren-temente con i pensieri e le idee che da oltre sette anni, in ambito di consiglio direttivo Aipai, cerco di sostenere, ap-poggiando ogni iniziati-

va orientata alla condi-visione e all’unità.

Continuità strutturalee operativa

La nascita della Confe-derazione Periti Uniti, nel 2015, ha indubbia-mente rappresentato un primo e importan-tissimo passo in questa direzione: si è dato vita, per la prima volta nel nostro settore, a una confederazione di sco-po, che le associazio-ni Aipai, Anpre, Assit e il Collegio Lombardo insieme hanno voluto e promosso. L’attuale assetto confederativo necessita però, oggi, di essere riesaminato e ricalibrato in funzione del momento presente, perché, così come ori-ginariamente concepita e gestita, non è a mio avviso la soluzione oggi più idonea a perseguire e realizzare obiettivi co-muni. Affinché una realtà as-sociativa possa formu-lare e concretizzare progetti orientati al con-seguimento di risultati e scopi condivisi, neces-sita di un’unità che sia tale a ogni effetto, an-che sotto il profilo fun-zionale e operativo. Per-ché ciò accada, è a mio avviso fondamentale che vi sia una continuità strutturale e organizza-tiva, con consigli diretti-

vi e figure di riferimento che dispongano di tem-pistiche sufficienti e ra-gionevoli per impostare, svolgere e raggiungere obiettivi. Così non è, allo stato, per Confedera-zione Periti Uniti, il cui attuale assetto prevede una rotazione annuale di presidenza e consi-glio direttivo, con ine-vitabile difficoltà nello sviluppare e portare a compimento linee pro-grammatiche condivise.

Superare le rispettive realtà individuali

Ho quindi maturato la convinzione che le as-sociazioni oggi operanti – ciascuna con aspetti e contenuti di eccellen-za che, integrandosi fra loro, incrementerebbero il valore d’insieme – pos-sano (e debbano) orien-tarsi le une verso le altre per divenire un’associa-zione unica. E, questa volta, non si tratta di un pensiero individuale, ma è quanto la maggioran-za dei soci delle diverse associazioni, interpellati con sondaggi e referen-dum, ha indicato come la strada preferibile per il futuro.Il primo e imprescin-dibile tassello per la realizzazione di un’as-sociazione unica risie-de nella disponibilità e reale volontà di tutte le associazioni (a parti-

Marco Valle, vicepresidente di Aipai

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PERITI

re dai consigli direttivi) di aprire i confini delle rispettive realtà indivi-duali, ponendo quale denominatore comune l’importante obiettivo di salvaguardare, valo-rizzare e ulteriormente accrescere le compe-tenze e il livello profes-sionale del corpo perita-le italiano, sostenendolo nell’affrontare al meglio il periodo di forte cam-biamento e innovazione che sta permeando ogni settore della vita civile, professionale e impren-ditoriale. Ciò, a favore di tutti e in particolare del-la parte più vulnerabile della categoria, rappre-sentata da piccoli studi e singoli professionisti che, senza l’appoggio associativo, potrebbero trovarsi in difficoltà nel fronteggiare e gestire individualmente il cam-biamento.

Una norma transitoria a sostegno dell’unificazione

Proprio in tale ottica, il consiglio direttivo di Aipai (pur con orien-

tamenti non univoci al proprio interno sull’ar-gomento) ha, con intel-ligenza e vero spirito di democrazia, deliberato a maggioranza l’elabo-razione di una mozione presentata poi all’as-semblea straordinaria del 16 novembre 2018, nel corso della quale i soci, raggiunto l’im-portante quorum ne-cessario per decisioni inerenti variazioni di statuto, hanno approva-to con una maggioranza schiacciante una norma transitoria per l’ammis-sione in Aipai di soci provenienti da altre as-sociazioni. Tale norma, con le importanti novità che ne derivano, è stata oggetto di diverse in-terviste e articoli, fra cui quello a firma di Benia-mino Musto, pubblicato lo scorso 13 dicembre 2018 sulla testata onli-ne Insurance Daily, cui rimando.La decisione assunta a maggioranza dal con-siglio direttivo di Aipai, con successiva pie-na adesione da parte dell’assemblea, non ha

altro scopo se non quel-lo di agevolare e rendere più fluida la strada verso una rappresentanza uni-ca della categoria pro-fessionale peritale ita-liana; obiettivo risultato, dopo attenta analisi, difficilmente persegui-bile in altro modo e per altre vie, tenuto conto delle complessità e dei vincoli statutari con cui le singole associazioni devono misurarsi per procedere a delibere che richiedono peral-tro quorum difficilissimi da raggiungere. L’in-tenzione di Aipai, che intraprendendo questa strada ha mostrato la volontà e il coraggio di sperimentare, è sta-ta quella di abbreviare i tempi e agevolare un processo di reale con-divisione e unificazione la cui immagine stava assumendo contorni di sempre maggiore com-plessità e indetermina-tezza.Se le associazioni tutte intendono percorrere insieme la strada ver-so una rappresentanza unica, credo sia questo il momento giusto per farlo, così come credo vi siano, oggi, gli strumen-ti e le garanzie per un’a-desione e un’unione che sia rispettosa delle le-gittime identità, aspira-zioni ed esigenze di cia-scuna associazione e di ciascun professionista. Se invece tale percorso (che ritengo necessario e virtuoso) non potesse concretamente giunge-

re a compimento, altro non rimarrà da fare, a mio avviso, che rivedere completamente i criteri organizzativi della Con-federazione Periti Uniti, affinché la confedera-zione di scopo possa divenire, anche a livello operativo, uno strumen-to di unificazione di pro-poste, iniziative e attivi-tà che sono di interesse comune e, in quanto tali, è giusto siano persegui-te e condotte in modo fluido, snello e diretto, senza che alcun ostaco-lo si frapponga alla loro realizzazione; evitando ridondanze e interferen-ze, concentrando ener-gie, riducendo costi e operando in piena siner-gia fra le associazioni. Il tutto, con la fondamen-tale raccomandazione che sull’interesse gene-rale non prevalga mai quello individuale, di gruppi o di associazioni.L’interesse del singolo deve sempre essere po-sposto a quello gene-rale, perché solo perse-guendo il bene comune, si giunge poi, nel tem-po, al reale e più pieno compimento del bene individuale. Al contem-po, l’interesse generale deve sempre porre at-tenzione e riguardo al benessere degli indivi-dui tutti che concorrono al funzionamento di un sistema, a maggior ra-gione se si tratta di un sistema di importanza e rilevanza sociale quale è il settore assicurativo.

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Un esempio recente è l’applicativo Grific che, sulla base di informazioni raccolte e selezionate, permette alla com-pagnia di assumere un rischio catastrofale verificando anticipatamente le caratteristiche del territorio dal punto di vista idrogeologico, e quindi accorciando notevolmente la fase di assessment e quella di erogazione del contratto.

OPPORTUNITÀ PER IL SETTORE AUTO“L’obiettivo per le compagnie – afferma Stratta – deve es-sere possedere il maggior numero di informazioni quali-ficate sul cliente. Esse cercano di implementare soluzio-ni intelligenti per ottenere una conoscenza globale, che va oltre il Crm. Oggi il 70% degli utenti è multichannel e questa propensione consente di raccogliere informazioni dalle attività web del cliente e da qui interpretare i suoi gusti e interessi”.Le competenze in ambito IoT di Kirey hanno portato allo sviluppo della componente profilazione anche in ambi-to auto. Smappi Car, installato nella vettura e connesso tramite cellulare, raccoglie dati sulla condotta al volante che, una volta elaborati, permettono alla compagnia di quotare una tariffa sul reale stile di guida dell’assicurato.La tecnologia assume un ruolo anche nella gestione dei sinistri: Kirey sta approntando un sistema basato sulle reti neurali che permette di valutare i danni di piccola entità elaborando le informazioni raccolte con la consta-tazione amichevole. Un tema affascinante, che può in-contrare l’interesse delle compagnie per la possibilità di contenere i costi.

LA TECNOLOGIA SI PONE COME FACILITATORE IN TUTTE LE FASI DEL PROCESSO ASSICURATIVO DI NUOVA GENERAZIONE. LE COMPAGNIE SENTONO LA NECESSITÀ DI AUMENTARE LA PROPRIA VELOCITÀ D’AZIONE, MA ANCHE DI APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DEL CLIENTE PRIVATO O CORPORATE

Nella fase di evoluzione del mercato assicurativo, velocità e precisione sono due caratteristiche che vanno di pari passo. Oggi si osserva la tendenza alla riduzione del ti-me-to-market: grazie agli strumenti disponibili, le princi-pali compagnie assicurative hanno già avviato laboratori attuariali sempre più spinti, con il risultato di passare dai sei mesi necessari nel 2000 a creare un nuovo prodot-to, ai 15 giorni di oggi. Questa accelerazione permette di aggredire il mercato con maggiore presenza, e di fornire nuovi prodotti agli intermediari. L’obiettivo delle compagnie è duplice: mantenere la pro-pria posizione sui prodotti di tipo tradizionale, e cercare soluzioni innovative legate alla persona. Un cambiamen-to fondamentale, sulla scia anche di spinte esterne, per il quale diventa centrale poter profilare il cliente con infor-mazioni qualificate.

LA TECNOLOGIA ABBREVIA I PROCESSIKirey Group vuole essere parte attiva di questo proces-so evolutivo. “Dall’inizio della storia del gruppo – spie-ga Gianluca Stratta, insurance sales director di Kirey Group – la nostra attività è dedicata alla semplificazione dei processi. Abbiamo iniziato con la dematerializzazio-ne per arrivare oggi alla digitalizzazione di tutte le attività amministrative di agenzia, con la possibilità di interagire sui processi di back end tramite device mobili e allineare così l’attività dell’agente al trend di mobilità generale. Ci siamo specializzati nel creare prodotti utili a semplificare il processo, e nello stesso tempo a trovare soluzioni che permettano di profilare al meglio il cliente”.

LA VIA VERSOLA SEMPLIFICAZIONE

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Il Safety Forum organizzato da Eurocontrol, organizzazio-ne intergovernativa civile e militare per la sicurezza del-la navigazione aerea, è stato l’occasione per discutere di una diversa capacità previ-sionale del rischio. Il tema era quello delle incursioni in pista, molto sentito a livello internazionale.

Sono stati analizzati le fasi di decollo e i possi-bili scenari che si posso-no verificare nel periodo che intercorre tra l’im-barco dei passeggeri e l’entrata in pista del ve-livolo.Le variabili sono mol-tissime, tanto che solo per il decollo sono sta-te identificate circa otto milioni di possibili situa-zioni. L’analisi ha per-messo di scoprire che lo scenario nominale,

cioè quello disegnato in procedura, si verifica in realtà solo nel 20 per cento dei casi. In tutti gli altri casi intervengono adattamenti del siste-ma, che riesce comun-que a intervenire positi-vamente adattandosi e correggendo le proprie défaillance. Si è visto quindi che lo spazio di miglioramento in tema di incursioni in pista è ampio, e che il sistema è molto complesso e va ottimizzato, ovviamente se tale sforzo sarà rite-nuto utile nell’economia complessiva dalle parti interessate.Quanto riportato è un esempio utile a com-prendere perché oggi sia necessario ingegne-rizzare il rischio pas-sando da un approccio quali-quantitativo a uno quantitativo e percorri-

AZIENDE

bile con maggiore qua-lità da tutti coloro che prendono parte al pro-cesso.

Calcolare l’imprevisto

Una volta identificate le possibili criticità (indi-pendentemente dal tipo di approccio) si cercano soluzioni che si pensa

servano a mitigarne il rischio. In una visione olistica, però, non è det-to che le determinazioni attuate riducano real-mente le minacce e nel-la misura che interessa. Gli strumenti attuali non sono sufficienti per for-nire verifiche attendibili e, presupposto che tut-te le soluzioni possibili siano mitigative, per co-noscere quali risultano

DOVE LA MENTE non ARRIVA

di SIMONE COLOMBO,

presidente di Symlogik, spin-off

Politecnico di Milano

Compagnie assicurative e imprese calcolano il

rischio senza una valutazione accurata di quello che può

essere considerato l’imprevisto. I sistemi di intelligenza

assistita possono sostenere l’indagine umana più di

quanto possano fare le macchine che apprendono,

le quali, basandosi su dati storici, non riescono a

prevedere minacce marginali ma a elevato impatto

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