Una generazione in fila

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Una generazione in fila 24 Marzo 2011 Si è tenuto oggi a Cagliari, presso l’Aula Magna dell’Istituto Magistrale Statale “Eleonora d’Arborea”, un incontro organizzato dal ComitatoScuolaCittà dal titolo “Una generazione in fila – tavola rotonda su dispersione scolastica e disoccupazione giovanil e”. All’incontro sono intervenuti, oltre ovviamente ad un referente per il Comitato ed al Dirigente Scolastico dell’Istituto, Prof. Antonio Piredda, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna, Dott. Enrico Tocco, e la Prof.ssa Maria Letizia Pruna, docente di Sociologia Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Cagliari. Dopo il preambolo di apertura del Comitato e i saluti del Dirigente Scolastico, l’incontro ha avuto inizio con l’analisi del Dott. Tocco a proposito del fenomeno della dispersione scolastica; questa, spiega il Direttore dell’USR, costituisce uno dei problemi più urgenti della scuola sarda, insieme all’insuccesso scolastico ed al basso livello d’apprendimento. Il discorso del Direttore è chiaro e coinvolgente: le difficoltà dell’istituzione scolastica non sono proposte come drammi irrisolvibili, bensì come uno stimolo a tenere il passo con le necessità dei tempi presenti. Non quindi un’occasione per piangersi addosso, ma l’improcrastinabile esigenza di rinnovare la scuola con interventi concreti volti a migliorare la qualità della didattica. Interventi da realizzare con criterio e soprattutto con equilibrio, interfacciando le istituzioni con le famiglie e le associazioni. Solo così sarà possibile arginare e risolvere i tre flagelli che da troppo tempo gravano sull’istruzione pubblica. Il Dott. Tocco prosegue proponendo, come auspicata conseguenza di questo rinnovamento, il modello di una scuola nella quale la società possa meglio riconoscersi, il cui scopo non è quello di fissare un singolo percorso curricolare che vada dal primo all’ultimo anno scolastico, bensì quello di preparare le nuove generazioni alle prospettive future, in particolare a poter raggiungere livelli sempre più adeguati di conoscenza e preparazione, indispensabili per non soccombere nei tanti ambiti professionali. Nella sua conclusione, il Dott. Tocco riassume le priorità: intervenire efficacemente sulla didattica, allo scopo di favorire l’interazione tra l’istituzione scolastica e il mondo del lavoro. L’uno, quindi, deve saper essere (nella giusta misura) il satellite dell’altro e non devono essere due mondi scissi e non coesi. Dopo l’applaudito discorso del Direttore dell’USR, la Prof.ssa Pruna è protagonista della seconda parte dell’incontro, ed esordisce con una premessa: la sua presentazione non sarà incentrata su inflazionati e catastrofisti dati relativi alla disoccupazione giovanile, piuttosto su come poter proseguire la lunga esperienza di vita che va oltre il completamento della formazione scolastica. Proponendo il concetto di un unico percorso di vita caratterizzato da più fasi (delle quali la scuola è ovviamente la prima), la Prof.ssa Pruna si riallaccia sapientemente al discorso del Dott. Tocco; l’evidente compatibilità delle due analisi pare quasi l’allegoria di come scuola e lavoro debbano coordinarsi e completarsi a vicenda come due tessere di puzzle. Subito dalle parole ai fatti: come potersi accostare al mondo del lavoro? La relatrice suggerisce l’e sempio di un teatro, nel quale gli spettatori seduti rappresentano gli occupati e quelli in piedi invece i disoccupati. Bisogna rendersi conto del fatto che in ogni momento ci sono posti disponibili, posti lasciati liberi da chi esce dal teatro (ovvero chi giunge alla pensione): basta avere la determinazione di saperli trovare fintantoché si mantengono liberi. Un requisito fondamentale in questa ricerca è non costringersi in situazioni limitanti: <<è certo che se vogliamo per forza trovare un lavoro sotto casa asserisce la Prof.ssa Pruna ci stiamo privando di tante altre possibilità e limitiamo gravemente le nostre prospettive>>. La docente propone quindi un rinnovamento nella mentalità con la quale concepire il mondo del lavoro, invita ad ampliare gli orizzonti e acquisire uno stile professionale flessibile e moderno. Chiaramente ai buoni propositi deve affiancarsi un’adeguata competenza professionale: non tanto il titolo, quanto le capacità che il cosiddetto “pezzo di carta” certifica, le quali devono e ssere genuine e il più possibile complete; inoltre, assume molta importanza la necessità di creare il proprio curriculum, inteso come bagaglio di esperienze lavorative o comunque spendibili professionalmente, aldilà da vincoli contrattuali e retribuzioni: anche le attività di volontariato possono essere preziose occasioni formative a vantaggio della preparazione del lavoratore. Nei loro interventi, i relatori hanno dimostrato il legame “a doppio filo” tra la dispersione scolastica e il fenomeno della disoccupazione giovanile: se in molti casi infatti la prima è principale causa della seconda, allo stesso tempo anche la disoccupazione, o meglio la prospettiva di ritrovarsi senza un lavoro, può pericolosamente alimentare lo squilibrio dovuto alla dispersione scolastica, nel momento in cui il singolo studente è portato a pensare “non serve a niente studiare, tanto quando finirò la scuola non troverò nulla da fare”. È perciò importantissimo e prioritario, conclude la Prof.ssa Pruna, diffidare da <<certi riferimenti statistici impropriamente usati in maniera quasi terroristica>>, secondo i quali il mondo sarebbe inarrestabilmente avviato verso il degrado e la miseria, e capire che gli sbocchi lavorativi esistono e non sono rari miraggi inverosimili. [Nicola Rocca]

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Una generazione in fila

24 Marzo 2011

Si è tenuto oggi a Cagliari, presso l’Aula Magna dell’Istituto Magistrale Statale “Eleonora d’Arborea”, un incontro organizzato dal ComitatoScuolaCittà dal titolo “Una generazione in fila – tavola rotonda su dispersione scolastica e disoccupazione giovanile”. All’incontro sono intervenuti, oltre ovviamente ad un referente per il Comitato ed al Dirigente Scolastico dell’Istituto, Prof. Antonio Piredda, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna, Dott. Enrico Tocco, e la Prof.ssa Maria Letizia Pruna, docente di Sociologia Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Cagliari. Dopo il preambolo di apertura del Comitato e i saluti del Dirigente Scolastico, l’incontro ha avuto inizio con l’analisi del Dott. Tocco a proposito del fenomeno della dispersione scolastica; questa, spiega il Direttore dell’USR, costituisce uno dei problemi più urgenti della scuola sarda, insieme all’insuccesso scolastico ed al basso livello d’apprendimento. Il discorso del Direttore è chiaro e coinvolgente: le difficoltà dell’istituzione scolastica non sono proposte come drammi irrisolvibili, bensì come uno stimolo a tenere il passo con le necessità dei tempi presenti. Non quindi un’occasione per piangersi addosso, ma l’improcrastinabile esigenza di rinnovare la scuola con interventi concreti volti a migliorare la qualità della didattica. Interventi da realizzare con criterio e soprattutto con equilibrio, interfacciando le istituzioni con le famiglie e le associazioni. Solo così sarà possibile arginare e risolvere i tre flagelli che da troppo tempo gravano sull’istruzione pubblica. Il Dott. Tocco prosegue proponendo, come auspicata conseguenza di questo rinnovamento, il modello di una scuola nella quale la società possa meglio riconoscersi, il cui scopo non è quello di fissare un singolo percorso curricolare che vada dal primo all’ultimo anno scolastico, bensì quello di preparare le nuove generazioni alle prospettive future, in particolare a poter raggiungere livelli sempre più adeguati di conoscenza e preparazione, indispensabili per non soccombere nei tanti ambiti professionali. Nella sua conclusione, il Dott. Tocco riassume le priorità: intervenire efficacemente sulla didattica, allo scopo di favorire l’interazione tra l’istituzione scolastica e il mondo del lavoro. L’uno, quindi, deve saper essere (nella giusta misura) il satellite dell’altro e non devono essere due mondi scissi e non coesi. Dopo l’applaudito discorso del Direttore dell’USR, la Prof.ssa Pruna è protagonista della seconda parte dell’incontro, ed esordisce con una premessa: la sua presentazione non sarà incentrata su inflazionati e catastrofisti dati relativi alla disoccupazione giovanile, piuttosto su come poter proseguire la lunga esperienza di vita che va oltre il completamento della formazione scolastica. Proponendo il concetto di un unico percorso di vita caratterizzato da più fasi (delle quali la scuola è ovviamente la prima), la Prof.ssa Pruna si riallaccia sapientemente al discorso del Dott. Tocco; l’evidente compatibilità delle due analisi pare quasi l’allegoria di come scuola e lavoro debbano coordinarsi e completarsi a vicenda come due tessere di puzzle. Subito dalle parole ai fatti: come potersi accostare al mondo del lavoro? La relatrice suggerisce l’esempio di un teatro, nel quale gli spettatori seduti rappresentano gli occupati e quelli in piedi invece i disoccupati. Bisogna rendersi conto del fatto che in ogni momento ci sono posti disponibili, posti lasciati liberi da chi esce dal teatro (ovvero chi giunge alla pensione): basta avere la determinazione di saperli trovare fintantoché si mantengono liberi. Un requisito fondamentale in questa ricerca è non costringersi in situazioni limitanti: <<è certo che se vogliamo per forza trovare un lavoro sotto casa – asserisce la Prof.ssa Pruna – ci stiamo privando di tante altre possibilità e limitiamo gravemente le nostre prospettive>>. La docente propone quindi un rinnovamento nella mentalità con la quale concepire il mondo del lavoro, invita ad ampliare gli orizzonti e acquisire uno stile professionale flessibile e moderno. Chiaramente ai buoni propositi deve affiancarsi un’adeguata competenza professionale: non tanto il titolo, quanto le capacità che il cosiddetto “pezzo di carta” certifica, le quali devono essere genuine e il più possibile complete; inoltre, assume molta importanza la necessità di creare il proprio curriculum, inteso come bagaglio di esperienze lavorative o comunque spendibili professionalmente, aldilà da vincoli contrattuali e retribuzioni: anche le attività di volontariato possono essere preziose occasioni formative a vantaggio della preparazione del lavoratore. Nei loro interventi, i relatori hanno dimostrato il legame “a doppio filo” tra la dispersione scolastica e il fenomeno della disoccupazione giovanile: se in molti casi infatti la prima è principale causa della seconda, allo stesso tempo anche la disoccupazione, o meglio la prospettiva di ritrovarsi senza un lavoro, può pericolosamente alimentare lo squilibrio dovuto alla dispersione scolastica, nel momento in cui il singolo studente è portato a pensare “non serve a niente studiare, tanto quando finirò la scuola non troverò nulla da fare”. È perciò importantissimo e prioritario, conclude la Prof.ssa Pruna, diffidare da <<certi riferimenti statistici impropriamente usati in maniera quasi terroristica>>, secondo i quali il mondo sarebbe inarrestabilmente avviato verso il degrado e la miseria, e capire che gli sbocchi lavorativi esistono e non sono rari miraggi inverosimili.

[Nicola Rocca]