Una famiglia speciale ed altri racconti - icsgalluzzo.it · la perdita del lavoro o una malattia,...

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Una famiglia speciale ed altri racconti...

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Una famiglia speciale ed altri racconti...

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Sappiamo tutti di quanto amore e dedizione abbia bisogno un bambino

per crescere bene e quanto sia importante che possa contare sul calore e l’affetto

di una famiglia capace di farlo sentire amato e protetto. Purtroppo, nel corso

della loro vita molti genitori possono trovarsi ad avere delle difficoltà più o

meno gravi nel prendersi cura dei loro piccoli. A volte sono eventi esterni come

la perdita del lavoro o una malattia, altre volte l’emergere di fragilità personali

e/o difficoltà nelle relazioni che rendono gli adulti meno capaci di affrontare i

loro compiti. In queste situazioni, lo sappiamo, chi paga il prezzo più alto sono

i bambini. Privati di un contesto sicuro e amorevole, dove sperimentare regole

chiare e la certezza di essere amati e protetti, i bambini provano sentimenti di

sofferenza e paura che possono pregiudicarne gravemente la crescita.

Poter dare loro un luogo sereno e accogliente in cui trascorrere il tempo

necessario a risolvere i problemi dei loro genitori, rappresenta una opportunità

di valore inestimabile per fare di loro degli adulti sereni ed equilibrati. È questo

che cerchiamo di fare con l’affido familiare: dare ad un bambino in difficoltà la

possibilità di crescere bene!

Per prendersi cura di un bambino non è necessario avere delle

competenze particolari. Ogni famiglia e ogni persona ha un patrimonio di

calore, valori, affetto che può mettere a disposizione di un bambino che ne ha

bisogno.

Stefania Saccardi Vicesindaco

LA FAMIGLIA SPECIALE

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C’era una volta una famiglia che abitava vicino al mare. Il babbo faceva il pescatore e il figlio più grande lo aiutava. Un giorno di festa andarono in barca tutti insieme e a metà strada incontrarono una famiglia che aveva finito la benzina. Sulla barca c’erano dei bambini. I loro genitori decisero di affidare i bambini al pescatore perché era pericoloso per loro restare in mezzo al mare. Li portarono a casa e si presero cura di loro e fecero una cena insieme. La mattina dopo fecero colazione, poi andarono a fare il bagno e trovarono una conchiglia molto rara. Nel frattempo i genitori erano tornati a riprenderli e visto che i bambini erano stati buoni offrirono a tutti una cena. I bambini si divertirono molto perché c’era spazio per giocare e alla fine del pasto venne servito un dolce alla crema che era molto buono. Dopo che la torta fu finita nel piatto rimase solo una conchiglia ed era quella che avevano trovato i bambini tutti insieme. Quella era davvero una famiglia speciale.

Tommaso, Raffaele, Vadim, Altea, Tommaso, Aurora, Giulia

Classe II A “D. Chiesa”

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UNA FAMIGLIA INASPETTATA

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Voi credete che i mostri e i draghi siano rivali, invece è tutto il contrario. C’erano una volta tre mostri orfani e c’erano due draghi che volevano tanto tre figli. Un giorno i mostri decisero di trovare una famiglia che li adottasse. Cercavano e ricercavano ma non trovarono nessuno. In una casa trovarono due draghi che a loro volta cercavano tre figli. I tre mostri bussarono alla porta e i draghi la aprirono e subito pensarono che quelli sarebbero stati i loro figli e gli chiesero se erano in cerca di genitori. I mostri risposero di si e subito diventarono una splendida e gioiosa FAMIGLIA.

Margherita, Cosimo

Classe III A “D. Chiesa”

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IL CERVO E IL COLIBRI’

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C’era una volta un colibrì che giocando si perse. Il colibrì si mise a cercare il suo nido e lo ritrovò, ma non ritrovò i suoi genitori. Volando per avvistare i genitori, dall’alto vide un cervo. Il cervo gli disse: – Vuoi venire a casa mia? – Si, volentieri, però devo aspettare i miei genitori per sentire se posso. Poi arrivò la zia e il colibrì le disse: – Zia, zia, ho perso i miei genitori! – poi aggiunse – Posso andare a casa del mio amico cervo? – Si, ma solo perché ho delle cose da fare. Ti vengo a prendere fra un’ora! Insieme si divertirono un sacco. Dopo arrivò la zia. Intanto nel viaggio per tornare al nido incontrarono i genitori! E vissero per sempre felici e contenti.

Giovanni, Viola, Margherita, Samuele, Ginevra Classe II A “D. Chiesa”

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LE QUATTRO VOLPI E I LORO AMICI

C’erano una volta una coppia di volpi che volevano due volpini. Un giorno li fecero nascere nel bosco ma non se li potevano permettere perché intorno c’era una casa stregata dove viveva una nonna con una dentiera maligna, se mordeva poteva portare via la pelle. Le volpi incontrarono le formiche che gli dissero che loro erano state nella casa stregata ed era tutta piena di ragnatele e ragni. Poi incontrarono uno scoiattolo e gli disse che si era seduto su una sedia ed era arrivata la signora Gina e la mamma volpe chiese:

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– Chi è Gina? – Gina, la signora che abita nella casa stregata con la sua dentiera maligna. Incontrarono anche dei pesci che bevevano un po’ d’acqua nel ruscello per riprendersi ma anche loro dissero che era maligna. Videro la Tartaruga giardiniere, ma era un fantasma perché Gina l’aveva ammazzata perché non faceva bene il suo lavoro. Le due volpi lasciarono lì nel bosco i loro piccoli perché avevano paura che qualcuno gli facesse del male. Una coppia di lupi, che aveva già due cuccioli, li trovò e decise di adottarli per poter aumentare la famiglia e farli giocare tutti insieme.

Vittoria, Elvis

Classe III A “D. Chiesa”

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LA BAMBOLA DI PORCELLANA

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Tanto tempo fa viveva una bambina di nome Matilda, che possedeva una bambola di porcellana. Un giorno la bambina decise di affidare la bambola a sua cugina Maria, perché doveva fare un viaggio molto lungo. Maria si affezionò molto alla bambola della cugina e non voleva più ridargliela. Ma la sua mamma le diceva che doveva rendergliela, perché poteva giocare insieme a Matilda. Tornata a casa di sua cugina Maria, Matilda riprese la bambola e tornò a casa propria. Due anni dopo Matilda diventò grande e regalò la bambola alla cugina minore di tre anni, di nome Sofia. Da quel giorno Matilda non giocò più con le bambole, perché andò alle scuole medie e aveva troppi compiti da fare.

Martina, Leandro, Gioia, Emil, Daniel Classe II A “D. Chiesa”

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IMPOSSIBILE RITROVARE UNA FAMIGLIA

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Purtroppo nel mondo ci sono bambini senza una famiglia. Sei bambini di nome Michela, Racaela, Sara, Edoardo, Filippo e Niccolò erano stati abbandonati dai genitori che non potevano tenerli e così un pomeriggio li accompagnarono in un bosco e gli dissero: – Aspettateci qui, perché abbiamo dimenticato di prendere la merenda. Torniamo subito. I bambini non vedendoli tornare iniziarono a preoccuparsi. Per fortuna degli adulti che erano andati a fare una passeggiata nel bosco li trovarono e li portarono con loro in città. Ma dopo si resero conto anche loro che non potevano tenerli e li portarono nel bosco e gli dissero: – Guardate ci sono degli animali, noi andiamo a salutarli. Voi aspettateci qui. Mentre i sei bambini stavano ancora cercando i loro genitori, sentirono un rumore si avvicinarono e videro che erano dei conigli e gli chiesero se avevano visto i loro genitori: – Si, li abbiamo visti, seguiteci. Li portarono dagli adulti, i bambini credevano che fossero i loro genitori ma non erano loro. Gli adulti vedendo quanto erano felici i bambini ringraziarono molto gli animali.

Maya, Bianca Classe III A “D. Chiesa”

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L’ELEFANTE E LA FORMICA

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C’era una volta una famiglia di formiche. Un giorno, visto che la mamma e il babbo dovevano andare a prendere il cibo affidarono il loro figlio ad un elefante, di cui si fidavano. Dopo un po’ tornarono il babbo e la mamma che dissero: – Il pranzo è pronto! Videro la formica che stava giocando a nascondino con l’elefante. La formica si era nascosta nell’orecchio dell’elefante, che sentiva molto pizzicorino. Aveva anche sentito delle zampine e si chiese: – E se fosse la formichina? Si mise la zampa nell’orecchio e non trovò nulla, poi risentì il pizzicorino e sentì anche una vocina che diceva: – Ho vinto io, ho vinto io….. continuava a ripetere. L’elefante scoppiò in una risata così forte che la formichina uscì fuori dall’orecchio, rischiando di cadere. Da quel giorno furono amici per la pelle.

Matilde, Andrea, Simone, Gregorio, Dario Classe II A “D. Chiesa”

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FRANCESCO ALL’ORFANATROFIO

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C’era una volta una famiglia che si comportava malissimo: diceva parolacce, faceva a botte e trattava male il loro bambino Francesco. E così decisero di abbandonarlo quando erano in autostrada. Lo vede un signore e decide di accompagnarlo all’orfanatrofio. Lì Francesco fece una vita molto brutta perché non conosceva nessuno, lo trattavano tutti male e gli mancavano i suoi genitori. Così dopo cinque mesi lo prese una coppia molto carina che non aveva altri figli e viveva a Firenze. Francesco in quella famiglia si divertì da morire e visse felice e contento.

Niccolò, Alessandro

Classe III A “D. Chiesa”

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LA PROTEZIONE ANIMALI E’ TORNATA

Otto anni fa nella savana, c’era una famiglia di leoni. Un giorno due cacciatori uccisero il leone e la leonessa lasciando solo il leoncino appena nato, Il mattino seguente un turista vide il cucciolo e chiamò subito P.A., una associazione proteggi animali quasi fallita. Appena squillò la cornetta, due commessi fecero a botte per rispondere, ma mentre quasi si uccidevano, un altro impugnò la cornetta e rispose, quando attaccò impazzì e incominciò a dire: – Ragazzi al lavoro! Entrarono nella macchina che all’inizio non partì da quanto non l’avevano usata. Arrivati sul posto indicato dal turista videro il leoncino circondato da due iene. Osso, uno dei tre commessi chiese a Cartilagine, un altro commesso, il fucile che era in macchina. Glielo passò e Osso sparò in aria, le iene scapparono. Una volta preso il cucciolo e dato 150 sterline al turista per averli chiamati tornarono al loro ufficio e misero il cucciolo in una gabbia, quindi Cranio, un altro commesso, accese il “rintraccia famiglie”, una loro invenzione per trovare nuove famiglie. Infatti trovarono una coppia di leoni, Cranio saltò giù dalla sedia che si ruppe, si infilò la giacca e uno lo avvertì di aver messo il giubbotto al contrario, se lo mise per bene e montò nell’auto. Dalla porta del garage uscì Cartilagine con il leoncino. Cranio arrivò nel mezzo della savana e trovò i due leoni, gli presentò Snoche (così aveva chiamato il cucciolo) e lo lasciò con loro, quella diventò la sua famiglia adottiva.

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Theodor, Pietro

Classe III A “D. Chiesa”

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ALLA RICERCA DI UNA MAMMA

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Tutti i giorni una Chimera giocava con i suoi amici, un istrice, un volpino e due uccellini. Quando tornava a casa, a differenza dei suoi amici, non aveva una mamma che gli faceva da mangiare. Un giorno la Chimera pensò che era sola da troppo tempo, e allora si avventurò nella giungla in cerca di una mamma. Superò tanti ostacoli, ma alla fine incontrò due lupi adulti molto tristi, allora gli chiese perché erano tristi e loro risposero che non potevano avere un figlio, contento gli chiese se poteva essere lui il loro figlio, loro dissero di sì. Tornarono indietro e ora anche la Chimera aveva i genitori.

Leonardo, Davide Classe III A “D. Chiesa”

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UN VIAGGIO AVVENTUROSO

Una mattina all’alba la gnoma Tessi si svegliò come al solito sola perché i suoi genitori erano morti durante la guerra. Andò al fiume davanti casa sua con il suo cane e disse: – Voglio fare un viaggio al mare dalle mie amiche! Preparò le sue tante valige e partì; viaggiò, viaggiò e alla fine arrivò. E chiamò le sue amiche al telefono e gli disse: – Venite alla gelateria al tramonto. La gnoma Tessi aspettò le sue amiche e finalmente arrivarono. Si abbracciarono e alle nove entrarono nella gelateria, e siccome erano molto scure in volto Tessi chiese perché erano così dispiaciute: – Vi possiamo aiutare noi! Tessi con le sue amiche e il cagnolino cominciarono subito a lavorare, i signori che lavoravano gli dissero che c’era l’inaugurazione del negozio. Il giorno dopo Tessi e gli altri decisero di fare anche i dolcetti. Un giorno una signora molto famosa che si chiama Giorgia venne nella gelateria e disse: – Vorrei quei dolcetti messi in mostra – loro dissero che non erano in vendita. Visto che Giorgia amava i cagnolini, vide il cane e disse: – Allora mi date quel cagnolino? – e loro gli dissero di sì solo a condizione che diventassero una famiglia, Giorgia accettò e così andarono a casa di Giorgia.

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Giorgia, Gemma Classe III A “D. Chiesa”

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IL CRICETO E LA VOLPE

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C’era una volta in una foresta una famiglia di criceti; il babbo, la mamma e due bambini uno più grande e uno più piccolo. Un giorno il più piccolo andò a fare una passeggiata verso il bosco e si perse ma lui non se ne era ancora accorto. Cammina cammina vide muoversi un cespuglio, lui si spaventò e si nascose dietro l’albero lì vicino, poi l’animale che era dietro il cespuglio uscì fuori allora il criceto uscì fuori anche lui e l’animale che era dietro il cespuglio gli disse: - – Ti sei perso? – Si ma me ne sono accorto ora. – Se vuoi puoi venire per un po’ nella mia tana. – Va bene ma solo per un pò. Allora si avviarono verso la tana della volpe, questo era l’animale e strada facendo fecero amicizia. Dopo un po’ si misero a cenare e dopo cena suonò il campanello: – Chi sarà? Aprirono la porta. Era la famiglia del piccolo criceto! Allora il criceto ritrovò la sua famiglia e tornarono a casa. E vissero felici e contenti.

Emma Classe III A “D. Chiesa”

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ADDIO ALLA MIA FAMIGLIA

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In un grande paese che si chiamava Monte Pericoloso solo il re sapeva il perché si chiamava così. Il re morì e nessuno sapeva perché si chiamava così. Passarono tanti anni dalla morte del re. In una casetta viveva una famiglia allegra che non si lasciava mai. Un giorno la mamma disse: “Perché non andiamo a raccogliere i frutti del bosco?” I bambini dissero: “Si, ci faremo una crostata buonissima.” La mamma disse: “Allora andiamo?” Dopo ritornati a casa la mamma stava facendo la crostata, arrivò un terremoto. I bimbi dissero: “Mamma che cosa sta succedendo?” La mamma disse: “Bimbi correte al riparo.” I bambini corsero fuori e la mamma e il papà morirono. I bambini dissero: “Perché la terra ha fatto questo?!”, piangendo. Dopo arrivarono delle persone e gli dissero: “C’è stato un terremoto e ora ha smesso, voi avete perso i vostri genitori?” I bambini dissero: “Si, eravamo una grande famiglia.” Le persone dissero: “Il re ha chiamato così questo paese perché è molto pericoloso e ora venite con noi, vi daremo una famiglia.” I bimbi dissero: “Ma noi non vogliamo una nuova famiglia.” Le persone risposero: “Mi dispiace ma dobbiamo fare questo per salvarvi la vita.”

Nirupana Classe III A “D. Chiesa”

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VAI JERRI

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C’era una volta lo scimmione Jerri che faceva box ma un giorno la sua mamma prese la meningite e dopo una settimana morì e così fu per il babbo. Rimasto orfano così decise di andare a spasso per Scimmiopoli. Ma un membro dello Scimmiorfanatrofio lo portò all’orfanatrofio e così rimase lì per cinque anni. Poi venne adottato da una mamma scimmia senza figli e vedova Un anno dopo nacque un figlio che divenne suo fratello e così Jerri poteva andare alla finale di box e lottò e lottò da arrivare all’ultimo avversario e lo sconfisse. E così diventò il campione di box a Scimmiopoli.

Vasco Classe III A “D. Chiesa”

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UN CAVALIERE SCARSO

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C’era una volta un cavaliere di nome Artù era disprezzato da tutti perché non era molto bravo a combattere al campo di battaglia lo sconfiggevano tutti. Lui ogni singola volta era triste perché tutti i suoi parenti, persino il babbo era un gran cavaliere però lui non faceva un passo avanti. Un giorno lui andò al castello nell’armeria e da solo si forgiò delle nuove armi da combattimento, poi tornò al campo di combattimento fece un altro incontro e perse ancora. Il re e la regina sentirono dei rumori guardarono dal loro cannocchiale e videro che stavano arrivando i nemici. Il re preparò i cavalieri e gli arcieri i nemici attaccarono e alcuni cavalieri e arcieri morirono tranne Artù. Durante la guerra i suoi genitori morirono e tutti gli altri parenti. Lui combatté finché la guerra non finì, i pochi cavalieri rimasti non presero mai più in giro Artù Però ad Artu servivano dei nuovi genitori che lo accudivano e quindi fu adottato dal re e dalla regina. .

Luca, Lapo

Classe III A “D. Chiesa”

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IL PIPISTRELLO CHE CASA HA TROVATO

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Un giorno ad un piccolo pipistrello morì la sua famiglia perché il sole l’aveva bruciata. Il pipistrello andò dalla famiglia dei leoni e chiese se poteva vivere con loro. Dopo una lunga riflessione decisero che non poteva restare perché era troppo brutto e imbarazzante perché doveva usare l’ombrello per colpa del sole. Il pipistrello allora andò dai leopardi e gli chiese se poteva restare da loro. Loro per motivi stupidi lo respinsero. Poi provò ad andare dai serpenti e gli chiese se poteva stare con loro. Anche loro dissero di no, perché era troppo corto e non sapeva strisciare. Lui triste tornò da solo con il suo ombrello sotto una roccia per ripararsi dal sole. Mentre tornava, una famiglia di scimmie gli chiese che cosa stesse facendo. Lui rispose che stava cercando casa e loro gli dissero: – Vieni a vivere da noi. Lui felice accettò e vissero sempre come una vera famiglia.

Zoe, Emma Classe III A “D. Chiesa”

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