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20 Testimoni 14/2012 nell’idea che «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomi- ni d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nul- la vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (GS 1). Una vita totalmente donata Michele Pellegrino nasce a Roata Chiusani, (provincia di Cuneo e Dio- cesi di Fossano) il 25 aprile 1903 da una famiglia di modeste condizioni ma ricca di fede. Rimane orfano di madre dopo quattro mesi dalla na- scita ma vive la cura di “zia Laurina” e l’anno dopo di Anna, seconda mo- glie di papà Giuseppe. Il 4 maggio 1911 Michele riceve la Cresima. A 10 anni entra nel seminario minore di Fossano, perché vuole diventare sa- cerdote, desiderio che si realizzerà il 19 settembre 1925. Segue un intenso periodo di studi: a Milano all’Uni- versità Cattolica si laurea nel 1929 in lettere e nel 1933 in filosofia. Nel 1931 si laurea in teologia presso la Facoltà Teologica di Torino. In que- gli anni gli vengono affidati vari in- carichi: direttore spirituale nel semi- nario vescovile di Fossano, canonico teologo del Capitolo della Cattedra- le, direttore del settimanale diocesa- no di Fossano “La Fedeltà”; segreta- rio dell’Ufficio catechistico diocesa- no; responsabile del Segretariato Scuola dell’Azione Cattolica e mem- bro della Commissione della Confe- renza Episcopale Italiana per le atti- vità educative e culturali. Il 27 no- vembre 1933 è nominato vicario ge- nerale della diocesi di Fossano. Dal 1941 è titolare della Cattedra di Let- teratura cristiana antica nell’ Uni- versità di Torino. Mons.Pellegrino viene nominato ar- civescovo di Torino nel 1965. Parte- cipa all’ultima fase del concilio Vati- cano II con interventi particolar- mente significativi. Nel 1967, Paolo VI lo nomina cardinale, insieme al fossanese Giuseppe Beltrami e al polacco Karol Wojtyla, il futuro pa- pa Giovanni Paolo II. Durante il suo episcopato a Torino compie la visita pastorale di tutte le parrocchie dell’arcidiocesi; ristruttu- I l profilo del card. Michele Pelle- grino, (padre Pellegrino per mol- ti) emerge dai ricordi di tanti che l’hanno conosciuto. 1 Non si può par- lare di Michele Pellegrino senza ri- cordare la sua competenza storica, filologica e teologica in ambito patri- stico, acquisita all’Università Catto- lica di Milano e proseguita nella ri- cerca e nell’insegnamento all’Uni- versità di Torino. L’apologetica gre- ca e latina dei primi secoli, la poesia cristiana antica, la letteratura dei martiri e la costante “frequentazio- ne” di Agostino non rappresentano solo l’itinerario scientifico di Pelle- grino, ma sono le fonti che, insieme alle Scritture, hanno plasmato la sua spiritualità cristiana. «L’attenzione alla humanitas della prima letteratu- ra cristiana, alla pacatezza del dialo- go intessuto dai cristiani con la sa- pienza pagana, porrà i fondamenti per quel suo atteggiamento di aper- tura e di ascolto al mondo, per quel- la disponibilità al dialogo con la cul- tura, per quella «sympatheia» con quanto gli uomini a fatica cercano di realizzare in vista di una terra più abitabile e più umanizzata» (E. Bianchi). Vescovo del concilio, Pellegrino ha saputo interpretare l’esigenza di co- struire un ponte tra la Chiesa e il mondo contemporaneo, di colmare la distanza tra il “tempio” e la “fab- brica”, invitando gli ambienti eccle- siali a entrare in sintonia con le con- dizioni della gente, soprattutto di quanti sono afflitti dalla precarietà del vivere e ai margini della società. Di qui la «trasformazione di un in- tellettuale» che scende dalla catte- dra per contemplare il mistero di Dio nella storia e per farsi prossimo agli ultimi; scelte queste già ben pre- senti nel motto del suo episcopato Evangelizare pauperibus, radicato TESTIMONI Profilo del card. Michele Pellegrino UN VESCOVO CHE CREDEVA ALLA LIBERTÀ Uomo di Dio, vescovo e padre della Chiesa. Autorevole e maestro, ma sempre “accanto”,disposto ad ascoltare e ad imparare. Nella sua vita la preghiera ha sempre avuto il primato. Per molti è già “santo”. N. 14 15 luglio 2012

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20 Testimoni 14/2012

nell’idea che «le gioie e le speranze,le tristezze e le angosce degli uomi-ni d’oggi, dei poveri soprattutto e ditutti coloro che soffrono, sono purele gioie e le speranze, le tristezze e leangosce dei discepoli di Cristo, e nul-la vi è di genuinamente umano chenon trovi eco nel loro cuore» (GS 1).

—Una vitatotalmente donata

Michele Pellegrino nasce a RoataChiusani, (provincia di Cuneo e Dio-cesi di Fossano) il 25 aprile 1903 dauna famiglia di modeste condizionima ricca di fede. Rimane orfano dimadre dopo quattro mesi dalla na-scita ma vive la cura di “zia Laurina”e l’anno dopo di Anna, seconda mo-glie di papà Giuseppe. Il 4 maggio1911 Michele riceve la Cresima. A 10anni entra nel seminario minore diFossano, perché vuole diventare sa-cerdote, desiderio che si realizzerà il19 settembre 1925. Segue un intensoperiodo di studi: a Milano all’Uni-versità Cattolica si laurea nel 1929 inlettere e nel 1933 in filosofia. Nel1931 si laurea in teologia presso laFacoltà Teologica di Torino. In que-gli anni gli vengono affidati vari in-carichi: direttore spirituale nel semi-nario vescovile di Fossano, canonicoteologo del Capitolo della Cattedra-le, direttore del settimanale diocesa-no di Fossano “La Fedeltà”; segreta-rio dell’Ufficio catechistico diocesa-no; responsabile del SegretariatoScuola dell’Azione Cattolica e mem-bro della Commissione della Confe-renza Episcopale Italiana per le atti-vità educative e culturali. Il 27 no-vembre 1933 è nominato vicario ge-nerale della diocesi di Fossano. Dal1941 è titolare della Cattedra di Let-teratura cristiana antica nell’ Uni-versità di Torino. Mons.Pellegrino viene nominato ar-civescovo di Torino nel 1965. Parte-cipa all’ultima fase del concilio Vati-cano II con interventi particolar-mente significativi. Nel 1967, PaoloVI lo nomina cardinale, insieme alfossanese Giuseppe Beltrami e alpolacco Karol Wojtyla, il futuro pa-pa Giovanni Paolo II. Durante il suo episcopato a Torinocompie la visita pastorale di tutte leparrocchie dell’arcidiocesi; ristruttu-

Il profilo del card. Michele Pelle-grino, (padre Pellegrino per mol-ti) emerge dai ricordi di tanti che

l’hanno conosciuto.1 Non si può par-lare di Michele Pellegrino senza ri-cordare la sua competenza storica,filologica e teologica in ambito patri-stico, acquisita all’Università Catto-lica di Milano e proseguita nella ri-cerca e nell’insegnamento all’Uni-versità di Torino. L’apologetica gre-ca e latina dei primi secoli, la poesiacristiana antica, la letteratura deimartiri e la costante “frequentazio-ne” di Agostino non rappresentanosolo l’itinerario scientifico di Pelle-grino, ma sono le fonti che, insiemealle Scritture, hanno plasmato la suaspiritualità cristiana. «L’attenzionealla humanitas della prima letteratu-ra cristiana, alla pacatezza del dialo-go intessuto dai cristiani con la sa-pienza pagana, porrà i fondamentiper quel suo atteggiamento di aper-

tura e di ascolto al mondo, per quel-la disponibilità al dialogo con la cul-tura, per quella «sympatheia» conquanto gli uomini a fatica cercano direalizzare in vista di una terra piùabitabile e più umanizzata» (E.Bianchi).Vescovo del concilio, Pellegrino hasaputo interpretare l’esigenza di co-struire un ponte tra la Chiesa e ilmondo contemporaneo, di colmarela distanza tra il “tempio” e la “fab-brica”, invitando gli ambienti eccle-siali a entrare in sintonia con le con-dizioni della gente, soprattutto diquanti sono afflitti dalla precarietàdel vivere e ai margini della società.Di qui la «trasformazione di un in-tellettuale» che scende dalla catte-dra per contemplare il mistero diDio nella storia e per farsi prossimoagli ultimi; scelte queste già ben pre-senti nel motto del suo episcopatoEvangelizare pauperibus, radicato

TESTIMONI

Profilo del card. Michele Pellegrino

UN VESCOVO CHECREDEVA ALLA LIBERTÀ

Uomo di Dio, vescovo e padre della Chiesa. Autorevole emaestro, ma sempre “accanto”,disposto ad ascoltare e adimparare. Nella sua vita la preghiera ha sempre avuto il

primato. Per molti è già “santo”.

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ra il suo territorio in zone vicariali eincoraggia il ruolo dei laici nella par-tecipazione ecclesiale. Dà vita conconvinzione agli organismi consulti-vi diocesani e ristabilisce il diacona-to permanente. In quella stagionedifficile in cui la Chiesa è chiamataad attuare le linee del concilio e aconfrontarsi con i tumultuosi anni‘70, l’icona del vescovo Pellegrino èanche quella della sofferenza, dellanon comprensione, della solitudinedi un pastore che percepisce nellasua gente e nella sua Chiesa i rischidi divisioni e di contrapposizioni.Il card. Pellegrino rinuncia al gover-

no dell’arcidiocesi di Torino nel1977; gli succederà mons. AnastasioBallestrero. Continua tuttavia a de-dicarsi allo studio e alla predicazio-ne in Italia e all’estero fino all’8 gen-naio 1982, quando è colpito da un“ictus” irreversibile che gli toglie laparola e lo rende testimone silenzio-so di sofferenza offerta per il benedella Chiesa. Ricoverato all’Ospeda-le Cottolengo di Torino vi rimane fi-no al giorno della morte, il 10 otto-bre 1986, dopo aver ricevuto l’Un-zione degli infermi dal card. Balle-strero, che gli porta una speciale be-nedizione di Giovanni Paolo II. Disua volontà, espressa nel 1973, padrePellegrino dona la cornea dei suoiocchi. La sua salma viene tumulata il14 ottobre 1986, per sua precisa di-sposizione testamentaria, nella tom-ba di famiglia nel cimitero del paese,

in quel piccolo rettangolo di terra,dove riposano i suoi genitori, i fami-liari, i molti preti e i tanti amici diRoata.

—Cristianoe vescovo “vigilante”

Pellegrino citava spesso, in conferen-ze e conversazioni, le parole di Ter-tulliano: «cristiani non si nasce ma sidiventa». Questa era una consapevo-lezza che ha accompagnato la sua vi-ta cristiana, fornendogli una “vigi-lanza” straordinaria sui suoi senti-menti e comportamenti di uomo, di

cristiano e di vescovo. Non solo eraun cristiano con una fede salda eprofonda, ma riteneva la forma delvivere cristiano soprattutto comediretta opera fidei. Il vangelo eraper lui il canone, la regola della vi-ta cristiana quotidiana. Perciò eraun cristiano severo con se stesso, esapeva diventare severo anche congli altri, soprattutto quando il van-gelo gli pareva minacciato o impo-verito. Il suo rigorismo evangelicosi esprimeva nella sua ricerca intel-lettuale e spirituale, nel rifiuto diessere chiamato “eccellenza”, nelsuo vestire in modo semplice e so-brio, (dona la croce pettorale, anel-li episcopali, calici e medaglie); nonamava inaugurazioni e cerimonieufficiali, declinava doni e privilegi,ricordava spesso che il vangelo nonè solo “buona notizia”, ma anche

“giudizio” in cui un giorno si saràchiamati a rispondere. Questo rigori-smo ascetico e spirituale si nutrivaogni giorno della preghiera, chesempre ha avuto il primato nella suavita di prete, di docente universitarioe poi di vescovo. Ripeteva spessoche per la vita cristiana è assoluta-mente necessario non solo meditare,ma studiare e ruminare la parola diDio quotidianamente.

—Vescovodi profonda carità

Vescovo di profonda carità, anche senon sempre espressa con atteggia-menti affettivi, ha testimoniato at-tenzione ai piccoli e agli ultimi, capa-cità di misericordia anche versoquelli che lo contraddicevano, caritàpastorale, soprattutto verso i confra-

Testimoni 14/2012 21

TESTIMONI

LA COMUNITÀ DI PREGHIERA

“MATER ECCLESIAE”,

Organizza i seguenti

CORSI DI ESERCIZISPIRITUALIPER TUTTE

LE VOCAZIONI

31 Agosto/ 7 Settembre 2012

“Il Dio che discernei nostri cuori”

(Don FABRIZIO PIERI)

9/16 Settembre 2012

“Chi è il mio prossimo?”

(Mons. ANTONIO DONGHI)

23/30 Settembre 2012

“Rigenerati dalla Parolaviva ed eterna”

(P. BRUNO SECONDIN, ocarm)

14/22 Ottobre 2012

“Voi siete il sale della terra”

(P. ADALBERTO PIOVANO, osb)

Informazioni

La Comunità di Preghiera“Mater Ecclesiae”,

Via della Pineta Sacchetti, 50200168 ROMA

Tel e fax 06/3017936E mail: [email protected]

telli presbiteri. «Si amas, pasce», di-ceva. Egli è consapevole che «il ser-vizio di cui il pastore è debitore allacomunità è l’esercizio dell’autorità.Un’autorità che non sia come quelladei potenti di questo mondo, ma siaesercitata a nome di Cristo», segna-ta dall’amore e dalla pratica dellacomunione. «Un amore disinteressa-to e generoso, sempre memore chele pecore sono e rimangono del Si-gnore», e una comunione che è datanon tanto da parole, ma da una pre-

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senza concreta. La sua azione pasto-rale è incentrata sull’impegno di at-tuazione del concilio e si distingueper una speciale attenzione ai pro-blemi concreti della gente, in parti-colare a quelli dei poveri e del mon-do del lavoro. Il suo magistero epi-scopale coglie i “segni dei tempi” edè ricordato soprattutto per la letterapastorale Camminare insieme dell’8dicembre 1971. Durante il suo epi-scopato, ha anche una grande intui-zione dei problemi del terzo mondo:avvia l’esperienza dei preti fidei do-num e “disegna” un futuro multietni-co per la città di Torino.«Tuttavia eravamo impreparati – di-ce E.Bianchi – ad avere un vescovoche credeva alla libertà e alla possi-bilità di una corresponsabilità eccle-siale, a un autentico «camminare in-sieme». Impreparati al suo metodoche chiedeva obbedienza intelligen-te e matura. Impreparati alla sua pa-rola libera che non temeva i giudizidegli uomini, non temeva neanche, avolte, di manifestare con severitàpreoccupazioni alle autorità superio-ri e che, soprattutto, mai cedeva allamenzogna».

—Un faro di luceper molti

Ernesto Olivero, fondatore e anima-tore del Sermig (Servizio missiona-rio giovanile), ha raccontato alcunidei tanti incontri avuti col card. Pel-legrino. «La mia – ha detto – è la te-stimonianza di un ragazzino, amatoda un gigante». Per tanti MichelePellegrino è già santo: per noi è uo-mo di Dio, padre della Chiesa e ami-co. Un’amicizia nata a metà degli an-ni sessanta, quando al Sermig, l’arci-vescovo concesse la chiesa dell’arci-vescovado per un decennio in mododa avere un luogo per pregare e perl’adorazione eucaristica, il dono «diun padre che ci ha sprofondati inDio e nella preghiera». Coinvolgente la testimonianza didon Luigi Ciotti, fondatore del grup-po Abele, giovane sacerdote di Tori-no a cui il card. Pellegrino affidò la«parrocchia della strada». Una par-rocchia, all’inizio degli anni settanta,segnata dai gravi problemi della tos-sicodipendenza e della prostituzio-ne. Don Ciotti ha ricordato le fortiprese di posizione di Pellegrino, lasua “opzione preferenziale per i po-veri”, come quando si fece garantecon il questore e la magistratura per-ché si potesse aprire un centro capa-ce di offrire una prima risposta allepersone tossicodipendenti (4000 neiprimi due anni). O come nella suaomelia della notte del Natale 1972 incui prese posizione sulla questionedello sfruttamento della prostituzio-ne. «Ci invitava ad avere il coraggiodella parola e della denuncia francanei confronti dell’ingiustizia. perchéla Chiesa o è profetica o non è. Pa-dre Pellegrino ci ha insegnato chenon bastano le strutture e le rispostetecniche, ma ci vuole attenzione edu-cativa, ascolto dei bisogni profondidelle persone». Il card. Pellegrino ri-mane ancora oggi uno dei fari chehanno illuminato la strada di tantepersone incoraggiandole a prosegui-re anche in mezzo alle difficoltà.

Anna Maria Gellini

1. E. BIANCHI – L. CIOTTI – E. OLIVERO, Miche-le Pellegrino. Padre della Chiesa Padre dellacittà, EDB Bologna, 2012.

Testimoni 14/201222

TESTIMONI

E S E R C I Z I S P I R I T U A L I

PER TUTTI

� 15-23 set: p. Piero Granzinosj “Non avere paura io sonocon te”SEDE: Nostra Signora del Cenacolo,P.zza G. Gozzano 4 – 10132 Torino;Tel 0118195445 Fax 0118195835; e-mail: [email protected]

� 17-25 set: don AgatinoGugliara ssp “Non averepaura (At 18,9)”SEDE: Casa di preghiera “Oasi DivinMaestro”, Via Montanino 11 – 52010Camaldoli (AR); Tel 057.5556016; e-mail: [email protected]

� 19-26 set: don AlessandroValentino “La santità nelquotidiano”SEDE: Casa di preghiera “Domus Au-rea”, Via della Magliana 1240 –00148 Ponte Galeria (RM); Tel0665000069 Fax 066524371;www.figliedellachiesa.org

� 21-28 set: p. SalvatoreBarbagallo ofm “Laprofessione dei consiglievangelici”SEDE: Centro di Spiritualità “Barba-ra Micarelli”, Via Patrono d’Italia5e – 06081 S. Maria degli Angeli(PG); Tel 0758043976 Fax0758040750; e-mail: [email protected]

� 23-29 set: Rosanna Virgili“Misericordia voglio e nonsacrifici”SEDE: Casa di Preghiera “Eremo del-la Trinità” Suore Francescane Mis-sionarie di Assisi, Via Padre Pio 2 –06081 Assisi (PG); Tel 075813283; e-mail: [email protected]

� 7-13 ott: don Paolo Blasetti“Ti farò mia sposa”SEDE: Casa di Preghiera “Eremo del-la Trinità” Suore Francescane Mis-sionarie di Assisi, Via Padre Pio 2 –06081 Assisi (PG); Tel 075813283; e-mail: [email protected]

� 8-13 ott: p. Elia Citterio “Isegreti della vita spirituale”SEDE: Casa di spiritualità dei San-tuari Antoniani,Via S. Antonio 2 -35012 Camposampiero (PD); Tel0499303003 Fax 0499316631;www.vedoilmiosignore.it

� 13-20 ott: p. Antonio Barn“La preghiera del cuore”SEDE: Casa di preghiera “Domus Au-rea”, Via della Magliana 1240 –00148 Ponte Galeria (RM); Tel0665000069 Fax 066524371;www.figliedellachiesa.org

La storia vera di due coniugi, chehanno generato la propria possibilità

di diventare mamma e papà adottiviattraverso il cuore, la mente, il sorrisoe il gioco, ma anche fatica, coraggio e capacità di mettersi in questione. Una te-stimonianza ricca, che non teme di evi-denziare luci e ombre di una particolaremodalità dell’essere genitori, sperimen-tata da un numero crescente di coppie.

BIANCA DOMINISIAUMBERTO VILLACOLLE

Occhidi diamante

L’adozione come attod’amore reciproco

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