Un sì donato a dio pUò cambiare il mondo! · il Signore le fa prima sapere ciò che si aspetta da...

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INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected] Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta. PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI ANNO XVII N. 4 OTTOBRE - NOVEMBRE - DICEMBRE 2009 UN SÌ DONATO A DIO PUÒ CAMBIARE IL MONDO! S. Natale 2009 “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38)

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Periodicodel centro maria bolognesiattore della causadi canonizzazionedella serva di diomaria bolognesi

anno Xvii n. 4ottobre - novembre - dicembre 2009

Un sì donato a dio pUò cambiare il mondo!

S. Natale 2009

“Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”

(Lc 1,38)

2 Finestre Aperte

prima che nel 325 d.C. il Concilio di nicea lo spostasse al 21 marzo – segnasse l’inizio della creazione del mondo e dell’uomo. Perciò era ritenuto come una data simbolica del concepimento del Verbo di Dio: il Signore si sarebbe incarnato e sarebbe anche morto il 25 marzo.

non dimentichiamo che il Signore risorto, annunciato a Maria, è annunciato quotidianamente alla Comunità dei fedeli durante la Santa Messa.

Sotto questa luce l’Annunciazione non è solo l’inizio della redenzione, è la chiave di lettura e di comprensione di tutta la vicenda di Cristo che segue ad essa.

impossibile, dunque, accostarsi al natale spiritualmente pronti se prima non si approfondisce adeguatamente il “sì” della Vergine Maria.

Dio invita, l’uomo decide

il Vangelo dell’Annunciazione, uno dei brani più com-moventi, ci racconta in quale modo Dio ha introdotto nel mistero della salvezza la Vergine Maria, umile donna della terra, facendo di lei la Madre del Salvatore.

invece di metterla di fronte ad una decisione autoritaria, il Signore le fa prima sapere ciò che si aspetta da lei. Per-ciò è con cognizione di causa che Maria si impegna nella grande avventura messianica.

il dialogo che si svolge tra Maria e l’angelo Gabriele manifesta la sua progressiva comprensione del mistero e la partecipazione personale che le è richiesta: Maria risponde-rà liberamente all’invito divino.

Ciascuno di noi è invitato a cooperare all’opera della salvezza. Sapremo, sull’esempio di Maria, pronunciare

un “fiat” di amorosa sottomissione a Dio, impegnarci nell’av-ventura della fede, che è incontro con Dio in Gesù Cristo?

Ogni vocazione cristiana è una pro-gressiva scoperta della chiamata che il Signo-re senza sosta rivolge a ciascuno. rispondervi generosamente, giorno per giorno, costituisce la vita di fede. in que-sto Maria è per tutti un modello perfetto.

Che bisogno aveva

Quest’anno, come preannuncia l’immagine in coper-tina – L’Annunciata di Antonello da Messina –, sento la necessità di proporre la consueta riflessione natalizia partendo dai nove mesi precedenti la nascita di Gesù per arrivare con maggior consapevolezza al fatidico giorno.

ripercorriamo il calendario a ritroso. il 25 marzo la Chiesa celebra la solennità dell’Annunciazione del Signore a Maria Vergine.

L’incarnazione del Verbo rappresenta anche l’inizio della sua Pasqua, proprio per questo la festività dell’An-nunciazione, già tra il iV e il V secolo – come testimonia Giovanni Crisostomo – era considerata la radice delle feste.

Uno dei punti focali sta nel fatto che è lo Spirito ad annunciare il Signore a Maria (Lc 1,26-38). L’evangelista Luca lascia emergere con sufficiente evidenza l’analogia tra la discesa dello Spirito su Maria nel momento dell’An-nunciazione e sulla Chiesa apostolica a Pentecoste. Del resto l’Annunciazione è giustamente detta “la Pentecoste di Maria”. È l’inizio dell’Oméga, l’inaugurazione della nuova Alleanza nel Sangue del Dio-Uomo.

L’Annuncio a Maria supera ogni vecchio schema delle annunciazioni dell’Antico testamento. i temi narrati sono completamente nuovi: il concepimento verginale del Figlio di Dio, la compartecipazione della Madre ai Misteri salvifi-ci, la Maternità divina – e perciò Maternità verginale – pro-pria ed esclusiva dei tempi messianici. Anche le Promesse dell’Antico testamento si compiono in un modo del tutto inatteso, nella novità che è Cristo.

L’obbedienza del Figlio si rispecchia nell’obbedienza della Madre e così, per l’incontro di questi due “sì”, Dio ha potuto assumere un volto di uomo. ecco il motivo per cui l’An-nunciazione è anche una festa cristologi-ca, perché celebra un mistero centrale di Cri-sto, cioè la sua incar-nazione.

Seguendo l’ipote-si che spiega la festa del natale fissata al 25 dicembre in dipenden-za dal 25 marzo, e non viceversa, si scopre che i Padri credevano che questo giorno, equi-nozio di primavera –

Editoriale

IL SENSO DEL NATALE RACCHIUSO IN UN “SÌ”

“Ecco, io vengo…

…per compiere, o Dio, la tua volontà” (Salmo 39)

LAVORI IN

CORSO

Finestre Aperte 3

sommarioEditorialeil senso del natale racchiuso in un “sì” .. pag. 2

Il diario“io, Gesù, ti preparo il presepio...” ......... » 4

radio Kolbe “vola” con Maria Bolognesi ................................ » 5

Missâo Belém chiama Maria BolognesiL’importanza del diario spirituale ............ » 6

Padre Gianpietro Carrarotra gli “amici” di Maria Bolognesi .......... » 7

Passa il testimone ...................................... » 8

La meta del pellegrinoLa natura che parla di Dio ....................... » 9

Sulle ali della PoesiaUna poesia per una stella ........................ » 10

85° anniversario della nascitadi Maria Bolognesi .................................. » 12

Oltre lo spazio e il tempoinsegnaci a contare i nostri giorni ............ » 15

30° Anniversario della Nascita al Cielodi Maria Bolognesi ...................................... » 16

Una poesia per Maria Bolognesi ............. » 17

“Vado a prepararvi un posto”Un amico con noi dal cielo ....................... » 18

Appuntamenti ........................................... » 20

In ossequio al decreto di Urbano VIII, si dichiara di non voler attribuire a quanto di straordinario è narrato in questo giornale altra fede se non umana e di non voler prevenire il giudizio definitivo della Chiesa, al quale la Redazione intende sotto-mettere in tutto il suo.

Il Consiglio Direttivodel Centro ringrazia per le offerte

pervenute per la Causae le opere di Maria.

Per offerte:Conto Corrente Postale 26145458

FineStre [email protected]

Direttore responsabile:Mons. Daniele Peretto

Direttore: Giuseppe tesi

Vicedirettore: Ludovica Mazzuccato

Sede e redazione:Centro Maria Bolognesi

Via G. tasso, 49 - 45100 rovigotelefax: 0425.27931

Aut. trib.: rovigo n. 8/92del 30/07/1992

Stampa: Papergraf S.p.A.

Piazzola sul Brenta (Pd)

Dio dell’uomo? Ma egli è l’amore. Questa è la sua defi-nizione, rivelata da suo Figlio. La creazione dell’universo, quella dell’uomo, gli interventi di Dio nel corso della storia, e l’evento più incredibile di tutti, l’incarnazione di Cristo, non hanno altra spiegazione che questa: Dio è amore. egli vuole che gli esseri umani siano felici. egli ha concepito il disegno di elevare l’uomo alla dignità di figlio, per farlo partecipe della sua gloria e della sua beatitudine. Questa è la buona novella portata dal Signore Gesù agli uomini e custodita nel Vangelo.

Ma il progetto di Dio è condizionato all’accettazione dell’uomo. L’offerta di Dio è ispirata dall’amore, quindi la risposta deve essere anch’essa ispirata dall’amore: non deve essere viziata da alcuna costrizione, ma sgorgare da un cuore perfettamente libero. il più bell’esempio del modo di agire di Dio ci è dato proprio dalla scena dell’an-nunciazione: Dio ha scelto una fanciulla del popolo ebreo per realizzare il suo piano di salvezza. Ma il messaggio che l’angelo le porta in nome di Dio le lascia la più completa libertà di accettare o di rifiutare.

Bastano due sillabe

non può che esserci chiaro: il Bambino che sta per nascere aspetta un nostro “sì”. Vogliamo deluderlo?

nella vita di tutti i giorni cerchiamo di sfuggire alle domande che ci vengono rivolte e la cui risposta affermati-va implicherebbe sacrificio da parte nostra.

il suono breve dell’affermazione, a volte, ci inganna e a conti fatti non siamo coerenti alla parola data.

Gesù in realtà non ci chiede di firmare un foglio in bian-co, ma una dichiarazione d’amore scritta con l’inchiostro simpatico e che solo alla luce della fede diventa leggibile.

Annuire con il capo deriva dal tradizionale gesto dell’inchino, che a sua volta è legato al mostrare il collo in segno di sottomissione. Con il tempo è diventato un “sì”, ma nasce da un’accettazione di superiorità altrui. il contra-rio, ossia scuotere il capo per dire no, è figlio del distogliere lo sguardo dall’interlocutore.

Dobbiamo spogliarci di ogni superbia, proprio come fece Maria Bolognesi per ammettere la superiorità di Dio e affidarci a Lui.

il nostro deve essere un “sì” alla vita, con le sue con-traddizioni irrisolte; un “sì” pronunciato guardando negli occhi chi ci sta di fronte, un “sì” che nega l’atteggiamento di cristiani pigri e di chi ha pronta per ogni circostanza una risposta preconfezionata.

Bastano due sillabe e tanta forza di volontà, perché quando rispondiamo alla “chiamata” in realtà non facciamo altro che scegliere quello che è meglio per noi, anche se in quel momento non siamo in grado di comprenderlo.

Al Padre basta anche un “sì” detto sotto voce ma reso forte dai fatti.

Proponiamoci di trascorrere questo Santo natale alle-nando il nostro spirito a dire di “sì”, in una specie di “Yes man”, titolo dell’autobiografia e del film ispirato alla vita dell’umorista inglese Danny Wallace.

Sì, a chi chiede il nostro aiuto. La nostra risposta al bisognoso sarà una risposta a Dio.

continua a pag. 4

4 Finestre Aperte

in Bulgaria, in alcuni parti della Grecia, nei Paesi dell’ex Jugolavia, in turchia, in iran e in Bengala, si annuisce muoven-do la testa da destra a sini-stra, mentre per manifestare un rifiuto, dall’alto al basso.esattamente il contrario di quanto avviene nella gestualità del resto del mondo.

La Stella che orienta il nostro “sì”

Dobbiamo essere consapevoli che non dare la nostra adesione al progetto di Salvezza significa rifiutare la nasci-ta di Gesù, proprio come se Maria avesse risposto di “no” all’Angelo. il natale non avrebbe più senso.

in questa esperienza impegnativa del “sì”, però, non siamo soli. Papa Benedetto XVi ha sottolineato che “la Ver-gine Maria è la stella che ci guida in ogni area di santità” e che “i Santi sono le stelle all’orizzonte della nostra storia che irradiano in continuazione luce nel mondo in mezzo agli annuvolamenti di questo tempo, cosicché possiamo vedere qualcosa della luce di Dio”.

Proprio in questo numero la nostra rubrica “Sulle ali della Poesia” ospita le poesie ispirate alle stelle. Ci appel-liamo alla Madonna, Stella tra le stelle, con l’intercessione di tutti i Santi, affinché nel nostro cuore possa germogliare un “fiat” pieno e sincero.

“O tu che hai l’impressione di essere sballottato dai flutti di questo mondo tra burrasche e tempeste invece che camminare per terra, non distogliere lo sguardo dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere travolto dalle tempeste! Se insorgono i venti delle tentazioni, se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se sei assalito dalle ondate della superbia, dell’am-bizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, chiama Maria! Se l’ira, o l’avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella della tua anima, guarda Maria! Se, turbato dall’enormità dei peccati, confuso per le brutture della tua coscienza, impaurito dal rigore del giudizio, cominci ad essere risucchiato dal baratro della tristezza e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria! Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria! Non si allontani dalla tua bocca, non si allontani dal tuo cuore e per ottenere l’aiuto della sua preghiera, non tralasciare di seguire l’esempio della sua condotta di vita” (San Bernardo).

in particolare, in vista del 2010, anno in cui ricorre il 30° anniversario della nascita al Cielo di Maria Bolognesi, preghiamo la Serva di Dio perché il suo magistrale “sì” diventi il nostro: le nostre voci partano sempre dai recinti del mistero e rechino il profumo del silenzio.

Buon Natale!

Ludovica Mazzuccato

continua da pag. 3

Curiosità

La Serva di Dio per consolare Gesù e la Madonna si prodigò, anno dopo anno, nella costruzione del Presepe. Abitualmente ella sollevava dalla mangiatoia il Bambino Gesù e Lo stringeva con immenso amore materno, al suo cuore, pieno di calore, ma anche di un dolore infinito, ripensando alla Via Crucis del Salvatore.

il primo Presepio, inteso come atto di dedizione, di pietà e di disponibilità verso il Creatore, nacque nel mese di novembre del 1944.

i Presepi di Maria, di anno in anno, diven-nero sempre più belli e non mancarono mai di ricevere un premio o un riconoscimento.

Anche se Maria, sempre umile e discre-ta, non andò mai a ritirare alcun premio, ci sembrerebbe assolutamente umano che anche lei, dopo tanto impegno e dedizione, si sentisse un po’ orgogliosa di quanto realiz-zato.

invece, grazie all’episodio del 30 ottobre del 1959, capiamo chiaramente che nel cuore della Serva di Dio c’è posto solo per il Signore.

Maria sta lavorando nello scantinato di casa Mantovani per preparare il necessario all’allestimento di un nuovo presepio. Gesù nella visione estatica le chiede il motivo di tanto lavoro e Maria con grande semplicità gli risponde:

«Gesù, non ho nulla da darti e voglio che Tu veda quan-to ti amo. Sento già il Natale, io. Quando riesco a fare bene il presepio, per me è una gioia d’amore, meditando tutta la sofferenza della Madonnina e anche la sua gioia nel vederti piccino tra le sue braccia. Io, Gesù, ti preparo il presepio come la Madonnina ti allargava le sue braccia materne»

«Maria, non lavori per arricchire il tuo presepio per i visitatori, per far contemplare loro le tue bravure?» «Gesù, non m’importa delle lodi degli uomini, faccio per lodare Te e gustare, proprio nella meditazione, la tua nascita».

Dopo quanto appena detto non è difficile capire il motivo per cui il presepio della Serva di Dio era diventato famoso e visitato da molta gente.

Perché Maria era così abile nel rappresentare la nativi-tà? Perché essa, prima di tutto, avveniva nel suo cuore.

“Io, Gesù, ti preparo il presepio...”

Il Diario

Loc. Passetto di San Cassiano (RO) Il primo presepio realizzato da Maria

Finestre Aperte 5

RADIO KOLBE “VOLA” CON MARIA BOLOGNESI

“La radio è il teatro della mente” scriveva l’attore e compositore ameri-cano Steve Allen.

Sacrosanta verità, se si pensa a come questo mezzo di comunicazione sia in grado di entrare nell’intimità della gente, in qualunque luogo essa si trovi, senza bisogno di ipnotizzarla con una cascata di immagini.

Perciò, avere una radio diocesana – nel nostro caso, radio Kolbe – è un dono immenso che non va sottovalutato.

Proprio in virtù di questo, il Centro Maria Bolognesi ha sentito l’esigenza di suggellare una collaborazione con radio Kolbe in vista del 30° anni-versario della nascita al Cielo della Serva di Dio Maria Bolognesi, che ricorrerà il 30 gennaio 2010.

L’idea, nata spontaneamente, ha trovato la piena ed immediata dispo-nibilità del Direttore di radio Kolbe, Mons. Bruno Cappato, fucina di ottimi suggerimenti per la riuscita di questa iniziativa.

Grazie a persone che donano tempo e “ingegno”, cimentandosi in un’espe-rienza totalmente nuova per loro, il progetto si è concretizzato in una tra-smissione radiofonica, a cura dello stesso Centro, che permetterà agli ascoltatori di ripercorrere la vita di Maria Bolognesi.

non bisogna dimenticare che, nella vita della Serva di Dio, sono presenti dei denominatori comuni con la vita di ogni polesano nato negli anni 20 del secolo scorso: la terra da strappare alla palude, la povertà dei braccianti agrico-li, le piene dei fiumi, le epidemie, oltre

ai fatti storici susseguenti la Grande Guerra.

Proporre il vissuto di Maria Bolo-gnesi, perciò, significa offrire anche uno spaccato del nostro territorio pre-gno di tradizioni, che negli ascoltatori più maturi rievocherà la nostalgia dei ricordi, mentre ai più giovani darà modo di venire a contatto con le radici del loro patrimonio culturale.

il titolo della trasmissione è già un preludio: “Sulle ali di Maria Bolo-gnesi”, una narrazione che osserva dall’alto i fatti per proporre una verità documentata, ben lontana da dare giu-dizi nei confronti delle persone citate, ma semplicemente volta a evidenziare le virtù della Serva di Dio, “fiore del Polesine” il cui soave profumo inebria di fede anime e cuori, trascinandoli più vicini al divino Amore.

il “format” è strutturato in conte-nitori che per una mezz’ora alla setti-mana accompagneranno gli ascoltatori per un intero anno, alla scoperta di quest’anima speciale.

Si parte con “il Fatto”, ovvero la narrazione di un episodio della vita di Maria, attingendo da una biografia inedita redatta nel 1990 da Giusep-pina Giacomini per accompagnare in Diocesi l’avvio dell’iter della Causa di Beatificazione della Serva di Dio.

Si continua con “La Parola”, in cui viene data lettura di un brano della Bib-bia – dai Salmi al Vangelo – in concor-danza con il racconto della puntata.

Segue “La testi-monianza”, ovvero fatti riportati con parole autografe di persone che hanno conosciuto Maria Bolognesi.

Si continua con “La riflessione” in cui si attualizza il messaggio di fede lasciato dalla Serva di Dio, e poi con il

“Grazie Maria!”, spazio aperto agli ascoltatori, che possono far perveni-re – ai recapiti indicati nella sigla di chiusura – pensieri, poesie, personali testimonianze di grazia ricevuta per l’intercessione di Maria Bolognesi e quant’altro possa sgorgare dal loro cuore in suo nome.

La preghiera per la Beatificazione della Serva di Dio conclude la trasmis-sione, la quale – ripetiamo – avrà una cadenza settimanale.

Ogni puntata sarà trasmessa: domenica, ore 21.30 – martedì, ore 18.20 – giovedì, ore 11.00 – sabato, ore 11.00.

Le voci che si alternano al microfo-no sono generosamente “offerte” dagli “amici” di Maria Bolognesi: Luigi Ambrosini, Ludovica Mazzuccato, Antonietta rossato e Giuseppe tesi. in regia, roberto Giannese e Federica Mazzuccato.

La sigla musicale trasmessa in aper-tura e in chiusura del programma è “L’inno a Maria Bolognesi”, composto e donato al Centro dal Maestro rocco Fodale di Messina.

È auspicabile che questa trasmis-sione possa far scoprire e far maggior-mente conoscere la Serva di Dio a tutti gli ascoltatori che si sintonizzeranno sulle frequenze di radio Kolbe.

Ricordiamo agli amici naviganti che Radio Kolbe si può ascoltare in FM nella provincia di Rovigo sulle frequenze 91.200 e 94.500 mhz.

Trasmissione radiofonica sulla vita di Maria Bolognesi

Le voci de “Sulle ali di Maria Bolognesi”

6 Finestre Aperte

Missâo Belém chiama Maria Bolognesi di Luigi Ambrosini

Per specificare chiaramente quanto anticipato nello scorso numero, questa volta poniamo l’accento su uno dei punti fondamentali sui quali si è cementata la Missâo Belém: si tratta del “diario spirituale”, un mezzo straordi-nario di crescita spirituale per grandi e piccoli.

esso è divenuto la colonna portante di questa realtà, che vive e cresce come una creatura portata avanti tramite Padre Gianpietro, ma voluta fin dall’inizio, proprio da nostro Signore Gesù Cristo.

il Diario è lo strumento privilegiato che Dio ha con-cesso in dono al Sacerdote missionario, perché i poveri siano “evangelizzati”.

il diario è la Cristo-terapia! È il “pane” per chi inizia il cammino di consacrazione; è il combustibile per il cam-mino di restaurazione; è il maggior strumento di unità fra tutti i membri della Missâo Belém, sparsi per il mondo.

Lasciamo subito la parola a Padre Gianpietro Carraro, che dice:

“Crediamo siano circa 4500 coloro che fanno tutti i giorni il diario spirituale. È incredibile come la Parola di Dio, sempre uguale, parli al cuore di persone comple-tamente differenti: con noi, abbiamo bambini di 6 anni e vecchietti di 70 anni, sacerdoti ed ex-assassini, uomini e donne, fratelli di strada e consacrati, Per tutti, il diario è una stella che orienta la vita”.

ecco il metodo che Padre Gianpietro indica a ciascuno di noi:1) scegli un luogo adatto, se puoi, riunisciti con gli amici

e fissa la durata della meditazione (almeno 30 minuti); se possibile, recita prima il rosario o, almeno, fai il segno della croce, poi prega recitando il Padre nostro e 3 Ave Maria.

2) leggi il testo in grassetto scritto da Padre Gianpietro, sottolineato doppio, senza preoccuparti di evidenziarlo in seguito; leggi il testo del Vangelo, sottolineando ed evidenziando le frasi che più hanno toccato il tuo cuore e ti hanno colpito.

3) prendi il tuo quaderno spirituale, metti - in alto a sini-stra della pagina - la data del giorno e la citazione del brano del Vangelo che stai leggendo; in seguito, scrivi tutte le frasi che hai sottolineato; per terminare, scrivi di nuovo la frase che, fra tutte, ti ha maggiormente colpito.

4) Ora chiediti: come posso mettere in pratica - oggi - questa frase? Quale gesto concreto farò per realizzare questa parola nella mia vita? Deve essere qualcosa di molto concreto!

Che cosa farò - oggi - per realizzare questa parola? Scegli perciò un proposito: piccolo, concreto, preciso,

L’IMPORTANZA DEL DIARIO SPIRITUALE

un gesto, qualcosa che la parola ci invita a fare per migliorare, una piccola cosa, ogni giorno.

È la cosa più importante del diario. Gesù ha detto “beati quelli che leggono o meditano la mia parola”, ma ha anche aggiunto: “beati coloro che la mettono in pratica”: questa è la grande differenza!

5) scrivi ora il tuo proposito sul palmo della mano e nel tuo diario: questo proposito stia, per tutto il giorno, nel tuo cuore e nella tua mente, per viverlo il più pos-sibile.

6) la notte dedica almeno 20 minuti per riflettere sulla giornata: nella pagina di destra del tuo quaderno, fai il “diario del giorno” rispondendo a queste tre do-mande:a) Che cosa Gesù ha fatto per me, oggi? Quali grazie

ho ricevuto da lui, in questo giorno?b) Che cosa ho fatto io per Gesù, oggi? racconta

come hai vissuto il proposito e scrivi almeno 10 righe raccontando le esperienze, che hai vissuto, quando ti sei ricordato del proposito.

c) Signore, ti chiedo perdono per............... scrivi con sincerità i peccati commessi nella giornata: in que-sto modo sarà semplice confessarsi e non dimenti-carsi nulla.

Se qualche lettore vorrà provare, si renderà conto di quanto sia utile questo strumento per avvicinarsi il più possibile a Dio, seguendo altresì le orme della carissima Maria Bolognesi che, pur non praticando per ovvi motivi il diario spirituale, in un certo senso lo ha perfettamente vissuto in ogni istante della sua vita terrena.

Finestre Aperte 7

Carissimi tutti - amici di Maria Bolognesi e lettori di Finestre Aperte -

Da non “addetta ai lavori” desidero condividere con voi le emozioni ed il messaggio che ho percepito, domenica 6 settembre 2009, durante la celebra-zione della S. Messa presieduta da Padre Gianpietro Carraro, il missio-nario che avete iniziato a conoscere attraverso la rubrica “Missâo Belém chiama Maria Bolognesi”.

La S. Messa si è svolta a Bosaro (rO) in una struttura attrezzata, adia-cente la chiesa parrocchiale, che è in fase di ristrutturazione, quindi ancora chiusa al pubblico.

Le letture e la pagina evangeli-ca della XXiii Domenica del tempo Ordinario vertevano sulla Misericordia di Gesù, che faceva udire i sordi e par-lare i muti: dell’attenzione agli ultimi, ai più piccoli.

Quell’attenzione che la Serva di Dio Maria Bolognesi esercitò durante la sua vita (e ancora oggi); quella stessa attenzione che Padre Gianpietro porta per le strade desolate del Brasile più povero.

Dal Maestro entrambi hanno appre-so a farsi poveri tra i poveri. ricordia-mo allora che Dio abbandonò il suo

Chiesa di San Sebastiano Martire

PADRE GIANPIETRO CARRARO TRA GLI “AMICI” DI MARIA BOLOGNESI

Bosaro – Domenica 6 settembre 2009

essere Dio per farsi uomo, un piccolo uomo, come lo è un neonato, e che venne così ad abitare tra noi per farci poi partecipi, nella pienezza dei tempi, della Sua risurrezione e della Vita eterna.

Maria Bolognesi, nata povera, non rigettò mai la sua piccolezza e la sua umiltà, ma svuotandosi ancor più di se stessa, lasciò spazio a Cristo, vivo nella sua persona!

Anche dalle parole di Padre Gian-pietro si è potuto evincere che pure ha lasciato tutto per mettersi alla sequela del Maestro: Gesù.

in che modo? Ascoltiamo il suo dire: “Dormo nel più bell’Hôtel del mondo, non a quattro o cinque stelle, ma sotto un manto di stelle, fuori, all’aperto, sotto i ponti, per le strade.

Mai da solo, ma con gli ultimi, condividendo un pezzo di cartone, che funge da coperta nelle notti più fredde, lasciando che il primo sole del mattino riscaldi i nostri corpi intirizziti, ricchi di nulla”.

Ci raccontò di come un meniño de rua lo aiutò nella sua prima notte all’addiaccio e di come il mattino seguente gli procurò un caffè caldo: Dio sa nascondersi in molti modi, spe-cialmente tra i mendicanti e i poveri.

È veramen-te stupefacente di come un bimbo abbandonato con-tinui ad avere fiducia nei grandi, ad aprire il cuore, chiedendo in cam-bio una “novel-la” su Gesù – La Buona novella – ma noi, cosa facciamo? Molto spesso le nostre porte rimangono chiuse a doppia mandata, ed è così

che possiamo perdere l’occasione di accogliere Gesù.

Penso che tutti i presenti abbiano percepito la semplicità con la quale il Santo Vangelo è stato annunciato, ma soprattutto vissuto! Spontaneo nel cuore il pensare che: “Sì, era ed è possibile” rinunciare a qualche cosa in favore dei più bisognosi. non ci è chiesto di fare delle scelte radicali, ma di smuoverci dalle incrostazioni del superfluo. Sarebbe veramente un balzo verso una grandezza che sgorga dall’essere, dal farsi più piccoli.

Gli esempi non ci mancano! Gesù disse: “Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso e mi segua”. i tempi ci aiutano: difficoltà di lavoro, crisi economica, problemi ecologici… tutte occasioni per fare esperienza della purezza del Vangelo.

Dice San Paolo: “Quando sono debole è allora che sono forte e la nostra forza è Cristo!”.

Un abbraccio a tutti gli amici della mia amica Maria Bolognesi da una sorella in Cristo del Gruppo Comunità dei Figli di Dio di don Divo Barsotti di Stanghella (PD) affidato alla protezio-ne della Serva di Dio.

Garda GardinaInizio della S. Messa

P. Carraro davanti alla tombadi Maria Bolognesi

8 Finestre Aperte

Passa il testimone

Proponiamo due “testimonianze” suggestive per ricordare ai lettori quanto sia importante “passare il testimone”. Solo in questo modo sempre più persone avranno modo di conoscere il nostro “testimone”, Maria Bolognesi, e per trovare in lei esempio e conforto. Scriveva Tolstoj “come una candela ne accende un’altra e così si trovano accese migliaia di candele, un cuore ne accende un altro e così si accendono migliaia di cuori”.

Un piccolo e prezioso contributoSono una ragazza di Milano e scrivo questo articolo come

piccolo contributo per la causa di beatificazione di Maria Bolognesi.

Con un breve testo non è possibile ricordare le tante cose importanti che Maria ha fatto, nonostante la sua infanzia dif-ficile vissuta fra profonde sofferenze, povertà, fatiche, sposta-menti, bocciature, derisioni, umiliazioni … Lei ebbe il corag-gio di trascorrere una vita dedicata totalmente a Dio, aiutando le persone in difficoltà attorno a sé, dalle più giovani alle più anziane; il segreto della sua esistenza buona e luminosa fu il “matrimonio” col suo unico grande amore: Gesù.

Maria non fece del bene solo durante la sua vita terrena ma anche dopo la morte. tra i tanti “favori” che ha compiuto, sono venuta a conoscenza di un fatto che mi ha molto colpito e di cui vorrei parlare: si tratta della guarigione di un bambino avvenuta un po’ di anni fa.

Marco Ferrari – questo è nome del “protagonista”– quan-do aveva poco più di due anni, fu colpito da una malattia rara e molto pericolosa: la sindrome di Lyell, la cui causa tuttora resta ignota, come pure la cura. All’ospedale di Padova i medi-ci constatarono che il suo corpo si stava progressivamente coprendo di piaghe che nel giro di poche ore ustionarono per più del 90% la sua pelle. Le sue condizioni quindi apparirono subito disperate. Dopo una settimana di lotta tra la vita e la morte, il suo cuore si arrestò; anche se il cervello risultava compromesso, gli venne praticato un estenuante massaggio cardiaco. Per il bambino sembrava persa ogni speranza, ma non fu così.

nella mattina in cui per Marco sembrava chiudersi ogni possibilità di vita, alla nonna del piccolo successe una cosa insolita: trovò per caso una foto di Maria Bolognesi e quell’im-magine le richiamò immediatamente alla memoria uno strano sogno – fatto in precedenza e completamente dimenticato – nel quale compariva una donna sconosciuta che ora si rivelava essere Maria Bolognesi; in tale sogno c’erano dei fiori e un accenno “profetico” al futuro di un bambino… .

La nonna comprese subito che l’incontro con quell’imma-gine, e la forte “intuizione di fede” che ne era scaturita, poteva essere il messaggio con cui Dio indicava colei che veniva in aiuto per la guarigione tanto richiesta. Da quel momento la nonna, i famigliari e molte altre persone si rivolsero a Maria chiedendole di ottenere dal Signore la grazia. Le preghiere furono il farmaco della vita, Marco guarì, in modo rapido e completo. Ora ha 17 anni e frequenta il seminario di Vicenza.

Questo è solo uno dei tanti fatti prodigiosi attribuiti all’in-tercessione di Maria. io non ne sono testimone diretta, mentre lo è stata la mia prof. di religione, zia di Marco, che in classe

ci ha parlato dell’evento. tutti noi ragazzi abbiamo seguito il racconto con molta partecipazione e col fiato sospeso, abbia-mo guardato con fatica le foto che mostravano le gravissime condizioni del bambino e al termine siamo rimasti molto sor-presi e contenti, convinti della grandezza del “favore” che gli era stato donato.

termino con un’espressione che sintetizzano una verità importante e l’intera vita di quella meravigliosa donna:

“Maria Bolognesi, anima semplice ed umile, ricorda a tutti che Dio sceglie i poveri e gli stolti di questo mondo per confondere i forti ed i sapienti”.

Eleonora Golini

La forza della poesia“DONNA MAI TRISTE” (A Maria Bolognesi)

Cara Maria, tu hai conosciuto la fame,cara Maria tu hai conosciuto il dolore ela fatica del vivere, ma ti sei aggrappataa Dio sempre fiduciosa...!

Bello il tuo viso e bello pure il cuore,perché pieno d’amore, di tanto Amore...!

Hai saputo soffrire, hai saputo amare e donareperché hai saputo sempre perdonare; pur contanto dolore; e... dell’essere umano, hai vistoil bene e mai il male...!

Grande nell’Amore e laboriosa tanto, nella vignadel Padre, curasti i tralci per non farli disseccare.

e poi… dipingesti di colori le tele, per parlareancora di Dio e dell’Amore sublime...!

Che dolce Maria, quando insegnavi alla genteche dolce anche quando portavi le croci persalvare il mondo, offrivi il tuo dolore a Dioper salvare ogni cuore...!

Le tue fattezze simili alla tua anima, perchéniente Dio fa a caso, perché niente è fortuito.

in cielo ora abiti in pace e la comunione deiSanti conosci in cielo…!ma tu operi ancora perché tra cielo e terraci sia sempre amore e pace…!

Prega per tutti noi che siamo ancora in questavalle di lacrime e che sospiriamo al cielo,chiedendo sempre tanti doni…!

Brancatisano Maria Stelladi Samo (RC)

Finestre Aperte 9

La meta del Pellegrino

Se anche voi avete una chiesa del “cuore” che volete raccontare ai lettori di Fine-stre Aperte, non esitate a scriverci. Questa rubrica permette di scoprire i luoghi di culto che magari non si trovano nelle guide turistiche, ma che lasciano un segno nell’anima del “pellegrino”.

LA NATURA ChE PARLA DI DIOCasa Alpina: una chiesetta di montagna circondata da una natura “divina”

gere i miei senti-menti, in cima a quelle Alpi prima da me ignorate, presso la resi-denza voluta dal Beato Don Gio-vanni Barra, la Casa Alpina.

non si trattava di arte “umana”, e nemmeno di sovrastrutture che fanno restare d’incanto i turisti, con la testa all’insù, dispersi tra fregi e colonne: c’era soltanto la divina sem-plicità della natura, l’espressione più pura dell’emanazione del Signore. non un rosone al di là dell’altare – l’opera che vedono i fedeli durante la messa e le loro preghiere – bensì una vetrata trasparente, dalla quale si potevano ammirare i colori del prato e del bosco adiacenti: dal verde dei folti alberi, al rosa delle piante, al violetto, al glicine e alle altre tinte delicate che in mille modi avevano il profumo e

la freschezza della mano divina del Creatore.

non mi ero mai soffermata, prima di allora, ad analizzare e ad afferrare quello spirito che scon-volge, che soccor-re e dà la vita. Di arte sacra ne avevo studiata abbastan-za, e probabilmen-te per questo nelle

Piemonte, Pragelato (tO), agosto 2006 - È stata la scrittura a condurmi sui passi delle fede, anzi di una fede ritrovata, in una terra non ancora conosciuta sino alla fine dell’agosto 2006. Parola dopo parola, senza che mi accorgessi dei passi importanti che stavo imprimendo in un sentiero speciale… Ho partecipato per caso ad un concorso letterario scoperto “navi-gando on line”. Si intitolava “Lettera al Padre”. Avevo davvero qualcosa da dirgli?

ebbene, andai lì! non ero mai stata in Piemonte, né a Pinerolo, e neppure a Pragelato, paese vicinissimo alla ben più rinomata Sestriere. La località montana di cui parlo, ove è situata la graziosa chiesetta di montagna, è in provincia di torino, tra le Alpi, ma poco distante dalla vita frenetica della grande città, e ad un passo dalle colli-ne che anticipano i rilievi montuosi.

Le scoperte casuali, talvolta, rega-lano la conoscenza di se stessi nei momenti di maggiore difficoltà. ed è stata proprio quella chiesa a sconvol-

chiese così artistiche e arzigogolate, magari dominate da sovrapposizioni di stili diversi, vedevo solamente un tempio, pur bellissimo, ma dell’uomo, ed eretto dall’uomo.

Che il divino sia natura? non spet-ta a me dilungarmi in elucubrazioni teologiche, ma mi ha colta di sorpre-sa la sensazione provata al cospetto del paesaggio filtrato attraverso una chiesetta di montagna, tanto piccola e incastonata tra le alture, quanto pre-ziosa e dall’enorme coinvolgimento dei sensi… .

Ogni volta in cui attraverso un momento di difficoltà, mi piace ricor-dare quella chiesetta che già una volta mi ha ridato la luce, e che spero presto, potrò tornare a visitare, ma anche quel-le persone dal cuore puro, che, sia pur inconsapevolmente, mi hanno presa per mano, nel cammino della mia fede. torna subito alla mente, allora, l’im-magine di quella vetrata, rivedo il mio sguardo e l’estasi provata, e mi sento ancora come un bambino davanti al quale si disvela il mondo… .

Chiara SorinoFoto storica della chiesetta

Panorama di Pragelato (TO)

10 Finestre Aperte

UNA POESIA PER UNA STELLALe poesie premiate

Uno, due, tre… stella! Anche quest’avventura poetica si è conclusa. La generosità con cui i poeti rispondono alle nostre “chiamate” non può che infonderci fiducia e soddisfazione.

Ogni componimento, tra i circa duecento pervenuti, ha affrontato la tematica in maniera del tutto originale, evitando di cadere nello “scontato”. I versi, indipendentemente dalla loro efficacia e dal significato che hanno attribuito alla parola “stella”, ci hanno fatto intravedere quel palpitare stellare che da sempre affascina ed emoziona l’uomo.

Dall’insieme si deduce ciò che Christian Bobin – poeta e scrittore francese – riassume magistralmente con queste parole: “In cielo c’è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri errori non possano mai offuscarla”.

Prima di lasciarvi alle poesie selezionate, desidero rivolgervi un appello. A pag. 17 trovate il regolamento della nuova iniziativa poetica: ricordiamo che la vostra partecipazione è fondamentale perché il progetto è collegato al 30° anniversario della nascita al Cielo della Serva di Dio Maria Bolognesi.

Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato

POESIA PER UNA STELLA)

Alessandra Fortinidi Casole d’Elsa (SI)

È in cucina che preparadeliziosi bocconcini,direi quasi: “Son divini!”Con il mestolo separanebulose da pianeti,ma delle ricette maiLui rivela i suoi segreti.Se lo spii vai nei guai,e i castighi son concreti.ecco che mette sul fuoco,della bella stella Sole,il Divino nostro cuocoun bel pasto di gran mole:ci son dentro fil di luce,gli asteroidi e le comete,che finiscon lì velocema che mettono un po’ sete;per condire ecco una stella,poi un’altra e un’altra ancorae la Luna fa l’ancelladella terra: nasce ora,come fosse un bel convitoil creato del Signore,ora Cuoco divertitodall’insipido sapore……perché sì, in effetti manca,quel qualcosa dolce-amara,e dalla fucina stancaesce la creatura cara.ecco l’uomo: penso e sono.

Versi originalissimi in cui la Creazione diviene “ricetta divina” e le stelle un condi-mento saporito.

RACCONTAMI DI UNA… STELLA

Massimo Scottidi Castro (VT)

Cinque pezzi d’animacome dita d’una mano, indicano lembi d’infinito.Un solo cuore,che riflette la luce de l’animae dona ad ogni nottela fiaba de l’eternità.

Sei così grande eppur,racchiusa fra due dita.Piccolo punto di lucedisegnato nel cielo.

Diva tra tanteumilee così lontana,preda de l’uman pensieroche s’illude…di contenere l’immenso Silenzio.

Solo la luce del Solecela il tuo volto laddove,risaltano le antiche magie del Creato.

Poesia che brilla di luce propria come il suo soggetto. Emozionante, quasi un monologo in cui la stella sembra rispondere con il suo luminoso silenzio.

LA STELLA DELLA SPERANzA

Santina Russo di Barrafranca (EN)

Anima triste e oscuratasoffocata da un peccato tenebroso tremi come un fanciullo abbandonatoal buio di una notte cupa e misteriosa.

Fulmineo ti risvegli il baglioredi una stella brillante e fuggitivaluminoso messaggio di speranza che viene a rischiararti il cuore.

Solleva il capo e non temeresegui la scia dell’astro maestro:alla notte seguirà il giornoal peccato seguirà il perdono.

In una sorta di Natale perpetuo il perdono del Padre sfavilla come una cometa capace di riportare la sua luce nel cuore, prece-dentemente oscurato dal peccato.

UNA STELLA

Anna Maria Zama di Ravenna

Ho seguito unastella in cimaa un monte.Ho guardato in unapovera capanna,sperduta in undeserto di dolore.Ho abbracciato unbimbo appena natoe ho pregatoperché al mondotorni amore.

Semplice e diretta ci trascina come una cometa davanti al Bambino.

Finestre Aperte 11

Sulle ali della Poesia

SGUARDO AL CIELO

Antonio Cannistrà di Maria di Catanzaro (CZ)

Lo sguardo rivolto nell’infinito firmamento,con gli occhi cerco di scorgerti,ma non ti vedo.

il tiepido sole,il tenue rumore delle onde,disteso sulla spiaggia,dolcemente sonnecchiando sto.

So che tu puoi sentirmi,con il pensiero nei miei sogni tichiamo Signore.

nell’azzurro cielo immenso,mimetizzato fra le stelle,non rispondi, stai là ad ascoltare.nel cuor mio sento che tu mi stai accanto,con una mano sulla spalla.

Con l’amore di padre celeste stai lì attento,lì pronto a proteggermi.

L’osservazione della volta celeste ci avvici-na a Dio. Una gran bella verità che questa poesia esalta con estrema dolcezza.

UNA STELLA NUOVA

Daniela Siasdi Porto Ceresio (VA)

Mamma perché il sole splende ancorae cinguettan gli uccelli al chiarore dell’aurora?Mamma perché il prato è già fiorito,saltellano i grilli anche se papà è partito?

Guarda lassù nel cielo c’è una stella,è luminosa di tutte la più bella.La vedo mamma la luce sua mi assalema son confusa perché non è natale.

Quella è la stella che porta il tuo sorrisoe su di te veglia dal paradiso.Ora ho capito, chetato è il mio dolore,chi tanto è amato per sempre più non muore.

Un colloquio tra madre e figlio/a che diventa poesia. Ci consola pensare che i nostri cari scomparsi siano le stelle, attente e premuro-se, sopra di noi.

LUCI NELL’OMBRA

Dorina Xhaxhodi Collesano (PA)

Preziose e rareMagiche e careCome le stelleLe mie sorelle

Luci nell’oscuritàSogni nella realtàGioie nella tristezzaDolci nell’amarezza

Gioiose e brillantiAmiche affascinantiComete incandescentinei gelidi venti

Mi trasmettono caloreAffetto e amoreQuando le ho accantoMi circondo d’incanto

Quando sono in malattiaSono una terapianon conosco la malinconiaignota mi è la monotonia

Versi freschi e giovani, ma ebbri di quel calore familiare che contribuisce a renderci persone migliori. Originale individuare “le stelle” nelle proprie sorelle.

LE TUE MANI

Sara Santonidi Assisi (PG)

Hanno cinque punte e sono due…raccontano di mondi ormai lontani,volteggiano come rami, nei venti del tempoe sembrano gridare “non m’arrendo”!Profumano di marmellata e violee riportano il sole,se nel tuo cuore s’è spento.

Solcate dalla luce degli anni che han toccato…Dalla fortuna che non sempre t’ha trovato…Da tutte lacrime che hanno asciugato…

Carezze di mamma che forti spingono in salitanon si stancano mai di impastare la vita…Le appoggio sulla fronte quando temo il domani…

nonna, sono stelle le tue mani!

Originalissima l’idea di paragonare le mani alle stelle. Aggiunge pathos il fatto che le mani siano quelle della nonna.

INCANTO DI UNA STELLA

Fátima Rocío, Peralta Garcíadi Santiago de Surco, Lima (Perù)

Delineando il cielocon le foglie degli alberisotto le note di un valzerincanto di una stellafarfalla dell’oscurità.

Sogno che avvolgel’aria tristeprofondo sospiroche libera dalla paurae riempie d’amore.

Paesaggi di solitudine e libertà mi accarezzano,tra sorrisi e lacrimerivelando i miei segretisulla linea del cammino.

incanto di una stellamisteriosa e lontanaluce ardenteche abbraccia in silenzio come l’amore di Dio.

Versi profondi e agili che trasmettono con grazia l’incanto dell’animo umano davanti al pulsare di una stella.

ANNA

Luigi Brasilidi Tivoli (RM)

L’universo pieno di stelledà l’impressione di un cielo ribelle.rende la notte un enorme ritratto,la luna al centro come l’occhio di un gatto,un gatto nascosto, un gatto sorianoche con il muso ti lecca la mano,che fa le fusa, e ti fa innamorare,come fosse una stella, la stella polare.e dal profondo del cielo stellatoun viso ti appare, un volto incantato.Poi da quel viso un lampo si espandee nel mio cuore qualcosa si accende.È un fuoco d’amore, una stella brillante che cambia colore e diventa rovente, per poi svanire nel vuoto silente.

Ora il mio cuore si spegne, si arrestaed il mio sguardo si perde nel vuoto.Cercando nel cielo si strugge, si affanna,alla ricerca della stella più bella,il volto di Anna.

La persona amata è la stella che ci indica la via: senza di lei siamo disorientati. Versi agili e ricchi di delicate metafore, per una poesia che tocca il cuore.

Per scoprire il tema della prossima iniziativa

andare a pag. 17!Partecipate numerosi!

12 Finestre Aperte

85° anniversario della nascita di Maria Bolognesi

Mercoledì 21 ottobre 2009, alle ore 10.30, presso la struttura attrezzata adiacente la Chiesa di San Sebastiano Mar-tire, in Bosaro (RO), si è celebrata la gioiosa ricorrenza della nascita di Maria Bolognesi.

Il ritrovarsi insieme - anno dopo anno - per questa celebrazione è anche percorso di crescita spirituale per coloro che accolgono l’esempio illuminante e radioso, lasciatoci in eredità dalla Serva di Dio.

Ha presieduto la Santa Messa, P. Tito M. Sartori, Postulatore della Causa di Canonizzazione, che ha guidato la folta assemblea in una meditazione parallela tra la pagina del Vangelo (Lc 12, 39-48) e la condotta di vita della Serva di Dio.

Nell’Omelia Padre Sartori ha colto in Maria Bolognesi la personificazione pratica e fedele del “buon amministratore”. In ragione di quanto esposto, non si dovrebbe sottovalutare il dono che ci fa il Signore, ponendo tra noi anime speciali

come quella della Serva di Dio; il messaggio evangelico, vissuto da un candidato alla santità, è sempre uno sprone per ogni cristiano a seguire quelle impronte per raggiungere la vita eterna.

Spesso, nell’accostarsi alla vita dei Santi, si è colpiti maggiormente dagli eventi soprannaturali, mentre invece dovremmo lasciarci affascinare dal loro donarsi quotidiano a Dio e ai fratelli in un crescendo di Beatitudini.

Durante la S. Messa è stato possibile ricevere l’indulgenza plenaria, concessa dal Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, Mons. Lucio Soravito de Franceschi, secondo il Decreto del 25 aprile 2009 della Penitenzieria Apostolica per l’Anno Sacerdotale.

Il Postulatore, nel dare notizie riguardanti la Causa, ci ha fatto sperare in una rapida conclusione dell’iter per la Beatificazione.

Terminata la celebrazione eucaristica, i fedeli si sono portati come in pellegrinaggio all’interno della chiesa per onorare la salma di Maria Bolognesi e per ammirare anche il fonte battesimale, già restaurato, dove Maria ricevette il santo Battesimo nel mese di dicembre del 1924.

Anniversario, dopo anniversario, Maria Bolognesi entra nel cuore delle persone, seminando il suo messaggio di amore: un messaggio chiaro e concreto, che non può lasciarci indifferenti.

Anche noi “buoni amministratori” come la Serva di Dio Maria Bolognesi

L’OMELIA di P. Tito M. Sartori

Abbiamo udito un brano evangelico che ci invita a riflettere tutti: ciascuno di noi è invitato ad essere un buon amministratore dei doni che Dio gli ha dato. e lo sa il Signore se finora siamo stati buoni amministratori o no. Ma lo sapremo anche noi, quando egli verrà all’improvviso, come dice esattamente il brano che abbiamo appena ascol-tato, purché Lui è il Padrone!

Cosa significa avere nitida coscienza dell’attimo che passa? il «buon amministratore» si rivela colui che nell’agi-re è sempre attento a quello che fa, per non incorrere in errore. infatti, avere coscienza dell’attimo che passa, altro non significa che avere coscienza, per quanto ci riguarda, che ogni attimo ci introduce nell’eternità. Gesù, con un esempio clamoroso, lo disse nel Vangelo, parlando del bicchiere d’acqua dato all’assetato per amore suo. Disse: “Quel bicchier d’acqua, dato per amore mio, è un bicchier d’acqua che dal tempo ti immette nell’eterno”. Un sempli-ce bicchier d’acqua!

Per aver coscienza del Dio che passa nell’attimo che stiamo vivendo, bisogna avere sempre la coscienza pura, nella incessante ricerca di fare come dice Lui: “Cercate prima di tutto il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Cercare anzitutto il regno di Dio cosa signifi-ca? Significa cercare Lui, vedere Lui, prendere coscienza Il Postulatore, P. Tito M. Sartori

Finestre Aperte 13

Bosaro - 21 ottobre 2009

che Lui ti guarda, che Lui ti segue, che Lui ti ama, che ti vuole possedere totalmente.

Per farci capire bene tutto ciò, Gesù illustrò la figu-ra dell’amministratore. L’amministratore diventa così un punto di riferimento per distinguere la sana dalla cattiva amministrazione. Bisogna cioè respingere la tentazione di adorare se stessi, come fa il cattivo amministratore, che si dimentica di essere lui pure soggetto ad altri e diventa cattivo, pensa agli interessi propri, non pensa agli interessi del padrone, e si comporta severamente con i sottoposti. Affinché ciò non avvenga, bisogna avere sempre lo sguardo interiore rivolto a Dio e ciò significa avere tanta fede, anzi vivere di fede.

Quanto è difficile! Quanto è difficile la fede! Più vec-chio divento, più capisco la difficoltà di avere fede viva, costante.

Maria Bolognesi, esempio concreto

Vorrei allora portare un esempio di come Maria Bolognesi sia stata un buon amministratore. Voi vi aspetterete che io vi parli dei colloqui di Maria con Gesù. no! non vi parlerò oggi dei colloqui che Maria ebbe con Gesù. È troppo facile volgere lo sguardo su un’anima privilegiata e che pertanto, in quanto privilegiata, non è imitabile. no, vi parlerò di Maria sotto l’aspetto dell’imitazione, come se da Dio non avesse mai avuto privilegio alcuno. Lo farò leggendovi un piccolo brano del diario di domenica 10 gennaio 1965. era andata a confessarsi da Don Aldo Balduin nella chiesa di S. Francesco.

nel lasciare il confessionale, vede una bambina. Come la vede? Così: “A San Francesco ho trovato una bambina malvestita, un vestitino e il cappotto leggeri” - notate che è il 10 gennaio, il periodo più freddo dell’anno – “La por-tai a casa, le misi un bel cappotto, scar-pe, calze, cappellino. Sembrava un’altra bambina. Le dissi: quando ho qualcosa, ti chiamerò ancora. Le ho dato da farsi un vestitino e due grembiulini quasi nuovi per andare a scuola”.

L’incontro con la bambina povera è scambiato come un appuntamento con Dio. Di qui le attenzioni che seguo-no: cappotto, scarpe, calze, cappellino, due grembiulini e stoffa per farsi un vestitino. nella bambina povera Maria Bolognesi ha incontrato Gesù.

Dio si cela nell’avvenimento ordi-nario. Quante volte anche noi incontriamo un povero, ma c’è modo e modo di vederlo e di incontrarlo. nel caso che abbiamo ascoltato, Maria Bolognesi incontra questa bam-bina e legge in lei Gesù povero, infreddolito, bisognoso di essere curato con amore.

Poi la Bolognesi continua e scrive: “Quando ero pic-cola, io ero nuda; nessuno mi guardava, ed era umiliante vedermi. Così, temendo che la gente disprezzasse i miei genitori, che non avessero cura dei propri figlioli, mentre era perché avevamo tanto male in casa e nessuno poteva guadagnare...” notate: “ero nuda, nessuno mi guardava”, questa era la facciata esterna. il mistero della povertà è die-tro la facciata. Dietro la facciata c’è un dramma. Per capire quel dramma, per penetrare in esso, bisogna avere un cuore pieno di amore, altrimenti tu quel dramma non lo conosce-rai mai, perché solo il povero capisce il povero.

I celebranti

L’assemblea durante la S. Messa

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povero e conosce il povero, ha capito, celato sotto quella veste di povertà, il dramma antico suo, quando era bam-bina, intuendo in quella bambina il ripetersi della sua tragedia antica. Si è curvata con amore, l’ha coperta di ogni bene, perchè poteva farlo ed era felice di farlo. Questo è il buon amministra-tore. Per agire così, non ci sono orari e nemmeno appuntamenti, perché il padrone verrà quando meno te l’aspetti, perchè ogni momento è buono, perché ogni momento è momento di Dio.

Adesso voglio chiudere con un argo-mento di consolazione per tutti noi. Quello che vi ho detto, è molto e molto difficile a farsi! Mi direte: se è difficile, allora cosa facciamo?

il Signore conosce le nostre diffi-coltà!

Quando io leggo il capitolo 25 di Matteo, c’è una realtà che mi consola, una sola. essa riguarda l’interrogativo che i giusti rivolgono a Gesù: “Quando mai, Signore?”. Lui aveva detto: “ero povero, ero assetato, ero indigente, ero ammalato, ero in carcere e siete venuti a sollevarmi”. Allora i giusti gli chiedo-no: “Ma quando mai, Signore?”.

ed ecco la bontà di Gesù: “Quando l’avete fatto al più piccolo dei miei fra-telli, l’avete fatto a me”.

Hanno fatto il bene e non lo sapeva-no. Ma lo sapeva Lui, il Padrone!

(da la Settimana, 1 novembre 2009)

Lo apprendiamo da ciò che segue e con il quale termino la lettura del piccolo brano scelto per oggi: “Quando posso fare del bene, lo faccio con pia-cere, e sento dolore per questi poveretti. Ho spedito due camice nuove a una ammalata che da 34 anni è inferma in un letto. Quanti dolori nella vita! Quan-te sofferenze!”.

Si noti il programma che Maria Bolognesi enuncia in queste poche righe. Sono due i punti fondamentali: “Quando posso fare del bene, lo faccio con piacere”, ossia con distacco da me stessa e dai beni che possiedo. e questa è la traduzione del principio enunciato: “quando posso fare del bene, lo fac-cio”.

Poi il secondo punto del program-ma dice: “Sento dolore per questi pove-retti”. il dolore, in questo caso, è il riflesso dell’amore. Amore e dolore significano compartecipazione, dispo-nibilità, capacità di rinuncia al proprio, per arricchire l’altro, bisognoso, indi-gente. Questo è il secondo principio, che lei enuncia come un programma da seguire, da realizzare.

Chi è il buon amministratore?

Concludendo, chi è il buon ammini-stratore? Buon amministratore è colui che vede e capisce la necessità altrui, che legge nell’altro senza che l’altro sveli se stesso. Come è accaduto con quella bambina che nulla chiese. Lei l’ha vista e siccome il povero legge il

P. Tito e don Camillo presso la tomba di Maria Bolognesi

Il Battistero restaurato, dove la Serva di Dio ha ricevuto il S. Battesimo

L’assemblea in visita alla tomba della Serva di Dio

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nel silenzio della sera, quando la mente si svuota dai problemi del quotidiano, mi è spontaneo pensare alla “breve vita” di Silvia Marenda, così come mi è facile sen-tire, o far risuonare nella mente, alcuni versetti del Salmo 89, che qui riporto:“Insegnaci a contare i nostri giorni/e giungeremo alla sapienza del cuore”.

Mi sono chiesta ed ancora mi chiedo: perché i giorni vanno contati? e poi ancora: cos’è mai la sapienza del cuore?

Le risposte a queste due domande, pur se difficili nella sostanza, diventano semplici se lasciamo che esse siano avvolte dalla luce della Fede, che ci introduce nel mistero dell’eternità.

e subito il cuore sussulta e poi mi ricorda altri versetti dello stesso Salmo: “Ai tuoi occhi mille anni/ sono come il giorno di ieri che è passato/come un turno di veglia nella notte”.

ecco perché i giorni debbono essere tutti contati: il tempo non appartiene all’uomo, ma a Dio, dunque anche il tempo è sacro!

Davanti alla sacralità del tempo, noi dovremo capire che i giorni scorrono secondo una logica divina e danno un senso alla nostra vita: a ognuno di noi il Padre Celeste concede uno spa-zio di tempo nel quale operare per conseguire un’opportunità, piuttosto che un’altra; ma a tutti, a tutti, indistintamente, Lui chiede di diventare “pre-senze d’amore, di ascolto, di compassione, di luce”.

Lo ha chiesto anche alla piccola Silvia, quando l’ha chiamata alla vita, non solo, ma a condividere un tratto di Calvario e a portare la Croce.

Silvia di certo non ha voluto né potuto contare i giorni, ma sicuramente ha imparato a “contare” i battiti del suo piccolo cuore, sempre più innamorato di Gesù e della Mamma sua, sempre più disponibile a ripetere quel sublime “Fiat”, che rendeva radioso il suo volto.

Pur nella quotidianità permeata di dolori lancinanti, che i farmaci non riuscivano a debellare, Silvia non ha mai perso il suo sorriso, né mai si è lasciata deprimere o sco-raggiare da una serie infinita di mali e malanni che hanno trasformato sia il suo corpo, sia il suo essere.

resa presenza d’amore, Silvia irradiava pace e calore intorno a sé; non potendo parlare, lasciava parlare i suoi occhi: essi penetravano nelle pieghe più intime del cuore

umano, consolavano gli animi afflitti, rasserenavano le menti dubbiose.

Sono queste le espressioni più frequenti che i genitori di Silvia – mamma Assunta e papà Aldo – mi hanno ripor-tato sia durante alcuni incontri avvenuti nella loro casa di Cadignano in provincia di Brescia nel corso di dieci anni, sia durante le telefonate settimanali degli stessi genitori, telefonate amichevoli, fatte anche per permettermi di cono-scere più da vicino e in profondità il valore di questa “vita”, ancora tutta da scoprire, vita che conserva – credo di non sbagliare – “l’odore degli angeli”, come dice una poetessa nella sua lirica “Piccola vita”.

È stata, quella di Silvia, una vita che ha “portato vita”nel cuore di chi le stava attorno e sarà così per sem-pre, perché la “missione terrena” di Silvia continua anche in cielo.

Silvia è stata grande anche nell’ascolto! Con quanto amore ha ascoltato la mamma, il papà, ma anche il fratel-lo Sandro, sempre pronti a sostenerla e a confortarla per rendere più “vivibili” le sue lunghe giornate, mentre era “inchiodata”ad un letto o ad una carrozzina speciale per

la complessità della sua patologia.

È commovente ripen-sare a questa famiglia così provata dalla sofferenza e così unita per protegge-re fino in fondo la vita di Silvia, che si è fatta – per dono dell’Altissimo – “faro di luce”per aiutare gli uomini tutti a vincere ogni forma di miopia e di egoismo.

A questo punto, non so se mi è lecito porre una domanda ai lettori del

nostro Periodico, eppure lo faccio nella speranza di ottene-re, nel tempo, qualche risposta. eccola: “È lecito dimenti-care Silvia?”

no, non la possiamo dimenticare, sarebbe un peccato fare questo!

e perché non ne vada perduta la memoria, mi è parso utile proseguire in prima persona questa “scansione atem-porale della sua vita, in attesa di ricevere la giusta luce per camminare più speditamente nella volontà di Dio.

Silvia: io lo so che il tuo sorriso sta volando dentro gli spazi dell’aurora; io lo so che la tua bontà sta penetrando i cuori, per far vibrare ogni anima di tanto amore.

Giuseppina Giacomini

INSEGNACI A CONTARE I NOSTRI GIORNI

Oltre lo spazio e il tempo

Silvia bambina

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30° anniversario della Nascita al Cielo di Maria Bolognesi

Cari lettori,ci viene spontaneo rivolgerci direttamente a voi, poiché se state

leggendo queste nostre righe significa che, in qualche modo, fate parte della “famiglia” di Maria Bolognesi.

non a caso usiamo il sostantivo “famiglia”, infatti non è il lega-me di sangue ad unirci ma un filo di seta rosso, altrettanto resistente: l’amore per la Serva di Dio, per quest’anima che continua a rassere-narci con il suo profumo di rose.

Così, raccolti nell’abbraccio confortante di Maria Bolognesi, in questi anni di attività del Centro ci siamo comportati come una famiglia e non come un “circolo chiuso”.

tra di noi ci siamo aiutati e ascoltati, consigliati e consolati, abbiamo gioito quando qualcuno si è avvicinato alla Serva di Dio e ci siamo dispiaciuti quando qualcun altro se ne è allontanato.

La porta è sempre socchiusa per non lasciare “fuori” nessuno.Questo il motivo per il quale, in occasione del 30° anniversario

della nascita al Cielo di Maria Bolognesi, desideriamo coinvolgervi in prima persona.

non importa se è la prima volta che sentite parlare della Serva di Dio, il solo fatto che ne siete venuti a contatto è da interpretare come un incontro voluto dal Padre, il quale non lascia nulla al caso. Conta altrettanto poco che l’esempio di Maria Bolognesi vi sembri troppo “maestoso” per le vostre possibilità; immaginate di cimentar-vi nella pittura: non scegliereste, forse, di ispirarvi ad un’opera di un eccellente pittore perché la vostra “imitazione” sia proiettata verso il superamento della mediocrità? Lo stesso vale per chi decide di prendere a modello la vita della Serva di Dio, con la consapevolezza che solo certe anime elette ricevono particolari doni dal Signore, ma che tutti – e ripeto tutti – siamo chiamati a seguire la via della santità perché essa non viene a priori negata a nessuno.

nemmeno uno di voi, dunque, si deve sentire escluso; proprio come quando nelle famiglie ci si riunisce per organizzare un evento importante, ci preme che ognuno di voi sia parte attiva nella celebra-zione di questo particolare momento.

Prima di scoprire il “come” donare il vostro contributo, permet-teteci una riflessione.

Sono trascorsi trent’anni da quando Maria Bolognesi ha termina-to la sua opera in questa vita terrena, eppure si ha la sensazione che lei sia ancora tra noi.

Le sue mani possono continuare a lavorare per gli altri attraverso le nostre mani; i suoi piedi possono continuare a muoversi attraverso i nostri passi per seminare amore ovunque; i suoi occhi nei nostri possono continuare a brillare per infondere speranza al prossimo; le sue labbra, nutrendo le nostre, possono non smettere di pronunciare parole sincere e piene di fiducia nel Signore.

non è importante “quanto” facciamo in nome delle Serva di Dio, l’indispensabile è “fare”.

Anche solo una carezza ad un bambino piangente, piuttosto che rimanere avvolti in quella carenza di azioni che ci renderebbe testi-moni poco credibili.

30 gennaio 1980 – 30 gennaio 2010

Trent’anni dalla morte della Serva di Dio: un momento da vivere insieme!

Questo anniversario lo dobbiamo vivere a pieni polmoni perché è ossigeno puro per la nostra anima; attraverso di esso possiamo comprendere che la nostra condotta in questa vita, non solo è in pre-parazione al ritorno alla casa del Padre, ma è anche un’eredità che lasciamo sulla terra a chi verrà dopo di noi. Sì, è una responsabilità, ma se ci pensiamo bene, si tratta di una gran bella responsabilità sapere di poter contribuire al regno di Dio.

Veniamo finalmente alle maniere in cui si può “partecipare” al 30° anniversario della nascita al Cielo di Maria Bolognesi.

Con la preghieranon costa nulla ed è più preziosa di qualsiasi forziere pieno di

monete d’oro. il suo potere è incommensurabile.Gesù raccomandava sempre a Maria Bolognesi di pregare e, in

modo particolare, di recitare il rosario.Per questo anche una preghiera, detta con cuore e con costanza,

è sicuramente un dono gradito.Sarebbe bello che tutti noi, durante l’intero anno 2010, recitassi-

mo almeno una volta al giorno la preghiera per la glorificazione della Serva di Dio.

L’intento non è di mettere fretta alla Chiesa, ma di manifestare a Dio i nostri desideri.

Con la testimonianzaLe strade per testimoniare che Maria Bolognesi è nel nostro

cuore, sono molteplici. Ad esempio, parlando di lei negli ambienti che frequentiamo e

agendo come lei avrebbe agito, perseguendo i suoi obiettivi.in entrambi i casi è necessario “conoscere” la sua vita e parlare

con cognizione di causa. Per questo ci sono le biografie che il Centro ha pubblicato e mette a disposizione.

Altrettanto importante è comunicare al Centro se si è in possesso di materiale riguardante la Serva di Dio, come lettere o foto.

Una testimonianza è anche una lettera, scritta così come viene dettata dal cuore, da inviare ai nostri recapiti per raccontare come Maria Bolognesi è entrata nella vostra esistenza e quanto è riuscita a migliorarla.

Basta anche un messaggio sul “guestbook” del sito www.maria-bolognesi.it

Avere qualcosa da testimoniare riguardante la Serva di Dio e tenerlo per sé è come avere un bel fiore e lasciarlo seccare tra le pagine del cuore senza condividerlo con gli altri.

Con il passa parolaLa Provvidenza ci accompagna da sempre in questo percorso,

fianco a fianco, a Maria Bolognesi, ma ci rendiamo conto di quanto sia importante il “passa parola”. Conoscete qualcuno che sta soffren-do? Donategli l’immaginetta della Serva di Dio, incoraggiatelo ad avere fiducia.

ricordiamo però che la parola è sempre un’arma a doppio taglio, quindi siate prudenti e nello stesso tempo pronti a “difendere”

Finestre Aperte 17

Maria quando il suo nome viene accostato alla maldicenza o usato impropriamente anche per “sponsorizzare” attività non autorizzate dal Centro.

Con la partecipazionePartecipare alle S. Messe celebrate per la Serva di Dio, prendere

parte ai progetti organizzati, contribuire secondo il vostro “talento” a quanto viene proposto anche da Finestre Aperte. trovare la via giusta per dire “io ci sono, sono con Maria Bolognesi”.

La nostra tavola è apparecchiata per ciascuno di voi, anche per chi ancora non conosciamo, e se non partecipate a questo banchetto della gioia il vostro posto resterà vuoto e ogni occhio che si poserà su di esso proverà tristezza per la vostra assenza.

Con un francobolloil francobollo è il simbolo dell’offerta. L’offerta generosa che

ci permette di andare avanti. Pensate a questo trimestrale, Finestre Aperte: il suo migliorare rimane sempre gratuito.

Pensate alla Causa che richiede delle spese effettive e onerose. Pensate ai tanti aiuti che il Centro distribuisce ai poveri in modo tan-gibile ma “nel nascondimento” proprio come agiva Maria Bolognesi.

Sono tempi duri per tutti: il nostro poco, messo insieme, fa quel “tanto” che ci offre il grande dono di crescere.

Con ciò che ci suggerisce il nostro cuorenon ultimo in ordine di importanza: ascoltare il nostro cuore.

Cosa ci suggerisce di fare?non sapete quale gioia è ricevere un ritratto della Serva di Dio

donato da un pittore che da lei si è sentito ispirato; o ancora il Mae-stro che ci ha donato un inno a Maria Bolognesi.

Vi piacerebbe organizzare nel luogo dove abitate una conferenza sulla vita di Maria, oppure una mostra dei suoi quadri? Contattate il Centro che, come parte attrice della Causa, è l’unico in grado di “esaudire” e indirizzare i vostri progetti.

Qualsiasi cosa la vostra anima vi suggerisca sarà sicuramente un fiore che andrà a formare la corona di fiori per la Serva di Dio.

Ci stiamo prodigando per programmare un 2010 ricco di inizia-tive proprio per onorare questo anniversario. non sappiamo ancora quante ne porteremo a termine, ma siamo certi che con la vostra vicinanza riusciremo a rendere omaggio come merita a questo fiore del Polesine.

Il Centro Maria Bolognesi

in occasione del 30° anniversario della Nascita al Cielo della Serva di Dio il tema dell’iniziativa poetica promossa dalla rubrica “Sulle ali della Poesia” è:

UNA POESIA PER MARIA BOLOGNESI

nel 2010 la rubrica taglierà il traguardo dei 4 anni. Cre-diamo, pertanto, che la figura della Serva di Dio sia suf-ficientemente divulgata anche in ambito artistico e che facilmente Maria ispirerà i poeti.Chi non si sentisse sufficientemente informato oltre a visi-tare il sito può contattare il Centro.È nostro desiderio – dopo l’esperienza del 21 marzo 2009 – organizzare un’ulteriore cerimonia di premiazione in coincidenza con la Giornata Mondiale della Poesia. A Dio piacendo, vorremmo anche realizzare una pubblicazione con le poesie selezionate: un’antologia che possa rimanere di testimonianza nel futuro.Per partecipare è sufficiente inviare entro il 10 febbraio 2010, le poesie ispirate alla figura della Serva di Dio Maria Bolognesi, che non superino i 30 versi, in un’unica copia, corredata delle proprie generalità e dell’autorizza-zione al trattamento dei dati personali. Per spedire le opere (per posta, per fax o per e-mail in file .doc), per richiedere Finestre Aperte e ricevere informazioni, rivolgersi a:

Centro Maria BolognesiVia G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo

Telefax: 0425.27931e-mail: [email protected]

www.mariabolognesi.it

Invitiamo anche i più giovani, bambini e ragazzi, a par-tecipare! Per l’invio tramite mail si precisa che se il parte-cipante non riceve nel giro di qualche giorno una risposta di avvenuta lettura, di fare un nuovo inoltro.Per eventuali richieste di risposta scritta, per avere la rispo-sta di avvenuto ricevimento in caso di invii postali o di ulteriore spedi-zione di mate-riale infor-mativo è gradito far pervenire alla reda-zione il rimborso delle spe-se postali m e d i a n t e francobolli.

UNA POESIA PER MARIA BOLOGNESI

Maria prepara il pranzo ai fratellini Bellato rimasti orfani di m

adre

Comunichiamo, con grande rammarico, che non siamo in grado di pubblicare l’agenda di Maria Bolognesi essendo pervenute soltan-to 40 prenotazioni. Speriamo si realizzi per l’anno prossimo.

LunedìMondayLundiMontagLunesSegunda

Giovedì�ursdayJeudiDonnerstagJueves

Quinta

MartedìTuesdayMardiDienstagMartesTerça

MercoledìWednesdayMercrediMittwochMiércolesQuarta

NOVEMBRE / NOVEMBER / NOVEMBRE

S. Bibiana martire

S. Eligio vescovo

S. Andrea apostolo

S. Saturnino martire

213029

ore 9.00 - S. Messa presso il Tempio “La Rotonda” di Rovigo

VenerdìFridayVendrediFreitagViernesSexta

SabatoSaturdaySamediSamstagSábadoSábado

DomenicaSundayDimancheSonntagDomingoDomingo

DEZEMBER / DICIEMBRE / DEZEMBRO

S. Francesco Saverio

S. Giulio martire

II. d’Avvento

5

S. Barbara

43

Statua dell’Immacolata nel giardino della casa di Maria

“Gesù mi ha dato anche la feri-ta alla mano sinistra, da sola nel silenzio e nel nascondimento in una piccola cameretta. O Gesù le mie intenzioni siano purificate dalla Tua grazia e carità, esse non abbiano mai altro fine che darti gloria...”.

(1955)

Ecco come sarebbe stata

l’agenda di Maria Bolognesi

18 Finestre Aperte

il 20 novembre 2009, in un rispettoso silenzio circonda-to da tanta preghiera, ritornava alla Casa del Padre l’anima benedetta di Mons. Martino Gomiero, Vescovo emerito della nostra Diocesi.

egli guidò la Chiesa di Dio, che è nel Polesine, per 12 anni: dal 1988 al 2000.

La notizia della sua dipartita, giunta improvvisamente in redazione, ci ha colti di sorpresa e forse anche impre-parati per dare il giusto rilievo alla sua azione apostolica di Pastore illuminato, saggio e paziente con tutti.

La sottoscritta, a nome del Centro Maria Bolognesi, desidera comunque rendere omaggio a Mons. Gomiero per lo straordinario e determinante con-tributo che volle dare anche all’av-vio della Causa di Canonizzaz ione della Serva di Dio.

Voglio nuova-mente ringraziarlo per aver accolto benevolmente e paternamente la nostra domanda, risalente al 1989, quella di avere come Postulatore della Causa, Padre tito M. Sartori e poi anche la successiva, redatta nel 1990 dallo stesso Postulato-re, per poter avviare il Processo informativo Diocesano.

in questo momento risuonano nella mente alcune espressioni tratte dalla lettera di Giovanni apostolo (4, 7): “Amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio: chiun-que ama è generato da Dio e conosce Dio”.

Sono propensa a credere che la sua “conoscenza di Dio”, ovvero la sua personale, intima comunione con l’Altissimo, gli abbia permesso di capire fino in fondo la grandezza spirituale della Serva di Dio, a tal punto da “difendere” la sua Causa, senza mai lasciarsi intimorire dalle inevitabili difficoltà, che ne hanno accompagnato l’iter diocesano.

Ora, accanto a questo semplice scritto, propongo un rapidissimo excursus fotografico, che consentirà ai nostri amici e lettori di Finestre Aperte di rivivere i passi compiuti dal nostro Pastore, nella speranza di consegnare alla Chiesa

“Vado a prepararvi un posto”

un nuovo modello di santità laica, ovvero quello lasciatoci in eredità dalla Serva di Dio Maria Bolognesi.

nel rivolgermi a tutti i lettori che ci seguono, chiedo loro – da un lato – una preghiera speciale per l’anima di Mons. Gomiero perché la Chiesa ci insegna di ricordare e di pregare sempre per tutti i defunti; dall’altro – allo stesso Vescovo – amo rivolgere una pressante supplica affinché dal Cielo continui a mandarci la benedizione del Signore.

impossibile per me dimenticare il suo sorriso, quando entravo nel suo studio per tenerlo informato dei passi com-

piuti dalla parte attrice nel corso di otto anni: tanto è durata la Causa nella fase iniziale! non solo, andavo ad ossequiare il Pastore per rice-vere da Lui anche quel conforto e quelle conferme indispensabi l i , così da procedere tranquillamente nel nostro ope-rato, senza alcun personalismo, e sempre nel massi-mo rispetto della sua volontà!

nel momento del commiato, un augurio spontaneo usciva sempre dal suo cuore, rivolto a tutti coloro che stavano impegnandosi per far camminare la Causa ed anche una preghiera particolare per quanti fossero nella sofferenza.

Penso doveroso terminare con questa preghiera tratta dalla “Dottrina dei dodici Apostoli” (14,1):

ricordati Signore della tua Chiesa, preservala da ogni malee rendila perfetta nella tua carità.

Giuseppina Giacomini Presidente del Centro Maria Bolognesi

Nella foto: Mons. Martino Gomiero firma – il 21 ottobre 1992 – il Decreto di apertura del Processo Informativo Diocesano per la Cano-nizzazione della Serva di Dio Maria Bolognesi

UN AMICO CON NOI DAL CIELOMons. Martino Gomiero

Finestre Aperte 19

Comunicazione per chi riceve Finestre Aperte

TUTELA DATI PERSONALI

nel rispetto di quanto disposto dal D. Lgs 196/2003 Le comunichiamo che i suoi dati fanno parte dell’archivio elettronico del Centro Maria Bolognesi e saranno usati esclusivamente per comunicarLe le nostre iniziative.in qualsiasi momento e gratuitamente Lei potrà richiedere modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione degli stessi attraverso richiesta scritta da inviare a:CentrO MAriA BOLOGneSi - via G. tasso, 49 - 45100 rOViGOin caso di cancellazione del nominativo non potremmo più spedirLe alcuna informazione.non ricevendo nessuna comunicazione in merito, ci consideriamo autoriz-zati a conservare nel nostro archivio elettronico i Suoi dati personali nel rispetto del D. Lgs 196/2003.La ringraziamo per l’attenzione e cogliamo l’occasione per augurare pace e serenità a Lei e a tutti i suoi cari, con un ricordo nella preghiera.

Centro Maria Bolognesi

Possa il nostro cuore, con l’intercessione della Serva di Dio Maria Bolognesi,

accogliere e custodire la buona novella, per raccontarla attraverso la nostra fedele

testimonianza quotidiana.

La Redazione e il Centro Maria Bolognesi

“Onorerò il Natale nel mio cuore

e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno”

Charles Dickens

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Mons. Martino Gomiero durante la S. Messa dell’8 luglio 2000, celebrata presso il Tempio “La Rotonda” di Rovigo, per la chiusura del Processo Informativo Diocesano. Davanti al Vescovo i plichi contenenti parte della documentazione riguardante la Causa di Canonizzazione di Maria Bolognesi

Mons. Martino Gomiero presiede la S. Messa del 29 gennaio 2000 nella chiesa dei SS. Francesco e Giustina di Rovigo, celebrata per il 20° Anni-versario della nascita al Cielo della Serva di Dio

Mons. Martino Gomiero e i concelebranti al momento della Consacra-zione nella Celebrazione Eucaristica dell’8 luglio 2000

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Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30),

viene celebrata una S. Messaper la Serva di Dio Maria Bolognesi

presso il Tempio cittadino “La Rotonda” di Rovigo

SABATO 26 DICEmBRE 2009

ore 16.00

Chiesa di S. Sebastiano Bosaro (RO)

S. mESSA

in ricordo del Battesimo

della Serva di Dio Maria Bolognesi

SABATO 30 gENNAIO 2010

ore 10.30

Chiesa dei S.s. Francesco e GiustinaRovigo

S. mESSA

per il 30° Anniversariodella nascita al cielo

della Serva di Dio Maria Bolognesi

presiede

Padre Tito m. Sartori O.S.m.Postulatore della Causa di Canonizzazione

presiede

Don Adriano FrigatoParroco di San Martino di Venezze (RO)