Un secolo di basket pavesefra conquiste ... - CASONE FILM · ciali contro Vigevano, la con-quista...

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DI MIRKO CONFALONIERA GLI ALBORI DEL BASKET A PAVIA 21 campionati di massima se- rie, 20 di serie cadetta, 1 Cop- pa Italia di serie B e giocatori che hanno indossato le canot- te della Nazionale italiana. Questa è la storia della palla- canestro pavese: unica, inimi- tabile e senza paragoni nei dintorni. Le radici affondano addirittura negli anni Venti dello scorso secolo, quando i primi passi si devono alla So- cietà Ginnastica Pavese, che allestì un campo nel cortile della Civica Palestra di via Luigi Porta, dove il basket di Pavia mosse i suoi primi pas- si. Gli annuari riportano la partecipazione della sezione cestistica della Ginnastica al campionato federale del 1922, vinto dall’ASSI Milano, quan- do ancora si giocava all’aper- to, i canestri e i tabelloni era- no in legno, e le scarpette in cuoio. Il vero inizio risale, però, al 1933 con la costituzione del Comitato Provinciale della Federazione – primo presi- dente fu il prof. Aurelio Chiappero. Sempre in quel- l’anno fu istituito il G.U.F. (Gruppo Universitario Fasci- sta), che fu ammesso nella “Divisione Nazionale” del 1936, chiudendo al terzo po- sto. Per i sette anni successivi, cioè fino al 1943, il GUF rima- se nella massima serie classi- ficandosi fra il 4° e l’11° posto. Nel 1939 il GUF vinse i cam- pionati universitari e la nazio- nale universitaria italiana si aggiudicò il Mondiale di Vien- na con i pavesi Orlandi, Pa- steris e Rolandi. Chiappero come allenatore e i giocatori Pasteris e Rolandi, che vesti- rono anche la maglia della Nazionale maggiore, furono protagonisti nella vittoria del- l’Italia contro la Germania. DOPOGUERRA E MIGLIORI PIAZZAMENTI Con la caduta del regime fa- scista e la conseguente scom- parsa dei GUF, la pallacane- stro pavese fu rappresentata dall’Onda Pavia, società fon- data nel 1943 e ammessa alla “Serie Unica” del 1945-46. Il 5º posto assoluto e l’ammissio- ne alla ricostituita Serie A (a due gironi da 8 squadre) nella stagione 1946-47 suscitarono nell’ambiente sportivo cittadi- no un immediato entusiasmo, che comportò su proposta dell’ingegner Cazzani (che era anche Presidente dell’Asso- ciazione Industriali Pavesi) il cambio di denominazione in “Pallacanestro Pavia”. La nuova società nei quattro anni successivi si classificò in massima serie fra il quinto e l’ottavo posto. Nel 1951/52 re- trocesse in serie B, ma pron- tamente l’anno dopo risalì in A. Da neopromossa Pavia si classificò quarta nel campio- nato 1953/54 e decima in quello successivo. Col nuovo sponsor Necchi (la celebre fab- brica cittadina di macchine da cucire) si piazzò terza nella massima serie nazionale nel 1955/56 alle spalle solo di Vir- tus Bologna e di Milano. In quegli anni figurarono in rosa pavese grandi giocatori quali Djordje Andrijaševic (fa- moso per il “piazzato” a due mani), Tullio Rochlitzer (nati- vo di Zara, campione jugosla- vo per tre volte con la Stella Rossa Belgrado e unico gioca- tore di basket ad avere vestito la canotta nazionale sia italia- na che jugoslava), Lele Roso- len (10 presenze in Nazionale maggiore), Carlo Montemarti- ni (6 presenze in Nazionale), Gervasi (sempre ai primi po- sti nella classifica marcatori) e Remo Ferrari. Al termine della stagione 1957/58 la Necchi lasciò l’ab- binamento per difficoltà eco- nomiche e nell’estate successi- va la squadra venne iscritta al campionato con quattro giorni di ritardo: purtroppo abba- stanza per essere esclusa dal- la serie A. Vennero gli anni bui, dove il basket pavese fu solo accompagnato dall’espe- rienza della sezione femmini- le dell’Onda, che conquistò la serie A nel 1960 e addirittura il 2° posto assoluto nel massi- mo campionato 1963/64, per- dendo lo scudetto di un solo punto. A causa di difficoltà economiche, però, le “Ondine” rinunciarono alla serie A, alla qualificazione in Coppa Cam- pioni e al basket femminile. LA LENTA RINASCITA NEGLI ANNI ’60-‘70 Nell’estate del 1964 venne rifondata la sezione maschile dell’Onda nel campionato di Promozione: si bruciarono le tappe e nel mitico PalaEspo di Piazzale Europa nel 1968/69 l’Onda riapprodò in serie B (allora seconda serie naziona- le), ma solo per due stagioni: al termine del campionato 1969/70 la squadra retrocesse nuovamente in serie C, dopo aver perso di un punto lo spa- reggio di Fidenza. Nel 1975 un nuovo gruppo dirigenziale raccolse il testimone della pal- lacanestro pavese, promuo- vendo la fusione delle società oratoriali cittadine di Olmo, Audaces e Celeres. Come 28 anni prima venne acquisito il diritto sportivo dell’Onda, questa volta di terza serie. La rinata Pallacanestro Pavia, abbinata a Ivlas, si riaffacciò nel mondo della palla a spic- chi con rinnovate ambizioni (primo presidente fu Quarti- roli, poi seguirono Magenes, Dragagna e Trogni, mentre inizialmente DS fu Tullio Ro- chlitzer). Lo sponsor Necchi tornò nel 1977 e nella stagio- ne 1978/79 la squadra ricon- quistò la serie B. GLI ANNI D’ORO E IL FALLIMENTO Pavia arrivò terza nel 1981/82, seconda l’anno suc- cessivo - ma sconfitta da Reg- gio Calabria nei playoff. Nel 1983 il presidente Lucio Aricò inventò il “Basket Pool Pa- via”, che terminò il nuovo campionato in testa a pari punti con Cremona, ma perse a Pesaro lo spareggio playoff contro il Master Valentino Ro- ma (50-52), in circostanze rese ancor più drammatiche dalla morte sugli spalti del padre del giocatore Chicco Falerni, mentre si stavano giocando gli ultimi decisivi minuti. Par- teciparono alla trasferta oltre 1500 pavesi stipati su venti- due pullman e innumerevoli automobili. L’anno successi- vo, nel nuovo Palazzo dello Sport di via Treves, la Vigo- relli Pavia conquistò final- mente la serie A2. Dal cam- pionato 1985/86 a quello 1990/91 la Pallacanestro Pa- via disputò la serie cadetta in un palasport sempre tutto esaurito: lo sponsor fu la pel- licceria Annabella fino al 1990, mentre nei tre anni suc- cessivi subentrò il marchio Fernet Branca. Al termine della stagione 1990-1991 Pa- via, allenata da Tonino Zorzi, riuscì a riconquistare la mas- sima serie dopo i play-out. Fra i giocatori autori della storica promozione ricordiamo il cele- bre Oscar Schmidt e Robert Lock. La permanenza in serie A1, però, fu breve perché durò la sola stagione 1991/92, che si concluse con la retrocessio- ne. Nuovamente in serie A2, la squadra venne affidata alla guida tecnica di Attilio Caja, ma qualificatasi agli spareggi Pavia fallì la promozione. Senza sponsor dopo il 1993, la Pallacanestro Pavia concluse all’ultimo posto la serie A2 del 1994/95: la stagione fu com- plicata a causa della difficile situazione economica, poiché i giocatori si misero in sciopero per il mancato pagamento de- gli stipendi, i tifosi contestaro- no la società presieduta da Barbara Bandiera, sul par- quet scesero stabilmente gli juniores e la squadra andò in- contro all’inevitabile fallimen- to. L’anno successivo chiuse i battenti anche la pallacane- stro femminile (Moka Sir’s Pavia) che, rifondata negli an- ni ‘70, stava disputando buo- ne stagioni di serie A (fu cedu- to il diritto sportivo alla Pall. Vittuone). LA NUOVA PALLACANESTRO PAVIA La storia si ripeté e sembrò di essere tornati a quel lontano ‘58, quando Pavia dovette ri- partire da zero. In C1 c’era la Longobardos, da un po’ di an- ni considerata la seconda espressione cestistica pavese, che da un giorno all’altro si ri- trovò a ricoprire il ruolo di squadra guida. Dietro di essa c’era la Celeres, di oratoriale memoria e guidata dall’in- stancabile Lele Rosolen. Al PalaRavizza assistemmo a in- fuocati derby fra le due realtà cittadine (Oviesse e Caffex) in serie C1. Alla fine la spuntò la truppa di Rosolen, che otten- ne una rocambolesca promo- zione in B2 sul campo di Bor- gomanero – vincendo per 81- 82 e recuperando in 8 minuti uno scarto di 20 punti. La Caffex, affidata a coach Cor- rado, centrò la sua quinta pro- mozione di fila nel maggio del 1997 in quel di Cento, seguita da duecento tifosi pavesi e ag- guantando la serie B1. La Ce- leres si fuse con la Longobar- dos, dando vita alla Nuova Pallacanestro Pavia, che di- sputò tre stagioni altalenanti – in una fu ingaggiato il fuori- classe Roberto Premier. Con l’unione della Vigentina Ba- sket di Siziano, la N.P. Pavia regalò ai propri tifosi la sta- gione 2000/01 ricca di soddi- sfazioni: quattro derby vinti nelle sentite sfide stra-provin- ciali contro Vigevano, la con- quista della Coppa di Lega (con le “final four” organizzate e disputate al PalaRavizza) e la promozione in serie A2 (battendo in finale Cefalù). Primo sponsor nella nuova “LegaDue” fu la Sacil Hlb, mentre successivamente, dal 2002 al 2009, fu Edimes. In quegli anni di A2 la squadra si piazzò tra il sesto e il dodi- cesimo posto, venendo in più occasioni eliminata ai play- off, ma arrivando in finale per la serie A nel campionato 2006/07, quando fu sconfitta solo da una fuoriclasse come la Scavolini Pesaro. In queste stagioni giocarono a Pavia ta- lenti del calibro di Fabio Di Bella, Mike Iuzzolino e la fu- tura stella NBA Danilo Galli- nari. Al termine della stagio- ne 2009/10, con il nuovo spon- sor Paul Mitchell, la dirigenza guidata da Gianmarco Bian- chi cedette il titolo sportivo a Verona e ripartì dalla ex serie B1. Dopo due stagioni in terza serie, la rinominata “Pallaca- nestro Pavia” si auto-retroces- se prima in serie C (2012), poi in Prima Divisione, e infine chiuse definitivamente i bat- tenti (2014). LA STORIA RECENTE A raccogliere la tradizione ce- stistica pavese si fecero subito avanti due realtà. La prima fu il Basket Bridge Pavia, che ri- portò la nostra piazza in serie B per qualche stagione (dal 2014 al 2016). La seconda fu una piccola società nata nel 2006 a Lungavilla in Prima Divisione, che scalando le classifiche (e traslocando pri- ma a Broni, poi a Cava Mana- ra e infine a Pavia) assunse nel 2015 il nome di Basket Omnia Pavia (proprietario è il casteggiano Gianni Perru- chon). Nel campionato 2016/17, nonostante la scon- fitta in finale di C ‘gold’ contro Bernareggio, l’Omnia Pavia ottenne ugualmente l’ammis- sione in serie B e dopo tre sta- gioni di terza serie, ad oggi rappresenta la massima realtà cestistica della città. Alle sue spalle c’è la Sanmau- rense (sponsorizzata Edimes), società oratoriale nata nel tenuto una storica promozio- ne in quinta serie e quest’an- no ha disputato il suo primo campionato di C2. (Hanno collaborato: Daniele Spairani e Antonio Franzoso) Un secolo di basket pavese fra conquiste, fallimenti e rinascite Da Rochlitzer a Rosolen, da Oscar a Premier, da Gallinari a Di Bella: Pavia è pallacanestro Sport Pavese 25 Sport Venerdì, 22 maggio 2020 1979, che l’anno scorso ha ot-

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Page 1: Un secolo di basket pavesefra conquiste ... - CASONE FILM · ciali contro Vigevano, la con-quista della Coppa di Lega (con le “final four” organizzate e disputate al PalaRavizza)

DI MIRKO CONFALONIERA

GLI ALBORI DEL BASKET A PAVIA

21 campionati di massima se-rie, 20 di serie cadetta, 1 Cop-pa Italia di serie B e giocatoriche hanno indossato le canot-te della Nazionale italiana.Questa è la storia della palla-canestro pavese: unica, inimi-tabile e senza paragoni neidintorni. Le radici affondanoaddirittura negli anni Ventidello scorso secolo, quando iprimi passi si devono alla So-cietà Ginnastica Pavese, cheallestì un campo nel cortiledella Civica Palestra di viaLuigi Porta, dove il basket diPavia mosse i suoi primi pas-si. Gli annuari riportano lapartecipazione della sezionecestistica della Ginnastica alcampionato federale del 1922,vinto dall’ASSI Milano, quan-do ancora si giocava all’aper-to, i canestri e i tabelloni era-no in legno, e le scarpette incuoio. Il vero inizio risale, però, al1933 con la costituzione delComitato Provinciale dellaFederazione – primo presi-dente fu il prof. AurelioChiappero. Sempre in quel-l’anno fu istituito il G.U.F.(Gruppo Universitario Fasci-sta), che fu ammesso nella“Divisione Nazionale” del1936, chiudendo al terzo po-sto. Per i sette anni successivi,cioè fino al 1943, il GUF rima-se nella massima serie classi-ficandosi fra il 4° e l’11° posto.Nel 1939 il GUF vinse i cam-pionati universitari e la nazio-nale universitaria italiana siaggiudicò il Mondiale di Vien-na con i pavesi Orlandi, Pa-steris e Rolandi. Chiapperocome allenatore e i giocatoriPasteris e Rolandi, che vesti-rono anche la maglia dellaNazionale maggiore, furonoprotagonisti nella vittoria del-l’Italia contro la Germania.

DOPOGUERRA E MIGLIORIPIAZZAMENTI

Con la caduta del regime fa-scista e la conseguente scom-parsa dei GUF, la pallacane-stro pavese fu rappresentatadall’Onda Pavia, società fon-

data nel 1943 e ammessa alla“Serie Unica” del 1945-46. Il5º posto assoluto e l’ammissio-ne alla ricostituita Serie A (adue gironi da 8 squadre) nellastagione 1946-47 suscitarononell’ambiente sportivo cittadi-no un immediato entusiasmo,che comportò su propostadell’ingegner Cazzani (che eraanche Presidente dell’Asso-ciazione Industriali Pavesi) ilcambio di denominazione in“Pallacanestro Pavia”. La nuova società nei quattroanni successivi si classificò inmassima serie fra il quinto el’ottavo posto. Nel 1951/52 re-trocesse in serie B, ma pron-tamente l’anno dopo risalì inA. Da neopromossa Pavia siclassificò quarta nel campio-nato 1953/54 e decima inquello successivo. Col nuovosponsor Necchi (la celebre fab-brica cittadina di macchine dacucire) si piazzò terza nellamassima serie nazionale nel1955/56 alle spalle solo di Vir-tus Bologna e di Milano. In quegli anni figurarono inrosa pavese grandi giocatoriquali Djordje Andrijaševic (fa-moso per il “piazzato” a duemani), Tullio Rochlitzer (nati-vo di Zara, campione jugosla-vo per tre volte con la StellaRossa Belgrado e unico gioca-tore di basket ad avere vestitola canotta nazionale sia italia-na che jugoslava), Lele Roso-len (10 presenze in Nazionalemaggiore), Carlo Montemarti-ni (6 presenze in Nazionale),Gervasi (sempre ai primi po-sti nella classifica marcatori)e Remo Ferrari. Al termine della stagione1957/58 la Necchi lasciò l’ab-binamento per difficoltà eco-nomiche e nell’estate successi-va la squadra venne iscritta alcampionato con quattro giornidi ritardo: purtroppo abba-stanza per essere esclusa dal-la serie A. Vennero gli annibui, dove il basket pavese fusolo accompagnato dall’espe-rienza della sezione femmini-le dell’Onda, che conquistò laserie A nel 1960 e addiritturail 2° posto assoluto nel massi-mo campionato 1963/64, per-dendo lo scudetto di un solopunto. A causa di difficoltàeconomiche, però, le “Ondine”rinunciarono alla serie A, allaqualificazione in Coppa Cam-pioni e al basket femminile.

LA LENTA RINASCITA NEGLI ANNI ’60­‘70

Nell’estate del 1964 vennerifondata la sezione maschiledell’Onda nel campionato diPromozione: si bruciarono letappe e nel mitico PalaEspo diPiazzale Europa nel 1968/69l’Onda riapprodò in serie B(allora seconda serie naziona-le), ma solo per due stagioni:al termine del campionato1969/70 la squadra retrocessenuovamente in serie C, dopoaver perso di un punto lo spa-reggio di Fidenza. Nel 1975un nuovo gruppo dirigenzialeraccolse il testimone della pal-lacanestro pavese, promuo-vendo la fusione delle societàoratoriali cittadine di Olmo,Audaces e Celeres. Come 28anni prima venne acquisito ildiritto sportivo dell’Onda,questa volta di terza serie. Larinata Pallacanestro Pavia,abbinata a Ivlas, si riaffacciònel mondo della palla a spic-chi con rinnovate ambizioni(primo presidente fu Quarti-roli, poi seguirono Magenes,Dragagna e Trogni, mentreinizialmente DS fu Tullio Ro-chlitzer). Lo sponsor Necchitornò nel 1977 e nella stagio-ne 1978/79 la squadra ricon-quistò la serie B.

GLI ANNI D’ORO E IL FALLIMENTO

Pavia arrivò terza nel1981/82, seconda l’anno suc-cessivo - ma sconfitta da Reg-gio Calabria nei playoff. Nel1983 il presidente Lucio Aricòinventò il “Basket Pool Pa-via”, che terminò il nuovocampionato in testa a paripunti con Cremona, ma persea Pesaro lo spareggio playoffcontro il Master Valentino Ro-ma (50-52), in circostanze reseancor più drammatiche dallamorte sugli spalti del padredel giocatore Chicco Falerni,mentre si stavano giocandogli ultimi decisivi minuti. Par-teciparono alla trasferta oltre1500 pavesi stipati su venti-due pullman e innumerevoliautomobili. L’anno successi-vo, nel nuovo Palazzo delloSport di via Treves, la Vigo-relli Pavia conquistò final-mente la serie A2. Dal cam-pionato 1985/86 a quello1990/91 la Pallacanestro Pa-

via disputò la serie cadetta inun palasport sempre tuttoesaurito: lo sponsor fu la pel-licceria Annabella fino al1990, mentre nei tre anni suc-cessivi subentrò il marchioFernet Branca. Al terminedella stagione 1990-1991 Pa-via, allenata da Tonino Zorzi,riuscì a riconquistare la mas-sima serie dopo i play-out. Frai giocatori autori della storicapromozione ricordiamo il cele-bre Oscar Schmidt e RobertLock. La permanenza in serieA1, però, fu breve perché duròla sola stagione 1991/92, chesi concluse con la retrocessio-ne. Nuovamente in serie A2,la squadra venne affidata allaguida tecnica di Attilio Caja,ma qualificatasi agli spareggiPavia fallì la promozione.Senza sponsor dopo il 1993, laPallacanestro Pavia concluseall’ultimo posto la serie A2 del1994/95: la stagione fu com-plicata a causa della difficilesituazione economica, poiché igiocatori si misero in scioperoper il mancato pagamento de-gli stipendi, i tifosi contestaro-no la società presieduta daBarbara Bandiera, sul par-quet scesero stabilmente glijuniores e la squadra andò in-contro all’inevitabile fallimen-to. L’anno successivo chiuse ibattenti anche la pallacane-stro femminile (Moka Sir’sPavia) che, rifondata negli an-ni ‘70, stava disputando buo-ne stagioni di serie A (fu cedu-to il diritto sportivo alla Pall.Vittuone).

LA NUOVA PALLACANESTRO PAVIA

La storia si ripeté e sembrò diessere tornati a quel lontano‘58, quando Pavia dovette ri-partire da zero. In C1 c’era laLongobardos, da un po’ di an-ni considerata la secondaespressione cestistica pavese,che da un giorno all’altro si ri-trovò a ricoprire il ruolo disquadra guida. Dietro di essac’era la Celeres, di oratorialememoria e guidata dall’in-stancabile Lele Rosolen. AlPalaRavizza assistemmo a in-fuocati derby fra le due realtàcittadine (Oviesse e Caffex) inserie C1. Alla fine la spuntò latruppa di Rosolen, che otten-ne una rocambolesca promo-zione in B2 sul campo di Bor-gomanero – vincendo per 81-82 e recuperando in 8 minutiuno scarto di 20 punti. LaCaffex, affidata a coach Cor-rado, centrò la sua quinta pro-mozione di fila nel maggio del1997 in quel di Cento, seguitada duecento tifosi pavesi e ag-guantando la serie B1. La Ce-leres si fuse con la Longobar-dos, dando vita alla NuovaPallacanestro Pavia, che di-sputò tre stagioni altalenanti– in una fu ingaggiato il fuori-classe Roberto Premier. Conl’unione della Vigentina Ba-sket di Siziano, la N.P. Paviaregalò ai propri tifosi la sta-gione 2000/01 ricca di soddi-sfazioni: quattro derby vintinelle sentite sfide stra-provin-ciali contro Vigevano, la con-quista della Coppa di Lega(con le “final four” organizzatee disputate al PalaRavizza) e

la promozione in serie A2(battendo in finale Cefalù).Primo sponsor nella nuova“LegaDue” fu la Sacil Hlb,mentre successivamente, dal2002 al 2009, fu Edimes. Inquegli anni di A2 la squadrasi piazzò tra il sesto e il dodi-cesimo posto, venendo in piùoccasioni eliminata ai play-off, ma arrivando in finale perla serie A nel campionato2006/07, quando fu sconfittasolo da una fuoriclasse comela Scavolini Pesaro. In questestagioni giocarono a Pavia ta-lenti del calibro di Fabio DiBella, Mike Iuzzolino e la fu-tura stella NBA Danilo Galli-nari. Al termine della stagio-ne 2009/10, con il nuovo spon-sor Paul Mitchell, la dirigenzaguidata da Gianmarco Bian-chi cedette il titolo sportivo aVerona e ripartì dalla ex serieB1. Dopo due stagioni in terzaserie, la rinominata “Pallaca-nestro Pavia” si auto-retroces-se prima in serie C (2012), poiin Prima Divisione, e infinechiuse definitivamente i bat-tenti (2014).

LA STORIA RECENTE

A raccogliere la tradizione ce-

stistica pavese si fecero subitoavanti due realtà. La prima fuil Basket Bridge Pavia, che ri-portò la nostra piazza in serieB per qualche stagione (dal2014 al 2016). La seconda fuuna piccola società nata nel2006 a Lungavilla in PrimaDivisione, che scalando leclassifiche (e traslocando pri-ma a Broni, poi a Cava Mana-ra e infine a Pavia) assunsenel 2015 il nome di BasketOmnia Pavia (proprietario è ilcasteggiano Gianni Perru-chon). Nel campionato2016/17, nonostante la scon-fitta in finale di C ‘gold’ controBernareggio, l’Omnia Paviaottenne ugualmente l’ammis-sione in serie B e dopo tre sta-gioni di terza serie, ad oggirappresenta la massimarealtà cestistica della città.Alle sue spalle c’è la Sanmau-rense (sponsorizzata Edimes),società oratoriale nata nel

tenuto una storica promozio-ne in quinta serie e quest’an-no ha disputato il suo primocampionato di C2.

(Hanno collaborato: Daniele Spairani

e Antonio Franzoso)

Un secolo di basket pavese fra conquiste, fallimenti e rinascite

Da Rochlitzer a Rosolen, da Oscar a Premier, da Gallinari a Di Bella: Pavia è pallacanestro

Sport Pavese

25Sport Venerdì, 22 maggio 2020

1979, che l’anno scorso ha ot-