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UN PICCOLO RADIOATTIVO? CONTRADDIZIONI DA ISTANBUL SOMMERSI E SALVATI IL TREDICESIMO BAKTUN FOTOVOLTAICO SU TERRENO AGRICOLO APPUNTAMENTI DI DICEMBRE E GENNAIO IL MENSILE DEL VIVERE NATURALE N.162 DICEMBRE 2010/GENNAIO 2011 DISTRIBUZIONE GRATUITA

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un piccolo radioattivo?contraddizioni da istanbulsommersi e salvatiil tredicesimo baktunFotovoltaico su terreno agricoloappuntamenti di dicembre e gennaio

il mensile del vivere naturale n.162 dicembre 2010/gennaio 2011 distribuzione gratuita

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SOMMARIO 4 Lettere Il "nuovo" WWF di Trieste 5 Un PICCOLO radioattivo? L’Emetico 6 OGM. Lo stato dell'arte

7 Milano "capitale immorale" d'Italia 8 Contraddizioni da Istanbul

9 Sommersi e salvati 10 Libri: Cime tempestose 11 Il tredicesimo Baktun 12 Percorsi d'arte

I mondi magici di Escher

Munch e lo spirito del Nord

13 Musica ad arte

14 Igor Sutyagin ringrazia Amnesty 15 Trasporti e ambiente 16 Cinema 17 Teatri di confine 18 Alimentazione 19 Fotovoltaico su terreno agricolo

20 Colonna vertebrale 21 Ecorubrica 22 Marinella al Verdi di Trieste 23 Cinofilia 24 Le voci degli alberi 23 A pesca su youtube Sport: Pallanuoto 27 Annunci di dicembre e gennaio

KonradMensile di informazione di Naturalcubo s.n.c.Redatto dall’Associazione Konradvia Corti 2a - 34123 TriesteFax [email protected] - www.konradnews.itAut. Trib. di Udine n. 485del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste

Direttore editoriale: Roberto Valerio

Direttore responsabile: Dario Predonzan

Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 [email protected]

Copertina:foto di Tiziana Gramaglia

Hanno collaborato:Mariagrazia Beinat, Sara Biasutti, Nadia e Giacomo Bo, Michele Colucci, Luciano Comida, Stefano Crisafulli, Adriana De Caro, Carlo Dellabella, Sara Ferluga, Graziano Ganzit, Francesco Gizdic, Sergio Franco, Alessandro Lombardo, Gianfranco Manfredi, Luisella Pacco, Sergio Paoletti, Tiziana Peressutti, Giuliano Prandini, Stefano Rongione, Lino Santoro, Marco Segina, Gianni Ursini, Severino Zannerini

Grafica e stampa:Tip. Villaggio del Fanciullo - Opicina Trieste - [email protected]

Stampato su carta riciclata

Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell’editore. è vietata la riproduzione e l’utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore.Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell’archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione.

konrad 162 - dicembre 2010 / gennaio 2011

Questo numero di Konrad vuole festeggiare due eventi: il primo, l’uscita dal coma del giornalista Oleg Kashin. Il giornalista si stava occupando delle proteste pubbliche contro l’abbattimento di una foresta finalizzata alla costruzione di un’autostrada (la sua aggressione peraltro è stata preceduta dal pestaggio di un attivista, Anatolii Fetisov, impegnato nella difesa di quella foresta).Kashin è sopravvissuto ma merita comunque ricordare che, a quasi vent’anni dal crollo dell’Unione Sovietica, la Russia odierna è uno dei paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti e solamente quest’anno ne sono stati uccisi otto.Il secondo evento riguarda la liberazione di Aung San Suu Kyi. Il 15 novembre la leader birmana, premio Nobel per la pace, è tornata nel suo ufficio presso la sede della Lega Nazionale per Democrazia (Lnd) dopo aver passato gran parte degli ultimi 20 anni (venti!) agli arresti.Chi si batte per la libertà di pensiero, proprio perché combatte una battaglia che ha già vinto in sé stesso, lo fa per difendere o affermare anche e soprattutto la libertà del pensiero altrui.

... e sul sito www.konradnews.itS.A.F.E.: riciclaggio al posto della Ferriera di Aurora Mischi

Vivere senza soldi di Gabriele Culot

Grafologia di Carlo Chinaglia

Il carattere del cane: questione di geni di C. Di Iorio e M. Visintin

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Continuo a vedere alberi potati in modo sommario, piante maestose trasformate in monconi di una tristezza infinita. Alberi tagliati di netto o sradicati nei giardini, nei parchi e nella campagna del paese dove vivo, perché “troppo grandi”, perché fanno ombra, perché non piacciono più, per guadagnare terreno da coltivare, ecc..A quanto pare ci siamo dimenticati l’importanza di queste splendide creature, che non sono solo combustibile ed oggetti decorativi, ma fondamentali alleati che, oltre ad assorbire l’inquinamento che noi produciamo, rilasciano ossigeno essenziale alla sopravvivenza nostra e degli altri animali. Trovo giusto ed importante salvaguardare ed ampliare le poche foreste rimaste nel mondo, ma non capisco perché trattiamo con assoluta noncuranza il nostro patrimonio arboreo locale. è necessario cominciare a diffondere una nuova consapevolezza verso queste creature che non possono essere considerate una proprietà privata o una merce, ma un bene comune e come tali protette e tutelate. Purtroppo sembra che le attuali norme regionali consentano il taglio libero degli alberi, pertanto è lasciato ai singoli Comuni il compito di provvedere o meno ad un’eventuale regolamentazione in merito, come ad esempio l’obbligo di richiedere un’autorizzazione per l’abbattimento di piante di grandi dimensioni o l’impegno di provvedere alla piantumazione di nuovi alberi in sostituzione di quelli che vengono tagliati. è necessario riconoscere l’importanza di questi “amici verdi” fondamentali per l’equilibrio e la stabilità ambientale, oltre che per la bellezza del territorio, senza dimenticare il ruolo importante che svolgono per la sopravvivenza di molte specie animali alle quali offrono rifugio e sostentamento, compresa la specie umana! Credo sia giunto il momento per gli uomini di guardare agli alberi con occhi nuovi e con una nuova consapevolezza, il fatto che non possano comunicare la loro sofferenza o scappare dalle seghe elettriche, non li rende meno vivi, ma solo più indifesi.Ringraziandovi per l’attenzione, attendo una vostra eventuale risposta in merito. Cordiali saluti.

Antonella WitzmannAquileia - (Udine)

lettere [email protected]

piccolo appello per gli alberiRisponde Sara Ferluga del Comitato per la Salvaguardia degli Alberi di Piazza Libertà

Gentile Signora Witzmann, Varie associazioni per la salvaguardia del verde e del patrimonio urbano e privati cittadini costituitesi in un comitato spontaneo hanno iniziato a collaborare nel 2008, in occasione di un fatto contingente, come il salvataggio di alberi secolari in una piazza storica di Trieste, per sensibilizzare l’amministrazione comunale e la cittadinanza sul problema della conservazione del verde urbano; piano piano, grazie alla costruzione di un sito e di contatti fuori città, abbiamo allargato il raggio d’azione fino a ricevere segnalazioni da tutta la Regione e oltre. Le persone sono poche e la battaglia è impari, però ogni tanto qualche piccolo cambiamento lo notiamo. Tra l’altro si sono formati nuovi comitati che hanno come obiettivo la salvaguardia di particolari aree verdi cittadine, segno che la sopravvivenza di parchi e giardini sta a cuore a sempre più persone.Ora ci stiamo impegnando affinché siano stabilite regole per potature che tengano conto delle esigenze degli alberi e non della comodità per le amministrazioni e perché siano introdotti regolamenti per la tutela del verde urbano non solo pubblico ma anche privato.

Per maggiori informazioni sulle attività www.sos-alberi-fvg.it

e per contatti [email protected]

il “nuovo” WWF di triesteDal settembre dell’anno scorso la tradizionale presenza del WWF nella nostra città e provincia ha assunto un’altra veste: la storica sezione triesti-na del WWF (fondata nel lontano 1971) è stata sostituita dall’Associazione di Trieste del WWF. Ciò è avvenuto in seguito ad una riorganizzazione, ritenuta necessaria dal WWF Italia, che ha comportato la scomparsa delle sezioni locali e la costituzione, al loro posto e laddove le condizioni lo consentivano, di Associazioni o Comitati, autonomi dal punto di vista economico e amministrativo ma sempre legati alla casa madre da un accordo per l’uso del simbolo e la collaborazione sulle attività nazionali. Sono rimaste, a garantire la presenza diretta del WWF sul territorio, le sezioni regionali.È un bene o è un male? Si vedrà, il giudizio appare prematuro. Sicuramen-te la scelta è stata condizionata – oltre che dai mutamenti sociali che la rivoluzione informativa continua a produrre – da fattori economici: infatti la rete locale capillare prima esistente, non sempre operativa e produttiva in tutte le sue diramazioni, stava diventando un onere insostenibile. Per quanto riguarda Trieste, si è trattato di una transizione senza parti-colari problemi, possiamo dire nella piena continuità. La nuova Associa-zione, costituitasi come ONLUS, condivide in toto la mission del WWF, si batte per i medesimi obiettivi ed utilizza il logo WWF (il noto Panda). Di essa fanno parte tutti gli attivisti storici del WWF triestino più numerosi soci. Grazie alla dinamica intraprendenza del nuovo Presidente, l’avvocato Alessandro Giadrossi, l’Associazione ha svolto nel suo primo anno di vita un’attività di ampio respiro. Non è venuto meno, anzi si è forse rafforzato, da parte degli attivisti esperti più prestigiosi – Dario Predonzan e Fabio Gemiti in primis – l’impegno tradizionale, in collaborazione col WWF regionale, sui più scottanti problemi di attualità (quali il pian regolatore di

Trieste, l’inquinamento dell’aria e la questione Ferriera, la difesa dell’ac-qua come bene pubblico, la TAV, la scelta nucleare). Contemporaneamen-te la nuova Associazione si è fatta conoscere ad un pubblico più vasto attraverso una serie di affollate conferenze-incontri (le“Conversazioni a casa del Panda”) su temi di grande rilevanza ambientale. Ha esteso inoltre la rete dei rapporti creando un sodalizio di collaborazione con l’associazione Adria. In più, si è costituito per la prima volta un gruppo studentesco del WWF che avrà la propria sede presso l’Università: segno e auspicio, si spera, della presenza nell’associazione, finalmente, di nuove leve (meno “esperte” certo, ma anche meno “datate”). Un’ultima novità in fieri: è in corso il trasferimento della sezione regio-nale da Udine a Trieste, per cui, a partire dal 2011, la sede triestina di via Rittmeyer 6 ospiterà entrambe le organizzazioni (locale e regionale).Qualche ulteriore informazione. Dopo anni di “commissariamento” il WWF ha un Consiglio regionale [con: Roberto Pizzutti Presidente, Lia Brautti, Gianluca De Vido, Guido Pesante, Dario Predonzan consiglieri] Il direttivo della nuova Associazione di Trieste del WWF è composto da tre membri: Alessandro Giadrossi (presidente), Carlo Dellabella (vicepresi-dente), Fabio Gemiti.Le quote associative – indispensabili (purtroppo) per la sopravvivenza dell’Associazione, e aggiuntive rispetto all’iscrizione al WWF Italia – sono le seguenti: socio sostenitore 50 euro (annuali), socio ordinario 10 euro, socio studente 5 euro. I recapiti del WWF Trieste sono: tel. O40 360551, e-mail: [email protected]

Carlo Dellabella

Foto di Tiziana Gramaglia

4 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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negare, negare sempreSe ti beccano, nega, qualsiasi cosa tu abbia fatto e in qualsiasi circostanza ti abbiano scoperto. Prendi esem-pio da un vero sotto-eroe italiano: il senatore Marcello Dell'Utri. I giudici della Corte d'appello di Palermo ti condannano a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa? Dove sta il problema? Nega come quando mamma ti beccava con le mutande bagnate di pipì e tu le dicevi “non me la sono mica fatta addosso”. Nega. Il boss mafioso Vittorio Mangano era stalliere nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi? “Non sa-

pevo che era mafioso, non aveva mica un distintivo, non si sapeva la sua vita precedente, non abbiamo chiesto informazioni” Ti ha condannato un regolare tribunale della Repubblica italiana? Di’ che la sentenza di condan-na “è una favola, frutto di incontri mai provati, illazioni e fantasie di pentiti” Nega nega, Marcellino. Tanto prima o poi mamma ti becca di nuovo con le mutande sporche e quella volta sarà stufa di sentirti blaterare nuove scuse.

L’Emetico

Avevamo già parlato (v. “Porcate energetiche”, sul Konrad n. 159 del settembre scorso) della campagna propagandistica pro-nucleare an-nunciata dal Governo. In attesa dell’anno di spot sulla RAI, promesso da Belusconi, si stanno muovendo altri.Per esempio IL PICCOLO. Dopo l’inserto del 16 luglio sulle tariffe bio-rarie (dove compariva quella che in gergo giornalistico si chiama una “marchetta”, cioè un collage di dichiarazioni osannanti pro-nucleare dell’amministratore delegato dell’ENEL, Fulvio Conti), il principale – nel senso che è l’unico – quotidiano dell’area Triestina (e di fatto anche della “bisiacaria”)nei mesi successivi ha dato ampio spazio ad intervi-ste e dichiarazioni pro-atomo di vari personaggi, da Margherita Hack a Folco Quilici, al presidente regionale di Confindustria, Calligaris. Pochissimo spazio, invece, a voci contrarie. Dopo di che, il 6 novembre il giornale festeggia la nomina dell’oncologo Umberto Veronesi a capo dell’Agenzia governativa per la sicurezza nucleare, correndo ad inter-vistare un altro Umberto, vale a dire l’oncologo pordenonese Tirelli, direttore del CRO di Aviano.Persona validissima, certo, nel suo campo. Come spesso accade però agli specialisti, appena mettono il naso fuor del proprio settore di competenza, incorrono in qualche infortunio. Anche clamoroso. Nu-clearista sfegatato come Veronesi, infatti, il nostro comincia rivelando che il nucleare “è l’unica energia realmente pulita se vogliamo davvero combattere il buco dell’ozono”. Poco a suo agio con fisica e climatologia, l’illustre oncologo ha evidentemente confuso il buco nello strato di ozono (dovuto principalmente alle emissioni di gas clorofluorocarburi CFC, usati soprattutto negli impianti di refrigerazione) con l’effetto serra – e lo sconvolgimento climatico conseguente - dovuto all’accu-mulo di anidride carbonica CO2 nell’atmosfera. È quest’ultimo, infatti, ad aver qualcosa a che fare con le centrali nucleari, che a differenza di quelle convenzionali - a metano, carbone o derivati del petrolio - non emettono CO2. Purtroppo però se ne emette molta (e sempre di più se ne emetterà in futuro, se nuove centrali verranno costruite) nella produzione del combustibile nucleare a partire dal minerale di uranio.Poi Tirelli aggiunge che “il disastro di Chernobyl è stato provocato da un pazzo … figlio del segretario del partito comunista che per farsi bello conduceva esperimenti”. È la tesi ufficiale contenuta in un rapporto delle autorità sovietiche, divulgato nel 1986 poco dopo l’incidente. Una più accurata ricostruzione dei fatti, qualche anno dopo, ha invece identificato la causa del disastro in un difetto di progettazione del reattore. Tirelli, però, non si rende conto che la sua tesi porta acqua al mulino degli antinuclearisti: una centrale “a prova di pazzo” (o di errore umano, o di guasto), infatti, ancora non è stata inventata.Ciliegina sulla torta, Tirelli dichiara che una centrale nucleare “ma-gari la realizzassero a Monfalcone, dovrebbero essere felici, io la farei anche a Pordenone.” E sostiene che in Francia, Svezia e Finlandia, varie città lotterebbero per ospitare gli impianti di stoccaggio delle scorie radioattive. Di questa lotta, cercando notizie in giro, si fa però fatica a trovare traccia.Il 13 novembre, poi, IL PICCOLO e la Junior Chamber International di Trieste organizzano – con la sponsorizzazione di ENEL, Confindustria, ecc. – un convegno su “Il nocciolo della questione”. Relatori il presiden-te triestino di Confindustria, Razeto, il fisico prof. Tuniz dell’ICTP, l’ing. Lenaz dell’ENEL e Francesco de Falco, ad della joint venture tra ENEL ed EDF che dovrebbe costruire almeno 4 centrali nucleari in Italia.

Un’ottantina le persone presenti in sala, ma in questi casi quel che più conta è il riscontro poi sui media. Il PICCOLO del 14 novembre riserva una pagina intera all’evento, ma per dare spazio soltanto alle tesi dei nuclearisti.Relatore era anche l’ing. Oscar Garcia di Legambiente, ma la cronaca del PICCOLO dedica solo cinque righe (!) al suo intervento. Ben diverso il trattamento riservato agli altri: Razeto che sponsorizza l’idea di Tondo sulla partnership italo-slovena per il raddoppio della centrale di Krško, Tuniz che lamenta l’assenza di italiani al corso sulla sicurezza nu-cleare avviato dall’ICTP a Miramare, Lenaz che magnificato la “rinascita nucleare” in atto in tutto il mondo. L’intervista a De Falco, poi, occupa da sola mezza pagina. Peccato che sia una collezione di slogan, banalità e approssimazioni (“66 centrali nucleari in costruzione nel mondo” – ma secondo Lenaz sono 55, si mettessero almeno d’accordo sui numeri…).Secondo De Falco l’elettricità prodotta con l’atomo costerà “il 20 per cento in meno” (ma il Dipartimento USA dell’energia stima un costo del kWh nucleare al 2020 superiore a quello di tutte le altre fonti, eolico compreso), mentre le centrali EPR che ENEL e EDF hanno concordato di costruire in Italia sono sicure e costeranno 4,5 miliardi di Euro l’una (però le due uniche EPR in costruzione, quella finlandese a Olkiluoto e quella francese a Flamanville, hanno accumulato anni di ritardo sulla tabella di marcia con ovvi incrementi nei costi, tanto che centrali di questo tipo sono state offerte l’anno scorso al Canada - senza successo – al prezzo di 7 miliardi di Euro ciascuna).De Falco poi denuncia la scelta “scellerata”, fatta in Italia in passato, di dipendere dall’estero per gli approvvigionamenti energetici. Dimen-tica di dire (né il giornalista del PICCOLO glielo ricorda) che le centrali nucleari hanno bisogno di uranio, che l’Italia dovrebbe importare da Russia, Niger, Kazakistan, Uzbekistan, ecc. Senza contare che la Francia, il Paese più nuclearista del mondo, importa più petrolio dell’Italia…Neanche una parola sul destino delle scorie radioattive (tanto quello sarà un problema di altri, non certo di ENEL-EDF!).Nel complesso una “mega-marchetta” pro-atomo, insomma.Perché il principale-unico quotidiano dell’area giuliana si schiera così platealmente a favore dell’atomo? La spiegazione può trovarsi in una parola magica: inserzioni. Tutti i media vivono soprattutto di pubblici-tà: ENEL, EDF & co (senza dimenticare le associate locali di Confindu-stria) ne fanno e ne faranno tanta. Per un giornale che non se la passa tanto bene, visto il continuo calo delle copie vendute, sono potenziali clienti da tener buoni. Del resto il gruppo “La Repubblica –L’Espresso”, di cui IL PICCOLO fa parte, non è nuovo a simili operazioni: La Repubblica l’aveva già fatto, direttore-fondatore Eugenio Scalfari in testa, all’epoca del referendum sul nucleare nel 1987. Sappiamo com’è andata a finire.

Dario PredonzanAbbondante materiale sui temi energetici ed il nucleare nei siti:www.wwf.it www.legambiente.it www.qualenergia.it www.greenpeace.org/italy www.wwf.it/friuliveneziagiulia (sezione “documenti”, sottosezione “energia”)

editoriale

un piccolo radioattivo?

5 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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ogm. lo stato dell’arteAquaBounty Technologies, una multinazionale con sedi in USA, Canada e Inghilterra, sta attendendo dall’americana Food and Drugs Admini-stration l’autorizzazione a commercializzare l’AquaAdvantageSalmon, il salmone transgenico che raggiunge una pezzatura di due volte quella di un salmone normale dopo 700 giorni grazie a due geni: uno codifica l’ormone della crescita del salmone, l’altro ne stimola la produzione continua. Quale sarebbe l’effetto dell’ormone sui consumatori e quale la sorte del salmone naturale nell’ambiente, di fronte a un competitore così vorace?La Monsanto, multinazionale americana, è invece specializzata nell’agricoltura transgenica con brevetti nella produzioni di semi transgenici. Le varianti manipolate di mais avrebbero già provocato dei cambiamenti nelle varietà solitamente in uso in Messico. Controllando il patrimonio genetico delle sementi, l’azienda condiziona la politica alimentare ed economica a livello mondiale, imponendo l’uso dell’erbi-cida Roundup. Monsanto ha brevettato il sistema Terminator, un pool di geni inseriti nelle sementi che producono una tossina che distrugge i semi di seconda generazione. La tossina viene attivata dall’antibiotico tetraciclina quando i semi vengano immessi sul mercato agricolo.

Provocazioni e reazioniL’attenzione sugli OGM in Friuli Venezia Giulia è stata suscitata da quan-to è successo in provincia di Pordenone: la semina di mais transgenico e la crescita delle piante in seguito alla provocazione di un produttore agricolo. Nonostante la coltivazione di piante transgeniche debba essere sottoposta ad autorizzazione, il Ministro dell’agricoltura non è intervenuto immediatamente, tanto che è stata necessaria l’incur-sione dei “disobbedienti” per distruggere le coltivazioni di mais. Negli ultimi giorni di settembre il Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia ha organizzato il Corso di aggiornamento sulla valutazione del rischio relativo alla ricerca e alla produzione degli organismi transgenici. Mauro Giacca ricercatore del’Icgeb in un recente articolo su Il Piccolo, intitolato “Gli OGM? Non devono far paura”, tenta di tranquillizzare sul rischio per la salute derivante dagli OGM. Sull’ana-lisi, la valutazione e la gestione del rischio ambientale e sanitario l’Icgeb ha pubblicato numerosi articoli scientifici, che sostanzialmente sostengono una tesi di non pericolosità. Leggendo però fra le righe, la probabilità che gli OGM possano generare resistenza agli antibiotici, formare proteine straniere, con conseguente riduzione delle proteine naturali, che possa verificarsi un flusso di geni fra organismi diversi, in particolare quello verso microrganismi, che si possano generare effetti tossici e allergenici, esiste ma è estremamente bassa. Però i numeri (quantità di polline disperso, numero di microrganismi presenti nell’ambiente, velocità della loro generazione) sono estremamente alti, per cui il rischio non è proprio trascurabile. Quest’ultima tesi del resto è autorevolmente sostenuta da altri ricercatori fra cui Manuela Giova-netti, preside della facoltà di Agraria dell’Università di Pisa: in numerosi articoli sostiene che il rischio di contaminazione da geni, da tossine e

da allergeni presenti nelle piante OGM riguarda non solo direttamente i consu-matori, ma da esperimenti condotti in laboratorio e sul terreno è possibile di-mostrare il trasferimento, con gli essudati radicali, dei contaminanti al suolo e quindi ai microrganismi: in un grammo di terreno fertile vive circa un miliar-do di batteri, che possono trasferire la contamina-zione ai microrganismi

presenti normalmente nell’intestino umano. Quindi, per la complessità delle interazioni presenti in natura dove “tutto va dappertutto”, geni, tossine e allergeni possono trasferirsi all’uomo.Danni anziché beneficiAlla mentalità riduzionista, che ha portato a introdurre geni estranei negli organismi, l’ambiente reagisce: le piante infestanti aumentano quindi la loro resistenza agli erbicidi e gli insetti ai pesticidi, la produt-tività delle colture transgeniche non si dimostra poi tanto migliore di quella delle coltivazioni naturali. Tanto che la Monsanto, una delle maggiori multinazioni del settore, ha visto ridurre il suo fatturato negli ultimi due anni e il valore dei titoli azionari è sceso dai 145 dollari nel 2009 ai 47 dollari di oggi. Le sementi più tecnologiche, per le quali sono stati investiti decine di milioni nella ricerca, dimostrano la stessa produttività di quelle con contenuto di geni mutati inferiore. È scaduto il brevetto del loro erbicida Roundup, e sul mercato arrivano dalla Cina prodotti a base di glifosato (principio attivo del Roundup), molto più competitivi. La balla che solo le coltivazioni transgeniche sfameranno le popolazio-ni del terzo mondo, è contraddetta dagli alti costi delle sementi tran-sgeniche, dalla ridotta produttività e dai superprofitti che la multina-zionale vuole ricavare dalle sementi, dal meccanismo di brevettazione del genoma delle varietà naturali modificate e dalla riduzione conse-guente della biodiversità nelle coltivazioni naturali. L’invasione delle coltivazioni transgeniche sta mandando in crisi l’economia agricola dei piccoli produttori del centro e del sud America che coltivavano i ceppi autoctoni, utilizzavano i cicli naturali e i meccanismi di coltivazione biologica per le loro colture.Le norme ci sono, ma bastano?La normativa Europea, basata sul principio di precauzione, è regolata dalla direttiva 2001/18/CE che fissa le regole per l’approvazione di un nuovo OGM, mentre due regolamenti (1829 e 1830/2003/CE) discipli-nano l’autorizzazione e l’etichettatura e la tracciabilità degli alimenti e dei mangimi. La Raccomandazione 556/2003 indica le linee guida sulla coesistenza fra colture OGM e convenzionali a cui devono allinearsi le norme nazionali e regionali. I ministri per le politiche agricole e forestali Pecoraro Scanio, Alemanno e Zaia (con meno convinzione l’attuale ministro Galan) hanno imposto una sostanziale moratoria sul territorio nazionale all’uso degli OGM in agricoltura, in base a considerazioni di salvaguardia dalle interazioni fra coltivazioni OGM, coltivazioni naturali e aree protette. Gran parte delle Regioni ha legiferato per impedire le coltivazioni nel proprio ambito territoriale, nel rispetto delle norme europee, per la salvaguardia delle coltivazioni naturali. Anche in Friuli Venezia Giulia è stata presentata lo scorso ottobre una proposta di legge analoga, firmata da consiglieri di tutte le forze politiche (sulla base del testo proposto da una coalizione di 58 associazioni agricole, ambientaliste, consumeriste, ecc. - v. Konrad n. 156 del maggio 2010). Il punto di riferimento dovrebbe essere comunque rappresentato dal protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, che deriva dalla Conven-zione internazionale sulla diversità biologica. Certo è però che gran parte dei mangimi impiegati negli allevamenti italiani è prodotta con semi di soia e mais geneticamente modificati provenienti da Stati Uniti, Canada e America Latina, senza che vi sia alcuno studio serio sulle conseguenze sanitarie di questo utilizzo.

Lino Santoro

I “disobbedienti” distruggono una coltivazione di mais OGM a Vivaro nell’agosto 2010

6 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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milano “capitale immorale” d’italia

È Milano la protagonista principale dell’ul-timo libro di Lodo (Lodovico) Meneghetti: “Promemoria di urbanistica, architettura, politica e altre cose”. Milano un tempo chia-mata, non del tutto a torto, “capitale morale” d’Italia, per contrapporne la vitalità economi-ca e l’efficienza amministrativa alla prover-biale mollezza, rilassatezza (in tutti i sensi) e cronica inefficienza della capitale vera. Quella capitale al centro nel 1955-1956 (!) di una storica inchiesta sulla speculazione edilizia apparsa sull’”Espresso”, dal titolo “Capitale corrotta = Nazione infetta”. Meneghetti descrive invece una Milano, oggi, paradigma emblematico di alcuni tra i peggiori mali italiani. Anche all’avanguardia, certo, come un tempo, ma nel peggio: la distruzione dell’urbanistica (Milano non ha un piano regolatore, perché i suoi reggitori lo ritengono inutile), la sistematica privatiz-zazione – e quindi eliminazione - degli spazi pubblici, lo strapotere degli immobiliaristi, l’ostilità verso il verde urbano, il degrado estetico e sociale della città. L’infezione, diagnosticata soprattutto a Roma già a metà degli anni ’50, si è quindi estesa oltre misura. Soprattutto per l’assenza di

medici e cure adeguate. Appena negli anni ’90 infatti, con Mani Pulite, qualcosa è parso muo-versi nella giusta direzione, salvo poi essere travolto dalla reazione berlusconiana – che non è opera solo dei berluscones, come spiega chiaramente Meneghetti, poiché pesanti sono anche le complicità del cosiddetto centrosinistra – non a caso particolarmente virulenta proprio sul terreno della gestione del territorio, dello scempio paesaggistico ed urbanistico.Meneghetti, novarese trapiantato a Milano, dove è stato per decenni docente di urbanistica al Politecnico, ha raccolto nel volumetto (l’ultimo di una serie di quattro, cominciata nel 2005 con “Parole in rete”) soprattutto gli interventi scritti tra il 2009 e la metà del 2010 per il bel-lissimo sito www.eddyburg.it, vera agorà del dibattito tra la migliore intellighentsia italiana sui temi della gestione del territorio, la (mancata) tutela dei beni culturali e del paesaggio, e quindi anche - inevitabilmente – le questioni più generali dell’economia, nel suo rapporto con l’ambiente e la politica. Già i titoli di alcuni interventi sono quanto mai significativi: “Rovinio in piazza Duomo”, “Smog e traffico. A Milano non cambia nulla”, “Il decreto Berlusconi (quello sull’infame “piano casa” - NdR) Milano l’ha già attuato”, “Auto e moto distruggono lo spazio pubblico milanese”, ”Mo-rattiana”, “L’odiato albero milanese”, “L’incorreggibile Partito democratico milanese” e così via, allargando la visuale dal capoluogo lombardo al resto d’Italia.Certo, prevalgono i toni cupi, l’indignazione e la denuncia, rispetto alle speranze di rinsavi-mento e correzione degli errori. Non è però colpa dell’autore: la realtà di Milano e ormai del Paese intero è questa, che la si voglia vedere o no.Chiudono il libro alcune recensioni, di libri che trattano gli stessi temi trattati su eddyburg, oppure questioni ed episodi storici legati alle radici novaresi di Meneghetti.

Dario Predonzan

Una nuova raccolta di scritti di Lodovico (Lodo)Meneghetti. Un altro libretto dopo i tre prece-denti dello stesso tipo editi i primi due da Li-breria Clup e il terzo da Maggioli. Così unlibretto di 33 testi, con la copertina rossa e unquarto disegno di Klee, si unisce a Parole inrete (58 testi, copertina verde, 2005), L’opi-nione contraria (29, copertina arancione, 2006)e Libere osservazioni non solo di urbanistica earchitettura (29, copertina blu, 2008), come acostituire un unico volume di 149 scritti che ag-giunti ai libri di maggior dimensione del de-cennio Duemila rappresentano la continuità eil vigore dell’impegno nell’ambito di una culturalibera e progressista.Gli articoli sono stati scritti ancora una volta econ qualche eccezione per il sito «eddyburg,giornale e archivio di urbanistica, politica ealtre cose», e talora pubblicati anche altrove.Come nel volumetto precedente, la raccoltacontiene alcune recensioni di libri, collocatedopo gli articoli, per le quali il punto di vistaadottato non poteva che essere il medesimo.

L’urbanistica, quale disciplina volta a pianifi-care la città e il territorio secondo l’interesse

politica, poi si è dissolta sotto i colpi dei grandiproprietari e degli speculatori fondiari e finan-ziari. L’architettura, dopo aver spezzato il dia-logo con l’urbanistica tradizionale, ha perdutoogni rapporto con i contesti sociali e territoriali.Si è ridotta a vendere se stessa come pura im-magine dettata dall’internazionalismo preten-zioso degli autori e dei finanziatori che, alleati,hanno assoggettato sindaci e presidenti ascelte socialmente insensate, dettate solo daun abnorme sfruttamento edilizio. Così l’urba-nistica privatizzata e la falsa architettura si ten-gono insieme, in altra maniera rispetto alpassato, attraverso il potere politico, che ridi-stribuisce in senso classista la resa del gigan-tesco affare immobiliare basato sull’interageografia del paese. Che fare? Intanto nonsmettere l’analisi e la critica, diffonderne i testi.E cercare di mobilitarsi, insieme alle mino-ranze non succubi dei poteri locali e nazionali,in una battaglia per la resurrezione (se cos’ sipuò dire) del paese dalle sue stesse macerie.

Paul Klee, Beride (Wasserstadt), 1927

LODOVICO MENEGHETTI

PROMEMORIA DI URBANISTICA, ARCHITETTURA, POLITICA

E ALTRE COSE

Copertina_Meneghetti:Copertina_Meneghetti 23/07/2010 14.13 Pagina 1

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Alcune note sul Festival della Letteratura di Istanbul, da cui sono appe-na tornato. Gli stimoli che ne ho ricavato sono talmente tanti, l'espe-rienza è stata così intensa, che mi ci vorrà tempo per metabolizzare. Vi evito un Diario perché sarebbe magari interessante da leggere, ma accumulando troppi temi e troppe questioni tuttora per me aperte. Dunque comincerò con alcune note essenziali, dichiarandomi più che disponibile ad approfondire e a rispondere a eventuali richieste di chiarimento. Anzitutto una premessa. Ero stato a Istanbul nel lontano 1971. La memoria inchioda al passato i posti in cui si è stati. Quando si scopre come siano cambiate le cose in quarant’anni, non si può non vivere una spaesante sensazione di viaggio nel tempo cancellato e non si può fare a meno di chiedersi: “cosa penseremmo del NOSTRO stesso passato se venissimo rimpiombati indietro di quarant’anni?”. Ma soprattutto con quali occhi potremmo guardare al nostro PRESENTE? Istanbul è attualmente un città di quindici milioni di abitanti cui vanno aggiunti cinque o sei milioni di immigrati clandestini. La mia prima sensazione è stata di choc assoluto, dato che ricordavo una Istanbul che non esiste più, una città che molti dei suoi stessi abitanti attuali non hanno mai conosciuto. A questo va aggiunto il disagio di ritrovarsi costantemente bloccati nel traffico a passo d’uomo, non solo di auto ma anche di persone. La città si distende per cento chilometri. Per arrivare dal mio albergo al festival dovevo farne ottanta al giorno a una velocità non superiore ai trenta chilometri all'ora. La fiera, di dimensioni pari se non superiori a quella del Libro di Torino, era affollata da centinaia di migliaia di perso-ne, in larga maggioranza donne. Ragazze in casual, jeans e maglietta, ragazze in minigonna e ragazze con il foulard, ma tutte con cellulari di ultima generazione. Intere scolaresche di ragazzini anche molto piccoli. Lunghissime file agli stand per le firme degli scrittori. Veniva da ridere, davvero, ripensando ai discorsi sulla Morte del Romanzo, che pure si fanno anche là. Come spiegare una realtà metropolitana di questo genere confrontandola alla nostra piccola Italia? Tremano i polsi solo al tentativo. Omologazione? Non si capisce più di cosa si stia parlando. Dentro Istanbul vivono decine di città diverse anche architettonicamente, stratificazioni storiche e culturali in perpetua tra-sformazione, culture diverse e multiple accavallate eppure reciproca-mente trasparenti, melting pot inimmaginabili. Le omologazioni sono la superficialità vistosa quanto prevedibile (i Pizza Hut, gli Starbuck Coffee), che copre una realtà sfuggente che nessuno sa e può preve-dere dove ci condurrà. Quanto ridicoli mi sono sembrati, là in mezzo, i nostri discorsi sulla cultura islamica, da noi conosciuta poco e male, solo attraverso la stampa, le chiacchiere, le propagande. Senza mai passare nel bagno rigenerante e insieme stravolgente del vissuto vero, dell’esperienza personale. Nulla di ciò che si dice corrisponde a quanto si vede e si impara a conoscere anche in pochi giorni di permanenza. Me n’ero andato dall’Italia con ancora in testa un dibattito televisivo che avevo visto sui rifiuti di Napoli, ad esempio: qualcuno aveva os-servato (e mi era parso saggiamente) che gran parte della difficoltà di risolvere il problema stava nelle dimensioni metropolitane di Napoli.

A Istanbul, nonostante le dimensioni, il problema rifiuti non esiste. La città è di una pulizia che ci fa vergogna. Si cura persino che i cassonetti (peraltro costantemente svuotati) non offendano il gusto estetico, e dunque sono protetti dentro appositi recinti in modo da sparire alla vi-sta. Lo smog è in compenso intollerabile e mi hanno raccontato che in provincia, persino in piccoli centri, la situazione è anche peggiore. Tra funzionamento "svizzero" e paralisi, pare debba logicamente esserci opposizione insanabile, eppure a Istanbul i due dati di fatto coincido-no. Una piccola nota riguardo alla questione islamica. In una città così pazzescamente moderna, ogni tanto risuonano, a spezzare la giornata, i richiami dei muezzin, incredibilmente melodici e tra l'altro moderni, perché si avvalgono oggi di tecnologie "ad eco" da sala di registrazio-ne discografica d'avanguardia. La vita continua a procedere inalterata. Non è vero che tutto si blocca. Ma si vedono gruppi che si lavano i piedi in apposite fontane e spezzano il ritmo giornaliero, pregando. Sono richiami che ricordano, per chi ha avuto l'avventura di ascoltarle in passato, le nostre campane, oggi odiatissime in Italia, perché chi si prende una casa in campagna come prima cosa chiede al Comune locale di silenziare le campane che lo disturbano, il che la dice lunga circa il nostro rispetto per la tradizione religiosa intesa come rito so-ciale. All'ora della funzione, tra le due e mezza del pomeriggio e le tre e mezza, anche le moschee più antiche e turistiche come la Moschea Blu, chiudono ai visitatori, per rispetto della cerimonia e dei fedeli, e questo anche se il traffico turistico porta soldi. Il che mi ha fatto venire in mente il mio imbarazzo (imbarazzo da non credente) quando mi capita di entrare a vedere le bellezze di una chiesa o cattedrale italiana e trovo che c'è una funzione in atto. Mi chiedo quale raccoglimento possano trovare i fedeli, vedendosi circolare attorno turisti svagati con macchina fotografiche al collo. Quale mancanza di rispetto! Non è questione di essere islamici o cristiani, dovrebbe essere questione elementare di civiltà. Peraltro sarebbe sviante pensare che la religio-ne in Turchia (uno dei primi e più importanti stati laici d'Oriente) sia fenomeno di resistenza dell'antico o di difesa fondamentalista rispetto all'Occidente. Il fenomeno è assai più complesso. Oggi in Turchia c'è al governo un'alleanza tra religiosi e super-americani. In altre parole, mercantilismo occidentale e tradizione religiosa non si oppongono af-fatto, anzi si tengono l'un l'altra. È una sorta di diabolico abbraccio che molti turchi vedono minacciare la loro storia profondamente laica e la loro stessa legislazione. Qualcosa di estremamente simile alla nostra destra al governo, insieme irreligiosa e consumista nei comportamen-ti, quanto all’apparenza devota e clericale. Anche noi, come i figli e i nipoti di Atatürk, ci troviamo in questo diabolico abbraccio a dover difendere elementari valori Costituzionali. L'attuale premier turco è grande amico di Berlusconi e negli alberghi turchi, infatti, come canale italiano, non si vede Rai Uno, bensì Canale Cinque. La loro immagine dell'Italia è costituita da Bonolis, Maria de Filippi e Grande Fratello. Ciò non impedisce ai giornali turchi, anche quelli di regime, di irridere ormai apertamente a Berlusconi e alla sua vita "privata", il che è per noi piuttosto desolante. Mi sono fatto tradurre un titolo che commentava una sortita del nostro premier che prometteva di togliere le prostitute dalla strada e si diceva apertamente fin dal titolo che stavolta la pro-messa appariva fondata, visto che se la porta tutte a casa sua. Questa farsa totale, che non manca di avvilirci, va anche però letta in traspa-renza come metafora di un simile destino della LORO rappresentanza politica inquinata insieme da affarismo e da una religiosità di pura facciata. Questo però non significa che chi è religioso non senta acu-tamente la contraddizione e non ne soffra. Questo dovremo tenerlo sempre presente, anche quando si discute di cose nostre.

Gianfranco Manfredi

Collabora con Konrad Gianfranco Manfredi. Cantautore politico e ironico negli anni Settanta

(Ma non è una malattia, Zombie di tutto il mondo unitevi), autore di fumetti (Magico Ven-to, Volto Nascosto), romanziere tra i più eclettici in Italia (Magia rossa, Ho freddo, Una fortuna

d’annata, il recentissimo Tecniche di resurre-zione), sceneggiatore cinematografico.

contraddizioni da istanbul8 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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sommersi e salvati

Le immagini della devastazione portata dalla tracimazione dei fiumi Bacchiglione e Frassine, ci ricordano di quanto piccolo sia l'uomo di fronte alle forze della natura.Nei primi giorni sembravano essere 131 i comuni interessati, in forme diverse, dall’emergenza maltempo abbattutasi nel Veneto, con eson-dazioni di fiumi specie nel Veronese, nel Vicentino e nel Padovano. Attualmente il numero dei colpiti sembra essere più che raddoppiato, a 280, assieme alla quantificazione dei danni: 200 mila circa gli animali annegati; aziende con perdite di centinaia di migliaia di euro di mac-chinari, strumenti ed arredi oramai inutilizzabili; raccolti persi; rifiuti, anche pericolosi, sparsi ovunque. Le condizioni climatiche, unite ad un insieme di fattori sfavorevoli, ci hanno rammentato dell'importanza del buon senso nell'edificare, nel conservare e nel preservare e del pericolo conseguente a urbanizza-zione selvaggia, forzate canalizzazioni dei fiumi, inadeguata manuten-zione di argini e letti dei corsi d'acqua.Per portare un'esperienza diretta dell'accaduto, abbiamo raccolto la testimonianza di un Vigile del Fuoco che ha prestato servizio nelle zone colpite del padovano."Quest' alluvione ha avuto una serie di concause. Nella settimana pre-cedente gli allagamenti, l'intero arco alpino è stato interessato da una perturbazione con neve e piogge a quote medio alte. Causa l'abbondante pioggia caduta, la neve si è sciolta provocando un notevole ingrossamento dei fiumi. Inoltre, soffiava proprio in quei giorni il caldo vento di scirocco, da sud-est, impedendo così all'Adriati-co di accogliere l'acqua in eccesso che scendeva dalle montagne.Il risultato è stato un repentino innalzamento del livello dei fiumi, ag-gravato dalle continue precipitazioni, che ha prodotto il collassamento di tutta la rete fognaria e le inevitabili esondazioni dove l' argine è stato trovato più debole. Io sono stato a Casalserugo (PD), dove tutte le case e le attività commerciali che ho visto avevano più di un metro e venti d'acqua al piano terra, arrivando in certi punti anche a un metro e ottanta, senza considerare le aree interrate come garage e scanti-

nati, completamente allagati. Abbiamo lavorato giorno e notte con i gommoni, per soccorrere la popolazione che si era rifugiata al primo piano delle proprie case. Navigavamo su strade, inondate non solo dall’acqua del fiume Bacchiglione, ma anche da quella delle fogne e dal gasolio per il riscaldamento fuoriuscito dai serbatoi. La gente ave-va la disperazione negli occhi... prova ad immaginare... però ho rivisto le stesse persone, nel corso di una settimana, non perdersi d'animo e, con le maniche rimboccate, lavorare per ridare un senso a tutto, il più presto possibile...A piangersi addosso si perde solo tempo, secondo me e credo anche secondo loro...È stata una "Macro emergenza", per cui, oltre al soccorso urgente, com-pito unicamente affidato alla professionalità dei Vigili del Fuoco, sono stati attivati tutti gli organi competenti e la logistica che va innescata in questi casi: dal dare un tetto per la notte agli sfollati, ai pasti caldi, alle docce, agli indumenti. Inoltre, l’energia elettrica è la prima cosa che salta quando si va sott'acqua, ma fin quando il livello non scende non si può ripristinarla, bisogna affidarsi ai gruppi elettrogeni. Ed ecco che, per fortuna, ci sono i volontari... che non sono mai abbastanza...".L’Anbi, l’associazione nazionale bonifiche irrigue, aveva proposto lo scorso febbraio un piano pluriennale per ridurre il rischio idrogeolo-gico: si stimavano costi di bonifica per 703 milioni di euro in Veneto. Comprendeva varie opere di ricalibratura e ristrutturazione di canali e argini, proprio per migliorare un sistema di difesa adatto a un terri-torio rurale, che oggi non c'è più. Le stime dei costi per tali bonifiche erano quindi nettamente inferiori rispetto ai miliardi di danni oggi subiti. Forse si sarebbe potuto evitare un disastro di tali proporzioni, essendoci state delle chiare avvisaglie: alcuni comuni sono stati infatti sommersi per la terza volta in pochi anni.Dalle testimonianze dei colpiti si ricava che, come al solito, l'impegno vero è stato quello profuso da chi aveva le mani nel fango, come vigili e volontari, mentre sono mancati il coordinamento e l'organiz-zazione adeguati a far fronte a una calamità che era, almeno in parte, annunciata. Ha invece stupito la tempestività e capillarità di internet che, attraverso facebook, twitter e testate giornalistiche locali on-line, quali ad esempio "Il Mattino di Padova", ha permesso un capillare monitoraggio dei momenti critici dell'alluvione. Si è ancora una volta dimostrato come l'informazione dal basso, fatta nel web dagli stessi cittadini, sia oramai diventata una realtà preziosa per la stessa pubbli-ca utilità e salvaguardia.Bravi VV.FF, forza e coraggio alle popolazioni colpite: ma si aspettano aiuti e, soprattutto, una corretta amministrazione dei fondi stanziati!

Tiziana Peressutti

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9 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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libri

cime tempestoseNutrivo qualche dubbio sull’opportunità di parlarvi di un classico come questo. Chi sono io per osare avvicinarmi ad un romanzo no-tissimo e sublime? Ci vorrebbe un esperto, in questo caso un esperto di letteratura inglese, e non una semplice lettrice che racconta le sue banali emozioni libresche. Ma poi ho considerato che ci stiamo avvici-nando al famigerato periodo dei regali di Natale (famigerato, perché

clienti e venditori fanno tutto troppo in fretta) e mi è venuto in mente un episodio del Natale scorso. Mi trovavo in una nota libreria del centro di Trieste. Una signora vi si aggira un po’ stranita. La osservo. I suoi gesti indicano scarsissima familiarità col luogo: non sa da che parte cercare, sop-pesa i libri chiusi come fossero sedani. Non la giudico male per questo: ci sono moltissime brave persone, nient’affatto stupide, che non amano la lettura. La signora, anzi, si comporta in modo saggio e umile: am-mettendo subito a se stessa il proprio smarrimento, decide di

rivolgersi a una delle commesse. È lecito supporre che ne capiscano qualcosa… o no?“Scusi, vorrei fare un regalo a mia nipote, una ragazzina di tredici anni. Pensavo ad un grande classico… Lei cosa mi consiglia?”La commessa, con voce fastidiosamente squillante, in un batter d’occhio suggerisce (impone) La ragazza con l’orecchino di perla e sculettando se ne torna veloce alla cassa, dove la signora paga e chiede le sia confezionato un bel pacchetto. Io fremo di rabbia. Vorrei intervenire. Vorrei dire alla commessa che, con tutto il rispetto per Tracy Chevalier, dubito che uno dei suoi romanzi possa esser definito “un grande classico”. Vorrei prendere la signora sottobraccio, salvarla dall’odioso inganno, portarla nell’an-golo dove so che potrà trovare un vero classico. E se a quel punto mi chiedesse un consiglio, potrei darle una risposta pronta e appassiona-ta. Perché c’è un solo romanzo, a mio avviso, che può penetrare l’ani-ma di una tredicenne e renderla schiava di un’ossessione che durerà per la vita. Quel romanzo è Cime tempestose. Della più enigmatica e geniale tra le sorelle Brontë: Emily. Vorrei, vorrei… Ma la signora se n’è già andata, e sua nipote non leggerà Cime tempestose, almeno non a breve. Guardo di sbieco la commessa. Me ne vado senza comprare nulla. In strada avverto che la nostalgia del romanzo si sta facendo largo dentro di me. L’asfalto d’improvviso è un sentiero selvaggio, il vento è un sibilo di brughiera, l’ombrello è fuori luogo. Il rumore del traffico

non esiste: nell’orecchio, soltanto la voce di Heathcliff e Catherine che, separati dalla morte, si cercheranno e chiameranno per sempre. La magia è compiuta. Già so come andrà a finire: lo rileggerò. Tutti gli aggettivi sembrano insufficienti per definire un libro che, se letto in gioventù, ti appartiene per sempre, vincolandoti ad un altro modo di vedere le cose. Nelle sue pagine c’è tutto. C’è Odio. Heathcliff è astioso e malvagio come poche altre figure letterarie. Eppure qualcosa di lui (o di noi stessi, che gli siamo specchio) ce lo rende nelle vesti di eroe. C’è Amore ma, come ha scritto Virginia Woolf, “non è l’amore degli uomini e delle donne. Emily si ispirava a una concezione più generale [...] volgeva lo sguardo verso un mondo in preda al caos e sentiva in sé la forza di conferirgli unità in un testo”. E c’è Natura, un bisogno insopprimibile di comunione con essa, una fame di aria e di pietra, di terra e di pioggia. Wuthering Heights viene pubblicato nel 1847, l’anno che vede anche la pubblicazione di Jane Eyre di Charlotte e di Agnes Grey di Anne. Tutte e tre le sorelle, per aggirare i pregiudizi dell’epoca sulle scrittrici, scelgono pseudonimi neutri, dietro ai quali potrebbe esserci sia un uomo che una donna, e diventano (mantenendo le iniziali) Currer, Ellis e Acton Bell. I romanzi di Charlotte e di Anne hanno immediato successo. Quello di Emily, no. Lascia i critici perplessi, alcuni lettori offesi. In pochi si rendono conto di quello che oggi è evidente, e cioè che il suo è un romanzo dalla struttura innovativa e dal cuore potente, di molto superiore alle pur ottime ma “normali” opere delle altre Brontë. Del resto, come potrebbe un romanzo così cupo sedurre l’Inghilterra vittoriana? È saturo di passioni brute e distruttive, è privo di moralità, è sovrannaturale: in una parola, scandaloso! E come ha potuto una ragazza come Emily, che nella sua breve vita non ha mai conosciuto neanche l’ombra dell’amore, concepire una storia così impetuosa?In una biografia di Emily, Emily Brontë. Ipotesi per un ritratto a colori, ed. Archinto, la studiosa Nicoletta Gruppi, raccontando delle quotidiane incombenze che impegnavano le sorelle, scrive che “gli spazi della sospensione contemplativa, tanto aborriti dall’utilitarismo puritano, ma tanto indispensabili alla creazione artistica, riuscivano ad insinuarsi tra le maglie della giornata. Emily riusciva a far convivere il concreto casalingo con un particolarissimo sguardo allucinatorio capace di spingersi oltre la pellicola del reale.” Non posso, non voglio, raccontare in poche righe la complessa trama. Non avrebbe senso e non renderei giustizia a questo capolavoro. Ho soltanto un piccolo sogno. Che la ragazzina che l’anno scorso s’era persa il suo giusto regalo, trovi questo articolo sulla sua strada. Le direi di correre in libreria e di rimediare. Le direi... sai, leggere Cime tempestose ora, in questo momento della tua vita, sarà una dolce dannazione. Ti entrerà nelle ossa. E un po’ dello “sguardo allucinatorio” di Emily scenderà anche nei tuoi occhi. Ti renderà diversa. Ti salverà.

Luisella Pacco

Ritratto di Emily Brontë (1818-1848)

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10 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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il tredicesimo baktunNon sempre il presente ci piace: può essere stressante e duro da vive-re, così come può essere insoddisfacente e noioso. Per questo l’essere umano ha escogitato mille modi per allontanare la propria attenzione dal “qui e ora” o per mettere un po’ di pepe nella propria esistenza. Una tecnica molto antica è il gioco della “fine del mondo”.Ma davvero il mondo può finire, a circa cento settimane a partire da adesso, lasciandoci “in braghe de tela”? Secondo alcuni è proprio così, lo direbbero nientemeno che delle antiche profezie maya.All’apice della loro civiltà, tra 300 e il 900 d.C., i Maya elaborarono un calendario molto complesso e raffinato, che comprendeva cinque uni-tà di tempo: la più breve era il kin, ovvero il giorno; poi c’erano lo uinal (mese di 20 giorni), il tun (anno di 360 giorni), il katun (20 anni di 360 giorni) e il baktun (20 katun). Tredici baktun rappresentavano il Conto Lungo, un ciclo della durata di 5125 anni. La data d’inizio del calenda-rio maya corrisponde con il 13 agosto del 3113 a.C., e la “fine” con il 21 dicembre 2012. Fine tra virgolette, perché in realtà per i Maya il tempo era circolare, tanto che la stessa data d’inizio coincideva con la fine di un Conto Lungo precedente. E così anche la data del 21 dicembre 2012 indicherebbe semplicemente il completarsi di un ciclo e l’inizio di quello successivo. Un po’ come quando guidiamo e il contachilome-tri segna “999999” e poi fa “000000”. Non accade niente. Gli stessi Maya non hanno mai dato enfasi a questa data. Tutto il polverone attuale al riguardo è stato scatenato da una celebre iscrizione ritrovata a Tor-tuguero, in Messico, da cui lo studioso New Age José Argüelles negli anni ’70 ha tratto la famosa “profezia”. In realtà il frammento è corroso e parzialmente cancellato, e non parla affatto di catastrofi. Nessun accademico ha mai confermato la lettura di Argüelles. Secondo alcuni sulla data del 2012 concorderebbero pure gli Egizi, Nostradamus e l’irlandese San Malachia. Anche molti jettatori contemporanei si sono trovati d’accordo sul 2012, ed è così che sono confluite le teorie più assurde e disparate. Ben nota e controversa è la storia dei tredici teschi di cristallo: secondo una leggenda, quando saranno riuniti tutti assieme finirà il mondo. Quindi se avete ereditato dal bisnonno quell’inquietante teschio trasparente è meglio se lo fate a pezzi ed evitate di rispondere ad annunci economici sul tipo “Cerco teschi di cristallo usati o nuovi, offro cifre apocalittiche”. Tradizioni sumere parlavano di un corpo celeste denominato Nibiru, associato al dio Marduk. Tale astro è identificabile secondo alcuni studiosi con Giove, secondo altri con la Stella Polare. Tale Zecharia Sitchin, esperto in “archeologia alternativa”, avrebbe trovato che Nibiru sarebbe un pianeta sconosciuto, ipotesi ripresa nel 1995 dalla veggen-te Nancy Lieder, la quale aggiunse che questo corpo celeste sarebbe entrato in collisione con la Terra nel 2012. Naturalmente nessun osser-vatorio astronomico ha mai suffragato tali affermazioni. Consideriamo anche che un corpo simile, se esistesse, sarebbe con ogni probabilità già stato rilevato per l’influsso gravitazionale sugli altri pianeti e oggi, a soli due anni di distanza dal disastro, sarebbe certamente visibile.

Una teoria bislacca ma molto diffusa, dice che nel 2012 la rotazione terrestre si fermerà per 72 ore e poi ripartirà in senso inverso. Una cosetta da nulla: 5.975 miliardi di miliardi di tonnellate in rotazione a una velocità di circa mezzo chilometro al secondo (velocità misurata all’equatore) che si fermano di botto, fanno pausa per tre giorni per tirare il fiato e poi girano in senso inverso. Qualcuno diceva che Dio non gioca a dadi: magari gioca con la trottola, ma io ci credo poco. Ma visto che qualcuno potrebbe sopravvivere al trattamento centri-fugo (io sopravvivo a stento già con certe frenate sugli autobus), è necessario trovare un’altra spada di Damocle, come l’inversione dei poli magnetici. Processo assolutamente reale e ben studiato dal mon-do scientifico: i geologi hanno infatti rilevato nelle rocce le testimo-nianze fossili di diversi episodi di cambiamento del campo magnetico terrestre. Ma non vi è alcun segno che un evento del genere sia in atto, e anche se ciò dovesse accadere l’inversione richiederebbe il tempo di qualche millennio. Non vi sono nemmeno evidenze scientifiche che tale cambiamento abbia mai creato problemi agli organismi viventi. Si parla pure di terribili tempeste solari che ci bersaglierebbero con particelle e radiazioni dannose, mettendo a rischio la nostra salute e danneggiando le apparecchiature elettroniche. In realtà conviviamo da sempre con i capricci del Sole, ed un simile allarmismo è ingiustifi-cato. Tra l’altro l’attività della nostra stella, come molti altri fenomeni naturali, pur avendo delle ciclicità è sostanzialmente imprevedibile, soprattutto a 1.500 anni di distanza. Un altro profeta di sventure è Michael Drosnin, autore del celebre ed esecrando “Codice Genesi”. Nel suo lavoro avrebbe analizzato la Torah con l’aiuto di alcuni matematici israeliani e del calcolatore, alla ricerca di schemi ordinati di caratteri dell’alfabeto. In parole povere ha giocato alle “parole crociate”. Ne sono risultate svariate profezie, tra cui l’impatto con una colossale cometa appunto nel 2012. Non credo occorra sprecare parole al riguardo, ricordo solo come sia dimostrabile statisticamente che, con i parametri giusti, da qualunque testo si può trarre qualunque cosa. Ma anche dal mondo alternativo ormai si levano voci per cui proba-bilmente non accadrà alcuna catastrofe, quanto piuttosto avverrà un “salto quantico”, un “aumento di consapevolezza” nel genere uma-no. Un concetto che rinverdisce quello di ”Età dell’Acquario”, mito fondante del movimento New Age stesso. E qui lascio da parte le mie critiche, che voglio destinare solo a ciò che appartiene all’universo della fisica e della materia. Da che mondo è mondo l’essere umano ha bisogno anche dell’indimostrabile, dell’intangibile, dell’imponderabile. Ben vengano i miti se contengono un germe di positività, se possono farci riflettere e darci uno stimolo. Per fortuna la fantasia umana non ha limiti, ed escogiteremo di certo qualcosa di nuovo per il prossimo baktun...

Francesco [email protected]

il celebre calendario maya esposto al museo antropologico

di Città del Messico

l’iscrizione trovata a Tortuguero che sancirebbe la fine del mondo

Uno dei famosi teschi di cristallo. Pare che siano in realtà dei falsi ottocenteschi

La Terra colpita da un asteroide

Via San Lazzaro, 7 - Trieste347 6910549 www.bcstrieste.it

[email protected]

Associazione RegionaleBiodinamica Cranio SacraleCentro Trattamento e Formazione

dott. Majaron LeonardaBilanciamento craniosacrale - Cromopuntura

Test intolleranze alimentari - Fiori di BachDieta Psicosomatica

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i mondi magici di escher

Nome dal suono misterioso e magico come le sue opere, appartenuto ad un uomo capace di catturare l’infinito mescolando differenti dimensioni, capace di attraversare lo spazio ed il tempo sfuggendo l’immobilità, un uomo la cui opera è stata una ricerca di perfezione matematica e geometrica in un universo appa-rentemente caotico.M. C. Escher nacque in Olanda il 17 giugno 1898. Vita vissuta in vari paesi tra cui il nostro, dove si stabilì per parecchi anni fino a quando il regime fascista lo oppresse e lo costrinse ad abbandonare questa terra, che tanto amava. Gli anni in Italia impressero nella sua anima bellissimi e variegati paesaggi che riportò in molte sue opere. Grande rivelazione fu per lui anche la Spagna, dove rimase affascinato dall’Alhambra di Granada, spettacolare e superbo esempio di arte moresca.Soffocato dal clima politico italiano del 1935, si stabilì in Svizzera, successivamente in Belgio ed infine ritornò in Olanda, fino a quando la sua vita si spense nel 1971.Casa Colombatti Cavazzini, splendido gioiello architettonico e culturale totalmente ristrut-turata e destinata a divenire la nuova Galleria d’Arte Moderna di Udine, è la cornice che rac-chiude le opere del grande artista matematico.Il visitatore passa attraverso paesaggi ingan-nevoli, architetture surreali e mosaici incantati, dove bidimensionalità e tridimensionalità si mescolano, fino a ritrovarsi in un mondo dove giorno/notte, cielo/acqua, pesci/uccelli si fondono armonicamente.Molte e varie sono le opere esposte. Del suo periodo italiano (dal 1924 al 1935) sono pre-senti tra le altre “Castrovalva”, “Barbarano” ed “Atrani”, litografie a tema paesaggistico.Dopo l’abbandono del nostro paese non vi sono più pittura paesaggistica, soggetti biblici o esplorazioni dello spazio dal vivo, ma intro-spezioni e viaggi nella mente umana attraver-so disegni periodici. Escher suddivide il piano regolarmente in figu-re uguali, o meglio lo riempie: disegni in cui lo spazio negativo inteso come vuoto si interseca con lo spazio positivo, unendosi istantanea-

mente. Disegni che possiedono la capacità di farci percepire lo spazio in un modo in cui non è mai stato percepito, rendendoci consci dei nostri limiti e stimolando le nostre capacità percettive.Degli anni di permanenza in Svizzera e Belgio (dal 1935 al 1941) sono esposti tra gli altri “Development”, le spettacolari “Methamorpho-sis II”, “Sky and Water I”. Il visitatore è sconcer-tato dal passaggio da una forma all’altra, dalla facilità con cui l’artista passa dalla seconda alla terza dimensione, la mente è affascinata dalla complessa struttura prospettica e l’occhio è attratto dal segno pulito e preciso.Al suo rientro in Olanda (dal 1941) la produ-zione è molto varia e fruttuosa. Spiccano tra le molte opere, le famosissime “Drawing Hands”, “Encounter”, ”Eye” e “Relativity”.Pensieri fluiscono spontanei attraverso forme, animali irreali e reali, ripetizioni cicliche e rina-scite superando il dualismo che permea la real-tà cercando di interpretarla. Le opere lasciano trasparire la continua ricerca di un’anima divisa tra creatività e matematica, sospesa su di un filo teso tra arte e scienza.Non mancano opere di grande successo come l’enigmatica “Rind”, “Ascending and Descending”, “Belvedere”, “Bond of Union”, “Convex and Con-cave”; lavori permeati dall’illusione della realtà intrecciata alla matematica.Litografie, incisioni e disegni hanno come protagonisti mondi impossibili e irreali, costru-zioni con prospettive vertiginose, scale ripide senza fine e senza inizio.Pur avendo subito un declassamento critico che lo ha visto escluso da molti libri di storia dell’arte, questo grande artista, che ha saputo unire con armonia immaginazione e scienza ed ha saputo manipolare il tempo e lo spazio, ha lasciato un’impronta molto profonda nella storia della pittura e della grafica.

L’esposizione sarà visitabile fino al 6 gennaio dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00.

Adriana De Caro

munch e lo spirito del nord

È il titolo della mostra che si stà svolgendo nella splendida cornice di Villa Manin a Passa-riano di Codroipo.Di Munch sapevo quel poco che avevo studiato a scuola durante le ore di Storia dell’Arte, ma devo riconoscere, che questa visita ha ampliato notevolmente le mie conoscenze nell’ambito della pittura del Nord Europa nella seconda metà del diciannovesimo secolo.Infatti, oltre alle opere del famosissimo artista norvegese, sono esposti quadri di pittori scandinavi, finlandesi, norvegesi e danesi, molti dei quali, probabilmente sconosciuti al pubblico italiano. Una sorta di grande mostra nella mostra.Suddivisa in cinque sezioni, l’esposizione dedica le prime quattro agli artisti delle scuole

Pittura scandinava del secondo ottocento a Villa manin

© MC Escher FoundationASCENDING AND DESCENDING Litografia del 1960. Immagine di notevole complessità dove sulla base di una costruzione reale viene strutturata un’elaborata illusione ottica. Il tetto di un edificio è costituito da una scala senza fine percorsa da quelli che sembrano essere monaci, membri di una setta segreta. Il fulcro di questo disegno è la scala senza fine che riporta eternamente allo stesso punto.

“Noi non conosciamo lo spazio, non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo percepiamo. Siamo in mezzo ad esso, ne facciamo parte ma non ne sappiamo nulla. Vediamo solo sentieri, segni.” (M.C.Escher)

Edvard Munch: Melancolia, 1894-1896

© MC Escher FoundationTHREE SPHERES IILitografia del 1946. Tre sfere della stessa dimensione ma differenti. La prima sia riflettente sia trasparente, la seconda riflette l’intero ambiente la terza è densa di luci ed ombre.

12 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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musica ad arte

Struttura, armonia, composizione, proporzione, misura. Ritmo e colore, simmetria, pieni e vuoti... Sono concetti che possono essere usati sia a proposito di un'opera d'arte musicale, sia di una visiva.Entrambe le forme di espressione offrono, all'artefice e al fruitore insieme, la possibilità di essere completamente coinvolti, immersi nell'opera, apportando profonda armonia e facendo assaporare il sublime.A chi non è capitato, durante un'esecuzione musicale, di percepire quel quid che fa di un'interpretazione un istante in cui la vita ci si rivela nell'essenza più profonda? Momenti in cui possiamo sentire ragione, sentimento, passione ed emozione uniti in profonda armo-nia? E non dovrebbe essere possibile, nella nostra esistenza, poter parlare ed ascoltare più spesso questo linguaggio?Un musicista studia le caratteristiche e le singole componenti dell' insieme di una composizione musicale e contemporaneamente sente l’emozione che questa produce su più livelli, trasmettendola agli ascoltatori. Ascoltare musica classica significa aprire una porta verso un ambiente di ricerca, cultura, tecnica e virtuosismo, ottenuti grazie ad anni di sforzi, a intere giornate sullo strumento, a ore di studio sulle partiture musicali: non si arriva ad affermarsi per caso, come magari accade nella musica leggera.Non accennano a placarsi le polemiche riguardanti i tagli alla cultura e oggi ci si può interrogare su quali siano i pilastri che hanno elevato questa nostra mole culturale, sostenuta da cesellature finissime.Si guardi per esempio a Trieste: oltre ad essere stata una vera e propria succursale di Vienna per lo spettacolo, nutriva una vivissima cultura musicale peculiare. Quasi ogni famiglia benestante posse-deva un pianoforte e la cosiddetta "Hausmusik" rappresentava uno dei diletti preferiti dei triestini: vi erano persino gruppi da camera privati di amatori che si riunivano per tenere concerti.Ma oggi? Parte di questo prezioso tesoro culturale è certamente sta-ta inghiottita dalla post-modernità, da quella cultura dello spettaco-lo televisivo preconfezionato che ha impoverito nella realtà il nostro modo di stare insieme, di vivere lo svago e le passioni dell'anima. Eppure c'è chi ha proseguito l'opera di creazione, conservazione, va-lorizzazzione del patrimonio artistico, musicale e culturale di Trieste. Al museo Revoltella, da dieci anni, le Mattinate musicali Internazio-nali festeggiano un felice connubio tra arti figurative e musica. Un museo "vivo" come luogo di incontro e di dialogo, oltre che come

spinta ed appoggio alle realtà d'eccellenza che ancora abbiamo, come l'orchestra da camera " Ferruccio Busoni".Diretta da Massimo Belli, si tratta della più antica orchestra da camera della regione. Fin dai suoi esordi, nel 1965, ha proposto temi e autori originali appartenenti al tessuto culturale triestino e alle sue diramazioni multietniche. Ha presentato opere di compositori triestini quali Viozzi, Zanettovich, Illesberg, Bibalo, Bugamelli, Merkù e in prima esecuzione assoluta, Visnoviz, Nieder e Sofianopulo, oltre che altri autori taliani, sloveni, croati, greci, tedeschi ecc.Nell'ambiente musicale triestino, il maestro Belli e il suo ensem-ble apportano un messaggio di continua ricerca come premessa essenziale di creatività: rischiano, esplorano, sperimentano il proprio potenziale attraverso l'inserimento, in qualità di solisti, di nuovi giovanissimi talenti, di altissimo livello, provenienti ad esempio dal Concorso Biennale nazionale di Vittorio Veneto. Tra le sue fila vi sono soprattutto affermati strumentisti, vincitori di importanti concorsi internazionali, che possono vantare una lunga esperienza concertistica nel campo solistico e cameristico, tramandando la civiltà musicale propria del Trio di Trieste e del Quartetto Italiano.Negli anni si sono esibiti insieme a loro artisti di spessore internazio-nale quali Salvatore Accardo, Domenico Nordio, Michael Flaksman, Lucio Degani, Federico Agostini, Massimo Gon, Friedemann Ei-chhorn, Peter Bannister, Markus Placci, Mauro Maur, Cristiano Rossi, Sandro De Palma, Nazzareno Carusi.Nonostante la situazione economica drammatica in cui versa il sistema culturale Italiano e di riflesso quello triestino, la creatività e l’arte ripagano sempre l'investimento che le sostiene, continuan-do ad apportare il loro prezioso messaggio. Invece, la scure sulle programmazioni priva la società civile di eventi in grado di nutrire le coscienze, la sensibilità e le capacità critiche di chi volentieri preste-rebbe loro attenzione. Il 5 dicembre alle 11, al Museo Revoltella, la "Busoni" insieme al violinista Lucio Degani presenterà in prima esecuzione assoluta un brano a lei dedicato dal compositore triestino Gianpaolo Coral, seguito da musiche di Sarasate, Bizet e Farkas. Quale miglior modo per nutrire spirito e orecchio, di una mattinata domenicale a tempo di musica?

Tiziana Gramaglia

d’arte di Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca.All’interno di queste sezioni, si possono ammirare paesaggi diversi di-pinti in modo diverso, con sensibilità "diverse" da quelle che si hanno di solito in repertorio.Il chiarore delle estati, la cupezza delle notti invernali, il bianco cando-re delle nevi, il silenzio e il fragore del paesaggio nordico è quello che la mostra vuole far vedere al pubblico italiano attraverso le opere di artisti come Philipsen, Krøyer e Hammershøi (a cui è dedicata una sala intera).Dopo tanto pellegrinare per le fredde lande nordiche, finalmente, l’ultima sezione della mostra è dedicata a lui: Edvard Munch.Di lui, si riconoscono subito le sagome ed i tratti dei suoi soggetti. Nelle sue opere esprime i suoi sentimenti, le sue paure, le emozioni che prova di fronte alla Natura.

Ispirato non solo alla natura, nel corso degli anni, traspone su tela anche eventi drammatici che hanno caratterizzato la sua vita, come ad esempio, la morte della sorella o quella del padre.In tutto, fra dipinti e xilografie, sono presenti 35 opere del geniale pit-tore fra cui: “Inger sulla Spiaggia” (dedicato alla sorella), “Malinconia”, “Sera sul viale Karl Johan”, “Chiaro di luna”.“Il Grido”, forse l’opera più popolare di Munch, non è presente all’inter-no dell’esposizione ma vi assicuro, che i dipinti che potrete ammirare non fanno certo rimpiangere quest’assenza.

Sara BiasuttiLa mostra è visitabile fino al 6 marzo: da lunedì a venerdì: ore 9 – 18, sabato, domenica e festivi: ore 9 – 19Chiuso il 24, 25 e 31 dicembre 2010. 1 gennaio ore 11 – 19

Foto di Tiziana Gramaglia

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igor sutyagin ringrazia amnestyL’11 luglio Igor Sutyagin, scienziato nucleare russo, è stato liberato - dopo aver trascorso quasi undici anni in prigione - in seguito al più grande scambio di spie tra gli Stati Uniti e la Russia dalla fine della guerra fredda. Arrestato il 29 ottobre 1999, cinque anni più tardi veni-va condannato a quindici anni di carcere duro per alto tradimento, la pena più severa dai tempi dell’Urss. Furono denunciate violazioni pro-cedurali durante le indagini ed il processo a porte chiuse e fu messa in discussione l’imparzialità e indipendenza della corte. Il caso sollevò dubbi sulle ragioni politiche della condanna e fece seguito ad una serie di procedimenti giudiziari contro scienziati, giornalisti, ambienta-listi indipendenti. Igor Sutyagin aveva sempre sostenuto di non essere colpevole di spionaggio.

Amnesty International lo ha dichiarato prigioniero politico, condanna-to in seguito alle misure restrittive contro la libertà di espressione in Russia. Al Segretariato Internazionale di Amnesty International a Londra Igor Sutyagin racconta gli anni passati in carcere e ringrazia chi, scrivendo-gli, gli ha dato il coraggio per resistere.Quando è stato arrestato?Mi fa molto piacere incontrarla perché io sono stato arrestato il 28 ottobre 1999, esattamente il giorno prima di recarmi all’ambasciata italiana a Mosca per ottenere il visto. Dovevo andare a Roma per partecipare ad un seminario scientifico ed il mattino del 27 sono stato arrestato, meglio sono stato invitato per una conversazione dal locale dipartimento del FSB (Servizi di Sicurezza Federali): la conversazione è durata dieci anni e otto mesi. Io non sono mai stato in Italia. Ora, in un certo senso, il cerchio si è chiuso. L’Italia è un Paese che vorrei visitare, ma non posso farlo adesso perché il visto concesso dall’Inghilterra non mi consente di rientrare. Sto cercando di prolungarlo da sei mesi ad un anno e allora potrò viaggiare.Che accuse le furono mosse?Di rivelare segreti di Stato, il che era assolutamente stupido, perché io non avevo accesso a segreti di Stato e non potevo rivelare ciò che non era in mio possesso. Penso che la cosa risultò chiara al FSB, che non stava in piedi, e dopo una settimana riformularono l’accusa e fui incri-minato per alto tradimento. Ci sono tre tipi di alto tradimento secondo la legislazione russa, il mio caso era del secondo tipo: spionaggio. L’accusa comprendeva 106 punti, uno era proprio ridicolo, si riferiva ad un’intervista che avevo dato al “Moscow Times”, giornale in lingua inglese di Mosca, in cui criticavo il bombardamento della Jugoslavia da parte degli americani. Quando il mio caso fu portato in tribunale, 68 dei 106 punti erano stati cancellati. Il procuratore cercò di provare l’accusa, ci mise un anno e un giorno. Ma dopo un anno e un giorno

il tribunale sentenziò che non capiva qual era l’accusa. Invece di pro-sciogliermi, il caso fu sottoposto a nuove indagini, durarono due anni e mezzo e dei 38 punti ne rimasero solo cinque. Uno di questi, cerco di tradurlo dal russo checkista, era l’intenzione di procurare danno alla si-curezza dello Stato, avendo raccolto, tenuto e poi consegnato durante un incontro con funzionari dei servizi militari americani, informazioni pubblicate dal “Washington Post” sei mesi prima e posso farle vedere l’articolo per cui sono stato condannato. Che condanna le hanno dato?Quindici anni di carcere duro, con limiti nei contatti con i famigliari, nel ricevere pacchi, nel poter telefonare…Come erano le condizioni in prigione?A Kaluga, 150 km a sud ovest di Mosca, la mia prima cella, la n. 60, era di cinque mq, un mq era preso dalla toilette, c’erano tre letti per cin-que detenuti, dormivamo a turno, senza vetri e con 25/26 gradi sotto zero in inverno; non era molto confortevole, coprivamo le finestre con coperte. Sono stato mandato in un terzo delle 254 celle della prigione, è una pratica comune, ti spostano. Una di queste celle era di 16 mq, con otto letti, eravamo in 32. Dormivamo non solo a turno ma due per letto. Io dividevo il letto con altri cinque detenuti. Sono rimasto a Kaluga due anni e mezzo e poi mi hanno spostato a Lefortovo, a Mosca, una prigione del FSB dove sono rimasto due anni. Le celle sono di 5/6 mq per due, tre persone. E’ una prigione molto ben organizza-ta, persino confortevole per gli standard russi, ma dove la pressione psicologica sui detenuti è molto forte. A parte il compagno di cella, si è completamente isolati, e se passa un altro detenuto nel corridoio, si viene nascosti. Perché l’hanno cambiata di prigione?I funzionari del FSB non erano riusciti ad ottenere in tribunale una sen-tenza di colpevolezza contro di me e si erano convinti che la direzione di Kaluga non era in grado di gestire il mio caso. Ha subito maltrattamenti da parte dei funzionari della prigione?Ci sono stati dei momenti ma in generale le autorità non erano adirate con me, loro ricevevano degli ordini e li eseguivano. A Kaluga in un certo senso i miei rapporti con le autorità erano buoni e quando veni-va loro detto di mettermi in una cella di punizione (in isolamento, sen-za i propri effetti personali, non ci si può sedere, non è permesso bere tè/caffè/fumare/leggere/scrivere, si ha diritto a solo mezz’ora d’aria) mi ci tenevano un giorno e non i quindici prescritti. Era la provocazione voluta dal FSB, la pressione richiesta dal procuratore generale. E i compagni di cella, l’hanno mai aggredita?Qualche volta è accaduto, è impossibile che non accada se si rimane in prigione per un periodo così lungo. Ma quando uno è d’aiuto agli altri capita più raramente, perché io ho aiutato molti detenuti, ho scritto per loro appelli, ho spiegato i loro casi, ero diventato il loro avvocato. Un detenuto ad esempio fu rilasciato grazie ai miei consigli, ad un altro la pena fu ridotta da dieci a cinque anni. E questo è uno dei motivi per cui mi spostarono spesso. Ma anche in questi casi ricevevo di nascosto lettere: “Per piacere aiutami a scrivere…”. La prigione è il luogo dove nulla accade ed era interessante ascoltare le diverse storie, rispondere alle richieste di aiuto, e io ho aiutato molto. In prigione vige un tacito accordo, una norma di sopravvivenza per cui è troppo pericoloso aggredire un compagno, la tensione psicologica è altis-sima, l’atmosfera è molto aggressiva, una volta che si inizia è quasi impossibile fermarsi. C’è un detto nelle prigioni russe, un’aggressione è tale finché non appare la prima goccia di sangue, dopo si uccide. E in prigione non vi sono gravi forme di depressione, perché la depressio-ne è come un’epidemia che colpisce anche chi sta intorno. I compagni di cella quando si accorgono che uno sta per cedere lo fanno ridere, scherzano con lui anche se non vuole. E’ la legge della sopravvivenza per evitare che tutti vengano coinvolti.Con che frequenza i suoi famigliari hanno potuto visitarla? E il suo avvocato? Ha avuto bisogno di visite mediche?

“e ora aiutate gli altri prigionieri russi!”

Igor Sutyagin con l’autore

dell’intervista

ANNIVERSARIO DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANIConcerto di beneficenza in favore di Amnesty Internationalcon la partecipazione del Coro dei “Lions Singers” diretti dal m° Severino Zannerini. Interverrà Giusy Muscas, coordinatrice di Amnesty International per i programmi europei, che parlerà di alcuni problemi tuttora irrisolti nel nostro continente.Chiesa Evangelica Luterana di largo Panfili, Trieste, 11 dicembre 2010, ore 18.

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I miei famigliari potevano visitarmi tre volte all’anno, ogni volta fino a quattro ore. Eravamo separati da uno schermo di vetro e comunicavamo con il telefo-no. Tre volte all’anno erano ammesse visite lunghe di 68 ore, venivamo tutti chiusi in una parte speciale della prigione. Telefonavo alla mia famiglia ogni due settimane. Non era permesso avere cellulari, ma molti, non io, ne facevano uso. L’avvocato poteva visitarmi, ma la distanza delle prigioni da Mosca ha reso i contatti difficoltosi. Le prigioni hanno una struttura sanitaria ma i medici spesso non hanno la preparazione richiesta, mancano le medicine e spesso semplicemente si rifiutano di curare.Che cosa l’ha sostenuta durante questi anni?Il sapere che non ero solo. Le lettere che ho ricevuto mi sono state estremamente utili, hanno aiutato molto me e la mia famiglia. Sapevo che non ero stato dimenticato. Sembra una cosa molto sempli-ce ma mi è stata di grande aiuto. Là non succede niente ed anche una lettera è un evento, ti solleva il morale. Ricevevo lettere due volte alla settimana, e non una sola , ma due, tre, quattro… Le autorità mi davano le lettere, qualche volta no, con la scusa che erano scritte in una lingua che non conoscevano. Ho ricevuto lettere dall’Italia, molte. In questi anni ho ricevuto migliaia di lettere. È stato importante anche per i compagni di cella, ha aiutato pure loro. Quando

uno riceve 27/32 lettere in una volta è importante. Io ho scritto alla mia famiglia. Ho tenuto conto delle lettere che sono arrivate e di quelle che non hanno ricevuto. Ho scritto 371 lettere a mia moglie, 102 alle mie figlie, 278 ai miei genitori e fratello.In carcere ha scritto un libro di racconti.Sono state pubblicate un migliaio di copie e alcuni racconti sono stati tradotti in inglese. Le autorità del carcere mi hanno lasciato scrivere. Ho potuto legge-re, studiare ma con difficoltà, nella cella c’era poco posto per i libri. Amo i libri e quando sono uscito ho portato con me due scatole piene.Si sente ancora in pericolo?In un certo senso no, ma la prigione ti insegna ad essere cauto.Ha già detto che non può lasciare l’Inghilterra, quindi non può ritornare in Russia?Sì, a causa dei termini del visto. Inoltre non mi è stato dato nessun documento al momento del mio rilascio sebbene la legge russa lo preveda. Tutti coloro che vengono a trovarmi dalla Russia o che mi scrivono, mi dicono di non stare nemmeno a pensa-re di ritornare senza quei documenti.Come potremmo esserle di aiuto ora?Penso che ora possiate aiutare gli altri detenuti.

Giuliano PrandiniSul tavolo messaggi di solidarietà

arrivati dall’Italia

traSPorti e ambiente

i trasporti: problemi e soluzioni (?)La rubrica Trasporti e Ambiente non viene curata a caso, seguendo gli impulsi delle varie notizie sul tema. No: risponde ad una precisa linea ide-ologica, se vogliamo. Ad un intento politico più o meno esplicito. Si tratta di cambiare il sistema di trasporti prevalente, di propagandare un diverso modello di trasporto che metta in secondo piano il mezzo di trasporto privato e in primo piano quello pubblico. E poi di insistere per un modello di città diverso dall’attuale, che privilegi non soltanto il trasporto pubblico, ma anche la qualità della vita in generale nei centri urbani, dando sempre maggiore spazio alle aree pedonali, al verde, alla ristrutturazione di vecchi edifici nei centri storici, evitando quanto più possibile la nascita di quartieri periferici e la dispersione delle abitazioni sul territorio. Se proprio occor-rono parcheggi per le invadenti automobili – di cui si deve predicare l’uso decrescente e non crescente come oggi accade – si costruiscano ai margini dei centri storici (e non nel cuore antico delle città). Anche mettere l’ac-cento sulla sostituzione dei mezzi a motore a scoppio o diesel con veicoli a trazione elettrica può essere sbagliato. Non si tratta tanto di cambiare tipo di veicoli, quanto di diminuirne il numero. Il passaggio ai tram e ai filobus può senz’altro essere un rimedio alla situazione attuale, ma non rappresen-ta l’obiettivo finale: che rimane quello di ridurre la circolazione veicolare di massa nei centri storici, sino ad annullarne o quasi la presenza. Si devono considerare i rapporti fra trasporto e urbanistica e quelli fra trasporto ed economia.Nella situazione attuale è logico che il trasporto privato prevalga, non essendo possibile collegare tutte le abitazioni presenti su un dato territorio con i luoghi di lavoro ed i centri storici con la necessaria agilità e rapidità. Malgrado tutto e i significativi handicap del trasporto automobilistico, come ad esempio i danni della congestione, l’auto rimane il mezzo prefe-rito dai cittadini perché ritenuto più rapido e comodo. Si può persuadere il cittadino a cambiare sistema di trasporto soltanto se si riesce a rendere il mezzo pubblico rapido, puntuale e quanto più possibile capillare. In modo da relegare l’automobile, al piacere del viaggio, alla vacanza, ai tragitti a raggio regionale, ecc. Cioè ad un uso razionale dell’auto, quale appariva agli esordi della motorizzazione di massa, prima che quest’ultima finisse per annullare i vantaggi di usare un’automobile. Si tratta anche di educare il pubblico a modi di vita più razionali. Un esempio interessante è quello di cui si è parlato sul Konrad di novembre (progetto “Pedibus”), a proposito del modo di far raggiungere la scuola ai giovani e giovanissimi scolari me-diante gruppi organizzati a coprire distanze modeste a piedi e con la guida di volonterosi adulti. O anche la generalizzazione del cosiddetto “car poo-ling”, cioè l’utilizzo dell’automobile in più persone su determinati tragitti e orari. Si tratta di un grande progetto educativo, al quale ognuno può dare

il suo piccolo contributo, nella consapevolezza che i risultati non saranno raggiunti in breve tempo e soltanto dopo una dura battaglia di civiltà.I rapporti fra trasporto e economia rappresentano un problema forse ancora più difficile. È fuori dubbio che soltanto con i mezzi su gomma avviene la necessaria distribuzione delle merci nelle città e a quasi nulla servono le ordinanze comunali che impongono precisi limiti di tempo nella giornata per la consegna delle merci. A questo problema si è tentato di ovviare con l’istituzione dei cosiddetti centri logistici. Sul tema la rivista “Economia e Servizi”, n. 3 del 2009 ha pubblicato uno studio di Marco Spi-nedi, sul quale mi propongo di ritornare, malgrado il tecnicismo dell’argo-mento. Sempre a proposito dell’economia, non è possibile sottovalutare il problema, che riguarda il trasporto interurbano, del sistema “just in time”. Il fatto che le industrie abbiano abolito o ridotto le scorte non ha fatto altro che incrementare in modo esponenziale il trasporto delle merci fra le varie località del Paese. Né si vede come si possa contrastare il fenomeno, di vita-le importanza per l’industria, se non sviluppando una logistica quanto più possibile rispettosa dell’ambiente. So benissimo che questa mia afferma-zione è troppo generica e che il problema andrebbe studiato congiunta-mente da economisti e politici. Nel frattempo noi cittadini possiamo dare qualche buon esempio, adottando per primi i rimedi che pretendiamo dal nostro prossimo.

Sergio Franco

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Auguriamo

a clienti ed amiciun felice anno nuovo

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un natale diverso al cinema e tv

Da un po’ di tempo siamo sommersi da pellicole tratte dagli albi a fumetti. Dopo la valanga di super eroi con super-problemi provenienti dagli USA, i francesi prima ci hanno divertito con la tribù di Asterix e ora ci provano con una specie di Indiana Jones in gonnella. L’ultimo film di Luc Besson, Miss Adèle e l’enigma del Faraone è dichiarata-mente ispirato agli albi di Jacques Tardi usciti a metà degli anni Settanta e usciti in Italia a puntate nel 1978 sulla rivista Alterlinus (Riz-zoli). Pur essendo un capolavoro grafico, per i miei gusti era troppo cupo, sanguinario e pessimista, oltre che assolutamente privo di senso dell’umorismo. In Francia ebbe grande successo, ma in Italia lo ricordano pochi. Vi lascio immaginare la mia sorpresa nel vedere che Besson è riuscito a trarre, da un fumetto così pesante e impegnato, un film brioso dichiaratamente per ragazzi, simpatico e friz-zante. Ambientato nel 1911 in una Parigi rico-struita con certosina pazienza, è un’amabile presa in giro della Belle Epoque: feroci rettili preistorici, scienziati pazzi, poliziotti pasticcio-ni e mummie egiziane redivive che invece di fare paura si comportano col bon ton degno dei migliori gentleman inglesi. Di recente, Rizzoli- Lizard ha ristampato un volume con le opere di Jacques Tardi dedicate alla mitica Adèle. Restiamo nel campo dei fumetti con The Walking Dead, serie tv della americana AMC: tratta da una graphic novel disponi-bile pure in italiano a cura della Saldapress, scritta da Robert Kirkman e disegnata da Tony Moore e Charles Adlard, il telefilm compare su Fox Channels, ma arriverà in DVD. Vi assicuro che ne vale la pena. Intanto, il regista è Frank Darabont, autore di tre belle versioni dei romanzi di Stephen King (Le ali della libertà

del 1995, Il miglio verde del ‘99 e The Mist del 2007). Ecco la trama dell’episodio pilota: un poliziotto con diversi problemi familiari viene ferito durante una sparatoria e finisce in coma. Si risveglia in uno scenario apocalittico: ospedale a pezzi e deserto, corpi ammassati ovunque, nessuno in giro, sua moglie e suo figlio spariti assieme a tutto il vicinato. Ben presto, si scopre che una misteriosa febbre si è diffusa ovunque, trasformando i morti in zombi affamati di carne umana. Un incipit quasi uguale a quello del britannico Danny Boyle in 28 giorni dopo (2002). Tuttavia, ne-gli sviluppi, Darabont valorizza l’ambientazio-ne americana, creando impressionanti scene di massa, visionarie e assolutamente originali. Il protagonista del film di animazione Catti-vissimo me di Pierre Coffin e Chris Renaud, targato USA ma realizzato interamente in Francia, non è uno zombi, ma è brutto come la fame: corpo rotondo e arti filiformi, Gru sembra un ragno gigante, ma la sua cattiveria è solo apparente. In eterno conflitto con il rivale Vector, utilizza innumerevoli aggeggi avveniristici per realizzare le sue imprese pa-radossali (rubare la statua della Libertà, la Mu-raglia Cinese o le Piramidi). Alla fine decide di far sparire la Luna, ma basterà l’amicizia di tre orfanelle a trasformarlo in un vero tenerone. I soldi sono dell’americana Universal Pictu-res per contrastare il monopolio della Pixar, ma le teste pensanti sono tutte europee: la compagnia parigina McGuff, specializzata in animazioni tridimensionali computerizzate, utilizza tecnici provenienti da tutto il mondo, ma, udite, udite! il capo di tutta la squadra si chiama Mitja Rabar ed è un triestino sloveno trentenne, simpatico ed estremamente spiri-toso. Altro film: A Christmas Tale di Jalmari

Helander è una coproduzione di Finlandia, Norvegia,Francia e Svezia, favola nera dove il mitico Babbo Natale si trasforma in un orco che invece di portare regali ai bimbi, se li mangia cucinati in salmì. Protagonista è Pietari, bambino pauroso che scoprirà di aver molto più coraggio di tutti suoi coetanei. Paesaggi mozzafiato e scene di azione quasi horror, caratterizzano la prima parte, ma nella seconda prevale un piglio umoristico che sdrammatizza la vicenda, con un happy end tipico dei film per ragazzi. Non so dire se e quando il film sarà distribuito in Italia, ma visti i premi di pubblico e giuria internazionale al Festival di Science plus Fiction di Trieste, mi sembrava giusto rendergli omaggio. Accenno a un altro film di animazione con distribuzio-ne ingiustamente limitata: L’illusionista di Sylvain Chomet, tratto da una sceneggiatura del grande umorista Jacques Tati che non riuscì mai a tradurla in film. Ci prova con esiti molto felici Chomet, di cui nel 2003 aveva-mo apprezzato il bizzarro Appuntamento a Belleville. Lo stralunato mondo dell’anima-tore francese si sposa molto bene con l’ironia di Tati, per raccontare il dignitoso tramonto della carriera di un prestigiatore che deve lasciare Parigi perché i gusti del pubblico sono cambiati. Con la nuova aiutante Alice, cercherà fortuna nella lontana Scozia. Ora che l’animazione viene fatta a colpi di 3D e iper-tecnologia, un semplice film a cartoni animati come si usava una volta raggiunge un altissimo livello di poesia mescolando sapientemente tenerezza e melodramma. Un’opera che sarebbe piaciuta un sacco al grande Charlie Chaplin.

Gianni Ursini

cinema

trieste Film FestivalConclusosi con un incredibile successo di pubblico il Festival di Science plus Fiction, sta ora scaldando i motori il Trieste Film Festival in programma a Trieste nel gennaio 2011. Purtroppo anche codesta manifestazione sarà pe-nalizzata dai notevoli tagli alla cultura che puntualmente sono arrivati pure nella nostra regione, che da qualcuno era stata definita “ La più cinematografica d´Italia”. A nulla sono servite le proteste delle decine di associazioni cinematografiche regionali che avevano partecipato alla

conferenza stampa di protesta al caffè Tommaseo il 26 novembre 2009. “Quando mancano i soldi per la pastasciutta, c´è poco da pensare alla cultura” aveva sentenziato il consigliere regionale Camber, parafra-sando il ministro Brunetta, mentre qualche settima-na fa il ministro dell´economia Tremonti ha detto sghignazzando: “Provate a farvi un panino con la Divina Commedia, e vedrete che gusti!” Nonostante ciò, dal 20 al 26 gennaio 2011 al teatro Miela ed al cinema Ari-ston l´Associazione Alpe Adria e Annamaria Percavas-si organizzano la 22a edizione del Trieste Film Festival, una kermesse che dal lontano 1987 si impone di

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teatri di conFine

nel deserto del reale Costretta all'immobilità, blatera parole che forse non verranno ascoltate, sotto un sole implacabile e malato. È que-sta la situazione, tragicomica e assurda, in cui è immersa Winnie e, assieme a lei, il pubblico che la sta guardando. Un pubblico, quello intervenuto sabato 30 ottobre al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, ben informato, incuriosito e, solo in minima parte, infastidito, come dimostreranno alcuni posti vuoti in platea all'inizio del secondo tempo. Del resto lo spettacolo 'Giorni felici' di Beckett, sin dalla sua uscita nei primi anni '60, non ha mai voluto strizzare l'oc-chio allo spettatore, anzi, lo ha piuttosto messo di fronte a uno specchio, nel quale il deserto del reale si presentava in tutta la sua crudele immediatezza. Inoltre questa nuova edizione, che è andata in scena con successo al Festival di Spoleto e a Parigi, può contare sull'ideazione scenografica e la regia del geniale Bob Wilson e su un'attrice del calibro di Adriana Asti nella parte di Winnie: un'accoppiata da far tremare i polsi. Giovanni Battista Storti interpreta Willie, il sotterraneo marito di Winnie.Bob Wilson, celebre regista di performance che sono divenute ormai dei classici, come 'Einstein on the beach'

(1976), sostituisce il sipario con un suggestivo telo bianco semitrasparente mosso dal vento. Tolto il telo, si scopre una collina nera, fortemente stilizzata e percorsa da linee spezzate, sulla quale si staglia il mezzobusto di Winnie. Dietro, quasi a contrastarne l'oscurità, una luce diffusa e lancinante. Winnie è incastrata per sempre in un buco alla sommità di quella collina e non può muoversi. Accanto a sé ha una sporta, da cui ogni tanto trae qualche oggetto, come uno spazzolino da denti o una pistola, un ombrellino rigorosamente nero e, in testa, porta un vezzoso cappel-lino 'vecchio stile'. Il marito Willie emerge ogni tanto dal buco in cui è rintanato lì accanto per proteggersi dalla luce del sole, si esprime con suoni gutturali, grugniti e rumori vari e talvolta legge gli annunci del giornale. È l'unico contatto, per così dire, umano che Winnie possiede, nella spe-ranza che le sue parole vengano ascoltate. Attorno ai due, il deserto, forse provocato da un immane disastro nucleare.Il campanello del risveglio segnala a Winnie, dal volto dipinto di bianco come nel teatro No giapponese, che un altro 'giorno felice' sta per co-minciare. E sarà pieno di insignificanti parole ripetute, di ricordi frammentari, di un residuo di umanità che nei gesti quotidiani resiste al nulla che avanza. Si potrebbe quasi ridere della situazione, se la sua evidente infelicità non fosse anche la nostra. Immersi in un mondo sempre più disumano e costretti a far finta di essere felici, anche noi non scorgiamo alcun cambiamento all'orizzonte. E andiamo avanti nell'insensatezza dell'essere, perché 'c'è così poco che si possa fare, che lo si fa tutto'. Benvenuti nel deserto del reale: questo annuncia Beckett. Ma pochi, ancora oggi, lo ascoltano.

Stefano Crisafulli

la lezione di martHa Quando apparve per la prima volta, la 'modern dance' portò finalmente un vento di novità nel mondo della danza, ribellandosi all'estetica del kitsch. Ad inventarla e a portarla sulle scene fu la celebre danzatrice e coreografa Martha Graham, che alla fine degli anni '20 aprì una strada decisiva per tutti coloro che la seguirono. Ora che la danza non è più moderna, ma postmoderna, è giusto dare omaggio a chi ha dato inizio a questa gloriosa rivoluzione. Per questo martedì 26 ottobre al Rossetti, l'attuale 'Martha Graham Dance Company', guidata da Janet Eilber, ha mostrato al pubblico il processo di sviluppo della 'modern dance' sciorinando una serie di coreografie storiche, anche se con piglio un po' troppo didattico. A partire da 'Serenata morisca', un assolo danzato da Martha Graham nel 1921, ancora legato a stilemi tradizionali, subito seguito da 'Lamentation', che nel 1930 segnalò il definitivo cambio di direzione.Visto in sala e poi rivisto nel filmato che ci fa apprezzare la bravura geniale di Mar-tha Graham, 'Lamentation' continua a stupire: una donna sola sul palco e senza scenografie, avvolta da un vestito nero di lana che la imprigiona, lotta disperata-mente per liberarsi, ma più si dibatte e più affonda. Coraggioso e potente anche il balletto successivo, 'Steps in the street', del 1936, che rappresenta l'assurdità di tutte le guerre proprio alla vigilia di una guerra mondiale. Nello stesso anno Mar-tha Graham rifiutò l'invito di Hitler ad esibirsi per i Giochi Olimpici di Berlino. Sen-tono invece il peso del tempo le coreografie 'El penitente', che mescola i rituali dei nativi americani con la Bibbia, e 'Diversion of angels', sull'amore. Uno squarcio di contemporaneità giunge invece da 'Lamentation variations', tre balletti ispirati all'originale che i coreografi Move, Keigwin e Pagarlava hanno svolto su commis-sione per conto della compagnia nel 2007 a New York, al fine di commemorare l'11 settembre. Ma non bastano ad impedire che lo spettacolo risulti monumen-talmente datato.

danzare il Flusso Riverran, past Eve and Adam’s... Sarà pure un collega-mento azzardato, quello con il Fin-negans Wake joy-ciano, ma ‘Flow-er’, la performance di danza contempo-

ranea che è andata in scena venerdì 5 novembre presso il Teatrino Franco e Franca Basaglia, nell’ambito della rasse-gna ‘Frammenti di teatro civile’ promossa dalla Provincia e dalla Casa dei Teatri, permette questa e altre numerose suggestioni a chi guarda. Prodotto dall’ACTIS di Trieste, progettato e realizzato da Lorenza Masutto, Valentina Morpurgo e Manuela Parovel, con la partecipazione di Giulio Budini, ‘Flow-er’ è uno spettacolo che mescola sa-pientemente danza e teatro, incentrando il flusso di mo-vimenti e situazioni sulla femminilità. Il nucleo portante dell’idea sta in quel fiore che è presente nel titolo e che diventerà una delle sequenze conclusive. Strutturato cir-colarmente, lo spettacolo fluisce armonioso tra immagini antiche (il lavoro, le risate e i pettegolezzi) e momenti di forte impatto emotivo. Un fluido fiume in cui Adamo è un clown sperduto.

S.C.

fatto come la più ricca e articolata manifestazione festivaliera italiana espressamente dedicata alle cinematografie dell´Europa centro-orien-tale e oltre. Attualmente, il festival propone un programma ampio e diversificato, costituito mediamente da 150 titoli provenienti dai paesi dell’area, con un´offerta in crescita esponenziale di anteprime inter-nazionali e nazionali di lungometraggi, cortometraggi e documentari, tutti in versione originale sottotitolata in inglese e in italiano. Oltre alla presentazione in anteprima italiana dei migliori film realizzati durante i due anni precedenti nei paesi dell´Europa dell´Est e dintorni, vengono presentate ogni anno: una retrospettiva che omaggia un regista di particolare spessore; una monografia su un movimento cinematografi-co, un´area geografica o un periodo storico particolari; eventi speciali,

celebrazioni e omaggi ad autori, scuole di cinema e realtà che si siano distinte nella produzione e/o nella diffusione del cinema; una sezione espressamente dedicata alle produzioni e ai registi del Friuli Venezia Giulia (“Zone di cinema”); eventi collaterali di varia natura (mostre, concerti, presentazioni di libri, performance). Un´occasione privile-giata per incontrare autori, attori, professionisti del cinema prove-nienti dalla vasta area geografica esplorata, per confrontarsi in libertà con critici, esperti e addetti ai lavori, ma anche un progetto che ha richiesto molti anni di lavoro duro e paziente da parte di tante persone diverse, ma accomunate tutte da una grande passione per il cinema.

G.U.

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alimentaZione

natale in casa

La festività del Natale affonda le sue radici nell’antichità, ben prima dell’avvento del Cri-stianesimo. Era la festa del nuovo sole perché, venendo subito dopo il solstizio invernale (il giorno più corto dell’anno), annunciava il ritor-no della luce. Allora, le famiglie e le comunità si riunivano tutti intorno al fuoco e festeggiavano con ricchi pasti, canti e danze, e soprattutto, con tanta voglia di stare insieme; l’inverno era al suo culmine e da quel momento in avanti le giornate avrebbero ripreso ad allungarsi.Oggi il Natale è diventata una festa commer-ciale e consumistica, ma il suo spirito è rimasto intatto ed è possibile riportarlo alla luce con alcuni semplici gesti.

Ultimamente, per via dei grandi cambiamenti di stile di vita che hanno coinvolto soprattutto le famiglie, si è presa l’abitudine di festeggiare il Natale fuori casa, al ristorante, ma così facendo si perde il significato vero di questa festa: ritrovarsi tutti insieme intorno alla tavola nella propria casa, per sentire lo spirito dell’amicizia, del legame familiare, della protezione. Natale significa prima di tutto calore familiare, unione, accoglienza e ospitalità. È un sacrificio per chi ospita, ma dona un grande bene a tutti.Un secondo gesto importante è contribuire alla preparazione della festa, soprattutto del pranzo che rappresenta il momento apice dei festeg-giamenti. Anche qui è abitudine comprare cibi

già pronti, ma sarebbe molto meglio prepa-rarli in casa, contribuendo così con la propria energia e la propria cura ad arricchire la festa. Immaginatevi la sorpresa quando i parenti vi vedranno arrivare con un piatto di tortellini fatti da voi.Il cibo più basilare che potete preparare in casa è il pane. È un gesto antico e carico di significato, perché rappresenta il simbolo della nostra cultura. Farina, acqua, sale e lievito (di birra ma molto meglio quello di pasta acida) si amalgamo meravigliosamente per dare vita a questo cibo così semplice e prezioso. Insieme ad esso potete anche provare a fare i grissini e la focaccia, e l’opera sarà completa!Per gli antipasti, potete essere molto creativi, preparando salsine da spalmare sul pane (una buonissima consiste nel mescolare insieme acqua calda, tahin – crema di sesamo - shoyu – salsa di soia - miso e mezzo limone spremuto oppure acidulato di umeboshi). Con il tofu fatto a crema potete sbizzarrirvi aggiungendo ver-dure come la cipolla, i broccoli, l’aglio, le carote. Potete addirittura fare una maionese senza uova! I più coraggiosi possono preparare la pasta millefoglie per fare deliziosi vol-au-vent.Come primi, c’è solo l’imbarazzo della scelta; con la pasta fatta in casa si possono proporre tortelli, pansotti, gnocchi, lasagne (con il seitan al posto della carne, oppure completamente a base di verdure), cannelloni, pasta al forno.Per i secondi, carne e pesce possono essere pre-parati in mille modi, e per i vegetariani seitan, tofu e tempeh sono alternative deliziose, senza dimenticare le infinite possibilità delle torte verdi salate ripiene con la vostra creatività.È sui dolci che possiamo dare il nostro meglio. Solitamente il panettone, il torrone e la crema di cioccolato la fanno da padroni, ma sono proprio questi i prodotti meno sani perché pieni di sostanze nocive. Allora, per il panettone possiamo orientarci verso un prodotto meno industriale, preparato fresco da una pasticceria di fiducia. È possibile anche farlo in casa, ma richiede una lavorazione lunga e difficile, non adatta ai principianti. Il torrone invece è più

facile da fare in casa e risulta sicuramente molto più sano, perché saremo noi a scegliere gli ingredienti di base. Cugino del torrone è il croccante, ancora più semplice da preparare. Basta un po’ di malto e dei semi oleaginosi come le mandorle, le nocciole o le noci.Un dolce che riscuote sempre grande successo è il salame al cioccolato, conosciuto in ogni regione italiana e preparato spesso con ingre-dienti ‘pesanti’ come la cioccolata, la panna, le uova, il burro, il rhum, il caffè, ecc. In verità, è possibile prepararlo in modo più semplice, usando solo la cioccolata, il malto per dolcifica-re, un po’ di latte di riso e dei biscotti semplici; il gusto non cambia di molto, ma per la salute è sicuramente meglio.Un’altra ricetta particolare è la torta di cioccola-to e pere. Anche questa può essere preparata in modo molto semplice, con farine, cacao magro, malto, pere, latte di riso e lievito.Per le creme e le mousse di cioccolato il discor-so è molto semplice e non servono latte e uova.Esiste infine una versione del Tiramisù fatta solo con biscotti, caffè d’orzo e crema di cioccolata, che non farà rimpiangere la versione originale.Volete esagerare? Montate in casa la panna partendo dal bianco delle uova, anziché com-prare il prodotto industriale che è pieno zeppo di sostanze chimiche tossiche per la salute, e aggiungete frutta di stagione, come mirtilli, arance, pompelmi, mele, una spolverata di cacao in polvere o della granella di nocciole e avete un semplice e originale dolce.In definitiva, con un po’ di impegno in più da parte di tutti è possibile rendere più vivo e più bello il Natale in casa. Qualcuno forse storcerà un po’ il naso di fronte ai vostri piatti, ma l’allegria e il piacere di assaggiare cosa ognuno ha prepara-to sostituiranno presto il suo disappunto.

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18 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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Sappiamo che l’agricoltura è in profonda crisi e una seria riconversione non è a portata di mano, soprattutto perché gli agricoltori sono in pre-da ad una “Sindrome di Stoccolma” della chimica, che non li porta a vedere nel mondo del bio un reale campo di sviluppo. Guardano, que-sto sì, le opportunità che offre il mondo energetico, soprattutto nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili quali il fotovoltaico o biomasse. Lodevole iniziativa se ciò non andasse a detrimento e consumo delle superfici agricole che, nel caso del Friuli Venezia Giulia, sono ridotte allo stretto essenziale e consumarne altre significa votarsi all’autodistruzione per sostenere, coi nostri soldi, altri profittatori del denaro pubblico. Il caso di Codroipo è emblematico, in quanto sta sorgendo nel suo territorio uno dei più grandi esempi di scempio ambientale della Regione, legato alle cosiddette “Energie da fonti rin-novabili”. È un caso che deve fare riflettere, in quanto Regioni più serie della nostra, assieme alle nazioni a nord di noi, hanno imposto regole serie, permettendo l’istallazione dei pannelli solo su superfici già urba-nizzate ed escludendo assolutamente le superfici agricole. Il Comune di S. Vito al Tagliamento, non potendolo proibire, ha imposto un limite di “consumo di terra agricola” pari all’1% del terreno aziendale, di fatto impedendo ai grossi latifondisti istallazioni distruttive. Codroipo, inve-ce, si è data la “zappa sui piedi”, per stare in tema agricolo, e ciò che sta accadendo qui merita riferirlo.Il territorio comunale ad ovest del capoluogo, a nord della Ponteb-bana, denominato Coseat, stava per diventare famoso quale area destinata a così detti “grandi eventi”. Questa zona, per circa la metà, storicamente è stata adibita a polveriera militare ed a fabbrica di esplosivi dalla ditta Mangiarotti. L’altra metà, all’incirca, ha avuto uso agricolo. Queste due aree presentano un notevole degrado, in quanto il Demanio militare dello Stato ha trasferito la polveriera al Comune di Codroipo, senza alcun ripristino ambientale, e il piano di bonifica della ex Mangiarotti è fermo. Si tratta perciò di due aree enormi molto degradate e senza progetti. Fortunatamente il cosiddetto progetto “Grandi eventi” è stato bloccato dal buonsenso e dal preventivo di spesa colossale e non giustificato. Altro discorso è la Mangiarotti: essendo area privata si può dire “…che sono affari suoi”. Passando all’utilizzo del terreno agricolo si potrebbe dire, per trasposizione, che ciò che fanno i proprietari sia affare loro. Io non lo credo e penso sia giusto fare una riflessione su quanto sta accadendo di questi tempi da quelle parti, in quanto l’ambiente è di tutti e i danni che si fanno alla terra non possono essere faccenda privata chiusa lì. Intendo invitarvi ad un pensiero critico sulla costruzione del grande “Parco fotovoltaico del Coseat”. Si tratta di una mega-installazione di pannelli fotovoltaici su una superficie di ben 18 ettari di buon terreno agricolo, che di fatto creano un deturpamento all’ ambiente e un blocco dell’utilizzo agri-colo di terra che potrebbe essere vocata a ben altro destino, molto più confacente alle nostre necessità alimentari. Non sto a discutere sulla tecnologia del fotovoltaico, anche se ho molte perplessità sulla sua criticità, né sulla produzione di energia. Ciò che non accetto è il modo in cui lo si fa e come viene sperperato il denaro pubblico, cioè il nostro. È innegabile che un’installazione del genere è enorme per utilizzo di cemento, ferro e vetro che una volta scaduti, per vetustà, per superamento tecnologico, per crisi economica, dovranno essere smaltiti…oppure restare lì a far compagnia al pattume che sta diven-tando la materia prima prodotta dalla ex polveriera. Il perché è presto

detto. Chi garantirà che la società installatrice sarà ancora operativa, quando la società acquirente l’energia elettrica la pagherà a prezzo di mercato? Chi demolirà e avvierà a recupero l’area che oggi i privati sfruttano e che sicuramente si defileranno quando l’aria tirerà all’in-contrario? Lasciando il cerino acceso al Comune, e dunque a tutti noi, non sarebbe stato meglio se i nostri amministratori avessero messo a disposizione del Parco fotovoltaico l’area della ex Polveriera, che nelle zone dei depositi disponeva già di platee in cemento, pozzetti di collegamento, recinzione? In questa maniera si sarebbe raggiunto l’obiettivo di un ripristino ambientale, senza toccare il prato stabile, portando nelle casse del Comune un introito sostanzioso che, in caso di fallimento del sistema, non avrebbe gravato sulle nostre tasche. Ovviamente la strada percorsa, a mio avviso oscena, è perfettamente legale e prevista dalla legge (quella degli uomini). La Legge (quella del Padre) ci dice che la terra ci è stata donata per sostenerci e darci vita attraverso l’agricoltura e chi la professa dovrebbe sentire alto e responsabile questo richiamo, soprattutto se si sente figlio della grande cultura cristiana. Constato amaramente, come cittadino, che così non è ed ancora una volta i nostri soldi, che pagheranno quell’im-pianto e il profitto a pochissime persone, non ritornerà assolutamente in nessun termine a beneficio della collettività. Ah… Dimenticavo che questi impianti vengono fatti per abbattere la CO2 e con questa scusa si giustifica l’assalto all’ambiente e alle nostre tasche. Nessuno dice che una buona pratica agricola quale quella biologica, biodinamica o omeodinamica, è in grado di elevare il tenore di humus nel terreno, di fatto risolvendo il problema già con un incremento dello 0,5%. Il tutto ovviamente gratis! Ma allora perché non si fa, pur sapendo che questa strada è obbligata? Semplicemente perché riconvertire l’agricoltura è sforzo impossibile di questi tempi, in cui mancano uomini coraggiosi e coscienti nella scuola, nella politica, nella professione agricola. Ma non preoccupiamoci, di sicuro staranno studiando la nostra dieta del futuro a base di Watt, metano, vetro, ferro e cemento. Così va il mondo, sperando che lassù qualcuno non si stufi e presenti il conto.

Graziano Ganzit

Fotovoltaico su terreno agricolo

Il “Parco fotovoltaico” in costruzione su un terreno agricolo a Codroipo

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Pranzo di Natale,S. Stefano e Cenone

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19 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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La posizione seduta spesso è un problema per chi ha mal di schiena: come mai?Prima di tutto va detto che la posizione seduta non è così naturale come sembra a noi, o per lo meno non è naturale per l’uomo restare seduto tante ore al giorno. Il nostro corpo infatti è stato “pro-gettato e costruito” per muoversi e svolgere moltissime attività. Nella nostra storia ancestrale il corpo serviva per la caccia: il corpo vive di movimento, mentre la posizione seduta serviva solo per un riposo momentaneo, ma non veniva mantenuta per ore ed ore come facciamo oggi. La posizione seduta è un proble-ma fondamentalmente perché l’homo “erectus” non si è ancora trasformato nell’homo sedutus: fra 20-25000 anni forse non sarà più un problema!

Di certo non possiamo aspettare così a lungo per evitare il mal di schiena da seduti! Ma la posizio-ne seduta che cosa provoca?Da seduti tendiamo natural-mente a perdere la posizione naturale della nostra schiena, la lordosi, che è quella inarcatura verso avanti che compare alla zona lombare quando stiamo in posizione eretta. Questo succede perché dal momento che le gambe e le anche si flettono, cambia la posizione del bacino e la colonna viene spinta natural-mente indietro. L’altro problema è poi la posizio-ne mantenuta a lungo: se restia-mo fermi tendiamo letteralmente a “soffocare” i muscoli ed il disco intervertebrale, perché il sangue, che porta ossigeno, nutrimento e porta via le scorie, non scorre

come dovrebbe (è il movimento a facilitarne lo scorrimento) e muscoli e disco intervertebrale soffrono.

Allora, che cosa dobbiamo fare?Primo: dovremmo muoverci il più possibile e variare spesso la posizione. Secondo: dovremmo cercare di privilegiare e mantenere le posture corrette, ossia quelle po-sture nella quale la schiena viene mantenuta ben inarcata in zona lombare. Un esempio potrebbe essere l’utilizzo di opportuni sup-porti lombari da applicare allo schienale. Questo secondo pun-to, è altrettanto importante del muoversi con regolarità. Quindi cambiare spesso posizione, e fare pause frequenti che comporta-no qualche movimento (anche la pausa caffè, prendere delle fotocopie, portare delle pratiche a mano.. o semplicemente alzarsi e sgranchirsi qualche minuto).Terzo: dovremmo quantomeno cercare di raddrizzarci spesso. Questo punto è più importante di tutti. Il gesto del “raddrizzarsi” è di per sé un movimento. Spezza la monotonia della postura fissa e ci permette man mano di rinforzare i muscoli antigravitari posteriori della schiena abituan-doci ad autocorreggerci.

Molte persone però dicono che i dolori si scatenano quando si alzano da sedute, e non quando restano sedute. Come mai?Verissimo, in alcuni tipi di mal di schiena il dolore compare solo al

momento in cui ci si deve alzare, impropriamente questo fatto porta a pensare che la posizione seduta sia “rilassante e curativa” mentre in realtà è stando seduti che creiamo il problema, che poi si manifesta al cambio della posizione, con la conseguen-te impossibilità a raddrizzare completamente la schiena se non dopo aver fatto qualche passo ed aver proferito qualche impro-perio a causa del dolore. Ma per evitare che ciò avvenga bisogna lavorare sulla posizione seduta; correggendola e raddrizzandosi spesso.

Ma proprio tutti stanno male restando seduti? Non esistono situazioni in cui la schiena sta meglio da seduti?Non tutti soffrono da seduti. Dipende dal tipo di patologia vertebrale. Esistono diverse situa-zioni nella quale il dolore non è causato dalla posizione seduta; una tra queste è una condizione patologica che si chiama “stenosi o canale stretto”, ossia quella situazione per cui il canale po-steriore dietro alle vertebre in cui passa il midollo spinale con tutti i nervi che arrivano alla colonna vertebrale risulta più stretto del normale.

Questo può succedere per fattori congeniti o per una artrosi particolare e molto marcata, che stringe questo canale. In queste situazioni si soffre molto quando si cammina, ed il paziente dopo

100-200 metri di cammino riferi-sce dolore ad una o entrambe le gambe, mentre sta meglio solo se si ferma e rimane piegato in avanti. Questi pazienti stanno bene an-che da seduti, perché al contrario degli altri, per far arrivare sangue ed ossigeno ai nervi, questa volta, e non a muscoli e disco intervertebrale, devono stare piegati in avanti, in una posizione in cui il canale altrimenti stretto si allarga. Questi pazienti solo così stanno meglio. Bisogna però fare attenzione che la maggior parte dei mali di schiena hanno un’ori-gine multifattoriale e solo dopo un attenta valutazione di tutti i fattori coinvolti sarebbe possibile giungere ad una diagnosi esatta.

E come si cura questa situazione?Una volta escluso che i sintomi siano causati da un problema venoso alle gambe o da pro-blematiche concomitanti con sintomi sovrapponibili, nei casi più gravi si ricorre alla chirurgia, in quelli meno gravi e in cui ci si attiva per tempo, si possono applicare trattamenti con esercizi specifici ma che devono, colme al solito essere eseguiti solo da mani esperte.

Quale consiglio si può dare per non avere mal di schiena quan-do restiamo seduti a lungo?Oltre a ribadire quanto detto sino ad ora, si consiglia sempre di controllare bene anche quello che si fa durante il giorno: che le posture ed i movimenti siano cor-retti, e come sempre fare qualche attività fisica con regolarità sotto una guida esperta. Se ciò non dovesse bastare o se il dolore c’è già, è sempre meglio rivolgersi ad un esperto “di mal di schiena”.

Marco Segina

colonna Vertebrale

il mal di schiena e la posizione seduta

20 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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acqua calda grazie al sole Dopo aver parlato negli ultimi articoli di impianti, per lo più per la produzione di corrente e acqua calda sanitaria, ottenute da fonti rinnovabili come il sole, questo mese parleremo di riscaldamento domestico più tradizionale, cioè ottenuto per mezzo di una caldaia. Cercheremo di capire, nel caso stiate per realizzare un nuovo impianto o sempli-cemente state per sostituire il vostro vecchio bruciatore, quali sono le novità, sempre con un occhio di riguardo al risparmio energetico e al rispetto per l’ambiante.Negli ultimi 20 anni gli impianti si sono sviluppati sempre più velocemente e con grande attenzione al risparmio energetico, migliorando il rapporto tra consumi e produ-zione di calore, quindi migliorando la resa.Per la scelta della caldaia il primo elemento da considerare è il combustibile a disposizio-ne presso l’abitazione. Ma potendo scegliere, qual è il miglior combustibile utilizzabile? Non esiste una risposta univoca a questa domanda, i fattori sono tanti e diversi, di-pendono dalla reperibilità in loco della fonte da utilizzare, dalle esigenze di ogni singolo utente, ecc. La cosa migliore sarebbe quella di non aver bisogno di nessun combustibile, soluzione che si sta cominciando a realizzare e che nei prossimi anni prenderà sempre più piede con le case passive. Comunque i combustibili che maggiormente oggi sono utilizzati sono il gasolio, il metano, il legno e gpl. Cercheremo ora di parlare dei due sistemi forse più diffusi come caldaie di tipo autono-mo e di tipo centralizzate che sono quelle più diffuse.Entrambi i sistemi hanno dei pro e dei contro che si compensano alla fine. Sembra a prima analisi che l’autonomo ci faccia risparmiare grazie ai vantaggi offerti dall’autonomia di accensione e di utilizzo, ad esempio se siamo tutto il giorno fuori casa, ma se analizziamo con più cura il confort e l’economicità gene-rale e il rispetto dell’ambiente, sicuramente sceglieremo l’impianto centralizzato, che permette la suddivisione dei costi generali di manutenzione e di acquisto. Però un impian-to di tipo centralizzato efficiente anche con l’utilizzo di contabilizzatori di calore e valvole termostatiche, permette un confort abitativo migliore e emissioni inquinanti in atmosfera più basse, con una più equa suddivisione dei consumi e quindi dei costi. La scelta di una “caldaia”, per usare un termine comune, è una scelta che parte dell’involucro. La prima analisi va fatta sulla necessità che la nostra abitazione ha di essere riscaldata. Quanto meno la casa sarà isolata tanto più

sarà la quantità di calore da produrre e quindi caldaia più grande con consumi maggiori. Tanto meglio la nostra casa sarà isolata tanto meno sarà necessario produrre calore, quindi caldaia più piccola, consumi, costi e emissioni inquinanti ridotti, e aumento di benessere abitativo. Una casa tradizionale, cioè il 75% del parco case esistente che ad oggi non è as-solutamente isolato, può richiedere un costo per il riscaldamento fino a 30 euro al metro

quadrato all’anno. Una casa isolata a basso consumo ci porta a spendere invece 3 euro al metro quadrato, e una casa passiva, come accennato prima, ci porterebbe a spendere pochi euro al metro quadrato all’anno. Fatta questa considerazione possiamo pensare alla scelta. Una caldaia di tipo standard, indipen-dentemente dal combustibile, lavora a tem-perature molto alte, circa sui 90°C. Produrre temperature così alte calcolando la grande dispersione di calore sia all’interno della cal-daia che nel sistema che porta l’acqua calda ai radiatori, fa scendere la resa di questo tipo di impianto al 55-70%, quindi molto bassa rispetto al consumo. La nuova tecnologia ha portato alla produzione di materiali che per-mettono di lavorare all’interno della caldaia a temperature più basse, da un massimo di 75°C a un minimo di 30°C e la regolano in base alle temperature esterne all’abitazione. Questo tipo di caldaia raggiunge ad oggi una resa fino al 90-95%. L’ottimo che oggi si può installare nelle nostre abitazioni è la caldaia murale a condensazione. Questa grazie al recupero della condensa e lavorando a temperatura ancora più basse, permette di aumentare la resa di un 10%, superando addirittura la fatidica soglia del 100%. Però la tecnologia che utilizza fonti fossili, per le caldaie, sta raggiungendo il suo picco e al momento non si vedono particolari sistemi che possano nel tempo farle evolvere in maniera sostanziale. Esistono diverse altri tipo di tecnologie, ma quella che per semplicità tecnica ed economica rappresenta una valida alternativa sono quelle che utilizzano il legno nelle sue varie forme.Il legno è una fonte energetica rinnovabile ed è sempre stata utilizzata per il riscaldamento nelle nostre case, a patto che la materia prima sia di buona essiccazione e venga utilizzato all’interno di impianti capaci di sfruttare al meglio le sue capacità caloriche. Abbiamo di-versi tipi di legname, come i ceppi, il cippato e i pellet. Il più diffuso di questi è sicuramente il pellet, sia per il grado di resa maggiore ri-spetto agli altri due sia per facilità di acquisto e trasporto.

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marinella al verdi di trieste

Perché è qui a Trieste?Sono qui a Trieste, proveniente da Roma da dove vivo da circa 50 anni, per assistere alla prima esecuzione presso il Teatro Verdi dell’Opera Marinella del mio avo Giuseppe Sinico. Pensi che quella di oggi è la quarta esecuzione assoluta, le altre tre furono date al Teatro Mauroner (1854), Teatro Armonia (1862), Politeama Rossetti (1883), e Sala Tri-pcovich de Banfield (3 Gennaio 2010),posso quindi definire oggi una giornata storica per l’Opera e per la mia famiglia. La sua è una famiglia di musicisti, di com-positori? Si, gli avi sono nati a Bergamo e si sono trasferiti a Trieste tra la fine del ‘700 ed i primi dell’800 e sono entrati nell’ambito del mondo musicale come insegnanti di canto e com-positori ottenendo subito molto successo, scrivendo sia per il Teatro che per la Chiesa.Ma Giuseppe è sicuramente il più impor-tante della famiglia? Si, Giuseppe, a 18 anni, ha composto la Marinella, Si raccontava anche in famiglia del trionfo della prima esecuzione del 26 agosto del 1854 al Teatro Mauroner, pensi... aveva 18 anni, ma considerando che mediamente per scrivere un’opera ci vuole uno o due anni, la iniziò sicuramente a 15-16 anni!! Che corag-gio!!! E da là è nato tutto questo fermento,

questo grosso entusiasmo della città per l’Inno [di San Giusto, ndr], che divenne il canto ufficiale di Trieste e delle terre redente fino alla fine della seconda guerra mondiale... Le cronache del tempo (Caprin), parlano che il brano fu “trissato” a furor di popolo e che la mattina dopo, i conducenti delle carrozze lo cantavano già per la strada!!Ha scritto altre Opere?Sì, “I Moschettieri”,”Aurora di Nevers”, e “Alessandro Stradella, riscuotendo un buon successo in vari teatri italiani... Giuseppe ebbe 2 figli: Francesco (baritono), e Lidia (soprano).Chi insegnò musica e canto a Joyce?Francesco, ovvero mio nonno, abitava in Viale XX Settembre, c’è una targa che lo testimonia.Ha qualche curiosità da aggiungere sulla vita di Giuseppe?Si, posso dirvi una cosa che è poco cono-sciuta: il fatto che la famiglia Sinico, quindi sia Giuseppe sia Francesco, abbiamo lasciato tracce musicali , sia nella chiesa Serbo-Orto-dossa che nella Greco-Ortodossa, musicando Messe, e il noto Padre nostro, di Dante.E su Trieste città?Io ho abitato, fino agli anni Sessanta in piazza della Borsa, quindi mi godevo questa magnifi-ca città e ho anche assistito a tanti fatti legati almomento storico e travagliato della città Ma, lasciamo stare il passato..., meglio pensa-

re alla Marinella che è rinata il 3 gennaio 2010 alla Sala Tripcovich, grazie al M°Zannerini e sarebbe magnifico che, nel giorno di San Giu-sto, il 3 di novembre, al Teatro Verdi, venisse annualmente rappresentata.Ha qualche ricordo dei nonni (non so se dei bisnonni)?Beh, i nonni li ricordo perfettamente. Mio nonno Francesco [figlio di Giuseppe, il com-positore, ndr], e nonna Ines li ricordo perfet-tamente […], in particolare che, ogni tanto, quando c’era il compleanno della zia Lidia (che era la sorella di Francesco; lei abitava a Via dell’Acquedotto, e abitava proprio dirimpetto al teatro Rossetti) era uso e con-sumo che l’insalata, a tavola, doveva essere tricolore.E finalmente il il 24 ottobre del 2010, il Te-atro Verdi a distanza di un secolo e mezzo ha accolto Marinella...Si, di questo sono immensamente felice, e ho condiviso questa felicità con tutti gli esecutori dell’Opera , nel bellissimo e festoso ricevimento dato all’Hotel Savoia, e il ricordo di questa lunga e commovente giornata mi accompagnerò nel viaggio di ritorno fino a Roma, anche se con un po’ di velata nostalgia per la mia città natale.

conversazione con Stelio Sinico, ultimo discendente di una famiglia di musicisti triestini a cavallo fra ’800 e ‘900

"Finalmente, non ci speravo più" dice quasi sospirando Stelio Sinico, Bè, non credo di poter racchiudere un semplice articolo una giornata come quella di ieri, solo Mozart ce l’ha fatta... "Le nozze di Figaro", ovvero “la “folle giornata” , tutta l’opera in 24 ore, che capolavoro!! Per me veramente la giornata del 24 ottobre 2010 è durata qualche anno!!! Da una cena del Club Lions al caffè S.Marco di 5-6 anni passati, alla domenica autunnale... ore 14-15,30 prova di rifinitura, gli ultimi particolari da “blindare”, ovvero attacchi, note, ritmi,parole, intona-zioni, coloriti,entrate ed uscite coro (erano in 131....), di là, silenzio!...Ma no Coro, recuperare la posizione, più veloci i cambi, (sembrava un campo di battaglia...), l’orchestra osservava divertita... Giorgio e la Reana, Paolo, il microfono,le luci, la banda dietro il palcoscenico che si accorda con Aljosa... La tensione dei cantanti si taglia col coltello!! Marinella (al secolo Mariana Prizzon), sembra la più calma...così un po’ meno Dax, Giuliano, Iulia e Alberico... dentro gli splendidi costumi creati per loro da Silvia.!! David con telecamere varie sta lavorando....la Mariko accorda l’orchestra... ”Chi è di scena ?” In troppi” rispondo.Non possiamo iniziare puntuali, c’è ancora ressa alla porta, tutto esaurito, caccia all’ultimo biglietto... che non c’è più... tutto esaurito il Verdi!! Bè allora mi torna il coraggio, e quando Paolo Albertelli mi dice... ”Mae-

stro, quando vuole”, che tradotto significa “ Vada fuori,la musica non aspetta” , sono le 17,15, esco quasi ad occhi chiusi... e via con la bella storia della Marinella!!

Severino Zannerini

...dopo l’esecuzione al teatro Verdi dell’opera lirica di giuseppe Sinico

22 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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vittime innocenti dell'umana folliaCondanna a morte: è questo il terribile ver-detto emesso per tre cani, tre storie diverse che hanno in comune la giovane età e l'ina-deguatezza dei proprietari, il tipo di cane e la terribile fine degli animali. Fatti accaduti negli ultimi mesi in Friuli Venezia Giulia che devono farci riflettere. Spritz, Regghy e Spike sono gli sfortunati animali che hanno avuto la sventura di incontrare nella loro breve vita tre giovani scellerati incoscienti, capaci di decretarne la morte. Dopo averli adottati con estrema leggerezza, senza sapere che cosa avrebbe comportato la convivenza con un cane, i giovani proprietari con la stessa leggerez-za e senza alcuna remora morale li hanno condotti alla morte, nonostante le leggi vigenti in materia di tutela degli animali ne vietino la soppressione. La legge regionale numero 39 del 1990, all'articolo 8 comma 5 cita testualmente: "i cani possono essere soppressi soltanto se gravemente ammalati ed incurabili". Nessuno dei tre lo era. Spritz era un cane giovane di razza Pitbull vitale e festoso: rinunciato nel luglio 2009 dalla famiglia triestina a causa della nascita di un figlio, fu trasferito presso il canile di Porpetto convenzionato con il Comune di Trieste. Per la sua bellezza e giovialità fu scelto dall'assessore Lobianco come testimonial della campagna triestina in favore dei cani abbandonati. Adottato nel mese di novembre da un giovane poco più che ventenne residente a Udine, fu dopo breve tempo messo sotto sequestro a causa di una denuncia effettuata da un passante intimorito dal cane che era sopraggiunto di corsa dopo esser sfuggito al controllo del proprietario. Spritz pur avendo la museruola - secondo le testimonianze - era stato preso a calci dal passante e quindi aveva reagito di conseguenza, senza comunque causare alcun danno. Trasferito per gli accertamenti al canile sanitario, dopo pochi giorni fu ricondotto alla struttura di Porpetto, e dopo alcuni mesi restituito incautamente al legittimo proprietario che lo portò nella sua abitazione. La gioia per il povero animale durò soltanto una decina di giorni: divenuto un problema ed un ingombro non indiffe-rente, fu condotto presso l'ambulatorio di un veterinario compiacente e soppresso senza una valida motivazione in totale spre-gio delle leggi vigenti. Stessa identica sorte per il povero Reg-ghy, incrocio Amstaff affidato nel mese di giugno ad un giovane ventunenne residen-te in Provincia di Trieste, dal proprietario di una pensione privata del Comune di San Daniele. Soltanto un mese più tardi

Regghy fu fatto sopprimere dal giovane con l'assurda motivazione che non era in grado di tenere l'animale poiché i genitori non glielo permettevano ed inoltre si avvicinava il periodo delle ferie a cui lui non voleva rinunciare. Un'ulteriore aggravante è data dal fatto che il ragazzo a tutti gli effetti non era il proprietario del cane, in quanto il microchip inserito nella povera bestiola era registrato presso l'anagrafe canina a nome di un’altra persona. Con estrema crudeltà e leggerezza, come nel caso precedente Regghy fu condotto alla morte nonostante alcuni veterinari si fossero rifiutati di prati-care la soppressione in quanto il cane era in ottime condizioni fisiche e nonostante fosse in corso con buonissime prospettive di adozione una campagna sostenuta da più associazioni alle quali lo stesso ragazzo pochi giorni prima si era rivolto. Storia ancora più tragica quella di Spike, American bulldog di tre anni annegato nelle acque antistanti Muggia: alla fine di settem-bre fu gettato in mare con sei kg di dischi di ferro attaccati al collare. Una morte orrenda causata probabilmente dal proprietario di 24 anni che intendeva disfarsi dell'animale. Il giovane, attualmente indagato, dovrà rispondere per l'ipotesi di reato prevista dall'articolo 544 bis del codice penale . Un atto violento senza dubbio di estrema malvagità, che non può e non deve rimane-re impunito. La soppressione di un cane sano è un

maltrattamento portato all'estremo, nessun veterinario serio accetterebbe mai una simile richiesta e chi la pratica deve essere considerato complice del reato. Invitiamo i cittadini che si rendessero testimoni di maltrattamenti nei confronti di animali a denunciare senza esitazioni il fatto alle autorità competenti, affinché simili atteggiamenti crudeli non rimangano impuniti.

Mariagrazia Beinat Presidente associazione

"il Capofonte" ONLUS www.ilcapofonte.it

cinoFilia

ROY: Cucciolone Amstaff dal carattere equilibrato,ha solo 7 mesi ma cerca già una nuova famiglia...chi lo vuole???

SOPHIE: Bellissimo esemplare di American Stafford di 5 anni, attende disperatamente i proprietari che non verranno mai più a riprenderla... chi vuole aiutarla...

Ecosportello sospende l’attività dal 1 dicembre. Riapertura il

1 febbraio 2011Punto informativo gratuito della Provincia di Trieste

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A TrIEsTE IN vIA DoNIzETTI, 5/AorArIo: martedì dalle 10.00 alle 12.00 venerdì dalle 17.00 alle 19.00telefono: 366-5239111fax: 040-9890553e-mail: [email protected]/Ecosportello.htm

A MUGGIA IN vIA roMAorArIo: ogni giovedì dalle 17.30 alle 19.30

23 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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Numerose segnalazioni di fatti e soprattutto misfatti giungono al nostro sito, e stavolta vogliamo raccontare la storia di una quercia secolare sita nel fondo del n. 72/1 di Contovello. Ci hanno scritto che una farnia tricentenaria corre il rischio di abbattimento, per un attacco parassitario che qualche settimana prima non era riscontrabile. A detta dell’autore della segnalazione, fino a poche settimane prima il maestoso albero sembrava sano. Non appena il tempo meteorologico l’ha permesso è stato fatto un sopralluogo

con un dottore agronomo, per formulare una diagnosi corretta e con somma gioia si è potuto riscontrare che l’albero gode di ottima salute e che è più giovane rispetto a quanto stimato: la sua età si aggira tra i 150 e i 200 anni.Per garantire la sopravvivenza di questo giovincello bicentenario, vorremmo fosse dichiarato albero monumentale e pertanto ci stiamo informando sull’iter per segnalarlo alla Regione, che ha il potere di riconoscere la monumentalità di un albero, mentre alla cura è preposta la Provincia.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

Sara Ferluga per il Comitato SOS Alberi

Per maggiori dettagli www.sos-alberi-fvg.it in segnalazioni.

p.s. Nella stessa rubrica apparsa sul Konrad di giugno 2010 era stato pubblicato l’elenco degli alberi monumentali della Provincia di Trieste.

le voci degli alberi

24 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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Il rock sa essere elettrico anche quando stacca la corrente elettrica. Ci sono musicisti che sprizzano energia anche se le chitarre sono acustiche. Lo vivremo il 4 dicembre, al Verdi di Muggia: arriva dalle nostre parti il Light of the Day, una grande carovana di beneficienza. Tra i tanti, sul palco ci sarà il newyorkese Willie Nille, un omino tutto cuore e nervi, ironia a passione. Non avrà la sua band ma nessuno li rimpiangerà. Provate a sentire come canta e suona (da solo) "Innocent ones": www.youtube.com/watch?v=vV7Y5WCy6M0

Luciano Comida

Dopo il grande successo del primo disco “Trieste 1000 novità”, ormai giunto alla terza ristampa, sarà presto disponibile “Mi me la mocco”, secondo capitolo della saga ittico-musicale dei Sardoni Barcolani Vivi. Vincitori del Festival della Canzone Triestina nel 2008 con il pezzo “No volevo la vinjeta”, secondi nel 2009, i Sardoni tenteranno nuovamente l’assalto al gradino più alto del podio nella trentaduesima edizione della nota kermesse guidata da Fulvio Marion, decano dei presentatori locali. Il prossimo 16 dicembre nella prestigiosa cornice del Teatro Miela l’ensemble più sardonico della costa giuliana eseguirà “La filologica tergestina (se fa i furlani faremo anca noi)”, pezzo sullo scottante tema del friulano materia di insegnamento scolastico. “Mi me la mocco” sarà ufficialmente presentato presso il negozio “Dimen-sione Sport” (Via Milano 21) domenica 19 dicembre dalle ore 19 in poi: si consiglia la partecipazione, nonché l’acquisto di una copia, a tutti gli amanti della triestinità più verace. Il secondo disco, si sa, è il più difficile per ogni artista, specie se il primo è stato un trionfo superiore ad ogni aspettativa: i Sardoni affrontano la

sfida puntando su testi ben scritti e accattivanti melodie, formula ulterior-mente raffinata nelle otto tracce del nuovo lavoro. I cinque giovani musicisti hanno infatti la capacità di ironizzare sulle de-bolezze, sulle abitudini e sulle spesso sterili polemiche triestine con gusto ed eleganza e senza mai cedere a facili volgarità: argomenti di stringente attualità, dalla Ferriera di Servola all’ordinanza anti-pipì, forniscono gli spunti necessari per ridere e far ridere gli ascoltatori, molti dei quali si ritroveranno nel poetico edonismo fancazz-oblomovista cantato dai Sardoni Barcolani Vivi.

Alessandro Lombardo

“mi me la mocco”: in uscita il secondo disco dei sardoni barcolani vivi

SPort

Si avvicina l’esordio in campionato per la Pallanuoto Trieste maschile che anche questo anno parteciperà al campionato nazionale di A2. Il campionato, il secondo per importanza nel panorama della pallanuoto italiana, è suddiviso in due gironi (nord e sud) da 12 squadre ciascuno. Le prime quattro di ogni girone disputeranno i play-off, mentre le squa-dre che si piazzeranno al 10° e 11° dei due gironi faranno i play-out. La squadra del presidente Enrico Samer è stata inserita nel raggruppamento nord assieme a: SC Quinto, Chiavari Nuoto, RN Sori, RN Arenano, Torino 81, Pallanuoto Brescia, Plebiscito Padova, President Bologna, RN Cagliari, Bergamo Alta Nuoto e Vigevano Nuoto. La formazione triestina nel corso della sessione estiva del mercato ha operato in maniera oculata. Per prima cosa è stato inserito nell’organigramma societario un direttore sportivo di esperienza: Stefano Grimaldi. Il neo d.s. ha subito messo a segno due ottimi colpi di mercato. Il primo affare concluso dal dirigente siciliano è stato quello di Aldo Ercolano, acquistato dalla Florentia Nuoto via Sori. Ercolano, siciliano, classe 1982, è un’attaccante di esperienza e tecnica che può garantire un discreto numero di segnature a partita. Il secondo arrivo in casa triestina è stato quello di Tommaso Morena, prele-vato con la formula del prestito dalla Pallanuoto Savona. Morena, invece, è un ottimo difensore che in fase offensiva ha il vizio del gol. Questi due innesti non possono che far fare un salto di qualità all’organico triestino, di per sé già valido, guidato, per la sesta stagione consecutiva, da mister

Ugo Marinelli. L’esordio casalingo alla piscina Bianchi è previsto per il 4/12 quando Trieste affronterà l’SC Quinto. Per quanto concerne la Pallanuoto Trieste femminile, le orche alabardate disputeranno (come i colleghi maschi) il campionato nazionale di A2. La formula del campionato fem-minile di A2 è simile a quello maschile: vi sono due gironi da 10 squadre. Ai play-off accedono solo le formazioni che si sono piazzate nei primi tre posti dei due gironi, mentre il play-out li giocheranno solamente chi arriverà 8° o 9° nei due raggruppamenti. La compagine triestina è stata inseita nel girone nord assieme a: Pallanuoto Firenze, Pallanuoto Livorno, Nuoto Tolentino, Locatelli Nuoto, Camogli RN, Nuoto Prato, Promogest, GN Osio e Milano. Per rinforzare la rosa delle ragazze, invece, il nuovo d.s. Grimaldi ha concluso una maxi-operazione con l’Athlon Palermo. Sotto il colle di San Giusto sono arrivate il portiere Claudia Bisconti (per lei è un ritorno visto che ha indossato nella stagione 2009/2010 la calotta alabrdata), Anna Calamita e Denise Nuccio. Il campionato del setterosa giuliano prenderà il via solamente ad inizio 2011. Nella prima giornata di campionato, prevista per il 9 gennaio, la Pallanuoto Trieste sarà di scena sul campo della Nuoto Tolentino.

Stefano Rongione

settebello e setterosa: stupiteciil nuovo d.s. grimaldi ha rinforzato le rose delle due formazioni triestine

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Banca Etica nella regione Friuli Venezia Giulia

Promotori finanziariAlice Pesiri - Via Donizetti 5/A, Trieste - tel. 040 638472 - 347 2690400 - [email protected] Francescutto - Via S.Francesco 37 - Udine - tel. 0432 500744 - [email protected]

Punti informativiGorizia – Referente Rita Calligaris (Staranzano) tel. 348 7722120 - [email protected] – c/o “L’altra metà”, Via della Motta - tel. 0434 524228 - [email protected] – Via Donizetti 5/A - tel. 040 638472 - [email protected] - www.bancaetica.org/triesteUdine – Via San Francesco, 37 - tel. 0432 500744 - www.bancaetica.org/udineTolmezzo – c/o Comunità di Rinascita - Via G.Bonanni 15 - tel 0433 40461

Uscirà il prossimo 15 dicembre il Calendario 2011 di FOTOGRAFA-REDONNA associazione culturale di donne che riunisce fotografe professioniste, artiste ed appassionate dell’arte della fotografia e che si propone di promuovere la creatività femminile in campo fotografico ed artistico in generale. Il calendario, nasce da un percorso sperimentale di formazione condotto da Marisa Ulcigrai, che intrecciando progetto didattico e ricerca artistica ha sviluppato, con un gruppo di donne di svariate personalità, competenze e professionalità, un progetto di ricerca sull’identità femminile attraverso l’immagine fotografica: un impegno attento all’interiorità e sensibile al sociale che sottende sem-pre a tutti i progetti dell’associazione. Fra le autrici ricordiamo alcune fotografe e artiste note nell’associazione come Adriana De Caro, Nadia Sirca, Rosanna Ruzzai, Marinella Perosa, Gianna Uxa,Emanuela Masseria, che insieme a nuove artiste straniere come Irene Porto, Anna Bizyukova, Agnieszka Wenskowska, Laura Paliaga, Natasa Mandic, Emanuela Mas-seria. Victoria Abugova hanno dato un forte contributo alla resa di un calendario realmente multiculturale. Il calendario (Ed. La mongolfiera Libri – euro 10,00) sarà reperibile in libreria, presso la sede dell’associa-zione FOTOGRAREDONNA (www.fotografaredonna.it, [email protected]) e alla Casa internazionale delle donne di Trieste.

FotograFaredonna

breVi

Si tratta di un progetto inizialmente sperimentato a Milano e che ben presto si è attivato a Bologna e a Lecce. Si sta ora diffondendo in varie città italiane e a dicembre è arrivato a Trieste. L'obiettivo è offrire gra-tuitamente, tramite la farmacia, un sostegno psicologico al cittadino bisognoso di ascolto."Lo psicologo di quartiere", per motivi di spazio e di tempo, non può effettuare delle vere e proprie sedute di terapia all'interno della far-macia, però il cittadino avrà l'opportunità di conoscere, attraverso un primo colloquio, il metodo d'intervento del professionista; potrà poi richiedere un secondo appuntamento e avere una risposta o almeno un orientamento utile per ritrovare la salute interiore. La Farmacia Alla Borsa ha aderito all'iniziativa nella consapevolezza che questo nuovo servizio vada incontro ai bisogni del quartiere e alle esigenze di una società complessa e difficile come quella in cui viviamo. Per informa-zioni telefonare allo 040367967.

lo psicologo di quartieremusica in gravidanza per un rapporto più “forte” tra madre e bambino

Diversi studi in ambito musicale e musico terapeutico sottolineano l’importanza della voce materna quale elemento fondamentale tra i ritmi e i movimenti del mondo prenatale. Già in gravidanza madre e feto sono in ascolto reciproco e risuonano l’uno per l’altra. Nell’utero il feto è raggiunto da sensazioni vibratorie “filtrate” dal liquido amnio-tico: battito cardiaco, respirazione, rumori intestinali e suoni esterni che costituiscono l’insieme di informazioni che contribuiscono a formare nel bambino la costruzione del Sé neurofisiologico e men-tale. Ciò è strettamente percepito a livello sensoriale, vibratorio ed emozionale, corporeo più che uditivo: si tratta di una comunicazione non verbale che andrà ad incidere in gran parte sull’universo affettivo e caratteriale del bambino. Spesso le madri non sono in grado di dare la giusta attenzione a questa importante prima fase della vita. Molto rari infatti sono i corsi di musica e canto in gravidanza e spesso neanche così poco costosi! Una Ricerca promossa dal Dipartimento di Scienze della Riprodu-zione e dello Sviluppo e delle Medicine Pubbliche dell’Università di Trieste in collaborazione con l’Azienda Sanitaria n. 1 “Triestina” vuole dimostrare che sensibilizzando le mamme all’ascolto musicale e al canto in gravidanza e nel periodo post-natale, il livello di attacca-mento madre-bambino al suo primo anno d’età sarà più alto. Molto importante quindi è che la comunicazione madre-figlio inizi fin da subito, in modo che la nascita del bambino non sia l’inizio di un rapporto, ma la sua prosecuzione e che il distacco dalla madre, in un ipotetico periodo anche più lungo (come una possibile incubatrice o l’asilo nido) possa essere vissuto in modo meno traumatico.Le mamme che vi partecipano vengono reclutate, volontariamente e gratuitamente, ai corsi di accompagnamento alla nascita c/o i Di-stretti del Comune triestino. Abbiamo bisogno di tante mamme!!! Sia che decidano di intraprendere il percorso di sensibilizzazione o che vogliano solo rispondere a qualche quiz! Mamme dateci una mano!

Elena [email protected]

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trieste dicembre1 mercoledì ingresso liberoStudio psichico dell’uomo Non cercare fuori ciò che si trova dentro. Conosci te stesso! È indispensabile conoscere il proprio spazio psicologico per cambiare le cause delle afflizioni. Invito alla con-ferenza con immagini alle ore 20.30 al Centro Rachmiel in via Mazzini 30. Info 377 1256908.

2 giovedì ingresso liberoNatale di guerra Presentazione del libro di Alessandro Paronuzzi a cura di Emergency e l'As-sociazione Il pane e le rose alle ore 17 nella Sala Baroncini delle Assicurazio-ni Generali in via Trento 8.

2 giovedì ingresso liberoLe doti del carattere Conferenza con Massimo Visintin e Costantino Di Iorio addestratori esperti in psicologia canina, alle ore 17.45 Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

3-5 da venerdì a domenicaCorso avanzato di Theta Healing con possibilità di pernottamento in agriturismo. Info dott. Marinella Starace 347 8453670.

3 venerdì ingresso liberoLadakh: il piccolo tibet Proiezione di diapositive a dissolven-za incrociata di Tullio Conti (rinviata la scorsa settimana) alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via San Francesco 34. Info 040 635718.

4 sabatoCorso di euritmiaL’insegnante B. Berden guiderà il corso di Euritmia ad Opicina presso la Casa-Dom Brdina, ore 10-12. Orga-nizza L’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. Info 333 7864810.

4 sabato ingresso liberoLl linguaggio di Gaia Riconoscerlo per interagire con Lei. Un percorso da fare con corpo, cuore, mente sulle terre a noi vicine. Conferenza alle ore 20 presso Tea-time in via del Monte 1. Info Rossana 349 4539133.

4 sabato ingresso liberoLa rivoluzione del benessere Presentazione di Lifewave i dispositivi nanotecnologici efficaci per dolori, dimagrire, disintossicarsi, dormire e aumentare l’energia. Test in sala per mostrare come il dolore diminuisce o sparisce in pochi secondi. Alle ore 17.30 al New Age Center via Nordio 4/C.

4-5 sab-dom ingresso liberoChe bello il circo senza animali La sede territoriale della Lav (Lega Anti Vivisezione) ONLUS della Pro-

vincia di Trieste, in occasione delle giornate nazionali organizza dei tavo-li informativi con una raccolta firma contro i circhi con animali. Sabato 4 e domenica 5 ci troverete in via S. Nico-lò tra via S. Spiridione e via Roma.

6 lunedì ingresso liberoGurdjieff e la IV Via Serata di letture sul percorso della IV Via indicato da Gurdjieff e introduzio-ne al seminario con Sauro Tronconi dell’8/12, all’Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it

6 e 27 lunedì ingresso liberoMeditazione di luce per la terra Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede il perchè dei cambiamenti in atto, dove stiamo andando, perchè siamo qui ora? Meditazione di Luce per il Passaggio della Terra e dell’ Umanità, guidata da Arleen, in connessione con altri gruppi e rete di luce del pianeta; l’incontro sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la medita-zione seguirà un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambia-mento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected]

7 martedì ingresso liberoSport e salute Integrazione, prevenzione e cura dello sportivo agonista amatoriale: prima, durante e dopo la prestazio-ne sportiva. Dalla esperienza Silver Cross e dalla collaborazione con i più importanti team professionistici del calcio, volley, basket e ciclo, utili consigli per l’utilizzo degli integra-tori come complementi alimentari, delle creme e degli oli da massaggio per preparare il muscolo e della medicazione e bendaggio per curare gli infortuni. Conferenza con il dottor Pierluigi Signorini, farmacista. Parteci-perà all’incontro un massaggiatore/fi-sioterapista della Triestina Calcio, alle ore 17.45. Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

8 mercoledìGurdjieff e la quarta via Un seminario dove Sauro Tronconi dà tutte le informazioni tradizionali ma dove ognuno mette in pratica la propria comprensione in relazione agli altri. Nessun altro al di fuori di noi può essere artefice del proprio cammino. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it

8 mercoledì ingresso liberoLa meccanicità dell’uomo La struttura dell’uomo e le sue possibili-tà di miglioramento per non ammalarsi

e vivere meglio dominando la sua natu-ra. Invito alla conferenza multimediale alle 20.30 al centro Rachmiel in via Mazzini 30. Info 377 1256908.

9 giovedì ingresso liberoPunto vegetariani Incontro dal titolo”Un’autentica realizzazione spirituale preve-de l’amorevolezza della scelta vegetariana”-conducono Susanna Beira e Marco Bertali, medici delegati Ass.Vegetariana Italiana-ore 17-18.30 presso Banca Etica, via Donizetti 5/a.

9 giovedì ingresso liberoSos- cervello Campagna di psicofarmaco-vigilanza dal titolo: “Psicofarmaci o veleni per l’anima? Ciò che i medici non dicono, o non sanno”. Con Marco Bertali, psi-chiatra- ore18.45-20.15, Banca Etica, via Donizetti 5/a.

9 giovedì ingresso liberoQuando il femminile è doloroso Il valore dell’autostima al femminile. Conferenza con la dottoressa Dona-tella De Colle, psicologa musicotera-peuta, alle ore 17.45. Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

10-12 ven-dom ingresso liberoOggetti smarriti... alla ricerca Esposizione artistica dei creativi Ana Cevallos, Adriana De Caro, Frank Del Gudio, Stefania Di Paolo, Magda Mar-tinci e Barbara Romano alla Scuola del Vedere in via Ciamician 9. Orario: ven 18-22, sab10.30-22, dom 11.30-19. Info: 040 311885

10 venerdì ingresso liberoQi Ray Conferenza introduttiva al Metodo Qi Ray-”L’aspetto Fisico dell’Energia”. Re-latrice ed ideatrice del Metodo Sonia Rizzi. Ore 20 presso il Centro Studi e Ricerche Olistiche di Via Palestrina 8. Seguirà il 1° livello sab 15 e dom 16 Gennaio. Info 338 7592945, www.qi-ray.it, [email protected]

12 e 19 domenica ingresso liberoLezioni concerto Incontriamoci per conoscere la mu-sica. A cura della Casa Internazionale delle Donne alle ore 11, Teatrino Par-co San Giovanni, via Weiss, 13. Info: 040 568476 (mar-mer-gio ore 16-19)

12 domenica ingresso liberoLa coscienza cosmica dentro di noi Storia dimenticata della Terra, interazione dei Popoli Stellari nel Suo passato, presente e possibile futuro-Figli delle Stelle e Walk In. Conferenza con Axa ore 14.30-18.30 a Etnoblog in Riva Traiana 1/3. Info 345 4938931.

12-16 da domenica a giovedìIncontri con D.A. Spachtholz Dal 12 al 16 dicembre Seminari ed appuntamenti da non perdere: Qi

gong dei 5 animali (1° incontro) – Autotrattamento Corpo e Mente – Aspettando il 2012 – FEF – Massaggio Sonoro – Preghera Consapevole – Tavola di Natale secondo il Feng Shui. Info e prenotazioni 335 5409328, 330 2495227, 347 0348629, [email protected], www.tecnichedelbenessere.com

13 lunedì ingresso liberoL’esperto risponde: psicologia Domande e risposte con la dottoressa Fulvia Fragiacomo, psicologa. Ore 17.30. Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

14 martedì ingresso liberoElaborazione del lutto La Società Antroposofica organizza un incontro con il gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con la morte” Ed. Novalis in via Mazzini 30, Ip. ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected]

14 martedì ingresso liberoAlzheimer ipercolerolemia diabete Strumenti nuovi di prevenzione e cura. Conferenza con la dottoressa Si-lene Piscanec medico-terapia olistica e la dottoressa Sara Giadrossi, biologa esperta in genetica. Ore 17.45. Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

15 mercoledì ingresso liberoLa quarta dimensione Einstein, con la sua teoria della rela-tività, dimostrò che, parallelamente a questo mondo a tre dimensioni, esiste un altro mondo di energia. Invito alla conferenza multimediale alle ore 20.30 al Centro Rachmiel di via Mazzini 30. Info 377 1256908.

15 mercoledì ingresso liberoL’esperto risponde: omeopatia Domande e risposte con la dotto-ressa Maria Luisa Tognon. Ore 17.30. Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

15 mercoledì ingresso liberoAyurveda: esame del polso E consulenza medica. Con il dottor Basalisco e un medico indiano Vaidya. Mattina e pomeriggio per appun-tamento ( rivolgersi alla Farmacia ). Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmacia-allaborsa.it

16 giovedì ingresso liberoL’esperto: allattamento materno Domande e risposte con Antonella Chiurco, consulente professionale IBCLC. Ore 10.30. Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

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trieste dicembre16 giovedì ingresso liberoAllenamento alla vita Abbiamo proprio bisogno di allenare i nostri figli all'uso delle armi? Tavola rotonda sul progetto scolasti-co La Russa-Gelmini alle ore 18 alla Casa del Giovane in via Inchiostri 4. Interverranno: Franco Codega, Silva-no Magnelli e Fabio Feri. Info: Tiziana 328 7908116

16 giovedì ingresso liberoPazienti sovrappeso Gestione multidisciplinare nel pa-ziente sovrappeso o obeso. Incontro a cura del dottor Francesco Dapas, endocrinologo, e della dottoressa Chiara Modricky, biologa nutrizioni-sta. Ore 17.45. Farmacia Alla Borsa piazza della Borsa 12. Info 040 367967

17 venerdì ingresso liberoLa fratellanza galattica di luce 18° incontro: Cosa accadrà nel 2012? I grossi cambiamenti a livello indivi-duale, sociale e planetario, segnali del risveglio di coscienza e spirituale, del passaggio di frequenza, già in atto; questa meravigliosa opportunità di ascensione in 4° e 5° dimensione per la Terra e l’ Umanità, attesa con gioia in seno alla Fratellanza Galattica di Luce. Messaggi di condivisione per vivere al meglio questi momenti di trasformazione interiore e nel quoti-diano. Temi di approfondimento: La Terra e i Popoli Stellari; gli inter-venti e collaborazioni extraterrestri negli eventi storici planetari e nello stato attuale di Ascensione; Guida al discernimento e il Primo Contatto; modelli di vita della nuova Energia nella nuova Terra e l’Umanità Galat-tica. Conferenza a cura di Arleen, alle ore 20.30 all’Assoc. Lam-Il Sentiero in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected]

18 sabato ingresso liberoL’arte, la scienza e le lingue per festeggiare il Natale. Laboratorio gratuito per bambini dai 5 anni in su, organizzato dal Comitato Pro-Fon-dazione ELIC Scuole Libere di Ricerca Scientifica per Bambini alle ore 16.30 in via Mazzini 30 3°p. Info 040 55273, 333 4784293, 320 0488202.

18 sabato ingresso liberoTavolo antipellicce La sede Territoriale della LAV (lega anti vivisezione) ONLUS di Trieste organizza dalle 9.30 alle 19.30, in via Dante angolo via Genova un tavolo in difesa degli animali da pelliccia per informare i cittadini sulle sofferenze e crudeltà che gli animali subiscono per la vanità degli uomini.

18-19 sabato e domenicaPerformerzen®/physical theater Stage. Principi e pratiche di teatro, danza e arti marziali. Corpo, Voce, Immaginazione, Tecniche miste, Rimozione blocchi, Posture, Parti-ture, Ricerca dell’espressività intima dell’essere umano. Sabato 15 - 19. Domenica 10.30 -17.30. Prenotazioni entro il 10 dicembre 328 9410442, [email protected]

18-19 sabato e domenicaCorso base di Pranic Healing Il Pranic Healing è una tecnica che

utilizza il Prana o Energia Vitale per ristabilire l’equilibrio e la salute fisica ed emozionale. In questo corso esperienziale imparerete a conoscere l’anatomia sottile dell’essere umano, percepire le aure ed i centri energetici del corpo, eliminare l’energia congesta, ripristinare il livello di energia vitale, trattare i disturbi più comuni. Presso l’Ass. Alma via Tor San Pietro, 16. Info Elisa 340 6858339, Nadia 339 3185960.

19 domenica ingresso liberoConcerto di musica natalizia Il Coro Gruppo Incontro diretto dalla prof. Rita Susovsky terrà un concerto di musica natalizia, alle ore 16.30, nella chiesa Immacolato Cuore di Maria in via S. Anastasio 9/2. Offerto dal Consi-glio Circoscrizione Città Nuova-Barriera Nuova e S. Vito-Città Vecchia. Seguirà un brindisi nei locali parrocchiali.

20 lunedìCorso di massaggio olistico Gennaio-Maggio 2011. Il massaggio olistico si prefigge di raggiungere il benessere della persona attraverso l’equilibrio di Mente-Corpo-Spirito. Iscrizioni entro il 20 dicembre 2010. Info Akshara Laura 349 8720915.

20 lunedì ingresso liberoMeditazione del solstizio La Stella Dorata che si attiva nel Cuore. Rinascere nella Luce e il Cristo Cosmico, origini e significato nella tradizione e spiritualità; La Terra e i Portali Galattici, le Energie del Solstizio verso l’Ascensione del 2012. Meditazione del Solstizio e per Madre Terra seguita da incontro/conferenza, con Arleen alle ore 20.30, presso Assoc. LAM-Il Sentiero, p.zza Benco 4. Info ArtLight, 347 2154583, [email protected]

21 martedì ingresso liberoSolstizio festa della luce Celebriamo insieme il Solstizio d’ Inverno, un incontro di gioia e con-divisione, di canti e danze sacre dal mondo e delle aree celtiche, ed altro ancora... Serata a cura di Arleen, alle ore 20.30 presso Assoc. LAM-Il Sentie-ro in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected]

22 mercoledì ingresso liberoLo sdoppiamento astrale Durante il sonno del corpo la nostra anima viaggia verso altri mondi e può conoscere così i misteri della vita e della morte. Invito alla conferenza mul-timediale alle 20,30 al centro Rachmiel in via Mazzini 30. Info 377 1256908.

28 martedì ingresso liberoLa famiglia in trasformazioneLa Società Antroposofica organizza l’incontro mensile per una possibile comprensione delle tematiche fami-liari, seguendo il testo “La famiglia in trasformazione” Ed. Novalis in via Mazzini 30, I p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it

trieste gennaio3 e 31 lunedì ingresso liberoMeditazione di Luce per la Terra Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede il perchè dei cambiamenti in atto, dove stiamo andando, perchè siamo qui ora? Meditazione di

Luce per il Passaggio della Terra e dell’Umanità, guidata da Arleen, in connessione con altri gruppi e rete di luce del pianeta; l’incontro sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la medita-zione seguirà un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambia-mento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected]

4 martedì ingresso liberoElaborazione del lutto La Società Antroposofica organizza un incontro con il gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con la morte” Ed. Novalis, v.Mazzini 30, I p ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it

9-13 da domenica a giovedìIncontri con D.A. Spachtholz Corsi: Preparazione al Reiki, Radie-stesia base – Esperienziali: Autotrat-tamento corpo/mente, Aspettando il 2012, Massaggio Sonoro – gratuiti: Visione Sciamanica, l’Anno che Verrà, Scambio Reiki – su appuntamen-to: Predizioni anno nuovo, terapie alternative. Info e prenotazioni 335 5409328, 330 2495227, 347 0348629, [email protected], www.tecnichedelbenessere.com in via Udine 55a.

12 mercoledì ingresso liberoProblemi di colonna vertebale? Domande e risposte da parte dei dot-tori del “Centro Rieducazione Colonna Vertebrale”: a partire dalle ore 17.30 presso il poliambulatorio Fisiosan in via Genova 21, viene offerta una con-sulenza gratuita sulle problematiche di collo e schiena. Vengono inoltre presentati i nuovi approcci fisiotera-pici (RAM e DBC) utilizzati dal Centro e le loro indicazioni. Posti limitati, si prega di prenotare allo 040 3478678.

13 giovedì ingresso liberoPunto vegetariani Incontro mensile dal titolo “Scelta vegetariana e salute del pianeta”, conducono Susanna Beira e Marco Bertali, medici delegati dell’Ass. Ve-getariana Italiana. Dalle 17 alle 18.30- Banca Etica -via Donizetti 5/a.

13 giovedì ingresso liberoSos- cervello Incontro mensile di Sos-cervello, campagna di psicofarmaco-vigilanza dal titolo” Il potere di guarigione dell’Anima” conduce Marco Bertali, psichiatra. Dalle 18.45 alle 20.15, Banca Etica, via Donizetti 5/a.

15 sabatoCorso per dimagrire naturalmente Intolleranze, biotipo personale, gonfiori, psicosomatica, rimedi/tecniche per sciogliere i chili. Con prove pratiche e spazio per domande. Susanna Berginc naturopata. Info 347 9842995, [email protected]

15-16 sabato e domenica ingresso liberoCo-CreAzione & MeditAzione I fondamenti per migliorare ogni tipo di meditazione e la Legge dell’Attra-

zione focalizzando la mente e cre-ando energia. Condotto da Stefano Senni www.stefanoshanty.it. Sabato 15-19.30 - Domenica 10-19 presso l’ass. Rosa Bianca via San Francesco 38. Info e iscrizioni 347 9812269, [email protected]. Contributo libero per seminario e sala.

15-16 sabato e domenicaIncontri di modellaggio Equilibrio in movimento: 4 incontri di modellaggio per sostenere la ricerca di un equilibrio personale. Info 338 2433798, www.officinadeitalenti.it

16 domenicaPensieri per l’anima Le nostre idee sono incantamenti per l’anima, la rendono bella o orribile. Ritroviamo il pensiero alto, la capacità di parlare a se stessi, di alimentare quel sé che conduce avanti nella propria crescita. Seminario con Sauro Tronconi. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it

16 e 30 domenicaCorso di Euritmia L’insegnante B. Berden guiderà il corso di Euritmia ad Opicina presso la Casa-Dom Brdina, ore 10-12. Orga-nizza L’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. Info 333 7864810.

18 martedìCorso di pittura L’Ass. Agricoltura Biodinamica orga-nizza un corso guidato dalla pittrice Roseta Peternelli avente per tema la poesia di Goethe “La metamorfosi della pianta”. Gli incontri avranno luogo nella sede di via Mazzini 30 Ip ore 17.45-19.30. Info 333 7864810.

18 martedìRilassamento profondo Con la Bioenergetica impariamo a scaricare le tensioni accumulate nel corpo per sperimentare livelli sempre più profondi di rilassamento e piacere. Seminario dell’Ass. Espan-de, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 3807385996, www.trieste.espande.it.

19 mercoledì ingresso liberoOsho e la visione dell’Uomo Nuovo La visione dell’Uomo Nuovo e la pos-sibilità di passare da una bellissima teoria a una splendida pratica. Confe-renza dell’Ass. Espande alle ore 20.30 in via Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it

19 mercoledìCorso massaggio decontratturante 6 lezioni di massaggio base Ayurvedi-co, per rilassare e sciogliere tensioni muscolari ed articolari. Con attestato finale. Ogni mercoledì ore 18-20.30 all’Associazione Essenia in piazza Goldoni 5. Info Sabrina Martino 334 1559187.

21 venerdì ingresso liberoIl tocco Craniosacrale Un percorso attraverso i fluidi per ritrovare l’origine della Salute. Sua utilità nella pratica quotidiana e professionale da mamme in attesa a operatori della salute. Conferenza esperienziale con la dr. Majaron Op.Prof.CS. Alle ore 18, presso l’Associazione Alabarè, via Gatteri 9. Info e prenotazioni 333 9180290, www.associazionealabare.it

appuntamenti di dicembre/gennaio su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio

28 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

Page 29: un piccolo radioattivo? · Munch e lo spirito del Nord 13 Musica ad arte 14 Dario PredonzanIgor Sutyagin ringrazia Amnesty 15 Trasporti e ambiente 16 Cinema 17 Teatri di confine 18

22 sabatoScuola del Vedere/Arte A gennaio si attivano corsi di: Abc dell’Arte - disegno e pittura per principianti, lezioni di Storia dell’Arte e Autoritratto. [email protected], www.scuoladelvedere.it

25 martedì ingresso liberoLa famiglia in trasformazione La Società Antroposofica organizza l’incontro mensile per una possibile comprensione delle tematiche fami-liari, seguendo il testo “La famiglia in trasformazione” Ed. Novalis,v.Mazzini 30, I p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it

25 martedì ingresso liberoStrategia dello Yoga Efficacia delle tecniche Yoga nel rapporto tra corpo e mente e tra mente e corpo. Incontro con Roberto Catalano alle 20.15 al Centro Sportivo Internazionale a.s.d. di via Conconello 16 a Opicina. Info 040 214288.

28-30 da venerdì a domenicaCraniosacrale - corso base Aperto a tutti. Accorgimenti e abilità per contattare la Respirazione Prima-ria del sistema CS, ottenere il giusto equilibrio psico-fisico ed essenziale per iniziare la Formazione. Organizza BCS-Trieste ad Aurisina (Igo Gruden). Prenotare entro 10 gennaio al 345 9224454, [email protected], www.bcstrieste.it

Ass. Enosis Yoga IntegraleLezioni di Yoga Integrale secondo la Tradizione Antica. Lunedì dalle 19 20 e dalle 20 alle 21.30, mercoledì dalle 13.15 alle 14.15 e dalle 19 alle 20.30, giovedì dalle 20 alle 21.30. Lezione di prova gratuita. Presso lo Studio Inte-grato Therapeia, viale XX settembre 24. Info 340 2768293, 328 4717996, www.associazione-enosis.it

Corsi di Restauro Ligneo Il laboratorio D’Eliso & Tomè orga-nizza, presso la propria sede, corsi amatoriali teorico pratici di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10/a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it

Incontri con LegambientePuoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 040 577013, 366 3430369, fax 040 9890553, [email protected]. Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it

Corsi ASD Yoga Jay Ma Dal 10 gennaio riprendono i corsi trimestrali di yoga con Vanna Viezzoli, gli incontri di meditazione con Alber-to Severi e i kirtan (canto di mantra in gruppo). Info 347 8461831, www.yogajayma.it

Sala corsi/conferenze in affitto Da gennaio affittasi sala accogliente per corsi, trattamenti o conferenze (capienza 40 persone), centralissima. Info 349 2869470 Chiara.

Società antroposofica Ogni martedì 20-21.30 studio sul testo “L’uomo quale corpo,anima e spirito” di F.Pavisi. Ogni sabato (esclu-so il 25.12) 17.30-19 studio sul testo “Il Vangelo di Giovanni” di R.Steiner. Le attività sono gratuite presso la sede via Mazzini 30, I p. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it

Apertura del Joy C-enter A gennaio apre il Joy C-enter, in via San Francesco 34. Tecniche di illustrazione, Grafica pubblicitaria, Counselling, percorsi per bimbi, Tera-pie orientali e molto altro. Inaugura-zione il 5 gennaio dalle ore 16. Info 345 8634422, Chiara Gelussi.

Ass. agricoltura biodinamica Ogni mercoledì 20-21.30 incontro con la Sezione di Biodinamica di Trieste e Gorizia sul testo di R. Steiner “Uomo sintesi armonica” e “L’eterico” presso la sede via Mazzini 30, Ip. Info 333 7864810.

Tarocchi intuitivi Con lo studio di questo mezzo di pre-dizione impareremo ad analizzare le situazioni del presente per proseguire verso un futuro di consapevolezza e conoscenza. Info consulti e corsi 347 1098771.

Ass. Culturale Mamaya Da gennaio nuovo corso di percus-sioni africane, iscrizioni aperte. Info 349 5720522, 328 0219963, [email protected], www.mamaya.it

Qi Ray Qi Ray-”L’Aspetto Fisico dell’Energia”. Corso di 1°livel-lo Sab 15 e Dom 16 gennaio 2011. Trainer Sonia Rizzi. Il corso è a numero chiuso. Info 338 7592945, www.qi-ray.it, [email protected]

Jing Tao® essenza in movimentoNews! Da ora anche con orario mattu-tino. Proseguono i corsi pomeridiani e serali. Trainer Sonia Rizzi. Info 338 7592945, www.jingtao.it, [email protected]

Massaggio decontratturante Corso in 6 lezioni di massaggio base Ayurvedico, per rilassare e sciogliere tensioni muscolari ed articolari. Con attestato finale. Ogni mercoledì ore 18-20.30 all’Associazione Essenia, in piazza Goldoni 5. Info Sabrina Marti-no 334 1559187.

Nadayoga, il canto il suono la voce L’uso del suono e della voce quale mezzo riequilibrante del benessere psicofisico; NadaYoga e Mantra; Ricer-ca del proprio Suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso consa-pevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea e organi interni; Gestualità, voce e corpo; Canti, stili, espressione; Armonizzazione dei cha-kra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armoni-co e Overtones. Lezioni individuali, frequenza e orari personalizzati; a ri-chiesta si organizzano corsi, laboratori e seminari di gruppo. Info ArtLight 347 2154583, [email protected]

Terapie Essene e lettura dell’Aura Le terapie energetiche Essene di Luce e Suono e Lettura dell’Aura. Un aiuto a tutte le problematiche, le disarmo-nie, i disagi del corpo e dell’ anima, secondo gli insegnamenti di Anne e Daniel Merois-Givaudan. Un incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile; il legame tra le malattie e le Forme Pensiero; il sistema dei chakra, la pulizia dei nadi, i campi aurici e i corpi di luce. Curare ed essere canali per mezzo dell’ Amore. Sedute e trattamenti individuali con Arleen, terapeuta e allieva diretta della scuola di forma-zione di terapeuti di Anne Givaudan e del dott. Antoine Achram. Info e appuntamenti ArtLight 347 2154583, [email protected]

Buon Natale da JoytinatIl nostro ringraziamento ed augurio a tutte le persone che abbiamo incontra-to nel nostro percorso di diffusione di yoga ed ayurveda. Grazie e Buon Nata-le dal cuore. Joytinat Yoga Ayurveda.

gorizia dicembre3 venerdì ingresso liberoAntiche terapie essene Conferenza con Gabriella Ferrero, tera-peuta allieva di Anne Givaudan, sulle Antiche terapie essene e lettura dell’au-ra, alle 8.30 presso il centro Smile - Via duca d’Aosta 40, Monfalcone. Info 347 4414917, [email protected]

10 venerdìColori d’autunno Cena a base di pietanze naturali in tema con la stagione. alle ore 20, nella scuola gestita dalla Cooperativa “Educare Waldorf”, a Borgnano di

Cormons in piazza della Repubblica 33. Un modo inusuale e gustoso per conoscere una realtà Steineriana. Info 0481 67496.

14 martedì ingresso liberoChakra e respiro Tra giochi, meditazioni ed esercizi impareremo ad usare i chakra e attra-verso il respiro a riequilibrarli. Sistema Corpo-Specchio e Rebirthing alle 20.30 Ass. Delfino Blu via 7 Giugno 8 Ronchi d.L.. Info 349 2840064, 334 6728109.

16 giovedì ingresso liberoProgrammazione neuro corporea Apprendere ad ascoltare il corpo per comprendere il sintomo e il disagio interiore che lo ha creato. Sistema Corpo-specchio con Sandro alle ore 20.30 Ass.Delfino Blu via 7 Giugno 8 Ronchi dei Leg. Info 334 6728109.

gorizia gennaio13 giovedì ingresso liberoProgrammazione neuro corporea Apprendere ad ascoltare il corpo per comprendere il sintomo e il disagio interiore che lo ha creato. Sistema Corpo-specchio con Sandro alle 20.30 Ass. Delfino Ble via 7 Giugno 8 Ronchi dei Legionari. Info 334 6728109.

23 domenicaRinascere in acqua Seduta di respiro consapevole e circo-lare, praticato in acqua calda, presso la palestra Bodyguard di Villesse alle ore 9. Info 349 2840064 Patrizia e Sandro rebirthers qualificati, prenotazione obbligatoria.

30 domenicaEft corso base L’Associazione EFT Friuli organizza il corso base di EFT, tecnica di auto-aiuto, a Ronchi dei L. presso lo Studio Kinesiologico Armonicamente in via Roma 96. Info Ivan 334 1359515, [email protected]

Associazione Spazio Organizza Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19, con inizio lunedì 10 gennaio 2011; - corso di qi gong (ginnastica tradi-zionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15, con inizio giovedì 13 gennaio 2011. Presso la palestra Spazio via Marega 26 Lucinico. Info 0381 32990.

Associaz.ne Wu Zhen Italy Organizza Corsi di Yoga Hatha-Raja, ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con inizio mercoledì 12 gennaio 2011. A Ronchi dei Legionari presso la palestra Corpo Libero di via Roma 13. Info 0481 777737, Anna 0481 32990.

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del dott. Dario Blasich

29 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

Page 30: un piccolo radioattivo? · Munch e lo spirito del Nord 13 Musica ad arte 14 Dario PredonzanIgor Sutyagin ringrazia Amnesty 15 Trasporti e ambiente 16 Cinema 17 Teatri di confine 18

udine dicembre2 giovedìYoga tradizionale & cultura indiana Rimangono aperte le iscrizioni al corso di Yoga con frequenza bisettimanale: lunedì e giovedì dalla 19 alle 20.30. Pratichiamo lo Yoga libero da contaminazioni modaiole, seguiamo gli insegnamenti del Mae-stro Swami Joythimayananda. Info tel Gianna 340 2233994, [email protected]

3 venerdì ingresso liberoSerata di costellazioni familiari Per conoscere questo straordinario metodo di risoluzione dei problemi di vita una serata dimostrativa aper-ta a tutti. Dr. Giacomo Bo, via S. Rocco 142 - ore 20.30. Info www.lecostellazionifamiliari.net

3 venerdì ingresso liberoNascere con amore Nascere con amore. Il parto in casa con Luciana Zobin, ostetrica. Confe-renza organizzata dalla cooperativa Aurora, alle ore 20.30 presso la scuo-la elementare di piazza Dante a Codroipo.

3 venerdì ingresso liberoLuce del Natale - La via del cuore Conferenza esperienziale: il Reiki oltre le parole come introduzione al Seminario di Attivazione al Primo Li-vello del 18 e 19 Dicembre, a cura di Laura Orso (Reiki Master). Ore 20.40 all’Ass. Gem in via Canova 13 a Feletto Umberto. Info 0432 574002, www.nutrivita.it

3 venerdì ingresso liberoLa salute vien correndo Considerazioni di un atleta ecobio. Incontro con Brunello Pagavino, runner e cittadino ecobio, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori.

4 sabatoMaster: scienza della meditazione Conoscenza di sè e cambiamento. 10 giornate per porre le basi di una profonda trasformazione interiore. Incontro successivo 8 gennaio. Info dr. Fabio Ricchetti 335 6083781, www.it-noesis.blogspot.com

4-5 sabato e domenicaCurarsi con la musica. Evento Importante! Seminario con il Maestro Krishnadas. - Il Potere del Mantra - Nada/Mantra Yoga - Lo Yoga dell’Energia - Presso Diabasi in viale Tricesimo 103. Seminario dalle ore 15.30 alle 19. Concerto alle ore 21.15. 5 dicembre - Seminario dalle ore 09.30 alle 13. Portare: indumenti comodi, un tappetino per le pra-tiche, un cuscino, una copertina. Info tel Gianna 340 2233994, [email protected]

7 martedìA cena con la salute - Natale A cena con il dr. Giacomo Bo per parlare di salute e alimentazione, e per gustare un menù vegetariano natalizio e salutare a cura dell’Arc di SanMarc di Tricesimo. Info e prenotazione 0432 884140.

8 mercoledìCorso di costellazioni familiari Una giornata per lavorare con questo straordinario metodo che fa emergere le dinamiche nascoste che rendono difficile i rapporti umani, l’amore e ogni altro aspetto della vita. Giacomo Bo, via S. Rocco 142. Info 0432 728071.

10 venerdì ingresso liberoIl Massaggio psichico Il Massaggio psichico e dei meridia-ni energetici, un tandem salutare. Incontro con la dott.ssa Patrizia Bortolotti, psicologa e operatore shiatsu alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori.

11 sabatoConosci le costellazioni familiari! Sperimentare il contatto con le radici familiari consente di scio-gliere i nodi interiori che rendono difficile il vivere. Ore 15-18.30 in Via Canova 13 a Feletto. Info e costi 335 5977306, www.ilmutamento.it

12 domenicaEft corso base ex 1° livello L’Associazione EFT Friuli organizza il corso Base EFT presso la Bioteca di Udine. Una giornata per imparare una affascinante tecnica di auto-aiuto. Info Franco 335 8445140, [email protected]

12 domenicaL’asinello - spettacolo teatrale Una bellissima fiaba raccontata ai bambini a cura della compagnia teatrale “Il pesciolino d’oro”. Seguirà una piacevole merenda. Ore 15, ass.ne Panta Rei, via S. Rocco 142. Info 0432 728071.

17 venerdì ingresso liberoLe tecniche andine e la radiestesiaLe tecniche della tradizione andina sono semplici, pratiche e utilizzabili nella quotidianità. La radiestesia sviluppa il lato intuitivo in armonia con quello razionale. Conferenza introduttiva ai due corsi con V. Mae-stra e A. Nucci alle ore 20.30 all’Ass. Waira in via S. Rocco 2/a. Info Valter 329 2303459.

17 venerdì ingresso liberoLe dodici notti sante Le dodici notti sante. Il sole si ricollega al nuovo anno. Relatore dott.Dario Anderle, astronomo. Con-ferenza organizzata dalla coopera-tiva Aurora alle ore 20.30 presso la scuola elementare di piazza Dante a Codroipo.

17 venerdì ingresso liberoAndropausa e menopausa Piante, minerali, alimenti che so-stengono la produzione ormonale in questa fase della vita. Conferenza con Ilaria Forte, Medico esperto in omeopatia, omotossicologia, naturopatia e Giuliana Cossettini, Naturopata. Alle ore 20.30 all’Ass. Gem in via Canova 13 a Feletto U. Info 0432 574002, www.nutrivita.it

17 venerdì ingresso liberoLa via Igienista al benessere La via Igienista al benessere olistico. Incontro con il Dott. Valdo Vaccaro, esperto di nutrizione, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori.

21 martedì ingresso liberoVieni a conoscere le costellazioni Familiari con Giacomo Bo che condurrà una serata dimostrativa e pratica per mostrare come funziona questo straordinario metodo che risolve i problemi della vita. Via S. Rocco 142 - ore 20.30. Info 0432 728071.

22 mercoledì ingresso liberoSogni? capisci i tuoi sogni? Ti piacerebbe imparare a ricorda-re i tuoi sogni e a comprenderli? Affascinante incontro con Giacomo Bo per parlare dei sogni e delle loro potenzialità. Ore 20.30 - via S. Rocco 142. Info www.ricerchedivita.it

udine gennaio2 domenicaBalliamo le danze popolari! Un divertente e coinvolgente incon-tro per imparare a ballare alcune danze popolari celtiche, ebraiche e di altre tradizioni del mondo. Ass.ne Panta Rei, via S. Rocco 142, ore 16. Info 0432 728071.

8 sabatoMaster: scienza della meditazione Conoscenza di sè e cambiamento. 10 giornate per porre le basi di una profonda trasformazione interiore. Info dr. Fabio Ricchetti 335 6083781, www.it-noesis.blogspot.com

11 martedì ingresso liberoL’affascinante mondo dei sogni Conoscere i sogni significa com-prendere meglio noi stessi e i loro messaggi per la nostra vita. Sognare è un’abilità che si impara facilmente. Dr. Giacomo Bo - via S. Rocco 142 - ore 20.30. Info 0432 728071.

12 mercoledì ingresso liberoIl rebirthing e la respirazione Vieni a conoscere le grandi potenzia-lità del tuo respiro e di come questo può aiutarti a sciogliere traumi ed esperienze passate dolorose, schemi mentali invalidanti e molto altro. Gia-como Bo, via S. Rocco 142, ore 20.30.

13 giovedì ingresso liberoTerapie essene e lettura dell’aura Le antiche terapie essene e la lettura dell’aura. Anteprima dell’arrivo in regione della nota scrittrice e terapeuta francese Anne Givaudan, autrice di numerosi libri sul tema. Conferenza con Gabriella Ferrero alle ore 20.30 all’Ass. Waira, in via S. Rocco 2a. Info Valter 329 2303459.

14 venerdì ingresso liberoVieni a provare le costellazioni Familiari con il dr. Giacomo Bo che coinvolgerà il pubblico in una dimostrazione di questo metodo che risolve i problemi della vita. Ore 20.30 - via S. Rocco 142. Info www.lecostellazionifamiliari.net

14 venerdì ingresso liberoSimbologia della psicosomatica Il contenuto simbolico della psicosomatica: la malattia come linguaggio dell’anima. Relatore dr. Antonio Donadini, medico, psico-somatista. Conferenza organizzata dalla cooperativa Aurora, alle ore 20.30 presso la scuola elementare di Piazza Dante a Codroipo.

14 venerdì ingresso liberoApriamoci al sentire con il cuore Conferenza esperienziale: il Reiki oltre le parole come introduzione al Seminario di Attivazione al Primo Livello del 29 e 30 gennaio, a cura di Laura Orso (Reiki Master). Ore 20.40 all’Ass. Gem in via Canova 13 a Feletto U. Info 0432 574002, www.nutrivita.it

20 giovedì ingresso liberoVuoi conoscere le costellazioni Familiari? Allora vieni a questo incontro dimostrativo dove potrai vedere come funzionano e verificare la loro straordinaria efficacia. Dr. Giacomo Bo , via S. Rocco 142, ore 20.30. Info 0432 728071.

21 venerdì ingresso liberoI chakra e le aure parlano Comprendere cosa ha provocato l’allontanamento dalla condizione di salute e benessere attraverso l’analisi dei corpi sottili. Conferenza con Valter Maestra alle ore 20.30 all’Ass. Waira in via S. Rocco 2/a. Info Valter 329 2303459.

28 venerdì ingresso liberoAlimentazione e sistema immu-nitario Alimentazione e sistema immuni-tario. Dalla nascita alla terza età. Relatrice dott. Michela Trevisan, nutrizionista. Conferenza organizza-ta dalla Cooperativa Aurora, alle ore 20.30 presso la scuola elementare di piazza Dante a Codroipo.

28 venerdì ingresso liberoL’acqua e il nostro corpo “Liquido” indispensabile che avvolge e nutre le cellule, purifica e veicola informazioni elettroma-gnetiche. Antiche saggezze e nuove conoscenze a confronto. Conferenza con Ilaria Forte, Medico esperto in omeopatia, omotossicologia, naturopatia e Giuliana Cossettini, Naturopata. Alle ore 20.30 all’Ass. Gem in via Canova 13 a Feletto U. Info 0432 574002, www.nutrivita.it

29-30 sabato e domenicaIo e mia madre Attraverso le Costellazioni Familiari possiamo incontrare e sciogliere i legami con le tante Madri della nostra storia familiare. Sabato 15-18.30; Domenica 9.30-17,.30. Si può partecipare anche solo uno dei due giorni. Via Canova 13 a Feletto. Info e costi 335 5977306, www.ilmutamento.it

escursioni

domenica 19 dicembre e 16 gennaio ingresso liberoPiramidi in Friuli Alla scoperta di colline modellate a piramidi, particolari formazioni ge-ologiche forse intagliate dall’uomo e ipogei utilizzati per il culto della Madre Terra e a scopo terapeutico. Escursione con Valter Maestra a Cividale del Friuli. Info e adesioni 329 2303459 Valter.

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30 konrad dicembre 2010 / gennaio 2011

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L’ACCADEMIA CRANIO-SACRALE METODO UPLEDGER È L’UNICA REALTÀ AUTORIZZATA DALL’UPLEDGER INSTITUTE PER L’ORGANIZZAZIONE DI CORSI ED EVENTI DI TECNICA E TERAPIA CRANIO-SACRALE IN ITALIA CST 1 e MVF 1 sono Tecniche del Benessere e quindi la loro applicazione è subordinata alle leggi vigenti in materia

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LA TERAPIA CRANIO-SACRALE DEL DOTT. JOHN UPLEDGER

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A

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