UN ORGANETTO SUONA PER LA VIA · La calma d’una sfinge d’oriente. Le cadea sino ai fianchi il...

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1 UN ORGANETTO SUONA PER LA VIA Un organetto suona per la via la mia finestra è aperta e vien la sera. Sale dai campi alla stanzuccia mia un alito gentil di primavera. Non so perché mi tremino i ginocchi non so perché mi salga il pianto agli occhi. Ecco io chino la testa in sulla mano e penso a te che sei così lontano. Lorenzo Stecchetti

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UN ORGANETTO SUONA PER LA VIA

Un organetto suona per la via la mia finestra è aperta e vien la sera. Sale dai campi alla stanzuccia mia un alito gentil di primavera. Non so perché mi tremino i ginocchi non so perché mi salga il pianto agli occhi. Ecco io chino la testa in sulla mano e penso a te che sei così lontano.

Lorenzo Stecchetti

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STORIA BREVE

Ella pareva un sogno di poeta; Vestìa sempre di bianco, e avea nel viso La calma d’una sfinge d’oriente. Le cadea sino ai fianchi il crin di seta; Trillava un canto nel suo breve riso, Era di statua il bel corpo indolente. Amò – non riamata. In fondo al core Tranquilla in fronte, custodì la ria Fiamma di quell’amor senza parole. Ma quel desìo la consumò – ne l’ore D’un crepuscolo d’ottobre ella morìa, Come verbena quando manca il sole.

Ada Negri

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IL CALICANTO

Se il giorno è triste, e grava il cielo avvolto in cupa nube, sulla terra ignuda come una pietra sepolcral che chiuda nel silenzio dei secoli insepolto, Io brillo, solitaria anfora d’oro, sul marmo delle nevi immacolate, e sciolgo a l’aure livide e gelate tutta di mia fragrante alma il tesoro. Non mai rugiada le mie guance irrora, non mai far farfalla su’ miei labbri posa; pur, come April entro a bocciuol di rosa, palpita e splende in me tutta un’aurora. E penso a qualche anima lontana, vinta, non doma dai dolor del mondo, nel cui segreto fulgido e profondo vive una gioia ignota sovrumana.

L. Gualdo

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SERENATA

Stelle di notte placida nell’arca vaporosa celate i raggi vividi! Ella riposa! La mia bella riposa! Stelle di notte placida dietro la selva ombrosa cela la faccia argentea! Ella riposa! La mia bella riposa! Brezze di notte placida! sulla fronda odorosa fermate io vani tremiti! Ella riposa! La mia bella riposa! Sogni di notte placida! Dite alla mia vezzosa che son vicino e vigilo, mentr’ella posa! Soavemente posa!

Longfellow

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SONNO

El sonno tremola nei to bei oci Povera fregola! ti xè insoniada, No ti pol proprio star più svegiada Qua bela Silvia! sui me zinoci Viente a posar. Brava, qua pusite e sempre questo Sia ’l to rifugio, o mia bambina! Mi adagio adagio la to testina Accarezzandote, te farò presto Indormenzar

S. Dal Fabbro

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DI SERA

Già terso, il firmamento S’ingemma e nel tuo sen Del rosignuol più ben sento il lamento. Lesto scherzando in giro Gradito un venticel Par che profondo al ciel mandi un respiro. E una mestizia intera L’alma l’innonda alfin Non sai che sia divin più della sera! Nel tuo dolce e pio Sguardo che infonde amor E più soave ancor l’angelo mio!

Chiaruttini

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STELLE CADENTI

Un drappo nero è il cielo, Un nero lago è il mare Come fior da lo stelo Luminoso brillare Come un trapunto vivo Veggo lucenti e belle A cento a cento stelle. Ma la stella che amo Nel suo vago splendore Invan ne l’ombra chiamo. Notte d’agosto bruna, Che nel tacito impero Non sorridi a la luna Squarciami il suo mistero!

L. Conforti

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QUIETE LUNARE

Nel gemmeo seren del firmamento La luna tersa, radiosa, brilla E gli ermi campi innonda la tranquilla Immensità del suo lume d’argento. Fronda non trema e non trafiata il vento. Muto fra l’erbe un picciol rio sfavilla, Un usignolo innamorato trilla Sopra una rama il suo dolce lamento. In fondo al ciel, due nuvolette stanche Vanno aliando insieme, e d’un leggero Sogno in balia mutan l’aeree forme. Laggiù, laggiù, con le croci bianche Co’ suoi negri cipressi il cimitero, Nella quiete luminosa dorme.

Arturo Graf

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AVE MARIA

Laggiù, il sole declina e il giorno muore E l’ombra della notte intima ancella Copre d’un tenue velo ogni colore. Ogni grido, ogni suon langue ed ammuta, E sul lungo vial la villanella Curiosa mi guarda e mi saluta. Ma su da campanile unica voce Chiara e soave; mentre il borgo tace Suona una squilla e va dicendo: pace, anima, pace.

C. Rossi

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ERI IL MIO SOLO FIOR

Eri il mio solo fior! Dacché appassisti la vita inaridì. Eri la luce del mio sol! Fuggisti La notte mi coprì. Tu sei l’ala spezzata ai voli miei: Solcar non posso il ciel. Eri il caldo mio sangue; or fredda sei. Ah mi rinserra Ah mi rinserra... Eri il mio solo fior, ecc.

A. Petöfi

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BRINDISI

Ah! Di lunghi canti la notte suona, Dal crin mi pende rosea corona E nel convitto tendo il bicchiere Servo da bere! Folle! Folle! d’amore tentai la via, Amai con tutta l’anima mia Per lunghe notti cupo vegliai, Piansi e pregai. Folle! Folle! Chi brama femmineo core Serrar ne’ lacci del vero amore Abbia sul labbro lusinghe infami Menta e non ami. Ah... Morì la fede, la speme, tutto E di me stesso io porto il lutto Riposo ai morti non al bicchiere: Servo, da bere!

Lorenzo Stecchetti

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DONNA, VORREI MORIR

Donna, vorrei morir, ma confortato Dall’onesto tuo amor; Sentirmi almeno una sol volta amato Senza averne rossor. Vorrei poterti dar quel po’ che resta Della mia gioventù; Sovra l’omero tuo piegar la testa E non destarmi più.

Lorenzo Stecchetti

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FIOR DI SIEPE

O fiorellin di siepe all’ombra nato Povero fiorellin non conosciuto, Tu come l’amor mio sei disgraziato Tu come l’amor mio non sei veduto. Senza un riso di sol morrai serrato Tra queste spine dove sei cresciuto: E senza un riso di speranza muore Ignoto l’amor mio!... povero amore!

Lorenzo Stecchetti

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NON LA DESTATE

Oh non la dite che risplende il sole, Che i verdi prati tornano a fiorir; Non la invitate a raccoglier vïole Lasciatela dormir! Ah non le dite che la terra è un riso, Che l’aprile c’invita ad esultar; Non vedete? Ella sogna il Paradiso Lasciatela sognar! Non la chiamate ai palpiti d’amore Le insegnereste a piangere e soffrir Non le serbate l’innocente core Lasciatela dormir! Di questo mondo le follie, l’inganni Le vanità lasciatele ignorar, Fin che serba la fe’ de’ suoi verd’anni Lasciatela sognar!

R. Tommasini

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INVOCAZIONE

O luce, ne le tenebre piovi dell’alma mia la nuda fantasia pingete foglie e fior. Delle tue penne d’aquila Dammi il superbo volo il tuo canto usignolo Dio, dammi l’amor! o Dio dammi l’amor!

Rosa Vagnozzi

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BACIO MORTO

Fra l’erba in una triste primavera Una precoce mammola fiorì! Fredda era l’aria e prima ancor di vivere L’esile fior morì. Su la mia bocca in una triste sera, Un bacio dal mio cor per te fiorì. Volgesti il capo... - prima ancor di vivere, Il bacio mio morì.

Ada Negri

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IL CONTADINO / LA CONTADINA

Sentite: non son bello Sentite: a primavera Ma sano e ben piantato Compisco i diciott’anni E da partir soldato So rammendare i panni Mi salva mio fratello. Leggo alla mia maniera. Possiedo un orticello Sudo da mane a sera E un pezzettin di prato Mi rido dei malanni Ed oggi vo al mercato Non so che sian l’inganni A vendere un vitello. Son brutta ma sincera. Gioco non so che sia Non esco che di festa Vo al pozzo quand’ho sete Son delle più discrete E faccio economia Son delle più discrete E faccio economia. E non ho grilli in testa. Poi ho un parente prete E avrò poche monete Che è quasi in agonia Ma vissi sempre onesta Giovanna mi volete Ma vissi sempre onesta Giovanna mi volete? Sposatemi e vedrete.

Edmondo De Amicis

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A TE

Dal tuo distrutto nido, orbata de l’amor, ritorni a questo lido, o fata del dolor. Dove passasti lieta in mezzo agli inni e i fior, un’agonia segreta or ti flagella il cor. Ma dal tuo negro velo lasci passando ancor come cometa in cielo un solco di splendor.

T. Canizzaro

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POVERO VERGOGNOSO

Son poveretto, non ho più padre; giace la madre malata in letto: son poveretto! Fuggo la gente, fuggo il rumore; nacqui signore, or son pezzente: fuggo la gente! Anime buone, genti cristiane, un po’ di pane, solo un boccone, anime buone. Già cade il giorno; la mamma aspetta: oh! poveretta, e quando io torno già cade io giorno.

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ALLA LUNA

O graziosa luna, io mi rammento che, or volge l’anno, sovra questo colle io venia pien d’angoscia a rimirarti: e tu pendevi allor su quella selva siccome or fai, che tutta la rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci il tuo volto apparia, ché travagliosa era mia vita: ed è, né cangia stile, o mia diletta luna. E pur mi giova la ricordanza, e il noverar l’etate del mio dolore. Oh come grato occorre nel tempo giovanil, quando ancor lungo la speme e breve ha la memoria il corso, il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l’affanno duri!

Giacomo Leopardi

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VUOI TU VENIRE?

Io so lontano una valletta amena E tutto fiori e verde n’è il sentier Van lieti canti per l’aura serena Si perde il bosco in un dolce mister... In fondo ascosa una casetta bianca È tutto riso di gentil gaiezza Ivi il pensier la voce umana manca Lieve com’alito spira la brezza... Vuoi tu che posi là l’anima stanca Nel dolor ritemprata e nella fe'? Vuoi tu venire nella casetta bianca Che là m’aspetta sol con te?

Linda Magrini

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ULTIMO IDILLIO

E passa il vento accarezzando il fiore che ultimo allegra questa balza brulla. sul tuo pallido fronte, o mia fanciulla l'alito passa del mio triste amore. Anche un’ora con te!... Lunge domani nell’esiglio mio porterò meco col tuo commosso addio e la memoria de’ miei lontani lontani lontani... Baciami adesso! L’intimo poema che mi parla nel cor tu non lo sai, e pur sei tu che ignara al cor mi dai questa infinita visione estrema. Baciami ancora! Fievole memoria saran fra pochi giorni i nostri baci; e sol quassù le fredde aure fugaci ne ridiranno la deserta istoria

Giovanni Bertani

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VIOLA DEL PENSIERO

Da l’agile coppa ove petali Di giallo velluto carnoso Dischiude in silenzio, una pallida viola Mi fissa con sguardo pensoso. Io vidi altre volte due supplici Cari occhi guardarmi così Quegli occhi per sempre si chiusero Con essi un amore nel vuoto sparì. Se è vero che i morti risorgono Dei tronchi nei vivi dimori, Nei fili dell'erba, nei pollini, Nei calici freschi ridenti dei fior Viola che triste mi affascini Col supplice sguardo ch’io so... In te vive un brano dell’anima Di chi nel lontano passato mi amò!

Ada Negri

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NINNA NANNA

O belli occhietti, pel soffitto erranti chiudetevi per poco in questo caro loco. Discenderanno allor gli angeli santi che recano con loro fiori e canti. O belli occhietti miei, fate la nanna! Ninna... nanna... I fiori son fior della speranza e hanno vaghi olezzi, i canti ricchi vezzi. Racchiudono d'un cor pio la fragranza di un'anima buona l'esultanza. O belli occhietti miei, fate la nanna! Ninna... nanna... Chiudetevi! Chiudetevi - È già sera. La notte è molto oscura... non abbiate paura. Angeli e fate qui si dan l’intesa per esservi dagl'incubi difesa. O belli occhietti miei, fate la nanna! Ninna... nanna...

Edoardo Lannita

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NELL’ARIA DELLA SERA

Nell’aria della sera umida e molle Era l’acuto odor de’ campi arati E noi salimmo insiem su questo colle Mentre il grillo stridea laggiù nei prati. L’occhio tuo di colomba era levato Quasi muta preghiera al ciel stellato; Ed io che intesi quel che non dicevi M’innamorai di te perché tacevi.

Lorenzo Stecchetti

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