UN OCEANO DA SALVARE - Decennio del Mare

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46 47 Il pianeta azzurro è in pericolo (e noi, con lui)! Per questo l’Onu ha deciso di correre ai ripari dedicando un decennio di studi al mare. Il primo evento per promuovere #versogenerazioneoceano si terrà il 22 ottobre a Milano. E Style Piccoli ci sarà con il suo manifesto per mini ecologisti di Laura Ogna UN OCEANO DA SALVARE GENERAZIONE BLU ISTOCK

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Il pianeta azzurro è in pericolo (e noi, con lui)! Per questo l’Onu ha deciso di correre ai ripari dedicando un

decennio di studi al mare. Il primo evento per promuovere #versogenerazioneoceano si terrà il 22 ottobre a Milano. E Style Piccoli ci sarà con il suo manifesto per mini ecologisti

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Per dare voce al pianeta azzurro l’assemblea genera-le dell’Onu ha deciso di dedicare un intero decennio agli studi del mare.

Appuntamento a MilanoIl 22 ottobre, allo Spazio Teatro Teresa Pomodoro No’Hma di Milano, si terrà il primo evento italiano per promuovere il Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile e creare un movimento globale che dia voce all’oceano denominato #verso-generazioneoceano. Una giornata promossa dall’U-nesco assieme ad altre istituzioni e associazioni e coordinata da Francesca Santoro in collaborazione con Mariasole Bianco, per creare un movimento di attori e portatori di cambiamento correttamente in-formato che si faccia promotore di tematiche relative alla difesa dell’ambiente marino. «Lo scorso anno» racconta Chiara Bidoli, direttore di Style Piccoli, In-sieme, Io e il mio Bambino, Quimamme.it e partner del progetto di divulgazione di #versogenerazione-oceano «in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani abbiamo lanciato il Manifesto della Genera-zione Blu, un decalogo di buone maniere per la sal-vaguardia del mare, fatto di piccoli gesti ecososte-nibili che trasformano i bambini in ambasciatori e custodi della biodiversità, oggi in grave pericolo. Un progetto che già allora aveva uno sguardo aperto sul futuro, con l’intento di mettere al centro l’ambiente e la voglia dei più piccoli di prendersene cura, par-

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«Possiamo dire che conosciamo meglio la superficie della luna che la profondità dell’oceano» dice Francesca Santoro

Blu è il colore che caratterizza maggiormente il nostro pianeta. Il re-gno di Pelagos copre infatti, il 71 per cento della superficie terrestre. Si tratta dell’ambiente e dell’habitat più vasto del nostro pianeta, ep-

pure gli prestiamo troppo poca attenzione. «Potremmo dire che conosciamo meglio la superficie della Luna che le profondità dell’Oceano» commenta Francesca Santoro, oceanografa e Spe-cialista di Programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco dove coordina il programma di educazione all’oceano Ocean Literacy. Solo recentemente i progressi nella tecnologia e nell’ingegneria marina hanno permesso, infatti, agli scienziati di sondare le profondità dei nostri oceani. E la cosa davvero straordinaria è che tutto ciò che abbiamo esplorato, che abbiamo visto e scoperto, riguarda solo una piccola parte dei fondali. «Eppure a questo blu dobbiamo la nostra vita» interviene Mariasole Bian-co, biologa marina, esperta oceanografa per la trasmissione Kilimangia-ro e autrice del recente Pianeta Oceano (Rizzoli) oltre che presidente di Worldrise Onlus (worldrise.org), una fondazione che si impegna per la tu-tela del mare. «Gli oceani generano la metà dell’ossigeno che respiriamo, regolano il clima, assorbono la maggior parte dell’anidride carbonica da noi prodotta e sono, per la metà della popolazione mondiale, un’importan-tissima fonte di nutrimento, energia e lavoro». Il futuro del mare è a rischio, dipende da noi scegliere quale direzione vogliamo dare al domani. «Negli ultimi decenni lo abbiamo visto sem-pre più chiaramente: il mare sta cambiando con una velocità che nessuno avrebbe mai potuto immaginare» prosegue Mariasole Bianco, «Sta cam-biando nella sua composizione chimico-fisica, perché sta diventando sem-pre più caldo, acido e povero di ossigeno; e sta cambiando nella sua biodi-versità, mettendo in pericolo l’esistenza di ogni singola forma di vita che ne dipende, compreso non ultimo l’uomo».

Francesca Santoro, oceanografa, Specialista di Programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco e Mariasole Bianco, biologa marina.A fianco e nella pagina a sinistra, fondali in Australia. Sopra, foto delle Imoca racing class con anche Greta Thunberg; alcune specie del Mediterraneo; una missione del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide.

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A T U T T I I B A M B I N I : « C A M B I A M O R O T TA P E R S A LV A R E I L P I A N E TA B L U »

Durante l’incontro del 22 ottobre saranno presentati i vincitori dell’Oceanthon, il primo hackathon italiano dedicato all’oceano, organizzato con il supporto Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, a cui partecipano start-up di giovani ricercatori che si sono impegnati a lavorare sui temi: “I problemi e le opportunità di un turismo costiero sostenibile”, “L’aumento del livello del mare e la tutela del patrimonio culturale” e “Oceano sano uguale cibo sano”. Nel corso della giornata la giuria comunicherà il vincitore a cui verrà consegnato un premio economico per realizzare il progetto.

Se impariamo a conoscere l’Oceano, possiamo capire cosa fare tutti insieme per mantenerlo in salute. L’innalzamento delle temperature, il consumo eccessivo a tavola delle stesse specie ittiche e l’inquinamento minacciano l’ambiente dove vivono migliaia di pesci. Ma c’è una buona notizia: SpongeBob, la spugna marina più amata dai bambini, protagonista della serie animata in onda su Nickelodeon (Sky 605), ci invita a cambiare rotta con Il Manifesto della Generazione Blu. Vai su quimamme.corriere.it/speciali/generazione-blu e scopri come diventare il migliore amico di Spongy: bastano piccole grandi azioni per aiutarlo a tenere il mare sano e pulito. E se vuoi scoprire di più su Spongebob youtube.com/nickelodeonitalia. (Diana de Marsanich)

tendo proprio dai risultati di un sondaggio in cui i bambini, ai primi posti dei loro desideri, avevano messo tematiche ecologiche. Ora, accanto agli scienziati, ci impegneremo a diffondere la cultura della sostenibilità e a dare voce al cuore blu del nostro pianeta, risorsa di infinite possibilità». Il 22 ottobre, Chiara Bidoli modererà il panel Verso Generazione Oceano a cui parteciperanno aziende, influencer, giornalisti, Ong che porteranno best practices e impegni per il prossimo decennio. «Tutti hanno un ruolo da gio-care in questa partita» commenta Francesca Santoro «l’obiettivo è quello di stringere sinergie con settori diversi, coinvolgendo tutti, dagli sportivi ai giornalisti, dai ricercatori alle famiglie per creare una generazione consa-pevole delle ricchezze del mare ma anche delle sue fragilità». Saranno tre i temi affrontati, in un panel coordinato dalla giornalista Diana de Marsa-nich: cambiamenti climatici, sicurezza alimentare e salute umana.«La connessione tra salute del mare e salute umana è sempre più cruciale. Dall’Oceano arrivano soluzioni importanti. Basti pensare anche ai recenti utilizzi per l’emergenza Covid19. Sono stati scoperti, infatti, in Adriatico, dei batteri che vivono in condizioni estreme e sviluppano degli enzimi che sono stati utilizzati nei test rapidi del Covid19, oltre che per lo sviluppo di vari farmaci per combattere il cancro e l’alzheimer» spiega Santoro.

I piccoli sono grandi ambasciatori del mare La giornata sarà anche un’occasione per riflettere su quanto le nostre azio-ni influenzino la salute del “cuore blu” del Pianeta. Recentemente, l’Unesco ha messo a disposizione Educazione all’Oceano per Tutti, un programma per bambini e ragazzi che insegna a difendere fauna e flora degli Oceani. «Le nuove generazioni sono particolarmente sensibili al tema ambienta-le» ha osservato Mariasole Bianco «Con l’Associazione Worldrise Onlus da tempo lavoriamo con i più piccoli perché siano custodi del patrimonio naturale che ci è dato. E i risultati sono straordinari». Anche Francesca

«I ragazzi devono diventare i custodi del patrimonio naturale»

osserva Mariasole Bianco

Santoro come coordinatrice dell’Ocean Literacy, un programma di educazione alle Scienze del Mare, promuove campagne di informazione e sviluppa strumenti educativi per la salvaguardia del mare (oceanliteracy.unesco.org). «Insieme ad altri educatori e ricercatori abbiamo sti-lato sette principi fondamentali, una specie di ABC delle Scienze del Mare, che comprende tutto quello che dovremmo sapere per tutelarlo» aggiunge Fran-cesca, «Il problema non riguarda solo la plastica, ma anche l’inquinamento causato dagli sversamenti, il sovra sfruttamento delle risorse ittiche e gli effetti sul cambiamento climatico». :)

Sopra, un ufficiale della Manila Maersk che raccoglie dati per

il Global Ocean Observing System. A lato, prove di

evacuazione in caso di tsunami nei Caraibi. Sotto, una specie del

Mediterraneo e nella pagina a destra un fondale australiano.