Piatti da salvare "OGGETTO"

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L’OGGETTO La chitarra per la pasta E’ un utensile di antica tradizione contadina ma ancora oggi è possibile acquistarlo, anche nelle versioni più sofisticate, come quella della foto, che è dotata di “chiavi” per regolare la tensione delle corde. Gli spaghetti, oppure tonnarelli o ancora maccheroni, si ottengono appoggiando la sfoglia di pasta sopra le corde e facendo forza con il mattarello.

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L’OGGETTO

La chitarra per la pasta

E’ un utensile di antica tradizione contadina ma ancora oggi è possibile

acquistarlo, anche nelle versioni più sofisticate, come quella della foto, che è

dotata di “chiavi” per regolare la tensione delle corde. Gli spaghetti, oppure

tonnarelli o ancora maccheroni, si ottengono appoggiando la sfoglia di pasta

sopra le corde e facendo forza con il mattarello.

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L’OGGETTO

Timbri per il pane

Fino alla fine degli anni '50, per permetter il riconoscimento della propria

pagnotta nei forni pubblici a pagamento, si marcava la pasta di pane con un

timbro di legno duro La legna di macchia mediterranea che alimentava questi

forni scavati nella roccia conferiva al pane un particolare profumo. Oltre a

riportare le iniziali del capofamiglia i marchi servivano a rimarcare valori di

fecondità, forza e difesa ed a trasmettere le virtù omeopatiche dei simboli stessi.

Numerosi timbri del Pane di Matera sono conservati ed esposti presso il Museo

Archeologico Nazionale Domenico Ridola.

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LA CANNUCCIA

Non si tratta di un vero e proprio utensile, ma di bastoncini di origine vegetale,

ricavati da una pianta perenne, comunemente chiamata sparto (Lygeum

spartum), che cresce spontaneamente in zone aride e piuttosto salmastre delle

regioni mediterranee (Spagna, Africa boreale e Italia meridionale). Appartiene

alla famiglia delle graminacee, dal fogliame e dai fusti, si ricava fibra tessile per

la fabbricazione di cordame e stuoie. In alcune zone della Calabria, i fusti

essiccati, vengono trasformati nelle “cannucce”, mostrate nella foto e utilizzate

al posto del tradizionale ferro, per la preparazione dei tipici maccheroni. La

pasta viene modellata intorno alla cannuccia che, una volta sfilata, da origine al

tradizionale buco.

Un meraviglioso esempio della creatività del popolo calabrese che ha saputo

ricavare dal proprio habitat uno strumento utile alla quotidianità. Geniale, nella

sua essenziale semplicità, potrebbe essere considerato uno bellissimo esempio

di design naturale ed ecosostenibile.

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IL CAPPUCCIO

Il Cappuccio e' l'alambicco - cappuccio di lana o tela - con cui si filtra la

salamoia delle alici che tracima dai vasi che la contengono, antica tradizione

culinaria che si ripropone durante la famosa Colatura delle alici di Cetara.

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Ferro per passatelli

E’ l’utensile più antico e tradizionale usato per fare i tipici passatelli. In Romagna

è chiamato “e fér”, il ferro. E’ possibile acquistarlo, ma è difficilmente reperibile

al di fuori della regione. Oggi, per fare i passatelli, esistono utensili di più facile

impiego, simili ai comuni schiacciapatate, oppure torchietti realizzati in rame o

plastica.

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Alambicco

La produzione di acquavite in Friuli Venezia Giulia viene ricordata già nel 1451,

quando alla morte del notaio Ser Enrico di Ser Everardo a Cividale del Friuli,

viene redatta una lista dei suoi beni. Tra questi figura anche “unum ferrum ad

faciendam aquavitem”, un alambicco che veniva utilizzato per la preparazione

della grappa.

La distillazione è una fase importante. Vengono utilizzati alambicchi a metodo

discontinuo, a vapore o a bagnomaria, che consentono la selezione delle partite

di vinaccia.

La grappa per i friulani, è come la Guiness per gli irlandesi o lo Champagne per

i francesi. E il loro genio non lo tengono pero' nella

Lampada...ma...nell'alambicco !

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CONTENUTO IN PREPARAZIONE ….

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Il Mortaio

Il mortaio è un recipiente cavo, dotato di pestello e realizzato con materiali

diversi: marmo, legno o bronzo. In cucina è utilizzato per pestare, sminuzzare

e amalgamare ingredienti diversi. Nella tradizione gastronomica ligure è

l’utensile indispensabile per fare il celebratissimo pesto, per il quale si utilizza

appunto un pestello di legno e una mortaio realizzato in marmo di Carrara.

In ogni caso, l’uso di mortaio e pestello è diffuso anche tra i barman, per la

preparazione di cocktail che prevedono l’impiego di frutti succosi.

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Zangola

La Zangola è un attrezzo che serve per la produzione del burro. Detta

anche panégia, in dialetto lombardo e penac, in bergamasco, è costituita

da un contenitore di legno con un coperchio bucato in cui si inserisce uno

stanfuffo per sbattere la panna e ricavarne il burro. La versione più antica è

quella appena descritta. Relativamente più recente, benché sempre

appartenenti alle zangole manuali, quella rotatoria, cioè fornita di

manovella. Oggi, si usano le zangole elettriche, ma è possibile vederne

ancora nelle zone rurali della Lombardia, regione che vanta da sempre

un’ampia e abbondante produzione di latte e di burro e una cucina che

apprezza particolarmente i condimenti di origine animale.

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L’OGGETTO

L’orcio di ceramica

Oggi è considerato più che altro un oggetto ornamentale, ma un tempo serviva

per il trasporto e la conservazione di acqua ed alimenti. Diffuso in molte regioni

d’Italia può essere realizzato in materiali diversi: rame, ceramica vetrificata o,

come quello nella foto, in ceramica dipinta. Spesso sono anche dotati di

tappo/coperchio per la chiusura. L’utilizzo della ceramica è una componente

molto importante della tradizione artigiana del centro Italia, in particolare nelle

Marche, in Emilia Romagna e in Toscana. Le Marche, soprattutto la provincia di

Pesaro e Urbino, vantano una lunga tradizione nella lavorazione della

ceramica, anche per la produzione di oggetti di uso comune, con decori molto

spesso ispirati a quelli dei grandi maestri ceramisti, come . Nicola da Urbino.

L’impulso alla lavorazione della ceramica nelle Marche risale al Rinascimento,

quando i Duchi della Rovere fecero da mecenati alle officine della ceramica del

loro territorio. Le Marche si inseriscono in un percorso diffuso della ceramiche

popolari che tocca anche l’Emilia Romagna e la Toscana e si snoda tra le città

di Faenza, Urbania, Lamoli e San Sepolcro. Anche il Comune di Fratte Rosa ha

avviato da tempo un grosso lavoro volto al recupero e alla valorizzazione della

produzione della ceramica d’uso, l’antica arte che aveva reso famosa questa

cittadina, ma anche alla valorizzazione del proprio patrimonio artistico e

culturale. Da visitare anche il Museo Civico della città di Urbania all’interno del

Palazzo Ducale .

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L’OGGETTO

Vanghetto o vanghello da tartufo

E’ l’utensile che si utilizza per l’escavazione del tartufo. In alcune regioni

italiane, a tutela della specie e in aggiunta alle norme nazionali, la normativa

regionale stabilisce anche le dimensioni del manico e della lama. In alcuni casi,

sono ancora realizzati a mano da abili artigiani, che utilizzano materiali di

grande qualità, come legno d’ulivo naturale e acciaio inossidabile dando vita ad

oggetti unici e bellissimi.

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L’OGGETTO

La Pignatta Salentina

E’ una pentola tradizionale di terracotta, realizzata interamente a mano da

artigiani, detti “figuli” che, in terra salentina continuano a lavorare la creta e

l’argilla con tecniche secolari. Usualmente dotata di due manici, posti

appositamente a distanza ravvicinata per facilitarne la presa, la “pignata” è

smaltata solo fino all’altezza dei manici, così da poterla posizionare

direttamente tra le braci anche se, attualmente, si utilizza anche su piani di

cottura moderni. La parte meno rifinita e porosa, oltre a resistere al contatto con

la fiamma, consente al contenuto di respirare e di rimanere in temperatura.

Nella “pignata” si cucinavano e si cucinano tuttora pietanze prelibate a base di

carne, pesce, legumi e verdure.

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OGGETTO

TRENTINO ALTO ADIGE E LE ALPI

La “Val da la trisa”, così è chiamata in dialetto la Val

Rendena. La “trisa” è l'utensile di legno che da secoli

accompagna la preparazione della polenta (praticamente

l'unico cibo che ha sfamato per secoli gli abitanti della valle)

dando, poco a poco, con il suo rimestare, consistenza alla

farina dorata che ribolle nel paiolo.

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L’OGGETTO

ZAPPELLO

Risale al 1900 e si usava per zappare nell’orto e per i tartufi.

Si inseriva il manico e si usava da entrambe le parti: la parte larga serviva per

svolgere il lavoro piu in fretta, ma con meno precisione, con la parte piu stretta

poi si rifiniva il lavoro.

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L’OGGETTO

Vino rosso caldo e spezie si miscelano nella " Grolla" - il caratteristico

contenitore di legno della Val d'Aosta - e a tutti si augura < salu e que bien vo

fasse > letteralmente < salute e che vi faccia del bene! > In particolare e' in

occasione della Festa di S.Orso, in gennaio, che la Grolla viene utilizzata per

offrire da bere e scambiarsi questo augurio. Da non confondersi con la Coppa

dell'Amicizia, di forma più panciuta, impiegata per il caffè ( con grappa )

valdostano. La Grolla e' invece un calice per vino con coperchio divenuto col

tempo anche soprammobile o portagioie.

Grolla

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L’OGGETTO

MOSTATRICE

Sull'arte di fare il vino tutti gli scrittori hanno sempre raccomandato di

ammostare bene le uve - Se ne rende migliore la qualita' e ne guadagna il

colore, partendo dal principio che se la parte interna della buccia non viene

prima lacerata, non si separera' del tutto poi nella fermentazione.