UN GIARDINO MUSEO PER LA CERAMICA DI ALBISOLA · Nasce a Bedonia (Parma). A Genova si diploma al...

4
UN GIARDINO MUSEO PER LA CERAMICA DI ALBISOLA 2009 IMPAGINATO.indd 2-3 20-07-2009 16:15:55

Transcript of UN GIARDINO MUSEO PER LA CERAMICA DI ALBISOLA · Nasce a Bedonia (Parma). A Genova si diploma al...

UN GIARDINO MUSEOPER LA CERAMICA DI ALBISOLA

2009

IMPAGINATO.indd 2-3 20-07-2009 16:15:55

QUEST’ANNO IL GRÈS LA FA DA PADRONE. DIECI OPERE PER UN DECENNALEdi Tullio Mazzotti

Due sculture assolutamente inedite e realizzate in grès da Ylli Plaka (Albania), Silvia Calcagno e Carlos Ferrando (Italia e Spagna) sono state sistemate nel Giardino Museo e vanno a aggiungersi a quelle di più recente collocazione di Aurelio Caminati, Tullio Mazzotti, Lucrezia Salerno, Giorgio Mosio, Franco Bratta, Luciana Bertorelli e Aldo Pagliaro.Salgono così a 54 le ceramiche disposte in questo angolo di Albisola alla foce del Torrente Sansobbia. Un giardino che, attorno al grande coccodrillo di Lucio Fontana del 1936, si arricchisce di altre opere raffiguranti lo stesso soggetto.Infatti tre delle sculture presentate ufficialmente quest’anno raffigurano appunto coccodrilli. Si tratta dei lavori di:Silvia Calcagno e Carlos Ferrando (2009) hanno realizzato in grès un animale, appena accennato nella forma, ricco di aculei pericolosissimi, affiorante dall’acqua, Franco Bratta (2006) ha modellato in terracotta un coccodrillo che si muove nell’erba, piccolo nelle dimensioni ma pos-sente nella forma, Aldo Pagliaro (2008) ha invece creato, decorandolo con ossidi colorati, un feroce caimano con le fauci aperte, in agguato tra la vegetazione. Il posizionamento di questi animali ruota intorno alla scultura madre realizzata nel Trentasei da Fontana e, così differentemente modellati testimoniano l’ampia gamma delle potenzialità tecniche e artistiche del materiale ceramico. Ylli Plaka (2009) ha voluto invece, per questo giardino, modellare in grès un gufo, essenzializzato dalla forma del becco e degli occhi che sono spalancati, grandi e ben attenti a vigilare dall’alto del palo dove è stato posizionato tra le foglie dell’albero di nocciole.Il lavoro di Aurelio Caminati è del 2003, si tratta di una scultura complessa, sofferta, quasi la materializzazione di un sogno, è realizzata in terracotta con interventi cromatici a freddo.Sempre del 2003 è l’installazione di Lucrezia Salerno. Due vasi scultura, che modellati ancora freschi diventano due visi con-trapposti, quasi in discussione fra loro, ma saldamente uniti da un trave in legno che sembra equilibrare anche le loro anime.È del 2005 il grande pannello di Giorgio Moiso, creato in terracotta, ingobbi, smalti e interventi in oro a terzo fuoco. È stato posi-zionato in uno degli angoli più vissuti del giardino. Infatti sovrasta il grande tavolo attorno a cui, spesso, si cena e si discute d’arte.Tullio Mazzotti presenta due opere. La prima è un bambino in terracotta, che i lavoranti della fabbrica hanno sopranno-minato Pierino; si tratta di una scultura assemblata con forme pure realizzate al tornio (2003). La seconda è un cubo in oro a terzo fuoco (2006); è questa un’opera fortemente concettuale infatti all’interno di essa ci sono alcuni pezzi di ceramica non visibili che sono di esclusiva appartenenza intima e che rappresentano il nostro vissuto, mentre all’esterno del cubo le superfici sono scalfite da segni di ruote di bicicletta, pavimenti, ghiaia, terreno e rappresentano le influenze che il mondo esterno lascia su di noi, visibili allo sguardo altrui in contrapposizione ai contenuti più intimi e personali.Chiude questa presentazione di nuove sculture “l’oca che ride” di Luciana Bertorelli (2007), un lavoro delicato, gioioso, con un’espressione che travalica l’animalità per avvicinarsi al sorriso; creata in terracotta è stata posizionata sull’erba poco distante da altre figure animali.Dieci nuove opere per questo Giardino Museo che è stato aperto ufficialmente nel 1999 e che quest’anno festeg-gia il suo primo decennale.

Testi per i curriculum di: Silvia Campese (Silvia Calcagno), Mario De Micheli e Ferdinando Molteni (Ylli Plaka), Viana Conti (Lucrezia Salerno).

Presentazione delle opere:Roberto Giannotti.

Fotografie di:Tullio Mazzotti.

Stampa:Coop Tipograf - Savona

Siti internet:www.gmazzotti1903.itwww.tulliomazzotti.it

Fondazione - Museo GIUSEPPE MAZZOTTI 1903V.le Matteotti 29 - 17012 Albissola Mare (SV)Telefono e fax: 019.489872E-mail: [email protected]

Nella fotografia di copertina:Il grande Coccodrillo di Lucio Fontana modellato nel 1936, oggi collocato nel Giardino Museo.

Silvia CalcagnoNata a Genova nel 1974, ceramista, designer e videomaker, vive e lavora ad Albissola. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Genova e nel 2005 ottiene la qualifica regionale di Ceramista Designer in Grés. Il linguaggio ceramico e i video costituiscono i mezzi espressivi attraverso cui l’artista meglio riesce a tradurre la sua poetica . L’intero corpo femminile è il fulcro della sua riflessione artistica. La dicotomia anima-carnalità sintetizza il dolore esistenziale e la profonda difficoltà di accettazione della condizione umana, dove il corpo di donna, sensuale e plasmato per librarsi in una danza leggera, è condannato ad una vita che è necessariamente fisica. Tale dolore si esprime a volte in modo criptico, attraverso sculture ceramiche simili a lande deserte con piccole pozze d’acqua cristallina e crateri di “rabbia inesplosa”.

Carlos Ferrando Nasce a Castellò de la Plana - Spagna il 6-2-1978. Vive e lavora ad Albissola Marina. Nel 2004 consegue il diploma di Ceramista al corso di Grès e Porcellana all’Istituto Ballardini di Faenza. La terra “spoglia” da smalti, frequentemente congiunta a materiali poveri come il ferro alterato dal tempo, è l’ elemento che al meglio esprime il “sentire” di un’anima silenziosa. In scultura questa insolita coscienza si esprime attraverso l’uso della terra e del fuoco, un percepire enigmatico che si manifesta in modo schivo quanto audace dando origine a “creature” intense e forti ma al contempo eteree ed inaf-ferrabili, sempre avvolte da una terrena spiritualità, nate da una capacità tecnica di indiscutibile livello alimentata da una continua sperimentazione.

Ylli PlakaNato a Tirana il 4 Gennaio 1966, nella stessa città si diploma in scultura e ceramica all’Accademia di Belle Arti dove ha seguito i corsi dello scultore Thoma Thomai. Si trasferisce in Italia nel 1991. Vive e lavora a Savona. “Plaka riesce a creare un mondo che è spettacolo, dramma e commedia al tempo stesso. Tra realtà e immaginazione, tra rappresentazione e invenzione, c’è un spazio”neutrale” che Plaka occupa di prepotenza e dove egli riesce a creare le sue nuove immagini. Metafore e simboli lì sono propri: li adopera spontaneamente, come una magia o un mistero. Egli è spontaneo e naturale, istintivo e schietto, non arzigogolato. Così, appunto, sono le sue immagini, come un riflesso della memoria, come un estro profondo che è sempre spontaneo e diretto. Ora si trova in condizioni favorevoli per arrischiarsi a qualunque impresa. Così adesso, nel panorama ligure, è una tranquilla e forte promessa”. “Plaka rappresenta insieme il talento e la volontà di affermare (o riaffermare) il proprio posto nel mondo. Artista di origine albanese ha saputo negli ultimi anni conquistare un posto di primo piano nel mondo dell’arte ligure e nazionale”.

UN GIARDINO MUSEOPER LA CERAMICA DI ALBISOLA

a cura di Tullio Mazzotticon la collaborazione di Claudio Manfredi

IMPAGINATO.indd 4-5 20-07-2009 16:15:55

145 - Ylli Plaka 2009 146 - Calcagno e Carlos Ferrando 2009

IMPAGINATO.indd 6-7 20-07-2009 16:15:58

Luciana BertorelliNasce a Bedonia (Parma). A Genova si diploma al Liceo Artistico “N. Barabino”. Attualmente vive e lavora a Savona. Di-pinge da sempre, prediligendo una tecnica fortemente materica attraverso l’assemblaggio di vari materiali che l’avvicinano naturalmente alla scultura. Ad Albissola Marina si accosta al meraviglioso mondo della ceramica. Predilige le terrecotte e le terre refrattarie, trattate con smalti, ossidi ed ingobbi: sculture a tutto tondo, piatti, anche di grandi dimensioni, lastre che lacera con veri e propri tagli in una ricerca continua di equilibrio ed armonia con sè stessa e col mondo esterno. Alterna la tecnica Raku che le ispira forti sensazioni legate alla Terra, al Fuoco ed all’Acqua che sente di vitale appartenenza per la sua arte, legata in modo viscerale alla terra natale aspra e calorosa, vitale e sanguigna.

Franco BrattaFranco Bratta, figura di spicco del panorama artistico albisolese, considerato ai vertici europei per il suo modo così originale e sentito di realizzare opere legate al mondo degli animali. Le sue esperienze dirette in Africa, nei villaggi, a contatto con la gente del luogo, gli ha permesso di sviluppare una sensibilità straordinaria, capace di rendere vive le sue ieratiche sculture ceramiche o i suoi bronzi che reinterpretano leoni, pantere, scimmie, gorilla, dove insieme alla sintesi della forma e alla sapienza nel lavorare i materiali emerge la purezza, il mistero, la forza nobile della natura. Ogni sua opera, grazie a questi valori intangibili ma al tempo stesso potenti, dona allo spettatore l’emozione primitiva di un’arte che non ha bisogno di orpelli critici per arrivare diretta al cuore. Franco Bratta vive e lavora ad Albisola e Biot (F). Le sue opere sono esposte in tutta Europa, trovano collocazione in numerosi Musei ed in importanti Collezioni Private. Durante la sua carriera è stato premiato più volte per l’originalità del suo lavoro.

Aurelio CaminatiNasce a Genova, dove vive e lavora; dal 1949 ha svolto un’intensa attività espositiva con numerosissime mostre personali e collettive sia in Italia che all’Estero ed ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1956. Da un’iniziale adesione al Neo-realismo, durante la quale i soggetti favoriti sono stati personaggi della vita quotidiana, è passato alla realizzazione di falsi collages, composti con frammenti di quadri famosi riprodotti sulla tela, e a una pittura inquietante, con raffigurazioni di ombre e spettri. La sua ricerca figurativa si è allargata anche all’Iperrealismo. Numerose sono le manifestazioni nazionali e gli eventi internazionali che lo hanno avuto come protagonista fra le altre, VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma; XXVIII Biennale Internazionale d’Arte di Milano; Salon de Mai al Musè d’Art Moderne di Parigi; X Biennale Internazionale d’Arte di Mentone; I Biennale d’Arte di Genova; Pittori Genovesi a Berlino; Mostra Internazionale di Obra Grafica a Bilbao; “Genova il Novecento” a Genova e Buenos Ayres. Dal 1975 al 1981 ha eseguito numerose “trascrizioni animate”. Sue opere in ceramica sono al Museo Mazzotti di Albisola Marina. Nel 1989 ha vinto il concorso per due affreschi del nuovo Teatro Comunale dell’Opera di Genova.

Tullio MazzottiNasce nel 1957 a Savona, ceramista albisolese alla quarta generazione. Per Tullio Mazzotti, ceramista albisolese alla quarta generazione, l’arte è qualcosa di quotidiano. La sua prima esperienza creativa, l’arte Boom, è ricerca della bellezza estetica e materica. Poi la frequentazione successiva del liceo artistico fa crescere in lui la passione per il disegno; “un tratto sottile e irreale capace di creare fantasie o esternare i propri sogni”. Tutto ciò che lo circonda e lo emoziona diventa soggetto nei suoi lavori, una sorta di nuova ritrattistica dove la realtà è mediata da ciò che gli occhi vedono e dalle sensazioni/emozioni di quel momento. Poca importanza ha la materia su cui egli opera, sia essa una tela, piuttosto che un foglio di carta; poca im-portanza hanno i colori o i pennelli, usa solo colori primari, usa pochissimo i pennelli, molto le dita delle mani e il cuore.

Giorgio MoisoNasce a Cairo Montenotte (SV) il 13 febbraio 1942. Pittore, musicista, artista riconosciuto a livello nazionale ha vissuto un ampio percorso creativo intersecando pittura, gesto, segno, musica, concetto. Attraverso il suo successo ha ulteriormente contribuito a mantenere vivo il nome di Albisola quale Libera Repubblica delle Arti. È mediante il segno, il colore, il gesto, i ritmi che nascono le sue opere che negli anni si sono trasformate dal figurativo iniziale alla forte contemporaneità di un’arte che si libera dal concetto di opera in quanto tale per arrivare a essere espressione, concetto, performance. Con Mosio la ceramica trova una nuova collocazione pittorica e spettacolare, artistica.

Aldo PagliaroNato a Buenos Aires nel 1941, vive e lavora dal 1975 ad Albissola Marina, dove sviluppa la propria arte nello studio di Pozzo Garitta 10. Le sue opere creano un ponte di collegamento tra passato, presente e futuro interpretando gli effetti dello sviluppo tecnologico con colate grigie soffocanti e segni di ingranaggi inarrestabili che incidono una natura vergine, cre-ando voragini profonde da cui emerge il rosso del sangue, testimonianza dei sentimenti di dolore che accomunano tutti gli uomini. Ha partecipato a molte mostre nazionali ed internazionali e le sue opere arricchiscono numerose collezioni private di prestigio.

Lucrezia SalernoArtista visiva, vive e lavora a Genova. La ricerca che porta avanti vede l’uomo al suo centro, il suo quotidiano e il suo vissuto, attraverso opere bidimensionali e tridimensionali. Artisticamente ha iniziato nel 1991, lavorando sul concetto di spazio-memoria, spazio-interiore: «dando tangibilità, anche in senso tattile, al concetto sotteso alla sua visione del mondo, all’identità e la sua perdita, all’insondabilità dell’io, allo scambio simbolico tra la realtà e l’immagine». Partecipa a concorsi e mostre in Italia e all’estero, a Genova è presente nella collezione del Museo D’Arte Contemporanea di Villa Croce.

147 - Giorgio Moiso 2005

148 - Luciana Bertorelli 2007

149/150 - Tullio Mazzotti 2003 e 2006

151 - Franco Bratta 2006

152 - Lucrezia Salerno 2003

154 - Aldo Pagliaro 2008153 - Aurelio Caminati 2003

IMPAGINATO.indd 8-9 20-07-2009 16:16:00