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DIREZIONE GENERALE Ufficio II Rapporti con la Regione e Progetti europei Un esempio di collaborazione interistituzionale: il tavolo regionale per l’alternanza scuola lavoro a cura di Maria Antonia Moretti Seminario di studio L’autonomia funzionale dal punto di vista giuridico e amministrativo: compiti e funzioni collegiali, rapporti con gli Enti LocaliITIS “Pacinotti” Venezia Mestre 26 gennaio 2007

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DIREZIONE GENERALEUfficio II

Rapporti con la Regione e Progetti europei

Un esempio di collaborazione interistituzionale: il tavolo regionale per l’alternanza scuola lavoro

a cura di Maria Antonia Moretti

Seminario di studio“L’autonomia funzionale dal punto di vista giuridico e amministrativo: compiti e funzioni collegiali, rapporti con gli Enti Locali”

ITIS “Pacinotti” Venezia Mestre 26 gennaio 2007

L’alternanza scuola lavoro: le norme

Legge 28 marzo 2003, n. 53 art. 4

Decreto legislativo 15 aprile 2005 n. 77 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 103 del 5 maggio 2005

L’alternanza scuola lavoro: organizzazione dei percorsiModalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo che

si attua sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa su richiesta degli studenti che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età;prevede periodi di formazione in aula e periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro;

I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro rientrano nell’orario complessivo annuale dei piani di studio, ma possono essere svolti anche in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni;

Sonoarticolati secondo criteri di gradualità e progressività;dimensionati in relazione ai diversi percorsi del sistema dei licei e del sistema dell’istruzione e della formazione professionale;definiti e programmati all’interno del POF;dimensionati per i soggetti disabili in modo da promuoverne l’autonomia.

L’alternanza scuola lavoro: realizzazione dei percorsi

Le istituzioni scolastiche o formative, singolarmente o in rete,stipulano apposite convenzioni a titolo gratuito con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro.(Dgls 77/2005 art. 1 c. 2)

L’alternanza scuola lavoroNella legge 53 del 2003 emerge un’idea di alternanza, intesa come possibilità di rendere presenti in tutti i percorsi formativi esperienze di lavoro, anche con finalità diverse (da quelle orientative più generali, a quelle dell’acquisizione di competenze già in qualche misura specifiche).

... L’alternanza si pone, quindi, come modalità di apprendimento, in cui l’esperienza diretta costituisce la base della percezione consapevole, su cui si innesta poi la capacità di interpretare le informazioni e di riaggregarle in schemi comportamentali.

Il riferimento, peraltro, alla comunità di pratica come luogo privilegiato di apprendimento, sottolinea la natura situata della conoscenza, legata a un contesto sociale dotato di significato ealla possibilità di imparare attraverso relazioni con altri.

L. Ribolzi, “Il significato dell’alternanza nei percorsi formativi”, in L’alternanza scuola-lavoro, Annali dell’Istruzione 5-6, 2003 – 1, 2004 pp. 71-75.

Le finalità dei percorsi in alternanzain relazione ai bisogni del sistema formativo

realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile

in relazione ai bisogni della persona

attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica; arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e

formativi con l'acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali.

L’alternanza scuola lavoro e l’autonomia delle scuole

Se la scuola autonoma è un ente che è chiamato a fornire una risposta ai bisogni di una comunità di consociati e, quindi, che rinviene il proprio humus nel contesto territoriale in cui opera1, l’alternanza scuola lavoro appare tema privilegiato perché le scuole esprimano la capacità di interagire con il contesto sociale e, cioè, di cogliere vocazioni e bisogni della comunità di riferimento, spazi di interazione, anche economica, con altri soggetti pubblici e privati

1A. Sandulli, “L’autonomia scolastica nel sistema delle autonomie”, in M. Bombardelli e M. Cosulich,(a curadi), L’autonomia scolastica nel sistema delle autonomie,Verona, 2005, pag.15.

La dimensione sociale e interistituzionale dell’alternanza scuola lavoro

L’alternanza genera spazi per la cooperazione tra le istituzioni scolastiche e formative, la comunità locale, le imprese, le camere di commercio, industria e artigianato e altri soggetti pubblici e privati secondo un modello ispirato ai principi della sussidiarietà orizzontale.

M.G. Nardiello, “Alternanza formativa e alternanza lavorativa”, in L’alternanza scuola-lavoro, Annali dell’Istruzione 5-6, 2003 – 1, 2004 pp. 69-70

La dimensione territoriale dell’alternanza scuola lavoro

L’idea di una positiva interazione tra politiche economiche, sociali e del lavoro, il legame sempre più stretto e significativo tra sistema formativo, politiche del lavoro e mondo del lavoro, comporta necessariamente una cultura dell’integrazione tra sistemi e una forte collaborazione tra istituzioni.Queste opportunità vanno oggi colte in un nuovo quadro costituzionale che assume la dimensione territoriale come l’ambito di riferimento per far dialogare i sistemi formativi con la cultura del lavoro.

Un esempiol’accordo tra soggetti

(scuola/mondo del lavoro) perdefinire obiettivi e azionigestire i flussi informativiprogettare il percorsocondividere criteri e strumenti di verifica…

richiede/implical’analisi della domanda professionale, dei dati di contesto…l’analisi dei bisogni degli studentil’analisi delle risorse interne, esterne l’individuazione di ruoli e funzioni…

in collaborazione traScuola, Associazioni Imprenditoriali, Imprese, Terzo Settore, Enti Locali, CCIAA, Parti sociali …

Primo incontro di un gruppo ristretto costituito da esperti della Regione del Veneto, dell’U.S.R.V. e delle Associazioni Imprenditoriali, a cui seguono numerosi altri incontri

Cronaca di un percorso

gennaio 2003

Costituzione di un Tavolo di concertazione regionale

Protocollo d'Intesa tra la Regione del Veneto, l'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e le parti sociali di cui all'art. 4 della L. 53/2003

Il percorso… a.s. 2003-2004

31 luglio 2003

Protocollo d'Intesa tra l'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e Unioncamere del Veneto

28 gennaio 2004

9 scuole di diversi indirizzi

11 scuole di diversi indirizzi

Gli impegni assunti nel Protocollo del 2003 da R.V., U.S.R.V., Associazioni imprenditoriali e Parti sociali

ampio progetto di innovazione del sistema di istruzione e formazione professionale

piano strategico per favorire un raccordo sempre più stretto e proficuo tra scuole, università e sistema imprenditoriale della regione

USRV - R V

un più incisivo raccordo tra offerta formativa ed esigenze del tessuto economico-produttivo regionale

Associazioni imprenditoriali

riconoscimento dell’A.S.L. come strategia efficace per un progressivo orientamento ed accostamento alla realtà del lavoro e per completare un’istruzione dedicata alla formazione della persona

OO.SS.

Gli impegni assunti nel secondo Protocollo da U.S.R.V. e Unioncamere del Veneto

riconoscimento del fattore strategico costituito dal raccordo tra istruzione, formazione e mondo del lavoro nel Veneto

collegamento stabile tra le istituzioni formative ed il sistema delle imprese rappresentato dalle Camere nonché gli enti pubblici e privati ivi incluso il terzo settore

garanzia, da parte delle Camere di Commercio, del coinvolgimento del mondo del lavoro

coinvolgimento degli operatori delle aziende, degli enti pubblici e privati (incluso il terzo settore) nelle attività di formazione delle istituzioni scolastiche e formazione congiunta dei tutor

USRV Unioncamer

Protocollo unitario tra la Regione del Veneto, l'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, Unioncamere, Associazioni imprenditoriali e Parti Sociali

Il percorso… a.s. 2004-2005

Proseguono il percorso 19 scuole

Il punto di forza essenziale è costituito dal coinvolgimento fattivo e costante

di tutti gli attori:interistituzionalità come esaltazione delle specificità

messe al servizio degli obiettivi comuni.

Finanziamento dei progetti ASL e ASL in IFS a carico dell’USRV

Finanziamento del Simucenter regionale (costituto a partire dall’a.s. 2005-2006)

Finanziamento delle Azioni di Sistema a carico della Regione Veneto e di Unioncamere del Veneto

Il percorso … aa.ss. 2005-2006 e 2006-2007

scuole coinvolte in progetti di Alternanza scuola-lavoro e scuole coinvolte in progetti di Alternanza scuola lavoro in Impresa Formativa Simulata

Il Protocollo 2006 (Dgr n 2324 del 27/07/2006)

Le norme di riferimento [1]

• La Legge 15 marzo 1997 n. 59 concernente “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed Enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa”;

• l’art. 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, recante “Norme in materia di promozione dell’occupazione”;

• il D.M. 25 marzo 1998, n.142 concernente il regolamento di attuazione dell’art. 18 della L. 24 giugno 1997, n. 196;

• il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59;

• la legge 17 maggio 1999, n. 144 e in particolare l’articolo 68 sull’obbligo di frequenza di attività formative;

• il D.P.R. 12 luglio 2000 n. 257 concernente il Regolamento di attuazione dell’art. 68 della legge 17 maggio 1999, n. 144;

Le norme di riferimento [2]

• la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3 recante “Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione”;

• la legge 14 febbraio 2003, n. 30 recante “Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro”;

• l’art. 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53 concernente “Delega alGoverno per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”;

• il Decreto Legislativo n. 77 del 2005 riguardante “Definizione delle norme generali relative all’Alternanza Scuola Lavoro a norma dell’art. 4 della legge 53 del 2003”;

• il Decreto Legislativo del 17.10.2005 relativo alla “Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni sul II° ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 53/2003”;

• la legge 29 dicembre 1993, n. 580 concernente il riordinamento delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura;

Il Protocollo 2006 (Dgr n 2324 del 27/07/2006)

Il Protocollo 2006 (Dgr n 2324 del 27/07/2006)

I protocolli precedenti

• il Protocollo d’Intesa sottoscritto il 27 giugno 2003 tra il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e l’Unione Italiana delle Camere di Commercio per favorire, tra l’altro, iniziative sperimentali di percorsi di Alternanza Scuola Lavoro;

• l’Accordo territoriale sottoscritto il 12 dicembre 2003 tra la Regione Veneto e l’USR per il Veneto;

• il Protocollo d’Intesa tra la Regione Veneto, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e le Parti sociali sottoscritto in data 31 luglio 2003;

• il Protocollo d’Intesa sottoscritto il 28 gennaio 2004 tra l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e Unioncamere del Veneto;

• il Protocollo d’Intesa tra la Regione del Veneto, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, Unioncamere del Veneto e le Parti Sociali sottoscritto in data 4 febbraio 2005;

R.V., U.S.R.V. e Unioncamere del Veneto

condividono il ruolo di centralità assunto dall’istruzione e

dalla formazione nei processi di crescita e modernizzazione

della società veneta e considerano il raccordo tra istruzione,

formazione e mondo del lavoro un fattore strategico sia per

le imprese che per i giovani che si affacciano al mercato del

lavoro nel territorio veneto.

Il Protocollo 2006 (Dgr n 2324 del 27/07/2006):le premesse

Le Associazioni Imprenditoriali venete

intendono continuare nell’impegno mediante un più incisivo

raccordo tra offerta formativa ed esigenze del tessuto

economico – produttivo regionale anche attraverso percorsi

di “Alternanza Scuola Lavoro”, che vedranno le imprese,

direttamente e tramite le proprie Associazioni di

Rappresentanza, collaborare attivamente con le istituzioni

scolastiche con le quali progetteranno, attueranno e valuteranno i percorsi medesimi.

CGIL, CISL e UIL del Veneto riconoscono nell’ASL

un’efficace strategia per arricchire gli studi secondari con un

progressivo orientamento ed accostamento alla realtà del

lavoro e per completare un’istruzione dedicata in primo

luogo alla formazione della persona;

il valore formativo del lavoro ed il superamento della

divisione fra questo e lo studio a favore di un’integrazione

dei processi formativi in un progetto di cui la Scuola

mantiene la titolarità.

Gli impegni assunti nel Protocollo del 2006 da R.V., U.S.R.V., Associazioni imprenditoriali e Parti sociali

impegno biennalecostante scambio di esperienze in tema di formazione del personale scolastico e del mondo del lavoro;partecipazione reciproca alle relative iniziativeazioni di sistemaattivazione di risorse esperte, che fungano da raccordo fra i luoghi di lavoro ospitanti e le scuole coinvoltetutor interaziendale, figura pensata per affiancare le realtà lavorative che, pur disponibili alla realizzazione di progetti di Alternanza, rilevano difficoltà nell’assicurare tutte le fasi di lavoro previste per una corretta realizzazione del progetto.

La regia regionale

Il Tavolo regionale

la cornice di riferimento comune

il lavoro di appositi gruppi tecnici

mediante

definisce

garantisce

il massimo di flessibilità negli interventi

agisce

a livello regionale

a livello provinciale

mediante le articolazioni territoriali

U.S.P.C.C.I.A.A provinciali

Ass. Imprend.

a liverllo

provinciale

La mappa delle Azioni di sistema a.s. 2005-2006

Azioni di sistema

Azioni formative/informative

Azioni di comunicazione/promozione

Vademecum studenti

Vademecum aziende

Monitoraggio

IRREVStrumenti USRV

Tutor interni ASL

Tutor interni ASL in IFS

Form

azion

e

in pr

esen

za

Pacchetti di

autoformazione

D.S. e D.S.G.A.

Tutor esterni

Azioni di sistema

Azioni formative/informative

Azioni di comunicazione/promozione

Convegno su ASL e ASL in IFS

Pubblicazione e documentazione

(monitoraggi, materiali scuole

Monitoraggio

IRREVStrumenti USRV

Tutor interni ASL

Tutor interni ASL in IFS

Tutor classi quarte IPS

Form

azion

e in

pres

enza

/forum

on

line

La mappa delle Azioni di sistema a.s. 2006-2007

La nota del Direttore Generale definisce standard di progetto e schede di progettazione

Presso ogni USP viene costituita un’apposita Commissione interistituzionale, nominata dai Dirigenti degli USP composta, di norma, dai referenti provinciali dell’Alternanza Scuola – Lavoro e dai rappresentanti della Regione Veneto, delle Province, delle Camere di commercio e delle Associazioni di categoria

I progetti vengono valutati secondo criteri indicati nella nota del Direttore Generale, criteri che riflettono gli orientamenti generali definiti in sede di Tavolo Regionale

Esempi di regia: la presentazione e la valutazione dei progetti ASL e ASL in IFS

Il Tavolo Regionale per l’alternanza scuola lavoro può essere letto come esempio di governance territoriale in quanto luogo interistituzionale che

ha nella dimensione regionale il contesto di riferimento

riunisce soggetti di diversa natura e autonomia (istituzioni e società civile)

promuove/realizza un insieme di azioni e strategie d’intervento in un’ottica di sistema che favorisce favorisce il funzionamento coerente e convergente delle diverse componenti sia a livello regionale che a livello provinciale e sub provinciale.