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Numeri utili: Numero verde Alcol Istituto Superiore di Sanità tel. 800 632000 AICAT-Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento tel. 010 2469341 AA-Alcolisti Anomini tel. 06 6636620 Gruppi Al-Anon/Alateen per familiari ed amici di alcolisti tel. 02 504779 Consulta anche i siti: www.ossfad.iss.it www.alcolonline.org www.dfc.unifi.it/SIA Alcol: campagna di prevenzione per i giovani un decalogo per i genitori copertina 24-03-2006 12:16 Pagina 1

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Numeri utili:Numero verde Alcol Istituto Superiore di Sanitàtel. 800 632000AICAT-Associazione Italiana dei Club degli Alcolistiin Trattamento tel. 010 2469341AA-Alcolisti Anomini tel. 06 6636620Gruppi Al-Anon/Alateenper familiari ed amici di alcolisti tel. 02 504779

Consulta anche i siti:www.ossfad.iss.itwww.alcolonline.orgwww.dfc.unifi.it/SIA

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I giovani sono un target di popolazione estrema-mente vulnerabile ai rischi legati al consumo dibevande alcoliche. Rischi spesso assunti inconsape-volmente e sempre più frequentemente influenzatidalle pressioni sociali, medianiche, pubblicitarie,familiari.L’alcol, a differenza degli altri principali fattori di

rischio, gode di una accettazione sociale e di unafamiliarità e popolarità legate alla cultura italianadel bere, una cultura mediterranea, che poneva, sinoad un decennio fa, il consumo di vino come compo-nente inseparabile dell’alimentazione. Oggi si puòaffermare senza ombra di dubbio che, a fronte dellemodificate abitudini e modelli di consumo e dellapiù ampia disponibilità ed offerta di bevande alcoli-che, i giovani (e spesso anche gli adulti e tra questile donne in particolare) hanno adottato modelli diconsumo che separando il bere dalla ritualità deipasti hanno trasformato il significato originale delbere in un valore comportamentale prevalentementelegato all’uso dell’alcol in funzione degli effetti cheesso è in grado di esercitare sulle performance perso-nali. L’alcol è usato (e non consumato) per sentirsipiù sicuri, più loquaci, per facilitare le relazioniinterpersonali, per apparire più emancipati e più

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un decalogo per i genitori

Dieci consigli rivolti

ai genitori per aiutare

i figli a scegliere

consapevolmente

quando e come

consumare le bevande

alcoliche

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“trendy”, per essere più facilmente accettati dalgruppo o, in alcuni casi, per conquistare un ruolo di(presunta) leadership tra i pari.Cosa fare per riuscire a “svalorizzare” queste

rischiose tendenze? Come comunicare ai giovani irischi legati ad una inadeguata adozione di stili diconsumo che danneggiano la salute? Come incre-mentare la capacità critica di individui la cui espe-rienza non è tale da assicurare un autocontrolloadeguato sui limiti da non superare?Alcune riflessioni sulle dinamiche legate all’ado-zione della cultura giovanile del bere possono esseredi aiuto ad identificare alcuni punti chiave da pro-porre ai giovani cercando di sollecitare in loro curio-sità e, soprattutto, una operosa reazione.

Emanuele SCAFATO1

e Rosaria RUSSOOsservatorio su Fumo, Alcol e Droga

Istituto Superiore di Sanità

1 Direttore del Centro Collaborativo WHO per la Ricerca e laPromozione della salute su Alcol e problemi alcolcorrelati.Centro di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione dellaSalute. ISS. Roma E-mail: [email protected]

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Igiovani pernatura sonopoco inclini al

conformismo. E’ bene allorasfruttare questa naturalepredisposizione per osservare,ascoltare e “smontare” conloro la pubblicità sugli alcolicitrasmesse dai media. Può essere un ottimo esempio

per incrementare la capacità criticasu ciò che la pubblicità promette e

che poi, di fatto, non può mantenere enon trova riscontro nella realtàquotidiana.

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Iragazzi semprepiù frequentementebevono per superare

difficoltà di relazione eassumere un ruolo all’internodel gruppo. Quando l’alcolacquista un valore di uso,comportamentale, e non di

consumo ai genitori spetta unruolo chiave: dare il buon

esempio, creando un ambientefamiliare in cui la presenza dell’alcolè visibile, ma discreta ed il consumoè sempre moderato.

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Parlareai giovani,fin da quando

sono bambini, dei danni e deirischi legati all’alcol èbasilare. Esordire con questotipo di discorsi in età

adolescenziale, quandotutto è soggetto a critica e

identificato dai giovani comefrutto dell’ “esagerazione” dei

genitori, può ottenere l’effettoopposto a quello desiderato.

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Insegnareai giovani cheprima dei 15

anni l’apparato digerentenon è ancora in grado di“smontare” l’alcol, perché ilsistema enzimatico non è

completamentesviluppato. Le ragazze

inoltre, e in generale tutte ledonne, sono in grado di eliminare

solo la metà di una dose d’alcol cheriesce a metabolizzare un uomo.

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Sialeadolescenti

che le donne adulte devonosapere che l’alcol nuoce alfeto. Il nascituro non èdotato di sistemi

enzimatici capaci dismaltire l’alcol. Sono

sufficienti due bicchieri dibevanda alcolica al giorno per

pregiudicare la salute delbambino e distruggere ineuroni di un cervello ancora

in formazione.

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Unprecisolimite

separa il consumodall’abuso. E’ bene, dunque,“preparare” i giovani,informandoli su come le lo

stato psicofisicoindividuale peggiori sotto

l’influenza di un abusoalcolico. Anche una banale

serata in pizzeria puòtrasformarsi in una situazionea rischio quando si devetornare a casa in motorino.

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Insegnareai ragazzi aleggere le

etichette, discutere eanalizzare con loro le bottigliee le lattine da cui sono attirati

per la forma, il colore e ilsapore emancipa eresponsabilizza i giovani.

Serve anche a far sentire “piùcomplici” genitori e figli e, alcontempo, è un’occasione perevidenziare particolari importanti,spesso trascurati, come, ad

esempio, la gradazionealcolica.

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Spiegareai giovani cheil nostro

organismo richiede nel tempoquantità sempre maggiori dialcol per provare le stesseesperienze di piacere.

L’obiettivo di sentirsi piùdisinvolti, loquaci ed euforici

e “super” richiede quantitàprogressivamente crescenti. Ibicchieri aumentano, si perde ilcontrollo e si diventainevitabilmente dipendenti

dall’alcol.

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Coinvolgere i figlinell’organizzazione diuna festa o di un

semplice incontro può esserel’occasione per dimostrareche ci si può divertire anche

con le sole bevande analcoliche.

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Igenitoridovrebberoattuare una

approccio educativo einformativo lungo tutto ilpercorso di vita dei figli,

orientandoli al consumo dibevande analcoliche (nonsolo a casa, ma anche al

ristorante o in pizzeria), nonfavorendo un consumo precoce e

dando sempre un esempio dimoderazione.

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Dieci consigli per i genitori

Bere è “normale”, lo si vede nella vitaquotidiana come nella fiction televisiva.

I media, la pubblicità propongono indivi-dui che bevono e hanno successo nella vita,

nella coppia, nel lavoro. Come porgere ai giova-ni elementi di giudizio tali da conferire il giustosignificato ad un gesto normalizzato dallasocietà? I giovani, gli adolescenti non sono moltoinclini per natura al conformismo; agevolare taleinclinazione e incoraggiare in questo caso unsano anticonformismo può contribuire a faremergere e maturare la loro personalità e ad evi-tare di attribuire all’alcol un “valore” che non ha.I giovani a volte hanno bisogno di essere provo-cati sulla sbandierata capacità giovanile di pren-dere la vita e le scelte nelle proprie mani. Se tuttidevono, dov’è l’originalità; se tutti seguono lastessa tendenza, dov’è la novità? Chi mostra aipari la capacità di non adeguarsi passivamentealle cattive abitudini imposte dalle dinamiche delgruppo connota una personalità forte, determi-

nata e responsabile e non è detto che non possagiungere a rappresentare un punto di forza e diriferimento per il gruppo stesso. Bere non serve adimostrare o ad affermare la propria superioritàal contrario smentisce e conferma una intrinseca,individuale debolezza e incapacità di proporre edaffermare sé stessi come individui dotati di unaindipendente capacità di giudizio; proporre que-sti concetti ai giovani può far scattare la molla cheattiva una riflessione ed una reazione.Osservare e “smontare” con i giovani la pubbli-cità degli alcolici trasmessi tramite i media puòessere un esempio da seguire per incrementare lacapacità critica su ciò che la pubblicità promettee che, di fatto, non trova riscontro nella esperien-za quotidiana. Sottolineare con i giovani che nes-suno può essere sollecitato al bere sulla base dimessaggi che dicono che bere “fa bene” (anchequelli dei telegiornali e delle riviste) perché allequantità di consumo indicate come “favorevoli”ad una malattia corrisponde contemporaneamen-te un maggior rischio di altre condizioni patolo-giche e sociali è indispensabile per sollecitare una

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cultura basata sulla informazione valida e corret-ta da pretendere e valutare per conformare leproprie scelte. Scegliere senza conoscere non èmai un grande vantaggio.

Ascoltando i giovani è sempre più fre-quente rilevare il ricorso al bere come

ad una ritualità connotata da un precisovalore comportamentale : bere agevola il

superamento di difficoltà di relazione o di inseri-mento nel gruppo e conferisce sicurezza. Taleconvinzione, che è alla base della nuova culturadel bere giovanile e il ricorrere al bere offre inmolte situazioni (percepite come difficili) unascorciatoia agevole ma insidiosa per la salute deigiovani; soluzione adottata per rispondere aldisagio o a problemi personali e relazionali cheandrebbero identificati (o meglio anticipati)attraverso il dialogo e la comunicazione soprat-tutto da parte dei genitori. Il ruolo chiave deigenitori, oltre che nel dialogo, dovrebbe essereesercitato ricorrendo alle “buone pratiche”; dareil buon esempio, far crescere il giovane in un

ambiente familiare in cui la presenza dell’alcol èvisibile ma discreta ed il modello di consumomoderato facilitano l’apprendimento di quelleinformazioni che rimarrebbero sterili nozioni seprivate da un coerente atteggiamento da parte dichi le propone. È dimostrato che lo stile di con-sumo del capofamiglia influenza quelli dei com-ponenti il nucleo familiare e che nelle famigliecompletamente astemie è bassa la frequenza diconsumatori che adottano consumi alcolici ina-deguati. È anche dimostrato che le quantità con-sumate dai componenti il nucleo familiare cresceparallelamente a quelle consumate dal capofami-glia. Saperlo giova e la adozione di un consumoresponsabile contribuisce alla realizzazione delclima di condivisione di uno stile di vita familia-re che connota e consolida il nucleo fondamenta-le della società. E ciò vale per l’alcol come per ilfumo, per l’alimentazione come per l’attività fisi-ca e per tutti i fattori di rischio in cui il compor-tamento individuale è il fattore chiave nel proces-so di salutogenesi. Capiterà di sentire giovani chescaricano tutte le responsabilità sugli amici, sul

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gruppo, o sulla mancanza di adeguati sistemi for-mali di controllo delle situazioni a maggiorrischio (discoteche, pub e luoghi di aggregazionegiovanili); è questa l’occasione migliore peremancipare i giovani richiamando il ruolo fonda-mentale dell’individuo nell’adottare una sceltalibera, matura e responsabile sollecitandone unacapacità critica nei confronti del bere, quellacapacità che possa proteggerlo da stimolazionisociali o mediatiche “devianti”.

Esordire con i giovani sui rischilegati all’alcol in età adolescenziale,nel momento in cui tutto è “esagera-

zione” e tutto soggetto a critica, puòessere penalizzante riguardo la probabilità diottenere reazioni positive sui comportamentiindividuali.Parlare ai giovani fin da quando sono bambinidei danni e dei rischi legati all’alcol e delle conse-guenze che errate abitudini di consumo possonoarrecare sia in termini di salute che i terminisociali può contribuire ad evitare che le indica-

zioni poste dai genitori si ammantino di un valo-re “integralista” o di divieto e faranno accettareprobabilmente con progressiva familiarità il con-cetto di stile moderato.

L’evidenza corrente indica che l’etàdi avvio al consumo alcolico in Italiaè la più bassa di tutta l’Europa: 12anni circa. Prima dei 15 anni, l’apparato digeren-te non ha completato la maturazione del sistemaenzimatico che “smonta” l’alcol ed è quindi inevi-tabile che qualsiasi bevanda alcolica consumataesponga a maggior rischio l’organismo. Il sistemadi smaltimento dell’alcol è, inoltre differente peri due sessi essendo comunque l’organismo fem-minile dotato di un sistema capace di eliminare lametà dell’alcol ingerito rispetto a quanto avvieneper i maschi; da ciò ne deriva che le donne sonopiù vulnerabili e che sperimentano gli effettinegativi dell’alcol con la metà delle quantità inge-rite dagli uomini. La natura, in questo caso, nonconferisce pari opportunità. Ogni singola consu-mazione di bevanda alcolica (un bicchiere di vino,

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una lattina di birra, una bottiglietta di alcopop o diaperitivo analcolico, un bicchierino di superalcoli-co) contiene circa 12 grammi di alcol. Mentre gliadulti non dovrebbero superare la soglia dei 40grammi al giorno per gli uomini e di 20 grammiper le donne (corrispondenti a 2-3 bicchieri e 1-2rispettivamente per i due sessi), per i giovani talilimiti dovrebbero essere ulteriormente ridotti infunzione delle condizioni fisiologiche che potreb-bero essere non completamente confrontabili conquelle dell’organismo maturo. In ogni caso è scon-sigliabile bere al di sotto dei15 anni, la normativavieta la somministrazione di bevande alcoliche aldi sotto dei 16 anni ed è sempre sconsigliabile berese si deve guidare. Per gli adolescenti in particola-re tali indicazioni dovrebbero essere semprecomunicate ed in ogni caso verificate con il medi-co di famiglia che può dare ulteriori consigli infunzione della conoscenza specifica dello stato disalute individuale che potrebbe sconsigliare il con-sumo alcolico. Se a tutti è concesso bere non èdetto che tutti possano farlo.

Un discorso in più va fatto per leadolescenti (e per le donne in gene-re). È sempre più frequente riscontra-re giovani ragazze che si ubriacano o che eccedo-no nel bere. Il fenomeno, da questo punto di vistaè più frequentemente maschile che femminile. Ilfenomeno è piuttosto recente perché in passatoera considerato “sconveniente” per una donnabere e soprattutto in pubblico; il gesto era consi-derato socialmente deprecabile e, per certi versi,categorizzava la donna in maniera negativa. Al dilà della richiamata maggiore vulnerabilità femmi-nile è da porre sempre la questione del rischio digravidanze assolutamente indesiderate maturatea seguito della perdita del controllo delle propriecapacità fisiche e mentali cui un abuso di alcolespone. È inoltre importante fornire alle adole-scenti il concetto che l’alcol nuoce al feto; puòsembrare prematuro rispetto ad un concepimen-to che le statistiche segnano realizzarsi più in lànegli anni ma è basilare per supportare una cul-tura che affermi che se bere è una scelta deveessere anche rispetto di sé e degli altri e soprat-

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tutto, nel caso specifico, del nascituro che non èdotato di sistemi enzimatici di smaltimento del-l’alcol che agisce direttamente come tossico sulcervello in formazione distruggendo i neuroni;due bicchieri di bevanda alcolica sono in questosufficienti a pregiudicare la salute del bambino.

I giovani vanno incoraggiati eaccompagnati nella scoperta dellimite che separa il consumo dall’a-

buso: un calice di vino, una birra, unaperitivo alcolico rendono più spigliati e crea-

tivi, favoriscono le relazioni sociali ma abbassanola percezione del rischio, la lucidità mentale e laprontezza dei riflessi. Questo lato della medaglianon può essere noto a chi non ha esperienza nel-l’uso dell’alcol per cui, evitando di giungere allaclassica, inconsapevole ubriacatura adolescen-ziale è opportuno fornire semplici informazionisulle modificazioni, spesso critiche, delle perfor-mance individuali sotto l’influenza di un abusoalcolico. I giovani tendono ad essere o ad appari-re più di quello che sono: questa caratteristica

adolescenziale può essere il punto chiave sulquale fare leva per evitare loro l’umiliazione diuna emarginazione dal gruppo o, peggio, dipagare conseguenze inaccettabili anche a seguitodi un singolo episodio di abuso. Le occasionisono tante ed anche una serata in pizzeria puòtrasformarsi in un contesto a rischio se si devetornare a casa in motorino.

Spesso i giovani sono attratti piùdall’apparenza che dalla sostanza;per questa ragione, ben nota a quantisi interessano di marketing, i giovani sonoattirati da forme, colori e, ovviamente, saporivicini al loro contesto culturale. Analizzare conloro le bevande alcoliche nelle caratteristiche chea loro modo di vedere sono quelle che attiranomaggiormente la curiosità e l’attenzione può con-tribuire ad identificare particolari spesso trascu-rati: la gradazione alcolica. Insegnare ai ragazzi aleggere le etichette e a essere coscienti che quan-do si beve, anche i 4-5 gradi alcolici segnalatisull?etichetta sono alcol, li emanciperà come con-

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sumatori e li preparerà ad affrontare meglio lescelte nelle situazioni (tante) in cui il controlloformale o familiare non è attivo. Da questo puntodi vista tutte le bevande alcoliche sono uguali.

Un discorso più delicato, ancheperché lontano dall?immaginariogiovanile, è quello della dipen-

denza da alcol. Spiegare comunquecon chiarezza ai ragazzi che bere inadeguata-mente può predisporre alcuni individui a ricerca-re nella mancanza di “freni” causata dall’alcol unsostegno ed un incoraggiamento per affrontare iproblemi è la base di partenza per introdurre ilproblema dell’alcolismo, malattia da cui è poimolto difficile uscire, molto più che dai problemiche lo hanno determinato. Il nostro organismo èdotato di un meccanismo che richiede nel tempoquantità sempre maggiori di alcol per giungere afornire le stesse esperienze di piacere che accom-pagnano il consumo; ciò significa che mentre nelcorso delle prime esperienze di consumo uno odue bicchieri sono sufficienti per raggiungere l’o-

biettivo di sentirsi più disinvolti, loquaci, eufori-ci, quasi immediatamente scatta il meccanismofisiologico che richiede quantità progressivamen-te crescenti per verificare gli stessi effetti. I bic-chieri diventano tre, quattro, sei e si perde il con-trollo diventando dipendenti dall’alcol. Fermarsi,moderarsi dipende da sé stessi; bere è meglio cheessere bevuti.

Offrire la casa agli amici dei figli ecoinvolgere i figli nella organizza-zione di una festa o di un sempliceincontro può essere l’occasione per dimo-strare che ci si può divertire e ottenere un climaspensierato e allegro anche con l’accompagna-mento di bevande analcoliche: l’alcol non è indi-spensabile per raggiungere questi risultati e nelcorso dell’adolescenza l’esperienza di una convi-vialità “analcolica” e la disponibilità di alternati-ve alle bevande alcoliche può agire da supportoper l’adozione di comportamenti e stili di vitasani del gruppo oltre che dell’individuo.

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Vigilare sui giovani può sembrareun consiglio ovvio ma non super-

fluo; situazioni spesso reputate tran-quille possono essere causa di conseguenze

impreviste per i giovani. Anche nel corso di unaserata in pizzeria con gli amici, specie se raggiun-ta con il motorino, c’è la possibilità che i giovaniricevano bevande alcoliche (è vietato per legge aldi sotto dei 16 anni ma non sempre la norma èapplicata). Se parte dei suggerimenti precedentifanno parte integrante della regolare educazionecontinua dei propri figli, l’adolescente “emanci-pato” non dovrebbe trovarsi nellecondizioni di chiedere una bevanda alcolica con-sapevole dei rischi che corre; un ulteriore trai-ning in merito spetta tuttavia ai genitori che nelleoccasioni di consumo familiari in un ristorante oin pizzeria cercherà di orientarli al consumo dibevande analcoliche non abilitando un consumoprecoce e fornendo l’esempio della moderazione.

Al termine di queste dieci riflessioni si sarà realizzato cheil fattore chiave per incrementare i livelli di protezionedella salute dei nostri giovani, dei nostri figli è importan-te mantenere aperti e attivi i canali di comunicazione,privilegiando l’ascolto e dedicando un tempo ben definitoall’analisi delle esigenze e dei loro problemi. È impensa-bile proteggere i giovani 24 ore al giorno da rischi che deri-vano dal comportamento individuale; farli maturare erenderli capaci di autogestire tali comportamenti è l’uni-ca chance da spendere per consentire una partecipazioneattiva del giovane al controllo, mantenimento e migliora-mento della propria salute.Probabilmente, un tono paternalistico serve poco, al paridei “diktat”; stimolare la curiosità, parlare con chiarez-za e fornire una disponibilità e una piena partecipazio-ne “alla pari” alla verifica di soluzioni che richiedono ilsupporto familiare può, nel tempo, mostrarsi come unastrategia vincente e rappresentare il più importanteinvestimento in salute in cui una società moderna possacontare con il contributo di tutti.

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illustrazioni di Ludovica Valori

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finito di stampare nel mese di aprile 2006dal Centro Stampa De Vittoria Srl

Via degli Aurunci. 19 - 00185 Roma

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