Un cent per l ’ambiente - coop Firenze

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Nei punti vendita dal 29/12/2017 Mensile di attualità su consumi, cultura, territorio, tempo libero. Per i soci di 44 Le due metà della medicina Differenze fra uomini e donne anche nelle cure 4 “Fico” da vedere e da gustare Non si paga per entrare nel parco dedicato all’alimentazione 14 Compleanno nel carrello Nel 2018 il settantesimo della nascita del prodotto a marchio Gennaio 2018 1 Un cent per l ambiente Dal primo gennaio i sacchetti dell'ortofrutta sfusa e dei banchi serviti devono essere compostabili e a pagamento A pagina 17

Transcript of Un cent per l ’ambiente - coop Firenze

Nei punti vendita dal 29/12/2017

Mensile di attualità su consumi, cultura, territorio, tempo libero. Per i soci di

44 Le due metà della medicina

Differenze fra uomini e donne anche nelle cure

4 “Fico” da vedere e da gustare Non si paga per entrare nel parco

dedicato all’alimentazione

14 Compleanno nel carrello

Nel 2018 il settantesimo della nascita del prodotto a marchio

Gennaio 20181

Un centper l’ambiente

Dal primo gennaio i sacchetti dell'ortofrutta sfusa e dei banchi serviti devono essere compostabili e a pagamentoA pagina 17

2 - - Gennaio 2018

In questo numero

Mensile diUNICOOP FIRENZE

Via Santa Reparata 4350129 FirenzeTel. 05547801

Fax [email protected]

Registrazione Tribunale Firenzen. 1554 del 17/07/63

DirettoreAntonio Comerci

Direttore responsabileSara Barbanera

Segreteria di redazioneMarie Casarosa

Grafica e impaginazioneWalter Sardonini

SocialDesignPrestampa

La ProgressivaStampa

Elcograf

Questo numero è stato chiusoin tipografia il 15/12/2017.

Diffonde 630.000 copie.

Foto di copertinaAndrea Fantauzzo

Trasmissione televisivadi Unicoop Firenze

Sabato ore 14.00 su RTV 38ore 17.45 su Italia 7

Domenica ore 8.10 su Italia 7ore 18.45 su Toscana TV

ore 22.45 su RTV 38Lunedì ore 13.15 su Toscana TV

INFORMATOREe INFORMACOOP

sono sempre on line suwww.coopfirenze.it

Nei punti vendita dal 29/12/2017

Mensile di attualità su consumi, cultura, territorio, tempo libero. Per i soci di

44 Le due metà della medicina della medicina della medicina

Le due metà della medicina

Le due metàDifferenze fra uomini e donne anche nelle cure

4 “Fico” da vedere“Fico” da vedere e da gustare e da gustare e da gustare Non si paga per entrare nel parco Non si paga per entrare nel parco e da gustare Non si paga per entrare nel parco e da gustare e da gustare Non si paga per entrare nel parco e da gustare

dedicato all’alimentazione

14 Compleannonel carrelloCompleannonel carrelloCompleanno

Nel 2018 il settantesimo della Nel 2018 il settantesimo della nascita del prodotto a marchio

Gennaio 20181

Un centper l’per l’per l ambiente’ambiente’

Dal primo gennaioi sacchetti dell'ortofrutta sfusa e dei banchi serviti devono essere compostabilie a pagamentoA pagina 17

informa

MONDO COOP

4 “Fico” da vedere e da gustareNon si paga per entrare nel più grande parco del mondo dedicato all’alimentazione Serena Wiedenstritt

5 Dietro le “Mille sbarre”A cena in carcere: storie e risultati delle Cene galeotte a VolterraGianni Carpini

30 La Calabria che speraViaggio nella realtà della cooperativa Valle del MarroValentina Vespi

31 Viaggiare da sociMolte soluzioni per tutti i gusti e tutte le etàBarbara Beni

ATTUALITÀ

6 Fondazione senza bancaFra bandi e contributi, le fondazioni bancarie contribuiscono allo sviluppo del territorioCecilia Morandi

7 Chimica e mimoseGianfranco e Teresa Mattei, due fratelli partigiani. A loro è dedicata la nuova Casa dello studente a SestoLuigi Dei

8 Il primo monacoIn molte località toscane festeggiamenti per Sant’Antonio abate Valentina Vespi

9 A Rigopiano c’erano Quando intervengono i volontari toscani del Soccorso alpinoAndrea Schillaci

10 C’è plastica e plasticaIl viaggio dei rifiuti: come suddividere tra raccolta differenziata e residuoLetizia Coppetti

11 Luci da NobelPregi e difetti delle lampade di ultima generazioneMonica Galli

12 Il clima dell'arteDue esperte dell’Opificio delle pietre dure proteggono le opere dagli effetti del clima Silvia Gigli

13 Se non è zuppa…Sapore intenso, a base di verdure oppure no, era il pasto unico di una voltaLeonardo Romanelli

GUIDA ALLA SPESA

14 Compleanno nel carrelloCon il 2018 il settantesimo anniversario della nascita del prodotto a marchioSara Barbanera

15 Tricolore di stagioneKiwi e arancia per stare bene con gustoMelania Pellegrini

16 La rossa con il bollinoIl punto sulla campagna di riduzione dell’uso degli antibiotici nelle filiere a marchio CoopMelania Pellegrini

17 Un cent per l’ambienteDal 1° gennaio i sacchetti dell’ortofrutta sfusa si devono pagare per legge

17 Pesce in cassa azzurraI risultati del progetto di riduzione degli imballi nel reparto pescheria Sara Barbanera

20 Carciofi contro cardi Il menù di gennaio della rivista Fior fiore in cucina

VARIE ED EVENTUALI

38 Una pecora in salottoBruno Bozzetto, autore e regista di film d’animazione, amico degli animaliSilvia Amodio

39 Una vita da NomadiNuovo album e concerti in tutta Italia, a cominciare da FirenzeBruno Santini

40 Parole per viaggiarePiccolo vocabolario per orientarsi al meglio Barbara Beni

41 Van Gogh a Vicenza120 opere del grande artista olandeseBarbara Beni

41 Marketing del fai-da-teLe pubblicità di siti che promettono di aiutarci a spendere menoPippo Russo

42 Il giardino volantePiante sospese per ogni tipo di ambiente Càrola Ciotti

43 Armati di binocoloFra paludi e canneti per monitorare gli uccelli acquaticiSilvia Amodio

44 Le due metà della medicina Le differenze fra uomini e donne si fanno sentire anche nelle cure Alma Valente

45 Dalla parte del cuoreUna app che aiuta i portatori di pacemaker, inventata da un medico toscanoCecilia Morandi

RUBRICHE

15 Promozionia cura di Melania Pellegrini

26 Socialitàa cura di Valentina Vannini

32 Lettere dei socia cura di Antonio Comerci

36 Eventi a sconto per i socia cura di Edi Ferrari

46 Segnalazionia cura di Edi Ferrari

Torna InformacoopRiprende a gennaio la trasmissione televisiva Informacoop, l’appuntamento con l’attualità di Unicoop Firenze. Tre servizi a settimana, in onda con sei repliche, per tenersi informati sulla cooperativa, sui progetti in corso e le attività in programma: cultura, salute, solidarietà, ambiente, consumi e novità in punto vendita. Per il primo mese dell’anno, nuovi servizi sui fornitori di Unicoop Firenze, sulla mostra “B come natura” dedicata al Mater Bi, sugli eventi in Bibliocoop e nelle sezioni soci. i orario e giorni nella colonna a sinistra

RTV 38

Gennaio 2018 - - 3

Punto e a capo

Senza punti premio da questo numero:il risparmio per carta migliore e plastica bio

Le news più lette nel Web dalla prima pagina del sito WWW.COOPFIRENZE.IT NEI PRIMI 10 GIORNI DI DICEMBRE

Calendario 2018Per i soci il calendario 2018 con le illustrazionidi Makkox

Pane in tortaUna ricetta golosa e natalizia per riciclareil pane

Galeotta fu la cena Cena galeotta per sostenere il restaurodel Duomo di Volterra

Vacanze al museo Le proposteper le vacanzescolastiche natalizie

Il Mater Bi in mostra Al Centro*Sesto l’ambientee le bioplastiche

A cena per i LeoniOrganizzata dalla sezione soci di Empoli per il restauro della fontana

di Antonio Comerci

Hanno assolto il loro compito i cinque punti premio a chi

ritira l’“Informatore” alla cassa. Infatti, la maggioranza dei soci ha scelto questa soluzione. Circa 180.000, su

840.000 soci che ne avrebbero l’opportunità, hanno deciso

comunque di riceverlo per posta, e noi glielo spediamo volentieri:

sono soci anziani o che abitano lontano dai nostri punti vendita. Siamo l’unica cooperativa che consente ai soci di scegliere fra la spedizione per posta o la consegna direttamente nei punti vendita. Una consegna personalizzata, socio per socio: a fine spesa appare, all’addetto alle casse o al socio nelle casse fai da te e Salvatempo, una schermata che invita a ritirare la propria copia del giornale. Un sistema che funziona e che consegna in tre giorni la metà della tiratura ai soci e alle loro famiglie. È migliorata anche la distribuzione per posta: meno copie da recapitare, poste e postini più solerti. In questi anni, grazie alla più rapida distribuzione alle casse e per posta, è cambiato anche l’“Informatore”: è più utile perché consente di conoscere tutte le offerte del mese per i soci, gli appuntamenti, le occasioni per il tempo libero, le cose belle e interessanti che si svolgono nelle

nostre zone. Un giornale più attuale e informato, che è apprezzato e letto tutto o in parte dall’83 per cento dei soci che lo ricevono. Un altro 13 per cento lo sfoglia per conoscere le occasioni commerciali e sociali. Poi ci sono i soci che non lo ritirano e quelli che lo prendono solo per i punti e poi lo lasciano alle casse, il 3 per cento. Sono in costante aumento coloro che lo leggono su internet quando arriva per mail, dicono che

non vogliono sciupare carta e si sentono discriminati per non avere anche loro il premio. L’“Informatore” sfogliabile sul nostro sito ha circa 80.000 visite mensili, mentre la versione on line raggiunge le 250.000 visite. Insomma, molti soci ci leggono sul computer o sul cellulare e in

un futuro prossimo saranno molti di più.Vista la situazione, da questo numero abbiamo deciso di non dare più i punti premio e il risparmio per la cooperativa, che deriverà da questa decisione, andrà a beneficio di una carta migliore, dal prossimo numero certificata Fsc, proveniente da foreste eco-compatibili. Il giornale inoltre non sarà più imbustato nella plastica ma nel Mater Bi compostabile al 100 %. Una scelta a favore dell’ambiente, quindi.Insomma, ora il solo premio che il socio riceve è un giornale utile e interessante, che cercheremo di migliorare numero dopo numero, grazie anche ai nostri lettori.

Il premio all’ambienteINFORMATORE

I DATI Sono quelli

dell’indagine a campione svolta fra

maggio e giugno 2017, in 20 punti

vendita grandi e piccoli, con mille intervistati dalla Modus, durante

la diffusione dell'Informatore

di giugno.

Assemblea dei soci a Lucca FOTO M. D'AMATO

Nei punti vendita dal 29/05/2017

Mensile di attualità su consumi, cultura, territorio, tempo libero. Per i soci di

39 Un delitto europeoOttanta anni fa l'agguatoUn delitto europeoOttanta anni fa l'agguatoUn delitto europeo

e la morte di Carlo e Nello

Rosselli in Francia11 A casa del genio

Il Museo Leonardiano di Vinci A casa del genioIl Museo Leonardiano di Vinci A casa del genio

dedica alle famiglie percorsi

didattici e aperture a tema4 L'utile, utile a tutti Il Bilancio dell'Unicoop Il Bilancio dell'Unicoop Il Bilancio dell'Unicoop L'utile, utile a tutti Il Bilancio dell'Unicoop L'utile, utile a tutti

Firenze buono per i soci

e per la Toscana e per la Toscana

Giugno 2017

6

e la morte di Carlo e Nello

Cinque punti

premio per i soci

che ritiranoil giornale alla cassa

Alleviamola saluteLa campagna Coop

per animali allevati

senza uso di antibiotici

A pagina 14

4 - - Gennaio 2018

Mondo Coop

Le fabbriche sono completa-mente a vista: una vetrata e

dietro gli artigiani del cibo che tirano la pasta, preparano il ge-lato, sfornano biscotti, fanno il formaggio. Non solo: i visitatori possono entrare e imparare i segreti della gastronomia ita-liana. Provare, mettere le mani in pasta e la forchetta in bocca è la filosofia di Fico, la Fab-

brica italiana contadina, aperta a Bologna lo scorso novembre. Le esperienze sono tante e hanno sempre due facce, da una parte la materia prima, dall’altra il prodotto finito. All’aria aperta la tartufaia con i cani addestrati che cercano il pregiato fungo, dentro a pochi metri i piatti al tartufo. Dallo spazio multime-diale dedicato all’uomo e al mare alla degustazione di pesce, c’è una distanza di qualche minuto; dal forno dove si fanno i biscotti al banco per comprarli sono due passi. Dentro c’è il Teatro della carne, nell’area esterna, a puro titolo dimostrativo, ci sono muc-che, pecore e conigli; accanto agli ortaggi, al frutteto e alle vigne.

Tutti in giostraLe sei “giostre” dedicate agli

elementi della natura sono degli scrigni multimediali, pensati per calarsi nel mare o per scoprire come l’uomo ha inventato il fuoco e da nomade è diventato agricol-tore. Si entra, si resta ammaliati dai cortometraggi della Scuola di cine-matografia di Nichetti, si gioca con

Per i più piccoli c’è il laborato-rio permanente con uno spazio dedicato interamente alla creati-vità, fatto di arte, scienza, materiali e tecniche espressive. I laboratori dell’Agribottega dei bambini a Fico offrono diversi percorsi ed esperienze: dai laboratori del fare a quelli della conoscenza, dalla creazione di oggetti all’educa-zione all’ascolto e alla pazienza.

A piedi, in bicio in FrecciaI visitatori sono accolti da un

muro di mele, che è un invito a scoprire la magia della biodiver-sità made in Italy. In tutta Europa, come spiega lo staff di Fico, ci sono 1200 varietà di mele, di queste mille sono in Italia, paese con la più grande biodiversità alimentare del mondo.

Fico è anche la festa dell’eco-nomia circolare: chi cucina den-tro quella che è stata rinominata la Disneyland del cibo, ha l’ob-bligo di acquistare almeno l’80 per cento degli ingredienti dalle altre aziende presenti. Così la pizza, preferibilmente servita a portafoglio, è fatta con la farina, la passata e la mozzarella di Fico e la pasta è quella stesa sulle spiana-toie di Fico.

A Fico la spesa si fa anche in bicicletta, passando per le cicla-bili della struttura che collegano tutte le fabbriche. Per gli acquisti più freschi, c’è un mini-frigorifero portatile da caricare sulla bici. I più pigri possono montare sul tre-nino elettrico, un Frecciarossa in miniatura. Si paga tutto insieme alla fine, a parte quello che si man-gia nelle fabbriche e nei chioschi.

BOLOGNA

“Fico” da vederee da gustareNon si paga per entrare nel più grande parco del mondo dedicato all’alimentazione

di Serena Wiedenstritt

i tavoli interattivi. Nella prima “gio-stra” i segreti del fuoco, poi quelli della terra, del mare, degli animali, delle bevande e del futuro. Sono la parte più multimediale di Fico, con elementi di interattività, corto-metraggi e percorsi animati. In par-ticolare, nella giostra “L’uomo e il futuro” il visitatore potrà piantare un seme a scelta fra basilico, lattuga riccia, rucola e lattuga cappuccina nell’apposita vasca idroponica. Ogni nuova piantumazione sarà associata a un codice numerico e tramite una app dedicata si po-tranno seguire tutte le evoluzioni della piantina che, una volta cre-sciuta, verrà raccolta e consumata all’interno di Fico.

QUANTO COSTAL’ingresso è gratuito, sono a pagamento le giostre, 2 euro, i prodotti e ciò che si consuma. I corsi costano 20 euro l’ora. Per i soci Coop sconto per l’abbonamento alle 6 giostre (8 euro invece che 10) e del 10% per i corsi e le visite guidate.

Fico aprei battenti da Rai Tg1

del 15/11/17o 1’,18’’

https://goo.gl/WkcMkd

DAL SITO WWW.EATALYWORLD.IT

DAL SITO WWW.EATALYWORLD.IT

DAL SITO WWW.EATALYWORLD.ITThomas Bartoli, Tiziana Primori e Oscar Farinetti

Gennaio 2018 - - 5

Mondo CoL’Italia è protagonista e la

puoi girare tutta mangiando anche il “cibo di strada” tipico delle varie regioni, dagli arro-sticini abruzzesi alla porchetta, dal lampredotto agli arancini. Ci sono anche i prodotti a marchio Fico, cioè realizzati nelle fabbri-che a vista. E se per mantenersi in forma c’è il campetto da beach volley, per curare anche lo spirito c’è il pianoforte, che però attac-cata ai tasti bianchi e neri non ha una semplice coda, ma diret-tamente una cucina con tanto di fuochi a induzione. L’ultima tappa è al bazar, dove si trovano gli accessori, soprattutto i casa-linghi, per rendere più alla moda l’arte di cucinare.

Miracolo italianoL’idea è nata cinque anni fa

e ha visto diversi attori mettersi insieme per un traguardo rag-giunto a tempo di record, un mi-racolo nell’Italia della burocrazia e dei ricorsi. La chiave di volta è stata la collaborazione fra il Co-mune di Bologna, che ha dato la disponibilità dell’area dell’ex mercato ortofrutticolo che resta pubblica, l’intuizione di Oscar Farinetti di fare una Expo per-petua del cibo che proseguisse il successo milanese e, infine, l’im-pegno di Coop Alleanza 3.0, rap-presentata da Tiziana Primori, da tutti riconosciuta come arte-fice del miracolo di Fico. Grazie alla sua tenacia e senso pratico, si è riusciti a trasformare una zona inutilizzata nel più grande parco agroalimentare del mondo, completo di 2 ettari di campi e stalle all’aria aperta, 220 animali e 2000 cultivar, 8 ettari con 40 fabbriche dove si produce a ciclo continuo, oltre 40 luoghi di ri-storo, 6 aule didattiche, un cen-tro congressi, cinema e teatro. s

di Gianni Carpini

VOLTERRA

Dietro le “Mille sbarre”A cena in carcere:storie e risultatidelle Cene galeotte

«In galera puoi fare due cose: o metterti nei guai o crescere. Gra-

zie a Dio, ho scelto la seconda». Questa seconda chance per Pierino Rosace, classe 1968, si chiama cucina. Dal

2010, dopo quindici anni di carcere, è rientrato in Calabria e a Gioia Tauro ha aperto il ristorante Vico Scuro in-sieme ai due figli. Di recente è tornato lì dove tutto è iniziato, la Casa di re-clusione di Volterra. Lo ha fatto però da uomo libero come chef delle Cene galeotte, le stesse iniziative che gli hanno fatto scoprire questo mestiere. Una notte al mese, tra la primavera e l’estate, il penitenziario sembra quasi scomparire, lasciando spazio a un lo-cale gourmet. Certo, intorno restano le

“Mille sbarre” da cui questo ristorante sui generis prende il nome, ma per una sera il labirinto di cancelli della fortezza medicea è percorso da ospiti diversi. Arrivano da fuori: volterrani, turisti, appassionati di enogastrono-mia. Dietro ai fornelli, con l’aiuto di chef affermati, ci sono i detenuti, altri

“colleghi” servono ai tavoli. Tutti sono

assunti da Unicoop Firenze che forni-sce anche le materie prime.

«Mi hanno detto che ero matto a tornare - confessa Pierino con un sorriso - ma mi è sembrata la giusta quadratura del cerchio. A Volterra ho iniziato a lavorare». Come lui, du-rante i tredici anni delle Cene gale-otte, quasi trenta detenuti sono stati assunti dai ristoranti della zona, men-tre l’istituto alberghiero della città continua a portare avanti, dentro al carcere, un corso enogastronomico che vede studiare fianco a fianco re-

clusi e ragazzi del territorio.

A tenere le fila del progetto, un modello per il reinserimento sociale dei de-tenuti, è Maria Grazia Giampic-colo, direttrice della Casa di re-clusione. «Fino ad oggi quasi q u i n d i c i m i l a persone hanno partecipato alle serate - spiega - e

il ricavato, 300.000 euro, è andato a sostenere i progetti di solidarietà della Fondazione Il Cuore si scioglie». Non solo. Le cene aprono a tutti le porte della fortezza medicea, osserva il presidente della sezione soci Coop di Volterra Giovanni Furiesi, «e fanno sì che il carcere non sia un’isola per la città, dandoci una grande visibilità».

Negli anni, troupe da mezzo mondo hanno varcato la soglia del carcere per raccontare questa re-altà, che ora è finita anche sul grande schermo grazie al film documentario Cene Galeotte di Fabrizio Laurenti, regista e sceneggiatore. Per tre anni ha seguito le serate, spiando con la te-lecamera il dietro le quinte. «Non mi aspettavo un rapporto tra gli agenti e i detenuti così umano - racconta -. Il messaggio del documentario è di non rimanere con la prospettiva che abbiamo, separando noi “fuori” e loro

“dentro”. Siamo tutti esseri umani».E cosa rimane a chi esce dalle

“Mille sbarre”? Pierino Rosace con-serva ancora una ricetta, la terrina di piccione: «La chiesi allo chef Gilberto Rossi durante una Cena galeotta. Mi aspettavo che mi guardasse dall’alto in basso, visto che ero un detenuto, invece mi disse: “prendi la penna”. Più che la ricetta, ho apprezzato il gesto, lo ha fatto con una semplicità disarmante». s

COME ARRIVAREDa Firenze a Bologna in treno AV si arriva in 35 minuti o poco più di un’ora con gli Intercity. Dalla stazione sono a disposizione navette ibride con partenza ogni 30 minuti nei giorni feriali e ogni 20 sabato e festivi, dalle 9.30 alle 0.30. In macchina l’uscita è Bologna Fiera, sulla tangenziale.

Le cene degli chefLe Cene galeotte nella Casa di reclusione di Volterra riprendono venerdì 23 marzo con gli chef Edoardo Tilli del Podere Belvedere di Pontassieve e Andrea Perini del ristorante Al 588 di Bagno a Ripoli. Previste altre quattro date: 27 aprile, 25 maggio, 29 giugno e 10 agosto. L’apertura al pubblico è alle 19.30, la cena inizia un’ora dopo. Costo: 35 euro a persona. È necessario prenotare e fornire i propri dati anagrafici per entrare nel carcere. i Argonauta Viaggi, tel 0552345040

Come partecipare

GLI INTERVISTATI Pierino Rosace

(nella foto) ristoratoreFabrizio Laurenti

registaMaria Grazia Giampiccolo

direttrice della Casa di reclusione

Dieci anni di Cene galeotte

da Informacoopdel 9/11/17o 4’01’’

https://goo.gl/MRbKP8

6 - - Gennaio 2018

Bando

Attualità

Vai col verdeC’è tempo fino al 23 gennaio per partecipare al bando della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze per dare nuova vita ad aree verdi in condizioni di degrado o sottoutilizzate. Al bando Paesaggi comuni possono partecipare associazioni, comitati di quartiere e mondo del volontariato per proporre interventi di impianto di nuove piante, messa a norma o valorizzazione del verde esistente, di recupero di parchi giochi o arredi e di gestione e cura dell’ambiente. Il tutto su spazi di verde pubblico del Comune di Firenze e abbinando agli interventi sulle piante e sul verde un piano di attività ludiche, culturali, di socializzazione ed educazione ambientale. I progetti vincitori del bando potranno beneficiare di un contributo fino a 50.000 euro ciascuno. i www.fondazionecrfirenze.it, 0555384011, [email protected]

FIRENZE

Fondazione senza bancaFra bandi e contributi,le fondazioni bancarie contribuisconoallo sviluppo del territorio

di Cecilia Morandi

in quest’ottica la collaborazione con Unicoop Firenze è molto im-portante. Vogliamo confrontarci con le forze positive del territorio e Unicoop Firenze lo è. La scuola realizzata in tempi record - la prima ricostruita dopo il terremoto - è un segnale dell’efficacia di questo genere di collaborazioni e della volontà della Fondazione di aprirsi a realtà importanti con cui finora non c’erano rapporti».

Visto che non c’è più un legame con la banca madre, come si sostiene la Fondazione?«Gestendo il proprio patri-

monio. Le erogazioni annuali sul territorio vengono generate dalla rendita annuale che il nostro patri-monio frutta attraverso una serie di investimenti».

Da cosa è costituitoil patrimonio?«È costituito dalla parteci-

pazione del 2 per cento di Intesa Sanpaolo e da altre risorse liquide investite con partner a livello inter-nazionale in totale autonomia. In questi anni il patrimonio è passato da 639 milioni di euro nel 1992 a 1629 milioni nel 2016».

Per i 25 anni dalla nascita della Fondazione è stata ideata una serie di eventi rivolti a Firenze e ai suoi cittadini, culminata nel grande concerto al Mandela Forum con 500 musicisti delle orchestre gio-vanili fiorentine sul palco e 6000 spettatori nel pubblico. Nono-stante le tante iniziative e il pas-sare degli anni, sono ancora in tanti a confondere la Fondazione CR Firenze con la banca da cui è originata. «Ci telefonano per chiedere un mutuo o per risolvere problemi con i direttori delle filiali della Cassa di risparmio di Firenze

- racconta Tombari -. Approfitto dell’occasione per ribadire che con la banca non abbiamo più alcun le-game e che siamo un soggetto non profit: noi non facciamo utili, ma la rendita del nostro patrimonio viene direttamente riversata sul territorio». s

H anno già compiuto 25 anni ma per molti sono ancora

oggetto di mistero e c’è chi conti-nua a confonderle con le banche da cui sono originate. In realtà le fondazioni bancarie sono enti au-tonomi e senza scopo di lucro, fi-nalizzati a sostenere lo sviluppo del territorio. Nascono nel 1992 con la legge Amato che ha privatizzato il sistema del credito e delle casse di risparmio. All’inizio le fondazioni avevano l’intera partecipazione della banca di riferimento, poi que-sta partecipazione è andata via via diminuendo, fino ad azzerarsi in alcuni casi.

Così è stato per la Fondazione Cassa di risparmio di Firenze che ha un suo presidente, Umberto Tombari, un consiglio di ammini-strazione, un’assemblea di 160 soci, collegi revisori e probiviri propri, che ne garantiscono l’autonomia decisionale e gestionale. «Non ab-biamo più alcuna partecipazione nella Cassa di risparmio di Firenze: il cordone ombelicale che ci le-gava alla banca madre oggi è stato completamente reciso - precisa Tombari -. Il nostro compito è con-tribuire allo sviluppo del territo-rio». Come recita l’articolo 3 dello statuto: «La Fondazione… per-segue esclusivamente scopi di uti-lità sociale e di promozione dello sviluppo economico». In questi 25 anni infatti sono stati erogati con bandi tematici o contributi ordinari circa 663 milioni di euro a 4000 soggetti, fra associazioni, isti-tuzioni ed enti attivi sul territorio fiorentino.

Con quali criteri vengono scelti i progetti da finanziare?«I settori nei quali interve-

niamo sono molti: vanno dall’arte al volontariato, dall’istruzione al problema abitativo, dall’ambiente alla ricerca. Abbiamo deciso di sostenere le progettualità strategi-che autonome della città, affinché contribuiscano al suo sviluppo nel presente e nel futuro. Per questo siamo molto sensibili al tema della creatività e dell’imprenditoria gio-vanile, oltre che al recupero degli

L’INTERVISTATOUmberto Tombaripresidente Fondazione CR Firenze

spazi urbani non utilizzati. Ne è un esempio il Granaio dell’abbon-danza nell’ex caserma Cavalli in piazza Cestello, a Firenze, che di-venterà la casa delle start up».

Con la costruzione della scuola di Cittareale dopo il sisma del 2016 è nata una collaborazione fra la Fondazione e Unicoop Firenze…«Credo che la Fondazione

debba essere sempre più aperta e

Granaio dell’abbondanza nell’ex caserma Cavalli in piazza Cestello, a Firenze

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Gennaio 2018 - - 7

FirenzeRICORRENZE

Giorno della memoriaIl 27 gennaioricordando Auschwitz

di Valentina Vespi

«L a Repubblica italiana ricono-sce il giorno 27 gennaio, data

dell’abbattimento dei cancelli di Au-schwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali,

la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati»: èl'arti-colo 1 della legge 211 del 2000 che ha istituito il giorno della memoria.

Le leggi antisemite furono fir-mate in Toscana alla villa del Gombo nella Tenuta di San Rossore, a Pisa, il 5 settembre 1938. Il 2018 vede, oltre all’ottantesimo anniversario di que-ste leggi, il settantesimo dall’entrata in vigore della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e l’ottantesimo anniversa-rio della conferenza di Evian, voluta dal presidente Roosevelt e dalla So-cietà delle nazioni. Lì nacque il diritto dei rifugiati, anche se alla fine la con-ferenza si chiuse con un nulla di fatto e anche gli ebrei che già scappavano dalla Germania furono rimpatriati. Nei mesi passati, insegnanti e ragazzi delle scuole superiori di tutta la To-scana si sono preparati in vista del Giorno della memoria 2018 al Nelson Mandela Forum di Firenze. Ogni due anni, in alternanza al Treno della memoria organizzato dal Museo della deportazione di Prato e dalla Regione Toscana, il Mandela Forum accoglie i ragazzi delle scuole per ascoltare le voci dei deportati sopravvissuti che raccontano la propria esperienza. i www.regione.toscana.it

www.museodelladeportazione.it

Gianfranco Mattei, che fu rinchiuso nel carcere di via Tasso insieme con altri suoi compagni. Nella notte tra il 6 e il 7 febbraio del 1944, dopo tortura, per non tradire i compagni, s’impiccò nella sua cella usando la cintura dei pantaloni. Oggi una targa sulla facciata di via Giulia ricorda «l’eroico silenzio che fu salvezza ai compagni di lotta».

Per ricordare Teresita, scomparsa il 12 marzo 2013 a Usignano in provin-cia di Pisa, e per ricordare il fratello Gianfranco, che si laureò proprio nella nostra università, lo scorso 28 novem-bre è stata inaugurata, al Polo scien-

tifico-tecnologico dell’università di Firenze a Se-sto Fiorentino, la nuova Casa dello studente dedicata proprio ai due fratelli Mattei.

Perché de -dicare una casa per gli studenti a Gianfranco e Te-resita? La rispo-sta è semplice: gli studenti uni-versitari devono avere memoria, cosc ienza c i -vile e rifuggire

dall’indifferenza. Ci auguriamo che o-gni volta che vedranno anche di sfug-gita la lapide con questi due nomi, un passato di grandi ideali di libertà, de-mocrazia, giustizia sociale resusciti dall’oblio. Ci auguriamo che questa casa, dove gli studenti dormono, vi-vono e si incontrano, diventi luogo in cui matura, insieme alla crescita cul-turale, l’impegno civile che ci deve obbligare a essere sempre e ovunque

“partigiani”. Perché ognuno, con le parole di Gramsci, possa pensare: «Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo… e ogni cosa che succede non sia dovuta al caso, alla fatalità, ma sia intelligente opera dei cittadini… vivo, sono partigiano, perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti».

All’inaugurazione, insieme a me, erano presenti Monica Barni, vice-presidente della Regione Toscana, Marco Moretti, presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio, Lo-renzo Falchi, sindaco del Comune di Sesto Fiorentino e Rocco Muzio, figlio di Teresa Mattei. s

di Luigi DeiRettore

dell’Universitàdi Firenze

MEMORIA

Chimica e mimoseGianfranco e Teresa Mattei, due fratelli partigiani.A loro è dedicata la nuova Casa dello studente a Sesto

D ei fratelli Mattei la più nota è si-curamente Teresa, detta Teresita,

partigiana e deputata italiana del Pci, la più giovane eletta dell’Assemblea Costituente. Si deve a lei la scelta della mimosa come simbolo della

“Festa della donna”. Del fratello Gian-franco, invece, in pochi conoscono la storia. Ma anche la sua è una storia di eroismo e coraggio.

Studente di chimica, si laureò alla Regia università degli studi di Firenze e in seguito fu assistente di Chimica industriale al Politecnico di Milano. Qui lavorò con Giulio Natta, futuro Nobel per la chimica nel 1964, che lo citò nella sua Nobel lecture. Convinto antifascista ben prima dell’8 settembre, dopo l’armistizio fu costretto a lasciare Milano per-ché le sue posizioni erano note alle forze di polizia. Si trasferì dunque a Roma nell’ottobre del 1943 dove, u-nitosi al Gruppo di azione partigiana (Gap), organizzò, insieme ad altri, la cosiddetta “santabarbara”, dal nome della patrona degli artificieri, di via Giulia. Grazie alle sue competenze in chimica, Mattei era straordinario nel costruire bombe e ordigni con mate-riali di risulta, che poi venivano usate dai gruppi partigiani contro tede-schi e fascisti. La fabbrica fu scoperta per delazione di una spia fascista e il primo febbraio 1944 le SS irrup-pero nell’appartamento. Arrestarono

Teresa Mattei: la Costituente

La Prima Pietrada Repubblica Tv

del 10/3/14o 2’10’’

https://goo.gl/C9FHCi

Teresita Mattei

8 - - Gennaio 2018

AttualitàTRADIZIONI

Il primo monaco

di Valentina Vespi

L a storia di Sant’Antonio abate, chiamato anche Sant’Antonio

del Fuoco, comincia a Coma in Egitto nel 251 circa; il santo morirà poi ultracentenario nel gennaio del 357. Abate ed eremita, viene considerato il fondatore del mona-chesimo cristiano e il primo degli abati. Figlio di agricoltori cristiani, rimase orfano molto giovane e decise di lasciare i suoi beni ai poveri e di ritirarsi a vita solitaria nei deserti attorno alla sua città. Si racconta che si dedicò ad ope-rare guarigioni e “liberazioni dal demonio”, e viene considerato il protettore degli animali domestici.

Raffigurato insieme ad un ma-iale con al collo una campanella, la Chiesa lo festeggia il 17 gennaio con la benedizione di animali e stalle. Questa tradizione non è legata direttamente al santo, ma nacque nel Medioevo in terra te-desca, dove ogni villaggio aveva un maiale da destinare all’ospedale dei monaci di Sant’Antonio. I ma-iali di proprietà degli Antoniani divennero nel tempo “sacri” per-ché servivano come cibo per i ma-lati: chi avesse osato rubarne uno, avrebbe ricevuto la vendetta del santo, cioè malattie al posto di gua-rigioni. Una leggenda originaria del nord Italia racconta inoltre che la notte del 17 gennaio gli animali acquisiscono la facoltà di parlare: durante questo evento i contadini si tenevano lontani dalle stalle per-ché udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio.

L’incanto e i falòTante sono le feste dedicate

al santo in tutta Italia, ma la be-nedizione degli animali è molto sentita particolarmente nell’Italia centrale, dove è ancora viva l’u-sanza popolare che vede gruppi di persone con fisarmoniche, chi-tarre e altri strumenti artigianali fare visita alle famiglie amiche, cantando lunghi stornelli dedi-cati alla storia dell’abate egiziano. In altri luoghi si festeggia il santo con un “incanto”: i fedeli si re-cano nella chiesa principale, dove vengono portati doni alimentari

Feste in ToscanaLa Toscana festeggia il santo in

diversi luoghi: famoso è il “Palio di Buti”, in provincia di Pisa, che si corre la domenica successiva al 17 gennaio. Consiste in una sfida fra cavalli condotti da fantini che rappresentano le sette contrade in cui è suddiviso il paese e si corre sulla strada principale della citta-dina. Insieme al Palio di Siena e di Asti è uno dei più antichi d’I-talia, infatti affonda le sue radici nel XVII secolo. È preceduto dalla celebrazione religiosa, dalla sfilata e dalla rievocazione storica sul sa-grato della pieve. La trippa, il vino e i costumi storici, oltre ai cavalli, sono i protagonisti della giornata di festa, il tutto circondato non solo nei giorni prima, ma già nel corso dell’anno, da un’aura di se-gretezza che si dice porti fortuna alla contrada.

Altre città che festeggiano il santo protettore degli animali sono Poggio a Caiano e Montemurlo, in provincia di Prato. A Poggio a Caiano dal 1997 è stata riscoperta l’“Antica fiera di Poggio a Caiano”, rievocazione dei costumi e delle tradizioni contadine. L’origine della fiera risale al 1709: il pittore Cre-spi la raffigurò in un’opera conser-vata oggi agli Uffizi e dall’inizio del ‘900 si svolge nel giorno dedicato al santo protettore, oltre che degli ani-mali anche dei raccolti, che difende dalle tempeste e dagli incendi. Al santo sono dedicati i panini bene-detti, tradizione antica che ancora oggi è sentita in tutta la provincia di Prato. La benedizione degli animali e del pane di Sant’Antonio da parte del parroco sono i momenti princi-pali della domenica più vicina al 17 gennaio anche nella parrocchia di Oste, frazione del comune di Mon-temurlo. L’antica tradizione vede massaie e contadini preparare que-sto pane con gli ingredienti poveri della terra, come rosmarino e uvetta, e portarlo alla benedizione. Con il passare degli anni, gli animali da compagnia hanno sostituito quelli da fattoria. i www.paliodibuti.org

www.prolocopoggioacaiano.it

In molte località toscane festeggiamenti per Sant’Antonio abate

che il 17 gennaio sono venduti all’asta per raccogliere fondi per la parrocchia.

Una tradizione ancora più antica vedeva, oltre all’incanto, il

“falò di Sant’Antonio” insieme alla benedizione per animali e mezzi agricoli. Ogni luogo d’Italia ha par-ticolarità legate al santo, ci sono proverbi, modi di dire e nomi di-versi con i quali viene chiamato per distinguerlo da Sant’Antonio da Padova.

Andar per presepiVaglia (Firenze). Fino al 6 gennaio si può visitare un presepe ideato ed allestito in un locale della Misericordia, un piccolo capolavoro che unisce simboli, vita, tecnologia e tanta passione.Fucecchio (Firenze). A chiusura degli eventi natalizi, c’è la consueta “Cavalcata dei Re Magi” il 6 gennaio da Ponte a Cappiano fino alla Chiesa della Collegiata. Nicosia di Calci (Pisa). “Il Presepio che cresce” si può visitare fino all’8 gennaio (su prenotazione fino al 2 febbraio: Bruna 050938690).

Toscana

Benedizione degli animalia San Pietro

Da Tg5 del 17/01/17o 1’23’’

https://goo.gl/HjKvLZ

Sant’Antonio Abate, Pontormo, Galleria degli Uffizi

Gennaio 2018 - - 9

SOCCORSO ALPINO

A Rigopianoc'erano

di Andrea Schillaci

In volo sulla ToscanaAlcune delle stazioni sono colle-

gate alle basi di elisoccorso (Firenze, Cinquale e Grosseto) e i relativi tecnici sono sempre presenti sui Pegaso, gli elicotteri della Toscana. In particolare, la maggior parte dei servizi di elisoccorso sanitario in Italia attualmente vede l’equipaggio composto in genere da due o tre

persone, in ag-giunta al pilota ed al tecnico di volo: un medico, un infermiere e, appunto, un tecnico di eli-soccorso, figura professionale specialistica del Cnsas (Corpo nazionale soc-corso alpino e speleologico del Club alpino italiano), abili-tato al soccorso in ambient i ostili o impervi

e responsabile della sicurezza dell’équipe sanitaria.

Nel 2016 gli elicotteri Pegaso hanno effettuato 2306 missioni e per questo servizio la Regione To-scana ha stanziato, per il 2017, 17 milioni di euro. Una cifra impor-tante ma necessaria perché, come ha ricordato recentemente l’asses-sore al diritto alla salute, Stefania Saccardi, «il servizio di elisoccorso è prezioso, poiché consente di pre-stare assistenza in tempi rapidi in ogni lembo della regione, sulle isole e nei luoghi più difficilmente rag-giungibili dalle ambulanze».

I volontari del soccorso alpino toscano, però, sono attivi quotidia-namente anche per emergenze di-verse e spesso meno gravi. Basta scorrere le pagine del sito del Sast (www.sast.it) per capire la tipologia di interventi: alpinisti bloccati su una montagna, cercatori di funghi dispersi, cacciatori colpiti da malori, escursionisti in difficoltà. In tutti questi casi, in seguito alla chiamata presa dal 118, scattano i soccorsi e si mobilitano i volontari toscani. s

Quando intervengonoi volontari toscani

La Befana scende dal campanileDal 1994 i Vigili del fuoco di Pistoia, che già facevano atterrare la Befana dal tetto della caserma il 6 gennaio, decisero, primi in Italia, di estendere lo spettacolo a tutti i bambini e alle famiglie della città, trasferendosi in piazza del Duomo e facendo calare la Befana dal campanile, alto 66 metri. Da allora l’iniziativa si ripete ogni anno grazie alla disponibilità di un centinaio di Vigili del fuoco del Comando di Pistoia. La Befana si cala dal campanile, però, a causa di problemi con la scopa, sbatte contro il campanile e cerca l’aiuto dei Vigili. L’autopompa irrompe così nella piazza a sirene spiegate e lampeggiatori accesi, e con abili e veloci manovre la Befana viene “imbracata” e fatta scivolare lentamente lungo uno speciale “discensore” fino a terra, sopra la testa di tutti i presenti. Dieci lampeggiatori luminosi sparsi nella piazza indicano il posto dove le aiutanti della Befana sono pronte a distribuire carezze e dolciumi a tutti i bambini presenti.

Pistoia

Quando è successa la trage-dia della valanga sopra l’al-

bergo di Rigopiano, loro c’erano. E anche in occasione dell’ultimo terremoto nel centro Italia. Sono gli oltre 250 volontari, dei quali 160 specializzati, del Soccorso al-pino speleologico toscano (Sast), nato nel 1957 a Lucca e Querceta. Oggi nella nostra regione ci sono 7 stazioni: Carrara e Lunigiana, Massa, Querceta, Lucca, Appen-nino Toscano, Monte Falterona e Amiata. Ogni stazione ha una c o m p e te n z a speci f ica di-versa in base alle caratteristi-che del territo-rio, in modo da far fronte a tutte le richieste di soccorso che, con il progres-sivo aumento dei frequenta-tori della mon-tagna e con l’evolversi dei tempi, sono aumen-tate. All’alpinismo classico e allo sci, per esempio, si sono aggiunte nuove discipline anche più com-plesse, come parapendio, delta-plano, snowboard, torrentismo, mountain bike. In ogni situazione il personale deve essere altamente specializzato ed è per questo che del Sast fanno parte medici alpi-nisti, medici speleologi, tecnici di elisoccorso, di soccorso alpino e di soccorso speleologico, specialisti in disostruzione e speleo-subac-quei, specialisti di soccorso in forra (torrentismo), unità cinofile da ri-cerca in valanga e in superficie.

«Subito dopo la valanga di Ri-gopiano - racconta Paolo Romani, addetto stampa del Sast - furono chiamati i nostri volontari e il loro apporto è stato fondamentale per-ché si sono mossi agevolmente con gli sci sulla neve fresca, ga-rantendo la sicurezza di chi stava scavando. E anche in occasione del naufragio della Costa Con-cordia furono allertati gli speleo-logi subacquei toscani, ma in quel

La vera forza del Corpo nazionale

del soccorso alpino

da YouReport.itdel 6/3/17o 5’16’’

https://goo.gl/fMyRVQ

caso poi non furono utilizzati». Infatti tutto quello che succede nell’Arcipelago Toscano è di com-petenza degli uomini del Sast e per richiedere il loro intervento basta chiamare il 118: dalla cen-trale partono immediatamente le segnalazioni e vengono allertate le stazioni più vicine al luogo da dove è partita la chiamata.

10 - - Gennaio 2018

AmbienteIL VIAGGIO DEI RIFIUTI

C’è plasticae plasticaCome suddividerlatra raccolta differenziatae residuo

di Letizia Coppetti

Il pianeta rischia di morire se-polto da una marea di rifiuti?

Dipende anche dal comporta-mento del singolo cittadino, a cui è demandato un compito one-roso ma importantissimo: quello di suddividere bene i rifiuti per avviarli alla raccolta differenziata, e cercare così di gettare sempre meno cose nel residuo. Siamo tutti sulla stessa barca, produt-tori, distributori e utilizzatori, e ognuno di noi dovrà fare la sua parte. Cerchiamo dunque di farla al meglio, evitando errori e, con il nostro comportamento, facciamo crescere la coscienza civica ed ecologica nelle nuove generazioni.

Iniziamo il nostro “viaggio” nel mondo dei rifiuti e della rac-colta differenziata, partendo dagli imballaggi di plastica e altri mate-riali. Risalendo uno scalino indie-tro rispetto al consumatore, sono i produttori stessi che dovrebbero orientarsi verso confezioni ad alta e facile riciclabilità e molti lo stanno facendo, come Coop con il proprio marchio, e dove possibile condizionare le scelte del fornitore.

Come differenziareOra siamo a casa nostra, e

dobbiamo differenziare bottiglie e contenitori vari in plastica, tetra-pak o lattine. Anche cellophane, polistirolo e nylon vanno gettati insieme nel multi-materiale, pur-ché siano imballaggi. Per alcuni oggetti il consumatore medio può avere dubbi: ad esempio i piatti e i bicchieri in plastica sono ok, le posate di plastica no. Sì anche a blister vuoti (tipo quelli delle medicine) mentre la carta ac-coppiata con alluminio (come le confezioni dei biscotti) va nella carta. Non si possono raccogliere nel multimateriale, invece, oggetti di plastica dura tipo giocattoli e custodie di CD e DVD, mentre le cassette per la verdura sì. Qual è il discrimine? Sì agli imballaggi, no a tutto il resto, che comun-que può essere portato nei cen-tri di raccolta, dove può ancora

Chi riciclaIn Toscana le plastiche raccolte

in modo differenziato dai cittadini o prelevate dalle aziende conflu-iscono alla Revet, che ha sede a Pontedera. Oltre 60.000 tonnel-late l’anno, sottoposte a una serie di processi selettivi che consentono di recuperare materiale omogeneo, pronto per essere riciclato negli impianti di Revet Recycling o in

quelli di altre in-dustrie del rici-clo. Una prima selezione, attra-verso “fori” di diverse dimen-sioni, separa il materiale in-gombrante da quello medio e da quello fine. Il materiale in-gombrante è avviato a una selezione ma-nuale f inale, m e n t r e g l i

imballaggi di medie dimensioni continuano il loro viaggio verso le selezioni successive. Quello leggero viene aspirato e condotto a un successivo impianto, dove è suddiviso da una serie di selettori meccanici e ottici in successione.

Il tetrapak arriva in provincia di Lucca per il riciclo della fibra cellu-losica (circa il 75%). Le plastiche sono invece selezionate per tipolo-gia (pet, hdpe, ldpe, pp, ps...) e per colore (pet trasparente, azzurrato, colorato) e riciclate dalle aziende consorziate con il sistema Corepla. La frazione più critica delle pla-stiche (quel plasmix che oggi rap-presenta oltre il 55% in peso degli imballaggi plastici raccolti) viene invece valorizzata grazie alla Revet Recycling, che nel suo impianto la trasforma in un materiale detto densificato, con cui produce profili per l’arredo esterno e granuli adatti allo stampaggio di qualsiasi manu-fatto plastico anche di alta gamma. Potrebbe capitarvi di guidare ad esempio uno scooter le cui parti in plastica sono fatte di materiale riciclato. s

essere avviato a riciclo. Le buste da lettere con la finestra traspa-rente? La plastica va staccata dalla carta, come succede con le con-fezioni di pasta che presentano la finestrella sulla confezione. I contenitori sporchi vanno lavati? È bene passarli almeno sotto l’acqua corrente per togliere il grosso del residuo alimentare. Le buste in plastica vanno nel multi-materiale, mentre quelle in bio-plastica possono essere utilizzate per raccogliere gli scarti di cucina. Unicoop Firenze ha sostituito gli shopper di plastica con quelli in bio-plastica di Mater Bi, e anche i sacchetti e i guanti dell’ortofrutta, con un risparmio di 4990 ton-nellate di plastica. Dallo scorso autunno sono in Mater Bi anche i sacchetti della pescheria, macelle-ria e dei banchi serviti. Se si hanno ancora interrogativi, le aziende che si occupano della raccolta for-niscono informazioni per orien-tarsi al meglio: come Alia, attiva nelle provincie di Firenze, Prato e Pistoia, con un depliant dal titolo Dagli abiti usati agli zerbini.

DA NON FARENon gettare i bastoncini per le orecchie nel water! Anche se sulla confezione c’è scritto che sono biodegradabili, otturano le fognature o finiscono sulle spiagge e in mare.

Gennaio 2018 - - 11

sensibili alla luce, presenti nella retina, e una delle loro funzioni è quella di regolare il nostro ciclo giorno/notte. Quando colpite da luce blu tipica delle ore del giorno, inibiscono la produzione di mela-tonina inducendo lo stato di veglia, mentre quando sono raggiunte da luce gialla, arancione e rossa, quella tipica del sole che tramonta, favo-riscono la produzione di melato-nina e quindi uno stato di relax e sonno. Secondo gli scienziati, tablet, smartphone e televisori a Led che emettono molta luce blu potreb-bero essere la causa dell’aumento di persone che hanno disturbi del sonno. Non è una buona abitudine il loro uso nelle ore serali, andreb-bero spenti un po’ prima di andare a dormire per favorire la produzione di melatonina e dunque un buon riposo notturno.

Come scegliereLa luminosità delle lampade

a Led si misura in lumen (lm in etichetta). Il watt invece misura la potenza, che è un indicatore dei consumi di energia. In una lam-pada a incandescenza un flusso luminoso pari a 125 lumen sarà raggiunto utilizzando una potenza di 15 watt, che scenderanno a 6 in una alogena e a 3 in una a Led. Una lampada a incandescenza da 100 watt potrà essere sostituita con una a Led da 1600 lumen, che di watt ne consumerà solo 13, con evidente risparmio energetico e dunque economico. In etichetta è riportata anche la temperatura di colore (T, espressa in gradi Kelvin): se è compresa fra 2500 e 3500K, la luce diffusa sarà di un bianco caldo, con meno radiazioni blu e più adatta per ambienti rilas-santi, se fra 3550 e 5000K, il bianco sarà neutro, mentre dai 5100K avremo una tonalità bianco freddo che emette molte radiazioni blu. L’indice di resa cromatica (Ra), sempre riportato in etichetta, mi-sura in centesimi la capacità della lampadina di far apparire naturali i colori degli oggetti illuminati: una buona lampadina ha un valore su-periore a 80 Ra. s

EFFICIENZA ENERGETICA

Luci da NobelPregi e difetti delle lampade di ultima generazione

di Monica Galli

I Led nel 2014 hanno fatto guada-gnare un Nobel per la fisica a tre

ricercatori giapponesi che, dalle prime sperimentazioni degli anni Novanta, hanno messo a punto la tecnologia per lampade da illumi-nazione in grado di sostituire nei prossimi anni tutte le altre.

Dove si trovanoI Led sono

molto diffusi, si trovano nelle spie di apparec-chi elettronici, nelle luci di stop di molte auto e in quelle di emergenza di ambulanze, auto di Carabi-nieri e Polizia. È data dai Led la retroillumina-zione di molti te l e v i s o r i a cristalli liquidi (i cosiddetti Lcd a Led) e degli schermi di computer, smartphone e tablet. I Led ormai influenzano anche il design per-mettendo punti luce di forme e colori impensabili con le vecchie tecnologie. In molte città hanno già sostituito i tradizionali lam-pioni ai vapori di sodio e mercurio dell’illuminazione pubblica, mi-gliorando con la loro efficienza la sicurezza delle strade e abbassando la spesa per l’energia elettrica con-sumata. Anche l’amministrazione comunale di Firenze dal dicem-bre 2016 ha stanziato 10 milioni di euro per sostituire, entro il 2018, 33.000 lampade sulle 44.000 totali della città con i Led, promettendo un risparmio di 12 milioni di kilo-wattora annui.

VantaggiLe lampade a Led sono molto

vantaggiose perché consumano meno energia e durano un tempo assolutamente maggiore di tutti gli altri tipi di lampada, permettendo un bel risparmio di soldi. La super-ficie delle lampade non si scalda

come avviene con le lampade a incandescenza e le alogene, elimi-nando il rischio di bruciarsi. Negli smartphone, tablet e computer, i Led hanno talmente migliorato il contrasto, la resa dell’immagine e i colori che è possibile vedere, anche su piccoli schermi, video e film con ottima definizione.

SvantaggiSe è vero che i Led consumano

poco, è anche vero che costano molto. Ad oggi si stima che per ammortizzare il costo di una lam-pada sia necessario circa un anno e mezzo. Però la questione più im-portante da prendere in considera-zione riguarda la nostra salute. È da diversi anni che sono state scoperte le cellule gangliari intrinsecamente

L’ambiente con un clickÈ un dominio di terzo livello, cioè si arriva prima e senza troppe ricerche. Su www.ambiente.coopfirenze.it c’è tutto quello che la cooperativa fa per l'ambiente: dal riciclo al risparmio energetico, dai prodotti a basso impatto ambientale alle campagne per la salvaguardia della natura. E poi foto, video e opuscoli sfogliabili on line.

ambiente.coopfirenze.it

FOTO F. GIANNONI

12 - - Gennaio 2018

Toscana

di Silvia Gigli

La luce, l’umidità, il calore, la velocità dell’aria, l’inqui-

namento. Tutto può compro-mettere un’opera d’arte. Per gli esperti dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, ogni giorno c’è una nuova sfida per preservare il nostro gigantesco patrimonio. Dipinti su tela e su legno, affre-schi, manoscritti e arazzi, bronzi e materiali lapidei. Ogni materiale ha i propri nemici e le climato-loghe dell’arte, come 007 della prevenzione, lavorano e studiano per scongiurare il degrado di beni dal valore inestimabile.

A Firenze ci sono due donne che sono in prima linea nel set-tore della climatologia e conser-vazione preventiva. Si chiamano Monica Galeotti, responsabile del settore, e Sandra Cassi. Rara-mente le troviamo nel loro uffi-cio alla Fortezza da Basso. Quasi ogni giorno hanno sopralluoghi in chiese e musei, in tutta Italia e anche all’estero, per seguire passo passo la vita climatica delle opere d’arte per le quali viene chiesto il loro aiuto. Il loro è un lavoro pre-ziosissimo ma quasi sconosciuto. Molto si sa dei grandi restauri, poco di ciò che avviene dopo la ricollocazione di un’opera d’arte. Per periodi di almeno un anno sensori di ogni genere monito-rano tutti gli agenti atmosferici potenzialmente nocivi per capire se l’ambiente in cui viene collo-cata l’opera sia ideale o debba essere modificato. Come? Con climatizzatori, vetrine che pos-sano proteggerla, luci ad hoc che non rovinino i colori. «Sono le analisi del microclima che com-piamo che ci permettono di ca-pire se l’ambiente sia favorevole o meno. Il nostro intervento consente di fare prevenzione e di allontanare nel tempo un pos-sibile restauro, permettendo di risparmiare operazioni invasive e complesse e soldi», spiegano i due tecnici. «Se vogliamo fare un parallelo con la salute dell’uomo

- chiosa Marco Ciatti, soprinten-dente dell’Opificio delle pietre dure -, il restauro è il momento

FIRENZE

Il clima dell’arteDue esperte dell’Opificio delle pietre dure proteggono le operedagli effetti del clima

modificare il clima in una strut-tura ultracentenaria - avvertono Galeotti e Cassi -. Per la Croce di Giotto in Ognissanti, per esempio, è stato necessario chiudere una fi-nestra per evitare che la luce la ro-vinasse e misurare con attenzione la velocità dell’aria per vedere se ci fossero infiltrazioni e correnti. Per l’Ultima cena del Vasari in Santa Croce siamo ancora in pieno monitoraggio».

Paradossalmente, a volte le opere si conservano meglio in ambienti naturali che in quelli condizionati, perché col tempo entrano in equilibrio con l’am-biente circostante, seppur non ideale. «Quello che ci interessa in particolare - continuano Cassi e Galeotti - è garantire una certa stabilità all’opera d’arte, evitando il più possibile gli shock termoi-grometrici (riferiti alle condizioni di temperatura e di umidità dell’a-ria, ndr)». Cosa che potrebbe avvenire in ogni istante quando un quadro deve viaggiare per mostre ed esposizioni. «Ci sono opere che sono molto richieste per prestiti e noi siamo chiamate a tenere sotto controllo vibrazioni, escursioni e tutto quello che può determinare il degrado del bene durante il trasporto». Spesso la consulenza viene richiesta dai musei prestatori, italiani ed esteri, per il controllo degli ambienti o delle teche in cui sono esposte le loro opere in occasione delle mostre temporanee. La sfida oggi spazia da opere del Duecento all’arte contemporanea, nella quale vengono utilizzati materiali nuovi, spesso in combinazione, di difficilissima conservazione. «È un settore strategico dell’Opificio insieme al restauro, alla ricerca e alla Scuola di alta formazione

- conclude il soprintendente -. A condurlo ci sono solo due per-sone, come del resto in tanti altri settori dell’istituto. Attendo con ansia i risultati del concorsone dei beni culturali perché l’Opificio possa avere a disposizione nuove forze per proseguire nel suo im-portantissimo lavoro». s

della chirurgia, l’indagine clima-tologica fa prevenzione. Non è un settore spettacolare come quello del restauro ed è una disciplina molto complessa che necessita di continuo studio e formazione».

Lo studio del clima nel mondo dell’arte nasce nei primi anni Ot-tanta, per la precisione nel 1982, quando Umberto Baldini, padre dell’Opificio, realizzò in Palazzo Vecchio una grande mostra sul restauro, “Metodo e scienza”, e per l’occasione furono climatiz-zate tutte le sale. Da allora in poi si è strutturato come servizio in-terno all’Opificio. In Italia ce n’è un altro a Roma, mentre all’estero, in particolare nei paesi europei, il settore è piuttosto sviluppato. Soprattutto nei paesi anglosas-soni, dove le opere d’arte sono di norma conservate solo nei musei, nei quali è certo più facile control-lare il clima rispetto ad una chiesa antica, che è essa stessa un’opera d’arte. «Non è facile indagare e

GLI INTERVISTATISandra Cassi restauratrice climatologa Monica Galeotti responsabile del settore Climatologia e conservazione preventiva

Marco Ciatti soprintendente dell’Opificio delle Pietre dure

Gennaio 2018 - - 13

TRADIZIONI

Se nonè zuppa…Sapore intenso, a base di verdure oppure no, era il pasto unico di una volta

di Leonardo Romanelli

L a Toscana è senz’altro terra di sapori forti. I formaggi, le

verdure, la pasta, ripiena o meno, i salumi, i dolci, sono tutti elementi di una ricchezza che comincia fin dalle zuppe, che povere sono per definizione, in quanto fatte di pochi elementi, a volte di scarti o di avanzi. Le più famose sono la ribollita e la pappa al pomodoro, ma ce ne sono tante altre, meno conosciute ma certo non meno rappresentative di una creatività figlia del bisogno o della fantasia. Andiamo alla loro scoperta!

Iniziamo dalla ginestrata se-nese, una minestra ricostituente, benaugurante, alla quale veni-vano attribuiti addirittura effetti afrodisiaci. Veniva infatti offerta, in segno propiziatorio, dai geni-tori della sposa al futuro genero la prima volta che lui si presentava in casa per chiedere la mano. E ve-niva offerta ben calda a colazione il giorno dopo la loro notte di nozze. Che sia bella energetica, nessun dubbio, basta scorrere gli ingre-dienti: un tuorlo d’uovo sbattuto insieme a un bicchierino di vin-santo secco; il tutto è aromatizzato con un mix di spezie (coriandolo, cannella, chiodi di garofano in pol-vere e noce moscata) e diluito in una tazza di brodo ben caldo, pre-feribilmente di pollo, ma un pez-zettino di manzo non ci sta male. Il delizioso e profumato intruglio, di un giallo intenso, prende il nome dalla ginestra, il cui colore ritro-viamo appunto nella tazza.

Risalendo un po’, troviamo la zuppa lombarda, che in realtà si sarebbe chiamata inizialmente la zuppa per i lombardi o dei lom-bardi, negli ultimi decenni dell’800 impegnati in gran numero nella costruzione della Faentina, la ferro-via che, attraversando l’Appennino, unisce Faenza con Firenze. Pare fosse il pasto – economico e facile da preparare – consumato da loro abitualmente: una zuppa fatta di fette di pane, anche raffermo ma arrostito sulla gratella, con strofi-nato un po’ di aglio, messo in una scodella; si sala e si pepa il pane, vi si versa un poco di olio e sopra due o

tre mestoli di fagioli cannellini les-sati, con un po’ d’acqua di cottura; un altro goccio di extravergine e il piatto era ed è pronto. Facile, no?

A Pistoia in tempi remoti i ma-celli comunali erano addossati alle carceri; e le interiora degli animali macellati, insieme ad altri scarti, non venivano vendute ed erano più o meno buttate. I carcerati, che

non godevano certo di un buon regime alimentare, chiesero e ottennero di poter usare quegli scarti; e mettendo insieme pane secco, acqua e rigaglie crearono quella zuppa da sempre chiamata la zuppa del carcerato, che col tempo si è venuta arricchendo e insaporendo con odori, formaggio, aglio, pomodorini e naturalmente

il miglior olio d’oliva di cui d i s p o n i a m o.E chiudiamo il viaggio in que-sta porzione della tradizione gastronomica toscana con un piatto storico della Lucchesia, la garmugia, una zuppa ricca di ingredienti, principalmente ortaggi e ver-dure. Il nome

dovrebbe derivare da “germiglio” (germoglio in toscano antico), che rimanda all’idea della verdura fre-sca primaverile. Le origini della ricetta sono piuttosto antiche e sicuramente umili; prendono spunto dalla consueta abitudine dei contadini di utilizzare imme-diatamente i frutti della terra, come carciofi, piselli e asparagi. A questi si aggiunge la fava che, rispetto al resto della regione in cui si man-gia cruda accompagnata magari da pecorino fresco, qui viene cu-cinata. La cottura nel camino era un classico: per avere sempre a di-sposizione, in ogni momento della giornata, una zuppa calda corrobo-rante, a cui spesso si assegnavano anche meriti terapeutici, per un consumo casalingo o da proporre comunque agli ospiti. Nelle fami-glie più facoltose, per dar sapore e consistenza alla preparazione, si prese in passato ad aggiungere carne e pancetta; ancora oggi c'è chi arricchisce la base vegetariana della ricetta, come c’è chi non utilizza per niente il pane o chi lo aggiunge tagliato a fette e tostato oppure a cubetti dopo averlo fritto. s

Teatro in piazza È il primo e più grande spettacolo open air dedicato alla Natività: Praesepivm, nel centro storico di Casole d’Elsa (Siena) il 30 dicembre e il 1°/6/7 gennaio, è

una rappresentazione teatrale non stop dalle 15 alle 19 che vede il paese trasformarsi, diventando metà palcoscenico e metà dietro le quinte, con 350 tra attori e comparse che vestono circa 400 costumi realizzati interamente a mano; il tutto distribuito su una superficie di 30.000 metri quadrati, con ben 30 scene che si svolgono in contemporanea.Parcheggi e servizio navetta gratuiti. Ingresso 11 euro, per i soci 10 euro; bambini sotto 6 anni gratis, bambini da 6 a 12 anni 5 euro. i 3398596854, www.casoleventi.it

Casole d’Elsa

LE 4 ZUPPELa ginestrata,la lombarda,quella del carcerato e la garmugia

FOTO A. FANTAUZZOLa garmugia

14 - - Gennaio 2018

Guida alla spesa

di Sara Barbanera

PRODOTTO COOP

Compleanno nel carrelloNel 2018 il settantesimo anniversario della nascita del prodotto a marchio

D ata di nascita: maggio 1948. Segni particolari: sicuro, con-

veniente, buono, ecologico, etico, trasparente.

È l’identikit inconfondibile del prodotto a marchio Coop che nel 2018 sarà protagonista di una spe-ciale festa di compleanno: olio di oliva, caffè, cioccolato, sapone da bucato, da questi ha origine una storia lunga 70 anni nei quali il pro-dotto Coop ha accompagnato i consumatori, mettendo su “fami-glia” con un assortimento che oggi conta oltre 4000 prodotti e diverse linee a tema, la cui vendita produce un fatturato complessivo di circa 3 miliardi di euro. Alla base, nessun segreto per questo successo, solo il rinnovamento continuo dentro il binario di valori eternamente gio-vani, come racconta Maura Latini, direttore generale di Coop Italia.

Cosa celebra questo settantesimo compleanno?«Festeggiamo con un piede nel

passato e uno nel futuro: i prodotti a marchio “contengono” i nostri valori fondanti che sono attuali oggi più che mai. Per avere la fidu-cia dei consumatori, il prodotto a marchio deve mantenere anche in futuro questa capacità di dare ri-sposte vere e quotidiane in termini di convenienza, sicurezza e qualità, di fronte a un mercato sempre più complesso e in continuo cambia-mento. Questo è un anniversario importante anche per il sistema cooperativo; nel 1948, infatti, tutte le Cooperative hanno deciso di adottare il marchio comune Coop che, negli anni, ha avuto un ruolo unificante e ha saputo esprimere una visione condivisa rispetto alla missione di tutela nei con-fronti dei nostri milioni di soci e consumatori».

Com’è cambiato il prodotto in questi 70 anni e a quale consumatore punta oggi? «Se il perché e i valori del

prodotto sono rimasti costanti, è evoluto il modo di interpretarli, adeguandoli ai cambiamenti della società, alle nuove sensibilità dei

Gennaio con Bene.sìIl calendario Coop, distribuito con l’“lnformatore” di dicembre ai soci di Unicoop Firenze, è firmato dal fumettista e blogger italiano Makkox. Per gennaio il buono sconto di 3 euro, contenuto nel calendario, è dedicato a Bene.sì, la linea salutistica di prodotti equilibrati sotto il profilo nutrizionale, a ridotto contenuto calorico, con pochi zuccheri, grassi o sale, funzionali al benessere e “senza”, ovvero senza quegli ingredienti da eliminare per necessità o per variare la dieta (glutine, lievito, lattosio).

famiglia fresca di novità perché nel 2017 il prodotto a marchio è stato rinnovato con la riprogettazione di oltre 2000 confezioni e con la na-scita di nuove linee come Origine, Amici speciali e Casa Coop. Oltre al compleanno, nel 2018 festeg-giamo il completamento di que-sto percorso che ha reso l’offerta ancora più mirata, pensata per un consumatore sempre più esigente, in cerca non del pane e del latte, ma di quel pane e di quel latte che rispondono esattamente alle sue particolari necessità».

E come evolverà domani? «Nel 2018 usciranno le ultime

due linee pensate nel piano di rinnovo del prodotto a marchio: D’Osa Coop per la realizzazione domestica di prodotti dolci e salati di alta qualità e IO Coop dedicata alla cura personale. Ultima novità nei freschissimi, dove carne e orto-frutta vestiranno l’immagine della linea Origine che renderà più evi-denti e chiare le caratteristiche spe-cifiche di ogni singolo prodotto: qualità e trasparenza, perché fac-ciamo cose buone e vogliamo rac-contarle bene. Ed è questo il nostro obiettivo per il futuro e il miglior auspicio per il prodotto Coop e per i consumatori che ogni giorno lo scelgono».

Gli eventi«I 70 anni del prodotto Coop

sono una ricorrenza speciale - ha dichiarato Roberto Nanni, re-sponsabile strategia prodotto a marchio Coop - e una festa che faremo durare tutto l’anno per celebrare il perché del nostro pro-dotto: stare dalla parte delle per-sone e garantire a tutti qualità e convenienza. Il 2018 quindi sarà un anno pieno di sorprese a co-minciare dal calendario che Coop ha realizzato per l’occasione e che all’interno contiene cinque buoni sconto per l’acquisto di tanti pro-dotti a marchio. Via via sveleremo le molte iniziative, la prima delle quali è in programma a febbraio e coinciderà proprio con il lancio della nuova linea D’Osa». s

Calendario

consumatori e alle richieste di sicu-rezza di fronte alle allerte alimen-tari e ambientali che hanno spesso funzionato da stimolo all’inno-vazione. Dalla messa al bando dei coloranti negli anni ’80 e degli Ogm negli anni ’90, all’elimina-zione dell’olio di palma nel 2016 e dell’uso degli antibiotici dalle fi-liere di animali per i prodotti a mar-chio, le nostre scelte sul prodotto Coop hanno anticipato i tempi e fatto da apripista anche rispetto alla concorrenza, che poi ci ha se-guito. Altri grandi cambiamenti, poi, sono nati in risposta ai nuovi bisogni dei consumatori, come ad esempio nel 2002/2003 con la nascita delle prime linee a mar-chio Crescendo, Vivi verde, Fior fiore, Solidal, Bene.sì che compon-gono la grande famiglia Coop. Una

L'INTERVISTATAMaura Latini direttore generale di Coop Italia

Gennaio 2018 - - 15

di Melania Pellegrini

ORTOFRUTTA

Tricoloredi stagioneKiwi e arancia per stare bene con gusto

V erde, giallo e rosso: è la ban-diera sul cesto della frutta in-

vernale, carica di kiwi e arance che garantiscono un carico di salute e gusto di stagione.

Il kiwi è un frutto originario della Cina che ha trovato in Nuova Zelanda un ambiente ideale per la sua coltivazione. Da lì è stato poi esportato in tutto il mondo, Italia compresa, dove è comparso sin dalla fine degli anni ‘70.

In Toscana, ad esempio, l’a-zienda Camillo Pacini di Ridoli, vicino a San Giuliano Terme, ha cominciato a coltivare kiwi verde nel 1978, come racconta Giovanni Pacini: «Mio padre si accorse su-bito che la pianta si adattava bene al nostro territorio ma ancora non sa-pevamo come gestirla. Iniziarono così i primi studi con l’Università di Pisa e, dopo 2 anni, avevamo un ettaro di terreno piantato a kiwi. La produzione vera è propria è co-minciata tra l’‘82 e l’‘83 e oggi gli ettari dedicati a questa pianta sono sette».

L’azienda si trova in una zona dal clima ideale per questa coltura, non troppo lontana dal mare da una parte, e protetta dai monti pisani dall’altra, il che permette di tenere il più a lungo possibile i frutti sulla pianta, consentendo loro di addolcirsi e arricchirsi di vitamina C e sali minerali. Sta-gione permettendo, come precisa Pacini: «Il kiwi richiede molta acqua e la siccità della scorsa estate ha messo a rischio la produ-zione. Per fortuna abbiamo falde acquifere ricche che hanno sal-vato il raccolto di fine novembre». Una volta colti, i kiwi devono es-sere messi a riposo in celle a 1°C per almeno 20 giorni, dopo i quali possono essere commercializzati per 6-7 mesi.

Negli ultimi anni accanto a quello verde è arrivato anche il kiwi gold, una varietà dalla polpa gialla, più dolce, e con buccia meno pe-losa rispetto al frutto verde, ma al-trettanto ricco di vitamina C, sali minerali e fibre.

A seconda della stagione que-sto frutto ha provenienze diverse.

I kiwi Sun Gold della Zespri arri-vano dall’Italia e dalla Francia nel periodo novembre-gennaio, men-tre da maggio ad ottobre proven-gono dalla Nuova Zelanda. Il kiwi giallo in genere è pronto per essere mangiato appena acquistato ed è bene conservarlo in frigorifero, nell’apposito cassetto della frutta, lontano da prodotti come mele, pere e banane che, producendo alti livelli di etilene, ne accelerereb-bero la maturazione.

Per portare in tavola un trionfo di vitamina C, non manca che qualche spicchio di arancia rossa da abbinare a fettine di kiwi verdi e gialli per creare un originale spie-dino multicolore.

Ideale per il colore acceso e per le sue qualità nutrizionali è l’arancia Rosaria Igp, la cui pig-mentazione rossa è dovuta alle antocianine, potenti antiossidanti che apportano numerosi benefici all’organismo. Un prodotto ini-mitabile perché frutto di un par-ticolare microclima, come spiega Aurelio Pannitteri, dell’azienda Pannitteri&C: «Si tratta di arance che maturano ai piedi dell’Etna e che, grazie alla forte escursione ter-mica, acquisiscono specifiche ca-ratteristiche organolettiche e quel tipico colore rosso brillante che ha reso l’arancia Rosaria famosa nel mondo». s

PRODOTTO LOCALE

Alla ricerca dell’oro perdutoZafferano e mielebiologici toscani

di Sara Barbanera

Mille metri quadrati di terreno, quattro persone all’opera e la

storia di un’impresa familiare nata a Porcari (LU) dalla determinazione della giovane imprenditrice agricola Giada Papucci, che nel 2010 ha av-viato le prime sperimentazioni nella coltura dello zafferano, una vera no-vità mai coltivata prima nella piana lucchese. E da un primo seme è nata

un’impresa, Apicol-tura e Zafferano Clesia che, da una piccola tenuta alla

pendici del Monte Serra, ricava zafferano e miele, due ori di na-tura di alta qualità, come racconta la stessa Giada Papucci: «L’idea della coltivazione dello

zafferano è nata dalla passione per i crocus, i

fiori dello zafferano, e dalla volontà di ri-prendere l’attività

agricola nei campi di nostra proprietà, dove abbiamo portato lo zafferano di Navelli, uno dei migliori al mondo. Oggi produciamo circa un chilo e mezzo di zafferano secco all’anno che in fresco equivale a sette chili. Dal 2015 poi abbiamo iniziato l’attività di apicoltura dalla quale ricaviamo polline, propoli e miele grezzo naturale, circa 11 ton-nellate l’anno fra acacia, millefiori, castagno e sulla, tutto aromatizzato allo zafferano».

Anche grazie alle perfette condi-zioni microclimatiche e alla grande biodiversità della zona, l’azienda si è sviluppata mantenendo sempre una connotazione artigianale: «Tutti i pro-dotti aziendali sono fatti a mano - con-tinua Giada Papucci - e senza l’utilizzo di componenti chimici. Per questo abbiamo scelto di essere azienda bio e dal 2016 abbiamo ottenuto la certi-ficazione di Agricoltura biologica: un riconoscimento della serietà del no-stro lavoro e una garanzia in più per i consumatori che scelgono i nostri

“ori di famiglia”». s

Apicoltura e zafferano Clesia BioVideo di Igor Molina prod.

Unicoop Firenzedel 19/11/17

o 2’17’’https://goo.gl/

G1kfcc

16 - - Gennaio 2018

ALLEVIAMO LA SALUTE

La rossacon il bollino

Guida alle offerte

di Melania Pellegrini

Il punto sulla campagna di riduzione dell’usodegli antibiotici nelle filiere a marchio Coop

La bianca ieri, la rossa oggi: dopo il pollo allevato senza uso di an-

tibiotici, le uova e i primi prodotti di suino, la campagna “Alleviamo la salute” interessa anche i bovini, nello specifico vitellone e scottona a marchio Coop che, dallo scorso novembre, sono allevati senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi di vita: 200.000 animali e 350 alleva-menti coinvolti da questo primo obiettivo di riduzione, dopo il quale Coop punta all’eliminazione degli antibiotici per tutti i bovini.

Tra i nuovi arrivi a scaffale, negli ultimi mesi la campagna ha portato anche un prosciutto cotto prodotto da maiali allevati senza antibiotici dalla nascita in fattorie danesi a con-duzione familiare, precisamente 8550 allevatori che da tempo hanno fatto la scelta “no antibiotici” e hanno introdotto un’alimentazione degli animali tutta vegetariana e una serie di accorgimenti innovativi dal punto di vista del benessere.

I nuovi traguardi raggiunti si sommano ai risultati già conse-guiti dalla campagna che Coop ha lanciato a fine aprile 2017 per af-frontare l’allarme sull’antibiotico-resistenza, coinvolgendo i suoi fornitori, oltre 1600 allevamenti in Italia e oltre 20 milioni di animali, gli stessi da cui provengono le filiere di carne a marchio Coop.

Le filiere avicolae suinicolaPrima dell’estate il progetto ha

infatti coinvolto la filiera avicola a marchio Coop, con 35 prodotti della linea “Origine”, in totale quasi 400.000 polli alla settimana, e due tipi di uova con l’etichetta “Allevato senza uso di antibiotici”. In totale, a regime, saranno allevate senza l’uso di antibiotici almeno 2 milioni di galline con una produzione di oltre 189 milioni di uova all’anno. In ven-dita da qualche mese anche i pro-dotti suini della linea Fior fiore da animali allevati all’aperto sulle col-line del Chianti e in Maremma, in due allevamenti che garantiscono elevata qualità e lavorazione artigia-nale delle carni, per un totale di oltre 3000 suini.

Una campagna che comunica in maniera chiara al consumatore quando l’animale è allevato senza l’utilizzo di antibiotici, grazie ad un logo ad hoc sul prodotto in vendita, e che vuole trasmettere un messag-gio rassicurante: se non è possibile né vietare, né superare comple-tamente l’uso degli antibiotici nell’allevamento, lo si può ridurre in modo drastico, limitandolo ai casi di necessità, cercando nel con-tempo di alzare l’asticella del be-nessere animale con una gestione corretta dell’allevamento.

L’impegno di Coop è di lunga scadenza, tale da generare una vera e propria rivoluzione nei metodi di allevamento, come ha dichiarato Maura Latini, direttore generale di Coop Italia: «Già dagli anni ‘80 Coop si era occupata di anaboliz-zanti per eliminarne l’utilizzo negli allevamenti. Da questo primo im-pegno si è arrivati alle filiere control-late e poi al progetto di riduzione dell’uso degli antibiotici. Si tratta di un lavoro di squadra che unisce Coop, gli allevatori, il mondo scien-tifico e le istituzioni con l’obiettivo di avere prodotti migliori e con-trastare il fenomeno dell’antibio-tico-resistenza, dando risposta a un problema che riguarda la salute pubblica». s

Riprendono a gennaio gli appuntamenti sull’antibiotico-resistenza organizzati da Unicoop Firenze con medici e veterinari di università e Usl toscane che, negli spazi soci dei punti vendita, incontreranno il pubblico per fornire informazioni sul tema. Info: www.coopfirenze.it/alleviamo-la-salute

IL PARERE DELL’ESPERTA

Carne rossa sì o no?di Sara Barbanera

Tante le do-mande su

uno degli ali-menti più tipici e gustosi della cucina toscana: a rispondere è la dotto-ressa Emma Balsimelli, nutrizionista e biotecnologa.

Cosa si intende per carne rossa e quale consumare?«È la carne di bovini adulti, carne

equina e quella di ovini e caprini adulti con elevato contenuto di mio-globina. Sono da preferire tagli ma-gri con massimo il 5% di grassi, quali fesa, noce e girello. Va limitato in-vece il consumo di salumi, insaccati e carne in scatola che contengono additivi, conservanti e sale».

Quali sono i benefici e i rischi?«La carne rossa contiene pro-

teine nobili, ferro, zinco, selenio, fosforo e vitamine, tutti nutrienti fondamentali per il benessere del nostro organismo. È utile alla cre-scita dei bambini, al sostegno dei tes-suti negli anziani e di supporto nei pazienti carenti di ferro. Gli effetti negativi sono legati più che altro a un consumo eccessivo che può au-mentare i rischi di diabete, malattie cardiovascolari e tumorali».

Con che frequenza consumarla?«La virtù sta nel mezzo, in una

dieta che rispetta quotidianamente l’equilibrio fra carboidrati, grassi e proteine. Le linee guida raccoman-dano un consumo al di sotto dei 500 g di carne alla settimana, tra bianca e rossa. Nel caso di carni conservate, la porzione si riduce a 50 grammi per 1-2 volte a settimana».

Quali cotture preferire? «Dipende dal tipo di carne: in

generale quelle che preservano la qualità delle proteine e degli altri nutrienti, limitano la formazione di sostanze tossiche e prevedono l’ag-giunta di pochi condimenti». s

Alleviamo la salute Presentazione della campagnada Informacoop del 22/9/17 – o 3’20’’https://goo.gl/yDsfCE

Gennaio 2018 - - 17

uida alle oerte

di Sara Barbanera

CONSUMO SOSTENIBILE

Pesce in cassa azzurraI risultati del progettodi riduzione degli imballi nel reparto pescheria

D alla cassa in polistirolo alla cassetta in plastica che, dallo

scorso maggio, è utilizzata da tutti i fornitori toscani che consegnano prodotti ittici ai reparti pescheria di

Unicoop Firenze. Una novità che, nel 2017, si è tradotta nell’eliminazione di 150.000cassette, pari a 30 tonnel-late di polistirolo in meno e circa 450 tonnellate di C02 non immessa in atmosfera.

Innovazione e sostenibilità am-bientale, queste le parole chiave di un percorso realizzato grazie a un lavoro di squadra fra la Cooperativa, tutti i fornitori toscani e la CPR System, cooperativa che da vent’anni fornisce a Unicoop Firenze le classiche cas-sette verdi del settore ortofrutta, come spiega Carlo Calusi, business manager carni e pescheria: «Si tratta di un pro-getto complesso e molto importante che sostituisce il polistirolo con una cassetta in materiale plastico lavabile, riutilizzabile, con costo e peso conte-nuto e ottime capacità coibentante as-similabile al polistirolo. All’iniziativa hanno risposto molto positivamente tutti i fornitori toscani, al momento gli unici coinvolti, che con le nuove cassette azzurre coprono circa il 30% della merce totale consegnata alla piattaforma ittica di Unicoop Firenze a Campi Bisenzio».

Quanto “pesa”il polistiroloIl progetto è nato dalla consta-

tazione che, a dispetto dell’appa-renza, il polistirolo degli imballi di pescheria “pesa” molto in termini di smaltimento dei rifiuti non ricicla-

bili, come spiega Nicola Fredducci, responsabile progetti area logistica di Unicoop Firenze: «Ogni anno la Cooperativa produce circa 7500 ton-nellate di rifiuti indifferenziati, il 22% in peso del totale rifiuti prodotti. Gli indifferenziati vengono smaltiti in impianti di termovalorizzazione o in discarica e costituiscono quindi una possibile fonte di inquinamento per il suolo e l’atmosfera. Di questa quota di rifiuti non riciclabili, circa il 70% in volume è costituito da imballaggi in polistirolo del reparto pescheria: par-liamo di 810.000 casse totali, ovvero circa 180 tonnellate di polistirolo l’anno che non viene riciclato per diversi motivi, come la contamina-zione da residui organici del pesce, oppure quella olfattiva di difficile rimozione, o per una gestione costosa del processo di riciclo. Dopo varie sperimentazioni di altro tipo - conti-nua Fredducci - siamo arrivati a que-sta soluzione ottimale, con imballaggi recuperabili, gestiti a ciclo chiuso fra i fornitori, la piattaforma ittica della Cooperativa e il gruppo CPR System che gestisce ritiro, consegna e pulizia delle cassette».

Oggi e domaniNon una ma due soluzioni, pen-

sate per le diverse esigenze del pro-dotto sfuso, consegnato con ghiaccio, e del prodotto già confezionato, me-glio noto come “prontocuoci”. «È la prima volta - afferma Monica Artosi, Direttore Generale di CPR System - che l’azienda opera nel settore pe-scheria e ritengo ci siano ampie pos-sibilità di sviluppo: le cassette Cpr permettono una riduzione dei costi di gestione e il risparmio di risorse naturali, energetiche, umane e di smaltimento dei rifiuti».

Passata la fase del rodaggio, il pro-getto è pienamente operativo, come spiega Carlo Calusi: «Da quando il circuito delle casse azzurre è andato a regime, non abbiamo rilevato nes-sun tipo di problema, nonostante la pescheria sia un reparto abbastanza complesso, sia dal punto di vista degli odori che della gestione del prodotto. Ancora una volta la Cooperativa di-mostra con i fatti cosa significa atten-zione all’ambiente, con un progetto appena nato ma che già guarda al futuro: andremo avanti su questa strada, coinvolgendo altri fornitori con l’obiettivo di raddoppiare que-sti numeri nel biennio 2018-2019 e sperando che possa funzionare da modello anche per altre cooperative e imprese del settore». s

SACCHETTI

Un cent per l’ambienteDal 1° gennaio i sacchetti dell’ortofrutta sfusasi devono pagare per legge

L a legge non lascia scampo: anche i

sacchetti “ultraleg-geri” per alimenti sfusi devono essere in bio-plastica, con un con-tenuto minimo di materia prima vegetale non inferiore al 40 per cento, devono essere pagati dal cliente e per l’igiene non possono essere portati da casa. Lo scopo della nuova norma è sacrosanto: diminu-ire la diffusione della pla-stica nell’ambiente, evitare gli spre-chi anche per le bio-plastiche, sgra-vare le imprese del maggior costo rispetto alle plastiche derivate dal petrolio. Da noi l’intro-duzione del Mater-Bi è cominciata nel 2012 con la sperimentazione in alcuni punti vendita, e dal 2014 hanno i sacchetti compostabili tutti i punti vendita di Unicoop Firenze. Insomma abbiamo anticipato la legge di tre anni. Quello che non abbiamo fatto è far pagare a soci e clienti le borsine, ma dal primo gennaio dob-biamo farlo e indicare il costo sullo scontrino della spesa. La cooperativa ha scelto di far pagare l’importo mi-nimo, un centesimo, che copre solo una parte del costo effettivo, in au-tomatico su ogni pesata alle bilance elettroniche. Sempre un cent per i prodotti al banco servito del pesce e della carne e per quei sacchetti in più che passano alle casse. Naturalmente è prevista la possibilità alla cassa di togliere il centesimo se il prodotto non è imbustato. s

Date unificateDa gennaio le date delle promozioni sono uniche e saranno quelle presenti sui depliant e rivolte a tutti, soci e non soci. Non ci saranno più, insomma, le offerte valide dall’1 al 15 e dal 16 alla fine del mese, ma queste offerte per i soci seguiranno le date delle altre offerte sul depliant. Questa novità riguarda sia i prodotti alimentari che quelli extra alimentari. Ricordarsi sempre di guardare sui depliant in quali punti vendita sono in corso le promozioni.

Promozioni

Coop.fi via Raffaello Sanzio, Empoli

SUPER

AREZZO - via Veneto BAGNO A RIPOLI (FI) BARBERINO DI MUGELLO (FI) CASTELFRANCO (PI) EMPOLI (FI) - via Duilio Susini PRATO - Via ValentiniQUARRATA (PT)

SANTA CROCE SULL’ARNO (PI) SESTO FIORENTINO (FI) - Il Neto SIENA - via Celso Cittadini SIGNA (FI) TAVARNELLE VAL DI PESA (FI) VOLTERRA (PI)

Offerte valide nei seguenti punti vendita:

piuscelta.it

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COOP AIUTA LA RICERCA SULL’ALZHEIMER

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18 - - Gennaio 2018

Guida ai prodotti

di Sara Barbanera

STORIE D’IMPRESA

Le millee una castagna

La farina di castagne della Val d’Orsigna nel cuore

dell’appennino pistoiese

L a Val d’Orsigna è come una ca-stagna dentro un riccio, dicono

i suoi pochi abitanti: per scoprirne la bellezza occorre assaporare, la storia, il paesaggio e i preziosi frutti di questo territorio dell’Appen-nino pistoiese fra la Toscana e l’E-milia, noto anche perché primo e ultimo rifugio di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore al quale oggi è dedicato l’omonimo sentiero.

Un piccolo Himalaya nel cuore dell’Appennino dove nel 2009 un gruppo di amici appassionati della zona ha lanciato una scom-messa: quella di ripulire i castagneti abbandonati, con il consenso dei proprietari, e in cambio prendere il raccolto delle castagne. Da qui l’idea di riattivare alcuni dei vecchi metati, seccatoi in disuso dove es-siccare le castagne per poi ricavarne

Nel bosco degli orsiIl nome della Val d’Orsigna è probabilmente legato alla presenza degli orsi: nel più antico statuto pistoiese, il Constitutum consulum del 1117, la valle è citata per la prima volta, con il divieto di diboscare o bruciare. Non si parlava ancora di un centro abitato, ma solo di un “bosco degli orsi” o “degli Orsini”, una famiglia nobile che qui avrebbe avuto dei possedimenti. Il nome divenne poi Ursigna e Ursina nei diplomi imperiali di Federico I (1164) e Federico II (1220) e con il tempo si è trasformato nell’attuale Orsigna.

Curiosità

TOSCANA IN BOTTIGLIA

Rosso per passioneDa Chianti e Maremmadue vini che raccontanoil territorio

di Melania Pellegrini

Chianti e Maremma, uniti da un filo rosso: quell’irrinunciabile

passione per la terra, il territorio, i vigneti e il buon vino, il rosso, toscano.

Da una parte, nel grossetano, na-sce il Morellino di Scansano docg dell’azienda Bruni mentre nei din-torni di Firenze si incontra l’azienda Terre di Melazzano con il suo Così Com’è, un vino prodotto senza solfiti aggiunti.

L’azienda Bruni nasce negli anni ‘60, con una produzione prima di vino sfuso e poi di vino imbottigliato. Dal 1996 la Bruni è diretta da Marco e Moreno Bruni, eredi della passione di famiglia per l’enologia, come rac-conta Marco Bruni: «I nove ettari con cui sono partiti nostro nonno e no-stro padre sono diventati 50 ma lo spirito è rimasto quello di un’azienda familiare legata ai suoi luoghi: non a caso, sull’etichetta del Morellino è presente la vacca maremmana, em-blema di questa terra».

Il Morellino nasce dal mix di San-giovese e solo in piccola parte (circa il 10%) di Syrah. Ideale con cacciagione, carne e salumi, questo vino è il ca-vallo di battaglia della Bruni, che ne produce 150/160.000 bottiglie l’anno.

L’azienda Terre di Melazzano è diretta dalla famiglia Falciani, che da tre generazioni si occupa della vini-ficazione e commercializzazione del prodotto. L’azienda si estende su 30 ettari ed è situata a un chilometro da Greve in Chianti. Era il 1959 quando Piero Giulio Falciani vide in questo posto il terreno giusto dove fondare l’azienda. In seguito la gestione passò ad Andrea e Chiara, che iniziarono una produzione di Chianti classico di alta qualità, con il supporto dell’e-nologo Andrea Pirovano. Così Com’è rappresenta la sfida di produrre un vino adatto ai consumatori intolle-ranti ai solfiti, con le migliori uve Sangiovese lavorate secondo un pro-tocollo di vinificazione esclusivo. Il tutto messo a punto dall’enologo che interviene per dare stabilità e strut-tura al vino ed esaltare i profumi di un prodotto interamente naturale. s

Il Morellino di Scansano Bruni e il rosso Così Com’è senza solfiti saranno in offerta dal 13 al 22 gennaio nei superstore di Unicoop Firenze.

farina macinata a pietra. Fra i pro-tagonisti della storia anche Patrizia Giardi che, proprietaria di alcuni castagneti e di un mulino, nel 2016 ha deciso di fondare l’azienda La castagna con sede a Case Colonna, un piccolo borgo sopra a Orsigna, come racconta lei stessa: «Il bor-ghetto è composto da 4 case e da una sola famiglia, il mugnaio Clau-dio e la madre ultranovantenne

che abitano lì tutto l’anno. Quanto a f i-liera, più corta di così non si potrebbe! Lì ci sono i miei castagneti certi-ficati dalla Bioa-grest, il mulino e due metati dove le castagne vengono messe appena raccolte

e seccate per 40 giorni in maniera tradizionale, tenendo il fuoco ac-ceso sul pavimento giorno e notte e girandole costantemente per non bruciarle. Poi vengono pulite, scelte a mano e macinate: la farina viene setacciata a mano dal mugnaio e confezionata».

Così, dalla prima battitura del 2009 fatta fra amici, è nata una pic-cola imprenditrice che racconta i primi risultati: «Quest’anno abbiamo raccolto 120 quintali di castagne e prodotto 30 quintali di farina di varietà calaresi, ceppe e pastinesi, le più dolci. Essere pre-sente nei supermercati di zona di Unicoop Firenze è un risultato ina-spettato: è la prova che si sta realiz-zando il sogno di salvare i boschi dell’Orsigna, le tradizioni econo-miche di un tempo e un lavoro che altrimenti sarebbe sparito in pochi anni, insieme a molti dei nostri preziosi castagneti». i La farina di castagne del Mulino di

Case Colonna Orsigna è disponibile nei punti vendita di Agliana, Borgo a Buggiano, Monsummano Terme, Lucca-Via Puccini, Lucca-San Filippo, Montemurlo, Pistoia, Quarrata, Coop.fi Massa e Cozzile, Coop.fi Empoli-Via Sanzio

Azienda La castagna, fase di lavorazione

Gennaio 2018 - - 19

odotti

di Melania Pellegrini

PRODOTTI CASEARI

Formaggioda gemellaggioUn’azienda casearia dalla doppia anima sardo-toscana

Un gemellaggio tosco-sardo nato dalla comune passione

per il gusto del formaggio e per l’arte ovino-casearia. Una stessa arte che, su pascoli diversi, dà origine a pro-dotti e sapori molto differenti tra loro, che arricchiscono la tavola di un tocco di varietà in più. La storia è quella della Sardaformaggi Spa, il cui prodotto viene dal cuore della Sardegna ed è legato a doppio filo con la To-scana in quanto lo stoccaggio, il confeziona-mento e la di-stribuzione dei formaggi in Ita-lia e nel mondo avviene nello stabilimento to-scano con sede a Incisa Val D’Arno.

Tutto ha inizio nel 1963 quando la famiglia Mura fonda la Sardafor-maggi con sede a Buddusò, una prestigiosa zona agro-pastorale sull’altipiano del Monte Acuto, con pascoli naturali e incontaminati a 700 metri sul livello del mare. Il latte delle pecore che si nutrono in queste zone ha un sapore parti-colare che dona al formaggio ca-ratteristiche inimitabili. Inoltre la produzione in ambiente di mon-tagna permette una maturazione dei formaggi lenta e naturale che conferisce ai prodotti profumi e sa-pori tipici.

Negli anni ‘60 il settore casea-rio passò un periodo di crisi, così i fondatori dell’azienda decisero di sperimentare nuove tecniche di lavorazione producendo il primo formaggio a pasta molle della Sardegna. Grazie al successo di questo formaggio tenero e dolce da tavola, l’azienda si è ingrandita fino ad aprire il deposito in To-scana, inizialmente destinato solo alla vendita diretta dei prodotti. I metodi caseari tradizionali di Sar-daformaggi sono stati tramandati di generazione in generazione e ancora oggi le tecniche di una volta affiancano i moderni impianti. La doppia anima sardo-toscana è tut-tora uno dei tratti distintivi che ha

favorito il successo dell’azienda.Dopo mezzo secolo di espe-

rienza, Sardaformaggi è diventata un’importante industria lattiero-ca-searia, che vince la sfida della qualità su un mercato affollato e competi-tivo come quello caseario e porta il buon nome del made in Italy sulle tavole di tutto il mondo.

L’innovazione, l’attenzione all’ambiente e la soddisfazione del cliente sono i principi di base dell’a-zienda che oggi produce formaggi dolci da tavola, pecorini stagionati, formaggi grattugiati e una squisita ricotta battezzata Nuvola Bianca: sapore genuino, consistenza mor-bida ma pastosa, è prodotta con il siero di latte di pecora. Buona sia cruda che cotta, è un vero jolly da utilizzare in tantissime ricette dolci e salate.

Un esempio di ricetta facile e ve-loce sono le palline di ricotta, cocco grattugiato e zucchero. Alla ricotta va aggiunto zucchero, fino a rag-giungere la dolcezza desiderata, e cacao a piacere. A questa miscela si aggiunge il cocco fino a che l’im-pasto sia lavorabile con le mani. Se risultasse troppo compatto, si può rimediare con qualche goccia di latte. Con piccole noci di impasto si lavorano delle palline da rotolare nel cocco grattugiato e… da man-giare in un boccone! s

FIOR FIORE

Un quartetto di tutto rispettoLa nuova golosa lineadi pasticceria secca

di Melania Pellegrini

U n altro fiocco rosso sugli scaf-fali di casa Coop, a segnare un

nuovo arrivo a marchio: archetti, ru-vidi, cuori e delizie, questo il quar-tetto di prodotti del nuovo assorti-mento di pasticceria secca Fior fiore a base di una pasta frolla golosa e con ingredienti di alta qualità. Quattro diversi tipi di pasticcini, realizzati senza olio di palma, con un’elevata percentuale di burro, uova e ingre-dienti nobili come il cioccolato fon-dente, la crema di gianduia e la pas-sata di albicocca: tutte materie prime che danno ai pasticcini una pienezza di sapore e una consistenza morbida tipica del dolcetto fresco di sfornata.

Spizzicando qua e là, si potrà cominciare dagli archetti, con co-pertura di cioccolato fondente, per proseguire con i ruvidi, krumiri ri-coperti per metà di cioccolato puro, per passare ai cuori, frollini con il 30% di crema gianduia, per chiudere con le delizie, ricoperte con il 30% di albicocca.

I magnifici quattro rappresen-tano una selezione della tipica “pa-sticceria secca” presente in gran parte del territorio italiano: adatti per un goloso fine pasto, per l’ora del tè, con un caffè robusto o con un amaro… ogni occasione è quella giusta per cedere alla tentazione.

A produrli è la Dolceria Ambro-siana, una giovane azienda barese a conduzione familiare che ha saputo coniugare l’innovazione e l’utilizzo di

moderne tecnologie con il rispetto dell’antica arte bianca, traman-data dalla tradizione di famiglia.

Quanto alle dol-cezze dal gusto toscano, tra le novità Fior fiore Coop c’è il ricciarello di Siena Igp, prodotto sul territorio senese con la ricetta tradizionale: un ricco impasto con il 45% di mandorle tritate, zucchero, al-bume d’uovo e zuc-chero a velo. s

Menu di Gennaio

ORZOTTOCON CARCIOFI

Preparazione 25 minutiCottura 30 minuti

Ingredienti per 4 persone300 g di orzo perlato4 carciofi piccoli1 spicchio d’aglio1 scalogno1/2 l di brodo vegetale5 cucchiai di olio extravergine d’oliva 5 cucchiai di Parmigiano reggiano Dop1 foglia d’alloro1 cucchiaio di erbe tritate (prezzemolo, basilico, maggiorana)sale

Vino consigliatoTrebbiano d’Abruzzo

Lessate l’orzo in abbondante acqua salata per circa 25 minuti con l’alloro e l’aglio intero. Nel frattempo pulite i carciofi eliminando le foglie esterne più dure e la barba interna e tagliateli a fettine sottili. Rosolate lo scalogno tritato in una casseruola con 2 cucchiai d’olio, aggiungete i carciofi

e fate soffriggere per 4-5 minuti.

Scolate bene l’orzo eliminando l’alloro e l’aglio e aggiungetelo nella casseruola con i carciofi. Bagnate con il brodo, un mestolo alla volta, e cuocete fino al completo assorbimento. Mantecate l’orzo con il parmigiano grattugiato, le erbe tritate, 3 cucchiai di olio d’oliva e servite.

CARDI GRATINATI

Preparazione 20 minutiCottura 60 minuti

Ingredienti per 4 persone1,5 kg di cardi1/2 l di latte1 cucchiaio di maizena5 cucchiai di Pecorino toscano Dop Fior fiore1 limonesale e pepe

Vino consigliatoFriuli Collio Ribolla Gialla

Pulite bene i cardi eliminando le costole più esterne e dure, le foglie, le radici e i filamenti fibrosi. Tagliateli a pezzi di 5 cm e metteteli in una ciotola con acqua acidulata con il succo del limone in modo da non farli annerire. Lessateli in acqua salata per circa 1 ora.Nel frattempo in una casseruola portate a ebollizione il latte, quindi aggiungete la maizena e poi il pecorino grattugiato. Cuocete fino a quando il composto avrà raggiunto una densità simile a quella di una besciamella. Lasciate intiepidire e amalgamatevi un pizzico di sale e pepe a piacere.Scolate i cardi, disponeteli in una teglia imburrata,

distribuitevi sopra la crema di formaggio e cuocete prima in forno a 220°C per 10 minuti, quindi passate sotto il grill per qualche minuto. Servite i cardi

ben caldi.

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QUICHE AI CARCIOFI

Preparazione 50 minutiCottura 50 minuti

Ingredienti per 4 persone250 g di pasta sfoglia Coop10 cuori di carciofo200 ml di panna da cucina1 uovo70 g di Parmigiano reggiano Dopprezzemoloolio extravergine d’olivasale e pepe

Vino consigliatoSauvignon Friuli Colli Orientali Fior fiore

Cuocete i cuori di carciofo in acqua bollente salata per circa 10 minuti, quindi scolateli, tagliateli a metà e saltateli in padella con olio e prezzemolo. Nel frattempo amalgamate in una ciotola la panna, il formaggio grattugiato e l’uovo. Disponete in una pirofila la pasta sfoglia, distribuitevi sopra i carciofi, versate la salsa a base di uova e formaggio in modo uniforme e infornate a 200°C per 20-30 minuti.Da gustare sia fredda sia tiepida.

TORTA DI CARDI

Preparazione 20 minutiCottura 15 minuti

Ingredienti per 6 persone 1 kg di cardi120 g di Parmigiano reggiano Dop 30 mesi Fior fiore70 g di burro2 uova1 limone150 g di farina bianca “00”olio extravergine d’oliva noce moscatasale

Vino consigliatoFreisa di Chieri

Pulite i cardi e tagliateli a pezzi di circa 5 cm di lunghezza; ammollateli in acqua acidulata con il succo del limone per circa 30 minuti. Lessate i cardi in abbondante acqua salata aggiungendo 1 cucchiaio di farina. Scolateli e asciugateli bene. Passateli poi nelle uova sbattute e nella farina e friggeteli in abbondante olio d’oliva.Scolateli su carta assorbente e riponeteli in una teglia imburrata formando degli strati; a ogni strato spolverizzate con parmigiano grattugiato, noce moscata, un pizzico di sale e completate con fiocchetti di burro. Fate gratinare la torta di cardi sotto al grill del forno alla massima potenza per 6 minuti e servitela ben calda.

Nei punti vendita il numero di Gennaio MEN

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Il cardo è un ortaggio invernale di forma simile al sedano, ma appartenente alla

stessa famiglia dei carciofi. La parte commestibile del cardo è il gambo, che ha un gusto simile a quello del carciofo, ma con sfumature che ricordano il sedano.

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26 - - Gennaio 2018

a cura di Valentina Vannini

AREZZO

AREZZOOltre il click d’istintoCorso di fotografia con l’associazione Segni concreti, a cura del fotografo professionista Daiano Cristini, il 17-24-30/1 e il 6-12/2, dalle 18.15

alle 19.45, al Coop.fi di Arezzo via Veneto. Richiesto un contributo volontario ai partecipanti a sostegno dell’Ass. Segni concreti.i Letizia Cirillo, [email protected]. Iscrizioni www.segniconcreti.org; spazio soci 0575908475 Coop.fi via Veneto, martedì e giovedì, 16.30-18.30; spazio soci Centro*Arezzo 0575328226, lunedì-mercoledì 16.30-18.30, sabato 10-12

A scuoladi computerSolo per i soci Unicoop Firenze, corso d’informatica di base, dal 25/1 allo spazio soci del Centro*Arezzo, il lunedì dalle 20.30 alle 22.30, costo 65 euro. Ai partecipanti è richiesto un contributo di 10 euro

SocialitàLibri-amociA gennaio, alle 18, nella sala Bibliocoop del Coop.fi di via Veneto: il 10, Lola e Arturo, una storia figlinese di Adriana Bottacci (ed. Florence art); il 31, Occhi di marrone di Iacopo Maccioni, un romanzo ambientato a Terezín, che accolse nella prima metà degli anni ’40, insieme a vecchi politici e militari, molti degli intellettuali dell’Europa occupata dal Terzo Reich, solo per il fatto di essere ebrei. Alle 17.30 benvenuto di accoglienza.

Passeggiatedella salutePasseggiate la domenica mattina alla scoperta di Arezzo, riservate ai soci Unicoop Firenze. A gennaio: il 14, “Da piazza San Jacopo a via Guadagnoli”, con visita al Museo archeologico, ingresso a cura dei partecipanti; il 28,

“Dal Pionta al Parco Ducci” con visita al “Campaccio”, l’antico cimitero ebraico. i iscrizione (10 euro che andranno a Il Cuore si scioglie) obbligatoria per i non già iscritti nel 2018, valevole per tutte le passeggiate in programma fino a giugno, allo spazio soci via Veneto o viale Amendola.

Brrr... che freddo Il 13/1, dalle 16.45, allo spazio soci del Centro*Arezzo, “Brr… che freddo posso mangiare da te”, laboratorio ludico- didattico per bambini della primaria, con l’ass. Alcedo, per realizzare mangiatoie per uccelli da appendere in giardino o in terrazza. Prenotazione obbligatoria. Richiesto un contributo per Il Cuore si scioglie.i prenotazioni spazio soci via Veneto e Centro*Arezzo

Guadagnare saluteIl 22/1, dalle 17.45, nello spazio soci del Centro*Arezzo, incontro con

Patrizia Baldaccini, direttore Uoc Igiene, alimenti e nutrizione, su “Scelte salutari per guadagnare salute”. In collaborazione con Ausl sud-est Toscana Uoc Igiene degli alimenti e nutrizione e distretto zona Aretina. Ingresso libero.

SAN GIOVANNI VALDARNOAlimentarsiin ValdarnoParte “Persone, cibo, territorio”, con iniziative che si svilupperanno durante tutto l’anno sui temi dell’alimentazione e del cibo. Il 26/1, alle 17, nella sala soci Coop Osvaldo Pieralli,

“Alimentarsi in Valdarno”, incontro con la dietista Elisa Spaghetti. i prenotazioni dal 4/1 chiamando 3297235692 o 0559122406; al box soci del Coop.fi il 4-8-9-10-11/1, dalle 17 alle 19

VALTIBERINAPiccoli cuochi cresconoDa metà dicembre è attivo all’oratorio di Sansepolcro un laboratorio di cucina per i bambini della scuola primaria che, guidati da un educatore, con la complicità degli studenti dell’Istituto alberghiero di Pieve S. Stefano, imparano i principi

di una sana alimentazione, l’importanza del rispetto per il cibo e della condivisione, perché parte di ciò che sarà cucinato andrà alla Caritas per essere distribuito a chi ne ha bisogno. Il laboratorio si concluderà a maggio.

Librinella calzaIl 5/1, alla Bibliocoop di Sansepolcro, pomeriggio di festa dedicato ai bambini in attesa della Befana, con tanti dolci, frutta secca e libri per riempire la calza!

a sostegno dei progetti della Fondazione Il Cuore si scioglie. i sezione soci Coop

Sicuri in reteIl 27/1, dalle 16, nella sala soci del Centro*Arezzo, incontro sulla sicurezza informatica e sulla navigazione in internet con l’ingegnere Riccardo Di Bella. Costo 10 euro, con

contributo di 5 euro per Il Cuore si scioglie.i iscrizioni Riccardo 3703226704 - 3772345866; spazio soci via Veneto o Centro*Arezzo

IngleseDa gennaio sono aperte le iscrizioni ai corsi d’inglese per giovanissimi con il Live Institute di Firenze, riservati ai figli/e dei soci della cooperativa, che partiranno da febbraio nella sala soci del Centro*Arezzo: 15-16.30 per ragazzi di 7/8 anni e 16.30-18 per ragazzi di 9-11 anni. Costo 90 euro, materiale didattico compreso, con un contributo di euro 10 per Il Cuore si scioglie. i iscrizioni spazio soci Coop.fi via Veneto o Centro*Arezzo

La mostraB come natura

P rosegue nel 2018 la mostra itinerante, interattiva e multimediale dedicata

alla scoperta del Mater-bi, promossa da Unicoop Firenze e Novamont. Bia, l’eroina a fumetti nata dalla matita di Paolo Mottura, guiderà i visitatori alla scoperta delle buone pratiche per l’ambiente. Tre tappe a gennaio: Centro*Montevarchi (8 - 20/1); Centro*Agliana (22 - 27/1); Centro*Siena (29/1 - 10/2). Orario: 8.30

- 13 (per le scuole) e 16 - 19, apertura al pubblico.

Firenze sud ovestStorie nel carrello

R itorna la rassegna dedicata alla presentazione di libri con Florence

Art edizioni e la BiblioteCaNova Isolotto, nella sala soci del Centro*Ponte a Greve, alle 17. Tema del 2018, “E tu, di che genere sei?”, in programma sei incontri

alla scoperta dei vari generi letterari: il 15/1, il romanzo giallo; il 19/2, il teatro; il 19/3, la poesia; il 16/4, il romanzo d’amore; il 21/5, il romanzo fantastico. E in chiusura, ai partecipanti, una buona tazza di tè.i sezione soci Coop, [email protected]

Gennaio 2018 - - 27

Donne d’altri tempiNella sala soci del Coop.fi di via Cimabue, a gennaio, alle 17: il 15, presentazione del libro Le Magnifiche dei Medici, dodici ritratti di Daniela Cavini (ed. Mauro Pagliai), con l’autrice, Lorella Romagnoli giornalista, e Monica Betti storica dell’arte; il 29, presentazione del libro Ekaterina, una schiava russa nella Firenze dei Medici, di Marialuisa Bianchi (ed. End) con Maria Teresa D’Arcangelo, già docente di lettere e storia. i [email protected]

BAGNO A RIPOLIApertis VerbisIl 9/1, alle 18, nella saletta soci di Antella, via Pulicciano 16, incontro su “Il futuro della grande distribuzione”, partendo dal il libro La cooperazione di consumo in Italia. Centocinquant’anni della Coop consumatori: dal primo spaccio a leader della moderna distribuzione (ed. Il Mulino) di Vera Zamagni, Patrizia Battilani, Antonio Casali. Partecipano Vera Zamagni e Stefano Bassi, presidente Ancc.

I mercoledìalla BibliocoopIl 24/1, alle 16.30, nello spazio Bibliocoop di Bagno a Ripoli, via delle Arti,

“Amici e animali: storie di amori non umani”.

Gennaio a teatroAl Teatro comunale di Antella: dall’11 al 13/1, alle 21, e il 14/1, alle 17 e alle 21, Diciassettesimo Capitolo, scritto e diretto da Alessandro Riccio; il 26/1, alle 21, Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust con Sodoma e Gomorra parte I, lettura tra immagini e musica; il 28/1, alle 21, Il garage italico. Il centro con Il Garage Ermetico. Al Centro di teatro internazionale, dell’Sms G. Modena La Fonte a Bagno a Ripoli Tempo di sussurrare: il 15/1, alle 21.15 e il 16/1, alle 20, con apericena; il 17/1 alle 16.15.

globale” (info 3386843776, [email protected]).

FIRENZE SUD ESTPrima del Reims Il 25/1, alle 17.30, nella sala soci Marina Trambusti del Centro*Gavinana, gli attori della compagnia Namasté Teatro presentano lo spettacolo Allegretto

(perbene... ma non troppo) di Ugo Chiti, in cartellone al Teatro Reims il 26-27-28 gennaio e il 3-4-10-11 febbraio. Nella stessa occasione gli attori della Nuova compagnia di prosa presentano L’uomo dal fiore in bocca e La patente, due atti unici di Luigi Pirandello in cartellone al Reims il 16-17-18-24-25/2. Ingresso libero.i [email protected]

Solitudini paralleleIl 19/1, nella sala soci Marina Trambusti del Centro*Gavinana, alle 17.30, presentazione del libro di Marcella Spinozzi Tarducci Solitudini parallele. Tra Roma e Addis Abeba, la storia di due donne durante il crollo di un impero (ed. Bonfirraro), nel quale si parla anche di temi come la violenza sulle donne,

le adozioni, le difficoltà dell’emigrazione, le differenze etniche. Ingresso libero.

CucitoDal 29/1 al 26/2, dalle 17.30 alle 19.30, lezioni di cucito al Centro*Gavinana: per principianti, nella sala soci Albe Steiner; nella sala soci Marina Trambusti, corso avanzato con uso

della macchina da cucire (di proprietà). Costo euro 40, il ricavato andrà a Il Cuore si scioglie.i prenotazioni 0556811973, giovedì 11/1, dalle 17 alle 19

FIRENZE NORD ESTA scuoladi smartphoneDal 12/1, nella sala soci del Coop.fi di Firenze via Cimabue, corso base per imparare ad utilizzare il sistema per cellulari Google Android, a cura di Niccolò Vigiani di Sali digitali, per conoscere le app, gestire la rubrica, le mail, fare foto e video, utilizzare whatsapp, Google e Skype. Lezioni il 12-19 e 26/1 e il 2-9-16/2, dalle 17 alle 19. Costo 64 euro, per i soci Coop 54.i iscrizioni Niccolò 3392922032 o [email protected]

FIRENZE

FIRENZE SUD OVESTNovità in sezione!A gennaio riprendono nella sala soci del Centro*Ponte a Greve i corsi d’inglese a cura del Live Institute: per adulti, principianti e non, il martedì, mattina e pomeriggio, e il mercoledì mattina; il sabato

per i bambini (iscrizioni Live Institute, 055362011). Ed ancora, corsi di cucito con Angela Corsani, il mercoledì, dalle 14.30 alle 17 per esperti e dalle 17.30 alle 20 per principianti (tel 3332118220). Nella sala soci di via Liberale da Verona (Coop.fi via Talenti) corsi di Hatha yoga con l’Associazione Il Tocco del Cuore, il mercoledì dalle 18 alle 19.30 (info 3929288141). A febbraio, per tre martedì e un lunedì, alla Casa del popolo di Ponte a Greve, lezioni di cucina con il prof. Alessandro Broccia per cucinare antipasti e primi di pesce e non solo, con cena finale per Il Cuore si scioglie (iscrizioni 3384965436).

Quattro chiacchere Nella sala soci del Centro*Ponte a Greve, il quarto giovedì del mese, dal 25 gennaio "Quattro chiacchiere e... un libro"

con Lucia Fenik, per conoscere le opere degli autori latino-americani.i 3316019010

FIRENZE NORD OVESTVarie a OrsùTante novità allo spazio Orsù, al I piano del Coop.fidi via Carlo del Prete:

“Ricamiamo”, corso di ricamo (info 3392955405,

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“Allontanare lo stress e l’ansia rilassando corpo e mente”, corso di respirazione (tel 3357796427, [email protected]); “Autostima, gestione delle emozioni, consapevolezza di sé”, percorso di crescita personale (tel 3357796427, [email protected]); “Movimenti di ginnastica dolce”, attività fisica adattata (tel 0556583506/505, [email protected]); “Inglese di sopravvivenza: come comunicare con il mondo

Firenze nord ovestPer la Valle del Marro

I l 16/1, alle 20, alla Parrocchia San Pio X al Sodo, via delle Panche 212, Firenze,

cena a sostegno della Cooperativa Valle del Marro Libera Terra di Polistena, in Calabria. i 0554376343 - 3398426143

Laboratori di scritturaPorto delle Storie

È un progetto della cooperativa sociale Macramè e Stazione 50013, una scuola

di scrittura no profit. A gennaio partono, tra Firenze e la Piana, i laboratori di scrittura gratuiti per ragazzi/e dagli 11 ai 16 anni. I laboratori si tengono: a Campi Bisenzio, nella sede del Porto delle Storie, via Giusti 7, il lunedì 15-17, dal 22/1 e alla sezione soci di via Buozzi, il martedì 15-17, dal 9/1 (iscrizioni Porto delle Storie o [email protected]); a Firenze San Frediano, Biblioteca Thouar, piazza Tasso, il mercoledì 17-19, dal 24/1 (iscrizioni Biblioteca, 0552398740); a Scandicci, Biblioteca Martini, via Roma 38/A, il giovedì 15-17, dal 25/1 (Biblioteca 0557591860); a Calenzano a CiviCA Biblioteca, via della Conoscenza 11, il venerdì,15-17, dal 26/1 (Biblioteca 0558833421).

FOTO D. NAPOLI

28 - - Gennaio 2018

BORGO SAN LORENZO La Cavalcatadei MagiTorna a Borgo San Lorenzo il 13/1 “La Cavalcata dei Magi”, rievocazione storica ispirata all’affresco del pittore Benozzo Gozzoli che si trova nella cappella di Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Il corteo si snoderà attraverso le vie del paese per

concludersi nella maestosa pieve con un concerto dei ragazzi della Scuola Media G. Della Casa. Raccolta fondi per il restauro dell’Organo Stefanini del 1696.

CAMPI BISENZIOMemorie di vita…Per il ciclo d’incontri

“Stuzzicando”, il 13/1, alle 16.30, nella sala soci Coop di Campi Bisenzio, memorie di vita dal cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio, con la presentazione del libro L’aiuto becchino di Giacomo De Bastiani. Con l’autore e Cristiano Biancalani, provveditore della Misericordia di Campi Bisenzio. Conduce Bruno Santini. Ingresso libero.i 0558964223 dal lunedì al venerdì, ore 17-19, [email protected]

Solidali e greenIl 21/1, alle 9, tutti ai nastri di partenza per “Corri per l’ambiente e per la solidarietà”, gara agonistica pianeggiante di km 15 e passeggiata ludico-motoria di km 5, aperta a tutti gli enti di promozione sportiva. Ritrovo alle 8 allo stadio di atletica E. Zatopek, via di Gramignano 151/153,

dizione, attraverso letture guidate su testi di narrativa, poesia e teatro. Richiesto un contributo di 70 euro a sostegno del progetto

“Abbraccia Empoli”. i [email protected]

FUCECCHIOTra forestae laghettiIl 14/1 ritrovo in piazza S. Gregorio, Torre - Fucecchio, alle 9, per una passeggiata naturalistica di circa 5 km organizzata dalla sezione soci Coop con l’ecoistituto delle Cerbaie, alla scoperta degli specchi d’acqua tra i sentieri dei boschi delle Cerbaie. i 3381303056 - 3403460859, [email protected]

Scrittoritra la genteIl 19/1, alle 18, nello spazio soci del Coop.fi di Fucecchio, presentazione del libro La valigia di cartone di Franca Matteoni. Saranno presenti l’autrice, presentazione a cura di Cinzia Giuntoli. In collaborazione con la Biblioteca comunale.

VALDARNO FIORENTINOA.A.A. Volontari cercasiLa sezione soci sta cercando volontari disposti a dedicare qualche ora del proprio tempo al servizio prestito libri e alla promozione della lettura alla Bibliocoop di Figline Valdarno. Previsto un corso di formazione gratuito per i partecipanti. i rivolgersi alla sezione soci Coop oppure mandare una mail a [email protected], 055951888, Giovanni 3683517548

VALDISIEVEAppuntamentiA gennaio due appuntamenti nella saletta soci Coop di via Verdi 24, a Pontassieve, con il Circolo del tè, all’interno del progetto

“È sempre il tempo della

BARBERINO DI MUGELLOCercasi volontari per BibliocoopLa sezione soci sta cercando volontari disposti a dedicare qualche ora del loro tempo libero al progetto Bibliocoop, il servizio di prestito libri gratuito e promozione della lettura della sezione soci, gestito in collaborazione

Socialitàdi Campi Bisenzio. Costo iscrizione: competitiva con chip 7 euro fino al 20/1, dalle 15 del 20 alle 8.30 del 21/1 euro 10; non competitiva e ludico- motoria 5 euro, passeggiata ludico-motoria senza pacco gara 2 euro. La giornata è dedicata anche al sostegno dell’associazione di solidarietà con il popolo Saharawi Ban Slout Larbi.

i iscrizioni gara competitiva con chip via fax 0558952507, [email protected], stadio Zatopek dal 16 al 20/1, entro le 14. Non competitiva e ludico- motoria: dal 16 al 21/1 alle 8.45

CERTALDOJane EyreIl 20/1, alle 17, nella sala soci Coop di Certaldo, per il ciclo d’incontri di lettura

“Il piacere di leggere”, riflessioni letterarie al femminile di e con Francesca Allegri, “Jane Eyre, il prototipo romantico”. A fine conversazione piatti a tema con lo chef Marco Nebbiai.i [email protected], Lucia 3286229662

EMPOLILeggere nuvoleLaboratorio di lettura espressiva “Leggere nuvole” nella sala soci Coop del Centro*Empoli, con Andrea Giuntini, attore e insegnante di teatro, il giovedì dalle 17.30 alle 19, dal 18/1. Si apprenderanno nozioni per una corretta emissione della voce, elementi di

memoria”. Il 19/1, alle 16.30, proiezione del film Mi mancherai. Ricordi di Sandro Pertini, con il Circolo Fratelli Rosselli di Pontassieve. Interviene Valdo Spini, introduce Lucia Bigliazzi. Il 25/1 e il 1°/2, alle 16.30, “La guerra di Spagna”, a cura del prof. Luciano Gualandi. Introduce Luciana Bigliazzi.i [email protected]

Empolese ValdelsaMusei per l’Alzheimer

“Musei per l’Alzheimer”, ovvero come costruire occasioni di accessibilità

culturale per anziani fragili e per chi se ne prende cura. Un progetto nato nel 2016 che ha visto un prima fase sperimentale con il coinvolgimento di cinque musei del Museo diffuso Empolese-Valdelsa, grazie ad un percorso di informazione

che il Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino ha rivolto ad operatori, educatori museali e animatori geriatrici del territorio. Da gennaio un calendario di appuntamenti che, a rotazione, vedrà coinvolti numerosi comuni del territorio dell’empolese Valdelsa con visite nei musei cittadini e nelle biblioteche comunali da parte degli anziani delle Residenze sanitarie assistenziali e dei centri diurni e soprattutto di coloro che vivono ancora in famiglia. Il progetto è sostenuto da una rete di associazioni di volontariato che aiuterà le famiglie interessate a raggiungere le sedi degli incontri. In calendario a gennaio: a Empoli, il 17, visita al Museo della Collegiata, il 31 alla Biblioteca Fucini, il 24 al Mu.ve. (Museo del vetro); a Montespertoli, il 15 alla Filarmonica Amedeo Bassi, il 22 al Museo della vite e del vino; a Fucecchio, il 24, visita al Museo Civico/Padule. Il calendario su www.coopfirenze.iti BeGo Museo Benozzo Gozzoli, via Testaferrata 31, Castelfiorentino, 057164448, [email protected]

La Calvalcata dei Magi del gennaio 2017

MuVe, Museo del vetro di Empoli

FOTO L. CARLI BALLOLA

Gennaio 2018 - - 29

con la Biblioteca comunale.i rivolgersi alla sezione soci o scrivere una mail a [email protected]

LUCCA

LUCCALa Befanadi Lucca!Il 5/1, alle 15.30, in piazza San Francesco a Lucca, arriva la Befana! L’evento, atteso da grandi e piccini, vede la collaborazione del Comitato San Francesco e dei Vigili del fuoco. Durante la festa calze e dolci ai bambini presenti. Nella mattinata i Vigili del fuoco e il Comitato San Francesco porteranno la Befana anche al reparto pediatria

dell’Ospedale San Luca di Lucca.i 3497907274

Un caffè insiemeLa sezione soci organizza incontri per realizzare dei laboratori creativi e prendere un caffè insieme. Primo incontro il 25/1, alle 16.30.i 3288992922, 3665695147 [email protected]

Marco Vichisi racconta…L’11/1, alle 17.30, nella sala soci Coop di Lucca viale Puccini, incontro con lo scrittore Marco Vichi, padre del commissario Bordelli, che presenterà la sua ultima fatica letteraria Nel più bel sogno e le sue altre iniziative editoriali, e ci parlerà del suo impegno

a favore dei bambini del Bangladesh.i [email protected]

PISA

PISABasi di fotografiaOtto lezioni teoriche e due pratiche, con uscite sul territorio, con l’insegnante Lorenzo Evangelisti, per imparare l’uso corretto della macchina fotografica. Le lezioni, su inquadratura e immagine nella pittura, nella fotografia e nel cinema, si tengono nella sala soci di via Valgimigli (sopra il supermercato di Cisanello), il lunedì, dalle 17 alle 19, dal 12/2. Costo euro 70 che andranno a Il Cuore si scioglie. A fine corso sarà

rilasciato un attestato e le foto saranno oggetto di una mostra. i gradita preiscrizione, 3389676633

CASCINACorso di fotografiaLa sezione soci Coop e il 3C Cinefoto club di Cascina organizzano dal 6/2, ogni martedì alle 21 nella sede del 3C, un corso di fotografia, riconosciuto dalla Fiaf. Costo 80 euro, di cui 10 andranno a Il Cuore si scioglie. i iscrizioni entro il 27/1 ai box informazioni dei Coop.fi del Centro dei Borghi, Cascina, Casciavola, Calci e Uliveto Terme.

Venerdì in BibliocoopContinuano gli incontri mensili del

venerdì organizzati in collaborazione con l’associazione L.a.p.i.s. Il 20/1, alle ore 18, nella sala soci del Centro dei Borghi, conferenza del prof. Franco Malloggi sulla pittura di Edwar Hoffer, artista americano del XX secolo.i [email protected]

VALDERAInfernoC’è tempo fino al 7/1 per visitare la mostra “Inferno” ospitata nei Musei di Villa Baciocchi, nel comune di Capannoli, organizzata da Naturaliter. Le quattro scene oggetto della mostra raffigurano 4 canti dell’Inferno: Le Erinni, Conte Ugolino, Farinata degli Uberti, Bolgia dei simoniaci.

i 0587607035, 0587607300, www.comune.capannoli.pisa.it, Rete museale Valdera www.rmvaldera.it, [email protected]

PISTOIA

AGLIANAVisita all’archivioProsegue il ciclo di appuntamenti in collaborazione con Bibliocoop. A gennaio, il 20, alle 11, visita all’archivio storico di Unicoop Firenze, nella sede della cooperativa in via Santa Reparata 43.i Bibliocoop nei giorni di apertura oppure Bice 3402900752 Vera 3391633959 Paola 3356501494

PRATO

PRATO Computer facileInformatica e internet per principianti dal 15/1 nella sala soci Coop del Parco*Prato. Sei lezioni, il lunedì e venerdì, dalle 9 alle 11. Costo lezioni soci Unicoop Firenze 80 euro, over 60 50 euro, non soci 120.i Laboratorio Archimede, via Marco Roncioni 4, 0574607985, segreteria dal martedì al giovedì mattina 10-12.30, pomeriggio 16.30-19.30

Visita guidataSolo per i soci Unicoop Firenze, l’11/1, alle 18.30, visita guidata alla mostra

“Legati da una Cintola” a Palazzo Pretorio e apericena nelle sale al piano terra del Museo, per passare una piacevole serata fra arte e bellezza. Costo 15 euro, di cui 5 andranno a Il Cuore si scioglie, ingresso, visita guidata e aperitivo compresi. Con il Museo e Coop Culture. i prenotazioni in biglietteria. Info 05741837860. Posti limitati

Il giornodella memoria Il 29/1, nella Sala Banti, alle 10, incontro organizzato dal Comune di Montemurlo, con il Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato e l’Istituto comprensivo Margherita Hack, rivolto ai ragazzi delle classi

terze della scuola media Salvemini La Pira. I ragazzi incontreranno le sorelle Tatiana e Andra Bucci, deportate all’età di 4 e 6 anni e sopravvissute al lager di Auschwitz. La sezione soci di Prato donerà ai ragazzi presenti il volume sulla storia delle due sorelle.

SIENA

SIENAViaggionella musicaIl 12/1, alle 21, nei locali del Cral Mps, via dei Termini 31, “Mark Knopfler e la storia dei Dire Straits” a cura di Dario Vannini e Marco Giustarini.

Foto digitaliCorso base di fotografia digitale con il fotografo Marco Soldateschi. Dal 19/1, alle 21, costo euro 80 per i soci Coop, 100 per i non soci, una parte del contributo andrà a Il Cuore si scioglie.i Marco Soldateschi, Samarcanda Gallery, via Banchi di Sotto 71-73, Siena, 335429534, 3348968822, 0577221292, [email protected] o sezione soci 0577332020, [email protected]

Corsi di lingua Dal 9/1 corsi di lingua francese, inglese e arabo nella sala soci del Centro*Siena. Lezioni settimanali, costo (11 lezioni a corso) euro 130 soci Coop, 140 euro non soci. i [email protected], [email protected], 0577332020, 3337850987

Piccoli e belliIl 15-22 e 29/1 e il 5-12 e 19/2, dalle 20.30 alle 23, nella sala soci del Centro*Siena, corso teorico-pratico sugli alberi in vaso con il Siena Bonsai Club. Contributo di euro 70 a partecipante, una parte andrà a Il Cuore si scioglie. i www.sienabonsai.altervista.org, [email protected]

CascinaBasi di 3D

Dal 24/1, dalle 18, nella sala soci Coop del Centro dei Borghi, corso

di base sulla stampa 3D, cinque lezioni per impararne i rudimenti, dal disegno guidato dell’oggetto fino alla stampa. Costo euro 40. i iscrizioni box informazioni Coop.fi del Centro dei Borghi, Casciavola, Cascina, Calci e Uliveto Terme, o [email protected]

Mostra Inferno, Capannoli (Pi)

30 - - Gennaio 2018

CoopnotizieSTORIE

La Calabriache speraViaggio nella realtà della cooperativa Valle del Marro

di Valentina Vespi

Locri, e non si è mai piegato alle mafie. Ed è stato ucciso. Oggi non servono eroi, ognuno è qui per una scelta, per avere consapevolezza. Ho trasformato il giorno dell’uc-cisione di mio padre in impegno, ho cercato di reagire, ci siamo rialzati e abbiamo avuto il corag-gio e la forza di dire no. “Libera” è diventata la mia seconda famiglia, l’elenco delle vittime di mafia è lungo ma la vera morte sarebbe dimenticare».

Un poliambulatorioper tuttiAltra realtà importante per

Polistena è il poliambulatorio di Emergency che ha sede nel palazzo confiscato, ristrutturato anche grazie al contributo di Uni-coop Firenze. Il mediatore cultu-rale che ci accoglie è scappato dal Senegal dopo aver vissuto espe-rienze che non possiamo neppure immaginare. Ci descrive un luogo dove la sanità pubblica è pressoché assente, dove Emergency presta cure a italiani e immigrati, forni-sce assistenza medica, aiuta nella cura di malattie e problematiche complesse di chi ha paura perché ha subito traumi psicologici e fisici.

Non si può lasciare Polistena senza avere incontrato don Pino, il suo impegno per restituire diritti a chi non li ha è parte fondante della sua vita: «Avete visto l’altra faccia della Calabria, quella che spera e non spara - spiega -. Abbiamo il do-vere di recuperare un noi collettivo di cui c’è bisogno, restiamo uo-mini che si aiutano e recuperiamo il noi del cambiamento. Anche se in luoghi e ruoli diversi dob-biamo rendere migliore questo paese». Da questo viaggio si torna con una consapevolezza diversa, la Calabria è lontana geografica-mente dalla Toscana ma aiutare chi si ribella alle mafie è semplice: sugli scaffali di Unicoop Firenze i prodotti di Libera e della Valle del Marro ci sono e, con cibi genuini, anche la parte più bella e sana dei calabresi.i www.valledelmarro.it,

www.emergency.it, www.libera.it

O ccorrono ben dodici ore di pullman per arrivare a Poli-

stena, in provincia di Reggio Cala-bria. La cooperativa della Valle del Marro opera sul territorio da anni con il sostegno di Unicoop Firenze e questa esperienza ha permesso ai soci di vedere con i propri occhi la realtà in cui lavora. La prima se-zione soci in visita alle terre confi-scate alla mafia dopo gli attentati di luglio è stata quella di Prato; a seguire anche le altre.

Un territorio difficile, la piana di Gioia Tauro, dove i diritti sem-brano sparire, la sanità latita e le mafie cambiano ogni giorno strategie. Qui un Comune è stato sciolto cinque volte per infiltra-zioni mafiose, un sindaco è stato minacciato con una bomba e, nonostante tutto, gli imprendi-tori onesti come Saffioti hanno il coraggio di denunciare alla magistratura le vessazioni della ‘ndrangheta, ribellandosi alla ri-chiesta del pizzo da pagare, con il sostegno delle associazioni antira-cket, ma per questo sono costretti a vivere sotto scorta con tutta la famiglia. «È la terra dei giorna-listi intimiditi - come racconta Domenico Fazzari, che accoglie i soci in visita -, dove i terreni con-fiscati e gestiti da persone oneste vengono sabotati». La tensione è continua e per ottenere cose belle e durature bisogna lottare. Come spiega Antonio, vice presidente della Cooperativa Valle del Marro, la situazione non è facile: «Ri-spetto a qualche anno fa la coo-perativa ha aggiunto i servizi per la tutela conservativa dei terreni confiscati. Noi diamo fastidio con la nostra attività, dobbiamo vigi-lare sui terreni per evitare sabo-taggi e non sempre ci riusciamo. C’è poi - prosegue - la questione delle cooperative “false”, pre-stanome delle famiglie mafiose che tentano di riappropriarsi dei beni. Le vittime che denunciano sono poche, anche se il senso di riscossa morale c’è sempre stato. L’impegno antimafia deve essere trasmesso ai giovani perché non si sentano soli».

Dove la ‘ndrangheta uccideNon sono mancati gli incontri

significativi: Polistena, e in genere il territorio circostante, è la terra di persone che lottano perché hanno perso familiari uccisi dalle mafie, come Stefania, figlia di Vincenzo Grasso: «Mio padre è stato ucciso nel 1989 - spiega -. In quei giorni ero tornata a casa da pochi giorni per un periodo di vacanza, perché per l’Università mi ero trasferita in un’altra città. Mio padre, invece, è rimasto sempre nella sua terra,

Solidarietàe legalità

da Informacoopdel 20/10/17

o 3,25https://goo.gl/

zUG6Lq

Si riparte dal CuorePronti a partire il 22 di gennaio con cinque nuovi progetti, capaci di coinvolgere risorse on line e partecipazione reale.

“Pensati con il cuore”, la raccolta fondi on line (crowdfunding) solidale della Fondazione Il Cuore si scioglie, compie un anno, si avvia per il secondo ed è tempo di bilanci. Nel 2017 sono state presentate 62 proposte, fra le quali ne sono state selezionate 21. Tutte sono andate a buon fine, grazie anche al contributo dei soci di 26 sezioni. In tutto le persone coinvolte sono state circa seimila, una cifra importante che dà la misura della forza del crowdfunding

- sono stati raccolti oltre 234.000 euro - ma ciò che conta è la partecipazione di molti.

Fondazione

Soci di Prato in visita a Polistena

Gennaio 2018 - - 31

ConotizieTURISMO

Viaggiareda sociMolte soluzioni per tuttii gusti e tutte le età

di Barbara Beni

un ibrido. C’è la partenza di gruppo con l’accompagnatore, l’arrivo a destinazione nel luogo di sog-giorno, la comodità di sistemarsi in una camera, aprire la valigia e rifarla solo il giorno della partenza, e con escursioni alla scoperta degli immediati dintorni. Una via di mezzo fra organizzazione e libertà, fra vedere e riposare.

Weekende offerte specialiNegli ultimi anni un grande

successo l’ha avuto il weekend in Europa. Nato per risolvere le diffi-coltà di chi avrebbe voluto visitare le capitali europee (Parigi, Lon-dra, Berlino ecc.) ma non lo faceva per timore della lingua. Questa tipologia di viaggio prevede la par-tenza in aereo, la presenza di un accompagnatore, alcuni servizi guidati di visita alla città. In que-sto modo non c’è il timore di non sapere come destreggiarsi per gli spostamenti, per mangiare e visi-tare una città che parla una lingua sconosciuta.

Ormai da qualche anno, all’ini-zio e alla chiusura della stagione (da marzo a maggio e settembre, otto-bre), i soci possono accedere a delle offerte speciali, dette “sottocosto”. Si tratta perlopiù di soggiorni sem-plici o con escursioni (a Ischia, in Sardegna) che danno la possibilità di una settimana di vacanza a un prezzo inaspettato, con un servizio di qualità. Viaggiare fuori stagione un tempo era considerato il rifugio di chi, per motivi di lavoro o econo-mici, non poteva permettersi altro, adesso è quasi una scelta da privile-giati: niente folla, clima senza punte estreme di caldo, poter visitare i luo-ghi nel loro contesto umano e quo-tidiano senza il traffico e il rumore che l’alta stagione inevitabilmente porta.

Infine, come al supermercato, anche nell’agenzia di viaggio tro-viamo il 2x1 (due persone al prezzo di uno solo). Viaggi in pullman di 6 giorni verso una capitale europea con visite libere o con guida nella città di transito e di destinazione. Pronti a partire? s

S fatiamo un luogo comune: i “viaggi della Coop” in realtà

sono viaggi organizzati dalle agen-zie Toscana Turismo, che con Unicoop Firenze hanno una con-venzione. La cooperativa controlla e verifica l’attività e la qualità del servizio offerto. Del resto le coo-perative di consumo fin dalla loro nascita hanno sostenuto attività sociali, come il turismo, per i pro-pri soci e per la comunità. E non è un caso che fra le cooperative di consumatori italiane, le sezioni soci dell’Unicoop Firenze siano tutt’oggi attive e importanti per le attività sul territorio.

Diversamente giovaniOggi, in Italia, i più assidui

viaggiatori sono nella fascia di età fra i 66 e i 75 anni. Vogliamo chiamarli anziani? Un paese che chiama ragazzo e ragazza un uomo o una donna di 50 anni non può chiamare anziani quelli della ge-nerazione successiva. In fondo è normale che siano loro a viag-giare di più, perché con l’età della pensione hanno riconquistato la libertà del proprio tempo, il pri-vilegio di muoversi senza periodi obbligati e quindi l’opportunità di accedere a soluzioni economiche e convenienti.

I soci possono accedere a un’of-ferta vasta scegliendo su cataloghi che coprono tutto l’arco dell’anno evidenziando le partenze in ogni stagione. I viaggi delle Sezioni soci sono di un giorno o di più giorni, e l’organizzazione è sempre a cura delle agenzie. La caratterizzazione col nome della sezione serve a indicare che quel viaggio partirà da quella località e non significa che chi non abita in quell’area non possa partecipare: i viaggi sono aperti a tutti.

Fra tour e soggiorniI tour di gruppo si presentano

in due versioni. Il primo prevede la partenza con un accompagnatore (o accompagnatrice), affiancato in ogni luogo di visita dalla guida lo-cale competente per le spiegazioni storico-artistiche. La seconda

Balocchi d’artistaAl Palp Palazzo Pretorio prosegue fino al 22 aprile “La trottola e il robot. Tra Balla, Casorati e Capogrossi”. La mostra nasce intorno ad una prestigiosa collezione di giocattoli d’epoca di proprietà del Comune di Roma, e presenta insieme agli antichi balocchi circa 110 opere di

artisti italiani attivi tra il 1860 e il 1980, mettendo così a confronto due aspetti della creatività legati all’infanzia: quella che si traduce negli oggetti concreti, i giocattoli, e quella che rappresenta e interpreta il gioco infantile nelle arti figurative e plastiche italiane. Aperta da martedì a domenica 10-19. Ingresso 7 euro, per i soci 5 euro. Fino al 7 gennaio i soci potranno acquistare due biglietti al prezzo di uno (€ 7) e potranno partecipare alle visite guidate, che si terranno le domeniche 28/1, 11/2, 25/2, 18/3 e 15/4, sempre alle 16, pagando il solo biglietto d’ingresso. i 3311542017, www.pontederaperlacultura.it

Pontedera (PI)

versione, valida soprattutto per i viaggi in aereo, prevede la presenza di una guida-accompagnatore che farà tutte e due le cose.

I soggiorni sono più facili: scelto il luogo, il più è fatto. L’unica variabile è il viaggio, che può essere incluso con un trasferimento di gruppo, solitamente in pullman con l’assistente.

I soggiorni con escursioni sono

Viaggio di soci in Sardegna

Felice Casorati, Giocattoli, 1915-16

FOTO B. BENI

32 - - Gennaio 2018

LettereConviene a chi?Spessissimo nei negozi Coop su molti articoli viene esposto il cartello tondo marcato in nero, per attirare l’attenzione dell’acquirente, con la scritta “conviene”. Però non c’è nessun riscontro del prezzo originale che invece può indicare quanto in effetti possa convenire. Penso che il giudizio debba essere un’esclusiva di chi acquista.Alessio AnichiniFiesole (FI)

Il cartellino giallo ”Conviene”, indica una promozione che in genere è riportata nei depliant dove ci sono tutte le informazioni con il prezzo normale di vendita, come nei cartelli posti sopra gli spazi dove ci sono tutti i prodotti in offerta. Negli scaffali il cartello serve a ricordare che quello è fra i prodotti in offerta, la convenienza è data dal confronto con i prezzi degli altri prodotti accanto.

Senza BancoUna semplice chiara domanda: perché Coop.finon ha aderito alla Colletta alimentare del 25 novembre? Che delusione andare apposta al super e scoprire che è l’unico che non ha aderito. Ovviamente ci siamo spostati in un altro supermercato dove, altrettanto ovviamente, abbiamo fatto anche la

“nostra” spesa.Antonella FalvellaCastelfiorentino (FI)

Noi facciamo la raccolta di alimenti da distribuire a chi ne ha bisogno almeno due volte l’anno, perché in questo modo diamo direttamente quello che i soci e clienti donano alle associazioni presenti sul territorio e completiamo l’offerta con buoni emessi dalla cooperativa per i

prodotti freschi e altri alimenti necessari. L’ultima nostra raccolta si è svolta sabato 14 ottobre e ha fruttato 186 tonnellate di prodotti grazie al lavoro duro di centinaia di nostri volontari. Per questo aderiamo alla Colletta promossa da Banco alimentare, quella cui fa riferimento la lettera, solo con una decina di punti vendita più grandi. La Colletta alimentare del 25 novembre è servita soprattutto per i supermercati che non fanno altre iniziative simili nel corso dell’anno.

Funghi rumeniMi piacerebbe sapere come mai alla Coop si trovano solo funghi della Romania e non della Toscana. Salvatore MonteleoneFirenze

Ha ragione il socio: la maggior parte dei funghi porcini venduti è di provenienza rumena, bulgara e altre nazioni, dove ci sono maggiori raccolte di funghi. A ottobre siamo riusciti a reperire anche del fungo toscano dalla Garfagnana e dall’Abetone. Le quantità sono molto ridotte e non riusciamo a coprire l’intera rete dei supermercati e, dove arrivano, vengono venduti subito. In Toscana chi raccoglie funghi li tiene per sé o al massimo arrivano al ristorante o al negozio di paese; sul mercato rimane una piccola quantità che non basta minimamente a soddisfare i consumi.

Diabeticie non lo sannoDando per ragionevolmente approssimativa una popolazione toscana

di 3.742.000 persone (censimento 2015) e una prevalenza del diabete mellito di 1 caso su 12 persone (Documento SID del 2016) il numero dei diabetici in Toscana potrebbe essere di 312.000 compresi quelli che ancora non sanno di esserlo. Lontani quindi dai 550.000 riportati nell’articolo. Possiamo dunque sostenere che 238.000 toscani stiano facendo gli scongiuri? Beppe LombardoCastelfiorentino (FI)

Abbiamo chiesto alla dott.ssa Ilaria Dicembrini, intervistata nel numero di ottobre dell’“Informatore” per l’articolo Diabete sotto controllo, di rispondere al socio. «Sono circa 300.000 i casi di diabete diagnosticati in Toscana, per i quali è stata fatta richiesta di esenzione per malattia cronica e sono il 5% della popolazione. Tuttavia a questi casi vanno aggiunti quelli di diabete non diagnosticato. I dati dell’Italian Barometer Diabetes parlano di una stima dell’8% della popolazione. A questi va aggiunto un altro 5% ad altissimo rischio, quali i soggetti affetti da ridotta tolleranza glucidica o prediabete. E ancora casi di diabete gestazionale per obesità e stile di vita sedentari. Direi che pur utilizzando un termine unico per definire realtà patologiche tra loro molto diverse (dal prediabete al diabete tipo 1, tipo 2 e gestazionale), il numero stimato nell’articolo non si presenta molto lontano dalla reale situazione toscana (vedi www.diabete.com/prevalenza-in-crescita-anche-in-italia). Quindi ha

ragione il sig. Lombardo, 238.000 toscani fanno bene a fare gli scongiuri perché sono in prediabete o in gestazione».

Fagioli da fuochiHo visto che i fagioli cannellini marca Coop sono prodotti a Sarno, sede del fiume più inquinato d’Europa. Ma sono sicuri? Alessio MazzeiMontemurlo (PO)

Fin dal 2008 tutti i prodotti provenienti dalla cosiddetta

“terra dei fuochi” sono sottoposti a particolari e attenti controlli per assicurare la salubrità sui prodotti ortofrutticoli e per latte e derivati. In particolare è sotto controllo il rischio Pcb, diossine. Attraverso il controllo della filiera, Coop è a conoscenza di tutte le aziende agricole che concorrono alla produzione dei nostri prodotti a marchio. Nel caso dell’ortofrutta fresca a marchio, conosciamo anche le coordinate satellitari dei diversi appezzamenti. Su tutti i prodotti ortofrutticoli freschi confezionati a marchio Coop viene riportato, oltre al paese d’origine (requisito obbligatorio per legge), anche la regione e il codice dell’azienda di produzione. Maggiori informazioni: www.e-coop.it/web/guest/terra-dei-fuochi.(Ufficio qualitàUnicoop Firenze)

Sospettatanumero unoUn paio di mesi fa (o giù di lì), mentre facevo la spesa al supermercato Coop, con il Salvatempo ho “sparato” per sbaglio su un codice a barre di una cassa di acqua, ma poi ne ho presa per sbaglio una di un’altra marca. Arrivata alla cassa, ho avuto la rilettura che ha rilevato l’errore. Oltretutto

Informatore Coopvia Santa Reparata 43 50129 Firenze [email protected] Fax 0554780766.

LA REDAZIONE si riservadi abbreviare le lettere,senza naturalmente cambiarne il senso.

LE LETTERE non pubblicatesono comunque all’attenzione delle varie strutture Coop interessate.

SU RICHIESTA dei socifirmiamo le letterecon le iniziali o il solo nome.

NON PUBBLICHIAMOle lettere e i messaggiche ci arrivano anonimi.

a cura di Antonio Comerci

Empolie PontassieveArriva BacoGigiQuella inaugurata al Centro*Empoli a fine ottobre è un’area multimediale per bambini, la prima in Italia all’interno di un centro commerciale. BacoGigi in forma più ridotta è ora anche al rinnovato Centro*Pontassieve, dalla fine di novembre.Nella foto in alto da sinistra i promotori e ideatori di BacoGigi: Alessandro Colombo direttore Istituto europeo design (Ied) Firenze, Letizia Cantini direttrice al Patrimonio dell’Unicoop Firenze, Maurizio Baldi responsabile della gestione dei Centri commerciali della cooperativa, Elisabetta Grassi e Cecilia Chiarantini docenti Ied Firenze.

Gennaio 2018 - - 33

avevo “sparato” su una confezione di acqua più cara di quella che avevo preso! La commessa mi ha avvertito che avrei avuto un’altra rilettura. Invece, le ho avute a tutte le spese seguenti, compresa quella di ieri. Adesso la “pena” mi sembra un po’ eccessiva, mi sono sentita come la sospettata numero uno della Coop. Ragion per cui,

ho deciso che non userò più il Salvatempo. Peccato, perché mi piaceva molto, ma mi sembra di aver capito che io non piaccio a lui! Lorella Bacci – Chianni (PI)

Abbiamo segnalato ai nostri colleghi il caso, per poter evitare che il socio possa sbagliare nel puntare il lettore Salvatempo nel reparto acque. Il sistema

in modo casuale presenta delle riletture con maggiore o minore frequenza e le 4 riletture consecutive della socia possono capitare a prescindere dall’errore dell’acqua.

Radiatie senza pinzoSapevo che potevano essere in vendita prodotti ortofrutticoli sottoposti a

radiazioni per sterilizzarli, ma a condizione di dichiararlo in etichetta. Mi risulta che oggi si può fare anche senza dichiararlo in etichetta e anche per i prodotti biologici. In Italia, sembra, l’autorizzazione alle radiazioni varrebbe solo per aglio, cipolle e patate. Ho già verificato che tali prodotti bio della Coop non sono stati trattati perché, come si

dice in Toscana, mettono il pinzo (germogliano, ndr), ma vorrei conoscere l’atteggiamento di Coop sull’argomento non solo bio. Patrizio Favilli – email

Confermiamo che tali trattamenti non sono ammessi dai capitolati che i nostri fornitori si impegnano a rispettare

sia a livello nazionale per i prodotti a marchio Coop che a livello locale con Unicoop Firenze.

Uova a due a dueLe uova, che prendo rigorosamente biologiche e della linea Coop Vivi Verde, ultimamente erano solo in confezioni minuscole da due uova ciascuna. Considerando che in famiglia siamo in quattro

Gli articoli più letti nel web dall’Informatore on line di Dicembre WWW.COOPFIRENZE.IT/INFORMAZIONI/INFORMATORI

Tortello del MugelloProdotto certificato, lavorato a mano e con marchio depositato

Presepi di ToscanaDi ogni tipo: meccanici, tradizionali, viventi. Numerose le mostre

Un anno che passaBilancio telegraficodi un annoin cooperativa

Mai più da soliIniziative per i bambini della FondazioneIl Cuore si scioglie

Gianna Nannini!In concerto a Firenzecon il nuovo albumAmore gigante

Beati voi!Rubrica Lettere dei soci

sono tutt’altro che pratiche (ma una volta le uova non si vendevano a dozzine?). La vera sorpresa negativa è che dentro l’involucro in carta c’è un ulteriore imballaggio in plastica! Spero proprio che si possa ritornare su questa scelta commerciale. Andrea Binetti – Pisa

L’assenza delle confezioni da sei uova della linea Vivi verde era momentanea. La confezione da due uova è consigliata per i single. L’imballo con due materiali serve per non rompere le uova, ed è quella maggiormente utilizzata per le confezioni da due. Comunque i due materiali sono separati e quindi riciclabili nel cassonetto della carta e quello della plastica.

Marroni naniSono rimasto sorpreso quando ho acquistato presso la Coop i marroni del Mugello Igp. Mi aspettavo i consueti marroni belli grossi e mi sono trovato invece una sorta di micro castagne grosse come un’oliva. Solo il prezzo era quello dei marroni Igp. Peccato che debba aspettare un intero anno per riassaggiare le bruciate fatte coi marroni, quelli veri. Marcello GhelardiniFirenze

Quest’anno per i marroni è stata un’annata con frutti più piccoli rispetto a quelli ai quali eravamo abituati. La prolungata siccità estiva infatti è stata determinante per le dimensioni del frutto e la dolcezza.

Interessie prestitoGli interessi che vengono riconosciuti ai soci prestatori si sono continuamente ridotti, sino

a raggiungere la misura ridicola dello 0,30% netto. Le motivazioni che avete ripetutamente comunicato sono sempre le solite e cioè che il mercato dei tassi si è progressivamente ridotto su tutti gli strumenti finanziari. Ho notato andando su Internet al vostro sito che i depositi dei soci alla Coop si sono notevolmente ridotti negli ultimi anni: quindi i soci hanno dimostrato una certa disaffezione ad investire i propri risparmi da voi. Giovanni Antonio RiccioFiesole (FI)

Gli investimenti sicuri rendono poco, anzi… meno di zero. Per avere un rendimento con segno positivo con i Titoli di Stato occorre comprarne con scadenza a quattro anni se italiani e otto se tedeschi. Quindi lo 0,30% al netto delle imposte è da ritenere un tasso buono, perché comunque si ottiene un tasso positivo e poi sono somme prontamente disponibili, con il preavviso di legge. Se poi il socio ha la possibilità di vincolare per 18 mesi le somme versate, ottiene da noi lo 0,89% netto (1,20% lordo). È vero, come dice il socio, che il Prestito sociale è diminuito negli ultimi anni. Infatti, la cooperativa non lo ha in alcun modo incoraggiato per vari motivi. Abbiamo abbastanza liquidità e patrimonio per far fronte agli investimenti per lo sviluppo e per l’adeguamento della rete di vendita. Avere meno debiti (e l’Unicoop Firenze ha un solo grande debito: quello verso soci) è più tranquillizzante in quanto abbiamo un ammontare di Prestito sociale quasi uguale al patrimonio netto della cooperativa e quindi super garantito.

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36 - - Gennaio 2018

Eventi a sconto per i soci

N el 2016 si è consolidata la fase di ripresa dei consumi delle

famiglie italiane avviatasi, dopo due anni di contrazione, nel 2014. In particolare, la spesa per cultura e ricreazione ha raggiunto i 68,4 miliardi di euro, recuperando buona parte di quanto perso nel 2012/2013, quando questa voce di consumo aveva toccato la quota più bassa del decennio. Se dall’an-damento positivo registrato dal 13° Rapporto annuale Federculture 2017 restano esclusi gli spettacoli di musica classica e la lettura di libri, tutte le altre voci – musei e mostre, siti archeologici e monu-menti, concerti, teatro, cinema – registrano un segno positivo; e, in termini di partecipazione – cioè di fruizione di vari tipi di spettacolo e/o intrattenimento fuori casa –, la crescita è a due cifre. Nonostante ciò, la lettura complessiva dei dati evidenzia come resti presente, nel nostro Paese, un problema di scarsa partecipazione complessiva alle attività culturali: ben il 37,4% della popolazione non partecipa in nessun modo alla vita culturale. Una vera e propria “esclusione”, fortemente connessa con il livello di benessere delle famiglie.

Una lunga ma necessaria pre-messa per arrivare al cuore del problema: a mancare non è l’in-teresse, ma la disponibilità eco-nomica. Se la promozione della cultura fra i soci è un tema da sem-pre centrale per Unicoop Firenze, proprio nel 2017 si è concretiz-zato un altro progetto in favore del diritto alla cultura e destinato a tutti i giovani, soci e non, fra 18 e 30 anni: “Under30”, con ingresso a 5 euro in quindici teatri, tra i più belli della Toscana, ed altrettanti Comuni del circuito della Fonda-zione Toscana Spettacolo onlus (Lucca, Pisa, Siena, Arezzo, San Casciano in Val di Pesa, Borgo San Lorenzo, Vicchio, Empoli, Santa Croce sull’Arno, Cavriglia, Castelfranco Piandiscò, Castel-fiorentino, Sansepolcro, Monte-murlo e Scandicci), è partito la scorsa primavera, riscuotendo un successo immediato. «In questi

UNDER30

Formula vincente

di Edi FerrariCon i biglietti a cinque euro i giovani riempiono i teatri

nuova stagione vede una parteci-pazione ancora più allargata: in alcuni teatri è quasi esaurita la di-sponibilità dei biglietti “Under30”. Spettacoli di qualità a un prezzo basso: è la formula vincente che Fts onlus e Unicoop continuano a proporre per avvicinare i giovani allo spettacolo dal vivo». Anche gli strumenti scelti per la promo-

zione e prenotazione – un portale e una pagina Facebook dedicati

– hanno certamente contribuito al successo del progetto, andando incontro ai comportamenti me-diatici dei più giovani (secondo il Censis ormai oltre il 90% dei 14-29enni utilizza internet).

Fra le tante proposte disponi-bili, l’ultima a partire è la stagione del Teatro Aurora di Scandicci. Un piccolo (cinque titoli) ma denso cartellone quello di “Au-rora di sera”, che si inaugura a gennaio con Trump blues di e con Federico e Jacopo Rampini, uno spettacolo di “giornalismo teatrale” che racconta le gesta di “The Donald” offrendo agli spettatori un viaggio nei nuovi populismi, le loro cause, le loro conseguenze. Sul palco saliranno poi la Iena Marco Berry con Min-dshock, Alessandro Bergonzoni con il suo nuovo spettacolo (en-trambi a febbraio), la nuova com-media noir Rosalyn di Edoardo Erba (marzo) e il surreale Fuga da via Pigafetta di e con Paolo Hendel (aprile).i Su coopfirenze.it/under30

tutte le offerte disponibili (il progetto nel frattempo si è allargato grazie alla collaborazione con altri soggetti ed agenzie) e le modalità di prenotazione dei biglietti

Alis, lo show delle emozioniÈ lo show rivelazione applaudito da oltre 60.000 spettatori e porta in scena un super cast di artisti che vantano la partecipazione ai più noti show del Cirque du Soleil e del mondo. Alis – Christmas Gala presenta, in quasi 2 ore senza interruzioni, l’eccellenza circense contemporanea. Dal 4 al 7 gennaio all’Obihall di Firenze. Per i soci riduzione del 10% su tutti i settori, solo sulla prima del 4 gennaio e per i biglietti acquistati nei punti vendita Coop/BoxOffice. Non cumulabili con lo sconto bimbi. Ogni socio può acquistare fino ad un massimo di 4 biglietti ridotti, fino ad esaurimento disponibilità. i www.obihall.it

mesi abbiamo verificato la vali-dità del progetto - dice Patrizia Coletta, direttrice di Fondazione Toscana Spettacolo onlus -. I nu-meri ci confortano nella bontà e nell’opportunità di intervenire in questa direzione. Alla fine della stagione passata, in un mese, il 40% dei biglietti “Under30” messi a disposizione nei teatri del circu-ito è stato utilizzato. L’inizio della

Firenze

Paolo Hendel Marco BerryFOTO FENUCCI.EDIT

Gennaio 2018 - - 37

I più vistinel Web SU

WWW.COOP FIRENZE.IT/EVENTI

San Casciano Val di PesaLa stagione del NiccoliniEquilibrio tra i generi, armonia

tra i diversi linguaggi destinati ad un pubblico eterogeneo, sempre più esi-gente, maturo e sensibile alla qualità e alla diversificazione dell’offerta. La stagione teatrale del Teatro Niccolini di San Casciano Val di Pesa (Firenze) rinnova i propri obiettivi: dialogare con il territorio, avvicinare lo spetta-tore alle molteplici forme espressive che stanno dentro e alimentano il mondo del teatro. In cartellone pro-duzioni toscane, pièce che si ispirano alle pagine della nostra storia (come Vangelo secondo Lorenzo, dedicato

alla piccola rivoluzione di Don Mi-lani), ai testi di autori classici come Beckett (Finale di partita, a gennaio, prova d’attore per Glauco Mauri e Roberto Sturno), o che scommettono sui linguaggi della sperimentazione e che vedono la partecipazione di nomi di richiamo nel panorama arti-stico contemporaneo, come Lorenzo Baglioni (I racconti del Bar Sport, a febbraio) o Paolo Hendel (a marzo). Ingresso in convenzione per i soci.i 0558256388, www.teatroniccolini.it

PisaLa danza al Verdi Particolarmente accattivante

il ventaglio degli spettacoli inseriti nella Stagione di danza 2017/18 al Te-atro Verdi di Pisa. Ideata dal direttore artistico Silvano Patacca insieme con la Fondazione Toscana Spettacolo onlus, propone graditissimi ritorni, emozionanti coreografie, capolavori classici e danza contemporanea ai massimi livelli. Fra le proposte, il 6 gennaio tre eccellenze italiane in-sieme sul palco, Africa Unite - Ar-chitorti - MM Contemporary Dance Company, per un concerto-spettacolo, Offline, che attraversa trasversal-mente più generi e stili, destinato a tanti pubblici; ad aprile Petruska, la nuova, intrigante creazione di Virgi-lio Sieni, su musica di Igor Stravinsky, e la prima nazionale dell’ensemble in residenza al Teatro Verdi, imPerfect Dancers Company, Empty floor. In-gresso in convenzione per i soci. i 050941111, www.teatrodipisa.pi.it

Spettacolinel carrello!

Il Cinquecento a Firenze

Gianna Nannini

Quartett

La bella addormentata

Serendipity

Solitudes

a cura di Edi Ferrari

Accredito di 100 punti (Nek - Max - Renga), 200 punti (Nomadi, Bregovic) e 300 punti (Anzovino, Bennato) sulla Carta socio, e per Gabbani sconto di 5 euro, per ogni biglietto acquistato nei punti Coop/Box Office. Offerta valida dal 3 al 12 gennaio.

20 gennaio - Mandela Forum (FI)Francesco GabbaniDa 15,00 € a 75,00 € (+ prev)

24 gennaio - Teatro Puccini (FI)Remo AnzovinoDa 17,00 € a 23,00 € (+ prev)

25 gennaio - Obihall (FI)NomadiDa 20,00 € a 35,00 € (+ prev)

1° febbraio - Teatro Puccini (FI)Eugenio BennatoDa 20,00 € a 35,00 € (+ prev)

5 febbraio - Obihall (FI)Goran BregovicDa 27,00 € a 50,00 € (+ prev)

20 febbraio - Mandela Forum (FI)Nek – Max – RengaDa 30,44 € a 65,22 € (+ prev)

Spettacoli nel carrello!

testo e alle immagini del best seller di Antoine de Saint-Exupéry e resti-tuisce al pubblico tutta l’ingenuità e il disincanto dell’opera letteraria accompagnando gli spettatori di o-gni età in un bellissimo viaggio tra prosa, immagini ed emozioni (6 e 7); e i burattini dei Pupi di Stac con La bella e la bestia, dove, come nella mi-gliore tradizione delle favole, il lieto fine vedrà trionfare amore e giustizia (13 e 14). La rassegna prosegue fino a marzo. Ingresso 8/18 euro; per i soci formula 2x1: con una tessera è possibile acquistare due biglietti al prezzo di uno. i 055362067, www. teatropuccini.it

FirenzeInternational Skate AwardsIl grande evento con i fuoriclasse

del pattinaggio artistico mondiale torna per l’ottavo anno consecutivo al Mandela Forum di Firenze il 13 e 14 gennaio. “International Skate A-wards” è il circuito dei migliori inter-preti del pattinaggio con un format che presenta questa disciplina in modo innovativo. Due gli spettacoli, completamente diversi, così da sod-disfare le diverse aspettative di tutti gli appassionati. Il 13 spazio a Top Champions Skate Awards, con gli ar-tisti impegnati in una gara-spettacolo, mentre le nuove leve del pattinaggio toscano interpreteranno quadri core-ografici di supporto allo spettacolo centrale. Il 14 è in programma invece Soffio di cotone, musical con oltre 40 tra i migliori pattinatori del mondo, con parti cantate e recitate dal vivo e l’inserimento di discipline come la danza aerea e la ginnastica acro-batica. Per i soci ingresso e abbona-mento in convenzione. i 0516272148, www.skate-power.it

Il ritorno deL’ultimo haremAccomodati, in palcoscenico, in-

torno alla scena di un lussuoso ha-rem-hammam, seduti su tappeti e cu-scini, gli spettatori, affascinati dalla vicinanza fisica degli attori e coin-volti dal loro affabulare immaginario e reale al tempo stesso, assistono allo spettacolo immersi in un’atmosfera sensuale fatta di profumi, vapori, musiche che provengono da paesi lontani, per poi essere catapultati in una contemporaneità ricca d’ironia e di inquietanti rimandi al passato. È un incanto che si è ripetuto per oltre dodici anni e che ancora non accenna a tramontare quello de L’ultimo ha-rem, spettacolo cult di Angelo Savelli con Serra Yilmaz, Valentina Chico e Riccardo Naldini, che torna al Teatro di Rifredi di Firenze dopo due anni di sosta. Ingresso 16 euro; per i soci promozione “Passaparola” l’11 e 12 gennaio (12 euro) e “Le domeniche della Coop” il 14 e 21 (14 euro). i 0554220361, www.toscanateatro.it

Per grandi e PucciniBelle storie senza tempo quelle di

“Per grandi e Puccini. Rassegna tea-trale per ragazzi da 0 a 99 anni” al Te-atro Puccini di Firenze. A gennaio in scena Il piccolo principe nel celebre adattamento e regia di Italo Dall’Orto, spettacolo che si ispira fedelmente al

Il piccolo principe

Glauco Mauri e Roberto Sturno

38 - - Gennaio 2018

RaccontiIL PERSONAGGIO

Una pecorain salottoBruno Bozzetto,autore e registadi film d’animazione,amico degli animali

di Silvia Amodio

Bruno Bozzetto è un autore e regista di film di animazione

che sono passati alla storia, West and Soda, Vip mio fratello supe-ruomo, Allegro non troppo, e padre del famoso “signor Rossi”. Vanta numerosi premi e riconoscimenti come il Nastro d’argento a Ve-nezia (Ego, nel 1970), un Orso d’oro a Berlino (Mister Tao, nel 1990) e una candidatura all’Oscar come miglior cortometraggio (Cavallette, nel 1991). Nel 2013 il prestigioso Walt Disney Family Museum di San Francisco inau-gura una mostra interamente de-dicata al suo Allegro non troppo. Con garbo e sensibilità, attraverso la leggerezza e l’ironia dei disegni animati, affronta temi filosofici ed esistenziali.

Ho avuto il piacere di cono-scerlo quando gli ho proposto di realizzare con me Un mondo pa-rallelo, un calendario per aiutare gli ospiti del canile municipale di Milano sostenuto da Coop. Mi piaceva l’idea che i suoi disegni animassero i ritratti di cani e gatti che avevo fatto. È stato un incontro bellissimo che mi ha confermato la sua grande professionalità ma, soprattutto, una profonda umiltà. Dote molto rara, oggigiorno.

È stato interessante farsi rac-contare come e quando ha ini-ziato a lavorare. «Devo molto della mia carriera a mio padre Umberto, un uomo di grande in-telligenza che è stato anche un amico, un socio e un punto di ri-ferimento. Aveva un’industria di prodotti chimici - racconta Boz-zetto - e, anche se non era chiaro quello che volevo fare, mi è sem-pre stato vicino. Parliamo della fine degli anni ’50 quando in Italia nessuno sapeva che cosa fosse l’animazione. Quando avevo 18 anni mi ha costruito lui la mac-china da presa per il mio primo film Tapum!, utilizzando come carrello, per poterla avvicinare e allontanare dai disegni, l’asse del ferro da stiro di mia madre. Il film è andato a Cannes nel 1958 e per puro caso è stato visto da Pie-tro Bianchi, un noto e apprezzato

ambientali in anni in cui non erano considerate una vera emer-genza. «In particolare amo gli animali: ho avuto la fortuna di crescere con loro, li considero dei miei simili, ho un’istintiva fiducia nei loro confronti - racconta il regi-sta -. Mi piace osservarli, studiarli, sono un mondo vicino al nostro, ma allo stesso tempo così lontani. Gli insetti, in particolare, mi af-fascinano, passo ore a guardare

questi piccoli m i c ro c o s m i , mister iosi e governati da regole precise. Con gli animali non c’è biso-gno di parlarsi, comunicano con gli occhi tutto quel lo che c’è da dire. Anche i miei figli sono cre-sciuti con loro, non solo cani e gatti, ma anche

merli, ermellini, paperi, passeri, animali soccorsi in campagna, dove abitiamo. L’ultima arrivata è una pecora, Bella, trovata per caso quando un gregge di passag-gio l’ha lasciata indietro. Aveva ancora il cordone ombelicale at-taccato, quando il contadino che l’aveva soccorsa ce l’ha portata. È cresciuta in salotto fino a quando le sue dimensioni non ci hanno costretto a costruirle una casetta tutta sua. È una creatura molto curiosa e piuttosto testarda, ha sempre voglia di imparare e di fare nuove esperienze. Purtroppo il destino di molti suoi simili è quello di essere trattati come oggetti».

«Non trovo giusto - conclude Bozzetto - quando per indicare un comportamento sgradevole di qualcuno si dice “sei una be-stia”, sarebbe più corretto dire “ti comporti come un umano”. Ab-biamo una visione deformata del mondo animale: da loro abbiamo molto da imparare. Gli animali sono miei amici». s

Il cartoon racconta il potere

dell’empatiada Repubblica Tv

del 14/11/17o 2’07’’

https://goo.gl/x19nQp

critico che era uscito annoiato dalla sala dove stavano proiet-tando un film di Sofia Loren. Il giorno dopo i giornali titolavano:

“Bozzetto meglio di Sofia Loren”, queste favorevoli coincidenze mi hanno fatto fare un balzo di 10 anni, così la mia passione si è trasformata in una professione e da quel momento ho iniziato a ricevere proposte molto con-crete. L’animazione può essere utilizzata in qualsiasi contesto: ho lavorato con Carosello, negli anni

’60, ma anche per le trasmissioni scientifiche condotte da Piero Angela con il quale ho avviato una collaborazione durata dieci anni. Nel 1987 ho anche fatto un film con attori in carne ed ossa, Sotto il ristorante cinese, con Nancy Brilli e Amanda Sandrelli, ma dirigere le persone non mi piace molto, bisogna essere allo stesso tempo diplomatici e severi, non credo di avere queste caratteristiche».

Bruno è stato un precursore in tutto e la sua sensibilità l’ha spinto ad affrontare tematiche

Bruno Bozzetto e il signor RossiFOTO S. AMODIO

Gennaio 2018 - - 39

RaccontiMUSICA

Una vitada NomadiNuovo album del gruppoe concerti in tutta Italia,a cominciare da Firenze

di Bruno Santini

Augusto Daolio

I Nomadi in ricordo del fondatore

da Studio ApertoItalia1 del 20/2/17

o 2’00’https://goo.gl/4mYJ8F

I primi giorni dell’anno salutano il ritorno sul palco dei Nomadi,

lo storico complesso (una volta si diceva così!) che festeggia in que-sto 2018 i suoi 55 anni di attività. Preceduto dall’uscita del nuovo album dal titolo Nomadi dentro, ecco puntuale l’attesissimo tour che toccherà anche Firenze dove farà tappa all’Obihall giovedì 25 gennaio. Il doppio evento è l’oc-casione per scambiare quattro chiacchiere con Beppe Carletti fondatore e leader del gruppo non-ché unico membro stabile della formazione.

Ancora un tour per gli infaticabili Nomadi, c’è da credere che la vera dimensione del gruppo sia quella dal vivo…«Assolutamente sì - risponde

Carletti -. I concerti sono sempre stati la nostra forza. Siamo ani-mali da palcoscenico ed il nostro essere musicisti si esalta proprio sul palco. Questa volta però c’è una novità importante perché ab-biamo scelto di portare le nostre canzoni in spazi teatrali, quindi premiando una situazione più raccolta».

In teatro cosa cambierà nelle vostre esibizioni?«Siamo sempre noi!… Non è

che in teatro saremo più belli - ride Carletti - ma sicuramente delle novità ci saranno, a cominciare dalla scenografia. Sia ben chiaro, il cambiamento non lo viviamo come una sfida, perché alla base di tutto c’è la voglia di divertirci che ha accompagnato da sempre i nostri concerti».

Nomadi dentro ha l’aria di essere un viaggio introspettivo, quasi una radiografia.«Bravo. È un lavoro che ci rap-

presenta; un viaggio a ritroso nel tempo… In fondo i Nomadi sono ancora e sempre quelli degli anni ‘60/’70. Capaci di emozionarci an-cora e di cantare le cose in cui cre-diamo. Con coerenza. Esistiamo dal 1963; più longevi di noi ci sono solo i Rolling Stones!».

Cinquantacinque anni di can-zoni! Come potete giudicar, Noi non ci saremo, Dio è morto, Un pugno di sabbia, Io vagabondo, Un giorno insieme, Voglio ridere, Senza discu-tere (per citare la lunga stagione dei 45 giri), fino ai più recenti Cd Quando ci sarai, Liberi di volare, Lascia il segno… la musica dei No-madi ha saputo fare da colonna sonora a tante diverse generazioni attraversando mode e tendenze.

Siete stati davvero testimoni del nostro tempo: com’è cambiato in tutti questi anni il pubblico?

«Sicuramente il pubblico degli anni ‘60 era meno propenso ad ascoltare. Il nostro intervento era inserito all’interno di serate dan-zanti quindi c’era poca attenzione a quello che cantavamo: dove-vamo fare musica per far ballare chi era venuto lì per divertirsi. Poi le cose sono cambiate e dagli anni ‘70 il concerto ha avuto una sua sacralità. Ma l’esperienza matu-rata negli anni ce la siamo ritro-vata nel tempo ed è un bagaglio indispensabile da portare sul palco con noi. Anche se sono rimasto, dopo la morte di Augusto (Daolio,

indimenticabile voce dei Nomadi ndr) l’unico elemento del gruppo storico, devo dire che la band ha sempre saputo trasmettere la sua storia e la sua natura a chi è suben-trato nel tempo».

I Nomadi tornano a cantare Guccini. Nel nuovo album c’è in-fatti anche una canzone (Nomadi) firmata dal grande cantautore che da anni ha scelto ormai di vivere a Pavana sull’Appennino Tosco-Emiliano. Anche questo è un pezzo di storia che si ricompone. «Pochi come Guccini ci cono-scono così nel profondo e quindi quello che Francesco dice nella canzone è davvero la nostra es-senza, e quando lui scrive che “Noi viviamo il presente con un occhio rivolto al futuro” ci ritrae in quella che è davvero la nostra anima. Non ti nego che stiamo meditando di aprire i nostri concerti proprio con la sua Nomadi».

Ma l’album segna un altro ri-torno importante, quello di Al-berto Salerno che per voi scrisse, nel 1972, Io vagabondo: «Ave-vamo davvero tanta voglia di fare una cosa insieme… e così quattro anni fa ci consegnò questo Terra di nessuno. Noi abbiamo aspettato l’occasione giusta per editarlo, tanto che più volte ci ha doman-dato impaziente “Lo fate o non lo fate!?” e adesso eccolo qui: nel disco e live in concerto».

E dagli autori prestigiosi che hanno scritto per i Nomadi ad un altrettanto prestigioso personag-gio che però non legò mai il suo nome al gruppo. «È verissimo. Era la metà degli anni ‘60, noi eravamo a Milano, in studio, a incidere Dio è morto quando fummo avvicinati da Mogol che ci presentò un gio-vane Lucio Battisti perché vole-vano che noi interpretassimo Non è Francesca. La canzone ci piacque ed eravamo d’accordo nel cantarla, ma quando ci dissero che per inci-derla avremmo dovuto voltare le spalle al repertorio di Guccini, noi prendemmo la nostra decisione e la storia della musica sa quanto quella scelta sia stata saggia». s

L’INTERVISTATOBeppe Carletti(in piedi al centro)fondatore e leader dei Nomadi

40 - - Gennaio 2017

o del pulmino, ossia l’autista; se a volte per indicare i trasferimenti sentiamo parlare di navetta, niente di spaziale, è solo un termine per rendere l’idea di breve e veloce.

In aeroportoSe prenotiamo un volo (ma

anche un treno o un traghetto) la conferma arriverà con il pnr, il codice di riconoscimento, l’iden-tificativo di quella prenotazione. È un codice importante che ser-virà per ogni comunicazione o variazione.

Se sul foglio di riepilogo dei servizi leggiamo che a tale ora dobbiamo essere in apt, è dell’ae-roporto che si parla (apt è l’abbre-viazione di airport).

Appena entrati in aeroporto dobbiamo verificare sui tabelloni-video a quale desk, ossia banco, è la compagnia aerea che effettua il volo perché è lì che dobbiamo recarci; i tabelloni riportano i voli in ordine progressivo di partenza.

Individuato il banco, possiamo accedere (documento d’identità alla mano) a fare il check-in, cioè l’accettazione al volo, con il rilascio della carta d’imbarco e l’imbarco del bagaglio; passaggio necessa-rio anche se viaggiate con il solo bagaglio a mano, altrimenti detto cabin bag.

Adesso, capita molto spesso che la carta d’imbarco vada fatta prima di arrivare in aeroporto, sopra ci sarà indicato il posto a se-dere (eccetto per quelle compa-gnie che non l’assegnano) e l’orario di apertura del gate, cioè quando cominceranno le procedure d’im-barco dei passeggeri per farli uscire dalla porta di accesso al volo; può capitare che ci siano modifiche del gate (come a volte cambia il bina-rio del treno in partenza): sempre bene quindi verificare sui tabelloni situati oltre il controllo doganale.

Una volta a bordo - a meno che la compagnia non abbia sede nel nostro Paese - scordiamoci che qualche messaggio sia letto in ita-liano, ma solo in inglese o nella lingua di appartenenza della com-pagnia. s

Viaggi & Co.TURISMO

Paroleper viaggiarePiccolo vocabolarioper orientarsi al meglio

di Barbara Beni

In ogni settore della vita le parole inglesi s’insinuano sempre più

nel nostro linguaggio. Il mondo del turismo non fa eccezione, anzi. Proviamo a rendere più fami-liari alcuni termini che troviamo quando viaggiamo.

Se chiediamo a un’agenzia pro-poste per andare in viaggio magari ci domandano se abbiamo prefe-renze circa il tour operator, cioè se fra i vari organizzatori di viaggi c’è qualcuno che prediligiamo (ricor-diamo tutti la vecchia pubblicità «Turista fai da te? Ahiahiahai»). Se prenotiamo un tour, significa che faremo un giro, una vacanza itinerante. Se il tour è di gruppo sicuramente incontreremo il/la tourleader, cioè il o la capogruppo

- o anche accompagnatore, accom-pagnatrice - la persona che starà con noi durante il viaggio occu-pandosi di sbrigare tutti i dettagli tecnici. Visitando una città nuova incontreremo la guida, che in in-glese è scritto quasi uguale, guide.

Se prenotiamo un’offerta last minute abbiamo deciso di partire all’ultimo minuto e prenotato quello che c’era disponibile, non è detto che sia stato il più econo-mico o conveniente. Se preno-tiamo un’offerta low cost, invece, abbiamo acquistato un’offerta a basso costo, senz’altro molto con-veniente e, al contrario della last minute, non può essere prenotata all’ultimo minuto.

Alberghi e noleggiSe abbiamo dei pernottamenti

in hotel, o un noleggio auto, ci sarà stato consegnato un voucher, cioè un buono di scambio. Quello che è indicato sul voucher è ciò che dobbiamo aspettarci venga fornito.

Se il voucher è per l’hotel si-curamente riporterà le date in e out, ossia la data di entrata e la data di uscita. Naturalmente l’hotel è l’albergo, il b/b è l’affittacamere, il residence un complesso con appartamenti. Se in albergo ab-biamo dei pasti, sarà indicato bb per intendere pernottamento e prima colazione, hb per indicare la mezza pensione (di solito prima

colazione e cena), oppure fb per il trattamento di pensione completa, cioè con tutti i pasti inclusi. Se ac-canto alle sigle di hb e fb c’è un’ul-teriore b questa sta a indicare che incluse nel forfait ci sono anche le bevande ai pasti.

Se durante qualche periodo fe-stivo invece di hb troviamo brunch significa che al mattino possiamo svegliarci con calma perché sarà servita una prima colazione-pranzo: brunch deriva infatti dall’abbinamento delle parole bre-akfast + lunch (prima colazione + pranzo).

Se abbiamo dei trasferimenti individuali, per esempio dall’ho-tel all’aeroporto, sul voucher sarà indicato transfer e sarà indicato l’orario di pick-up, ossia di preleva-mento o, diremmo meglio, l’orario di appuntamento.

Il trasferimento è un servizio di cui risponde il driver dell’auto

La torre di Belém a LisbonaFOTO WA.SA.

Gennaio 2018 - - 41

Racconti

di Pippo Russo

MOSTRE

Van Gogh a Vicenzadi Barbara Beni

C’ è tempo fino all’8 aprile per visitare la mostra “Van Gogh.

Tra grano e cielo”, ospitata nella Ba-silica Palladiana a Vicenza e allestita

con ben centoventinove opere del pittore olandese.

Entrare nel palazzo, progettato dall’architetto rinascimentale Andrea Palladio, sarà come accedere alla camera di Van Gogh, il luogo dell’anima dove si forma-rono le immagini dipinte e le parole che composero le lettere (su tutte quelle al fratello Théo), che in questa mostra affiancano le opere. La scelta del curatore è stata quella di presentare la precisa ricostruzione della vita del genio olandese: dai disegni di esordio al tempo del Borinage in Belgio (1880), quando svolgeva la funzione di predicatore laico per i minatori della zona, fino ai quadri conclusivi con i campi di grano re-alizzati a Auvers-sur-Oise (1890) pochi giorni prima di suicidarsi.

Vista la mostra, vale la pena de-dicarsi alla scoperta della città, rico-nosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco, per le tante opere archi-tettoniche rinascimentali ad opera del Palladio. Uscendo dalla Basilica (che è il palazzo della Ragione) ci si trova in piazza dei Signori, cuore cittadino, dove sono collocati anche la Torre Bissara e il palazzo del Monte di Pietà. Corso Palladio è lo “struscio” centrale, col suo tracciato rimasto pressoché inalterato dall’epoca romana. Da vi-sitare anche la Cattedrale di Santa Maria Annunciata con cupola e por-tale laterale del Palladio e il Teatro Olimpico, ultimo progetto palladiano.

Orario della mostra: dal lunedì al giovedì 9-18 e dal venerdì alla dome-nica fino alle 20. i e prenotazioni: www.lineadombra.it

COSÌ PER SPOT

Marketing del fai-da-teLe pubblicità di siti webche promettono di aiutarci a spendere meno

U na linea di spot pubblicitari che sollecitano i consumatori a es-

sere dei consumatori consapevoli e avvertiti. E che li mette nelle con-dizioni di scegliere il meglio per se stessi, orientandoli nella selva delle offerte. Possibile? Sembrerebbe di sì. E lo testimonia la crescente quantità di campagne pubblicitarie che vanno in quella direzione, diffuse dalle reti televisive di livello nazionale. Il mec-canismo messo in piedi è quello del portale on line che raccoglie tutti gli operatori di un determinato set-tore dell’economia dei servizi e ne compara le offerte. Ciò mette l’utente nelle condizioni di scegliere par-

tendo dai criteri che ritiene più im-portanti: economicità del servizio, varietà delle prestazioni messe a disposizione, prossimità terri-toriale del prestatore di servizio, e altri tipi di valutazione che di volta in volta possono essere determinanti. Quella appena descritta è una prima variante delle campagne pubblicitarie di-segnate secondo questo formato, e incentrate su uno specifico servizio monitorato su tutto il territorio nazionale. L’esempio più indicativo di questo nuovo sentiero della comunicazione

pubblicitaria si è avuto nel settore delle polizze assicurative auto. Che da tempo è uno di quelli più com-plessi (e costosi) per l’utenza. In que-sto specifico segmento di mercato le campagne pubblicitarie hanno di sicuro portato dei benefici ai con-sumatori, che in modo rapido pos-sono comparare le offerte e scegliere quelle più convenienti comprimendo una voce di spesa annuale parecchio rilevante.

Dalla fase di partenza dedicata alle RC Auto si è passati ad altri segmenti dell’economia dei servizi, ma è anche cambiato il raggio del servizio offerto all’utenza. Si è dap-prima sviluppato il segmento della ricettività alberghiera, con la diffu-sione dei portali che permettono di comparare le offerte e di prenotare a tariffe presentate come altamente convenienti (ma attenzione al trucco, che non manca mai). Quindi si è dif-fusa rapidamente la comunicazione sull’offerta on line dei servizi medici, e gli spot che sono stati approntati hanno avuto attenzione di convertire in virtù quello che poteva essere vi-sto come l’elemento di svantaggio: la mancanza di consuetudine nella relazione medico-paziente. Che è un meccanismo delicato, nel quale l’elemento delle relazioni personali è un ammortizzatore delle tensioni dalla parte del paziente. Invece nello spot l’entusiasmo con cui il paziente accoglie il dottore fin lì sconosciuto è una rivendicazione di specificità. Il messaggio è chiaro: gli utenti guar-dino all’economicità e all’eventuale qualità della prestazione, non all’ele-mento della relazionalità.

Infine, si è passati all’offerta dei servizi artigianali: idraulica, elettri-cità, edilizia. Ancora una volta, ecco i portali che mettono a disposizione informazioni sui servizi accessibili, soprattutto in termini di prossimità. All’utente basterà connettersi alla rete per trovare immediatamente tutte le informazioni sui livelli di ser-vizio disponibili in un raggio di rela-tiva vicinanza e valutare le tariffe.

Tutto bello, tutto efficiente. Ri-mane da chiedersi, visti i costi di cam-pagne pubblicitarie di portata na-zionale, chi le finanzi e in che modo ci guadagni sopra. Risposta facile facile: i colossi del web. Che sono ben lieti di raccogliere informazioni su di voi, vi “profilano” e vi “customiz-zano”, e rivendono i vostri dati. Oltre a raccogliere i denari che vengono dalle inserzioni di chi vende i servizi. L’importante è saperlo. s

Due risate fra ieri e oggiDue simpatici attori, uno comico l’altro un po’ più serio, si pongono la fatidica domanda, che per molti anziani è un’esclamazione: si stava meglio, quando si stava peggio! Ed è questo il titolo di un librino edito dalla Sarnus e

in vendita, a 7 euro, negli scaffali di Toscana da Leggere dei nostri maggiori supermercati. Andrea Muzzi e Bruno Santini, i due attori, si sono divisi i compiti. Santini, quello un po’ più serio, ci porta a struggenti amarcord come i giochi per strada tipo la campana, i fotoromanzi, i film dei cantanti degli anni

’60, il telefono duplex e altri giochi, oggetti e abitudini ormai dimenticati. Muzzi, invece, gli fa da controcanto con quello che oggi spesso assume toni assurdi o quantomeno comici. Insomma un libro divertente e interessante, perché misura quante cose ci siamo dimenticati e quante cose facciamo senza pensarci abbastanza. i Andrea Muzzi – Bruno Santini, Si stava meglio quando si stava peggio?, Sarnus, € 5,95 nei Coop.fi

Il libro

Vincent Van Gogh, Campo di grano con volo di corvi

42 - - Gennaio 2018

Mondo verdedelle risaie. Si tratta di un’argilla permeabile, cioè in grado di asciu-garsi senza seccare. Infatti, quando il keto si asciuga, diventa leggero, e se immergiamo il kokedama in un recipiente d’acqua, noteremo che galleggia. L’immersione è l’unico modo per irrigare la sfera che ospita la pianta, che in questo modo si impregna nuovamente dell’acqua necessaria. «Teorica-mente ogni specie di pianta può essere coltivata con questo me-todo - specifica Lanfranco - sia essa da esterno o da interno, fiorita o verde, con portamento longilineo o ricadente, ma è preferibile sce-gliere specie rustiche, o succulente, queste ultime davvero adatte a vi-vere nella sfera di muschio ».

Istruzioni per l’usoPrimo passo: impastare i ter-

ricci per ottenere una sfera delle di-mensioni adatte. «L’importante è che la sfera sia compatta - specifica Lanfranco -; una volta pronta, si apre e con delicatezza vi si inserisce la piantina, a radici nude. Quindi si comprime di nuovo, dando la forma definitiva, che deve essere, lo ripetiamo, perfettamente sfe-rica». Poi bisogna ricoprire la sfera col muschio e fasciare il tutto con l’aiuto di un filo di cotone. L’ul-timo passaggio, per rendere il ko-kedama “volante”, consiste nella

“cordatura”. «Per una corretta irriga-zione è bene immergere una volta a settimana la palla di muschio in acqua, per cinque minuti, fino alla scomparsa di eventuali bolle d’aria. Quindi, si lascia sgocciolare prima di riappenderla. Consiglio un luogo luminoso, ma lontano dalla luce diretta, poiché il muschio non tollera i raggi solari. Quando è molto caldo si può nebulizzare il muschio tra un’immersione e l’al-tra. Potrebbe rivelarsi utile ruotare saltuariamente il kokedama, per evitare che la pianta si pieghi verso la fonte luminosa, così come ogni tanto è bene controllare lo stato del filo che avvolge la sfera e, se neces-sario, rafforzarlo».i www.kokedamafirenze.it

[email protected]

Come spesso accade, le novità che riguardano i metodi di

coltivazione delle piante orna-mentali provengono dall’Oriente, dove le tradizioni legate al senso estetico e all’amore per la natura si trasformano in arte. È questo il caso del kokedama, una tecnica piuttosto interessante, ben diffusa all’estero ma ancora poco cono-sciuta in Italia, che consiste nel far radicare le piante esternamente al vaso in cui sono cresciute. Ci rechiamo alla Flying Garden, una piccolissima impresa fondata da appena un anno, dove i due gio-vani, creativi e intraprendenti tito-lari, Leonardo Galli e Lanfranco Rosso, hanno trasformato una pas-sione, scoperta quasi per caso, in una vera e propria attività lavora-tiva. Nel piccolo laboratorio in San Frediano, a Firenze, impastano terricci e argille; poi, con muschio, fibra di cocco, fili di cotone e corde, confezionano un gran numero di queste deliziose “perle di muschio”. «Il termine - spiega Leonardo - de-riva da due ideogrammi giappo-nesi: koke, che significa muschio, e dama, che significa palla, sfera o perla. Il kokedama, infatti, è una pianta le cui radici alloggiano in un pane di terra lavorato con forma sferica e poi avvolto completa-mente nel muschio».

Leggerezza per tuttiI kokedama hanno due grandi

pregi: hanno un notevole impatto decorativo – le piante sono gene-ralmente appese tramite corde e fluttuano in aria – e richiedono una manutenzione poco impegnativa. «L’arte del kokedama - sottolinea Galli - nasce in Giappone intorno al ‘600, deriva da un insieme di più tecniche ancestrali di coltivazione

– tra cui il bonsai – e si diffonde tra le classi meno abbienti, pro-prio come alternativa a quest’ul-timo. Infatti, non richiedendo un costoso contenitore in ceramica decorato, come prevede il proto-collo del bonsai classico, si può ab-bellire la propria casa spendendo poco, senza rinunciare al piacere di circondarsi di belle piante».

NOVITÀ

Il giardino volante

Dosi e ingredientiSi tratta di una tecnica che ri-

chiede una buona manualità e i giusti ingredienti per modellare la sfera che accoglierà la piantina. «È necessario utilizzare non solo il terriccio adatto alla pianta che ab-biamo scelto - precisa Lanfranco Rosso -, ma anche quello specifico per i bonsai, denominato akadama, che costituisce la componente dre-nante dell’impasto. Questa base di substrato si deve amalgamare perfettamente con il ketotsushi, speciale argilla giapponese che è il vero ingrediente segreto del ko-kedama». Il ketotsushi – keto nella sua forma abbreviata – proviene dalle risaie giapponesi; si tratta di una torba di palude ricchissima di materiale organico, perché si è formata nel corso dei secoli assor-bendo le piante e gli organismi ani-mali in decomposizione sul fondo

Con l’arte giapponese del kokedama piante sospese per ogni tipo di ambiente

di Càrola Ciotti

GLI INTERVISTATILeonardo Gallie Lanfranco RossoFlying Gardenvia Pulci 1/r FirenzeTel 3666484056

Microgiardinida Tg2

Costume e società del 27/11/16

o 4,14’’https://goo.gl/

MZmCC2

FOTO F. MAGONIO

Gennaio 2018 - - 43

TOSCANA

Armati di binocoloFra paludi e cannetiper monitoraregli uccelli acquatici

di Silvia Amodio

laghi, fiumi e paludi, ma anche in tratti costieri o in territori strap-pati all’acqua e convertiti all’agri-coltura che, in inverno, offrono a questi animali la possibilità di sostare - continua il biologo -. L’andamento generale di questi uccelli è positivo: il numero della maggior parte delle specie è in au-mento. Questo è dovuto alle po-litiche di tutela della biodiversità messe in atto negli ultimi decenni. Gli uccelli acquatici sono molto sensibili al disturbo esercitato dall’attività venatoria, che com-promette l’insediamento anche per le specie protette. Tuttavia, alcune aree umide artificiali cre-ate e destinate alla caccia, come piccoli laghi per esempio, costi-tuiscono un habitat favorevole per alcuni uccelli acquatici che le frequentano al di fuori della stagione venatoria. È auspicabile che queste aree siano gestite in modo da renderle ospitali e sicure durante il periodo migratorio e di nidificazione».

La Toscana, per le sue caratte-ristiche geografiche, ospita quasi il 10% degli uccelli acquatici censiti in Italia. A parte le zone umide più famose, come Orbetello, Burano, Diaccia Botrona e Parco della Ma-remma, che sono di rilevanza inter-nazionale, non mancano sorprese: «La zona dell’ex-lago di Bientina - specifica Puglisi -, costituito da campi e prati soggetti a periodici al-lagamenti, è un luogo privilegiato e di rilevanza nazionale per la pa-voncella e il beccaccino. Gli stagni della Piana fiorentina, disseminati in un territorio denso di abitazioni e infrastrutture, lo sono invece per il tuffetto e la gallinella d’acqua,

mentre il corso dell’Arno è pre-diletto da molte specie di airone. Il padule di Fucecchio, per molti anni luogo di passaggio ma non di sosta per gli uccelli, con la crea-zione di alcune aree protette è dive-nuto in pochi anni una zona molto frequentata dall’alzavola. Questi dati rivelano che una corretta con-servazione e protezione dell’am-biente favorisce il benessere degli uccelli acquatici; per questo invi-tiamo a prestare maggior atten-zione a quelle zone umide dove la cattiva qualità dell’acqua che le alimentano e l’invasione di molte specie esotiche hanno causato un drastico impoverimento di specie vegetali e ittiche».

È importante non abbassare il livello di guardia, perché se da una parte una serie di regole hanno protetto la fauna, dall’altra la qua-lità delle zone umide rispetto a 30, 40 anni fa sta peggiorando drasticamente. Un danno ambien-tale che minaccia anche la salute umana. s

La Lagunadi Orbetello

da Geo Raitvdel 12/11/13o 20’06’’

https://goo.gl/kqc9ot

«N el mese di gennaio alcune migliaia di cittadini euro-

pei, e non solo, interrompono il tran tran quotidiano per trasfor-marsi in operatori di monitoraggio ambientale. Sono persone esperte di ornitologia, in maggioranza semplici appassionati che, per alcuni giorni, armati di binocoli, cannocchiali e schede di rileva-mento, scendono in campo per contare gli uc-celli acquatici», racconta Luca Puglisi, biologo e direttore del Centro ornito-logico toscano.

Un m ov i-mento molto i m p o r t a n t e , nato per mo-nitorare gli uc-celli acquatici, che ha radici lontane: nasce in Inghilterra negli anni ’60 per volontà d e l l ’a s s o c i a -zione Iwc (International waterbird census) che nel tempo si è esteso fino ad essere presente in oltre 100 paesi in tutto il mondo. Ogni anno coinvolge 15.000 persone che danno vita al più grande progetto di “citizen science”, dove sono pro-prio i cittadini in prima persona a contribuire alla ricerca scientifica.

In Italia il coordinamento na-zionale è garantito dall’Istituto su-periore per la protezione e ricerca ambientale mentre in Toscana è il Centro ornitologico toscano a svolgere questa attività sin dal 1984, mobilitando ogni anno oltre 100 volontari.

«I dati raccolti permettono di monitorare l’andamento delle po-polazioni su differenti scale geo-grafiche: dall’intero continente al singolo sito, individuando le zone più idonee alla conservazione e più frequentate dai volatili. Sono informazioni molto utili per pia-nificare la tutela ambientale e la gestione faunistica. I censimenti si svolgono in tutte le zone umide:

L'INTERVISTATOLuca Puglisidirettore del Centro ornitologico toscano

Pavoncella Gallinella d'acquaFOTO G. GRILLI FOTO G. GRILLI

44 - - Gennaio 2018

SaluteL’approccio terapeuticoè differente?E la risposta ai farmaci? «Benché gli studi siano ancora

carenti, con l’affermarsi della me-dicina di genere abbiamo com-preso che le differenze tra i sessi sono notevoli, e non solo nella psi-chiatria. È diversa la distribuzione del farmaco nell’organismo, a causa del minor volume ematico e della maggiore presenza di tessuto adiposo. Vi sono poi le variabili dovute sia al ciclo mestruale che

alle diverse età della vita: tra l’età fertile e la menopausa nel corpo

della donna cambia tutto, e questo si riflette anche sul me-tabolismo e sulla risposta ai

farmaci. Vi è, poi, il com-plicato assetto della

gravidanza, in cui al le variazioni ormonali si ag-giunge il pericolo

di eventuali effetti dei farmaci sul feto».

Con il cardiologo Pietro Amedeo Modesti, professore as-sociato di Medicina interna all’U-niversità di Firenze, facciamo il punto sulle differenze di genere nelle malattie cardiovascolari.

Esiste una differenzadi genere nella prevalenzadella malattia coronarica? «Anche se le patologie cardio-

vascolari nell’opinione comune sono considerate una patologia prevalentemente maschile, in tutto il mondo sono la causa prin-cipale della mortalità per le donne. Anche in Italia nel 2014 i decessi per malattie circolatorie sono stati minori negli uomini rispetto alle donne. Negli uomini la mortalità per infarto è trascurabile fino ai 40 anni, emerge fra i 40 e i 50 e poi cre-sce di molto con l’età. Nelle donne il fenomeno inizia a partire dai 50-60 anni e cresce rapidamente».

A cosa è imputabilequesto fenomeno? «La maggiore età dell’insor-

genza nelle donne sembra legata

U guali ma diversi, anche in me-dicina. Si sta facendo strada

infatti la consapevolezza che mol-tissime malattie si manifestano in maniera differente negli uomini e nelle donne e che di conseguenza anche le cure debbano diversifi-carsi. Liliana Dell’Osso, direttore della Clinica psichiatrica dell’U-niversità di Pisa, spiega queste differenze.

Ansia, depressione e disturbi del comportamento alimentare sembrano colpire più le donne che gli uomini, ma qual è l’entità del fenomeno?«La prevalenza dei disturbi

d’ansia e della depressione nelle donne è doppia rispetto agli uo-mini. Per l’anoressia nervosa, la differenza aumenta fino a un rap-porto di dieci a uno. Diversa è anche l’attenzione ai sin-tomi nei due sessi».

Quali sono le cause? «A causa delle pres-

sioni ambientali e del differente assetto ormo-nale, le donne reagiscono agli eventi avversi in modo meno efficace, concentrandosi più sul modificare le proprie emozioni che sulla risolu-zione del problema. Non è esatto affermare che gli uomini si ammalino meno, ma lo fanno in modo di-verso, per il loro assetto ormonale che influenza tanto la predisposizione allo sviluppo di alcune patologie che la rispo-sta agli eventi che possono farle precipitare. Nelle donne sembra prevalere, in risposta allo stress, la produzione di sostanze come op-pioidi ed ossitocina. Quest’ultima stimola l’attaccamento, la ricerca di interazione sociale e la ridu-zione dell’aggressività. Se le donne andranno più spesso incontro a sintomi ansiosi e depressivi, gli uomini, per la maggior responsi-vità dell’adrenalina e del cortisolo, saranno più portati a condotte ag-gressive, impulsività, abuso di alcol e sostanze».

di Alma ValenteLe differenze di generesi fanno sentireanche nelle cure

FARMACI

Le due metà della medicina

Fallo protetto Secondo i dati emersi durante l’Icar, la più importante manifestazione italiana dedicata all’Aids e all’epatite, che si è svolta a Siena la scorsa primavera, in Italia si sta registrando un preoccupante aumento delle malattie sessualmente trasmissibili, tra cui anche l’Hiv. Unico argine al fenomeno è la prevenzione, con l’uso del preservativo durante i rapporti. Su questo fronte Coop già da tempo è apparsa sul mercato con la linea di preservativi a marchio Coop, Fallo protetto, classici e sottili. A questi ora si sono aggiunti i nuovi profilattici +Spessi, un nome che da solo ne indica le caratteristiche. Sono pensati per coloro che vivono con ansia la rottura del profilattico, i giovani e gli amanti dei rapporti più forti.

Prevenzione

GLI INTERVISTATILiliana Dell’Osso direttore della Clinica psichiatrica dell’Università di PisaPietro Amedeo Modestiprofessore associato di Medicina interna all’Università di Firenze

Gennaio 2018 - - 45

al ruolo protettivo degli estro-geni e alla loro riduzione con la menopausa, anche se è difficile distinguere l’effetto dell’età. I dati sui fattori di rischio di sog-getti adulti di età compresa fra 35 e 74 anni, raccolti nel corso di due indagini svolte nel 1998-2002 e nel 2008-2012, mostrano che la prevalenza dell’ipertensione arteriosa è rimasta pressoché in-variata negli uomini, mentre si è ridotta nelle donne. Al contrario, la prevalenza di ipercolestero-lemia e di obesità addominale è aumentata sia negli uomini che nelle donne. La prevalenza di diabete è rimasta pressoché inva-riata nei due sessi».

L’approccio nella prevenzionee nella terapia è differentenei due generi? «Occorre ricordare che la te-

rapia ormonale post-menopausa non è attualmente raccomandata per la prevenzione della malattia coronarica, perché non impedi-sce la progressione di ateroscle-rosi e può precipitare gli eventi

acuti nelle donne anziane. L’i-pertensione sembra essere più fortemente associata all’infarto miocardico nelle donne rispetto agli uomini, probabilmente in relazione ai cambiamenti che si verificano con la menopausa. Il controllo dell’ipercolesterolemia, migliorato nell’ultimo decennio, rimane ancora insufficiente e ina-deguato, con una differenza di ge-nere a sfavore delle donne. Inoltre, la sedentarietà permane elevata, per lo più nelle donne». s

Mondo

di Cecilia Morandi

CARDIOLOGIA

Dalla parte del cuoreUna app che aiuta i portatori di pacemaker, inventatada un medico toscano

Le iniziali del nome – Erpm – richia-mano la famosa serie televisiva

che negli anni Novanta fece svoltare la carriera di George Clooney, giovane

medico del pronto soccorso di un o-spedale di Chicago, E. R. appunto. In realtà è l’acronimo di Environmental risks for pacemaker (dall’inglese: i ri-schi ambientali per il pacemaker), una app da scaricare sul cellulare che aiuta a individuare i dispositivi che possono interferire con questo strumento. «Il pacemaker ha il compito di ascoltare gli impulsi elettrici del cuore, aiutandolo a funzionare meglio - spiega Raffaele De Lucia, cardiologo e ideatore della app -. Se nei dintorni ci sono strumenti che emettono impulsi elettrici o generano campi elettromagnetici, questi possono ingannare il pacemaker ed alterarne

il suo corretto funzionamento». Con conseguenze più o meno innocue, dal capogiro fino alla sincope. E fra questi oggetti che emettono impulsi elettro-magnetici, ce ne sono molti che usiamo abitualmente senza porci troppi pro-blemi, come l’asciugacapelli o il piano cottura a induzione. Difficile vederli come rischiosi, ma per i portatori di pacemaker la realtà è diversa.

«Quando i pazienti escono dall’o-spedale sono talora un po’ disorientati - prosegue De Lucia -: anche se viene fornito loro un libretto di istruzioni, questo può andare perso oppure si può non averlo sottomano quando ci viene il dubbio sull’uso di un disposi-tivo». Per questo De Lucia, che fa parte del team di Cardiologia 2 dell’ospe-dale Cisanello a Pisa, ha pensato con l’amico ingegnere Marco Braghini di sviluppare questa app che parla un linguaggio molto semplice, quello del semaforo, con la luce verde ad indi-care gli oggetti innocui, con il giallo quelli che possono essere usati ma ad una certa distanza, con il rosso quelli assolutamente da evitare. Per facilitarne ulteriormente l’uso, è stata scelta una suddivisione per argo-menti, con gli oggetti che si trovano in casa, fuori casa e in ambito ospe-daliero. «Molti dubbi sorgono quando i pazienti devono sottoporsi a esami diagnostici e temono che la strumenta-zione possa interferire con il pacema-ker - aggiunge De Lucia -. Questa app, che è unica nel suo genere, ha l’obiet-tivo di facilitare la vita delle persone, infatti il motto è “Vivi normalmente”: ovunque uno si trovi, digitandone il nome, scopre se il dispositivo ha delle controindicazioni per il suo utilizzo».

Procurarsela è facile, basta cer-care sugli stores Googleplay o iTu-nes: digitando “portatore pacemaker” appare la app Erpm, e con meno di 3 euro – 2,99 per la precisione – sul proprio smartphone si può avere sempre a disposizione un vero e pro-prio vademecum sugli oggetti che potrebbero interferire con il pacema-ker. Intanto vi anticipiamo che sono proprio da evitare metal detector portatili (non quelli fissi, dai quali basta passare velocemente), gli sti-molatori a elettrodi per dimagrire, i saldatori ad arco, mentre per quanto riguarda il cellulare basta tenerlo a una distanza di 15 centimetri dal pa-cemaker. «Se poi a qualcuno venisse un dubbio su qualche dispositivo non ancora presente sulla app, invitiamo a segnalarcelo e provvederemo ad inserirlo e identificarlo con la giusta luce del semaforo». s

Quattro domandesul pacemakerCos’è? È un dispositivo dalle dimensioni molto ridotte che viene impiantato in una piccola tasca sottocutanea del torace del paziente soggetto a problematiche legate all’attività cardiaca. Quando si manifesta un’anomalia del battito cardiaco, questo dispositivo genera impulsi

elettrici per ripristinare la normale attività del cuore. Quando è stato inventato?Nel 1950 dal medico canadese John Alexander Hopps . I primi pacemaker erano composti da grossi dispositivi esterni collegati a fili elettrici e attaccati chirurgicamente al cuore. Nel 1958 il dottor Rune Elmquist progettò invece un piccolo dispositivo che

poteva essere impiantato nel sottocutaneo.Quanto durano le batterie?All’interno del generatore sono presenti delle particolari batterie (generalmente in litio-iodio), che hanno una durata media che varia dai 5 ai 10 anni.Cosa succede quando le batterie si scaricano? È necessario sostituirle con un piccolo intervento chirurgico.

L'INTERVISTATORaffaele De Lucia

cardiologo e ideatore della app

46 - - Gennaio 2018

FIRENZEA tutta birraUn’offerta super-selezionata composta da oltre 150 birre artigianali alla spina prodotte da 25 birrifici italiani individuati dal voto di 100 esperti. Dal 19 al 21 gennaio

“Birraio dell’Anno” torna all’Obihall di Firenze: ideato e organizzato dal network Fermento birra, il

premio riconosce il miglior artigiano della birra italiana. Protagonista anche lo street food, con una selezione di banchi ricchi di sfiziosità toscane e non solo. In programma anche degustazioni e incontri gratuiti realizzati nell’area Beer show; mentre nello spazio Beer match si svolgono le degustazioni guidate (prenotazione obbligatoria). Orari: il 19 dalle 18 alle 01; il 20 dalle 12 alle 01; il 21 dalle 12 alle 22. Ingresso giornaliero 7 euro, abbonamento ai tre giorni 15 euro. i www.birraio dellanno.it

Giornodella MemoriaAppuntamento il 26 gennaio al Mandela Forum con il meeting – organizzato dalla Regione Toscana, in collaborazione con la Fondazione Museo e il Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato – rivolto agli studenti toscani. Il tema di questa edizione è “Dal razzismo allo Stato di diritto (1938-

2018)”. A ottant’anni dalle leggi ‘razziali’ del fascismo, a settant’anni dalla promulgazione della Costituzione della Repubblica italiana e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, i ragazzi ascolteranno i racconti e le riflessioni

dei testimoni della Shoah, della deportazione e dell’esilio e gli interventi di personaggi del mondo della cultura e delle istituzioni.i Iniziative per il Giorno della Memoria su www.regione.toscana.it/storiaememoriedel900

Il miracolodel vetroVisitabile fino al 29 gennaio al Museo archeologico nazionale,

“Pretiosa vitrea. L’arte vetraria antica nei musei e nelle collezioni private della Toscana” è la prima mostra nel suo genere

realizzata in Toscana. Tantissimi i materiali esposti: ben 314 vasi e frammenti in vetro, di cui 12 faraonici, 11 etruschi, 73 greci e 218 romani, di varia epoca e provenienza. Lungo un percorso che si sviluppa in 13 vetrine, è possibile conoscere e apprezzare un patrimonio dell’arte antica ad oggi pressoché ignoto. Visite guidate gratuite (comprese nel biglietto d’ingresso al Museo: 2/4 euro), sia in italiano sia in inglese, alle ore 10, 11 e 12 tutti i mercoledì, sabato e la prima e terza domenica del mese.i 05523575

PARCO FORESTE CASENTINESI (AR)La Befanacon le ciaspoleFra boschi e crinali, un’occasione unica per provare la progressione in salita con le racchette da neve in un bellissimo percorso in ambiente tipicamente invernale. È la proposta dell’associazione

Ufficio guide per il 6 gennaio con un

itinerario all’interno del Parco nazionale delle foreste casentinesi che arriva fin sulla cima del Monte Falterona (1654 metri). Niente

paura: il percorso (4 ore) prevede un

dislivello di 300 metri ed è adatto anche a chi prova le ciaspole per la prima volta. Ritrovo alle 8 davanti all’Obihall di Firenze, o in altro luogo da concordare con la guida. Costo 14 euro (più il costo del tesseramento annuale all’associazione, obbligatorio: 5 euro).i 3356322005, [email protected]

Segnalazionia cura di Edi Ferrari

MONTEVARCHI (AR)L’elefantedel ValdarnoIl Mammuthus meridionalis era un elefante di grandi dimensioni che poteva arrivare anche a 3,5 metri di altezza al garrese e a circa 8-9 tonnellate di peso, dalle tipiche zanne a spirale. Nell’autunno del 2016 sono stati rinvenuti nelle campagne di Terranuova Bracciolini alcuni resti di un esemplare di questa specie che popolava il Valdarno superiore nel corso del Pleistocene inferiore. I lavori di scavo, avviati a maggio 2017, si concluderanno in primavera, quando il reperto sarà trasferito al Museo paleontologico di Montevarchi per

l’allestimento finale. Per sostenere lo scavo, il museo ha promosso una campagna di raccolta fondi in collaborazione con la sezione soci di Montevarchi, che comprende anche visite guidate ai laboratori di restauro. Appuntamento il 3 e 25 febbraio, alle 15.30. Costo 3 euro, prenotazione obbligatoria 055981227 o [email protected] www.museo paleontologico montevarchi.it

FIRENZEDa Brooklyn al Bargello

Torna a Firenze, al Museo Nazionale del Bargello, un capolavoro che

ha lasciato l’Italia nel lontano 1898: la lunetta con la Resurrezione di Giovanni della Robbia. Commissionata probabilmente intorno al 1520 da Niccolò di Tommaso Antinori, che dette inizio alla fortuna imprenditoriale di questo antichissimo casato fiorentino, la lunetta è di dimensioni monumentali e

resta oggi uno dei più notevoli esempi della produzione di Giovanni della Robbia, figlio di Andrea e insieme a lui continuatore della bottega del nonno Luca. Rimasta per quasi quattro secoli nella sua ubicazione originaria di Villa Le Rose, l’opera venne acquistata da Aaron Augustus Healy, importante uomo d’affari ma anche esperto collezionista e generoso mecenate, che la portò a New York per donarla al Brooklyn Museum. “Da Brooklyn al Bargello” fino all’8 aprile. Ingresso museo + mostra 4,50/9 euro.i 0552388606, www.bargellomusei.beniculturali.it

Birraio dell’anno, edizione gennaio 2017

Coppa in vetro “millefiori”

Gennaio 2018 - - 47

BARBERINO VAL D’ELSA (FI)“Io sono Chi”Il percorso di vita degli anziani residenti nelle Rsa del Chianti e della Valdipesa raccontato in uno spettacolo teatral-musicale: Io sono Chi – il 7 gennaio al Teatro comunale Regina Margherita di Marcialla

– è la prima esperienza in Italia di teatro canzone che racconta la vita delle case di riposo attraverso un’indagine artistica sul corpo e l’identità degli

SIENAViaggio in CinaNel settembre 1955 un gruppo di intellettuali italiani partecipava alla prima delegazione in visita ufficiale nella Repubblica popolare cinese (costituita nel 1949). Oltre a Franco Fortini (la mostra rientra nei festeggiamenti per il centenario della sua nascita), ne facevano parte altri importanti personaggi della cultura novecentesca, tra i quali Norberto Bobbio, Carlo Cassola, Ernesto Treccani, Antonello Trombadori, Piero Calamandrei. Recarsi in Cina era un sogno, come sottolineava Treccani qualche tempo dopo, un momento al quale nessuno di loro poteva rinunciare. A raccontare quel viaggio è “Je voudrai savoir”, rassegna essenzialmente fotografica, anche se accompagnata da una parte documentaria. Fino al 7 gennaio al Santa Maria della Scala. Ingresso 7/9 euro. i 0577286300

La Francigenaper i più piccoliOgni sabato, fino al 24 febbraio, un percorso per i bambini alla scoperta della Via Francigena.

“#SienaFrancigenaKids” è il primo trekking urbano formato baby per calarsi nei panni degli antichi viandanti e scoprire il Santa Maria della Scala, uno degli ospedali più antichi d’Europa, attraverso la guida di una balia medievale che racconterà la storia dell’antica via Romea e dei viandanti diretti a Roma da Canterbury. Nel costo del biglietto (7,50 euro per i bambini fino a 14 anni, 10 per gli adulti) sono compresi la visita guidata al Pellegrinaio del Santa Maria della Scala e lungo i tratti urbani previsti dall’itinerario, lo zainetto ufficiale di #SienaFrancigenaKids, la

“Merenda del Pellegrino” per i bambini e la “Pausa Caffè dolce” per gli adulti. Partenza alle 15 da piazza Duomo. i e prenotazioni 3476137678 - 3480216972, [email protected]

case di riposo dal suo interno. Ingresso libero.i www.unionechianti fiorentino.it

PRATODoppio appuntamentoal PecciDue percorsi espositivi, articolati fra l’ala grande del nuovo e metà del vecchio edificio museale, suddivisi in

otto sezioni, raccontano una prima parte del patrimonio d’arte contemporanea raccolto negli ultimi tre decenni dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci: i lavori di sessanta artisti italiani e internazionali, raccolti sotto il titolo “Dalla caverna alla luna. Viaggio dentro la collezione del Centro Pecci”, sono visibili fino al 28 febbraio. Così come “Più vicino

– più lontano”, la prima retrospettiva in Italia di uno dei massimi rappresentanti dell’arte e del cinema sperimentale polacco, Józef Robakowski. La mostra presenta alcune delle opere più significative dell’autore e della sua ricerca sul linguaggio cinematografico e il montaggio. Da martedì a domenica, con orario 11-23. Ingresso 10 euro, per i soci 7.i www.centropecci.it

Aperitivoal MuseoIn meno di tre mesi dalla sua apertura sono stati 10.000 i visitatori che hanno apprezzato questa esposizione ricca di arte e storia, ed è per questo che è stata posticipata al 25 febbraio la chiusura della mostra “Legati da una Cintola” al Museo di Palazzo Pretorio (ricordiamo che c’è l’ingresso ridotto per

i soci). C’è quindi ancora tempo per addentrarsi in un racconto suggestivo che si muove lungo i secoli e rende omaggio non solo alla Cintola mariana, la preziosa reliquia custodita nel Duomo di Prato, ma consente di accendere un fascio di luce intenso sull’arte del Trecento. L’11 gennaio alle 18.30 per i soci un evento speciale che comprende visita guidata alla mostra e un aperitivo nelle sale del piano terra del museo. Costo 15 euro; posti limitati, prenotazioni in biglietteria. i 05741837860 www.palazzopretorio.prato.it

anziani che vi risiedono. Ideato e interpretato da Alessia Arena, su testo originale di Valerio Nardoni, con la collaborazione artistica di Daniela Morozzi, si basa sulle interviste che la cantante ha effettuato ad un gruppo di anziani autosufficienti e non in quattro Rsa. L’esperienza è stata poi elaborata e tradotta in un testo originale. Lo spettacolo si arricchisce di alcune videoriprese realizzate nelle Rsa per raccontare il mondo delle

LUCCAMusica di ogni tempo

Dal ritmo ancestrale delle percussioni alla sublime bellezza de La Morte

e la fanciulla di Schubert passando attraverso nuove opere e grandi compositori. Ecco la Stagione 2018 dell’Associazione musicale lucchese, al via a gennaio con la musica da camera e con “Musica ragazzi”. La stagione cameristica inizia il 14 gennaio con un appuntamento completamente dedicato

alle percussioni e al gruppo Tetraktis. Da segnalare anche il Quartetto Prometeo con Umana passione, concerto in cui la musica contemporanea di Matteo D’Amico incontra il testo di Sandro Cappelletto (voce narrante) ispirato a Il Vangelo secondo Gesù di Saramago; e il ritorno di Mario Brunello (violoncello) che insieme al pianista Enrico Pace darà vita all’ormai tradizionale

omaggio a Luigi Boccherini, il concerto con cui a febbraio l’Aml celebra il compleanno del compositore lucchese. Stagione cameristica ingresso 10/12 euro. i 0583469960, www.associazionemusicalelucchese.it

IL CALENDARIO DI BORDELLI Indizi per un annoI retroscena delle vicende del famoso commissario, con testi inediti di Marco Vichi e fotografie di Fabio Chiantini, raccontati in cinquantadue pagine attraverso i dodici mesi del 2018. La pubblicazione, da leggere, sfogliare e appendere in casa, si trova nelle librerie e sul sito dell'editore Scribo di Firenze. Parte del ricavato servirà a finanziare i progetti dell'associazione "il Filodijuta" (www.filodijuta.it) che porta la scuola dove non c'è.i www.scribo.it, prezzo di copertina 12,90 euro

2018con

PENSIERIdi

La storiadel Commissario Bordelliraccontatain cinquantadue pagineattraverso dodici mesidell’anno Testi gentilmente concessidall’autoreMARCO VICHI ©e dallaUGO GUANDA EDITORE SRL ©

Foto_Progetto_GraficoFABIO CHIANTINI DESIGN ©C O M U N I C A T O S T A M P A

Io sono chi di Alessia Arena

Museo Pecci

Mario Brunello

FOTO G. FAVOTTO OTIUM

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