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SEMINARI · Il collettivo Uninomade presenta il secondo ciclo del corso di auto-formazione Il sapere critico di «Commonware» Benedetto Vecchi S ono passati otto anni da quando Zygmunt Bauman mandò alle stampe un lun- go saggio sull’amore nelle società contemporanee. Come era preve- dibile, l’amore non poteva che es- sere liquido, proprio come la mo- dernità che l’intellettuale di origi- ne polacca si è proposto di vivise- zionare. Un testo, pubblicato allo- ra da Laterza, che suscitò non po- che perplessità tra gli estimatori di Bauman. Eppure era in perfetta sintonia con la tradizione teorica a cui l’autore ha sempre afferma- to di attingere. Già agli inizi del Novecento Ge- org Simmel aveva dedicato al- l’amore uno dei suoi testi più riu- sciti. Lo stesso aveva fatto, qual- che decennio prima, il francese Emile Durkheim, mentre George Bataille sull’amore si dilungò a lungo in un clima dove il legame tra amore e erotismo era forte- mente indebolito dalla crisi da quella «istituzione» sopravvissuta alla modernità che era la famiglia. Per Bauman, parlare di amore si- gnificava parlare di fine della fami- glia patriarcale e del proliferare di relazioni sentimentali «a tempo determinato» che non contempla- vano più l’adesione alla formula recitata dai depositari del potere spirituale: «finché morte non vi se- pari». Amplessi prêt-à-porter Ora Bauman - a Roma per parteci- pare a un incontro organizzato dall’università privata Lumsa in collaborazione con l’associazione Stampa romana - affronta un te- ma collegato all’amore. Si tratta de Gli usi postmoderni del sesso (Laterza, pp. 84, euro 10), libro che ha lo stile del pamphlet, ma che di scandaloso ha ben poco. Il sesso ha una funzione essenziale nella riproduzione delle specie e, per molti secoli, la sessualità è sta- ta affrontata come l’attività prope- deutica alla riproduzione. Ma qui interviene già la prima incongrui- tà. Il sesso è atto teso alla riprodu- zione dell’animale umano, ma è stato rivestito di ulteriori significa- ti che hanno scandito, e qualifica- to, le relazioni umane o i rapporti uomo e donna. Sono questi signifi- cati ad essere mutati nel corso del tempo, esemplificati dalla fine del- la famiglia patriarcale, «evento» che ha determinato la legittimità di comportamenti, preferenze, scelte sessuali che non coincido- no con un orientamento eteroses- suale o con la monogamia. Così come l’identità è un pa- tchwork che viene costruito attra- verso esperienze sempre legate a una contingenza e al mutare dello stile di vita inseguito come «ogget- to del desiderio», anche il sesso è commisurato a un’attitudine prêt-à-porter che vede cambiare nel tempo partner. Ma ciò che è cambiata nel profondo è la mani- festazione del desiderio, messo sempre in ombra dall’amore e dal- l’erotismo. Il desiderio assume una radicale autonomia, che cor- re però il rischio della sua atrofia nella ricerca spasmodica del suo soddisfacimento. L’amore e l’ero- tismo, da sempre al centro della scena sentimentale, sono così spinti sullo sfondo. Questa agognata autonomia del desiderio fa sì che il sesso per- da l’aura di mistero, di intimità che ha avuto da sempre nelle rela- zioni amorose. Ogni volta che il singolo ritiene di aver soddisfatto un proprio desiderio, tende a rin- novarlo, in una dinamica che ri- corda il criceto che corre in una ruota ma non la manifestazione di un sentimento. Il godimento nell’atto sessuale, o la soddisfazio- ne del desiderio, sono cioè mo- menti effimeri, che per Bauman sono consumati al pari di ogni og- getto acquistato al mercato. È per questo motivo che la vendita di materiale pornografico ha avuto una crescita così evidente. È altresì evidente che il piacere di rendere pubblica la rappresen- tazione del desiderio e del godi- mento si manifesta nella porno- grafia attraverso la diffusione sen- za fini di lucro di video amatoriali dove è appunto centrale la messa in scena del godimento o di un de- siderio finalmente appagato. Op- pure, come è accaduto per il no- strano «bunga-bunga» dove l’ostentazione del desiderio ses- suale è propedeutica a un ordine del discorso reazionario. Ma anche in questo caso, non c’è vera discontinuità rispetto al recente passato. La modernità li- quida assegna sì autonomia e li- bertà di espressione al desiderio, ma così facendo lo ridimensiona, lo «secolarizza», facendogli perde- re quell’aura di «sacralità» che ha sempre avuto. Misere esperienze L’esito non voluto è dunque un impoverimento del desiderio. Me- glio una perdita del carattere sov- versivo che ha sempre avuto, se con sovversivo si intende la capa- cità di mettere a nudo le asimme- trie di potere esistenti nella sessua- lità. In altri termini, la modernità liquida mette sull’altare il deside- rio, ma così facendo lo ridimensio- na. E non è certo un mistero che schiere di filosofi, psicoanalisti e custodi del potere temporale del- la chiesa non fanno altro che ripe- tere, come un mantra, la necessi- tà di ricostruire un ordine del di- scorso che riconduca all’ovile il desiderio, ripristinando la triade amore, erotismo, desiderio, dove i primi due aspetti devono neutra- lizzare, nella riedizione di relazio- ni monogamiche, il convitato di pietra rappresentato dal sesso. Un ritorno all’ordine destinato pe- rò all’insuccesso. È lo stesso Bau- man a pronosticarlo, con parole nostalgiche rispetto l’ordine per- duto, quando elenca tutti i tentati- vi di definire giuridicamente i de- caloghi dei comportamenti politi- camente corretti nelle relazioni sentimentali e sessuali. Claudio Cavallari È difficile, in pieno periodo di campagna elettorale, non sentirsi violentemente investiti dalla blaterante e paradossal- mente narcisistica enunciazione di un vuo- to. Le retoriche che vorticosamente si inse- guono, dalle vetrine dei talk-show agli stuc- chevoli battibecchi che gonfiano i social network, paiono incoronare l’ostinata mani- festazione di una morte già da tempo avve- nuta. La vittima, il cui omicidio nell’era della comunicazione e dei comunicatori di massa non cessa di avvenire, è ormai senza volto, ma continua a chiamarsi discorso politico. Da più parti se ne intona lo sconsolato re- quiem. Da altre, grotteschi tentativi di riani- mazione rasentano l’inutilità dell’accani- mento terapeutico. A chi non intenda rassegnarsi alla miseria di questa funebre alternativa s’impone dun- que lo sforzo di una riscoperta. Come torna- re a produrre discorsività politica? Quali stru- menti teorici e pratici e quali saperi possono mettere in funzione una nuova semantica che nasca dalla condivisione di esperienze eterogenee di militanza e di movimento? In che modo? Si tratta precisamente della sfida fatta pro- pria dal collettivo Uninomade che risponde all’insieme di tali interrogativi presentando il secondo ciclo del corso di auto-formazio- ne Commonware (Bologna, febbraio-giugno 2013). L’obbiettivo è nitido: riappropriarsi di uno spazio di produzione di saperi critici (non a caso il corso ha luogo all’interno – e contro – l’Università) da mettere a disposi- zione di chiunque intenda orientarsi nella contemporanea composizione delle realtà di movimento, mediante la costruzione co- mune di nuovi e più adeguati strumenti di lettura del politico. Commonware (rovescia- mento in positivo del nome dei pacchetti for- mativi telematici predisposti da sempre più numerose università, i cosiddetti coursewa- re) si presenta innanzitutto come risposta ad un’esigenza che si fa impellente. Quella cioè di dar corpo ad un lessico teorico-politico che intersechi la contemporaneità all’altez- za delle sfide e dei problemi che pone. Lessi- co da condividere, prodotto ed agito in co- mune. Linguaggio-esperienza, aperto ed at- traversabile, che funzioni da veicolo di ri- composizione di soggettività politiche, trop- po spesso frammentate nel variegato spettro dei movimenti sociali. Il primo ciclo formativo, intitolato da Marx all’operaismo, ha inaugurato la stagio- ne di Commonware nel gennaio 2012 (in pri- mavera uscirà per la collana UniNomade di ombre corte il volume che raccoglie le sette lezioni). In risposta alla quasi totale rimozio- ne universitaria del pensiero di Marx, l’insie- me di lezioni e di discussioni organizzate da UniNomade (video reperibili su www.unino- made.org) ha riportato il fondamento teori- co principe della militanza comunista al cen- tro di un dibattito sulle differenti declinazio- ni del pensiero critico nelle forme militanti della nostra storia recente. Un dato immediatamente produttivo si è dunque esplicitato da subito nell’articola- zione tra categorie del pensiero, forme stori- che della sua ricezione e configurazione del- le pratiche materiali ad esse ispirate. Non per rispolverare una gloriosa galleria icono- grafica del passato, ma per riattivare nel presente un insieme di dispositivi teorici che, facendo tesoro delle esperienze eredi- tate, possano rivitalizzare oggi la dimensio- ne costituente del conflitto sociale. Da qui la proposta di dedicare il ciclo di auto-for- mazione di quest’anno a Gli stili della mili- tanza – dal movimento operaio ad Occupy. La prospettiva storica in cui verranno pre- sentate le forme della militanza toccherà fi- gure significative dell’organizzazione politi- ca autonoma dell’ultimo secolo: gli Wob- bies, la militanza studentesca nel lungo ’68, l’esperienza dell’autonomia operaia, mili- tanti anti-coloniali e Black Power, movi- menti femministi e centri sociali. Inutile sottolineare come non si tratti affat- to di riproporre stili e modalità che hanno già fatto il loro tempo, quanto piuttosto di coglierne lo spirito che li ha legati ad una sto- ria di cui è figlio il nostro presente. Stili co- municativi ed aggregativi, capacità di rottu- ra e di autoaffermazione la cui ricchezza ri- chiede di essere assunta con riconoscenza, e atteggiamento critico, da parte di chi voglia chiedersi cosa significhi oggi tornare a pro- durre un discorso politico e militante. Il divorzio tra amore e erotismo trasforma il desiderio nel protagonista delle relazioni sentimentali «AMORE E PSICHE» DI ANTONIO CANOVA (PARTICOLARE) SAGGI · «Gli usi postmoderni del sesso» di Bauman Un povero e autonomo godimento

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  • MARTED 12 FEBBRAIO 2013 il manifesto pagina 11

    CULTURA

    SEMINARI Il collettivo Uninomade presenta il secondo ciclo del corso di auto-formazione

    Il sapere critico di Commonware

    Benedetto Vecchi

    Sono passati otto anni daquando Zygmunt Baumanmand alle stampe un lun-go saggio sullamore nelle societcontemporanee. Come era preve-dibile, lamore non poteva che es-sere liquido, proprio come la mo-dernit che lintellettuale di origi-ne polacca si proposto di vivise-zionare.Un testo, pubblicato allo-ra da Laterza, che suscit non po-che perplessit tra gli estimatoridi Bauman. Eppure era in perfettasintonia con la tradizione teoricaa cui lautore ha sempre afferma-to di attingere.Gi agli inizi del Novecento Ge-

    org Simmel aveva dedicato al-lamore uno dei suoi testi pi riu-sciti. Lo stesso aveva fatto, qual-che decennio prima, il franceseEmile Durkheim, mentre GeorgeBataille sullamore si dilung alungo in un clima dove il legametra amore e erotismo era forte-mente indebolito dalla crisi daquella istituzione sopravvissutaalla modernit che era la famiglia.Per Bauman, parlare di amore si-gnificava parlare di fine della fami-glia patriarcale e del proliferare direlazioni sentimentali a tempodeterminato che non contempla-vano pi ladesione alla formularecitata dai depositari del poterespirituale: finchmorte non vi se-pari.

    Amplessi prt--porterOraBauman - a Romaper parteci-pare a un incontro organizzatodalluniversit privata Lumsa incollaborazione con lassociazioneStampa romana - affronta un te-ma collegato allamore. Si trattade Gli usi postmoderni del sesso(Laterza, pp. 84, euro 10), libroche ha lo stile del pamphlet, mache di scandaloso ha ben poco. Ilsesso ha una funzione essenzialenella riproduzione delle specie e,permolti secoli, la sessualit sta-ta affrontata come lattivit prope-deutica alla riproduzione. Ma quiinterviene gi la prima incongrui-t. Il sesso atto teso alla riprodu-zione dellanimale umano, ma stato rivestito di ulteriori significa-ti che hanno scandito, e qualifica-to, le relazioni umane o i rapportiuomoedonna. Sonoquesti signifi-cati ad essere mutati nel corso deltempo, esemplificati dalla fine del-la famiglia patriarcale, eventoche ha determinato la legittimitdi comportamenti, preferenze,scelte sessuali che non coincido-no con un orientamento eteroses-suale o con la monogamia.Cos come lidentit un pa-

    tchwork che viene costruito attra-verso esperienze sempre legate auna contingenza e almutare dellostile di vita inseguito come ogget-to del desiderio, anche il sesso commisurato a unattitudineprt--porter che vede cambiarenel tempo partner. Ma ci che cambiata nel profondo la mani-festazione del desiderio, messosempre in ombra dallamore e dal-lerotismo. Il desiderio assumeuna radicale autonomia, che cor-re per il rischio della sua atrofianella ricerca spasmodica del suosoddisfacimento. Lamore e lero-tismo, da sempre al centro dellascena sentimentale, sono cos

    spinti sullo sfondo.Questa agognata autonomia

    del desiderio fa s che il sesso per-da laura di mistero, di intimitche ha avuto da sempre nelle rela-zioni amorose. Ogni volta che ilsingolo ritiene di aver soddisfattoun proprio desiderio, tende a rin-novarlo, in una dinamica che ri-corda il criceto che corre in unaruota ma non la manifestazionedi un sentimento. Il godimentonellatto sessuale, o la soddisfazio-ne del desiderio, sono cio mo-menti effimeri, che per Baumansono consumati al pari di ogni og-getto acquistato al mercato. perquesto motivo che la vendita dimateriale pornografico ha avutouna crescita cos evidente. altres evidente che il piacere

    di rendere pubblica la rappresen-tazione del desiderio e del godi-mento si manifesta nella porno-grafia attraverso la diffusione sen-za fini di lucro di video amatorialidove appunto centrale la messain scena del godimento odi un de-siderio finalmente appagato. Op-pure, come accaduto per il no-strano bunga-bunga dovelostentazione del desiderio ses-suale propedeutica a un ordinedel discorso reazionario.Ma anche in questo caso, non

    c vera discontinuit rispetto alrecente passato. La modernit li-quida assegna s autonomia e li-bert di espressione al desiderio,

    ma cos facendo lo ridimensiona,lo secolarizza, facendogli perde-re quellaura di sacralit che hasempre avuto.

    Misere esperienzeLesito non voluto dunque unimpoverimentodel desiderio.Me-glio una perdita del carattere sov-versivo che ha sempre avuto, secon sovversivo si intende la capa-cit di mettere a nudo le asimme-trie di potere esistenti nella sessua-lit. In altri termini, la modernitliquida mette sullaltare il deside-rio,ma cos facendo lo ridimensio-na. E non certo un mistero cheschiere di filosofi, psicoanalisti ecustodi del potere temporale del-

    la chiesa non fanno altro che ripe-tere, come un mantra, la necessi-t di ricostruire un ordine del di-scorso che riconduca allovile ildesiderio, ripristinando la triadeamore, erotismo, desiderio, dove iprimi due aspetti devono neutra-lizzare, nella riedizione di relazio-ni monogamiche, il convitato dipietra rappresentato dal sesso.Un ritorno allordine destinato pe-r allinsuccesso. lo stesso Bau-man a pronosticarlo, con parolenostalgiche rispetto lordine per-duto, quando elenca tutti i tentati-vi di definire giuridicamente i de-caloghi dei comportamenti politi-camente corretti nelle relazionisentimentali e sessuali.

    Claudio Cavallari

    difficile, in pieno periodo di campagnaelettorale, non sentirsi violentementeinvestiti dalla blaterante e paradossal-mente narcisistica enunciazione di un vuo-to. Le retoriche che vorticosamente si inse-guono, dalle vetrine dei talk-show agli stuc-chevoli battibecchi che gonfiano i socialnetwork, paiono incoronare lostinatamani-festazione di una morte gi da tempo avve-nuta. La vittima, il cui omicidio nellera dellacomunicazione e dei comunicatori di massanon cessa di avvenire, ormai senza volto,ma continua a chiamarsi discorso politico.Da pi parti se ne intona lo sconsolato re-quiem. Da altre, grotteschi tentativi di riani-mazione rasentano linutilit dellaccani-mento terapeutico.A chi non intenda rassegnarsi alla miseria

    di questa funebre alternativa simpone dun-que lo sforzo di una riscoperta. Come torna-re a produrre discorsivit politica?Quali stru-

    menti teorici e pratici e quali saperi possonomettere in funzione una nuova semanticache nasca dalla condivisione di esperienzeeterogenee di militanza e di movimento? Inche modo?Si tratta precisamente della sfida fatta pro-

    pria dal collettivo Uninomade che rispondeallinsieme di tali interrogativi presentandoil secondo ciclo del corso di auto-formazio-ne Commonware (Bologna, febbraio-giugno2013). Lobbiettivo nitido: riappropriarsi diuno spazio di produzione di saperi critici(non a caso il corso ha luogo allinterno econtro lUniversit) da mettere a disposi-zione di chiunque intenda orientarsi nellacontemporanea composizione delle realtdi movimento, mediante la costruzione co-mune di nuovi e pi adeguati strumenti dilettura del politico. Commonware (rovescia-mento in positivo del nomedei pacchetti for-mativi telematici predisposti da sempre pinumerose universit, i cosiddetti coursewa-re) si presenta innanzitutto come risposta adunesigenza che si fa impellente. Quella ciodi dar corpo ad un lessico teorico-politicoche intersechi la contemporaneit allaltez-za delle sfide e dei problemi che pone. Lessi-co da condividere, prodotto ed agito in co-mune. Linguaggio-esperienza, aperto ed at-traversabile, che funzioni da veicolo di ri-composizione di soggettivit politiche, trop-po spesso frammentate nel variegato spettrodei movimenti sociali.Il primo ciclo formativo, intitolato da

    Marx alloperaismo, ha inaugurato la stagio-ne diCommonwarenel gennaio 2012 (in pri-mavera uscir per la collana UniNomade diombre corte il volume che raccoglie le settelezioni). In risposta alla quasi totale rimozio-ne universitaria del pensiero diMarx, linsie-

    me di lezioni e di discussioni organizzate daUniNomade (video reperibili suwww.unino-made.org) ha riportato il fondamento teori-coprincipe dellamilitanza comunista al cen-tro di un dibattito sulle differenti declinazio-ni del pensiero critico nelle forme militantidella nostra storia recente.Un dato immediatamente produttivo si

    dunque esplicitato da subito nellarticola-zione tra categorie del pensiero, forme stori-che della sua ricezione e configurazione del-le pratiche materiali ad esse ispirate. Nonper rispolverare una gloriosa galleria icono-grafica del passato, ma per riattivare nelpresente un insieme di dispositivi teoriciche, facendo tesoro delle esperienze eredi-tate, possano rivitalizzare oggi la dimensio-ne costituente del conflitto sociale. Da quila proposta di dedicare il ciclo di auto-for-mazione di questanno a Gli stili della mili-tanza dal movimento operaio ad Occupy.La prospettiva storica in cui verranno pre-sentate le forme dellamilitanza toccher fi-gure significative dellorganizzazione politi-ca autonoma dellultimo secolo: gli Wob-bies, la militanza studentesca nel lungo 68,lesperienza dellautonomia operaia, mili-tanti anti-coloniali e Black Power, movi-menti femministi e centri sociali.Inutile sottolineare comenon si tratti affat-

    to di riproporre stili e modalit che hannogi fatto il loro tempo, quanto piuttosto dicoglierne lo spirito che li ha legati ad una sto-ria di cui figlio il nostro presente. Stili co-municativi ed aggregativi, capacit di rottu-ra e di autoaffermazione la cui ricchezza ri-chiede di essere assunta con riconoscenza, eatteggiamento critico, da parte di chi vogliachiedersi cosa significhi oggi tornare a pro-durre un discorso politico e militante.

    Sebastiano CanettaErnesto Milanesi

    Lacitt? Palcoscenicodella cri-si con gli abitanti diluiti nellarecessione. Fra propaganda,stereotipi, interessi e convenienzetroppo spesso linformazione pub-blica si eclissa. Ma tutti possiamoimparare tutto: lindagine dalbasso sempre in gradodi restitu-ire notizie, immagini, perfino veri-t nitide.Per il terzo anno consecutivo Pa-

    dova ospita uniniziativa di auto-formazione che produce materialioriginali quanto scomodi. Nonc rotta che non abbia una stella. la bussola del seminario che aprela nuova edizione di Lies, il labora-torio dinchiesta economico-socia-le sul Nordest che cambia. Nel2013 lago torna a puntare Padova,con un percorso di conoscenza ecambiamento che parte dallana-tomia dellormai ex capitale del Ve-neto. Si scandaglia laltra faccia delmiracolo fondato sul ciclo delmattone, sullurbanistica a sensounico, sullintreccio indissolubiledi affari e politica, sul dissennatoconsumo di territorio anche a sca-pito del patrimonio pubblico. Pa-dova, citt appaltata: lo scacchie-re delle torri (che minacciano an-che gli affreschi di Giotto) con ilgioco di professionisti e lobby del-limmobiliarismo impegnati in unbulimico cannibalismo, indottodalle banche e commerciato sullapelle di tutti.Si riparte, dunque, dallinchiesta

    militante. Lies torna in campo sa-bato, 2 marzo, alle ore 10, nellaulamagna di Sociologia al primo pia-nodi via Cesarotti 12. Ragionamen-ti a ingresso libero, ancorati a duequesiti: Quali sono le conoscenzeutili per trasformare la citt ridottaa quinta teatrale della crisi? e Co-me si fa a ridare voce alle soggettivi-t stritolate da mercato e consu-mo?. Al centro le esperienzebottom: dalle organizzazioni leg-gere alletnografia del cambia-mentonelluniverso latinosdiMila-no, passando per i confini dellospazio urbano formato migrante.Al convegno che apre il laboratoriodinchiesta partecipano Barbara diTommaso, formatrice dello studioApsMilano;MassimoConte, ricer-catore di Codici Agenzia di ricercasociale; Adriano Cancellieri del-lIuav di Venezia; Antonello Sotgia,architetto e redattore di Dinamo-press; Roberta Scalone, docente esociologa.Dal 5 aprile, invece, scatta Lies

    2013 con con la prima lezione diMassimoConte dedicata a margi-nalit e nuove cittadinanze. E finoal 2 maggio al centro universitarioin via Zabarella il corso di auto-formazione offre strumenti dana-lisi ad ampio spettro: citizen jour-nalism, visure dei poteri forti, agri-coltura urbana, narrazione dellecitt (compreso il caso Taranto), in-sieme alle tecniche dellinchiesta edel video partecipato.Poi ci si applica: Nei mesi se-

    guenti gli iscritti a Lies lavorerannoin gruppi su temi di inchiesta con-cordati, utilizzando i linguaggi del-la scrittura e del video. Al centrodellattenzione la citt di Padovaoggi. Le inchieste realizzate saran-nopoi restituite alla citt. Grazie al-la collaborazione con la rivista Lostraniero abbiamo gi pubblicato ildvd con i materiali prodotti nel2011. A Vicenza, il recente Labora-torio Ferrovieri si concluso conun incontropubblico di restituzio-ne dellinchiesta ai cittadini delquartiere.Le iscrizioni a Lies scadono il 17

    marzo. Tutte le informazioni nel si-to internet www.estnord.it/lies/oppure allindirizzomail: [email protected].

    AMACI DENUNCIA CDA DEL RIVOLIAlla luce della preoccupante e confusa situazione in cui versa il Castello di Rivoli - che almomento non ha pi direzione, essendo scaduto il mandato di Beatrice Merz - Amaci(Associazione musei arte contemporanea) denuncia lestrema gravit del comportamento delCda del museo, dimostratosi impreparato a garantire la continuit operativa e scientifica

    dell'Istituzione che governa. Il comportamento del Cda (presidente Giovanni Minoli) e degliorgani territoriali coinvolti rischia, secondo Amaci, di creare le premesse di una crisiirreversibile per unistituzione culturale che dal 1984 rappresenta uno dei poli d'eccellenza peril contemporaneo. Linefficienza potrebbe essere una strategia per creare una Superfondazioneper la governance dei musei Castello di Rivoli, Galleria d'arte moderna e la fiera Artissima.

    Il divorziotra amoree erotismotrasformail desiderionel protagonistadelle relazionisentimentali

    AMORE E PSICHE DI ANTONIO CANOVA (PARTICOLARE)

    oltretutto

    SAGGI Gli usi postmoderni del sesso di Bauman

    Unpoveroeautonomogodimento

    INCONTRI

    Padova, la citt un palcoscenicodellemutazioni

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