UN AIUTO AI MEDICI: UN CORSO DI MEDICINA AMBIENTALE...

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UN AIUTO AI MEDICI: UN CORSO DI MEDICINA AMBIENTALE CLINICA I fattori ambientali e la nostra salute n questi ultimi anni è au- mentata la consapevolezza che fattori e condizioni am- bientali possono influenzare e modificare la nostra salute. Ci sono seri e preoccupanti da- ti ufficiali su diverse patologie determinate dall’inquinamen- to dell’ambiente e da sovracca- richi di tossine per sostanze in- quinanti presenti nell’acqua , nell’aria, nei cibi. Come fare prevenzione e come aiutare i medici che sono in pri- ma linea? La necessità di una formazione specifica per medici, pediatri, dentisti, veterinari e operatori sanitari su queste tematiche è un’urgenza evidente. Va in que- sta direzione il Corso di medi- cina ambientale clinica svolto- si nel mese di marzo a Milano, con docenti qualificati, italiani e stranieri, organizzato dall’As- simas, l’Associazione italiana di medicina ambiente e salute. Questo corso era stato presen- tato, nel luglio 2016, al diretto- re generale dell’ex Ulss 2 Fran- cesco Benazzi e ad altri re- sponsabili dell’Ulss trevigiana. Il corso prevedeva la presenta- zione di casi clinici, anche pro- posti dagli stessi partecipanti, per tracciare assieme l’iter dia- gnostico e verificare l’approc- cio al paziente secondo i crite- ri della Medicina ambientale clinica. Abbiamo posto alcune doman- de al dottor Antonio Maria Pa- sciuto, presidente dell’associa- zione Assimas, che ha organiz- I zato il corso. Lei sta attuando questo proget- to, perché? E perché è urgente la Medicina ambientale clinica? «Sono moltissime, e stanno crescendo ogni giorno di più, le evidenze scientifiche che di- mostrano come moltissime pa- tologie (soprattutto quelle cro- niche ed i disturbi funzionali, tra l’altro in grande aumento) sono dovute, come cause o concause, ai cosiddetti “fattori di tipo ambientale”. Nella for- mazione tradizionale, imparti- ta ai medici dagli studi univer- sitari, la relazione esistente tra ambiente e salute non viene trattata, a mio parere, in modo sufficiente e moderno. Con l’aiuto di validate analisi di la- boratorio si può oggi fare una diagnosi di tipo eziologico in relazione ai “carichi ambienta- li”. Per colmare tale lacuna for- mativa nel 2012 abbiamo fon- dato Assimas (www.assimas.it). Collaboriamo con Europaem (Associazione europea di me- dicina ambientale www.euro- paem.eu)». Quali sono gli inquinanti più diffusi e le patologie correlate che si manifestano? «Gli “agenti nocivi” più diffusi provenienti dall’ambiente in cui viviamo sono: insetticidi, pe- sticidi, coloranti, conservanti, plastiche, ftalati, bisfenolo, me- talli pesanti, muffe, nanoparti- celle, elettrosmog, per citare i più rilevanti. Questi possono, ad esempio, determinare le co- siddette patologie emergenti (Mcs, fibromialgia, sindrome da fatica cronica, elettrosensi- bilità, sindrome dell’edificio malato), patologie infiammato- rie croniche degli apparati re- spiratorio, gastrointestinale, o- steoarticolare e del sistema nervoso». Lei ritiene che si possa fare una rete di medici preparati ad af- frontare tali criticità? Avete già fatto altri corsi? «Una rete tra medici? Natural- mente sì. Questo è anche uno degli scopi che si prefigge la no- stra associazione. Assimas ha realizzato corsi di formazione, articolati su 120 ore di lezione e che hanno avuto come rela- tori importanti medici, ricer- catori e studiosi italiani ed e- steri. Si sono svolti corsi di questo ti- po a Milano nel 2013, a Roma e Bolzano nel 2014, e anche a Barcellona nel 2015 e sono sta- ti formati circa 100 medici in I- talia e 20 in Spagna». Come e dove fare diagnosi più specifiche? «Le diagnosi vengono formu- late sulla base di analisi di la- boratorio che possono essere fatte da molti centri: ad esem- pio, la ricerca dei metalli pe- santi in urine, sangue o saliva, di metaboliti tossici nei liquidi biologici, o l’evidenziazione di sostanze tossiche o canceroge- ne, come la formaldeide, negli ambienti abitativi o di lavoro». Quale prevenzione attuare? «La prevenzione migliore deri- va innanzitutto dalla consape- volezza che molte sostanze chi- mico-tossiche, e appunto i “ca- richi ambientali”, possono con- tribuire a causare importanti patologie. Si deve quindi fare un’opera corretta di informa- zione della popolazione di for- mazione dei medici e degli o- peratori sanitari. A questo punto la migliore pre- venzione consiste nel ridurre al massimo l’esposizione a so- stanze potenzialmente nocive. Ciò vale in particolar modo per soggetti cosiddetti vulnerabili, suscettibili, fragili, come ad e- sempio bambini, anziani, don- ne in stato di gravidanza, persone affette da altre patolo- gie; ma anche soggetti che non riescono a “disfarsi”, elimi- nandole, delle sostanze chimi- co-tossiche che non vengono metabolizzate per alterazioni di tipo geneti- co». Lei è a conoscenza della situa- zione della Pianura Padana, l’a- rea più inquinata d’Europa: quale futuro prevede? «Non conosco in dettaglio que- sta specifica realtà. In ogni ca- so vari studi hanno evidenzia- to la presenza di diossina (so- stanza tossica e cancerogena) nel latte materno in donne che vivono in tali zone; gli Pfas (po- li-fluoro-alchilsolfati) sono so- stanze presenti in molti corsi d’acqua e nel terreno anche nel- la Pianura Padana. Possono causare tra l’altro importanti patologie endocrine e sterilità maschile (si tratta dei cosiddetti interferenti endocrini). Il futuro sarà roseo se verran- no intensificati gli sforzi per procedere ad una corretta informazione della popolazio- ne ed ad una idonea formazio- ne dei medici. A tale proposito è fondamentale anche il ruolo dei “media”, che si dovrebbero occupare maggiormente, ed in maniera sempre scientifica- mente corretta, degli stretti rapporti esistenti tra ambiente e salute. Naturalmente senza al- larmare o spaventare, ma sem- pre proponendo possibili solu- zioni. E queste ci sono». Con questa sua proposta cosa auspica? È un programma che alimenta l’alleanza con l’encicli- ca “Laudato si’” di papa France- sco? «Auspico quanto già ho accen- nato: consapevolezza, informa- zione, formazione, azione! L’interesse della Chiesa per queste proble- matiche è an- dato accen- tuandosi a partire dal giugno del 2015, data in cui è stata pro- mulgata l’enci- clica di papa Francesco “Laudato si’”, sulla custodia della nostra casa comune. Oltre a principi di tipo scienti- fico, oggi abbiamo anche delle importanti basi di tipo antro- pologico, etico, religioso, spiri- tuale, che ci spingono a consi- derare l’ambiente, il creato, la nostra casa comune, come un bene che ci è stato donato e che dobbiamo custodire per vivere in salute e per trasmetterlo il più possibile intatto alle gene- razioni future». GDC Il dottor Antonio Maria Pasciuto, presidente dell’associazione Assimas UNA FACILE CAMMINATA IN COLLINA A SOLIGHETTO Alla scoperta del Monte Villa Distanza: 5,76 km Aumento di quota D+: 266 m Tempo di percorrenza: 2h Grado di difficoltà: basso Descrizione: Al Monte Villa gli abitanti di So- lighetto sono alquanto affeziona- ti, tanto che da almeno quattro secoli anche nei documenti uffi- ciali è riportato come “montagna de Suighét”. Fu sede di un castel- lo, oggi scomparso, eretto nel XIII sec. per volontà di Gabriele Da Camino. L’itinerario, semplice ed adatto a tutti, parte proprio dal centro di Solighetto, dove è pos- sibile trovare parcheggio di fron- te alla ottocentesca chiesa di San- ta Maria Immacolata, sorta nel luogo dove esisteva già nel 1177 un altro edificio religioso. Si per- corre per un breve tratto via Francesco Fabbri verso est e si svolta su via Mase- ral che ci porterà per tornanti alla base del monte, passando di fronte a diverse case di campagna. Si taglia il pendio in direzione est fino ad arrivare ad una forcella che fa da spartiacque con il Monte Cisa, quindi si sale nel bosco guadagnando il crina- le del Monte Villa. Il sentiero per- corre l’intero filo di cresta im- merso in un magnifico bosco di carpino e roverella e raggiunge la vetta a 412 m dove si no- ta un vecchio ripe- titore di telecomu- nicazioni ed alcune trincee risalenti al- la Grande Guerra. Si comincia a scen- dere lungo tratti a volte ripidi e si raggiunge una grande croce in le- gno dedicata ai Caduti. Qui si svolta a destra scendendo lungo il versante nord della montagna quindi, raggiunta una strada ster- rata, si passa per vigneti e villet- te abbarbicate sul pendio. Scesi a Solighetto a fianco della birreria Gastaldia, si percorre un breve tratto di asfalto chiudendo l’anello nuovamente alla parrocchiale. Curiosità: Le case di color rosso che si incon- trano spesso in questo tragitto, sono alcuni e- sempi delle cosiddette case rosse dei Conti Brandolini, nobili cit- tadini forlivesi che si distinsero a partire dall’XI secolo come uo- mini d’arma. Un ramo della fa- miglia, grazie a vittorie conse- guite al servizio della Serenissi- ma, ricevette nel 1436 la signoria di Valmareno con sede all’attua- le Castelbrando. Il simbolo nobi- liare è uno stemma riportante no- ve scorpioni a ricordo di un cele- bre duello avvenuto tra Sigi- smondo contro un saraceno du- rante una crociata. Giovanni Carraro Le foto e la traccia GPS sono di- sponibili nel sito www.lazione.it. La mappa è stata elaborata dallo sce- nario: 3Dolomiti - © Consorzio Do- lomiti Il dottor Pasciuto, presidente dell’associazione Assimas: “Le evidenze scientifiche che dimostrano come moltissime patologie sono dovute, come cause o concause, ai cosiddetti fattori di tipo ambientale” Attualità 23 aprile 2017 8

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UN AIUTO AI MEDICI: UN CORSO DI MEDICINA AMBIENTALE CLINICA

I fattori ambientalie la nostra salute

n questi ultimi anni è au-mentata la consapevolezzache fattori e condizioni am-

bientali possono influenzare emodificare la nostra salute.Ci sono seri e preoccupanti da-ti ufficiali su diverse patologiedeterminate dall’inquinamen-to dell’ambiente e da sovracca-richi di tossine per sostanze in-quinanti presenti nell’acqua ,nell’aria, nei cibi. Come fare prevenzione e comeaiutare i medici che sono in pri-ma linea?La necessità di una formazionespecifica per medici, pediatri,dentisti, veterinari e operatorisanitari su queste tematiche èun’urgenza evidente. Va in que-sta direzione il Corso di medi-cina ambientale clinica svolto-si nel mese di marzo a Milano,con docenti qualificati, italianie stranieri, organizzato dall’As-simas, l’Associazione italiana dimedicina ambiente e salute.Questo corso era stato presen-tato, nel luglio 2016, al diretto-re generale dell’ex Ulss 2 Fran-cesco Benazzi e ad altri re-sponsabili dell’Ulss trevigiana.Il corso prevedeva la presenta-zione di casi clinici, anche pro-posti dagli stessi partecipanti,per tracciare assieme l’iter dia-gnostico e verificare l’approc-cio al paziente secondo i crite-ri della Medicina ambientaleclinica.Abbiamo posto alcune doman-de al dottor Antonio Maria Pa-sciuto, presidente dell’associa-zione Assimas, che ha organiz-

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zato il corso. Lei sta attuando questo proget-to, perché? E perché è urgentela Medicina ambientale clinica?«Sono moltissime, e stannocrescendo ogni giorno di più,le evidenze scientifiche che di-mostrano come moltissime pa-tologie (soprattutto quelle cro-niche ed i disturbi funzionali,tra l’altro in grande aumento)sono dovute, come cause oconcause, ai cosiddetti “fattoridi tipo ambientale”. Nella for-mazione tradizionale, imparti-ta ai medici dagli studi univer-sitari, la relazione esistente traambiente e salute non vienetrattata, a mio parere, in modosufficiente e moderno. Conl’aiuto di validate analisi di la-boratorio si può oggi fare unadiagnosi di tipo eziologico inrelazione ai “carichi ambienta-li”. Per colmare tale lacuna for-mativa nel 2012 abbiamo fon-dato Assimas (www.assimas.it).Collaboriamo con Europaem

(Associazione europea di me-dicina ambientale www.euro-paem.eu)».Quali sono gli inquinanti piùdiffusi e le patologie correlateche si manifestano?«Gli “agenti nocivi” più diffusiprovenienti dall’ambiente in cuiviviamo sono: insetticidi, pe-sticidi, coloranti, conservanti,plastiche, ftalati, bisfenolo, me-talli pesanti, muffe, nanoparti-celle, elettrosmog, per citare ipiù rilevanti. Questi possono,ad esempio, determinare le co-siddette patologie emergenti(Mcs, fibromialgia, sindromeda fatica cronica, elettrosensi-bilità, sindrome dell’edificiomalato), patologie infiammato-rie croniche degli apparati re-spiratorio, gastrointestinale, o-steoarticolare e del sistemanervoso».Lei ritiene che si possa fare unarete di medici preparati ad af-frontare tali criticità? Avete giàfatto altri corsi? «Una rete tra medici? Natural-mente sì. Questo è anche unodegli scopi che si prefigge la no-stra associazione. Assimas harealizzato corsi di formazione,articolati su 120 ore di lezionee che hanno avuto come rela-tori importanti medici, ricer-catori e studiosi italiani ed e-steri. Si sono svolti corsi di questo ti-po a Milano nel 2013, a Romae Bolzano nel 2014, e anche aBarcellona nel 2015 e sono sta-ti formati circa 100 medici in I-talia e 20 in Spagna».

Come e dove fare diagnosi piùspecifiche?«Le diagnosi vengono formu-late sulla base di analisi di la-boratorio che possono esserefatte da molti centri: ad esem-pio, la ricerca dei metalli pe-santi in urine, sangue o saliva,di metaboliti tossici nei liquidibiologici, o l’evidenziazione disostanze tossiche o canceroge-ne, come la formaldeide, negliambienti abitativi o di lavoro».Quale prevenzione attuare? «La prevenzione migliore deri-va innanzitutto dalla consape-volezza che molte sostanze chi-mico-tossiche, e appunto i “ca-richi ambientali”, possono con-tribuire a causare importantipatologie. Si deve quindi fareun’opera corretta di informa-zione della popolazione di for-mazione dei medici e degli o-peratori sanitari.A questo punto la migliore pre-venzione consiste nel ridurre almassimo l’esposizione a so-stanze potenzialmente nocive.Ciò vale in particolar modo persoggetti cosiddetti vulnerabili,suscettibili, fragili, come ad e-sempio bambini, anziani, don-ne in stato digravidanza,persone affetteda altre patolo-gie; ma anchesoggetti chenon riescono a“disfarsi”, elimi-nandole, dellesostanze chimi-co-tossiche chenon vengonometabolizzateper alterazionidi tipo geneti-co».Lei è a conoscenza della situa-zione della Pianura Padana, l’a-rea più inquinata d’Europa:quale futuro prevede? «Non conosco in dettaglio que-sta specifica realtà. In ogni ca-so vari studi hanno evidenzia-to la presenza di diossina (so-stanza tossica e cancerogena)nel latte materno in donne chevivono in tali zone; gli Pfas (po-

li-fluoro-alchilsolfati) sono so-stanze presenti in molti corsid’acqua e nel terreno anche nel-la Pianura Padana. Possonocausare tra l’altro importantipatologie endocrine e sterilitàmaschile (si tratta dei cosiddettiinterferenti endocrini). Il futuro sarà roseo se verran-no intensificati gli sforzi perprocedere ad una correttainformazione della popolazio-ne ed ad una idonea formazio-ne dei medici. A tale propositoè fondamentale anche il ruolodei “media”, che si dovrebberooccupare maggiormente, ed inmaniera sempre scientifica-mente corretta, degli strettirapporti esistenti tra ambientee salute. Naturalmente senza al-larmare o spaventare, ma sem-pre proponendo possibili solu-zioni. E queste ci sono».Con questa sua proposta cosaauspica? È un programma chealimenta l’alleanza con l’encicli-ca “Laudato si’” di papa France-sco? «Auspico quanto già ho accen-nato: consapevolezza, informa-zione, formazione, azione!L’interesse della Chiesa per

queste proble-matiche è an-dato accen-tuandosi apartire dalgiugno del2015, data incui è stata pro-mulgata l’enci-clica di papaFrancesco“Laudato si’”,sulla custodiadella nostracasa comune.

Oltre a principi di tipo scienti-fico, oggi abbiamo anche delleimportanti basi di tipo antro-pologico, etico, religioso, spiri-tuale, che ci spingono a consi-derare l’ambiente, il creato, lanostra casa comune, come unbene che ci è stato donato e chedobbiamo custodire per viverein salute e per trasmetterlo ilpiù possibile intatto alle gene-razioni future». GDC

Il dottor Antonio Maria Pasciuto, presidentedell’associazione Assimas

UNA FACILE CAMMINATA IN COLLINA A SOLIGHETTO

Alla scoperta del Monte VillaDDiissttaannzzaa:: 5,76 kmAAuummeennttoo ddii qquuoottaa DD++:: 266 mTTeemmppoo ddii ppeerrccoorrrreennzzaa:: 2hGGrraaddoo ddii ddiiffffiiccoollttàà:: basso

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Al Monte Villa gli abitanti di So-lighetto sono alquanto affeziona-ti, tanto che da almeno quattrosecoli anche nei documenti uffi-ciali è riportato come “montagna

de Suighét”. Fu sede di un castel-lo, oggi scomparso, eretto nel XIIIsec. per volontà di Gabriele DaCamino. L’itinerario, semplice edadatto a tutti, parte proprio dalcentro di Solighetto, dove è pos-sibile trovare parcheggio di fron-te alla ottocentesca chiesa di San-ta Maria Immacolata, sorta nelluogo dove esisteva già nel 1177un altro edificio religioso. Si per-

corre per un brevetratto via FrancescoFabbri verso est e sisvolta su via Mase-ral che ci porteràper tornanti alla base del monte,passando di fronte a diverse casedi campagna. Si taglia il pendio indirezione est fino ad arrivare aduna forcella che fa da spartiacquecon il Monte Cisa, quindi si salenel bosco guadagnando il crina-le del Monte Villa. Il sentiero per-corre l’intero filo di cresta im-merso in un magnifico bosco dicarpino e roverellae raggiunge la vettaa 412 m dove si no-ta un vecchio ripe-titore di telecomu-nicazioni ed alcunetrincee risalenti al-la Grande Guerra.Si comincia a scen-

dere lungo tratti a volte ripidi e siraggiunge una grande croce in le-gno dedicata ai Caduti. Qui sisvolta a destra scendendo lungoil versante nord della montagnaquindi, raggiunta una strada ster-rata, si passa per vigneti e villet-te abbarbicate sul pendio. Scesi aSolighetto a fianco della birreriaGastaldia, si percorre un breve

tratto di asfaltochiudendo l’anellonuovamente allaparrocchiale.

Curiosità:Le case di colorrosso che si incon-trano spesso in

questo tragitto, sono alcuni e-sempi delle cosiddette case rossedei Conti Brandolini, nobili cit-tadini forlivesi che si distinsero apartire dall’XI secolo come uo-mini d’arma. Un ramo della fa-miglia, grazie a vittorie conse-guite al servizio della Serenissi-ma, ricevette nel 1436 la signoriadi Valmareno con sede all’attua-le Castelbrando. Il simbolo nobi-liare è uno stemma riportante no-ve scorpioni a ricordo di un cele-bre duello avvenuto tra Sigi-smondo contro un saraceno du-rante una crociata.

Giovanni Carraro

Le foto e la traccia GPS sono di-sponibili nel sito www.lazione.it.La mappa è stata elaborata dallo sce-nario: 3Dolomiti - © Consorzio Do-lomiti

Il dottor Pasciuto,presidentedell’associazioneAssimas: “Le evidenzescientifiche che dimostrano comemoltissime patologiesono dovute, comecause o concause, ai cosiddetti fattori di tipo ambientale”

Attualità 23 aprile 20178