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ITALIAN STUDIES, VOLUME LVII, 2002 L'UMORISMO DI MANZONI Vorrei soffermarmi sulle pagine umoristiche de I promessi SpOSi, l e capire Ie ragioni della loro presenza in un romanzo che e famoso soprattutto per la serieta dei suoi toni. 2 Vorrei anche indagare Ie letture che hanno preceduto 0 ispirato la loro stesura, e ricostruire Ie riflessioni che l'hanno accompagnata. Nelle prime tre sezioni illustrero in maniera dettagliata altrettante tecniche che Manzoni adopera per suscitare il sorriso dei lettori de I promessi sposi - quelle che evidenziano il contrasto fra rappresentazione e realta, quelle che si soffermano sulle debolezze umane, e quelle che sfruttano la comicita intrinseca di particolari situazioni - e spero di mostrare la natura fondamentalmente rna non esclusivamente morale dell'umorismo manzoniano. Nelle due sezioni conclusive usero quelle tecniche come punti di riferimento per individuare i possibili precursori dell'umorismo manzoniano, e cerchero di mettere in evidenza l' originalita con cui 10 1 Usera il termine umorismo come categoria generale, comprendente cia che di volta in volta chiamera ironia, comico di carattere e comico d'intrigo. Ironia e comicita caratterizzano bene Ie particolari tecniche che analizzo, e i significati che si attribuiscono alIa parola umorismo danno un'idea precis a della sensibilita manzoniana. Secondo Emidio De Felice e Aldo Duro l'umorismo si distingue per 'la capacita, la disposizione e il fatto stesso di cogliere e sottolineare, con umana comprensione e simpatia e senza condannare e risentimenti', i limiti della persona umana 0 della vita in genere (Dizionario della lingua e della civilta italiana contemporanea, s.l.: Palumbo, I974, p. 2I35). Umorismo, per Bruno Migliorini, e 'il rappresentare con un velo di comico cia che in fondo e triste' (Vocabolario della lingua italiana, Torino: Paravia, I965, p. I547), e, per Niccola Tommaseo, il contemperare buonumore e malumore (Dizionario della lingua italiana, 7 voll., Torino: UTET, I9I5, VII, I66I). 2 11 senso de I promessi sposi, ha scritto Attilio Momigliano, e che 'il dolore purifica ed eleva', e 'il sale della vita. Non c'e bisogno di cercarIo [... ]: sotto l'una 0 sotto l'altra forma vi viene incontro sempre; se non e [... ] vostro, e quello del prossimo' (Alessandro Manzoni, terza edizione annotata e nuovamente riveduta, Messina-Milano: Principato, I933, pp. I99 e 203). Molti critici hanno ignorato l'umorismo di Manzoni insistendo suI pessimismo de I promessi sposi. Riccardo Bacchelli, afferma che 'il sentire umano del Manzoni e nichilistico', 'tragico e di una dolorosa disperazione umana' (Manzoni, Milano: Mondadori, I960, pp. 60-6I). Pietro Gibellini, evoca l'immagine del 'pacioso e bonario paternalista' solo per preferirIe quella dell"uomo ipersensibile, aIle soglie della nevrosi' (La parabola di Renzo e Lucia, Brescia: Morcelliana, I994, p. I7). Manzoni, osserva Romano Luperini, 'aborre il divertimento, il gioco erudito', 'il travestimento, il riso, la corporalita [... ] sono considerati pericolosi cedimenti, a cui devono porre un argine la ragione umana e la morale cattolica' ('11 silenzio dell'allegoria: la vigna di Renzo', Belfagor, 54, I (I999), I I-23 (pp. I2 e I4)). Altri critici, invece, hanno preso in considerazione l'umorismo manzoniano per rinforzare l'interpretazione pessimista de I promessi sposi: 'il riso di Manzoni', dice Angelo Marchese, 'non e affatto innocente': e uno strumento per 'penetrare criti~amente nelle contraddizioni dell'esistenza e [... ] metterne in luce i limiti penosi 0 grotteschi 0 irrazionali' ('L'enigma Manzoni', Humanitas, 40, 6 (I98S), 805-36 (p. 829)). Fra coloro che hanno dato spazio all"allegrezza' manzoniana va ricordato soprattutto Cesare Angelini: l"allegrezza' di cui parIa e quella di Manzoni, rna anche quella con cui Ie principali figure de I promessi sposi aspettano di 'tornare belle a Colui che Ie ha fatte' (Manzoni, Torino: UTET, I949, p. II9), ed e un sentimento complementare a 'una sconsolatezza rassegnata e consapevole' (id., Invito al Manzoni, Brescia: La scuola, 1936, p. 115). 75

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ITALIAN STUDIES, VOLUME LVII, 2002

L'UMORISMO DI MANZONI

Vorrei soffermarmi sulle pagine umoristiche de I promessi SpOSi,l e capire Ieragioni della loro presenza in un romanzo che e famoso soprattutto per laserieta dei suoi toni.2 Vorrei anche indagare Ie letture che hanno preceduto 0

ispirato la loro stesura, e ricostruire Ie riflessioni che l'hanno accompagnata.Nelle prime tre sezioni illustrero in maniera dettagliata altrettante tecnicheche Manzoni adopera per suscitare il sorriso dei lettori de I promessi sposi- quelle che evidenziano il contrasto fra rappresentazione e realta, quelleche si soffermano sulle debolezze umane, e quelle che sfruttano la comicitaintrinseca di particolari situazioni - e spero di mostrare la naturafondamentalmente rna non esclusivamente morale dell'umorismomanzoniano. Nelle due sezioni conclusive usero quelle tecniche come puntidi riferimento per individuare i possibili precursori dell'umorismomanzoniano, e cerchero di mettere in evidenza l' originalita con cui 10

1 Usera il termine umorismo come categoria generale, comprendente cia che di volta in voltachiamera ironia, comico di carattere e comico d'intrigo. Ironia e comicita caratterizzano bene Ieparticolari tecniche che analizzo, e i significati che si attribuiscono alIa parola umorismo dannoun'idea precis a della sensibilita manzoniana. Secondo Emidio De Felice e Aldo Duro l'umorismo sidistingue per 'la capacita, la disposizione e il fatto stesso di cogliere e sottolineare, con umanacomprensione e simpatia e senza condannare e risentimenti', i limiti della persona umana 0 dellavita in genere (Dizionario della lingua e della civilta italiana contemporanea, s.l.: Palumbo, I974,p. 2I35). Umorismo, per Bruno Migliorini, e 'il rappresentare con un velo di comico cia che infondo e triste' (Vocabolario della lingua italiana, Torino: Paravia, I965, p. I547), e, per NiccolaTommaseo, il contemperare buonumore e malumore (Dizionario della lingua italiana, 7 voll.,Torino: UTET, I9I5, VII, I66I).

2 11 senso de I promessi sposi, ha scritto Attilio Momigliano, e che 'il dolore purifica ed eleva', e'il sale della vita. Non c'e bisogno di cercarIo [... ]: sotto l'una 0 sotto l'altra forma vi vieneincontro sempre; se non e [... ] vostro, e quello del prossimo' (Alessandro Manzoni, terza edizioneannotata e nuovamente riveduta, Messina-Milano: Principato, I933, pp. I99 e 203). Molti criticihanno ignorato l'umorismo di Manzoni insistendo suI pessimismo de I promessi sposi. RiccardoBacchelli, afferma che 'il sentire umano del Manzoni e nichilistico', 'tragico e di una dolorosadisperazione umana' (Manzoni, Milano: Mondadori, I960, pp. 60-6I). Pietro Gibellini, evocal'immagine del 'pacioso e bonario paternalista' solo per preferirIe quella dell"uomo ipersensibile,aIle soglie della nevrosi' (La parabola di Renzo e Lucia, Brescia: Morcelliana, I994, p. I7).Manzoni, osserva Romano Luperini, 'aborre il divertimento, il gioco erudito', 'il travestimento, ilriso, la corporalita [... ] sono considerati pericolosi cedimenti, a cui devono porre un argine laragione umana e la morale cattolica' ('11 silenzio dell'allegoria: la vigna di Renzo', Belfagor, 54, I

(I999), I I-23 (pp. I2 e I4)). Altri critici, invece, hanno preso in considerazione l'umorismomanzoniano per rinforzare l'interpretazione pessimista de I promessi sposi: 'il riso di Manzoni',dice Angelo Marchese, 'non e affatto innocente': e uno strumento per 'penetrare criti~amente nellecontraddizioni dell'esistenza e [... ] metterne in luce i limiti penosi 0 grotteschi 0 irrazionali'('L'enigma Manzoni', Humanitas, 40, 6 (I98S), 805-36 (p. 829)). Fra coloro che hanno datospazio all"allegrezza' manzoniana va ricordato soprattutto Cesare Angelini: l"allegrezza' di cuiparIa e quella di Manzoni, rna anche quella con cui Ie principali figure de I promessi sposiaspettano di 'tornare belle a Colui che Ie ha fatte' (Manzoni, Torino: UTET, I949, p. II9), ed eun sentimento complementare a 'una sconsolatezza rassegnata e consapevole' (id., Invito alManzoni, Brescia: La scuola, 1936, p. 115).

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LUCIANO PARISI

scrittore mescola e ricrea suggestioni culturali di onglne diversa, alcunederivate dall'austera religiosita di scrittori come Bossuet e Pascal, altreispirate da autori laici e comici come Moliere, 0 scetticamente umoristicicome Voltaire.

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Le tecniche che evidenziano il contrasto fra rappresentazione e realta sonoessenzialmente ironiche. L'ironia come flgura retorica consiste nel lasciarcapire cia che si pensa dicendo il contrario. Lecco, scrive Manzoni nel primocapitolo de I promessi sposi, aveva 'il vantaggio di possedere una stabileguarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia aIle fanciulle eaIle donne del paese' e 'accarezzavan di tempo in tempo Ie spalle a qualchemarito, a qualche padre'.3 II vantaggio e un onere; l'insegnamento dellamodestia e un tentativo di seduzione; Ie carezze sono botte. Nell'ottavocapitolo Manzoni osserva che Renzo, introdottosi di nascosto in casa di donAbbondio, aveva l'apparenza di un oppressore, rna, 'aHa fin de' fatti, eral'oppresso'; mentre il curato, sorpreso in casa e costretto alIa fuga, pareva lavittima, 'eppure, in realta, era lui che faceva un sopruso' (Ps, p. 136).Questa osservazione, scrive De Sanctis,

vi muove a sdegno; perche niente fa sgorgare l'indignazione pili di un fatto reale incontraddizione con l'apparenza traditrice. Ma vedete a un tratto la tinta ironica. Qualmeraviglia? -COSt va sovente if mondo ... voglio dire, COSt andava nel secolodecimosettimo.' Ironia {inissima, perche oggi if mondo va nello stesso modo. (corsivomio)

L'affermazione dello scrittore Manzoni (quelle ingiustizie esistevano nel,600) invita il lettore De Sanctis all'immediata correzione (queste ingiustizieesistono anche nell'800).4

L'ironia non e conflnata aIle descrizioni del narratore; alcuni personaggine sono involontari portatori. II conte zio, nel capitolo XIX, assicura che,ottenuto un certo posto di prestigio, 'non avrebbe desiderato altro, e sarebbemorto contento'. Con un piccolo commento Manzoni fa emergerel'inconsapevole carica ironica di quelle parole: diceva che sarebbe mortocontento 'come tutti quelli che desideran molto una cosa, assicuran di volerfare, quando siano arrivati ad ottenerla' (Ps, p. 328). La generalizzazionerinvia a un tipo di persone, a un comportamento abituale nella realta; i

3 Alessandro Manzoni, I prornessi sposi, in Tutte Ie opere, a cura di Alberto Chiari e FaustoGhisalberti, 7 voll. (Milano: Mondadori, 1957-91), II, I, 8. D'ora in poi rni riferiro a questaedizione del rornanzo rnanzoniano e usero la sigla Ps.

4 Francesco De Sanctis, Manzoni (Torino: Einaudi, 1983), p. 304. Riferendosi a un oste che sidice arnico di tutti, rna e pili gentile con chi ha farna di farabutto, Manzoni parla di un 'caratteresingolare' (Ps, p. 129), non perche creda che quel carattere sia davvero eccezionale, rna perche faappello alla capacita dei lettori di percepire 10 scarto fra il livello esplicito e il livello irnplicito diun enunciato. Sulla natura non arnbigua dell'ironia rnanzoniana e interessante vedere GuidoAlrnansi, Arnica ironia (Milano: Garzanti, 1984), pp. 21 e 81-86.

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L'UMORISMO DI MANZONI 77lettori capiscono di che cosa si tratta e si rendono conto che il conte ZIO

trovera altri obbiettivi per la propria ambizione, e non morira contento.Sono necessarie a questa punto due precisazioni. Antonio Gramsci, pur

ammirando I promessi sposi, rimprovera al loro autore un atteggiamentoaristocratico nei confronti del popolo per il 'compatimento scherzoso' cheManzoni esprime, e perche gli umili sono spesso presentati 'con bonarietaironica'.5 Del compatimento scherzo so - 0 di quello che mi pare esso sia -parler<) in seguito. Che l'atteggiamento ironico sia mirato prevalentemente alpopolo non mi pare; l'ironia di Manzoni colpisce soprattutto i potenti: isoldati spagnoli, il podesta, il conte zio. II conte duca, dice un suo ingenuoammiratore,

e una volpe vecchia, parlando col dovuto rispetto, che farebbe perder la traccia a chi sisia: e, quando accenna a destra, si puo esser sicuri che battera a sinistra: ond'e che

,nessuno puo mai vantarsi di conoscere i suoi disegni; e quegli stessi che devon metterli inesecuzione, quegli stessi che scrivon i dispacci, non ne capiscon niente.6 (Ps, p. 84)

Ezio Raimondi parla invece di ironia polifonica, 0 di plurilinguismo epluriprospettivismo manzoniano, riferendosi ai passi de I promessi sposi incui differenti interpretazioni della realta si contrappongono in un equilibriodelicato. Quando Renzo in fuga supera il confine lombardo-veneto la suavoce ('sta Ii, maledetto paese') e quell a del narratore ('fu [... J l'addio alIapatria', Ps, p. 273) rappresentano l'evento da punti di vista diversi. SecondoRaimondi l'ironia manzoniana coincide con 'la scoperta di una pluralitanello sdoppiamento della coscienza', con la 'consapevolezza, mentre Ie vocisi scontrano fra di loro, che "l'uomo non vede che una parte delle cose"', emai la verita intera.7 In qualche caso, ed in particolare nel dialogo fra ilcardinale Borromeo e don Abbondio nei capitoli xxv e XXVI, questo e vero.In genere, perc, la sfasatura ironica di Manzoni non separa due punti divista, rna la realta e una deformazione evidente; rinvia, COS! facendo, aun'interpretazione univoca del mondo; e la rinforza addirittura. Nessunopensa che 'poter odiare ed essere odiati, senza conoscersi' sia 'uno deivantaggi di questo mondo' (Ps, p. 83). Nessuno accetta come legittima ladefinizione che un oste da dei galantuomini nel VII capitolo:

quelli che bevono il vino senza critic arlo, che pagano il conto senza tirare, che nonmetton su lite con gli altri avventori, e se hanno una coitellata da consegnare a uno, 10vanno ad aspettar fuori, e lontano daIl' osteria, tanto che il povero oste non ne vada dimezzo, quelli sono i galantuomini. (Ps, p. 128)

5 Antonio Gramsci, Letteratura e vita nazionale (Roma: Editori Riuniti, 1991), pp. 84 e 88.Un'altra osservazione di Gramsci, poco rilevante qui, e perC> degna di attenzione: i popolani diManzoni, secondo lui, 'non hanno "vita interiore", non hanno personalira morale profonda'(p.85)·

6 Manzoni in questo caso non fa nessun commento: e convinto che l'incapacira di far capire ipropri piani a col oro che dovrebbero eseguirli apparira. ai suoi lettori come un'evidente debolezza,che contraddice Ie lodi rivolte al conte duca.

7 E. Raimondi, La dissimulazione romanzesca (Bologna: II Mulino, 1997), p. 78.

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Cia che accade ha in Manzoni qualcosa d'incontrovertibile: la storiasmentisce il podesta, quando afferma l'irrilevanza politica e militare diWallenstein (Ps, p. 102);8 e rivela la presunzione cuIturale di don Ferrante,che pronostica il successo nei secoli dei Diseorsi eavalleresehi di FrancescoBirago (Ps, p. 417). La gente parla, teorizza, si vanta, si illude; Ie cose lasmentiscono.9 I punti di vista umani sono leggeri, la reaIta pesante.

Le tecniche ironic he nel romanzo manzoniano hanno una valenza morale:il sorriso accompagna constatazioni che 10 scrittore riprende aItrove con tonicupi. Manzoni fa dell'ironia sui soldati che 'insegn[ an] la modestia allefanciulle' (Ps, p. 8) rna ricorda con tono serio la loro condotta, 'che idolorosi documenti di que' tempi uguagliano a quella d'un nemico invasore'(Ps, p. 210). Scherza sulle grida inutilmente stamp ate 'ad esterminio de'bravi' (Ps, p. 13), rna osserva che esse attestavano 'l'impotenza de' loroautori; 0, se producevan qualche effetto immediato, era principalmented'aggiunger moIte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli gia soffrivanoda' perturbatori, e d'accrescer Ie violenze e l'astuzia di questi' (Ps, pp. 16-17). II mondo in cui gli oppressi paiono oppressori e un brutto mondo; e ladiscrepanza tra valori presunti e reali e fonte, ~Itre che di ironia, discandalo:

Ie parole dell'iniquo ehe e forte, penetrano e sfuggono. PUO adirarsi ehe tu mostrisospetto di lui, e, nello stesso tempo, farti sentire ehe quello di ehe tu sospetti e eerto:puo insultare e ehiamarsi offeso, sehernire e ehieder ragioni, atterrire e lagnarsi, esseresfaeeiato e irreprensibile.10 (Ps, p. 117)

L'ironia corrisponde a una attenuazione che Manzoni si imp one neldescrivere l'ingiustizia e il male. Una batt uta dell'Adelehi - '[... ] non resta IChe far torto, 0 patirlo. Una feroce I Forza il mondo possiede' 11 - vienesviluppata nel romanzo in maniera amara rna ironica: 10 sposo mancato 'sen'anda, col cuore in tempesta, ripetendo sempre quelle strane parole: - aquesto mondo c'e giustizia, finalmente! - Tant'e vero che un uomosopraffatto dal dolore non sa pili quel che si dica' (Ps, p. 55).

8 In altre parti del romanzo Manzoni parla della tragica fama conquistata invece da Wallenstein:'e celebre, poco meno del nome di Wallenstein, quella sua sentenza: esser pili facile mantenere unesercito di cento mila uomini, che uno di dodici mila' (Ps, p. 495).

9 Cose e non parole era il motto degli illuministi lombardi da cui Manzonisi vantava didiscendere. Carlo Tenca, Francesco De Sanctis e Luigi Pirandello hanno coIto l'importanza ne Ipromessi sposi della discrepanza fra la realra e cia che si dice, ci si aspetta 0 si ostenta. II primoha parlato di divario tra essere e parere ('Manzoni e il suo tempo', ristampato in AlfredoCottignoli, Manzoni (ra i critiei dell'Ottoeento, Bologna: Boni, 1978, pp. I I 5-39), il secondo dicontrasto tra ideale e reale (De Sanctis, pp. 300-01), e il terzo di sentimento del contrario('L'umorismo', in Saggi, poesie e scritti vari, sesto volume delle Opere, Milano: Mondadori, 1960,in particolare pp. 127 e 132-45).

10 Lo scandalo era ancora pili forte nell'Adelehi, rivolto ai Longobardi 'Cui fu prodezza ilnumero, I Cui fu ragion l'offesa, I E dritto il sangue, e gloria I II non aver piera' (Tutte Ie opere, I,

628). D'ora in poi mi riferira alIa tragedia con la sigla Ad.11 Ad, p. 653. Ezio Raimondi, ne II romanzo senza idillio (Torino: Einaudi, 1974), p. 65, ha

individuato in questa battuta un'eco schilleriana ('Ich muss GewaIt ausiiben oder leiden').

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Un'altra serie di tecniche umoristiche, a cui De Sanctis si riferisce quandoparla del 'comico di carattere' (pp. 33°-3 I), e collegata aIle debolezze deipersonaggi. Manzoni ne descrive alcune in maniera severa quando sottolineacon toni critici l'egoismo del Griso 0 la lussuria di don Rodrigo. In genere,pero, si sofferma sorridendo sulle parole, Ie abitudini, i gesti, gliatteggiamenti impacciati 0 buffi in cui debolezze umane come la paura 0 lavanita si traducono. Allora, osserva Goudet, i dettagli s'impongono'd'emblee par un air de verite et de vie qui est l'expression de l'originaledensite de sentiment, de meditation, d'imagination que leur createur a misen eux'.12 Don Abbondio e il personaggio piu impaurito: i bravi gliimpongono di non celebrare il matrimonio fra Renzo e Lucia, e il parrocorimane 'un momenta a bocca aperta, come incantato' (Ps, p. 16). I braviaggiungono il nome del loro mandante, e que 1 nome 'fu, nella mente di donAbbondio, come nel forte d'un temporale notturno, un lampo che illuminamomentaneamente e in confuso gli oggetti, e accresce il terrore. Fece, comeper istinto, un grand'inchino' (Ps, p. 15). Quando Renzo 10 affronta, ilparroco rivela il nome del potente che proibisce Ie nozze 'col volto, e con 10sguardo di chi ha in bocca Ie tenaglie del cavadenti', e Renzo, per ascoltarlo,deve curvarsi 'con un orecchio chino sulla bocca di lui' (Ps, p. 34).

Per Manzoni la paura che domina don Abbondio e una 'passione carnale'tendente all'ingiustizia; introduce nella valutazione del da farsi 'un elementotalvolta estraneo, inopportuno, appassionato, quale e il desiderio diconservare la vita, e di sfuggire il dolore'; e tende 'a far preponderare questodesiderio sui motivi di dovere e di ragione'.13 Don Abbondio commette deisoprusi ('avete ubbidito all'iniquita - 10 rimprovera il cardinale Borromeo-, non curando cia che il dovere vi prescriveva. L'avete ubbiditapuntualmente [... ] vi comando la trasgressione e il silenzio: voi avetetrasgredito, e non parlavate', Ps, p. 443), rna non e oggetto delle frasisferzanti che Manzoni aveva adoperato in casi simili nell' Adelehi ('va, vivi,invecchia in pace', Ad, p. 640). E rappresentato come 'un vasa di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro' (Ps, p. 19); egli e consentita l'autodifesa ('il coraggio, uno non se 10 puo dare', Ps,p. 441). Lo scoraggiamento puo essere 'per l'uomo uno state quasi naturalee la fortezza uno sforzo di virtu prodigiosa' (Cp, p. 302): Manzoni nonnasconde la negativita di quello~ stato, e la responsabilita di chi vi ecoinvolto; rna, invece di incitare allo sdegno e all'invettiva, invita ad una

12 Jacques Goudet, Catholicisme et poesie dans Ie roman de Manzoni <[ promessi sposi' (Lyon:Imprimerie generale du Sud-Est, I96I), p. 377.

13 Cito qui da un frammento scritto da Manzoni per il Discorso sopra alcuni punti della storiadei Longobardi in [talia e non utilizzato nella versione a stampa. II frammento, intitolato daFausto Ghisalberti 'Immoral ita e falsita dei giudizi dei posteri circa il coraggio e la paura' (Tutte Ieopere, IV, 300-06), aiuta a cap ire la rappresentazione di don Abbondio ne [ promessi sposi, eritornero su di esso diverse volte utilizzando la sigla Cpo Le citazioni appena fatte sono a p. 30I.

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'compassione ragionata' .14 L'umorismo ha anche in questo caso una valenzamorale: attenua i toni pili severi delI'etica manzoniana; permette alIoscrittore di conciliare 'la bonta dell'animo' con 'l'acume della mente', 15 labenevolenza per il prossimo con una visione lucida delle debolezze umane.

II comico di carattere appare con personaggi di ogni condizione sociale.Sono vanitosi Perpetua, nubile per aver rifiutato 'tutti quelli che Ie si eranoofferti' (Ps, p. 22); Agnese, che si proclama esperta del mondo;16 il sarto,che ostenta la conoscenza dei pochi libri che ha letto.17 E sono vanitosi ilpodesta, che si compiace delle proprie conoscenze altolocate (Ps, p. 84); e isenatori lombardi, futilmente affezionati ai simboli del proprio rango. Lafodera di zibelIino che contraddistingueva il loro abbigliamento serviva atenerli caldi, e si portava solo d'inverno, 'ragion per cui - osserva Manzoni- non si trovera mai un ritratto di senatore vestito d'estate' (Ps, p. 110). Intutti questi casi Manzoni mostra per i suoi personaggi un 'compatimentoscherzoso', che e coerente coi suoi principi cristiani (la debolezza 'comune atutti e quell a appunto che merita una pili grande pieta', Me, p. 422), e chederiva anche da una radicata riluttanza ai giudizi univoci (gli esseri umanisono un 'misto di grande e di meschino, di ragionevole e di pazzo') .18Perpetua e vanitosa e curiosa, rna genuinamente affezionata al prete di cui siprende cura; Agnese, 'co' suoi difettucci, era una gran buona donna, e sisarebbe, come si dice, buttata nel fuoco per quelI'unica figlia' (Ps, p. 54); ilsarto e un padre amoroso, e un vicino caritatevole; don Abbondio, dopo lascomparsa di don Rodrigo, sa voler bene ai suoi parrocchiani e riesce adaiutarli (Ps, pp. 664-65).

Secondo Jacques Goudet, che sulI'umorismo manzoniano ha scritto pagineimportanti, il comico di carattere non sarebbe ispirato dalla moral itacristiana ne coerente ad essa, rna esprimerebbe invece una filosofia scettica,dipingendo un'umanita meschina, degradata, assurda. Questa tesi nasce in

14 Questa 'compassione ragionata', secondo Manzoni, nasce dal considerare 'la condizione delgenere umano talvolta COS! difficile e COS! dolorosa' (Cp, p. 300). Nelle Osservazioni sulla moraleeattoliea Manzoni usa gli stessi aggettivi - difficile, doloroso - per parlare del momentainevitabile in cui una persona scopre in se 'quella legge delle membra che contrasta alIa legge dellamente' (Tutte Ie opere, III, 418-19). D'ora in poi mi riferiro aIle Osservazioni con la sigla Me.

15 Arturo Graf, Foseolo, Manzoni, Leopardi (Torino: Chiantore, 1945), p. 157.16 'Sentite, figliuoli; date retta a me [... J. 10 son venuta al mondo prima di voi; e il mondo 10

conosco un poco' (Ps, p. 42); 'sentite, figliuoli! [... J io m'impegno di cavarvi di quest'impiccio,meglio forse, e pili presto del padre Cristoforo' (p. 94); 'state a vedere che, in trent'anni che hopassati in questo mondo, prima che nasceste voi altri, non avro imparato nulla' (p. 96); 'quandoavrai conosciuto il mondo quanto me, vedrai che non son cose da farsene meraviglia' (p. 184).

17 'Cosa ne dice, signor curato? [... J mi par di leggere la storia de' mori di Francia', 'e diventatoquel castello una Tebaide: lei Ie sa queste cose' (p. 505).

18 Alessandro Manzoni, Lettere, 3 tomi, in Tutte Ie opere, VII, I, 194. Adolfo Omodeo ha notatola stretta somiglianza di questa concezione con quell a degli scrittori religiosi del secondo Seicentofrancese (si pensi ad esempio aIle riflessioni di Pascal sulla grandezza e la miseria dell'essereumano), osservando anche che solo in Manzoni gli esiti sentimentali di questa concezione vannodal compassionevole all'ironico (Figure e passioni del Risorgimento italiano, second a edizione,Roma: Mondadori, 1945, p. 17).

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qualche caso da un'interpretazione forzata del romanzo,19 rna pili spesso daun equivoco di fondo: la religione cristiana secondo Goudet presupponeun'immagine nobile e persino sublime della persona umana; l'umorismomanzoniano capovolgerebbe quell'immagine scoprendo sotto l'apparenzadella virtu cia che della virtu e negazione. II cristianesimo manzoniano, inrealta, recupera 10 spirito severo del cattolicesimo francese del secondoSeicento: Manzoni sa benissimo e dice apertamente che la natura umana ecorrotta e decaduta; l'umorismo gli permette di descriverla come tale senzaacrimonia. La moral ita di quelI'umorismo - la sua indulgenza cristiana -sta proprio nelI'assenza di toni aspri. Tradire i segreti degli amici e unabassezza, commessa spesso con colpevole leggerezza; la descrizione diManzoni presuppone queste considerazioni (e la tristezza che implicano), rnanon Ie asseconda e non Ie pone come conclusione esplicita; si distende invececon numerosi dettagli umoristici e,20 deviando l'attenzione dei lettori,previene la piena esplicitazione del loro giudizio morale. La maggior partedei lettori ha reagito aIle pagine umoristiche di Manzoni nel modo in cui 10scrittore si augurava che reagissero: Ulivi sente 'una certa solidarieta' con ipersonaggi che rispecchiano i vizi e Ie deficienze di tutti;21 Russo osserva chela curiosita di Perpetua e 'acuta e assillante', rna ad essa si mescola anche'l'ispirazione delI'affetto per il padrone';22 Sapegno e Viti biasimano!"improntitudine' di Agnese, rna osservano che non manca su di lei'!'affettuosa e sorridente presenza dello scrittore'.23

II 'comico di carattere' rinvia sempre alIa dimensione morale; e noncolpisce, ad esempio, la scarsa educazione 0 la poca intelligenza deipersonaggi. II sacrestano di Pescarenico non vuole accogliere nel convento

19 Secondo Goudet, ad esempio, c'e della volgarita in Lucia che si asciuga gli occhi con ungrembiule (Goudet, p. 378; Ps, p. 40) e della vanita in queste parole che la moglie del sartorivolge a Lucia: 'Poverina! Avrete bisogno di ristorarvi. [... ] A casa mia, grazie a Dio, troveremosubito qualcosa' (Goudet, p. 398; Ps, p. 406).

20 'Una delle pili grandi consolazioni di questa vita e l'amicizia; e una delle consolazionidell'amicizia e quell'avere a cui confidare un segreto. Ora, gli amici non sono a due a due, comegli sposi; ognuno, generalmente parlando, ne ha pili d'uno: il che forma una catena, di cui nessunopotrebbe trovar la fine. Quando dun que un amico si procura quella consolazione di deporre unsegreto nel seno d'un altro, da a costui la voglia di procurarsi la stessa consolazione anche lui. Loprega, e vero, di non dir nulla a nessuno; e una tal condizione, chi la prendesse nel senso rigorosodelle parole, troncherebbe immediatamente il corso delle consolazioni. Ma la pratica generale havoluto che obblighi soltanto a non confidare il segreto, se non a chi sia amico ugualmente fidato, eimponendogli la stessa condizione. COS!,d'amico fidato in amico fidato, il segreto gira e gira perquell'immensa catena, tanto che arriva all'orecchio di colui 0 di coloro a cui il primo che haparlato intendeva appunto di non lasciarlo arrivare' (Ps, pp. 198-99).

21 Ferruccio Ulivi, Manzoni. Storia e Provvidenza (Roma: Bonacci, 1974), p. 80.22 A. Manzoni, I promessi sposi, a cura di Luigi Russo (Firenze: La nuova Italia, 1934), pp. 29-30.23 A. Manzoni, I promessi sposi, a cura di Natalino Sapegno e Gorizio Viti (Firenze: Le Monnier,

1971), p. 196. Si vedano anche Vincenzo Reforgiato, L'umorismo dei Promessi sposi (Catania:Galati, 1897), pp. 15 e 19-25; Franco Meregalli, L'umorismo nella {ormazione de '[ promessisposi' (Monza: Tipografia sociaIe, 1937), pp. 15-2°; Attilio Momigliano, Dante, Manzoni, Verga(Messina-Citta di Castello: D'Anna, 1944), pp. 67-68, 88-89 e 126-27; e un articolo di EnricoCarrara, apparso su La rassegna del 1933 e riassunto da Michele Barbi in '1 "Promessi sposi" e lacritica', Annali manzoniani, 3 (1942), 31-231 (p. 144)·

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Agnese, Renzo e Lucia ('rna padre, padre! di notte ... in chiesa ... condonne ... chiudere ... la regola ... rna padre! -. E tentennava la testa', Ps,p. 140); quando padre Cristoforo osserva che omnia munda mundis i1sacrestano, che non sa il latino, si appaga di una argomentazione che noncapisce; e i fuggitivi entrano nel loro rifugio. Manzoni non fa dell'umorismosulla mancata conoscenza del latino, rna mette in luce il formalismo delsacrestano e la sua prudenza mondana ('se fosse un masnadiero inseguito,fra Fazio non gli farebbe una difficolta al mondo; e una povera innocente,che scappa dagli artigli dellupo ... ', Ps, p. 140). L'ignoranza psicologica didonna Prassede (Ia gentildonna, impegnata nello sforzo di levare Renzodall'animo di Lucia, 'non aveva trovato miglior espediente che diparlargliene spesso. - Ebbene? - Ie diceva: - non ci pensiam pili acolui?', Ps, pp. 466-67) non deriva dall'insegnamento che ha 0 non haavuto, rna dalla presunzione con cui interpreta la propria attivita filantropica(tutto 10 studio di donna Prassede 'era di secondare i voleri del cielo, rnafaceva spesso uno sbaglio grosso, ch'era di prender per cielo il suo cervello',Ps, p. 435).24

3

Manzoni, infine, sfrutta la comicita intrinseca di alcune situazioni narrative.Nella notte in cui Renzo e Lucia complottano per sposarsi contro la volonta(rna in presenza) del loro parroco, don Rodrigo spedisce i suoi uomini acasa di Lucia per rap ire la ragazza, e padre Cristoforo cerca di avvertire isuoi protetti servendosi di Menico. Gli eventi si intrecciano e ne provocanoaltri: Agnese inganna Perpetua, Tonio salda un debito, il sacrestano sentedon Abbondio gridare e si attacca alle campane facendo scendere in piazzal'intero paese. I verbi si accumulano ('don Abbondio vide confusamente, poivide chiaro, si spavento, si stupl, s'infurio, penso, prese una risoluzione', Ps,p. 127); i punti di vista si moltiplicano ('Renzo cerca[va] di fermare ilcurato, [... ] Lucia chiamava Renzo, con voce fioca, [... ] Tonio, carpone,andava spazzando il pavimento, per veder di raccapezzare la sua ricevuta.Gervaso, spiritato, gridava e saltellava', Ps, p. 128); 10 stesso avvenimentoassume un significato diverso per ogni personaggio che vi e coinvolto (Iecampane a martello suscitano sollievo in Menico; preoccupazione inPerpetua; disdetta in don Abbondio; stupore, curiosita e poi paura neipaesani; un terrore indeterminato nei bravi). Nessuno controlla 0 capiscequel che succede, e una 'specie di sbandamento caotico, di parapigliagenerale e sconclusionato [... ] coinvolge uomini e cose'. 25

24 Anche la responsabilita degli equivoci negli scambi epistolari fra Renzo e Agnese non eattribuita al loro parziale analfabetismo, rna al bisogno di confondere Ie idee ad eventualitrafugatori delle lettere, e, soprattutto, alIa presunzione dei letterati a cui essi si rivolgono per laredazione delle missive (Ps, pp. 463-66).

25 Filippo Puglisi, L'estetica del riso ne '1 promessi sposi' (Padova: CEDAM, 1951), p. 41.

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II 'comico d'intrigo' (e un'altra definizione di De Sanctis, che indicaquest' accettazione ed accentuazione delle occasioni corniche offerte dallatrama) ricompare, in forme diverse, nelle descrizioni della sommossa controil rincaro del pane, nella fuga di Renzo da Milano, nell'agitazione creatanelle popolazioni lombarde dall'arrivo degli eserciti tedeschi. Ha anch'essouna componente morale, perche sottolinea Ie frustrazioni cui va soggetto ilvolere umana (Renzo e Lucia non si sposano, almeno non nel modo cheavevano progettato, e non in quella notte; don Rodrigo non rapisce Lucia;Menico non la salva e finisce lui stesso nei guai), e perche mette in evidenzaIe difficolta che Ie persone hanno nel ricostruire gli eventi a cui pure hannopartecipato;26 rna non si lascia rinchiudere in una funzione esclusivamente 0

principalmente morale. L'elemento comico prevale in diversi casi. Renzo e infuga da una citta che non conosce: a chi chiedere informazioni senzasuscitare sospetti?

que! grassotto, che stava ritto sulla soglia della sua bottega, a gambe larghe, con Ie manidi dietro, colla pancia di fuori, col mento in aria [... J aveva un viso di cicalone curioso,che, in vece di dar delle risposte, avrebbe fatto delle interrogazioni. Quell'altro cheveniva innanzi, con gli occhi fissi, e col labbro in fuori, non che insegnar presto e bene lastrada a un altro, appena pareva conoscer la sua. Quel ragazzotto, che, a dire il vero,mostrava d'esser molto sveglio, mostrava pero d'essere anche pili malizioso; eprobabilmente avrebbe avuto un gusto matto a far andare un povero contadino dallaparte opposta a quella che desiderava. (Ps, p. 275)

Un commento generico di natura etica ('all'uomo impicciato, quasi ogni cosae un nuovo impiccio') interrompe appena la descrizione divertita del suoimbarazzo. Col falso nome di Antonio Rivolta, Renzo si procura un lavoronel bergamasco: il padrone 'non ebbe che a lodarsi dell'acquisto; meno che,suI principio, gli era parso che il giovine dovesse essere un po' stordito,perche, quando si chiamava: Antonio! Ie pili volte non rispondeva' (Ps,p. 457). All'arrivo di Ferrer, durante la rivolta, 'tutti, alzandosi in punta dipiedi, si voltano a guardare da quell a parte donde s'annunziava l'inaspettatoarrivo. Alzandosi tutti, vedevano ne pili ne meno che se fossero stati tutticon Ie piante in terra; rna tant'e, tutti s'alzavano' (Ps, p. 228).

Pili di una volta Manzoni sottolinea il contrasto fra il carattere 0 10 stated'animo di un personaggio e la situazione in cui si trova. 11capitano deglialabardieri si rivolge alIa folIa con fare paterno, fino a quando non e colpitoda una pietra: 'voi altri milanesi, che, per la bonta, siete nominati in tutto ilmondo! Sentite, sentite: siete sempre stati buoni fi ... Ah canaglia!' (Ps,

26 'Si mormorava il nome di don Rodrigo [... ]. Si parlava molto de' due bravacci ch'erano stativeduti nella strada [... ]. Si domandava bene all'oste chi era stato da lui la sera avanti [... ]. Sopratutto, confondeva Ie teste, e disordinava Ie congetture quel pellegrino veduto da Stefano e daCarlandrea [... ]. Cos'era venuto a fare? Era un'anima del purgatorio [... ]; era un' anima dannata[... ]; era un pellegrino vivo e vero [... ]; era (vedete un po' cosa si va a pensare!) uno di queglistessi malandrini vestito da pellegrino; era questo, era quello, era tante cose che tutta la sagacita el'esperienza del Griso non sarebbe bastata a scoprire chi fosse, se il Griso avesse dovuto rilevarquesta parte della storia da' discorsi altrui' (Ps, pp. I98-99).

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p. 217). Don Abbondio vorrebbe una vita tranquilla, lontana dai pericoli, etocca proprio a lui entrare nel covo dell'Innominato (Ps, pp. 398-99). IIprete sta dalla parte del pili forte, ossequia don Rodrigo e 10 difende dalleaccuse altrui - fino a quando don Rodrigo 10 mette in una situazionedifficile: 'aveva detto cento vOlte ch'era un rispettabile cavaliere. Ma, in quelmomento, gli die de in cuor suo tutti que' titoli che non aveva mai uditoapplicare da altri, senza interrompere in fretta con un oibo' (Ps, p. 21). IIfare paterno dell'alabardiere e affettato, e don Abbondio un ipocrita; rna taliriflessioni non hanno bisogno di essere ribadite: integrano, e non sussumono,la comicita dei passi.

L'impressione che Manzoni riconosca un ruolo di reale divertimento adalcuni elementi umoristici del romanzo si accentua se si considerano altretecniche, meno centrali di quelle studiate finora, rna comunque significative.Una e l'attenzione alla gestualita: don Abbondio, aprendo il suo forziere, siguarda intorno, 'come per tener lontani gli spettatori' (Ps, p. 126); '- E adenari, come stiamo? Renzo stese una mano, l'avvicino alIa bocca, e vi fecescorrer sopra un piccol soffio' (Ps, p. 3°3). Un'altra e la ricerca di similitudini emetafore ad effetto: i vestiti di Renzo ubriaco sono 'sparsi suI letto, come gliavanzi d'un naufragio suI lido' (Ps, p. 266); una cattiva idea nella mente delconte zio e come un"erbaccia' in un 'campo mal coltivato' (Ps, p. 323); ilbravo che ostacola la porta dell'osteria nel villaggio di Renzo e paragonato auna cariatide dei tempi greci (Ps, p. 117); un segreto sta nel cuore di Perpetua

come, in una botte vecchia e mal cerchiata, un vino molto giovine, che grilla e gorgogliae ribolle, e, se non manda il tappo per aria, gli geme all'intorno e vien fuori in ischiuma,e trapela tra doga e doga, e gocciola di qua e di lao (Ps, p. 196)

La satira, anche quando ha un valore morale, non impedisce che moltebattute siano godibili per se, senza che ci si interroghi sulla loro eventualefunzione: 'pili d'una volta [don Ferrante] disse, con grande modestia, chel'essenza, gli universali, l'anima del mondo, e la natura delle cose non erancose tanto chiare, quanto si potrebbe credere' (Ps, p. 471).

Manzoni crea anche forti dissonanze stilistiche. Si osservi il contrasto frail to no assertivo dei bravi ('lei ha intenzione di maritar domani RenzoTramaglino e Lucia Mondella') e quello evasivo di don Abbondio ('Cioe ...[ ... J cioe. Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vannoqueste faccende', Ps, p. 14); tra la volgarita dei bravi ('Ma [... ] ilmatrimonio non si fara - e qui una buona bestemmia, - 0 chi 10 fara nonse ne pentira, perche non ne avra il tempo e ... un'altra bestemmia') e lasforzata cortesia del parroco ('Ma lor signori son troppo giusti, tropporagionevoli ... ', Ps, p. 15); tra la rabbia dei milanesi in rivolta ('Crepi laProvvisione! Crepi la giunta! Viva il pane') e l'atteggiamento pensoso diRenzo ('di tanti visi, non ce n'era uno che sembrasse dire: fratello, se fallo,correggimi che l'avro caro', Ps, pp. 221-22). Sono casi in cui la tesi dellapolifonia vale. I personaggi cercano di imporre col loro linguaggio approcci

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al reale 0 interpretazioni divergenti di esso che si scontrano senza che unasia percepita come inequivocabilmente appropriata; la forza di smentita cheogni battuta ha rispetto alle altre e tipica delle commedie. Manzoni mira quia suscitare il riso; la sua scrittura e anche ridicola nel senso che gli italianidell'Boo attribuivano alIa parola: piacevole, allegra.27

Angelini ha messo in evidenza un divertimento di tipo linguistico ne Ipromessi sposi: la ricerca delle 'parolette buffe' ('dal girigogolo allosgraffignato, al pitaffio, alIa tabella, al ganascino, al malannaggia'), delle'esclamazioni estrose' ('diavolo d'un frate'), dei 'modi di dire' umoristici cheravvivano la narrazione:

mettersi la strada fra Ie gambe; fare l'indiano; lasciadi andar tutti a pollaio; mandar giue tacere; fare la festa a uno; esser cad uti in piedi; qualcosa da mettere in castello; unamana lava l'altra, e tutt'e due lavano il viso; non so come diavolo; impiparsi delle gride;essere come il diavolo e l'acqua santa; stare indietro nel mangiare; essere tisici in terzogrado; guardare con aria da me n'impipo; polpette che fanno risuscitare un morto; nonveder l'ora d'andarsene; dido al terzo e al quarto; cose che non stanno ne in cielo ne interra; esser sicuri come su l'altare; e il perche e il percome. (Manzoni, pp. r87-88)

Don Abbondio, osserva Padellaro, non fugge: se la dil a gambe; non hapaura di essere ucciso, rna di ricevere una schioppettata nella schiena; non siaffatica per i superiori, rna tira la carretta. Gervaso non parla, rna scappafuori di punto in bianco.28 Tutte queste espressioni sono 'lievementecomic(he] per la vivezza di gergo' (p. 92).

In questi casi l'umorismo di Manzoni non e subordinato a una funzioneeducativa 0 moderante, ha il suo fine in se; e proprio perche simili momenti diautonomia sono relativamente frequenti l'umorismo aiuta Manzoni adesprimere una visione del mondo di attenuato pessimismo. II gioco e lecito; ildivertimento ha qualche valore. L'umorismo de I promessi sposi e efficace nelperseguire scopi morali perche non ne resta vincolato: Ie battute suI conte zioche, avuto il suo posto di prestigio, 'non avrebbe desiderato altro, e sarebbemorto contento' funzionano anche col lettore eticamente distratto; la comicitadegli inchini di don Abbondio vale per se, e non solo per quello che puosuggerire sull'andamento del mondo. Quando un Manzoni pill anziano e menoconvinto utilizzera i toni umoristici come deliberato espediente argomentativo,la sua vena sembrera esaurita.29 Nel romanzo si ha invece una convergenza fra

27 Salvatore Battaglia esemplifica il valore, se non positivo, n~utro della parola ridicolo connumerosi esempi ottocenteschi (Foscolo, Visconti, Gioberti, Rovani), Grande dizionario dellalingua italiana (Torino: UTET, 1961-), XVI, 190.

28 Nazareno Padellaro, La comicita del Manzoni (Rocca San Casciano: Cappelli, 1962), p. 92.29 'Ma come si fa a levare una foglia a un'idea, quando Ie idee non hanno Ie foglie'; 'l'autore,

chiedendo scusa al lettore di essersi trattenuto lungamente su questa questione, e chiedendogliinsieme il permesso di trattenersi ancora (che garbo ci vuole con questo signore svogliato,schizzinoso e impaziente che si chiama il lettore!) dice cosl [... ]' (A. Manzoni, Dell'invenzione, inTutte Ie opere, III, 705 e 757). Commenta Momigliano: 'Manzoni finl per diventare un poco lacaricatura di se stesso: la semplicita qualche volta gia un po' trita, e la vivezza fine della secondaedizione del romanzo [... ] diventarono pili di una volta sciatteria minuta e vivacita accattata'(Alessandro Manzoni, pp. 129-3°).

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una capacita innata (e prima repressa) di suscitare il sorriso dei lettori e unbisogno nuovo di moderare i giudizi pili tristi suI mondo e la natura umana.Non tutto l'umorismo manzoniano si spiega COSt, rna l'autonomia - da unaparte - e la disponibilita all' approfondimento morale - dall' altra - risaltanocome Ie sue caratteristiche fondamentali.

Per capire ancora meglio il significato di quell'umorismo bisogna porsiadesso due domande: chi 0 che cosa 10 ha suggerito a Manzoni? e cosapotevano pensare di esso i suoi maestri religiosi?

4

Per rispondere alIa prima domanda ci si deve rifare innanzi tutto aIleconvenzioni del romanzo come genere letterario nell' Europa primo-ottocentesca: gli autori precedenti - per instaurare un dialogo pili direttocoi lettori, per variare il tonG della narrazione, per gusto personale, perconfermare in qualche caso la loro fiducia nella civilta umana - si eranoserviti spesso della componente umoristica, e costituivano un precedente cheManzoni doveva prendere in considerazione. Nella tradizione europea,tuttavia, c'erano anche importanti romanzi privi di quella componente,composti da autori apprezzati da Manzoni (La nouvelle Eloise di Rousseau,il Werther di Goethe). L'umorismo non era una scelta obbligata.3o Manzoni,per di pili, adatta sempre i generi e i modelli letterari aIle proprie esigenze.31

Bisogna chiedersi allora quali autori specifici gli erano congeniali e avevanoanticipato tecniche umoristiche simi Ii a quelle che abbiamo analizzato.32

Raimondi ha fatto i nomi di Sterne e di Diderot. II narratore de I promessisposi, dice, 'gioca dentro due maschere', 33 si sdoppia nella figura dell' anonimo

30 Sulle notevoli differenze esistenti all'interno del genere romanzesco settecentesco e primo-ottocentesco in diverse letterature si vedano Ian Watt, The Rise of the Novel (London: Pimlico,2000), pp. 262-68; Henri Coulet, Le Roman jusqu'iJ la Revolution (Paris: Colin, 1967), pp. 286-516 (in particolare pp. 286-88); Gino Tellini, II romanzo italiano dell'Ottocento e Novecento(Milano: Bruno Mondadori, 1998), pp. 1-3 r.

31 Le tragedie del '600 e '700 rispettavano Ie unira di tempo e di luogo; Manzoni rifiuto lapretesa di far svolgere una storia drammatica nel giro di 24 ore perche essa costringe ildrammaturgo ad accelerare il ritmo degli avvenimenti; e la finzione teatrale in quel caso rendecredibili determinazioni precipitose, comportamenti superficiali e valori di dubbia moralita. GliInni sacri - come osserva Raimondi nell'introduzione all'edizione curata da Clara Leri (Firenze:Olschki, 1991) - nascono daIi"ardua "renovatio" stilistica' con cui Manzoni adegua un codiceletterario pre-esistente ad un riscoperto sistema di valori (p. 10). La descrizione del carattere deipersonaggi ne I promessi sposi, come s'e visto, si accorda con i compiti che Manzoni attribuisceagli scrittori nella Lettre iJ M.Y Co:- ':-0:- (far sentire, principalmente, 'ce fonds commun de misere etde faiblesse qui dispose a une indulgence, non de lassitude ou de mepris, rna is de raison etd'amour', in Tutte Ie opere, v, III, 160).

32 Fra col oro che si sono esplicitamente posti il problema vanno ricordati Alfredo Galletti,Alessandro Manzoni (Milano: Mursia, 1958), PP.45I-53; Padellaro, p. 120; Puglisi, p. 15;Reforgiato, pp. 5-8 e 25; Attilio Scarpa, L'umorismo nei "Promessi sposi" (Torino: Bocca, 1932),pp. 21-36; Angelandrea Zottoli, Umili e potenti nella poetica del Manzoni, 'Avvertenza' alIaseconda edizione (Roma: Tumminelli, 1942), pp. 9-25 (in particolare Ie pp. 18 e ss.).

33 E. Raimondi, La dissimulazione romanzesca, p. 105.

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seicentesco e in quella del suo trascrittore ottocentesco, introduce unarappresentazione polifonica e ironica della realta che, per di pill, non cancella'la traccia dell'operazione che la verbalizza in un testo', proprio come fannoSterne e Diderot nei loro romanzi (p. 33). Alcune somiglianze fra Ie opere diManzoni e di Sterne, in effetti, sono degne di nota, soprattutto quella fra icapitoli xxv e XXVI de I promessi sposi e il capitolo XVII nel secondo volumedel Tristram Shandy (dove un sermone viene interrotto dagli a solo degliascoltatori, come accade al discorso che Federigo Borromeo rivolge a donAbbondio). Ironia, polifonia e pluriprospettivismo, pero, non coincidonosistematicamente ne I promessi sposi; e il romanzo manzoniano non hal'estremismo antinarrativo ed anticonvenzionale del Tristram Shandy, 0

l'umorismo violentemente polemico di Jacques Ie fataliste.Lesage e Scott sono pill vicini a Manzoni perche i loro romanzi evidenziano

il contrasto fra quel che appare e quel che e: nell'Histoire de Gil BIas deSantillane il medico Sangrado celebra i prodigi del suo metodo di cura mentre ipaziehti muoiono a ripetizione;34 l'eroe eponimo di Rob Roy afferma di essere'a man of a pacific occupation',35 rna l'io narrante osserva: 'I [... J neverrecollect to have seen a more singular contrast than that between the strongdaring sternness expressed in his harsh features, and the air of composedmeekness and simplicity which his language assumed' (p. 142). E aggiunge:'There was even a slight ironical smile lurking about the corners of his mouth'(p. 142). In Manzoni, pero, la sfasatura ironica e uno strumento dismascheramento ('si poteva essere certi che [... J non avrebbe desiderato altro, esarebbe morto contento, come tutti quelli che desideran molto una cosa,assicurano di voler fare, quando siano arrivati a ottenerla') e rinvia sempre alladebolezza ultima degli esseri umani ('a questo mondo c'e giustizia finalmente!- Tant'e vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa pill quel che sidica'). Scott si serve di quella sfasatura per suscitare un semplice sorriso (chealtra e l'ispirazione dei suoi romanzi); e Lesage arriva con essa allosmascheramento,36 rna non alla riflessione sulla natura e l'universale debolezzaumana (il medico Sangrado raggiunge i settant'anni praticando ancora ilproprio metodo con orgogliosa incoscienza).37

E probabile che Manzoni conoscesse il Tom Jones di Henry Fielding,38 esembra aver derivato da esso convenzioni narrative (il dialogo coi lettori, Ie

34 Alain-Rene Lesage, Histoire de Gil Bias de Santillane, avec notices et notes par A. P. Malassis,4 voll. (Paris: Lemerre, I877), I, I47.

35 Walter Scott, Rob Roy (Oxford: Oxford University Press, I998), p. I4I. Si sa che Manzonitrasse dai romanzi di Scott diversi suggerimenti; toni seri e toni umoristici si equilibrano inmaniera simile nei due autori; e il comico di carattere ha esiti analoghi in don Abbondio e ne1giudice Inglewood di Rob Roy. Somiglianze e analogie, perC>, non sono pili marcate di quantosuccede di solito in due scrittori che si impegnano contemporaneamente in un'operazione analoga.

36 Si veda in proposito Michail Bachtin, Estetica e romanzo (Torino: Einaudi, I979), p. 3II.37 Lesage, IV, 5. II Gil Bias non e un libro privo di moralita; quella che 10 caratterizza, perC>,

emerge soprattutto dalla determinazione con cui 10 scrittore scopre e dice la realra delle cose.38 Si veda in proposito Raimondi, II romanzo, pp. II9 e 239-45, e La dissimulazione, pp. 52-53.

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discontinuita cronologiche, la frequente rappresentazione delle chiacchierepopolari come luogo di esagerazione e deformazione), situazioni(I'innamorato 0 l'innamorata che vogliono essere dimenticati, il fidanzatoubriaco che pronuncia 0 non pronuncia il nome dell'amata ai compagni diosteria, il cristiano che si interroga 0 viene interrogato sull'inconciliabilita dionore ed etica evangelica), e qualche battuta umoristica.39 Anche in questocaso, pero, Ie somiglianze e Ie riprese sono prive di sistematicita, limitate acasi specifici.

II caso di Voltaire e diverso. Nei suoi romanzi troviamo Ie stesse tecnicheche caratterizzano I promessi sposi: il gusto ironico (Ie celIe dell'Inquisizioneportoghese sono 'des appartements d'une extreme fraicheur, dans lesquels onn'etait jamais incommode du soleil'),40 e l'insistenza sulla discrepanza fraaffermazioni e fatti (il gran medico Ermes dichiara Zadig incurabile: '''lesplaies de l'reil gauche sont incurables." Tout Babylone, en plaignant ladestinee de Zadig, admira la profondeur de la science d'Hermes. Deux joursapres, l'abces pen;a de lui-meme. Zadig fut gueri parfaitement', Vi, p. '59).41Voltaire fa spesso dell'umorismo sulle debolezze umane: suI conformismo('Tout Ie monde fut pour lui, non pas parce qu'il etait dans Ie bon chemin,non pas parce qu'il etait raisonnable, non pas parce qu'il etait aimable, maisparce qu'il eta it premier visir', Vi, p. 73), la vanita, la ricerca di unatranquillita impossibile come quella agognata da don Abbondio ('Itobad [etait]toujours surpris des disgraces qui arrivaient a un homme comme lui', Vi, p.116).42Voltaire, per di pili, sviluppa Ie sue osservazioni con uno spirito similea quello che sara poi manzoniano, rispettando Ie debolezze degli uomini,43notando i loro errori rna, in genere, provando anche indulgenza nei loroconfronti. Nei suoi romanzi Ie scene di massa hanno quell'intensificazione equella confusione che caratterizzano la comicita dell'ottavo capitolo de Ipromessi sposi: 'la moitie des passagers [... ] jetait des cris et faisait des prieres;les voiles etaient dechirees, les mats brises, Ie vaisseau entrouvert. Travaillaitqui pouvait, personne ne s'entendait, personne ne commandait' (Vi, p. ISS). Sidirebbe che Manzoni, scrivendo I promessi sposi, avesse particolarmentepresente il Candide: si somigliano alcune battute chiave ('C'est toujours bien

39 Si confrontino, ad esempio, Ie battute di Agnese, citate nella nota 16, con quelle di MrsWestern: 'I have seen a little too much of the world to be so deceived'; 'I should have seen theworld to very little purpose, truly, if I am to argue with one of your years' (Henry Fielding, TomJones, Oxford: Oxford University Press, 1996, pp. 248 e 289). Anche il sarto semi-colto de Ipromessi sposi ha un predecessore nel sarto-barbiere del Tom Jones.

40 Voltaire, Romans et contes, edition etablie par Frederic Deloffre et Jacques Van Den Heuvel(Paris: Gallimard, 1979), p. 158. Mi riferiro a questa raccolta con la sigia VI.

41 La vedova Cosrou promette agli dei di rimanere accanto alIa tomba del marito finche l'acquadel ruscello scorred Ii vicino: '- Si vous saviez a quoi elle s'occupait quand je lui ai rendu visite!- A quoi donc [... ] ? - Elle faisait detourner Ie ruisseau' (VI, p. 60).

42 'Ma perche deve toccare a me a trovarmi fra tutti costoro!'; 'e il mio pianeta, che tuttim'abbiano a dare addosso; anche isanti' (Ps, pp. 407 e 444).

43 Zadig 'ne voulait point toujours avoir raison, et savait respecter la faiblesse des 1).ommes' (VI,P·57)·

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L'UMORISMO DI MANZONI

fait d'esperer', Vi, p. 219; 'Giova sperare caro il mio Renzo', Ps, p. 572),l'impostazione di alcuni dialoghi (' "Eh bien! Lui dit-il, Cunegonde? - Elle estmorte" " Vi, p. 152; '''Oh!'' disse il frate, vistolo venire; "ebbene?" "La c'e:l'ho trovata!"', Ps, p. 634), alcuni temi centrali (Candide coltiva l'orto, Renzoha la sua vigna),44 alcuni sviluppi narrativi (la separazione dei protagonisti, ildibattito fra i personaggi alIa fine del romanzo per stabilire il senso da dareaIle loro vicende).

L'ispirazione di fondo de I promessi sposi e religiosa, e quella dei romanzidi Voltaire non 10 e; solo Manzoni e attento ai drammi morali della coscienzaumana, e interessato ad approfondirli; l'introspezione psico10gica e molto piliimportante per lui di quanto non 10 sia per Voltaire. Ma l'umorismo de Ipromessi sposi e simile a quello di Voltaire, e ne riprende quasi tutte Iesuggestioni. All'importanza che per Manzoni hanno Bourdaloue, Bossuet,Massillon, Nicole e Pascal,45 va aggiunta COS! quella di Voltaire. Questepredilezioni non sono sorprendenti: Manzoni conosceva meglio gli scrittorifrancesi di quelli italiani e Ii stimava di piU.46Pietro Paolo Trompeo ha notatocome nello stile de I promessi sposi 'si sentono di volta in volta echi di Bossuete di Voltaire: la Frase oratoria del primo, grave e commossa, e l'ironia delsecondo, frizzante senza parere'; Bonora, sulla scia di Trompeo, ha ritrovatoin Manzoni l"allegretto volteriano' e l"andante maestoso' di Bossuet.47Sorprendente semmai e 1a mesco1anza di questi autori. Bourda10ue e ungesuita, Bossuet e Massillon sono vescovi, Pascal e Nicole austeri pensatorigiansenisti. Voltaire non e solo uno scrittore laico; e anche e violentementepolemico col clero e la religione cattolica: preti e monaci, dice, 'disputent, (... ]gouvernent, (... ] cabalent, et (... ] font bruler les gens qui ne sont pas de leuravis' (Vi, p. 188). L'umorismo di Voltaire e un'arma al servizio della suapolemica: l'attenzione insistente alIa realta che 10 caratterizza demistifica ognitradizione non verificata e ogni illusione, i dogmi, Ie idealizzazioni deicristiani. La fede nella Provvidenza, COS! importante nei Sermons di Bossuet ene I promessi sposi, e messa alIa berlina nel Candide:48 'Vous voyez (... ] queIe crime est puni quelquefois; ce coquin de patron hollandais a eu Ie sort qu'il

44 Si veda in proposito Franco Ferrucci, Addio al Parnaso (Milano: Bompiani, 1971), pp. 153-76. SuI rapporto di Manzoni con Voltaire sono utili anche Michele Ziino, 'Voltaire, Rousseau e i"Promessi sposi"', Giornale storieo della letteratura italiana, 101 (1933), 350-54; Zottoli, pp. 18-25; Gaetano Ragonese, L'eredita illuministiea in A. Manzoni (Milano: Gastaldi, 1948), pp. 38-57;Benedetto Croce, Alessandro Manzoni (Bari: Laterza, 1952), pp. 111-15; e Giovanni Getto,Manzoni europeo (Milano: Mursia, 1971), p. 116.

45 Su questo collegamento sono fondamentali i saggi di Ferruccio Ulivi, in particolare Manzoni.Storia e Provvidenza, gia citato, e Dal Manzoni ai deeadenti (Caltanissetta-Roma: Sciascia, 1973).

46 Momigliano, Manzoni, pp. 40-44. Si vedano anche, nei Colloqui col Manzoni curati da CesareGiardini (Milano: Ultra, 1944), Ie testimonianze di Cristoforo Fabris (pp. 408 e 419) e di NiccoloTommaseo (pp. 94-100, 107, 150-52).

47 Pietro Paolo Trompeo, Veeehie e nuove rilegature gianseniste (Napoli: Edizioni scientifiche italiane,1958), p. 163; Ettore Bonora, Manzoni. Conclusioni e proposte (Torino: Einaudi, 1976), p. 64.

48 La demistificazione, naturalmente, e resa possibile da un'interpretazione letterale dei discorsiehe della Provvidenza si possono fare.

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9° LUCIANO PARISI

meritait. - Oui, [... J mais fallait-il que les passagers qUI etaient sur sonvaisseau perissent aussi?' (VI, p. 198).49 Battute di questo genere sembranoconfermare la prevenzione di Bossuet contro gli scrittori umoristici e spieganoperche un cattolico ottocentesco come Cantu parla sprezzantemente del'ghigno di Voltaire'. 50Manzoni, pur riverendo Bossuet e i suoi contemporanei,e pur rifacendosi con sincera umilta aIle loro tesi, non dimentica Voltaire/1 esi ispira aIle sue opere. Perche? che cosa 10 spinge verso quel tipo diumorismo?

Nell'introduzione a I promessi sposi Manzoni dice di aver pensato ascrivere un trattato per giustificare Ie scelte stilistiche del suo romanzo, e dinon averlo fatto 'che di libri basta uno per volta, quando non e d'avanzo'(Ps, p. 6). In una lettera afferma di avere 'in pronto apologie contro tutte Ieobiezioni' .52 II trattato perC>non fu scritto e, per ricostruire Ie riflessioni diManzoni sull'umorismo, dobbiamo prendere in considerazione la tradizionereligiosa, etica e culturale alIa quale 10 scrittore fa riferimento, il contrastofra quella tradizione e Ie scelte compiute ne I promessi sposi, e utilizzarealcuni preziosi frammenti stesi per la seconda parte delle Osservazioni sulfamorale cattolica (che non fu mai compiuta, e i cui abbozzi furono pubblicatidopo la morte dello scrittore). La nostra ricostruzione dovrebbe aiutare acapire, oltre aIle ragioni dell'umorismo di Manzoni, il silenzio che 10scrittore preferi mantenere su di esso.

5

Gli scrittori del '600 francese condannavano come immorali il teatro e iromanzi: 'un faiseur de romans et un poete de theatre - scrive Nicole - estun empoisonneur public, non des corps mais des ames des fideles', responsabile'd'une infinite d'homicides spirituels';53 testi teatrali e romanzi, scrive Bossuet,sono 'livres corrupteurs de la vie humaine'.54 Per i moralisti del '600 Ie passioninon possono essere soppresse, rna devono essere contenute; col teatro e coiromanzi esse sono invece eccitate - tant'e vero, osserva Bossuet, che si giudica

49 Voltaire si interroga anche con toni seri sull'esistenza di Dio e Ie ragioni che spingono a metterlain dubbio, su 'Ie mal physique et sur Ie mal moral qui couvrent la terre et la mer' (VI, p. 173): 'ce sontdes ombres a un beau tableau. - [... ] vos ombres sont des taches horribles' (VI, p. 206).

50 Cesare Cantu, Alessandro Manzoni. Reminiscenze, 2 voll. (Milano: Treves, 1882-85), I, 158.Con quel ghigno, dice Cantu, Voltaire ha 'turbato gli spiriti, sovvertiti i principj dell'ordine socialee scavato un abisso fra il mondo e la verira'. Cantu non si rende conto del fascino che Voltaireesercita su Manzoni, anche dopo la conversione, e contrappone ingenuamente 'la mite sapienza'dell'uno ai 'saturnali osceni e irreligiosi' dell'altro (p. 158).

51 Stanley Bernard Chandler, Alessandro Manzoni. The Story of a Spiritual Quest (Edinburgh:Edinburgh University Press, 1973), p. 95.

52 A. Manzoni, Lettere, I, 377.53 La citazione, tratta da Les visionnaires, e ripresa da Ch. Urbain et E. Levesque, L'Eglise et Ie

theatre (Paris: Grasset, 1930), p. 19. Manzoni si riferisce a queste parole di Nicole nella lettera aDegola del IS maggio 1825 citata nella nota precedente.

54 jacques-Benigne Bossuet, Maximes et reflexions sur la comedie, in Urbain et Levesque,pp. 167-276 (la citazione e a p. 178). Mi riferiro a questo testa con la sigla Mr.

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L'UMORISMO DI MANZONI 91

freddo e malriuscito uno spettacolo che non commuove gli spettatori.55 Anchese non descrivono passioni immorali, gli artisti esagerano l'importanza di quellepotenzialmente oneste come l'amore: 'tout Ie dessein d'un poete, toute la fin deson travail, c'est qu'on soit, comme son heros, epris des belles personnes, qu'onles serve comme des divinites. '56

Manzoni difende il teatro e i romanzi dalle accuse dei moralisti seicenteschinei Materiali estetici e nella Lettre a M. r C ::-::-::-.Ammette la pericolosita dellepassioni, rna gli sembra che sia possibile rappresentarle in maniera tale che glispettatori 0 i lettori non si identifichino con i personaggi, e contemplino i lorostati d'animo da lontano, pensosamente;57 Shakespeare e per lui l'esempio piliconvincente di uno scrittore che descrive Ie passioni senza eccitarle. Manzoniresta fedele a questa impostazione quando scrive I promessi sposi, un romanzoche soddisfa Ie richieste formulate da Nicole nel Traite de la comedie:58 parla dicoloro che si battono in duello come di gente insensata e ridicola; rappresental'onore come un fantasma, una chimera e una follia; descrive il desiderio divendetta come un sentimento basso e vile; accenna all'amore dei protagonisticon pochi cenni pieni di pudore.

Nei Materiali estetici e nella Lettre Manzoni parla prevalentemente di teatro,e limita la sua difesa aIle tragedie, senza menzionare mai Ie commedie.59 Leaccuse degli scrittori religiosi del '600, pero, colpiscono soprattutto i genericomici. Lo stato d'animo che si addice ai cristiani - dicono Bossuet, Nicole ePascal rifacendosi alla Bibbia _60 e quello della preghiera. I divertimenti e ilriso sono distrazioni che vanno evitate. L'amore per i divertimenti, secondo

55 J.-B. Bossuet, CEuvres oratoires, a cura di Ch. Urbain et E. Levesque, 7 voll. (Paris: Desclee,De Brouwer et C.ie, 1914-26), III, 637-38. Si veda anche Mc, pp. 175-78. Mi riferiro aIle CEuvresoratoires di Bossuet con la sigla Or.

56 Mr, p. 177. Una riflessione analoga e in Blaise Pascal, CEuvres completes (Paris: Gallimard,1954), pp. 1145-46.

57 'Ce n'est pas, il faut Ie dire, en partageant Ie delire et les angoisses, les desirs et l'orgueil despersonnages tragiques, que l'on eprouve Ie plus haut degre d'emotion; c'est au-dessus de cettesphere etroite et agitee, c'est dans les pures regions de la contemplation desinteressee, qu'a la vuedes souffrances inutiles et des vaines jouissances des hommes, on est plus vivement saisi de terreuret de pitie pour soi-meme,' Lettre a M.r C>:-'l-", p. 159. Secondo Manzoni Bossuet credeva che sologli storiografi potessero raccontare gli eventi col distacco necessario ad una valutazione equa,perche era sviato dal repertorio teatrale del suo tempo.

58 'Si l'on ne parloit jamais de ceux qui se battent en duel, que comme des gens insensez &ridicules, comrne ils Ie sont en effet; si Pon ne representoit jarnais de fantorne d'honneur qui estleur idole, que comme une chimere & une folie; si Pon n'avoit soin de ne former jamais d'imagede la vengeance, que comrne d'une action basse & pleine de lachete, les mouvernens que sentiroitune personne offensee seroient infinirnent plus lents' (Pierre Nicole, Traite de la comedie, Paris:Les belles lettres, 1961, p. 56). Indichero questo testa con la sigla Tc.

59 Nella Lettre a M.r C>:- ':- ':- ci sono peraltro i segnali di una riflessione in corso suI cornieo: nellaprima versione Manzoni si dice contrario alIa cornrnistione di cornico e tragico che trova nelleopere di Shakespeare; in una lettera a Faurie1 chiede poi di rnodificare il testa della versione finale(starnpata a Parigi in Francese), in modo da attenuare la portata delle proprie affermazioni(Lettere, I, 288-89).

60 Si vedano ad esernpio i riferirnenti di Tc, p. 64, al Vange10 secondo Matteo ('vigilate & oratene intretis in tentatione', 26. 41) e alIa Prima lettera ai Tessalonicesi di san Paolo ('sineintermi~sione orate', 5. 17)·

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LUCIANO PARISI

Bossuet, e un residuo puerile, una follia ('Ie carnaval acheve, que vous reste-t-il? Le corps fatigue et l'esprit vide', Or, IV, 552-53); Cristo, dice, non risemai.61 In Bossuet il riso si collega agli eccessi, Ie derisioni, la degradazione, lacrudelta (Or, IV, 87); la commedia, osserva Nicole, rende l'anima 'incapable des'appliquer aux choses de Dieu' (Tc, p. 64).62

Anche in questo caso Manzoni capisce Ie ragioni di Bossuet e di Nicole ene condivide una buona parte: 'nulla serve piu a far ridere gli uomini di unacosa, che il ricordar loro che per altri uomini quella cosa e seria eimportante'; 'quando si sappia che uno abbia un'affezione particolare adun' idea, gli altri si servono di quella per farsi beffe di lui'. 63 Gli Inni sacricondannano '[ ... ] il grido e la tempesta I de' tripudi inverecondi: Il'allegrezza non e questa I di che i giusti son giocondi';64 ne I promessi sposipadre Cristoforo esorta i protagonisti del romanzo a 'ringrazia [re] il cieloche v'ha condotti a questo stato, non per mezzo dell'allegrezze turbolente epasseggiere, rna co' travagli e tra Ie miserie, per disporvi a una allegrezzaraccolta e tranquilla' (Ps, p. 638). Manzoni, come si vede, non condannaogni allegrezza: biasima quell a 'de' tripudi inverecondi', rna apprezza quell a'raccolta e tranquilla', e trova forme di riso che sono conciliabili con unacoscienza cristiana perche hanno una componente morale, 0 percheesprimono speranza 0 fiducia in Dio. Manzoni non assumemaii toniestatici della letteratura mistica, 0 quelli edificanti della letteraturadevozionale; non sembra neppure avere fiducia nella giustizia ultima deltutto; rinvia perC> ad essa, anche con l'invito a 'stare un po' allegr[i]' (Ps,p. 414); e l'umorismo gli permette in qualche caso di accogliere quell' invitoin prima persona. COS! Manzoni ,riprende e modifica insieme la lezionemorale dei cattolici del ' 600. Si presenta come un loro continuatore, rna eanche un innovatore.65

61 'Passez un quart d'heure tous les jours a considerer d'une simple vue cet austere et douxmaintien de la vertu chretienne en la personne de Jesus-Christ, [... ] qui en a ete Ie parfait modele,qui a tant pleure et n'a jamais ri'. Questa citazione di Bossuet e riportata da Urbain et Levesque,p. 258; l'affermazione e ribadita da Bossuet in Mr, p. 273 e daNicole in Te, p. 59.

62 Nicole parla anche di un divertimento lecito ('Ie Chretien [... ] peut rechercher [... ] un simpledelassement d'esprit', Te, pp. 60-61); e Bossuet accenna al riso degli uomini saggi (che e un riso'avec crainte': 'vir autem sapiens vix tacite ridebit: avec crainte, parce qu'il craint toujours de setromper; parce qu'un certain serieux intime desavoue toutes ces fausses joies et a honte de s'y laisseremporter', Or, IV, 553). La formulazione di queste concessioni lascia poco spazio all'umorismo; perBossuet, osserva Jacques Le Brun, 'Ie chretien doit etre serieux, doit resister a toutes les joies dumonde, a tout ce qui donne de la joie: Ie voyageur doit gemir tant qu'il n'a pas atteint Ie repos de laJerusalem celeste' (La Spiritualite de Bossuet, Paris: Klincksieck, 1972, p. 321).

63 Le due citazioni provengono dalla seconda edizione delle Osservazioni sulla morale eattoliea(Me, pp. 31 e 32). Passi analoghi compaiono nella prima edizione aIle pp. 276, 341, 407 e 408.Su di essi si soffermano Padellaro (pp. 134-36) e Romano Amerio, Alessandro Manzoni filosofo eteologo (Torino: Edizioni di 'Filosofia', 1958), pp. 52-53.

64 Alessandro Manzoni, Inni sacri, in Tutte Ie opere, I, 15.65 In questo caso (e solo in questo) 10 scrittore italiano ottocentesco pili rigidamente fedele allo

spirito del cattolicesimo della seconda meta del Seicento non e Manzoni, rna Giuseppe Mazzini,che fu educato in un clima severamente religioso e che, secondo una diffusa leggendarisorgimentale, non rise maio

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L'UMORISMO DI MANZONI 93

C'e un caso in cui questa scelta innovativa non e dissimulata. Moliereaveva provocato l'ira dei moralisti francesi, che erano suoi contemporanei,scrivendo il Tartuffe, dove ritrae e fa oggetto di riso un falso devoto.66 Lecommedie di Moliere, per Bossuet, sono empie ed infami (Mr, p. 172);Moliere, per Bourdaloue, con il pretesto di criticare l'ipocrisia religiosa,denigra ogni devozione;67 l'ipocrisia religiosa, per Massillon, non va espostaalIa derisione del mondo;68 e il riso che Moliere provoca non e la reazionegiusta davanti ad essa:

les derisions et les satires sont trop douces pour decrier un vice qui merite l'horreur dugenre humain; [... ] un theatre profane a eu tort de ne donner que du ridicule a uncaractere si abominable, si honteux et si affligeant pour l'Eglise; et qui doit plutot exciterles larmes et l'indignation, que la risee des fideles. (II, 169)

Da queste accuse Moliere si era difeso affermando la forza correttiva delteatro comico: 'les plus beaux traits d'une serieuse morale sont moinspuissants, Ie plus souvent, que ceux de la satire; et rien ne reprend mieux laplupart des hommes, que de les exposer a la risee de tout Ie monde'. 69 Loscontro aveva assunto un valore paradigmatico che era ancora vivo nell'800:l'abate Cesari ammonisce contro il pericolo dei divertimenti e dellecommedie;70 Luigi Lambruschini, nunzio apostolico a Parigi (e poi segretariodi stato di papa Gregorio XVI), si vanta di non frequentare i teatri;71 ilgesuita Lauras riprende la posizione di Bourdaloue contro Moliereosservando che 'Ie ridicule corrige difficilement les moeurs vicieuses: s'il a dusucces, c' est Ie succes du rire, non celui du repentir'. 72

In questo scontro Manzoni non si schiera dalla parte di coloro che,secondo quel che scrive nel saggio Della mora/ita delle opere tragiche,traggono 'i loro argomenti dalla rivelazione' /3 rna dalla parte del loroavversario. Si schiera con Moliere nella pratica narrativa, mostrando ne Ipromessi sposi i difetti del clero, sviluppando la sua denuncia con toniumoristici, e suscitando fra alcuni cattolici dell' 800 un malcontento simile a

66 Moliere nacque nel I622, Pascal e Nicole ne! '25, Bossuet nel '27, Bourdaloue nel '32. SoloMassillon, nato ne! I663, apparteneva ad un'altra generazione.

67 Louis Bourdaloue, 'Sur l'hypocrisie', in CEuvres completes, 6 voll. (Tours: Cattier, I865), III, 36-52.68 'C'est votre maison, votre nom, vos proches, vos and~tres que vous deshonorez: vous venez

fletrir l'ec1at de tant d'actions glorieuses qui ont rendu leur memoire immortelle dans tous lessiec1es, par l'infidelite d'un seul, qui, portant Ie meme nom qu'eux, l'avilit par des mreurs et uneconduite fort dissemblables; c'est done sur vous-memes que retombe cet opprobre' (Jean-BaptisteMassillon, CEuvres completes, avec notes, variantes, notices par l'abbe E.-A. Blampignon, 3 voll.,Bar-Le-Duc: Guerin, I87I, II, I72).

69 Moliere, Le Tartuffe, in CEuvres completes (Paris: Garnier, I962), I, 630.70 Antonio Cesari, Dell'educazione cristiana (Reggio Emilia: Guidetti, I925), pp. 35-50.71 Luigi Lambruschini, La mia nunziatura in Francia (Bologna: Zanichelli, I934): 'se un Nunzio

dovria da cia [gli spettacoli] astenersi in ogni luogo, molto pili doveva cia fare in Francia, dove ilClero professa delle dottrine assai severe su i teatri, e dove i laici stessi che vivono cristianamentecredono di non potervi intervenire' (p. 38).

72 M. Lauras, Bourdaloue. Sa vie et ses c£uvres, 2 volI. (Paris: Societe generale de Librairiecatholique, I88I), I, 457.

73 Alessandro Manzoni, Della moralita delle opere tragiche, in Tutte Ie opere, v, III, 68.

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94 LUCIANO PARISI

quello provocato nel ' 600 dal Tartuffe ('non mancano nella realta i donAbbondio', scrive Davide Albertario; 'a Manzoni mancavano maniere ditoccarne Ie debolezze anche senza spargere su di loro il ridicolo?').74Manzoni, poi, e dalla parte di Moliere suI piano dei principi: nei frammentiper la seconda parte delle Osservazioni sulla morale eattoliea fa qualcheconcessione alIa tesi di Massillon secondo cui sarebbe meglio cancellare lamemoria degli scandali ('so che questa riservatezza si chiama per 10 piliprudenza, so che 10 e talvolta, so che molti risparmiano gli abusi, che dico,gli difendono, non per amore di essi, rna per rispetto della religione', Me, p.486), rna pens a che sia sbagliata per ragioni mora Ii ('il primo carattere dellaprudenza cristiana e di non andar mai contra la verita', Me, p. 486) epratiche (gli abusi non passano inosservati e, se la chiesa non Ii condannaprontamente, la gente suppone che ci siano abusi in ogni sua attivita).

II ridieolo secondo Manzoni e uno strumento adeguato di critic a morale:il ridicolo che prende di mira una professione, p. es., puo ben far qualche danno aIle ideeo ai sentimenti di quelli che ridono, rna reca sempre uno di questi due vantaggi; chedistrugge questa professione s'ella e inutile, e la migliora se e utile, 0 se non ha per que!tempo la potenza di distruggerla. II ridicolo conduce sempre al serio; perche quegli che ebeffato vuol provare che non merita Ie beffe; quindi 0 abbandona la professione da cuigli vengono giuste beffe, 0 cerca nella sua professione la parte vera e ragionevole per laqua Ie non potra essere beffato. (Me, p. 557)

Manzoni, COS1, loda esplicitamente Moliere:Moliere colla continua derisione dei medici, miglioro assai la medicina, perche ella e arteindistruttibile, essendo posta sopra fondamenti perpetui, che sono: Ie malattie, ildesiderio di guarire, e la possibilita contestata dalla esperienza di guarire in certi casi concerte cure, e la possibilita dedotta da una ragionevole analogi a di aumentare questecure.75 (Me, p. 557)

E interessante notare che Manzoni parla qui della medicina (scienza 'postasopra fondamenti perpetui') con termini simili a quelli usati per la dottrinacattolica (dottrina che per lui ha fondamenti perpetui, a differenza dellemorali filosofiche, Me, p. 291). Pili del medico il cattolico deve 'cerca(re]nella sua professione la parte vera e ragionevole per la quale non potraessere beffa to' .

Questi frammenti sono importanti perche danno una giustificazionemorale del ridieolo (quello di Moliere, e quello de I promessi sposi); 10

74 Davide Albertario, 'Intorno ad Alessandro Manzoni. Sentimenti e pensieri. Morte e funerali',originariamente in La scuola cattolica del 30 giugno I873; poi a cura e con note di UmbertoColombo in Otto/Novecento, 8, I (I984), 87-II5 (p. 90). Anche Giovanni Bosco critica Ipromessi sposi osservando che il giovane che 'fin da' suoi primi anni ha imparato, coll'amore aigenitori, la venerazione al proprio parroco, dovra necessariamente ricevere cattiva impressionenella mente e nel cuore dopo siffatta lettura', La storia d'Italia raccontata alia gioventu dai suoiprimi abitatori sino ai nostri giorni (Torino: Libreria salesiana, I903), p. 522, citato da Colombonelle Note all'articolo di Albertario, pp. IOO-OI.

75 II riferimento alIa medicina appare gia nella prefazione del Tartuffe: 'la medicine est un artprofitable, et chacun la revere comme une des plus excellentes choses que nous ayons; etcependant il y a eu des temps OU elle s'est rendue odieuse' (p. 63 I).

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L'UMORISMO DI MANZONI 95

fanno in maniera esplicita; e mostrano anche quanto sono diverse fra loro Ietradizioni culturali che rifluiscono, si rinnovano e si fondono in Manzoni.C'e quella che risale a Bossuet, e quella che risale a Moliere; ci sono Pascale Nicole, rna c'e anche Voltaire.

La fusione di tante suggestioni contrastanti crea in Manzoni uno stileoriginale, dove serie riflessioni morali, osservazioni prive di prevenzioni neiconfronti del mondo, e toni umoristici non si equilibrano solo, rna siintegrano e rinforzano a vicenda. I pochi scrittori religiosi che avevanoriconosciuto la legittimita del ridicolo prima di Manzoni non avevanoraggiunto uno stile elaborato.76 Gli altri, poi, avevano continuato adindignarsi per la debolezza umana/7 a non sorridere, ad esempio,dell'adulazione: 'la flatterie est un commerce honteux';78 'la flatterie est unefausse monnaie, qui n'a de cours que par notre vanite';79 'Detestablesflatteurs, present Ie plus funeste I Que puisse faire aux rois la colereceleste';80 'Ie plaisir corrompt Ie creur par Ie vice, l'adulation acheve de Iefermer a la vertu'. 81 E probabile che Manzoni fosse imbarazzato dallapropria originalita, per modestia, 82 e soprattutto perche voleva crederenell'immutabilita della dottrina cattolica e degli atteggiamenti che i fedeli nederivano. I cattolici sono concordi, e 'la verita e con quell a Religione che,

76 Penso soprattutto a Fran~ois de Sales che, nella Introduction a la vie devote (Paris:Flammarion, I934), scrive: 'les jeux, les bals, les festins, les pompes, les comedies en leursubstance ne sont nullement choses mauvaises' (p. 57); 'Ie monde voit que les devots jeunent,prient et souffrent les injures, servent les mala des, donnent aux pauvres, veillent, contraignent leurcolere, suffoquent et etouffent leurs passions, se privent des plaisirs sensuels et font telles et autressortes d'actions, lesquelles en elles-memes et de leur propre substance et qualite sont apres etrigoureuses. Mais Ie monde ne voit pas la devotion interieure et cordiale, laquelle rend toutes cesactions agreables, douces et faciles' (p. 20). Fran~ois de Sales era morto nel I622. Sui cattolici chenella seconda meta del ' 600 difesero il teatro dalle accuse di Bossuet si vedano M. Barras, TheStage Controversy in France from Corneille to Rousseau (New York: Phaeton Press, I973) eHenry Phillips, The Theatre and its Critics in Seventeenth-Century France (Oxford: OxfordUniversity Press, I980).

77 Peter France ha mostrato come questa indignazione fosse contraddittoria: accentuare unacondanna morale fino a provocare Ie lacrime degli ascoltatori (Massillon parla di 'larmes etindignation') significava assecondare Ie passioni e fare, magari suI pulpito, quello che si rimproveraad attori e drammaturghi di fare suI palcoscenico (Rhetoric and Truth in France, Oxford: OxfordUniversity Press, I972, pp. II6-48).

78 Jean de La Bruyere, CEuvres completes, texte etabli et annote par Julien Benda (Paris:Gallimard, I95I), p. 2I.

79 Fran~ois de La Rochefoucald, CEuvres completes, edition etablie par L. Martin-Chaffier (Paris:Gallimard, I964), p. 424. Sulle somiglianze e Ie diversita della critica morale di La Rochefoucald edi quella degli scrittori religiosi a lui contemporanei si veda Louis Hippeau, Essai sur la morale deLa Rochefoucauld (Paris: Nizet, I967), pp. 97-II9.

80 Jean Racine, Phedre (IV, I325-26), in CEuvres completes (Paris: Gallimard, I950), I, Theatre.Poesies, p. 792.

81 Massillon, I, 24. Gli adulatori manzoniani, nel palazzo del conte zio, 'cominciando dallaminestra a dir di sl, can la bocca, can gli occhi, can gli orecchi, can tutta la testa, can tutto ilcorpo, con tutta l'anima, aIle frutte v'avevan ridotto un uomo a non ricordarsi pili come si facessea dir di no' (Ps, p. 324). .

82 In Manzoni ci sono comunque momenti di orgogliosa differenziazione: 'eh bien! je me suisdonne a croire qu'il y a des difficultes de Bossuet, de Nicole et de Rousseau qu'on peut resoudre,qu'on n'a jamais resolues, et que je resous' (Lettere, I, I77).

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diciotto secoli sono, disse al mondo: 10 non mi eangero mai; e che non emai cangiata' (Me, p. 493).83 Fra Bossuet, che afferma 'Jesus-Christ, [... ] n'ajamais ri', e Manzoni, che altern a all'eloquenza sacra di un cardinale icommenti irriverenti di don Abbondio, il cambiamento e invece notevole.Manzoni giustifico dettagliatamente quasi tutte Ie sue scelte letterarie, rnatenne per se Ie proprie riflessioni sull'umorismo: l'assenza di unagiustificazione teorica rese l'innovazione menD evidente; i primi critici viaccennarono appena e, almeno fino a De Sanctis, nessuno sembro accorgersidella svolta che costituiva. Anche in seguito l' atteggiamento di Manzoni ne Ipromessi sposi parve ovvio, il 'pili conforme al vero Cristianesimo'(Meregalli, p. 16). Che I promessi sposi fossero vicini allo spirito delVangelo era vero; rna quella vicinanza, una delle tante possibili, era stat auna conquista impegnativa; e non un risultato scontato.84

Dublin LUCIANO PARISI

83 Su questo atteggiamento e l'importanza che Bossuet ebbe nel diffonderlo si veda OwenChadwick, From Bossuet to Newman. The Idea of Doctrinal Development (Cambridge:Cambridge University Press, 1957), in particolare Ie pp. 1-20.

84 Cesare Angelini, nel citato Invito al Manzoni, p. 7, e Umberto Mariani, in Per un Manzonipiit vero (Torino: S£I, 1996), p. III, senza affrontare specificamente i temi dell'umorismo edell'originalita manzoniana, sembrano dare a quell'originalita un carattere menD marcato perconsiderazioni di carattere storico e geografico. Per loro, infatti, il romanzo di Manzoni riflettefedelmente i modi e i toni della civild religiosa della Lombardia ottocentesca e primo-novecentesca. II problema di questa tesi, che mi pare stimolante, e di essere basata su impressionipersonali: la mancanza di documenti appropriati non permette di verificarla.