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I poveri, voce di Cristo umile e povero Arcidiocesi di Catanzaro - Squillace Messaggio dell’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace per la prima Giornata mondiale del povero. temuto di prendere la forma di servo; sta cantando la lode della chiesa, che mite e umile, svolge gra- tuitamente il proprio servizio nel mondo; sta cantando la lode dei fra- telli e delle sorelle, che si mettono in condizione di ascoltare il grido si- lenzioso di chi ha fame, sete, è nel bisogno, attende un segno di pros- simità, una visita, una carezza, un sorriso, una lacrima asciugata, un gesto d’affetto. sì, ascoltiamo la pro- fezia dei poveri, carissimi, perché proprio i profeti - e talvolta quasi essi soltanto (insieme ai santi, che per essere tali sono stati anche pro- feti) -, mossi dallo spirito d’amore, li hanno difesi, li hanno presentati come un “luogo teologico”, un segno e strumento della pre- senza del signore, che ancora soffe- rente e talora morente in loro, chiede la nostra collaborazione per realizzare storicamente la risurre- zione, cioè la salvezza dal male e la liberazione dalle antiche e nuove schiavitù. ma questo è stato, forse, prevalentemente concretizzato dai profeti, perché frattanto gli addetti alle questioni giuridiche e al culto, preoccupati solo della prima e della seconda forma di presenza, ne hanno sovente dimenticato la terza. anzi hanno sospettato e purtroppo continuano a sospettare di eresia e di ribellismo quelli che difendevano la causa dei poveri e continuano a difenderla. Dalla bocca dei poveri alla cattedra dei poveri. La bocca dei poveri an- nuncia a noi, dunque, la prospettiva di Dio uno e trino. L’altissimo si sta, insomma, servendo di loro, anche attraverso questa Giornata mon- diale, per insegnarci vie nuove. ciò che i poveri ci insegnano è l’autorità del sofferente e dell’emarginato. sì, carissimi, il bisogno di lasciar diven- tare eloquente il dolore (per la fame, per la sete, per l’emarginazione so- ciale, per l’essere scartati, senza voce…) è condizione di ogni verità anche nella chiesa e soprattutto nella fede nel cristo e nelle sue forme di presenza nella storia. ca- rissimi, amiamo i poveri, facciamo- celi amici, pensiamoli più spesso: presenza non solo scomoda, ma profetica (la profezia di un mondo da venire, ma che è già avviato dai santi e in quanti si fanno poveri per il mondo e sovente per la chiesa stessa, per condividere la povertà e portare non solo sollievo, ma di- gnità e realizzazione dei diritti umani ai poveri stessi). meditiamo: «Quale diritto avete di schiacciare il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri? oracolo del signore, il si- gnore degli eserciti» (is 3,15); e an- cora: «Poi diede loro questa rispo- sta: “andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riac- quistano la vista, gli zoppi cammi- nano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona noti- zia”» (Lc 7,22). carissimi, la prima “Giornata del povero” è davanti a noi. non sia per chiunque di noi solo una giornata come le altre, sia invece di sprone continuo a non dimenticarci mai dei poveri, che, ancora secondo Gesù, avremo ogni giorno con noi, ed ai quali dobbiamo sempre far loro del bene (cf mc 14,7). spero tanto che questo messaggio possa risvegliare in noi la trepida- zione e l’amore che suscitò nei due discepoli di Emmaus il divino vian- dante che si era loro affiancato ed aveva fatto battere forte il cuore nel petto! se il nostro cuore si conver- tirà davvero, anche l’ospitalità, l’ac- coglienza, la condivisione del pane diventeranno prassi cristiana stile di vita. “La giornata del povero” è ogni giornata, è ogni oggi in cui Gesù ci invita ad incontrarlo. Tutti vi abbraccio con affetto, parti- colarmente coloro che sono nel disa- gio e nel bisogno, e tutti di gran cuore benedico! Catanzaro, 27 settembre 2017 San Vincenzo de’ Paoli X Vincenzo Bertolone «Dobbiamo curare la fede per mezzo della Carità […]. Per la condotta caritate- vole del clero, il popolo apprezzerà e amerà la Religione, avrà fiducia nei sacerdoti, ne ascolterà gli ammaestramenti, ubbidirà alle leggi della Chiesa, attenderà a cu- stodire la Fede tanto necessaria per ottenere la salvezza delle anime» Giacomo cusmano

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I poveri, voce di Cristo umile e povero

Arcidiocesi di Catanzaro - Squillace

Messaggio dell’Arcivescovo di Catanzaro-Squillaceper la prima Giornata mondiale del povero.

temuto di prendere la forma diservo; sta cantando la lode dellachiesa, che mite e umile, svolge gra-tuitamente il proprio servizio nelmondo; sta cantando la lode dei fra-telli e delle sorelle, che si mettono incondizione di ascoltare il grido si-lenzioso di chi ha fame, sete, è nelbisogno, attende un segno di pros-simità, una visita, una carezza, unsorriso, una lacrima asciugata, ungesto d’affetto. sì, ascoltiamo la pro-fezia dei poveri, carissimi, perchéproprio i profeti - e talvolta quasiessi soltanto (insieme ai santi, cheper essere tali sono stati anche pro-feti) -, mossi dallo spirito d’amore,li hanno difesi, li hanno presentaticome un “luogo teologico”,un  segno e strumento della pre-senza del signore, che ancora soffe-rente e talora morente in loro,chiede la nostra collaborazione perrealizzare storicamente la risurre-zione, cioè la salvezza dal male e laliberazione dalle antiche e nuoveschiavitù. ma questo è stato, forse,prevalentemente concretizzato daiprofeti, perché frattanto gli addettialle questioni giuridiche e al culto,preoccupati solo della prima e dellaseconda forma di presenza, nehanno sovente dimenticato la terza.anzi hanno sospettato e purtroppocontinuano a sospettare di eresia e

di ribellismo quelli che difendevanola causa dei poveri e continuano adifenderla.

Dalla bocca dei poveri alla cattedra

dei poveri. La bocca dei poveri an-nuncia a noi, dunque, la prospettivadi Dio uno e trino. L’altissimo si sta,insomma, servendo di loro, ancheattraverso questa Giornata mon-diale, per insegnarci vie nuove. ciòche i poveri ci insegnano è l’autoritàdel sofferente e dell’emarginato. sì,carissimi, il bisogno di lasciar diven-tare eloquente il dolore (per la fame,per la sete, per l’emarginazione so-ciale, per l’essere scartati, senzavoce…) è condizione di ogni veritàanche nella chiesa e soprattuttonella fede nel cristo e nelle sueforme di presenza nella storia. ca-rissimi, amiamo i poveri, facciamo-celi amici, pensiamoli più spesso:presenza non solo scomoda, maprofetica (la profezia di un mondoda venire, ma che è già avviato daisanti e in quanti si fanno poveri peril mondo e sovente per la chiesastessa, per condividere la povertà eportare non solo sollievo, ma di-gnità e realizzazione dei dirittiumani ai poveri stessi). meditiamo:«Quale diritto avete di schiacciare ilmio popolo, di pestare la faccia aipoveri? oracolo del signore, il si-

gnore degli eserciti» (is 3,15); e an-cora: «Poi diede loro questa rispo-sta: “andate e riferite a Giovanni ciòche avete visto e udito: i ciechi riac-quistano la vista, gli zoppi cammi-nano, i lebbrosi sono purificati, isordi odono, i morti risuscitano, aipoveri è annunciata la buona noti-zia”» (Lc 7,22). carissimi, la prima “Giornata delpovero” è davanti a noi. non sia perchiunque di noi solo una giornatacome le altre, sia invece di spronecontinuo a non dimenticarci mai deipoveri, che, ancora secondo Gesù,avremo ogni giorno con noi, ed aiquali dobbiamo sempre far loro delbene (cf mc 14,7).spero tanto che questo messaggiopossa risvegliare in noi la trepida-

zione e l’amore che suscitò nei duediscepoli di Emmaus il divino vian-dante che si era loro affiancato edaveva fatto battere forte il cuore nelpetto! se il nostro cuore si conver-tirà davvero, anche l’ospitalità, l’ac-coglienza, la condivisione del panediventeranno prassi cristiana stile divita. “La giornata del povero” èogni giornata, è ogni oggi in cuiGesù ci invita ad incontrarlo. Tutti vi abbraccio con affetto, parti-colarmente coloro che sono nel disa-gio e nel bisogno, e tutti di grancuore benedico!

Catanzaro, 27 settembre 2017San Vincenzo de’ Paoli

X Vincenzo Bertolone

«Dobbiamo curare la fede per mezzo della Carità […]. Per la condotta caritate-vole del clero, il popolo apprezzerà e amerà la Religione, avrà fiducia nei sacerdoti,ne ascolterà gli ammaestramenti, ubbidirà alle leggi della Chiesa, attenderà a cu-stodire la Fede tanto necessaria per ottenere la salvezza delle anime»

Giacomo cusmano

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Sorelle e fratelli carissimi,

La prima giornata mondiale del

povero. il prossimo 19 novembre ce-lebreremo insieme la prima Gior-nata mondiale del povero,indetta dapapa Francesco col messaggio del13 giugno 2017. È “una prima volta”per la chiesa cattolica; una “primavolta” nata dalle intuizioni di unPapa che merita devozione, atten-zione, interesse, proprio perchéchiede a tutti di compiere scelte ope-rative: ai poveri, a chi professa epratica la fede cattolica ed a chi sispende per la dignità umana ed il ri-conoscimento dei diritti fondamen-tali. una giornata, quella delpovero, che papa Francesco ha isti-tuito per sottolineare a tutti la ric-chezza teologica e pastorale dellaquestione del povero nella chiesa enella società. un momento propizio,dunque, per toccare i diversi aspettidel tema, da quelli più esistenziali (ivolti dei poveri) a quelli sempre af-fascinanti di origine biblica a quelli,ahimè, più difficili, riguardanti l’ori-gine e la persistenza non tanto dellapovertà in astratto, ma dei poveri inconcreto. Essi sono quasi diventatioggi – nella società consumistica eopulenta - degli scarti umani nella ci-viltà dello spreco, il loro numeropurtroppo aumenta e la loro carat-

terizzazione storica attuale si fasfuggente e diffusa, ma non perquesto meno drammatica, anchenelle nostre città e nei nostri paesi.come sapete, io appartengo allacongregazione del “Boccone delpovero”, fondata dal Beato Gia-como cusmano1: un’esperienzacoinvolgente, che mi ha insegnato aoperare e meditare tutto ciò che è ri-compreso nell’intuizione-messaggiodel Fondatore, che in breve vi vorreiproporre come esempio di contri-buto di riflessione e di meditazioneper le nostre realtà locali, riman-dando un approfondimento più me-ditato alla imminente mia Lettera

pastorale.

Il boccone e la bocca del povero.

Penso spesso alla bocca per la qualeviene preparato il boccone del povero.

P. Francesco spoto, successore del

Beato cusmano nella congrega-zione dei servi dei poveri, in unaconferenza invita i confratelli ad an-dare col pensiero sulla tomba delFondatore per fare un esame di co-scienza: «Dinanzi a quelle ossaaride, che aspettano di risorgere anovella vita, domandiamoci: “met-tiamo noi in pratica gl'insegnamentidel Fondatore? siamo coscienti dellagrave responsabilità che il nostroesempio e non le parole, prepara isoggetti per lo sviluppo del-l’opera?”». E guardate come, inpoche righe, sintetizza il carisma delBoccone del povero, dal quale tuttipossiamo imparare qualcosa nel-l’imminenza Giornata mondiale:«La mensa eucaristica accoglie e riu-nisce tutti, senza distinzione alcuna,così il Boccone del Povero deveunire il cuore dei ricchi al cuore deiPoveri e fare di tutti un sol cuore,un'anima sola. il “boccone” è l'obolodell'amore dato a Gesù cristo e vienripagato con l'amore di un Dio. ÈGesù cristo che chiede l'elemosinadell'amore e fa cambio col ricco,cambio del tutto vantaggioso a coluiche fa quest'elemosina’: “nel panedegli angeli è Gesù cristo che si dàagli uomini; nel boccone degli uo-mini sono gli uomini che si danno alsignore, perché il signore è dei po-veri”. il Verbo, attraverso l'Eucari-

stia unirà Dio all'uomo; il bocconeunirà gli uomini a Dio». carissimi,il “boccone” che bisogna mettere daparte è come l’eucaristia, per labocca dei poveri. una bocca che hafame. una bocca che non solochiede, ma che annuncia, seppur insilenzio, qual è il cuore genuino delVangelo. Essa annuncia, infatti, nonsolo la persistenza di un’ingiustizia(ogni donna/uomo che ha fame èsegno di una società che ha reso im-possibile il miglioramento socialeed economico), ma anche la possibi-lità di un nuovo incontro con laparte migliore di noi stessi: la com-passione, ovvero il comune sentirecon i poveri e per i poveri, per esi-gere ed avviare, attraverso la viamaestra dell’agàpe cristiana e dellasolidarietà, il mondo nuovo del-l’amore. ogni bocca affamata e as-setata ci parla a nome di Dio-spiritosanto amore; annuncia una pre-senza: quella del cristo, umile e po-vero, che quasi si fa ottavo

sacramento nella presenza dei po-veri. Gesù ci ha garantito diverseforme di presenza tra noi. Egli è pre-sente nei suoi ministri («chi ascoltavoi ascolta me, chi disprezza voi di-sprezza me»: Lc 10,16); è presenterealmente nell’Eucaristia («questo èil mio corpo, è il mio sangue»: 1 cor11,24; mc 14,24); è davvero presente

nei poveri («tutto ciò che avetefatto/negato al povero, l’avetefatto/negato a me»: cf mt 25,40).

Il terzo millennio è dei poveri. sì,sorelle e fratelli carissimi, la Gior-nata mondiale ci mette davanti agliocchi il nuovo protagonismo dei po-veri, nei quali Gesù si rende pre-sente in maniera peculiare in questinostri giorni. ora, per capire afondo e sostenere la presenza diGesù nei suoi rappresentanti costi-tuiti come tali, nei suoi ministri or-dinati, c’è voluto un millennio  (ilprimo), con tutte le lotte per le “in-vestiture”, i problemi giuridici e teo-logici relativi al primato del Papa, ipatriarcati, le autorità “sacre” inoriente e in occidente… Per com-prendere qualcosa e difendere lapresenza reale e non simbolica diGesù nell’eucaristia, la chiesa sem-bra aver impiegato l’intero secondomillennio (si pensi al concilio diTrento e a tutte le successive e con-temporanee problematiche relativealla transustanziazione eucaristica).Per comprendere a pieno la pre-senza di Gesù nel povero, quella chei santi, come Vincenzo de’ Paoli,Giacomo cusmano, Francescospoto, madre Teresa di calcutta,hanno sempre intuito, amato e vis-suto, noi, come chiesa nel suo com-

plesso, abbiamo appena cominciatoad assimilarla all’inizio del terzomillennio. spero solo che non do-vremo attenderne un altro, per ma-turarlo a tutti i livelli. certamente èla problematica più scottante diquesti tempi ed è la vera sfida dellanostra credibilità come chiesa, so-prattutto in tempi in cui contano dipiù i disvalori come consumismoesagerato, divaricazione sociale edeconomica, sfruttamento forsennatodel pianeta terra, pretesa dei dirittisenza praticare i doveri.

Dal boccone alla bocca del povero.La Giornata mondiale, pertanto, éun momento qualificante, che civiene offerto dal Papa per compren-dere e praticare attraverso la carità,la solidarietà, l’integrazione, l’acco-glienza del grido dei poveri, collabo-rando attivamente con loro, peraiutarli ad uscire dalla povertà erealizzare forme di vita consone aquella dignità umana, tanta cara aPapa Francesco ed al magisterodella chiesa. Dobbiamo passaredalla riflessione sul Boccone del po-vero alla meditazione su quantoquella bocca affamata annunciaoggi nel nome di Dio. Quella bocca,oggi inascoltata, emarginata, scar-tata, sta cantando, profeticamente,la lode di Dio che, nel Figlio, non ha

1 Trovandosi all'ora di pranzo in casa dell'amico dott. DeFranchis, osservò che da ogni piatto servito se ne toglievaqualcosa: un boccone che veniva messo in un piatto al centrodella mensa. al termine del pranzo entrava un povero e sirifocillava. Per il cusmano quell'uso fu una rivelazione,trovò quel che nella sua mente cercava. Ecco come praticaregiornalmente la carità, una maniera facile e alla portata ditutti. se le famiglie di Palermo facessero così tutti i poveridella città si potrebbero sfamare. illuminato da questa ideasi mise a girare per le piazze, per le strade e per i vicoli, achiedere un po' di aiuto, un boccone per i poveri. a un si-gnore che gli offriva una borsa ripiena, oppose un rifiuto:“io non voglio toccare le borse, ma i cuori, disse. si ricordiogni giorno dei poveri all'ora del desinare, e lasci per loroqualche cosa, un boccone per amore di Gesù”. a una nobil-donna che gli offriva delle monete d'oro rispondeva: “io noncerco la carità dell'oro, ma l'oro della carità”. il cusmano vo-leva aiutare il povero, e nello stesso tempo voleva inculcarea tutti l'esercizio continuo e giornaliero della carità.