Un Natale di solidarietà · re la mirabile opera di Dio. Ecco perché attendere la notte santa di...

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Da martedì sera i riti presieduti dal Santo Padre vranno inizio martedì sera le celebrazioni na- talizie presiedute da Papa Francesco, che ieri mattina ha concesso la tradizionale udienza alla Curia Romana (servizio oggi su Avvenire). Mar- tedì 24, alle 21.30, nella basilica di San Pietro, Fran- cesco celebrerà la Messa della Notte nella solennità del Natale. La celebrazione sarà preceduta dal can- to della Kalenda. Mercoledì 25, a mezzogiorno, dal- la loggia centrale della basilica vaticana, il Santo Pa- dre rivolgerà il suo messaggio natalizio al mondo e impartirà la benedizione «urbi et orbi». Martedì 31, alle 17, nella stessa basilica, Francesco celebrerà i pri- mi Vespri della solennità di Maria Santissima Ma- dre di Dio, cui faranno seguito l’esposizione del Santissimo Sacramento, il tradizionale canto del- l’inno «Te Deum» e la benedizione eucaristica. Mer- coledì 1° gennaio 2020, giorno della solennità ma- riana e Giornata mondiale della pace, alle 10, il Pa- pa celebrerà la Messa in San Pietro, dove lunedì 6 gennaio, alle 10, guiderà la celebrazione nella so- lennità dell’Epifania. Intanto, giovedì scorso, Francesco ha incontrato i ri- fugiati arrivati recentemente dall’isola di Lesbo con i corridoi umanitari e ha fatto posizionare una cro- ce – nell’accesso al Palazzo Apostolico dal Cortile del Belvedere – in ricordo dei migranti e dei rifugiati. «È l’ingiustizia – ha detto il Papa – che costringe mol- ti migranti a lasciare le loro terre. È l’ingiustizia che li obbliga ad attraversare deserti e a subire abusi e torture nei campi di detenzione». Sulla croce ha fat- to appendere un giubbotto salvagente come sim- bolo dei tanti morti senza nome annegati nel Me- diterraneo mentre erano in cerca della salvezza. «Questo è il secondo giubbotto salvagente che ri- cevo in dono (appartenuto a un migrante scom- parso in mare lo scorso luglio, ndr). Il primo mi è stato regalato qualche anno fa da un gruppo di soc- corritori. Apparteneva a una bambina che è anne- gata nel Mediterraneo. L’ho donato poi ai due sot- tosegretari della sezione Migranti e Rifugiati del Di- castero per il Servizio dello Sviluppo umano inte- grale. Ho detto loro: “Ecco la vostra missione!”». Un modo per «significare l’ineluttabile impegno della Chiesa a salvare le vite dei migranti», ha sot- tolineato Francesco. Nette le sue parole, ancora una volta, sulla questio- ne migranti. «Come possiamo non ascoltare il gri- do disperato di tanti fratelli e sorelle che preferi- scono affrontare un mare in tempesta piuttosto che morire lentamente nei campi di detenzione libici, luoghi di tortura e schiavitù ignobile? Ringrazio il Signore per tutti coloro che hanno deciso di non re- stare indifferenti. Non è bloccando le loro imbar- cazioni che si risolve il problema. Bisogna impe- gnarsi seriamente – ha detto ancora – a svuotare i campi di detenzione in Libia, valutando e attuan- do tutte le soluzioni possibili. Denunciare e perse- guire i trafficanti che sfruttano e maltrattano i mi- granti, senza timore di rivelare connivenze e com- plicità con le istituzioni. Mettere da parte gli inte- ressi economici perché al centro ci sia la persona, o- gni persona. Bisogna soccorrere e salvare». Da segnalare anche la visita a sorpresa del Papa, ve- nerdì mattina, al liceo romano Pilo Albertelli, vici- no alla stazione Termini. Francesco ha incontrato gli studenti del liceo (dove per anni ha insegnato il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Mon- da), parlando tra l’altro nuovamente di migrazioni. Ha salutato la preside, il corpo docente, il persona- le e i giovani che avevano preparato i testi delle me- ditazioni per la Via Crucis del 2018. Pietro Mariani A Alle 21.30 la liturgia della notte L’incontro con i rifugiati da Lesbo: «Non serve bloccare imbarcazioni» Visita a sorpresa al liceo Albertelli E DITORIALE SAN GIUSEPPE, IL DRAMMA E LA SPERANZA DI PIERANGELO PEDRETTI * el tempo di Avvento nelle par- rocchie, negli uffici, nelle scuo- le e soprattutto nelle case si al- lestisce il presepe. Tale usanza, che può sembrare solo tradizionale, diventa o- gni anno un vero aiuto per l’evangeliz- zazione e ragione di consolazione. E quest’anno ancor di più, a motivo del- la Lettera apostolica “Admirabile si- gnum” che Papa Francesco ha indiriz- zato a tutti i fedeli in occasione del Na- tale 2019. In essa si legge: «Mentre contemplia- mo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fat- to uomo per incontrare ogni uomo». Contemplando il presepe, desta parti- colare interesse la figura di san Giu- seppe e l’intimo dramma vissuto da quest’uomo. Tale dramma è ben rap- presentato dalla presenza di un pasto- re rivestito di pelli, che la tradizione i- conografica orientale identifica con un pastore denominato Tirso, il quale sem- bra intrecciare un subdolo dialogo con lo sposo di Maria. L’«intruso pastore», dietro il quale è sempre stato identifi- cato il demonio, insinua nel Patriarca un profondo senso di colpa per non a- ver custodito adeguatamente la sua pro- messa sposa ed il dubbio sulla reale o- nestà della Vergine Santa. Mostrando- gli poi un bastone, turba e sconvolge l’afflitto animo di Giuseppe con que- ste parole: «Come questo bastone non può produrre fronde, così una vergine non può partorire». Giuseppe deve per- tanto decidere se credere alle parole del- l’arcangelo Gabriele o alla contraddit- toria verità che gli si palesa davanti. Quante volte anche noi corriamo il ri- schio di ascoltare ed accogliere le peri- colose insinuazioni dell’antico Ser- pente! Quante volte il diavolo ci som- merge con pressanti sensi di colpa in- chiodandoci al passato senza nessuna prospettiva! Quante volte ci invita a so- spettare di tutto e di tutti, chiudendo- ci in un isolamento amaro e risentito. Quante volte l’antico Avversario vor- rebbe convincerci che anche nella Chie- sa le delusioni, le cadute e gli scandali non lasciano più spazio a Dio e alla sua opera. Si tratta però solo di sottili ten- tazioni che mirano a distruggere la fe- de, a minacciare la speranza e a ragge- lare la carità. L’annuncio dell’angelo viene però in soccorso alla nostra debolezza e spaz- za via tutte le angosce. Nelle parole del messo celeste si trova il vero an- tidoto a tutti i dubbi: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa, per- ché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli in- fatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20–21). Giuseppe, come noi, si trova di fron- te a due possibilità: credere alla sug- gestione demoniaca o fidarsi della realtà povera e fragile che ha dinnan- zi: lì si è incarnato Dio; da lì scaturirà il perdono per tutto il male della sto- ria. In fondo è ciò che, ogni giorno, caratterizza la nostra vita: accettare che negli squilibri e nelle contraddi- zioni della nostra storia possa brilla- re la mirabile opera di Dio. Ecco perché attendere la notte santa di Natale; ecco perché contemplare il pre- sepe dove «giace povero ed umile Co- lui che regge il mondo nella stalla di Be- tlemme». Lì Dio si è fatto uomo, per da- re una risposta agli interrogativi sul sen- so del male, della sofferenza e della morte, che oscurano spesso gli oriz- zonti della nostra vita. Il Padre ha prov- veduto, per noi, «la luce vera quella che illumina ogni uomo». Il figlio di Dio irrompe nella storia e nella notte di o- gni suo figlio per fugare le tenebre del buio, smascherare la falsità dei sensi di colpa, annientare i sospetti sul suo a- more di Padre. Il “Redemptoris Custos” ci conceda di aprirci ogni giorno al Mi- stero del Dio fatto uomo che la Chie- sa conserva intatto, per illuminare con esso la lunga notte dell’umanità. * prelato segretario del Vicariato N Un Natale di solidarietà con la Caritas e Sant’Egidio Messa con Palmieri all’ostello. Pasti con i poveri nei luoghi del disagio DI MARIAELENA IACOVONE he sia Natale per tutti: dagli anziani soli ai senza fissa dimora, dai profughi alle famiglie in difficoltà. È per loro che la macchina dei volontari della Caritas e della Comunità di Sant’Egidio si mobilita ogni anno. Tante, infatti, le iniziative all’insegna della solidarietà promosse durante il periodo natalizio, come la tradizionale Messa che il vescovo ausiliare Gianpiero Palmieri, delegato per la carità, presiederà nell’ostello Caritas intitolato a Don Luigi Di Liegro alla stazione Termini, il 24 dicembre alle ore 17. La celebrazione eucaristica, ospitata nella sala mensa della struttura, vedrà, accanto alla realtà del servizio, anche il direttore don Benoni Ambarus e le autorità civili. A seguire la cena della vigilia con gli 80 volontari impegnati ad animare la serata con momenti di gioco e musica. «Durante la festa si crea un’atmosfera di vicinanza e fiducia – spiega Roberta Molina, responsabile dell’ostello –. Non mancano tuttavia le situazioni di difficoltà vissute dagli ospiti in questo periodo; si tratta, infatti, di persone che hanno subito fratture molto profonde nella loro vita e alle quali cerchiamo di trasmettere un’idea autentica di famiglia». Un clima di convivialità destinato a riproporsi il giorno successivo, il 25 dicembre, quando ad accogliere i poveri per un pasto caldo saranno anche le mense di Colle Oppio e Ostia. Complessivamente saranno circa 300 i volontari che doneranno il proprio tempo per vivere nei centri un’intensa esperienza di solidarietà. Sempre nel giorno di Natale si terranno, inoltre, tre celebrazioni: alla mensa di Ostia, alla Cittadella della Carità in via Casilina Vecchia e nella casa famiglia di Villa Glori. L’organismo diocesano non dimentica poi i detenuti: proprio per loro il Vic–Volontari in Carcere, l’associazione che rappresenta la Caritas di Roma presso gli istituti penitenziari di Rebibbia, ha allestito mercoledì una ricca tavola imbandita. Ancora, nell’ambito delle iniziative di solidarietà non mancano i nuovi propositi: quest’anno, infatti, un gruppo di famiglie si è messo a disposizione per accogliere nelle proprie case durante i giorni di festa quanti sono senza C dimora. «Vorremmo che questa azione si sedimentasse nel corso del tempo – riferisce Molina –. L’obiettivo è fare in modo che queste persone trovino sempre nella comunità, al di là di noi, un luogo di integrazione e ascolto». Un desiderio, quello di accogliere gli ultimi, che anima anche i volontari della Comunità di Sant’Egidio per i quali trascorrere il Natale con i poveri è una tradizione che risale al 1982, quando nella basilica di Santa Maria in Trastevere ad essere accolti per il pranzo furono 20 persone, per lo più anziani soli. Da allora la tavola natalizia si è “allungata” sempre di più: quest’anno si prevedono solo a Roma 50 pranzi e il coinvolgimento di oltre 18mila ospiti ai quali sarà offerto anche un regalo personalizzato, come guanti e sciarpe. «Le persone invitate non sono una categoria indefinita e anonima ma sono degli amici che hanno un nome, una storia e delle preferenze che cerchiamo, come si fa in ciascuna famiglia, di accontentare. Attorno alla stessa tavola, infatti, chi aiuta si confonde con chi viene aiutato – spiega Massimiliano Signifredi, coordinatore delle cene itineranti di Sant’Egidio –. Il pranzo di Natale quindi non è uno spot ma il proseguimento di un impegno che dura tutto l’anno». Coinvolti numerosi luoghi del centro e della periferia, tra chiese, istituti per anziani e carceri. «Anche quest’anno organizzeremo un pranzo a Regina Coeli il 26 dicembre, mentre a Rebibbia ne faremo diversi nei giorni immediatamente precedenti e successivi al Natale», prosegue Signifredi. Ancora, tra le iniziative in programma anche le cene di vigilia itineranti, nel corso delle quali la Comunità porterà pasti e bevande calde a quanti vivono nelle stazioni e nei luoghi più bui e dimenticati della città. Per finanziare tutto questo la Comunità ha avviato una raccolta fondi sul sito e sulla pagina Facebook; è stata inoltre allestita una vendita di beneficenza presso la Città Ecosolidale in via del Porto Fluviale 2, a Ostiense. Buone festività ai lettori La ripresa il 5 gennaio on il numero odierno Roma Sette so- spende le pubblicazioni per la con- sueta breve pausa natalizia. Il nostro set- timanale tornerà con il numero di do- menica 5 gennaio 2020, insieme ad Av- venire, nelle edicole, nelle parrocchie, nelle case degli abbonati. Il quotidiano, tuttavia, sarà regolarmente consegnato alle parrocchie domenica prossima, 29 dicembre. Anche Romasette.it sospende gli aggior- namenti per qualche giorno, a partire da domani. Ripresa il 2 gennaio con la cro- naca della celebrazione dei primi vespri della solennità di Maria Santissima Ma- dre di Dio presieduta da Papa Francesco. A tutti i lettori rivolgiamo l’augurio di Buon Natale nella gioia del Signore e di un sereno 2020. C l’augurio Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza er aver dedicato tutta la sua vita all’acco- glienza e all’inclusione delle persone in con- dizioni di disagio e di abbandono». È la motiva- zione con cui monsignor Filippo Tucci, 90 anni, sa- cerdote del clero romano, è stato insignito venerdì del titolo di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana dal presidente Sergio Mattarella. Fino a pochi mesi fa era primicerio del- l’arciconfraternita di San Rocco all’Augusteo e ret- tore della chiesa di San Rocco, da mezzo secolo un punto di riferimento per i poveri del centro stori- co. Uno dei 32 “esempi civili” – come specifica il Quirinale – insigniti tra i tanti presenti nella so- cietà e nelle istituzioni, esempi «di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani». Un riconoscimento all’impe- gno per i poveri. Ciò che davvero sta a cuore a “don Filippo”, come disse a Roma Sette nel maggio scor- so parlando del suo futuro: «Continuare a lavora- re per questi poveri. Cercano la fede, cercano il Si- gnore e io sono un prete, voglio essere prete. Fino a quando avrò la forza di respirare. È il mio pri- mo impegno. La Santa Messa ogni mattina alle 8, il Rosario ogni pomeriggio alle 17. Io e loro. Io e i poveri». (A. Z.) P « Prete «commendatore» Don Filippo e i poveri «Presepe Vangelo vivo» Benedetti i bambinelli da papa Francesco a pagina 2 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLVI – Numero 46 – Domenica 22 dicembre 2019

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Da martedì sera i riti presieduti dal Santo Padrevranno inizio martedì sera le celebrazioni na-talizie presiedute da Papa Francesco, che ierimattina ha concesso la tradizionale udienza

alla Curia Romana (servizio oggi su Avvenire). Mar-tedì 24, alle 21.30, nella basilica di San Pietro, Fran-cesco celebrerà la Messa della Notte nella solennitàdel Natale. La celebrazione sarà preceduta dal can-to della Kalenda. Mercoledì 25, a mezzogiorno, dal-la loggia centrale della basilica vaticana, il Santo Pa-dre rivolgerà il suo messaggio natalizio al mondo eimpartirà la benedizione «urbi et orbi». Martedì 31,alle 17, nella stessa basilica, Francesco celebrerà i pri-mi Vespri della solennità di Maria Santissima Ma-dre di Dio, cui faranno seguito l’esposizione delSantissimo Sacramento, il tradizionale canto del-l’inno «Te Deum» e la benedizione eucaristica. Mer-coledì 1° gennaio 2020, giorno della solennità ma-riana e Giornata mondiale della pace, alle 10, il Pa-pa celebrerà la Messa in San Pietro, dove lunedì 6gennaio, alle 10, guiderà la celebrazione nella so-lennità dell’Epifania.Intanto, giovedì scorso, Francesco ha incontrato i ri-fugiati arrivati recentemente dall’isola di Lesbo coni corridoi umanitari e ha fatto posizionare una cro-

ce – nell’accesso al Palazzo Apostolico dal Cortile delBelvedere – in ricordo dei migranti e dei rifugiati. «Èl’ingiustizia – ha detto il Papa – che costringe mol-ti migranti a lasciare le loro terre. È l’ingiustizia cheli obbliga ad attraversare deserti e a subire abusi etorture nei campi di detenzione». Sulla croce ha fat-to appendere un giubbotto salvagente come sim-bolo dei tanti morti senza nome annegati nel Me-diterraneo mentre erano in cerca della salvezza.«Questo è il secondo giubbotto salvagente che ri-cevo in dono (appartenuto a un migrante scom-parso in mare lo scorso luglio, ndr). Il primo mi èstato regalato qualche anno fa da un gruppo di soc-corritori. Apparteneva a una bambina che è anne-gata nel Mediterraneo. L’ho donato poi ai due sot-tosegretari della sezione Migranti e Rifugiati del Di-castero per il Servizio dello Sviluppo umano inte-grale. Ho detto loro: “Ecco la vostra missione!”».Un modo per «significare l’ineluttabile impegnodella Chiesa a salvare le vite dei migranti», ha sot-tolineato Francesco.Nette le sue parole, ancora una volta, sulla questio-ne migranti. «Come possiamo non ascoltare il gri-do disperato di tanti fratelli e sorelle che preferi-

scono affrontare un mare in tempesta piuttosto chemorire lentamente nei campi di detenzione libici,luoghi di tortura e schiavitù ignobile? Ringrazio ilSignore per tutti coloro che hanno deciso di non re-stare indifferenti. Non è bloccando le loro imbar-cazioni che si risolve il problema. Bisogna impe-gnarsi seriamente – ha detto ancora – a svuotare icampi di detenzione in Libia, valutando e attuan-do tutte le soluzioni possibili. Denunciare e perse-guire i trafficanti che sfruttano e maltrattano i mi-granti, senza timore di rivelare connivenze e com-plicità con le istituzioni. Mettere da parte gli inte-ressi economici perché al centro ci sia la persona, o-gni persona. Bisogna soccorrere e salvare».Da segnalare anche la visita a sorpresa del Papa, ve-nerdì mattina, al liceo romano Pilo Albertelli, vici-no alla stazione Termini. Francesco ha incontratogli studenti del liceo (dove per anni ha insegnato ildirettore dell’Osservatore Romano, Andrea Mon-da), parlando tra l’altro nuovamente di migrazioni.Ha salutato la preside, il corpo docente, il persona-le e i giovani che avevano preparato i testi delle me-ditazioni per la Via Crucis del 2018.

Pietro Mariani

A

Alle 21.30 la liturgia della notteL’incontro con i rifugiati da Lesbo:«Non serve bloccare imbarcazioni»Visita a sorpresa al liceo Albertelli

E D I T O R I A L E

SAN GIUSEPPE,IL DRAMMA

E LA SPERANZA

DI PIERANGELO PEDRETTI *

el tempo di Avvento nelle par-rocchie, negli uffici, nelle scuo-le e soprattutto nelle case si al-

lestisce il presepe. Tale usanza, che puòsembrare solo tradizionale, diventa o-gni anno un vero aiuto per l’evangeliz-zazione e ragione di consolazione. Equest’anno ancor di più, a motivo del-la Lettera apostolica “Admirabile si-gnum” che Papa Francesco ha indiriz-zato a tutti i fedeli in occasione del Na-tale 2019.In essa si legge: «Mentre contemplia-mo la scena del Natale, siamo invitatia metterci spiritualmente in cammino,attratti dall’umiltà di Colui che si è fat-to uomo per incontrare ogni uomo».Contemplando il presepe, desta parti-colare interesse la figura di san Giu-seppe e l’intimo dramma vissuto daquest’uomo. Tale dramma è ben rap-presentato dalla presenza di un pasto-re rivestito di pelli, che la tradizione i-conografica orientale identifica con unpastore denominato Tirso, il quale sem-bra intrecciare un subdolo dialogo conlo sposo di Maria. L’«intruso pastore»,dietro il quale è sempre stato identifi-cato il demonio, insinua nel Patriarcaun profondo senso di colpa per non a-ver custodito adeguatamente la sua pro-messa sposa ed il dubbio sulla reale o-nestà della Vergine Santa. Mostrando-gli poi un bastone, turba e sconvolgel’afflitto animo di Giuseppe con que-ste parole: «Come questo bastone nonpuò produrre fronde, così una verginenon può partorire». Giuseppe deve per-tanto decidere se credere alle parole del-l’arcangelo Gabriele o alla contraddit-toria verità che gli si palesa davanti.Quante volte anche noi corriamo il ri-schio di ascoltare ed accogliere le peri-colose insinuazioni dell’antico Ser-pente! Quante volte il diavolo ci som-merge con pressanti sensi di colpa in-chiodandoci al passato senza nessunaprospettiva! Quante volte ci invita a so-spettare di tutto e di tutti, chiudendo-ci in un isolamento amaro e risentito.Quante volte l’antico Avversario vor-rebbe convincerci che anche nella Chie-sa le delusioni, le cadute e gli scandalinon lasciano più spazio a Dio e alla suaopera. Si tratta però solo di sottili ten-tazioni che mirano a distruggere la fe-de, a minacciare la speranza e a ragge-lare la carità. L’annuncio dell’angelo viene però insoccorso alla nostra debolezza e spaz-za via tutte le angosce. Nelle paroledel messo celeste si trova il vero an-tidoto a tutti i dubbi: «Non temere diprendere con te Maria, tua sposa, per-ché quel che è generato in lei vienedallo Spirito Santo. Essa partorirà unfiglio e tu lo chiamerai Gesù: egli in-fatti salverà il suo popolo dai suoipeccati» (Mt 1,20–21).Giuseppe, come noi, si trova di fron-te a due possibilità: credere alla sug-gestione demoniaca o fidarsi dellarealtà povera e fragile che ha dinnan-zi: lì si è incarnato Dio; da lì scaturiràil perdono per tutto il male della sto-ria. In fondo è ciò che, ogni giorno,caratterizza la nostra vita: accettareche negli squilibri e nelle contraddi-zioni della nostra storia possa brilla-re la mirabile opera di Dio. Ecco perché attendere la notte santa diNatale; ecco perché contemplare il pre-sepe dove «giace povero ed umile Co-lui che regge il mondo nella stalla di Be-tlemme». Lì Dio si è fatto uomo, per da-re una risposta agli interrogativi sul sen-so del male, della sofferenza e dellamorte, che oscurano spesso gli oriz-zonti della nostra vita. Il Padre ha prov-veduto, per noi, «la luce vera quella cheillumina ogni uomo». Il figlio di Dioirrompe nella storia e nella notte di o-gni suo figlio per fugare le tenebre delbuio, smascherare la falsità dei sensi dicolpa, annientare i sospetti sul suo a-more di Padre. Il “Redemptoris Custos”ci conceda di aprirci ogni giorno al Mi-stero del Dio fatto uomo che la Chie-sa conserva intatto, per illuminare conesso la lunga notte dell’umanità.

* prelato segretario del Vicariato

NUn Natale di solidarietàcon la Caritas e Sant’Egidio

Messa con Palmieri all’ostello. Pasti con i poveri nei luoghi del disagio

DI MARIAELENA IACOVONE

he sia Natale per tutti: daglianziani soli ai senza fissa dimora,dai profughi alle famiglie in

difficoltà. È per loro che la macchina deivolontari della Caritas e della Comunitàdi Sant’Egidio si mobilita ogni anno.Tante, infatti, le iniziative all’insegnadella solidarietà promosse durante ilperiodo natalizio, come la tradizionaleMessa che il vescovo ausiliare GianpieroPalmieri, delegato per la carità,presiederà nell’ostello Caritas intitolatoa Don Luigi Di Liegro alla stazioneTermini, il 24 dicembre alle ore 17. Lacelebrazione eucaristica, ospitata nellasala mensa della struttura, vedrà,accanto alla realtà del servizio, anche ildirettore don Benoni Ambarus e leautorità civili. A seguire la cena dellavigilia con gli 80 volontari impegnati adanimare la serata con momenti di giocoe musica. «Durante la festa si creaun’atmosfera di vicinanza e fiducia –spiega Roberta Molina, responsabiledell’ostello –. Non mancano tuttavia lesituazioni di difficoltà vissute dagliospiti in questo periodo; si tratta,infatti, di persone che hanno subitofratture molto profonde nella loro vita ealle quali cerchiamo di trasmettereun’idea autentica di famiglia». Un climadi convivialità destinato a riproporsi ilgiorno successivo, il 25 dicembre,quando ad accogliere i poveri per unpasto caldo saranno anche le mense diColle Oppio e Ostia. Complessivamentesaranno circa 300 i volontari chedoneranno il proprio tempo per viverenei centri un’intensa esperienza disolidarietà. Sempre nel giorno di Natalesi terranno, inoltre, tre celebrazioni: allamensa di Ostia, alla Cittadella dellaCarità in via Casilina Vecchia e nellacasa famiglia di Villa Glori. L’organismodiocesano non dimentica poi i detenuti:proprio per loro il Vic–Volontari inCarcere, l’associazione che rappresentala Caritas di Roma presso gli istitutipenitenziari di Rebibbia, ha allestitomercoledì una ricca tavola imbandita.Ancora, nell’ambito delle iniziative disolidarietà non mancano i nuovipropositi: quest’anno, infatti, un gruppodi famiglie si è messo a disposizione peraccogliere nelle proprie case durante igiorni di festa quanti sono senza

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dimora. «Vorremmo che questa azionesi sedimentasse nel corso del tempo –riferisce Molina –. L’obiettivo è fare inmodo che queste persone trovinosempre nella comunità, al di là di noi,un luogo di integrazione e ascolto». Undesiderio, quello di accogliere gli ultimi,che anima anche i volontari dellaComunità di Sant’Egidio per i qualitrascorrere il Natale con i poveri è unatradizione che risale al 1982, quandonella basilica di Santa Maria inTrastevere ad essere accolti per il pranzofurono 20 persone, per lo più anzianisoli. Da allora la tavola natalizia si è“allungata” sempre di più: quest’anno siprevedono solo a Roma 50 pranzi e ilcoinvolgimento di oltre 18mila ospiti aiquali sarà offerto anche un regalopersonalizzato, come guanti e sciarpe.«Le persone invitate non sono unacategoria indefinita e anonima ma sonodegli amici che hanno un nome, unastoria e delle preferenze che cerchiamo,come si fa in ciascuna famiglia, diaccontentare. Attorno alla stessa tavola,

infatti, chi aiuta si confonde con chiviene aiutato – spiega MassimilianoSignifredi, coordinatore delle ceneitineranti di Sant’Egidio –. Il pranzo diNatale quindi non è uno spot ma ilproseguimento di un impegno che duratutto l’anno». Coinvolti numerosiluoghi del centro e della periferia, trachiese, istituti per anziani e carceri.«Anche quest’anno organizzeremo unpranzo a Regina Coeli il 26 dicembre,mentre a Rebibbia ne faremo diversi neigiorni immediatamente precedenti esuccessivi al Natale», prosegueSignifredi. Ancora, tra le iniziative inprogramma anche le cene di vigiliaitineranti, nel corso delle quali laComunità porterà pasti e bevande caldea quanti vivono nelle stazioni e neiluoghi più bui e dimenticati della città.Per finanziare tutto questo la Comunitàha avviato una raccolta fondi sul sito esulla pagina Facebook; è stata inoltreallestita una vendita di beneficenzapresso la Città Ecosolidale in via delPorto Fluviale 2, a Ostiense.

Buone festività ai lettoriLa ripresa il 5 gennaio

on il numero odierno Roma Sette so-spende le pubblicazioni per la con-

sueta breve pausa natalizia. Il nostro set-timanale tornerà con il numero di do-menica 5 gennaio 2020, insieme ad Av-venire, nelle edicole, nelle parrocchie,nelle case degli abbonati. Il quotidiano,tuttavia, sarà regolarmente consegnatoalle parrocchie domenica prossima, 29dicembre.Anche Romasette.it sospende gli aggior-namenti per qualche giorno, a partire dadomani. Ripresa il 2 gennaio con la cro-naca della celebrazione dei primi vespridella solennità di Maria Santissima Ma-dre di Dio presieduta da Papa Francesco.A tutti i lettori rivolgiamo l’augurio diBuon Natale nella gioia del Signore e diun sereno 2020.

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er aver dedicato tutta la sua vita all’acco-glienza e all’inclusione delle persone in con-

dizioni di disagio e di abbandono». È la motiva-zione con cui monsignor Filippo Tucci, 90 anni, sa-cerdote del clero romano, è stato insignito venerdìdel titolo di Commendatore dell’Ordine al meritodella Repubblica Italiana dal presidente SergioMattarella. Fino a pochi mesi fa era primicerio del-l’arciconfraternita di San Rocco all’Augusteo e ret-tore della chiesa di San Rocco, da mezzo secolo unpunto di riferimento per i poveri del centro stori-co. Uno dei 32 “esempi civili” – come specifica ilQuirinale – insigniti tra i tanti presenti nella so-cietà e nelle istituzioni, esempi «di impegno civile,di dedizione al bene comune e di testimonianza deivalori repubblicani». Un riconoscimento all’impe-gno per i poveri. Ciò che davvero sta a cuore a “donFilippo”, come disse a Roma Sette nel maggio scor-so parlando del suo futuro: «Continuare a lavora-re per questi poveri. Cercano la fede, cercano il Si-gnore e io sono un prete, voglio essere prete. Finoa quando avrò la forza di respirare. È il mio pri-mo impegno. La Santa Messa ogni mattina alle 8,il Rosario ogni pomeriggio alle 17. Io e loro. Io e ipoveri». (A. Z.)

Prete «commendatore»Don Filippo e i poveri

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Anno XLVI – Numero 46 – Domenica 22 dicembre 2019

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Page 2: Un Natale di solidarietà · re la mirabile opera di Dio. Ecco perché attendere la notte santa di Natale; ecco perché contemplare il pre-sepe dove «giace povero ed umile Co-lui

La tradizionale benedizione dei Bambinelliorganizzata dal Centro oratori romania 50 anni dalla prima edizione con Paolo VILa Messa presieduta dal cardinale Comastri

A Santa Maria dell’Olivo il pranzo di Natale con i poveri

DI MARIAELENA IACOVONE

n’«attesa pervasa da gioia esperanza»: è questo il clima concui la comunità parrocchiale di

Santa Maria dell’Olivo a Settecaminiaccoglie oggi la visita del cardinalevicario Angelo De Donatis. Eretta nel1926 e affidata sin dal 2005 allacongregazione dei Missionari della SacraFamiglia, la parrocchia sorge in unterritorio periferico che conta circa13mila abitanti e che si estende lungo lavia Tiburtina fino ai pressi di Tivoli. «Lanostra è una zona in continuaespansione divisa tra la storica borgata e

le abitazioni più recenti – spiega ilparroco padre Adam Wisniewski,polacco –. Si tratta di un quartierevariegato dove però il tasso di povertà simantiene ancora piuttosto alto». Diversele situazioni di difficoltà, indigenza esolitudine che hanno spinto la comunitàparrocchiale ad organizzare martedì unpranzo di Natale in favore dei piùbisognosi. «Grazie all’altruismo deiristoratori di zona anche quest’annoabbiamo avuto la possibilità di allestireuna ricca tavola imbandita per circa 50persone – riferisce il parroco –.Un’iniziativa importante che intendecreare e rafforzare il senso di fraternità».Accoglienza, condivisione e cura deirapporti umani: sono questi i pilastri diuna parrocchia dove molto intensa èl’opera caritatevole e la realtà delservizio. «Attraverso il centro di ascolto ela distribuzione settimanale di pacchiviveri e vestiario, la Caritas parrocchiale

si impegna ad aiutare circa 40 famiglie,cercando di coglierne i bisogni principalie le richieste di aiuto – spiegaAnnamaria, volontaria da dieci anni –.Non solo: durante tutto l’anno, dallunedì al venerdì, vengono distribuiti,grazie alle eccedenze delle industriecircostanti, pasti cucinati ad una decinadi famiglie che si trovano in condizionidi estremo disagio». Un impegnocapillare e costante che i volontaririservano anche a quanti vivono nelvicino campo nomadi o nelle fabbrichelimitrofe abbandonate. «Queste personehanno in noi un punto di riferimento –prosegue Annamaria –. Per questo èimportante non essere indifferenti eoffrire loro vicinanza». Oltre ai poveri eagli anziani soli, la parrocchia rivolgeuno sguardo speciale anche ai lavoratoridelle industrie presenti sul territorio.«Durante l’anno, soprattutto inoccasione delle feste, ci rechiamo nelle

fabbriche per la Messa e le confessioni –spiega padre Adam –. Nel 2012 in uno diquesti stabilimenti è stata persinoinaugurata una cappella dedicata a sanGiuseppe e a san Giovanni Paolo II: unapreziosa opportunità per vivere unmomento di preghiera e incontrare ilSignore all’interno del luogo di lavoro».In parrocchia non mancano le iniziativerivolte agli adulti, cui sono destinati gliincontri settimanali di lectio divina,l’itinerario di preghiera sulla Parola diDio quest’anno incentrato sul temadell’ascolto; e ai giovani, ai quali sonorivolte diverse attività sportive e ludico–ricreative. «È l’oratorio il nostro grandevanto: guidato da circa 30 animatoriaccoglie bambini e ragazzi di varie fascedi età – conclude padre Adam, affiancatonell’opera pastorale dai viceparroci padreLuca e padre Silvestro –. Qui ciascungiovane impara a crescere con spirito dicondivisione e amicizia».

U

«Lievito nelle parrocchie»L’invito del Papa ai filippini

Francesco: il presepecome Vangelo vivo

DI MICAELA CASTRO

Avvento è tempo digrazia. Ci dice che nonbasta credere in Dio: è

necessario ogni giorno purificare lanostra fede. Si tratta di prepararsi adaccogliere non un personaggio dafiaba ma il Dio che ci interpella, cicoinvolge e davanti al quale si

’L«impone una scelta». Così PapaFrancesco ha spiegato il senso delNatale ai tanti pellegrini presenti inpiazza San Pietro domenica scorsa.Fra questi centinaia di bambini,ragazzi e animatori del Centrooratori romani, che hannopartecipato alla tradizionalebenedizione dei Bambinelli, nel 50°anniversario della prima edizionecon Paolo VI nel 1969. «Il Bambinoche giace nel presepe – haproseguito il Pontefice – ha il voltodei nostri fratelli e sorelle piùbisognosi, dei poveri che sono iprivilegiati di questo mistero e,spesso, coloro che maggiormenteriescono a riconoscere la presenza diDio in mezzo a noi. La VergineMaria ci aiuti, perché, mentre ciavviciniamo al Natale, non cilasciamo distrarre dalle cose esteriorima facciamo spazio nel cuore aColui che è già venuto e vuole venireancora a guarire le nostre malattie ea darci la sua gioia». Papa Francescoquindi ha invitato i bambini romanie i tanti fedeli in piazza ad alzare i

Bambinelli a conclusionedell’Angelus, benedicendo lestatuine che verranno poste neipresepi. «Saluto voi, cari ragazzi, chesiete venuti con le statuine di GesùBambino per il vostro presepe.Alzate le statuine! Le benedico dicuore. Il presepe è come un Vangelovivo. Mentre contempliamo la scenadel Natale, siamo invitati a mettercispiritualmente in cammino, attrattidall’umiltà di Gesù, Dio, Colui chesi è fatto uomo per incontrareognuno di noi. E scopriamo che Eglici ama a tal punto da unirsi a noi,perché anche noi possiamo unirci aLui». La gioia per le parole di PapaFrancesco e il suo speciale salutohanno concluso una mattinataintensa per gli oratori del Cor, chenumerosi si sono radunati inbasilica sin dalle prime ore delmattino per la Messa presieduta dalcardinale Angelo Comastri, vicariogenerale del Papa per la Città delVaticano, che li ha accolti guidandolinella meditazione. «Gesù ha portatonel mondo una trasfusione di bontà,

di amore che ancora continua – hadetto –. Ci ha lasciato come legge ilcomandamento dell’amore, che cidistingue da tutte le religioni. Gesùci ha dato il comandamento delperdono, che è l’unica forza che puòvincere l’odio. Purifichiamo il nostrocuore perché nel Natale di Gesùmentre lo festeggiamo, diventiamonoi testimoni credibili della novitàche ha portato nel mondo». Glioratori del Cor si raduneranno il 27dicembre nella parrocchia di SanGiovanni Bosco al Tuscolano per laFesta della Riconoscenza,celebrazione di ringraziamento perl’anno trascorso. Il tema diquest’anno: “Grazie Gesù perchéabiti con me la mia città”.L’appuntamento è alle 8.15 davantialla basilica, per iniziare alle 9 laMessa. Al termine, spostamento apiedi al cinema Atlantic per laproiezione del film “Spie sottocopertura”, in uscita nelle sale il 25dicembre. Info e prenotazioni:06.69886406;[email protected].

ontinuate a essere“contrabbandieri” della

fede». Nella sua prima celebrazionedel “Simbang Gabi” (Messa dellanotte), novena in preparazione alNatale cara alla tradizione filippina,è questo l’invito finale rivolto dalPapa ai circa 7mila fedeli dellacomunità cattolica di Roma che,domenica scorsa, hanno partecipatoalla liturgia nella basilica di SanPietro. Questa devozione, tra le piùantiche e importanti nelle Filippine,dura nove giorni durante i quali ifedeli si ritrovano all’alba nelle loroparrocchie per la “Misa de Gallo”(Messa del Gallo). Un «sacrificiod’amore» che richiede di alzarsimolto presto, compiuto da unpopolo «felice e sorridente perché lafiamma della fede continua adardere intensamente nei cuori – haspiegato padre Ricky Gente,cappellano della Missione con curad’anime filippina –. Un popolo cherende grazie a Dio per il dono diGesù Cristo il Salvatoredell’umanità». Bergoglio è statointerrotto da un lungo applausoquando ha citato il “Simbang Gabi”,che nella diocesi di Roma vienecelebrato da 63 comunità, la cuisede centrale è la basilica di SantaPudenziana di via Urbana. Nella suaomelia il Papa ha inviato i filippiniromani a compiere «una missionespeciale», quella di essere «lievito»nelle comunità parrocchiali diappartenenza e li ha incoraggiati «amoltiplicare le opportunità diincontro» per un reciproco scambioe arricchimento. «Siamo tutti invitati

a costruire assieme quellacomunione nella diversità checostituisce un tratto distintivo delRegno di Dio inaugurato da GesùCristo – le parole di Francesco –.Siamo tutti chiamati a praticareinsieme la carità verso gli abitantidelle periferie esistenziali, mettendoa servizio i nostri doni diversi, cosìda rinnovare i segni della presenzadel Regno». Meditando le lettureofferte dalla liturgia, il Papa ancorauna volta ha esortato a volgere «unosguardo d’amore speciale» verso «gliabitanti delle periferie esistenziali diieri e di oggi». Il Vangelo èannunciato ai poveri, scrivel’evangelista Matteo, che elencacome l’amore di Dio si fa tangibile inGesù Cristo con la vista ridata aiciechi, l’udito restituito ai sordi, larisurrezione dei morti e lapurificazione dei lebbrosi. «Questisono i segni che accompagnano larealizzazione del Regno di Dio – hadetto il Papa –. Non squilli ditromba o trionfi militari, non giudizie condanne dei peccatori, maliberazione dal male e annuncio dimisericordia e di pace». Il Signore«opera prodigi in particolare a favoredei più piccoli e fragili – ha aggiunto–. Tali prodigi sono i “segni” dellapresenza del suo Regno. Poiché gliabitanti delle periferie esistenzialicontinuano a essere ancora molti,dobbiamo chiedere al Signore dirinnovare il miracolo del Natale ognianno, offrendo noi stessi comestrumenti del suo amoremisericordioso verso gli ultimi».

Roberta Pumpo

nche quest’anno verrà espostadal 24 dicembre, per il periodo

delle feste, nella parrocchia di SanSalvatore in Lauro, a due passi da piaz-za Navona, la statua del Bambinellodi Padre Pio custodita dall’attore Car-lo Campanini e poi donata alla figlia.Sul capo, una corona con l’incisione“Cuor del mondo”. Una sequenza dipiccole croci dorate a ornare il bordo

della tunica. La mano destra con tredita alzate e, nella sinistra, un cuorerosso in cui arde una fiammella d’o-ro. San Pio di Pietrelcina ha tenuto peranni questo Bambinello nella sua cel-la a San Giovanni Rotondo. Oggi è pos-sibile ammirarlo a San Salvatore inLauro, centro di diffusione della spi-ritualità di Padre Pio, che conservaimportanti reliquie del Santo.

I festeggiamenti si concluderanno il6 gennaio con i giochi in piazza ani-mati dall’associazione “Il Flauto ma-gico” e una Messa solenne alle ore 18.A seguire, in piazza San Salvatore inLauro, la discesa della Befana dai tet-ti, ad opera dei volontari di Prote-zione Civile e dei Vigili del Fuoco. La“Befana” donerà poi piccoli regali aibambini.

AS. Salvatore in Lauro, il Bambinello di Padre Pio

Santa Brigida, in famiglia ma «divisi in quattro»DI MICHELA ALTOVITI

a visita pastorale del cardinalevicario Angelo De Donatisnella parrocchia di Santa

Brigida di Svezia, a Palmarola, èstata l’occasione, dopo la Messacelebrata ieri alle 17.30, «perincontrare i membri del Consigliopastorale e per visitare i quattroambienti nei quali è articolata lanostra realtà che manca di unnucleo centrale perché nonabbiamo una chiesa». A spiegarlo èil parroco padre Guy–LeandreNakavoua Londhet. Affidata allaCongregazione dello Spirito Santodal 1999, la comunità parrocchialedella periferia Ovest «per lapreghiera si riunisce in un garage –spiega infatti il religioso di originecongolese che guida la parrocchia

da sette anni –; c’è poi la realtàdella canonica, quella dell’oratorioper le attività di catechesi e infinequella destinata agli uffici». Purnella suddivisione degli spazi, lacomunità vive un clima «difamiglia e condivisionecaratterizzato da collaborazione eaccoglienza», aggiunge il parroco.In particolare una specialeattenzione è dedicata alle povertàdel territorio con il gruppo Caritasche «organizza due volte al mese ladistribuzione di pacchi alimentarie indumenti – dice Margherita,referente delle attività caritative –per supplire alle necessità difamiglie sia italiane che straniere»,cercando di offrire «un supporto euna vicinanza a 360 gradi, adesempio fornendo assistenzalegale, grazie al volontariato di un

avvocato, o un aiuto scolasticoavvalendoci di collaborazioni congruppi di affiancamento allostudio del territorio». Vivace èanche la realtà giovanile con lapresenza di due gruppi: “Ivulcanici” e “Gli atomici”.«Suddivisi per fasce di età – spiegaManuel, uno degli educatori –,entrambi mirano adaccompagnare i giovani nelcammino dopo il sacramento dellaCresima con incontri settimanali».In particolare i più piccoli, conun’età compresa tra i 13 e i 16anni, sono “I vulcanici” che inquesta prima parte dell’annopastorale «hanno lavorato su untema attuale quale quello dellacomunicazione a partire dall’usodei dispositivi fino alla relazione“one–to–one”»; con loro

«utilizziamo primariamente ilgioco seguito da una attività cheporta la riflessione sul piano dellafede» mentre i più grandi, “Gliatomici”, hanno un’età compresatra i 17 e i 20 anni e «dedicanomaggiore spazio al dialogo,avendo costituito negli anni dellebasi solide di amicizia e quindiavendo instaurato un clima diconfidenza che facilita il confrontoaperto e sincero». Altre realtà sonoquella delle “Pietre miliari”, ossiapapà e mamme che hanno i figliinseriti nei gruppi giovanili dellaparrocchia e che si incontrano unavolta al mese; quella de “I nonni”che vivono assieme,settimanalmente, dei momenti diaggregazione e di festa; e ancora ilcoro e il gruppo liturgico cheanimano le Messe della domenica.

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Il 24 l’iniziativa a Settecaminigrazie ai ristoratori. Lo sguardodella parrocchia ai lavoratoridelle industrie del territorio

Un momentodella Messapresieduta daFrancesco aSan Pietro (fotoGennari)

tradizioni

Sono le realtà in cui è articolatala parrocchia di Palmarola, privadi una chiesa. Tante le iniziativesoprattutto per poveri e giovani

Santa Maria dell’Olivo

Bambini in piazza San Pietro con le statuine di Gesù Bambino (foto Gennari)

La parrocchia di Santa Brigida

2 Domenica22 dicembre 2019

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La Messa degli sportivi col cardinale De Donatisa Santa Croce a via Flaminia. «La grandezzaemerge quando prevalgono tenacia e umiltà»Campioni di ieri e di oggi coinvolti nella liturgia

e di cura della città. «Il piazzaleantistante la chiesa è il crocevia delquartiere – prosegue il sacerdote –; hoaffidato il compito all’équipe pastoraledi sostare il più possibile tra la genteche ci chiede anche di avere cura deibisogni della zona. Pur essendo unaperiferia “buona”, è comunque carentedi servizi e infrastrutture». A talproposito don Luigi auspica di riuniretutti i comitati di quartiere per un«incontro–confronto» che porti allaluce le altre mancanze di CasalBertone e le proposte per colmarle. «Lacomunità ha deciso di interrogarsi sulrapporto esistente tra parrocchia equartiere – aggiunge il parroco – e intempo di Avvento si chiede anche cosasignifichi oggi accogliere Gesù nellapropria vita». Ed ecco che gli adultihanno realizzato un grande presepevicino all’altare «fondendo lamodernità del quartiere con la

n concorso di disegni. I giochi inoratorio. Il presepe in chiesa e

quello vivente nel piazzale. Tutte leattività della parrocchia Santa MariaConsolatrice, a Casal Bertone, sonoispirate in questo periodo al tema“Ascoltare con il cuore il grido dellacittà” in linea con il cammino propostodalla diocesi. La parrocchia, chequest’anno celebra i 75 anni difondazione – i festeggiamenti sonoiniziati il 23 giugno scorso con la Messadel Corpus Domini presieduta da PapaFrancesco –, è il punto nevralgico diun quartiere dove si respira un’aria dipaese e «le relazioni umane sonomolto buone e feconde», afferma ilparroco don Luigi Lani. Il grido che sileva da questa zona del quadrante estè quello degli anziani soli, una piagasulla quale si soffermò ancheBergoglio che proprio dal piazzaledella chiesa denunciò la fame d’amore

U tradizione del presepe», spiega MatteoMariani, educatore dell’Azionecattolica e dell’oratorio. Sullo sfondosono state posizionate alcune stampein bianco e nero che riproducono CasalBertone. I pastori, le pecore e laNatività sono invece posizionati sotto ilgrande arco del “Palazzo deiFerrovieri”, noto come Palazzo deiCervi, edificio storico del quartieredove Pier Paolo Pasolini girò alcunescene di Mamma Roma con AnnaMagnani. I 150 bambini dell’oratorio,spiega ancora Matteo, divisi insquadre, ognuna con il nome di unavia di Casal Bertone, hanno allestitouna mostra di disegni raffigurando inun cuore l’angolo del quartiere a loropiù caro e, basandosi “sull’ascolto conil cuore”, hanno realizzato ledecorazioni dell’albero di Natale aforma di orecchio e cuore.

Roberta Pumpo

A Ostia diventa rettoriachiesa affidata a S. Egidio

a domenica scorsa la chiesa dell’ex–colonia marina Vittorio Emanuele III aOstia, in Lungomare Toscanelli 184,

affidata dal 2010 alla cura pastorale dellaComunità di Sant’Egidio, è una rettoria, con iltitolo di Santa Maria Stella Maris. A suggellarel’evento, la celebrazione eucaristica presiedutada monsignor Gianrico Ruzza, vescovo ausiliareper il settore Sud. Nell’ omelia, Ruzza haricordato il cammino della Comunità a Roma,da Trastevere verso le tante periferie della città,fino a Ostia, dove Sant’ Egidio è cresciuta e si èaperta all’ accoglienza a tanti. «Qui, nellaComunità, nella Chiesa gli uomini e le donnescartati dal mondo trovano accoglienza, chinon ha casa trova una famiglia, chi scappa dallaguerra e dalla miseria trova amicizia e sostegno,i bambini incontrano una vera scuola dellapace». Al termine, il presidente della Comunità,Marco Impagliazzo, ha ringraziato PapaFrancesco, il cardinale vicario e il vescovoausiliare per l’erezione della rettoria.

DAscolto della città, bambini coinvolti a Casal Bertone

empre al fianco dei lavoratori, in par-ticolare del mondo delle ferrovie, ma

anche accanto ai bambini e ai sacerdotianziani, oltre che grande amante dellamontagna. È la fotografia di monsignor O-liviero Pelliccioni, che si è spento a Romalo scorso 17 dicembre all’età di 89 anni.Mercoledì, nella basilica di San Giovanni inLaterano, della quale era canonico onora-rio, si sono tenuti i funerali, presieduti dalvescovo Guerino Di Tora.«Don Oliviero è riuscito a unire tante realtàe tante anime diverse, non solo con le Fer-rovie e il mondo del lavoro, ma anche con imomenti di svago e con i bambini», ha det-to Di Tora durante l’omelia. Monsignor Pel-liccioni è stato infatti a lungo impegnatonella pastorale sociale e del lavoro della dio-cesi di Roma, ricoprendo anche l’incarico dicoordinatore dei cappellani del lavoro e direttore della chiesa del Santissimo Crocifis-so alla Stazione Termini.

«Ha saputo accogliere tutti – ha proseguitoil vescovo – sia nei momenti difficili che unmondo arduo come quello del lavoro pre-senta, sia nei momenti di riposo e di va-canza, come con il Gruppo Amici della Mon-tagna, dove faceva ritrovare un senso diprofonda unità e spiritualità». Tanto che lostesso monsignor Di Tora ha sottolineato co-me Pelliccioni abbia «tanto amato le scala-te da aver insegnato agli altri a scalare, nonsolo le montagne della natura ma anche esoprattutto quelle spirituali».Durante l’omelia il vescovo ha poi ricordatoi passaggi fondamentali della vita di mon-signor Pelliccioni. Nel 1942, all’età di 12 an-ni, entrò nel Collegio dei Buoni Fanciulliretto da don Filippo Cremonini, a Bolo-gna, dato che il Seminario Romano erachiuso a causa della guerra, per poter ter-minare la scuola. Fu ordinato sacerdoteper la Chiesa di Roma dal cardinale Gia-como Lercaro il 3 maggio del 1954, conti-

nuando per alcuni anni la sua attività nelterritorio per poi fare ritorno nella Capi-tale nel 1958 come coordinatore degli al-lora 25 cappellani del lavoro.Da allora assunse anche l’incarico di assi-stere spiritualmente le famiglie dei lavora-tori durante le vacanze comunitarie. Fu poinominato, nel 1978, dall’allora cardinale vi-cario Ugo Poletti cappellano dei ferrovieri erettore della cappella alla Stazione Termini,mentre nel 1992, con il cardinale Ruini, as-sunse l’incarico di direttore della casa dio-cesana del clero San Gaetano. «Come si può vedere – ha proseguito ilpresule – una varietà di attività anchemolto diverse tra loro: l’attenzione almondo del lavoro, ai bambini ma ancheai sacerdoti anziani. In ogni circostanza– ha concluso – sapeva essere vicino allepersone nelle loro situazioni particolari,nei momenti di difficoltà».

Salvatore Tropea

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Messa nella basilica lateranenseper le esequie del sacerdote mortoa 89 anni, presieduta da Di Tora«Ha saputo accogliere tutti»

Sport, «il vero atletarispetta l’avversario»DI ROBERTA PUMPO

l vero atleta è colui cherispetta l’avversario, coltivai valori della semplicità,

dell’obbedienza e dell’umiltàsenza pretendere di «darespettacolo a tutti i costi asvantaggio degli altri». Devequindi impegnarsi a «rispettare leregole e le persone che ha accantoperché solo così sarà apprezzato ediventerà autorevole». Inprossimità delle festività natalizieè questo l’augurio rivolto dalcardinale vicario Angelo DeDonatis a decine di dirigenti eatleti olimpici e olimpionici chemartedì hanno partecipato allaMessa deglisportivi nellachiesa di SantaCroce a ViaFlaminia. Unacelebrazionedivenuta ormaiuna tradizioneche ilpresidente delConi GiovanniMalagò haammesso di«alimentare con orgoglio». Altermine di una giornata intensaper gli sportivi che al mattinohanno partecipato alla consegnadel Collare d’oro, massimaonorificenza dello sport italiano,gli azzurri e i campioni di ieri e dioggi sono stati attivamentecoinvolti nella liturgia a partireda Lorenzo Porzio, campione delmondo di canottaggio e medagliadi bronzo alle Olimpiadi di Atene2004. Avendo sempre coniugatola pratica sportiva con la passioneper la musica, l’atleta ha animatola celebrazione dirigendo imusicisti del Coro edell’Orchestra del ConvittoNazionale “Vittorio Emanuele II”,dell’orchestra Filarmonica Cittàdi Roma e del coro Le Mille e unaNota. Sei azzurre della ginnasticaritmica hanno letto le preghiere

I«dei fedeli mentre Claudio Treviso(taekwondo) ha recitato lapreghiera dell’atleta e GiuliaLonghi (softball) quella dellosportivo. Soffermandosi a parlaredell’autorevolezza, il porporatoha spiegato che per un giocatorequesta «è l’unica strada da seguirenella sequela di Gesù,l’autorevole per eccellenza, nonsolo per raggiungere il risultatoche conta in una competizionesportiva ma per arrivare allapiena felicità». La pratica sportivainsegna a diventare autorevoliattraverso il rispetto delle regole,l’onestà sul campo di gioco,l’obbedienza all’allenatore,qualità che forgiano un bravo

sportivo. Unbuon atleta, harimarcato ilcardinale, non ècolui che «fa ditesta sua e sidimentica deglialtri perdimostrare lapropriabravura».L’autorevolezzae l’autorità di

un giocatore emergono «quando isuoi talenti si esprimononell’armonia del gioco disquadra, quando c’è semplicitànel suo modo di fare, quando aprevalere sono la tenacia el’umiltà a dispetto della paura edella superbia». Tra i partecipantialla Messa i gruppi sportivimilitari, l’associazione AthleticaVaticana – accompagnata dalpresidente, monsignor MelchorSánchez de Toca y Alameda,sottosegretario del PontificioConsiglio della cultura, che haconcelebrato – e la nazionale disoftball. Seduti ai primi banchiil presidente Malagò, ilsegretario generale, CarloMornati, e l’ex presidenteFranco Carraro. Tra i fedelianche Simone Alessio, che a soli19 anni è il primo taekwondoka

italiano ad avere vinto unamedaglia d’oro ai campionatimondiali e insignito del Collared’oro, un riconoscimento che lo«ripaga del lavoro svolto inquesti anni e dei tanti sacrificifatti» spronandolo a «daresempre il meglio». Malagò hasottolineato che le delegazioniitaliane, durante la missioneolimpica, sono sempreaffiancate dal cappellano, donGionatan De Marco,responsabile dell’Ufficio

nazionale Cei per la pastoraledel tempo libero, turismo esport, che ha concelebrato.Concelebranti anche il parrocodi Santa Croce a Via Flaminia,padre Andrea Meschi; donAlessio Albertini, consulenteecclesiastico nazionale delCentro Sportivo Italiano; donFrancesco Indelicato, direttoredell’Ufficio diocesano per lapastorale del tempo libero; donPablo Walter Castiglia, dellasegreteria del cardinale vicario.

Tra i fedeli anche il 19enneSimone Alessio, primotaekwondoka italianoad avere vinto un oroai mondiali. Malagò:le delegazioni olimpicheaffiancate dal cappellano

on la celebrazione del15 dicembre scorso,presieduta dal vescovo

ausiliare Gianrico Ruzza,delegato diocesano per lapastorale familiare, durante laquale le giovani coppiehanno chiesto ufficialmentedi ricevere il sacramento delmatrimonio ricevendo inconsegna la Parola, si èconcluso il primo dei tremoduli del nuovo progettodiocesano “A sposarsis’impara”. Il catecumenatoper i fidanzati, ma apertoanche ai giovani sposi chevogliano riscoprire la bellezzadel loro matrimonio, èpromosso e curatodall’Ufficio catechistico delVicariato in sinergia con ilCentro diocesano per lapastorale familiare. «Ilpercorso formativo – spiegadon Andrea Cavallini,direttore dell’Ufficiocatechistico – si svolge inparallelo, nelle stesse date,nelle parrocchie romane diSan Saturnino, al quartiereTrieste, e di San GiovanniBattista de La Salle, al Torrino,e vede la partecipazione di 15coppie per ogni sede».Articolata in sette incontriserali e tre giornate dicondivisione, questa primafase «corrispondeva al tempodel pre–catecumenato»,durante il quale a fare dariferimento è stato uninterrogativo: “Siamocoppia?”, per «discerneredavvero la propria vocazionealla relazione» e il valoredella scelta di sposarsi. Dagennaio a marzo, invece, ladomanda che i giovani siporranno sarà “Siamo

fidanzati?”, entrando nellavera e propria «propostacatecumenale con il richiamoal battesimo» e con il fine diconsiderare «quali sono lefondamenta del matrimonioalla luce del Vangelo diGiovanni, guardando agliincontri di Gesù con lasamaritana, il cieco nato eLazzaro». Infine, nei mesi diaprile e maggio, al centrodella riflessione ci sarà laspiritualità da vivere comemarito e moglie. Quanto allemodalità di svolgimento degliincontri, accanto «alladimensione della preghiera edella relazione frontale, ossiadelle catechesi da parte degliesperti», ci sono stati e cisaranno momenti pratici «dicondivisione in cui vengonoproposte diverse dinamichedi coppia», utili per «favorireil dialogo tra i fidanzati cuivengono insegnate delle veree proprie tecniche». Anche ilnuovo modulo sarà articolatoin sette incontri serali e tregiornate con unacelebrazione conclusiva diquesta seconda fase inprogramma per il VenerdìSanto. Le due équipe cheanimano gli incontri sonoformate ciascuna da unsacerdote e da una coppia disposi: nella parrocchia di SanSaturnino, padre AlfredoFeretti, direttore delconsultorio familiarediocesano Centro La famiglia,con Agostino e BiancamariaFiorani; a San GiovanniBattista de La Salle, donPierangelo Pedretti, segretariogenerale del Vicariato, conMarco e Miriam Scicchitano.

Michela Altoviti

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Catecumenato per fidanzati,da gennaio parte la fase due

Un momento della celebrazione (foto Gennari)

Di Tora presiede i funerali di Pelliccioni

L’ultimo saluto a monsignor Pelliccioni

3Domenica22 dicembre 2019

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Page 4: Un Natale di solidarietà · re la mirabile opera di Dio. Ecco perché attendere la notte santa di Natale; ecco perché contemplare il pre-sepe dove «giace povero ed umile Co-lui

4 Domenica22 dicembre 2019facebook.com/diocesiroma twitter.com/diocesidiroma instagram.com/diocesidiroma

Rappresentazioni viventi a Dragona, a Malafedee a Monteverde, dove la parrocchia di San Giulioricostruisce la Betlemme del tempo di Gesùcome ha fatto negli anni scorsi a Porta Asinaria

DOMANI Alle ore 9.30 nellachiesa rettoria Santa Maria in AraCoeli al Campidoglio celebra laMessa in occasione del Natale peri dipendenti del Comune di Romae della Polizia Municipale. Alle ore 11.45 in Vicariatopartecipa allo scambio degliauguri natalizi con il personale.

MARTEDI 24 Alle ore 23.30 nellabasilica di San Giovanni inLaterano presiede la Santa Messadella Notte del Natale del Signore.

MERCOLEDI 25 Alle ore 10.30nella basilica di San Giovanni inLaterano presiede la Messa

Capitolare nel Natale del Signore.

MARTEDI 31 Alle ore 17 nellabasilica vaticana partecipa aiprimi Vespri della solennità diMaria Santissima Madre di Dio eal canto del “Te Deum”.

MERCOLEDI 1 GENNAIO Alle ore10 celebra la Messa e visita lacomunità del Monastero delleSuore Trappiste di Vitorchiano.

GIOVEDI 2 Alle ore 12 celebra laMessa al Santuario dellaMadonna del Divino Amore inoccasione della GiornataTerenziana.

L’AGENDADEL CARDINALE VICARIO

DI GIULIA ROCCHI

i sono quelli tradizionali, con lestatuine, il muschio, la luce rossaad indicare un fuoco acceso. E

poi ci sono gli allestimenti piùoriginali, con oggetti di uso comune ofiguranti in costume d’epoca. Sonosempre più numerose le chiese delladiocesi che scelgono di raccontare lanascita di Gesù in modoanticonvenzionale. A San TommasoMoro, nel quartiere di San Lorenzo, adesempio, il presepe realizzato daiparrocchiani «è intitolato al “gridodella città” al centro del programmapastorale diocesano – racconta ilparroco monsignorAndrea Lonardo –; iltutto è rappresentatonon da personaggifisici, ma da oggettiche li caratterizzano».Nella chiesa di SanTommaso ai Cenci, inpieno centro, di fronteall’Isola Tiberina, èstata ricreata unagrotta con la scenadella natività nellaquale possono entrare i bambini edaccostarsi così al Bambinello.«L’immagine di Gesù Bambinosorridente con le braccia aperte insegno di abbraccio – osserva il rettoredon Stefano Tardani, fondatore delMovimento dell’Amore Familiare –,vicino all’immagine di Maria dal voltodolce e rassicurante e di san Giuseppesereno e forte, danno una luceparticolare a chi si avvicina al presepe.Ai grandi come ai piccoli, ai quali vienepoi consegnato un Bambinello daportare a casa e una breve preghiera».

Emozionante anche il viaggio nellaBetlemme di duemila anni faricostruita dalla parrocchia di SanGiulio, che gli anni scorsi realizzava ilsuo presepe vivente a Porta Asinaria. Ifondi raccolti grazie all’iniziativa sonoserviti per i lavori di consolidamentodella copertura dell’aula liturgica,benedetta da Papa Francesco lo scorso7 aprile, durante la sua visita allacomunità di Monteverde. «Quest’annovorremmo invitare tutti i romani che cihanno aiutato con le loro offerte avenire a vedere quello che è statorealizzato, e visitare la rinnovata chiesadi San Giulio»: a spiegarlo è padreDario Frattini, il parroco, che motiva

così la scelta direalizzare il presepevivente “Veniteadoremus” negli spaziparrocchiali. «Ilpresepe verrà allestitoproprio laddove c’erala tensostruttura che ciha ospitato per anni –racconta padre Dario– e che è statasmontata all’inizio dinovembre». Nel

presepe vivente è raffigurata tutta laBetlemme dell’epoca. Si incontrano labottega del fabbro e quella delfalegname, il ramaio e l’esattore. Lacapanna è circondata da agnellini ecaprette, riscaldata dal fiato del bue edell’asinello. I figuranti indossanocostumi che riprendono gli abiti deitempi in cui nacque Gesù, realizzati dasarte volontarie della parrocchia. Masono tanti gli amici della comunità chehanno offerto aiuto e materialegratuitamente: dal gruppo degli antichimestieri di Piubega, nel mantovano;

agli scenografi di Cinecittà Fratelli DeAngelis, che hanno prestato anfore,colonne e fontane per il palazzo diErode; allo Zoo Grunwald che haportato gli animali. «Un grandecontributo ci viene anche dagli amici diCivita Castellana conosciuti qualcheanno fa nel corso di un pellegrinaggiocon l’Opera romana – sottolinea padreDario –; tutto l’anno custodisconogratuitamente il materiale necessarioper l’allestimento e ci donano sempredel legname nuovo. Ci sentiamodavvero baciati dalla grazia». Il presepe“Venite adoremus” sarà inaugurato il25 dicembre alle 17; sarà visitabile tuttii giorni successivi fino al 6 gennaio,con orario dalle 16.30 alle19.30,escluso il 31 dicembre. Celebre anche ilpresepe vivente della Comunitàmissionaria di Villaregia, allestito il 28dicembre e il 5 gennaio a partire dalle

ore 13 nella riserva di DecimaMalafede. Qui grande attenzione èriservata ai più piccoli, che potrannodiventare per un giorno “vasaio” o“muratore”, cimentandosi in attivitàmanuali nelle botteghe storiche degliantichi mestieri, nonché fare un giro indromedario come i Re Magi. Presepevivente anche a Dragona il 5 e il 6gennaio, grazie alla parrocchia di SantaMaria Regina dei Martiri. «Tutti sonoinvitati a scoprire il percorso tra canti,antichi mestieri, zampogne, pecorelle emolto altro – annuncia AlessandroCardinale dell’Apostolato Salvatoriano,ai quali è affidata la parrocchia –. Tuttiinsieme per adorare il figlio di Dio chenasce qui in mezzo a noi e ci porta lagioia. Guidati dalla stella cometa il 6gennaio alle 17 arriveranno anche i ReMagi, a cavallo di cavalli e cammelli,portando i doni al Bambinello».

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In viaggiotra i presepidella città

All’Ara Pacis la mostradedicata a Sergio Leone

era una volta Ser-gio Leone»: è il ti-

tolo evocativo della mostraall’Ara Pacis, in program-ma fino al 3 maggio 2020,con cui Roma celebra, a 30anni dalla morte e a 90 dal-la sua nascita, uno dei mi-ti assoluti del cinema ita-liano. Esposti modellini,scenografie, bozzetti, co-stumi, oggetti di scena, se-quenze indimenticabili emagnifiche fotografie.

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arte

Il presepe vivente “Venite adoremus” di San Giulio (foto Gennari)

Ambiente, servonosoluzioni innovative

reta Thunberg è stata nominata “Personadell’anno” 2019 dal Times: da studentessa che

andava a scioperare ogni venerdì davanti al Parlamentoper richiamare l’attenzione sulle questioni climatiche,in pochi mesi è diventata leader di un movimentomondiale di milioni di giovani. Si batte con passione erimprovera i politici e i grandi della terra di non fareabbastanza per contrastare i cambiamenti climatici.Quanto questa nomina sia pertinente ce lo dice a granvoce il fallimento della Cop 25, la conferenza delleNazioni Unite sul clima, tenutasi a Madrid nei giorniscorsi. I politici e i loro rappresentanti non sono riuscitia mettersi d’accordo sulle riduzioni delle emissioni, esui fondi che possano permettere ai Paesi più poveri difronteggiare i danni della crisi climatica e l’avvio di unatransizione ecologica. Non c’è nulla di vincolantenell’accordo firmato a Madrid. Il segretario generaledelle Nazioni Unite Antonio Gutierres si è detto moltodeluso dai risultati dell’incontro. Queste le sue parole:«La comunità internazionale ha perso un’importanteopportunità per dimostrare una maggiore ambizione inmateria di mitigazione, adattamento e finanziamentoper affrontare la crisi climatica. Ma non dobbiamoarrenderci, e non mi arrenderò». E chi dimostra di nonarrendersi sono proprio i giovani, davanti ai quali gliadulti, soprattutto i grandi della terra, stanno facendouna gran brutta figura. Sono convinta che se dessimomaggiori responsabilità, anche decisionali, ai giovani,non solo arriverebbero ad accordi e decisioni, matroverebbero anche le risorse. L’evento “Economy ofFrancesco”, che si terrà ad Assisi a fine marzo 2020 eche radunerà migliaia di giovani economisti eimprenditori da tutto il mondo attorno a PapaFrancesco, vuole proprio essere un tentativo di darevoce ai giovani e fare in modo che questa voce siaascoltata. L’evento si terrà tra la Cop 25 e la Cop 26 diGlasgow e dovrebbe concludersi con alcune proposteconcrete sui vari temi più attuali di economia e difinanza, e un patto da firmare tutti insieme per unrinnovamento. Chissà, forse lo stesso patto potrebbeaprire i lavori della Cop 26. Intanto un piccolo segnalepositivo si intravede anche dalla Cop 25, attraverso unodei pochissimi segni concreti emersi dalla conferenza:durante i lavori è stato approvato il “Gender ActionPlan”, con azioni e fondi per un maggiorecoinvolgimento delle donne anche nelle azioni dicontrasto ai cambiamenti climatici. Questo vuol direche alla Cop 26 parteciperà un numero molto maggioredi donne. L’area prioritaria del piano di azione cheriguarda il bilanciamento di genere si focalizza su:raggiungere e sostenere la piena, paritaria esignificativa partecipazione delle donne ai processi ealle conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenticlimatici. L’augurio è allora che un processo piùpartecipato e più aperto stimoli alla ricerca di soluzioniinnovative e a decisioni più coraggiose, che non cifacciano arrossire davanti ai ragazzi che ci guardanosconsolati.

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L’economia sostenibilea cura di

Alessandra SmerilliNatale.Non mancano nuove scelte negli allestimenti

A San Tommaso Moroil filo conduttoreè il programma pastoraleSan Tommaso ai Cenci,c’è una grotta dovei piccoli possono entrare,accostarsi al Bambinello

Festival Gospel, fino al 31musica all’Auditorium

il più importantefestival gospeleuropeo, nel quale

vengono presentatialcuni dei migliorigruppi di spiritual egospel provenienti dagliStati Uniti, ed è giuntoalla 24esima edizione.Parliamo del RomaGospel Festival, inprogramma da oggi al 31dicembre all’AuditoriumParco della Musica.Apertura con tre concerti(due oggi, alle 17.30 ealle 21, e uno domanisera) del Chicago MassChoir, con quattordicidischi pubblicati edistribuiti a livellointernazionale e tredici

elementi selezionatidalla formazioneoriginale.A Natale gli appassionatihanno due possibilitàper ascoltare gli HarlemGospel Choir, il piùfamoso coro gospeld’America e uno dei piùlongevi, che vantanumerose collaborazionicon artisti internazionali(come Diana Ross, Bono,Simple Minds).Il 26 dicembre tocca alSouth Carolina MassChoir; infine tre date(27, 28 e 29) per DennisReed & Gap, ultimi duegiorni con DanellDaymon & GreaterWorks.

È

sistono libri–fondamento,crocevia di

civiltà, spartiacque fraun mondo e l’altro: atale schiera dicapolavori vaannoverata lasterminata Istoria dellaCompagnia di Gesù acui Daniello Bartoli,

entrato nell’Ordine a soli quindici anniquando bussò alle porte del seminario diNovellara, in Emilia, dedicò la sua vita di“viaggiatore sedentario”. La prima parte,L’Asia, pubblicata nel 1653, è stata ristampatada Einaudi in due prestigiosi volumi a curadi Umberto Grassi con la collaborazione diElisa Frei, introduzione di Adriano Prosperi(il cofanetto che li contiene entrambi costa140 euro). L’autore, uno dei classici dellaletteratura italiana, da ragazzo avrebbe

voluto partire per le Indie, ma il suo talentodi scrittore paradossalmente bruciò taleambizione costringendolo nella casageneralizia romana. Bartoli lavorò sullerelazioni dei missionari che ricompose inuna prosa di cesello prezioso, sottilmenteironica, densa di echi e assonanze, carica difascinazione paesaggistica, in grado disuscitare la sconfinata ammirazione diGiacomo Leopardi, pronto a rilevarnel’assoluta novità, da ognuno comprensibile:«Non che non s’intenda», affermò difatti inun pensiero dello Zibaldone, targato 13 luglio1821, «ché questo non sarebbe pregio mavizio sommo, e non farebbe vergogna allettore ma allo scrittore». Uguale stima nutrìper lui Alessandro Manzoni chenell’immortale preambolo dei Promessi sposi,parve risentirne l’influenza, descrivendo idue rami del lago di Como nella tonalitàusata dal gesuita per il Gange. Colpiscenell’Asia la commistione, questa sì davvero

barocca, di registri diversi: dalle notediaristiche sulla toponomastica alle biografiesintetiche dei predicatori, prima fra tuttequella di san Francesco Saverio, dallesegnalazioni di opere di carità ai patimentiche dovettero subire sacerdoti e navigatori.Una narrazione antropologica che posa losguardo sulle costumanze dei popolilontani, eppure sempre aperta alla curiositàsui casi umani più eclatanti, maidistogliendo lo sguardo dalla capacità deimissionari di entrare in rapporto conindividui a volte imprevedibili e pericolosi.Naufragi, fatiche, conversioni, dispute,persecuzioni, malattie, miracoli, avventure,vittorie e sconfitte della cristianità lanciata agonfie vele verso l’Oriente da evangelizzare,nella fede che sfida il martirio e non teme diconfrontarsi con gli idolatri. Un po’ MarcoPolo, un po’ Ludovico Ariosto, senzadimenticare gli effetti speciali diGiambattista Marino. Bartoli fu un grande

divulgatore, volgarizzatore, nel solco piùpuro della nostra lingua che nasce appuntosulla pelle morta di quella latina elentamente si forma, non quale invenzioneunica, ma per consunzione di schemi emateriali trascorsi. Del resto, basta citarel’inizio dell’Asia, che ci riporta alle mitichecolonne d’Ercole poste a guardia delconfine tra Spagna e Africa, per risentiretutto l’incanto musicale della prosaitaliana: «Il mare oceano, che fuor dellostretto di Gibilterra s’incontra, e scende amezzodì lungo la costa occidentaledell’Africa, fino ab antico si credé essereimpraticabile a navigare. Imperocchéchiunque si era ardito a imprenderne ilpassaggio, o rotto dalle tempeste non eramai più tornato a recarne novella, o dopobrieve spazio, risospinto da furiose mareee,aveva tolto a’ più animosi la speranza e a’più avidi il desiderio di tentarlo».

Eraldo Affinati

ELa «Istoria» dei gesuiti, il focus di Bartoli sull’Asialibri

Daniello Bartoli

Quattro concertiper le festività

oncerto oggi alle 20 aSan Giuliano (via Cassia,

1036) del coro liturgico par-rocchiale diretto da AgostinoMaria Greco, accompagnatoall’organo da Livia SandraFrau. A San Ponziano (via Ni-cola Festa, 50), sempre oggima alle ore 16, si esibisce in-vece il Coro Note Blu direttoda Marina Mungai. Alle 16concerto anche all’Oratoriodel Caravita (via del Caravi-ta, 7), per raccogliere fondia favore delle opere missio-narie del Magis, con il coropolifonico Musica Creator.Alle 17.30, nell’auditoriumdel nuovo santuario del Di-vino Amore, il tradizionaleConcerto di Natale con ilcomplesso musicale “Ma-donna del Divino Amore”.

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