UICI/011 - anno 2014 - numero 3

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ALTRISPAZI Poste Italiane. Spedizione in A.p. - Art.2 Comma 20/C - Legge 662/96 - D.R.T./D.C.B. Torino - n. 3/anno 2014

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UICI/011 è il notiziario della sezione torinese dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

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ALTRISPAZIPoste Italiane. Spedizione in A.p. - Art.2 Comma 20/C - Legge 662/96 - D.R.T./D.C.B. Torino - n. 3/anno 2014

2 UICI/011 SEZIONE PROVINCIALE TORINO

Editoriale pag. 3Centro riabilitazione visiva Ivrea pag. 5Un incontro carbonaro? No: un confronto aperto a tutti pag. 6Mobilità: avanti verso soluzioni nuove pag. 7L’UICI alla conferenza delle Ong pag. 8A Enzo Tomati s il Sigillo Civico della Citt à di Torino pag. 9Giornate di prevenzione: un successo nel tempo pag. 10Spazio tecnologia pag. 10Nati con la cultura pag. 11“L’illusione otti ca”, ovvero il trucco pag. 11Casale e Crea: due luoghi di grande spiritualità pag. 12Le opere di Casorati da ascoltare e toccare pag. 14Fiori Recisi pag. 15Comunicazioni varie pag. 15

Sommario

ALTRISPAZIPoste Italiane. Spedizione in A.p. - Art.2 Comma 20/C - Legge 662/96 - D.R.T./D.C.B. Torino - n. 3/anno 2014

La coperti na di questo numero

Comitato di redazione:UICI/011

Dirett ore responsabile:Enzo Tomati s

Autorizzazione del tribunaledi Torino n. 4803 del 07/06/1995

Redazione:Francesco Fratt a,Federica Miraglia,Flavia Navacchia

Hanno collaborato:Chiara Benedett oAlessio Lenzi Nunziata Panzarea Giuseppe Salati no Caporedatt ore: Lorenzo Montanaro

Progett o e realizzazione grafi ca:SGI Srl Via Pomaro, 3 - 10136 TorinoTel. 011.359908 Fax 011.3290679www.sgi.to.it [email protected]

Stampa:La Terra Promessa OnlusNOVARA

Per contatt are la redazione:[email protected]

Siamo l’Unione Ciechi di Torino, ma abbiamo la responsabilità di un territorio ampio, che va ben oltre i confi ni della citt à: con le sue ricchezze e le sue fati che, la Provincia è uno spazio com-plesso, che non possiamo permett erci di trascurare. Dal mese di dicembre il Centro di Riabilitazione Visiva di Ivrea è affi dato alla nostra sezione: desideriamo che questo diventi un segno di vicinanza e di att enzione alla realtà locale.Ma con l’espressione “Altri spazi” non ci riferiamo solo ai luoghi fi sici: pensiamo anche, ad esempio, agli spazi della democrazia e del confronto, dentro e fuori la nostra associazione; agli spa-zi della tratt ati va con le autorità su temi cruciali come quello del trasporto accessibile; agli spazi della cultura, dell’arte, della crescita individuale att raverso la presa di coscienza delle pro-prie risorse e delle proprie fragilità. Anche questa, ormai “storica”, pubblicazione è, a modo suo, uno spazio, che insieme cerchiamo di abitare, far crescere e condividere con chi ancora non ci conosce.

la Redazione

IN QUESTO NUMERO

Altri Spazi“

Numero 3 - Dicembre 2014 3

L’associazione è malata, questo è evidente. Ed è vecchia, e questo è scontato, visto che ha cent’anni e si vedono tutti. Di sicuro, ha perso tanto del suo fascino, del richiamo che esercitava nel raccogliere a sé praticamente tutti i disabili visivi gravi, o almeno una gran parte di loro. Questo è un dato oggettivo: la nostra gloriosa associazione, a livello nazionale, oggi conta circa la metà dei soci rispetto ad appena qualche anno fa.Ovviamente questo fenomeno è qualcosa di diffuso, che riguarda tutti i sodalizi che prevedono una tessera d’iscrizione con pagamento di una quota annuale che non sia obbligatoria. Così come è diffuso il generale disinteresse per qualsiasi forma di impegno che non preveda un qualsivoglia tipo di gratifica-zione, che sia di potere, economica o anche “solo” di prestigio. La questione mi allarma da tempo, ma se anche il nostro presidente nazionale Mario Barbuto scrive un articolo sul tema (articolo pubblicato dal giornale della FAND-Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) vuol dire che il problema non può più essere sottovalutato.

Tutto questo ha fatto sì che ci adagiassimo oltremodo, perdendo di vista, ed è il colmo, quella che è di fatto la nostra missione: ascoltare i bisogni della base associativa. Il termine “base” infatti non è da intendersi come l’ultimo gradino di una scala gerarchica, come forse si è arrivato a credere soprattutto a livello centrale o comunque dirigenziale; “base” sta per fondamenta della nostra esistenza, l’appoggio senza il quale nulla ha più ragion d’essere. Ora, solo ora che il giocattolo dei dirigenti si sta rompendo, si è presa coscienza di quanto importante, di quanto imprescindibile sia la nostra base associativa, che rappresenta l’Unione, che è l’Unione. Sono grato a Barbuto perché non si è limitato a formulare frasi di circostanza, che ai più sarebbero sembrate un modo elegante per snobbare il problema dell’emorragia dei soci, e che in pratica avrebbe significato snobbare i soci stessi. Lui ha proposto delle soluzioni con-crete a problemi più che concreti, mirabilmente sviscerati nel suo articolo e in ogni intervento che gli abbia sentito fare sull’argomento.Io invece vorrei soffermarmi su un aspetto, una considerazione che continua a riecheggiare nella mia mente: la nostra associazione non ci piace, non piace più. Lascio perdere altre eventuali cause a “coper-tura”, non mi interessano e in un certo senso non mi competono più. Ciò che non posso fare a meno di constatare è che i ciechi e gli ipovedenti, e mi riferisco anche a una parte di quelli iscritti, non si rispec-chiano più nell’UICI.

Parliamo di Torino, la realtà che meglio conosco: come direttore di questa pubblicazione, tem-po addietro ho lanciato l’idea di una rubrica che potesse dar voce ai lettori, la classica pagina delle “lettere al direttore” insomma. “Porte aperte” è una rubrica che

permette di esternare le proprie considerazioni e avanzare suggerimenti, al fine di tracciare un quadro attendibile della situazione. Risultato: zero. Non una lettera, non una email, nonostante la garanzia – per chi la desiderasse – dell’anonimato.

Era UnioneEDITORIALE

“ Perché, non nascondiamocelo, in questi ultimi anni, e forse decenni, ci siamo trincerati dietro all’aura di esclusività della rappresentanza dei disabili visivi che ci veniva riconosciuta a livello politico e istituzionale, al punto che le altre associazioni erano quasi inibite da questa nostra ingombrante presenza “ufficiale”.

“ Manca anche quella vena polemica che spesso caratterizzava la vita associativa, ma che era comunque manifestazione tangibile di attaccamento e partecipazione. Siamo così disinteressati che non abbiamo neanche più voglia di palesarlo, questo disinteresse.

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Siamo alle soglie del rinnovamento di tutte le cariche dell’associazione, a tutti i livelli: un’occasione imperdibile, un evento che inevitabilmente si annuncia come epocale, vista la staticità che ha caratteriz-zato l’UICI negli ultimi trent’anni. Quale occasione migliore per segnalare quello che non va, cosa non vi piace, e come cambiare questo stato di cose?Rimane tanto da fare, noi dirigenti possiamo ancora fare tanto, soprattutto in vista del prossimo Congresso nazionale.

Un’altra decisione importante da prendere sarebbe quella di snellire, nel numero e nel modo di lavo-rare, i consigli di amministrazione, partendo ovviamente da quello nazionale. Questo consentirebbe anche un risparmio laddove (non certo a Torino, dove tutti lavoriamo gratuitamente) sono previste indennità varie e gettoni di presenza. Non siamo più un ente pubblico, occorre fare di più e farlo più velocemente possibile, senza perdersi nei meandri della burocrazia, tra le pieghe di bilancio o in discus-sioni fini a se stesse. Un segnale arriva dal fatto che il presidente nazionale Mario Barbuto (e forse altri due componenti della direzione) hanno rinunciato all’indennità di carica. Le cose da fare sono altre:

Ce ne sono troppe che, per numero di iscritti o attività svolte, non valgono le spese e l’impegno da soste-nere per mantenerle aperte. Anche i consigli regionali hanno un ruolo ormai meramente istituzionale, con oggettive difficoltà nel raccordare le attività delle sezioni provinciali e la funzione di rappresentanza della sede centrale. Si potrebbe riconsiderare il ripristino delle vecchie sezioni interprovinciali, dove la sezione capoluogo inglobava anche le funzioni del consiglio regionale di appartenenza.Se continuiamo a pensare che non servirebbe a niente, al paradosso dell’inutilità del singolo voto o della singola opinione, perderemo definitivamente quella condivisione che anima lo spirito associativo. Se in-vece ci crediamo ancora, questa spinta si riverbererà fino alla presidenza nazionale, che di fatto rappre-senta in una sola persona tutti gli ideali, tutte le necessità, tutta la storia e la dignità della nostra Unione. Rappresenta tutti noi, il massimo onore ma anche una enorme responsabilità: credo che anche per que-sto gli dovrebbe essere consentito di proporre i membri che lo affiancano in Direzione Nazionale, altro organo che andrebbe notevolmente ridimensionato nel numero rispetto a quello attuale.Le mie vogliono essere solo delle considerazioni, delle proposte, che spero vorrete avanzare anche voi scrivendo a Enzo Tomatis presso UICI Torino – corso Vittorio Emanuele II n. 63 o via email all’indirizzo [email protected]

Enzo Tomatis

“ Per non far sentire tagliato fuori nessuno, il primo passo da compiere è necessariamente quello di ridare spazio alle minoranze, una mancanza che ho sempre evidenziato.

“ ritrovare un contatto diretto con i soci andandoli a trovare, contattarli telefonicamente, informarli periodicamente attraverso segreteria telefonica o lettere. Rendere le sezioni provinciali più agili e presenti sul territorio.

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Centro Riabilitazione Visiva di Ivrea: inizia la gestione UICIÈ un traguardo, ma è anche un nuovo punto di par-tenza. Dal mese di dicembre spetta all’Uici Torino gestire il Centro di Riabilitazione Visiva (Crv) di Ivrea. La nostra associazione ha infatti vinto la gara d’appalto bandita dall’Asl Torino 4 aggiudicandosi la gestione del Centro per i prossimi due anni. Siamo partiti con un obiettivo ambizioso: coniugare alti standard qualitativi con un uso oculato delle risorse pubbliche (l’offerta infatti prevede un risparmio di circa 20.000 Euro per le casse dell’Azienda Sanitaria Locale). In questa nuova avventura desideriamo riversare tutta l’esperienza maturata al Centro di Riabilitazione Visiva dell’Ospedale Oftalmico di Torino e nelle numerose altre attività che da anni gestiamo sul territorio provinciale. Abbiamo davan-ti a noi un cammino difficile e impegnativo, ma, se il buongiorno si vede dal mattino, penso che i motivi di soddisfazione e di speranza siano tanti. A pochi giorni dal passaggio di consegne, la struttura fun-ziona già a pieno regime e tantissime sono le atti-vità svolte: consulenza lavorativa e pensionistica, progetti con le scuole, consulenza psicologica, mu-sicoterapia, ma anche corsi di mobilità e orienta-mento, informatica, cucina, pasticceria e proposte culturali come il “Circolo dei Lettori”. C’è poi il corso di postura, una novità introdotta da noi, che speria-mo possa essere un ulteriore aiuto per la vita quoti-diana dei disabili visivi che frequentano la struttura. Mercoledì 3 dicembre (Giornata Internazionale del-le Persone con Disabilità) la nuova gestione del Crv (finora affidato all’associazione Apri Servizi) è stata inaugurata con un momento di presentazione e di festa rivolto a utenti e personale del Centro, ma an-che a cittadini e autorità. È stata l’occasione per far-ci conoscere e per testimoniare (non solo a parole, ma con i primi fatti concreti) la professionalità dei nostri operatori, così come l’esperienza maturata dall’Unione in quasi un secolo di attività. Nostro desiderio non è solo quello di “erogare dei servizi”, come, con le fredde parole della burocra-zia, si usa dire oggi. Intendiamo proporci come pun-to di riferimento sicuro e attendibile per le persone cieche e ipovedenti che vorranno condividere con noi questo percorso. Fin da subito abbiamo cerca-to di dedicare attenzione alle specificità locali, si-curamente molto diverse da quelle di una grande

città come Torino. Non è un caso che alcune figure chiave del Centro provengano proprio dal territorio canavesano. È eporediese, ad esempio, Manuela Mariscotti, psicologa e psicoterapeuta che, oltre al prezioso lavoro di consulenza, si occupa dei percorsi di musicoterapia rivolti ai bambini. E’ di Ivrea anche Simone Cobetto Ghiggia, terapista occupazionale (figura professionale con un alto livello di specializ-zazione, formata per aiutare gli interessati in tutte le attività legate alla vita quotidiana). Simone è il primo terapista occupazionale assunto dall’UICI in Italia. Canavesano è anche Fabio Bizzotto, esperto di informatica e ausili tiflotecnici che già lavorava al Crv con la precedente gestione. La sua presenza contribuisce, tra l’altro, a fugare alcune voci, non sempre fondate, che sono circolate nei mesi scor-si. L’Unione non ha pregiudizi verso nessuno e non mira a “imporre i suoi”, ma si basa esclusivamente su criteri oggettivi, di qualità e di merito. Il nostro primo e predominante pensiero è per gli utenti, che speriamo possano vivere il passaggio di consegne nella maniera più serena possibile. Ora dunque non resta che proseguire e potenziare le tante attività avviate. A tutti i lavoratori della struttura (al perso-nale dei nostri uffici di Torino, che svolge un insosti-tuibile lavoro di coordinamento, come agli operato-ri di Ivrea) i migliori auguri di buon lavoro.

Giuseppe Salatino Presidente UICI Torino

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Un incontro carbonaro? No: un confronto aperto a tutti Proposte programmatiche alla luce del sole per il prossimo XXIII Congresso Nazionale Lo scorso 15 e 16 novembre, su iniziativa del movimento “UICI Rinnovamento”, si è svolto a Napoli un con-vegno dal titolo: “Verso il XXIII congresso nazionale UICI: quali idee? Su quali gambe?” L’intenzione dichiarata degli organizzatori è stata quella di promuovere un confronto ampio ed aperto a tutti, aderenti o meno al movimento, sui principali temi che riguardano i ciechi e gli ipovedenti italiani, al fine di mettere a fuoco i nodi problematici di particolare urgenza e di giungere alla formulazione di propo-ste da sottoporre all’attenzione dell’intero corpo associativo e da portare poi, quale contributo, all’interno del futuro dibattito congressuale. I lavori, svoltisi a ritmo serrato, in tutta la giornata del 15 e nella mattinata del 16, hanno portato alla ste-sura di sette documenti, che nelle prossime settimane verranno divulgati attraverso gli organi di stampa associativa nazionale, come il giornale UICI, e su diverse liste di discussione dedicate a specifiche proble-matiche di ciechi e ipovedenti. Le questioni affrontate nel corso del convegno sono state introdotte ciascuna da una scheda predisposta dal lavoro preparatorio di diversi gruppi tematici, formatisi in vista dell’appuntamento napoletano, e sono state sintetizzate nei documenti di cui sopra. Esse hanno riguardato le politiche per il lavoro; l’accessibili-tà, la tecnologia e la mobilità; ipovedenti e riabilitazione; l’istruzione e la cultura; gli anziani e le politiche intergenerazionali; la pluridisabilità; le pari opportunità nell’organizzazione associativa.La discussione è stata caratterizzata da numerosi quanto puntuali interventi dei convenuti, consiglieri, pre-sidenti di sezione e regionali e semplici soci, provenienti da varie regioni del Nord e del Sud Italia, segno che, se vi sono ancora persone disposte ad affrontare a spese proprie, nel week end, lunghi viaggi e un faticoso soggiorno, la passione associativa è ancora viva. E ciò lascia ben sperare per le sfide e le difficoltà che ci troviamo a dover affrontare nel presente e che ci aspettano nel prossimo futuro. Dopo aver ricevuto, nella mattina del 15, il breve saluto del componente la direzione nazionale Paolo Colombo (unica presenza a livello dirigenziale di provenienza campana) e nel pomeriggio l’importante con-tributo al dibattito sul tema dell’istruzione da parte del direttore nazionale dell’I.Ri.Fo.r, Luciano Paschetta, nella mattina del 16 il Presidente nazionale Mario Barbuto è intervenuto con un’ampia e articolata espo-sizione dei principali motivi di preoccupazione verso il degrado culturale incoraggiato da certe campagne mediatiche e verso gli atteggiamenti del Governo nei nostri confronti, nonché delle criticità organizzative e strutturali interne da affrontare con la dovuta urgenza e determinazione e della grande battaglia per il lavoro da sostenere con convinzione e lungimiranza.Il convegno di Napoli ha conseguito, a parere di chi scrive, due importanti risultati:in primo luogo ha saputo indicare un metodo di lavoro, basato sul confronto aperto e sulla partecipazione collettiva, capace di procedere attraverso gruppi più ristretti e momenti assembleari, all’elaborazione di proposte articolate e argomentate e al contempo sintetiche. In secondo luogo ha mostrato che le istanze di rinnovamento sono sempre più sentite e diffuse, e che il movimento che se ne fece promotore a partire da Prato, alla vigilia dello scorso congresso, è quanto mai vivo e propositivo, e sa e vuole essere interlocu-tore di tutti coloro che, pur da posizioni differenti, ma rifiutando chiusure pregiudiziali e la discutibile pras-si degli accordi preventivi su nomi e cariche, sono pronti a mettersi in gioco per rendere l’Unione sempre più forte, più dinamica e più aperta alle sfide del futuro.Segnaliamo in fine che la due giorni di Napoli è stata trasmessa in diretta da Radio Oltre dell’Istituto Cavazza, e ripresa in streaming dalla radio della sede centrale, e che è possibile scaricare il podcast dell’in-tero convegno dal sito di RadioOltre.

Francesco Fratta

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Quella della mobilità è una battaglia che si decide nel tem-po. E non abbiamo nessuna intenzione di tirarci indietro. Negli ultimi mesi, in diversi contesti istituzionali, l’UICI Torino ha fatto sentire la sua voce, rivendicando, ancora una volta, il sacrosanto diritto dei ciechi assoluti a spostar-si in autonomia e sicurezza. Lo scorso 6 ottobre siamo scesi in piazza scandendo lo slogan “Mobilità accessibile a costi accessibili” e abbiamo ottenuto un incontro col vicesindaco Elide Tisi, al quale abbiamo consegnato un documento prodotto insieme al Coordinamento Interassociativo per la Mobilità. Non un generico appello, ma un elenco con proposte concrete e strade percorribili. Qualche settimana più tardi siamo sta-ti ricevuti dal sindaco Fassino e dell’assessore ai trasporti Lubatti. E’ stata l’occasione per esplicitare e rafforzare le

richieste. Abbiamo cioè ribadito che la nostra non è una battaglia per il taxi. Questo strumento è stato finora in-dispensabile per consentire ai ciechi assoluti di studiare, lavorare e avere una vita di relazione. Se ora, per ragioni economiche, la soluzione del taxi non è più praticabile, siamo disponibilissimi a trovare delle alternative. Purché siano soluzioni reali e non dei “tappabuchi” di facciata. Le nostre proposte sono ormai ben note e vanno dal traspor-to collettivo porta a porta fino alla possibilità di accede-re ai mezzi pubblici con l’aiuto di un accompagnatore. A questo proposito ho personalmente esortato il sindaco Fassino (che è anche presidente dell’Associazione Comuni Italiani) a fare pressioni sul governo di Roma perché il Servizio Civile venga potenziato. Se davvero il premier Renzi mantenesse fede alla promessa di un Servizio Civile Universale, aperto a 100.000 giovani nel 2017, i benefici per i ciechi sarebbero tantissimi. Si potrebbe perfino im-maginare una parziale contribuzione a carico del disabile che ne facesse richiesta, a fronte però di un aiuto versatile e prezioso per molti aspetti del vivere (mobilità compresa).Pur sottolineando un quadro economico a dir poco disa-stroso, le autorità cittadine hanno dimostrato una certa di-

sponibilità verso le nostre proposte (almeno sul piano dei principi). «Non sono legato al servizio buoni taxi come uni-co strumento possibile – ha sostenuto l’assessore Lubatti – Se si riescono a individuare soluzioni alternative e più sostenibili, ben vengano». Ora però è tempo di dar segui-to alle promesse e di iniziare un confronto serio, a partire dal nostro documento. E se, durante l’incontro di ottobre, il sindaco Fassino aveva posto come condizione prelimi-nare l’approvazione in Parlamento della Legge di Stabilità (dalla quale dipendono anche i fondi per i Comuni), non appena la votazione alle Camere sarà conclusa (e ormai è questione di pochissimi giorni) torneremo “alla carica” con nuove sollecitazioni. Qualcuno forse potrebbe obiettare che siamo davanti al solito “scaricabarile” delle responsabilità, con un sostan-

ziale immobilismo nascosto dietro la parvenza di tempi continuamente dilatati. Ma vi assicuro che, per quanto ci riguarda, continueremo a batterci per raggiungere degli obiettivi concreti in tempi ragionevoli. Vorrei concludere con una piccola nota “di colore”. Nell’ambito delle iniziative organizzate dalla Consulta Persone in Difficoltà per la Giornata Internazionale dei Disabili, l’assessore Lubatti ha accettato di mettersi per qual-che minuto nei panni di un cieco. A occhi bendati, guidato dal presidente della nostra polisportiva Giuseppe Valentini, l’assessore ha percorso un breve tratto di strada cercando di destreggiarsi col bastone bianco. Premettendo che da anni desideravo una simile occasione di confronto “sul campo”, è stata comunque un’iniziativa significativa sul piano politi-co. Per noi queste difficoltà non durano solo qualche minu-to, ma si ripetono tutti i santi giorni. Speriamo quindi che quello di Lubatti non sia stato solo un gesto “formale”, bensì un autentico desiderio di avvicinarsi al nostro mondo e ai nostri bisogni. E speriamo soprattutto che questa esperien-za possa riverberarsi sul piano delle scelte concrete.

Giuseppe Salatinopresidente UICI Torino

Mobilità: avanti verso soluzioni nuovePositivi gli incontri con le autorità cittadine, ma ora serve un confronto serio, a partire dal nostro documento

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L’UICI alla conferenza delle Ong

Ogni anno la Commissione per i Diritti Umani della Conferenza delle ONG internazionali del Consiglio d’Eu-ropa, uno dei quattro pilastri del Consiglio stesso (gli altri sono il Comitato dei Ministri delle politiche sociali degli Stati membri, i rappresentanti dell’Assemblea parlamen-tare e i rappresentanti del Congresso dei poteri locali e regionali), organizza una conferenza o un seminario di riflessione nell’ambito della giornata internazionale per la lotta contro la povertà che si celebra il 17 ottobre. Quest’anno l’Italia, nell’ambito del semestre della sua Presidenza dell’Unione Europea, ha voluto ospitare la Conferenza di alto livello a Torino, nella città dove, il 18 ottobre 1961, fu sottoposta alla firma degli Stati membri del Consiglio d’Europa la prima Carta Sociale Europea, poi rivista nel 1996 a Strasburgo. E Torino, quindi, è stata scelta anche dalla conferenza delle ONG internazionali accreditata presso il Consiglio d’Europa per tenervi in pa-rallelo i propri lavori.Alla suddetta conferenza delle ONG, concentrata quest’anno sull’articolo 30 della Carta, è stata invitata an-

che l’UICI, pur non essendo essa una ONG (organizzazio-ne non gover-nativa), ma una ONLUS (orga-nizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) .Perché?E cosa dice l’ar-ticolo 30?Il succitato ar-ticolo dice tra l’altro: “Per as-sicurare l’effet-

tivo esercizio del diritto alla protezione contro la povertà e l’emarginazione sociale, le Parti s’impegnano:a. a prendere misure nell’ambito di un approccio globale e coordinato per promuovere l’effettivo accesso in parti-colare al lavoro, all’abitazione, alla formazione professio-nale, all’insegnamento, alla cultura, all’assistenza sociale medica delle persone che si trovano o rischiano di tro-varsi in situazioni di emarginazione sociale o di povertà, e delle loro famiglie [...]” .Nella stessa carta vi è anche un articolo espressamente dedicato ai disabili, che in sintesi così recita:“Per garantire alle persone portatrici di handicap l’effet-tivo esercizio del diritto all’autonomia, all’integrazione sociale ed alla partecipazione alla vita della comunità, a prescindere dall’età e dalla natura ed origine della loro infermità, le Parti si impegnano in particolare:

1. ad adottare i provvedimenti necessari per sommini-strare alle persone inabili o minorate un orientamento, un’educazione ed una formazione professionale nel qua-dro del diritto comune ogni qualvolta ciò sia possibile oppure, se tale non è il caso, attraverso istituzioni spe-cializzate pubbliche o private;2. a favorire il loro accesso al lavoro con ogni misura su-scettibile d’incentivare i datori di lavoro ad assumere ed a mantenere in attività persone inabili o minorate in un normale ambiente di lavoro e ad adattare le condizioni di lavoro ai loro bisogni o, se ciò fosse impossibile per via del loro handicap, mediante la sistemazione o la creazio-ne di posti di lavoro protetti [...]; 3. a favorire la loro completa integrazione e partecipazio-ne alla vita sociale mediante misure, compresi i presidi tecnici, volte a sormontare gli ostacoli alla comunicazio-ne ed alla mobilità ed a consentire loro di avere acces-so ai trasporti, all’abitazione, alle attività culturali e del tempo libero”.L’uici è stata invitata perché, come grande organizzazio-ne storica per la tutela morale e materiale dei Ciechi e degli ipovedenti, è uno degli enti che si batte da sem-pre contro l’emarginazione dei disabili e per assicurare loro una scolarizzazione, un lavoro e condizioni di vita dignitose. In rappresentanza della nostra Associazione è intervenuto alla conferenza di Torino il nostro consi-gliere nazionale, nonché consigliere provinciale, Prof. Francesco Fratta. Nel suo breve intervento ha espresso la preoccupazione per i segnali poco incoraggianti pro-venienti dal nostro esecutivo che, pur avendo l’Italia ratificato fin dal ’99 la Carta sociale europea (compreso l’art. 15), non pare tenere in gran conto le problematiche legate alla disabilità. Non si spiegano altrimenti, infatti, la scarsa sollecitudine degli ultimi tempi nel garantire, secondo le leggi, il sostegno scolastico agli studenti con disabilità e la deroga di fatto sempre più frequente, già concessa ufficialmente alle banche, sull’assunzione ob-bligatoria di centralinisti con disabilità visiva da parte di enti pubblici e privati. A ciò si aggiungano i tagli sempre più consistenti delle risorse in generale destinate all’as-sistenza, nonché di quelle riservate ad enti e associazio-ni che come la nostra, provvedono a tutta una serie di servizi in favore dei disabili, in materia di istruzione, di avviamento al lavoro, di pensionistica, di autonomia, di accesso alla cultura, ecc., secondo il principio di sussidia-rietà. Pur non rientrando nelle nostre specifiche finalità – ha anche detto Fratta - ci troviamo tra l’altro, negli ul-timi tempi, a dover intervenire anche con qualche sussi-dio una tantum di carattere economico in favore di nostri soci che per vari motivi si vengono a trovare in particola-ri ristrettezze. Ma anche a prescindere da questi casi, la forte riduzione dei finanziamenti all’intero terzo settore e ad associazioni come la nostra, rischiano di impedirne

Risorse al minimo, per molti disabili è allarme povertà

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A Enzo Tomatis il Sigillo Civico della Città di TorinoNella Sala Rossa del Comune la cerimonia di consegnaUn riconoscimento “per l’impegno con il quale avete sapu-to trasformare la disabilità in mobilitazione attiva, non solo di voi stessi, ma dell’intera società”. Queste le parole pro-nunciate dal sindaco di Torino Piero Fassino lo scorso 10 no-vembre, durante la cerimonia di consegna del Sigillo Civico a quattro personalità impegnate per i diritti dei disabili. Tra i premiati c’è Enzo Tomatis, consigliere ed ex presidente UICI Torino, che ha guidato la nostra sezione fino allo scorso gen-naio. Il Sigillo Civico della Città di Torino è un’onorificenza conferita a cittadini che si siano distinti nell’ambito dell’im-pegno culturale, sociale e politico: in passato è stato conse-gnato a uomini del calibro di Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone. “Avete costruito movimenti e raggiunto traguardi – ha ri-cordato il Sindaco – Oggi a Torino, città dalla grande tradi-zione solidale, esiste una cultura che guarda alla persona

nella sua interezza e che considera i cittadini tutti uguali, indipendentemente dalla disabilità. Ma per arrivare a que-sto risultato ci è voluta una lunga battaglia culturale”. “Forte della sua volontà e della sua intelligenza – ha poi aggiunto il consigliere comunale Andrea Araldi – Enzo Tomatis non si è mai tirato indietro né si è lasciato fermare. Durante il suo lungo ‘matrimonio’ con l’UICI ha sempre lavorato perché i ciechi potessero vivere una vita più normale possibile”.E proprio nel ricordare il legame con l’UICI, “che ha dato a me più di quanto io abbia dato all’associazione”, Tomatis ha voluto dedicare il Sigillo “a tutti i disabili visivi e a tutti coloro che sostengono la nostra causa, ma anche agli amministra-tori pubblici che hanno accolto le nostre istanze con intelli-genza e senza pregiudizi”.Alla cerimonia in Sala Rossa, un momento di riflessione e di festa, ha partecipato una nutrita delegazione UICI Torino. Insieme con Tomatis sono stati premiati Paolo Osiride Ferrero (Cpd), Piera Parnigoni Civallero (Anffas) e Vincenzo Bozza (Utim).

di fatto il funzionamento, e di produrre quindi gravi con-traccolpi in termini di crescente emarginazione sociale e di conseguente perdita di autonomia e di dignità umana per tutti coloro che finora hanno beneficiato dell’azione capillare di tali enti e associazioni. Affinché i diritti – ha concluso Fratta – riconosciuti dalla Carta Sociale Europea divengano realmente tali, cioè esi-gibili dai cittadini, occorre che gli stati ottemperino con-cretamente agli obblighi per essi derivanti dalla ratifica della Carta, mediante specifici provvedimenti e adeguate coperture finanziarie, senza le quali non siamo in pre-senza di veri diritti, ma soltanto di belle parole prive di effetto concreto. Intento principale della Conferenza dello scorso 17 otto-bre, dunque, è stato in sostanza quello di mostrare agli

stati membri del Consiglio d’Europa tutto ciò che si è fat-to e che ancora si può fare, anche in tempo di crisi, per combattere efficacemente la povertà estrema e l’emar-ginazione sociale, operando d’intesa con la società civile organizzata e quindi con i soggetti coinvolti, sempre che si forniscano loro i mezzi necessari per poter assolvere compiutamente la loro mission. Si è inteso altresì, sia pure sommessamente, richiamare gli Stati medesimi – tutti, ma in special modo quelli che hanno ratificato la Carta Sociale Europea - al dovere primario e inderoga-bile di prestare concreta attenzione al benessere delle proprie popolazioni, e a non assumere a qualsiasi prez-zo come priorità assoluta, quello di onorare i debiti, che molti di essi hanno contratto per altro non sempre con la dovuta oculatezza e con finalità del tutto chiare.

10 UICI/011 SEZIONE PROVINCIALE TORINO

Bambini, anziani, famiglie intere, studenti: sono oltre 200 le persone che domenica 23 novembre si sono messe in coda al gazebo allestito dall’UICI in piazza Castello per la giornata di prevenzione e informazione “Tieni d’occhio la tua vista”.

Rinnovando un appuntamento ormai tradizionale, la nostra sezione ha scelto l’impegno sul campo e, grazie alla presenza di due specialisti, ha offerto gratuitamente ai cittadini una mi-sura del tono oculare, parametro fondamentale per la diagnosi di alcune gravi malattie come il glaucoma. A questo prezioso presidio sanitario si è affiancata l’attività di informazione: per tutta la giornata sono stati distribuiti opuscoli e altri materiali sulle patologie della vista e sull’attività della nostra associazio-ne. Tanti, soprattutto i più giovani, si sono fermati incuriositi e hanno posto domande al personale UICI. Da rilevare anche la presenza di molte persone straniere. Controllo periodico della vista e informazione corretta sono le due armi con le quali è possibile affrontare alcune gravi pato-logie degli occhi, a cominciare dal glaucoma, una malattia par-ticolarmente subdola, anche perché in fase iniziale può essere quasi asintomatica.Grazie a tutte le persone che hanno reso possibile questa gior-nata e arrivederci al prossimo appuntamento.

Giornate di prevenzione: un successo nel tempoPiù di 200 le persone visitate nell’edizione autunnale

Le novità da Handimatica 2014SPAZIO TECNOLOGIA

Come regolarmente accade ogni due anni, si è svolta a Bologna dal 27 al 29 novembre 2014, la manifestazio-ne Handimatica, organizzata dalla fondazione ASPHI (Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l’Handi-cap mediante l’Informatica). Per coloro che non la cono-scessero, si tratta di una manifestazione espositiva dove vengono portate tutte le novità riguardanti il mondo della disabilità in genere.Oltre alla parte espositiva, vi è una sezione dedicata ad incontri e Workshop sempre a tema disabilità.Ho seguito in prima persona l’evento, in quanto ho preso parte ad alcuni workshop e ne ho approfittato anche per fare un giro fra i vari stand espositivi a caccia di novità in-teressanti.Per quanto riguarda la parte dedicata alla cecità ed ipovi-sione, ambiti a noi maggiormente dedicati, non ho riscon-trato grosse novità ma comunque, vi sono alcune “coset-te” interessanti.Partiamo dalla ditta Audiologic di Padova che ha pre-sentato una versione rinnovata del suo programma Audiophone, che permette l’utilizzo semplificato di un telefono Android da parte di non vedenti ed ipovedenti. Il software racchiude al suo interno anche una funzione che permette di trasformare uno smartphone in un vero e proprio video ingranditore portatile.Sempre nello stand Audiologic, era ospitata l’azienda te-desca produttrice di display braille Handitech, che ha pre-sentato una barra braille altamente particolare, grazie alla

quale è addirittura possibile comporre musica attraverso il tocco delle celle che la compongono.In fine, Audiologic ha presentato in anteprima assoluta una nuova versione della sua macchina di lettura Audiobook, in versione totalmente portatile.Ha portato alcune novità ad Handimatica anche l’Istituto Cavazza che ha presentato un nuovo display braille por-tatile utile in diversi ambiti, dal collegamento ad un PC, all’interazione con smartphone e tablet Ma lo strumento è utilizzabile anche da solo come apparecchio per prende-re appunti o leggere testi.Presso lo stand dell’istituto era ospitata anche la ditta tedesca Baum che ha presentato un altro piccolo display braille molto ben realizzato e ben performante.L’ultimo aspetto interessante che mi sento di citare è la di-mostrazione di utilizzo di stampanti 3D per la realizzazione di oggetti da toccare. Sicuramente questo argomento sarà sviluppato in futuro, poiché tali apparati permetterebbero di creare facilmente modelli tattili a prezzi decisamente più bassi degli attuali.Per concludere, qualora foste interessati ad ascoltare quanto accaduto ad Handimatica, potrete consultare il sito www.nvapple.it, per il quale collaboro in prima perso-na, dove nella sezione podcast potrete trovare una serie di contributi audio fra i quali interviste alle ditte citate in questo articolo.

Alessio LenziResponsabile Comitato Informatico UICI Torino

Numero 3 - Dicembre 2014 11

Nati con la Cultura è il progetto con cui la Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus e Palazzo Madama danno il benvenuto culturale ai circa 8000 bambini che nascono ogni anno al Sant’Anna di Torino, il più grande ospedale ginecologico e ostetrico d’Europa.Dal 23 settembre scorso, a ogni nuovo cittadino è conse-gnato il Passaporto Culturale, che dà diritto a visitare gra-tuitamente per un anno Palazzo Madama, simbolo della città di Torino e patrimonio Unesco. La cultura entra così a far parte delle raccomandazioni per una buona crescita e il museo diventa una risorsa attraverso cui ricercare il proprio benessere fin dai primi passi, luogo di cittadinanza attiva e di accoglienza parentale.Da quando il progetto è stato avviato, Milano, Siena e Lecce hanno già dimostrato interesse ad adottarlo e numerosi musei, come il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, hanno avviato i lavori per accoglierlo.Nati con la Cultura intende creare un legame con il patri-monio culturale della città, per rafforzare il senso d’identi-tà e di appartenenza per i nuovi cittadini, italiani e stranie-ri. Concependo la cultura come ius soli, diritto alla nascita in un luogo, il progetto vuole avvicinare alle istituzioni cul-turali ampie fasce di pubblico.L’iniziativa nasce dal percorso avviato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna per l’umanizzazione della cura e dei suoi luoghi. Fin dai suoi esordi, la Fondazione ha infatti stimolato la creazione di una rete tra istituzio-ni culturali del territorio che fanno ricerca sul valore del-la cultura per il benessere e la traducono con progetti in ospedale. Arte, Scienza e Tecnologia lavorano insieme per rendere gli spazi più sicuri, capaci di rispondere a bisogni e desideri delle pazienti. L’idea della Fondazione Medicina a Misura di Donna è nata dal vissuto dell’ospedale Sant’Anna di Torino, sia da chi ci la-vora tutti i giorni, sia da chi lo abita come paziente. Hanno

risposto molte donne, di diverse professioni, che operando a fian-co delle istituzio-ni - Università e Città della Salute e della Scienza di Torino - hanno coinvolto la co-munità, con pro-getti concreti.Insieme alle isti-tuzioni culturali del territorio è stato attivato un “Cantiere dell’arte” che, attraverso processi partecipati di pittura collettiva, ha trasformato luoghi di passaggio grigi e deprimenti, in luo-ghi luminosi e vivi, cambiando la percezione dello spazio dell’ospedale e i comportamenti di chi lo vive. Ciò che i pazienti vedono intorno a loro condiziona il processo di cura: infatti è stato dimostrato che chi ha intorno a sé un ambiente gradevole e/o immagini considerate piacevoli percepisce meno il dolore, ha un processo di cicatrizzazio-ne delle ferite più rapido e un recupero post-operatorio molto più veloce.Il progetto è patrocinato da ICOM-Italia, l’organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti museali, e vi hanno aderito l’UICI – Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Torino, l’Istituto dei Sordi di Torino e il Centro Unesco di Torino, oltre a numerose altre realtà che hanno dato il loro prezioso apporto.

Chiara Benedetto Presidente Fondazione

Medicina a Misura di Donna Onlus

Nati con la culturaBellezza e cittadinanza fin dalla culla

“L’illusione ottica”, ovvero il truccoCome avrete capito, si tratta di un corso di trucco che si è svolto presso la nostra sezione UICI, promosso dal Comitato Pari Opportunità e rivolto alle donne, particolar-mente alle più giovani, ma non escludendo nessuna. Ad ogni età si può desiderare di imparare ad avere maggior cura del proprio viso che, in fondo, quando ci presentia-mo, è il nostro biglietto da visita. Fortunatamente abbiamo potuto avvalerci della compe-tenza e della professionalità dell’estetista, esperta in co-smesi, Vesselina Soldatova, che aveva già svolto con noi un primo corso di base. L’iniziativa ha avuto un notevole successo: a partire dalle prime lezioni, le partecipanti, mentre massaggiavano len-

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Casale e Crea: due luoghi di grande spiritualità

Questa volta, nel decidere la meta della nostra gita cul-turale e ricreativa, abbiamo pensato di visitare la città di Casale e il Santuario di Crea. Questo perché i partecipanti potessero conoscere e confrontare i luoghi di culto di due delle tre religioni monoteiste: quella ebraica e quella cri-stiana.Così la sezione U.N.I.Vo.C. di Torino ha organizzato, per il giorno 5 Ottobre, l’itinerario più opportuno, sapendo che, avvalendoci della professionalità dell’architetto Rolli e delle guide della Pro Loco, tutti avrebbero potuto ave-re le informazioni necessarie ed esplorare tattilmente le statue della cappella del Duomo ed alcuni gruppi scultorei dislocati nelle 23 cappelle sparse lungo il percorso al Sacro Monte.

La prima tappa del nostro viaggio è stata la Sinagoga di Casale; ultimata nel 1595, presenta una facciata esterna piuttosto anonima, a difesa dell’intolleranza religiosa. L’interno invece è di stile Barocco, ricco di volute e dora-ture. L’aron, l’armadio che contiene i rotoli della Torah, come in ogni sinagoga, è orientato verso Gerusalemme. All’inizio del ‘700 la sala fu ampliata per poter meglio ospi-tare la crescente comunità ebraica con la costruzione di un primo piano destinato alle donne. La signora Ottolenghi ci ha gentilmente accolto e, dopo aver fatto indossare agli uomini il Kippah, ci ha fatti accomodare suddividendoci fra maschi e femmine ed ha cominciato ad illustrare le iscri-zioni parietali in grafia ebraica: si tratta di citazioni tratte dai Salmi e frasi commemorative in ricordo dei numerosi

tamente il loro viso per far penetrare la crema in profon-dità, o seguivano i consigli dell’insegnante per applicare il fondotinta in modo uniforme, hanno cominciato a com-prendere, non solo l’importanza della cura di sé, del pro-prio aspetto, ma quanto tutto questo potesse infondere un senso di piacevole rilassatezza: in mezzo a tante occu-pazioni giornaliere, più o meno piacevoli, c’era finalmente un momento da dedicare a se stesse. La bellezza, lo sap-piamo, è un dono di natura, ma il prendersi cura di sé è un dovere di ogni donna, anche in una donna che non vede e che non può controllare, nello “specchio di Biancaneve” il risultato finale: la trasformazione. Non fraintendeteci, però, non si tratta di un trucco eccessivo, per stupire, per dimostrare che siamo più brave delle donne vedenti, ma soltanto dell’acquisizione di capacità che molte pensavano di non poter mai possedere. Così, a poco a poco, dal fon-dotinta si è passati al fard, al contorno occhi, all’ombretto, matita, mascara e rossetto ed ecco raggiunta l’autonomia anche nel campo della cosmesi. Naturalmente ognuna la raggiungerà in grado diverso, il rossetto potrà non essere

sempre perfetto, ma questo ac-cade anche per le donne vedenti che non sempre, o per mancanza di tempo o per scarsa attitudine, risultano al top! Ciò che conta è comprendere l’im-portanza di dedicare ogni giorno un po’ di tempo a se stesse, alla cura del proprio corpo e del pro-prio viso per sentirsi più distese, più serene, più pronte ad affron-tare i numerosi impegni della gior-nata. E poi ... consideriamo anche la soddisfazione di poter dare dei consigli ad alcune amiche veden-ti che si sono sempre truccate

in modo “fai da te”! La notizia di questo corso, grazie al comunicato del nostro addetto stampa, è comparsa sul blog “A ruota libera” della Stampa, sull’agenzia Redattore Sociale e, in seguito, su alcuni periodici come ‘’IO DONNA” e quotidiani come “Il Corriere della sera”. Anche la tele-visione si è interessata alla nostra iniziativa: la emittente televisiva TV2000 ha effettuato alcune riprese e interviste durante una lezione del corso. Tali riprese sono state suc-cessivamente mandate in onda nella trasmissione “Siamo noi”, alla quale sono intervenuta in qualità di consigliera per le pari opportunità.Ci auguriamo che anche presso le altre sezioni possano svolgersi analoghe iniziative e, per quanto ci riguarda, ci piacerebbe realizzare degli incontri total look che possa-no coinvolgere, sotto la guida di insegnanti esperti, don-ne vedenti e non, al fine di favorire quell’inclusione di cui tanto si parla ma che troppo spesso è puramente teorica e marginale.

Nunziata Panzarea

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interventi di rifacimento del tempio e dei principali even-ti fausti nella vita della comunità. come la salvezza dagli assedi del 1629 e 1656 e soprattutto l’emancipazione del 1848. Quest’ultimo è l’unica iscrizione bilingue, in italiano e in ebraico. La signora ci ha quindi esortato a rivolgerle delle doman-de, attraverso le quali abbiamo avuto modo di conoscere meglio l’origine di alcune festività ebraiche come la rosh hashanà (capodanno ebraico) e la pèsach (Pasqua ebraica) con i loro riti e le loro tradizioni. Abbiamo imparato che il calendario ebraico non è basato - come il nostro - sull’an-no solare ma è un calendario detto lunisolare, cioè calco-lato su base sia solare che lunare. L’anno è composto di 12 o 13 mesi di 29 o 30 giorni ciascuno perciò le festività non coincidono con quelle cristiane. Dalla Sinagoga siamo passati al Duomo dedicato a Sant’Evasio, patrono della città. Iniziato nel 1108 è in stile gotico – romanico pur con diversi rifacimenti che giungo-no fino al 1800, periodo in cui fu effettuato l’ultimo signi-ficativo restauro. Appena entrati, l’architetto Rolli ci ha illustrato il significato dell’ingresso chiamato nartece: qui venivano accolti i catecumeni e i pubblici penitenti nonché coloro i quali non avevano ancora ricevuto il sacramento del battesimo. All’interno del Duomo la guida ci ha fatto toccare una piccola colonna posta sul punto in cui sarebbe stato martirizzato Sant’Evasio e il gruppo marmoreo che rappresenta l’estasi della Maddalena. Nel pomeriggio dopo il pranzo nel ristorante situato pres-so il Santuario di Crea, abbiamo visitato con l’ausilio di una nuova guida alcune delle 23 cappelle del Sacro Monte che raccontano la storia di Maria dalla nascita fino all’assun-zione in cielo, ispirandosi non solo ai testi Sacri ma anche ai Vangeli Apocrifi. L’apporto tattile è stato poco rilevante, ma dalle spiegazioni della guida c’è stato fatto notare che quasi tutti i pittori e gli scultori che lavorarono nelle cap-pelle erano personaggi del luogo e dipingendo e scolpen-do traevano ispirazione soprattutto dalla civiltà contadina che meglio conoscevano. Nella cappella della natività di Maria, Sant’Anna, nell’atto di partorire la Vergine viene as-sistita da tre donne: una levatrice che avvolge la neonata con dei panni, una che la sostiene nelle fatiche del trava-

glio ed infine un’altra che per ristorarla dopo il parto le offre un uovo; come si vede si tratta di consuetudini decisamente umili e legate alla vita di campagna. Notevole è anche la VII cappella che rappre-senta lo sposalizio di Maria. Il gruppo sculto-reo rappresenta il momento in cui il bastone di Giuseppe fiorisce indicando in tal modo che è Lui il prescelto, con grande disappunto de-gli altri pretendenti più giovani e ben vestiti. Avremmo voluto visitarle tutte ma non c’è sta-to il tempo, e così, dopo aver lasciato la pace e la tranquillità di quelle colline siamo ritornati a Torino sentendoci tutti più arricchiti dal punto di vista culturale, ma anche più sereni e tolle-ranti verso coloro che hanno idee, costumi e

tradizioni diverse dalle nostre. Infatti la conoscenza e il dialogo sono alla base del rispetto che dovrebbe costituire le fondamenta di ogni società veramente giusta e solidale.

Flavia Navacchia

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In occasione della mostra Felice Casorati. Il pensiero as-sorto (Galleria d’arte Moderna di Torino, 25 ottobre-1° febbraio), il Dipartimento Educazione della GAM, in colla-borazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Tactile Vision e Primo Liceo Artistico di Torino – Arti Figurative, ha messo a punto il progetto Solidisegni (accessibili a tutti), nell’ambito del quale sabato 13 dicembre è stato realiz-zato un workshop con percorso multisensoriale e focus group di confronto.L’esposizione della Gam di Torino, che presenta nella Wunderkammer una selezione di sculture e opere grafi-che del Gabinetto Disegni e Stampe del museo oltre a tre importanti dipinti esposti nelle Collezioni, si svolge in con-temporanea con quella nella quale la Fondazione Ferrero di Alba, con un’ampia mostra antologica, rende omaggio a Felice Casorati, uno dei più rilevanti artisti italiani del Novecento.Il progetto “soli disegni” ha previsto un percorso insolito in mostra e in museo con l’uso di materiali strutturati per facilitare la comprensione delle opere d’arte attraverso registrazioni vocali, riproduzioni di opere con percezio-ni aumentate su fogli e rilievi plastici oltre all’esperienza multisensoriale nell’Education Area del Dipartimento Educazione GAM. Tactile Vision e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti hanno curato la sperimentazione con diverse prove del disegno in rilievo della splendida opera grafica Bambina dormiente (1927), dello schizzo e dell’opera pittorica La donna e l’ar-matura (1921) oltre alla trascrizione in braille delle descri-zioni delle stesse e della biografia di Felice Casorati. Il Primo Liceo Artistico di Torino, per parte sua, con le classi

4°e 5° B dell’in-dirizzo Arti Figurative, , ha coinvolto un’ex-studentessa per la riproduzione della scultura in terra cotta “Ada”, realizza-ta da Casorati nel 1914, che costituisce un elemento im-portante per comprendere con le mani i volumi plasti-ci dell’omo-nimo ritratto. Nell ’ incontro del 13 dicem-bre, poi, ampio

risalto è stato dato alla presentazione e alla sperimenta-zione della ricca e originale raccolta di tavole tattili d’inter-pretazione poetica delle opere di Felice Casorati realizzate dagli stessi studenti del Primo Liceo Artistico. L’obiettivo di questo progetto è quello di rivolgersi ai di-versi pubblici, ricordando che tutti sono possibili fruitori dei beni culturali contenuti ed esposti in un museo, e di offrire, quindi, a chiunque lo desideri, la possibilità di partecipare e comprendere l’arte, grazie alla predisposi-zione di opportuni ausili ed accorgimenti. E infatti, oltre ai supporti tattili rivolti prevalentemente (ma non solo) ai ciechi e ipovedenti, la giornata del 13 ha offerto anche ad alcuni studenti universitari sordi, grazie all’interessamen-to dell’Istituto di Pianezza, la possibilità di apprendere e comunicare in modo facilitato attraverso la traduzione in LIS durante tutto lo svolgimento dell’esperienza. Sempre in occasione di “Solidisegni”, in fine, anche il grup-po “Making Sense. I sensi e le parole nell’opera d’arte”, ha preso parte alla sperimentazione degli strumenti ideati e realizzati dai partners di tale progetto, facendone un mo-mento importante del proprio percorso di riflessione. Making Sense è un gruppo di ricerca composto da Dipartimento Educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Attività Educative del PAV Parco Arte Vivente, Tactile Vision Onlus, Dipartimento Arte, Architettura e Design del Politecnico di Torino, Tea Taramino per la Città di Torino, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sezione di Torino -, che da un anno, insieme a un gruppo di volontari vedenti e non vedenti, si incontrano in workshop e labora-tori per arrivare alla composizione di strumenti di suppor-to alla fruizione dell’arte per persone con disabilità visive.Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a Dipartimento Educazione GAM - tel. 0114429546 e.mail: [email protected] [email protected]

Francesco Fratta

Le opere di Casorati da ascoltare e toccareIl progetto alla Galleria d’Arte Moderna

Numero 3 - Dicembre 2014 15

Il comitato delle Pari Opportunità e la Responsabile Regionale, dopo aver sottoposto il loro progetto al Consiglio della sezione dell’Unione Italiana Ciechi di Torino, che lo ha approvato, hanno il piacere di annunciarvi che, sabato 21 febbra-io, presso l’educatorio della Divina Provvidenza, avrà luogo un convegno volto ad indagare le cause che generano questa crescente violenza sulle donne e in generale sui più deboli ed emarginati. A questo seminario parteciperanno, con le loro relazioni, alcuni scrittori che hanno trattato questi temi nei loro romanzi e psicologi che tratteranno i singoli argo-menti con profondità e competenza. Inoltre, per quanto riguarda le problematiche legate al nuovo ruolo del maschio nella coppia, sarà presente un noto psicologo e consulente familiare di Torino. Non mancherà la partecipazione delle psicologhe dell’Unione che affronteranno le problematiche più strettamente legate alla disabilità e che spiegheranno la necessità della presenza di una figura molto importante, ovvero quella del consulente sessuale, preparato per affron-tare i problemi giovanili dei disabili nell’accostarsi al sesso e consigliare le famiglie sul come aiutarli in questo momento estremamente delicato.Il convegno sarà rivolto a tutte le sezioni UICI della regione e vi prenderanno parte alcuni rappresentanti di altre asso-ciazioni femminili che si adoperano nell’assistere e nell’aiutare le donne vittime di violenza. Ci auguriamo che questa iniziativa incontri la vostra approvazione e, quel giorno vi aspettiamo numerosi: tutti abbiamo bisogno di imparare a comprendere di più le nostre emozioni, i nostri sentimenti, ma anche a tenerli sottocontrollo, razionalizzando i problemi e condividendoli col nostro partner. Non aggiungiamo oltre e … arrivederci al 21 febbraio.

Flavio Navacchia Responsabile Regionale UICI per le Pari Opportunità

Fiori Recisi Convegno sulla violenza contro le donne, con particolare attenzione alle problematiche legate alla disabilità visiva

Appello per “Torino + cultura accessibile”C’è anche l’UICI Torino tra i sostenitori dell’appello, lan-ciato nelle scorse settimane dalla Fondazione Carlo Molo, per la manifestazione “Torino + cultura accessibile”. Negli ultimi due anni l’iniziativa ha consentito a tante persone disabili, compresi molti nostri soci, di accedere a spettacoli teatrali e cinematografici, resi accessibili (nel nostro caso grazie all’ausilio di audiodescrizioni). Perché questa lodevole iniziativa possa proseguire nel tempo, sarebbe opportuno un confronto anche con le autorità regionali, cosa che finora, lamentano dalla Fondazione, non è avvenuta (nonostante i ripetuti solleci-ti). Per questo è stata scritta una lettera al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Tante le associa-zioni di disabili che vi hanno aderito, compresa natural-mente la nostra sezione.Per maggiori informazioni www.fondazionecarlomolo.it

Cene al buioEcco le date delle prossime Cene al Buio, eventi organizza-ti dalla nostra polisportiva Asd che riscuotono sempre un notevole successo e che, per chi non ci conosce, possono essere un modo nuovo e giocoso per avvicinarsi alla realtà dei disabili visivi. Due i locali in cui si svolgono le cene: il ristorante del Santuario di Maria Consolata (in via Maria Adelaide) e l’Inferno Cafè (via Calvo 3).

• Venerdì 23 gennaio 2015 (presso Consolata), • Sabato 14 febbraio 2015 - speciale San Valentino

con musica e letture dal vivo (presso Consolata),• Giovedì 12 marzo 2015 (presso Inferno Cafè),

• Venerdì 17 aprile 2015 (presso Consolata), • Venerdì 15 maggio 2015 (presso Consolata) , • Giovedì 11 giugno 2015 (presso Inferno cafè)

Per conoscere le modalità di iscrizione è possibile far rife-rimento al sito della Polisportiva www.polisportivauicto-rino.it

Incontri Gruppo AnzianiRicordiamo che sono ripresi gli incontri del Gruppo Anziani, organizzati dall’UICI e dall’U.N.I.Vo.C. nei locali della nostra sezione. L’appuntamento è per il giovedì dal-le 15 alle 17.30. Gli incontri sono un valido antidoto alla solitudine, un male purtroppo molto diffuso nelle nostre città. Non solo: sono occasioni preziose per vivere qualche ora spensierata con momenti ludici e ricreativi, ma anche per scambiarsi idee, opinioni, riflessioni. Vi aspettiamo nu-merosi!

Chiusura per la pausa nataliziaRicordiamo che i nostri uffici saranno chiusi per la pausa natalizia da mercoledì 24 dicembre a martedì 6 gennaio. Riapriranno mercoledì 7 gennaio con il consueto orario di sportello (tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18)

Buon Natale e Buon 2015!A tutti i soci e gli amici della nostra sezione UICI Torino, i nostri migliori auguri di buon Natale e di un nuovo anno sereno, gioioso e soddisfacente

Lo staff UICI Torino

UICI Sezione provinciale di Torino,corso Vittorio Emanuele II 63

10128 TorinoTel: 011/535567

011/5628028Web: www.uictorino.it

E-mail: [email protected]