Ucraina, "Cristo e diritti umani"

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Page 1: Ucraina, "Cristo e diritti umani"

12 .Primo Piano .LA STAMPA

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014

C’è odore di polvere, diaria morta, di mine-stra, e di immortali-tà. Nell’immenso sa-lone del comune di

Kiev, occupato dai ribelli di Mai-dan, un ragazzo suona il pianoforte,note distratte, isolate. Pare inseguanon uno spartito ma il filo di unpensiero. Sul bianco di una colonnahanno scritto parole perentorie,implacabili: «La città appartiene alpopolo». Come i bolscevichi sullemura di un altro palazzo, un colle-gio per principesse, a San Pietro-burgo, in un’altra rivoluzione. I cit-tadini bisbigliano con l’eterna pa-zienza di chi ha avuto a che fare conpoteri dispettosi e indifferenti efanno la coda, ai tavoli giovani ri-belli e anziane «babuske» li atten-dono dietro pile di moduli e di car-te. Li osservo. C’è una vita semplicee sana là dentro, vita di chi lavora dibraccia, stanchezza della sera cenafigli un sonno duro, senza sogni.L’Ucraina: un paese disarmato, as-sediato da un vicino ben attrezzatoe assai pericoloso.Nella sala, alta come una basili-

ca, la luce, sempre la luce! Che en-tra dalle finestre come un schiu-ma bianca, bagliore e insieme ri-flesso, alitando leggera, semplicee primitiva gioia: di brillare, di li-brarsi. Non si è mai nudi in questaluce del Nord. Ivanna è là, nellagalleria che sovrasta la sala. L’hoincontrata sulle barricate di Hru-shevskovo, imbizzita, con in manouna bandiera rossa e nera; e die-tro di lei, impavida, pronta a spic-care il volo contro gli scudi dei po-liziotti, sembrava fremere il maredella rivoluzione.Una Pasionaria di vent’anni,

quelle donne che fanno la compar-sa nei grandi rivolgimenti, comepesci volanti annunciano la profon-dità degli abissi. La rivoluzione chenon conosce compromessi, non co-nosce problemi, non conosce letempeste e gli oscuri misteri dellapolitica; conosce solo la vittoria e lasconfitta, non è seduzione ma volo,non è lusinga ma baldanza, non hamisteri. E per questo è vertigine.Ivanna ha occhi di bimba, scin-

tillanti di gioia silenziosa, difficiledire se il suo volto è banale o pre-zioso sotto la cascata di capellibiondi. Innocente e avventata sivolge alla tentazione e alla varietàdella rivolta come una pianta allaluce. È tutta tesa verso l’avvenire.Non ricorda, esi-ste. Nulla è anco-ra avvenuto, infondo. Ma non ènecessario cheavvenga: tutto sidecide molto,molto prima delfatto. La Storianon si vede, comenon si vede cre-scere l’erba. Miaveva detto unafrase, quel giorno «Noi ucraini nonvogliamo i valori di voi europei, mala pratica di quei valori. È un belsegno, rallegratevi, stiamo lottan-do per voi... per mostrarvi quelloche dovreste essere».Mi fa un cenno, imperiosa: «Sali,

timostro come funziona bene la no-stra rivoluzione. Siamo disciplinati

alla pensione. A gennaio sono venu-to qui, ho visto questi ragazzi, nonsono più partito. Tornerò a casa peruna settimana, ma ci sarà mio figlioa sostituirmi. Questo regime citratta come animali, abbiamo la no-stra dignità. Vogliamo cambiare ilpotere tutto deve essere nuovo per inostri figli, per i nostri nipoti». ELeonid piange, privo di forze pian-ge. Perché il dolore lo porta comeuna scheggia di legno sotto le un-ghie, come una spina nel cuore.Chiedo a Ivanna: parlami ancora

dell’Europa. «Non vogliamo perderela nostra identità, la amiamo, ci fa vi-vere, è il nostro sangue. Vogliamo ilvostro sistema di regole, legali e eco-nomiche, che qui non esistono. Guar-da che in queste poche settimane so-no già accadute cose straordinarie.Gli intellettuali dicevano: ci vorran-no decenni per formare una societàcivile in un posto come questo; e in-vece... ecco fatto! La gente va a cuci-nare, a meno venti gradi!, per quelliche occupano la piazza, gli avvocatisi mobilitano per difendere gli arre-

“Cristoediritti umaniQuesta rivoluzione

salvaanchevoi europei”Fra i pope, leMarianne e gli attivisti del “Maidan”: “Ci avete abbandonati

manon capite che in questa piazza ci sono i veri valori dell’Europa”noi, nessuna violazione della leggeobbediamo agli ordini del Consigliodel popolo. Guarda questi uffici: gliimpiegati del comune lavorano nor-malmente, nessuno li disturba tuttofunziona meglio di prima perché an-

che gli impiegatisono dalla nostraparte…». E ridefelice.Ivanna: perché

fai la rivoluzionea Maidan? Ap-poggia il bracciosulla palma, ilsuo stelo scarnoondeggia lieve-mente: «Viveresignifica vivere

di altri, ci divoriamo a vicenda equando c’è un piccolo sprazzo di so-lidarietà non lasciamocelo sfuggire.Rinforza quando si vive una vita du-ra come la nostra…Voglio che tu co-nosca Leonid».È anziano, un sorriso timido, di

bestia inquieta: «Faccio il camioni-sta a Leopoli, mi mancano tre mesi

La solidarietàNelle piazze della rivolta

ognuno fa quello chepuò: le donne portanoabiti, i professori inse-

gnano all’aperto. Nellafoto preti ortodossi

pregano durantegli scontri con la polizia

DOMENICO QUIRICOINVIATO A KIEV

UCRAINA

Reportage: la lunganottediKiev

Piazza: «L’Europa per me è Leonar-do, Michelangelo, Petrarca… Unozar, Putin, ci ha comprato con quin-dici miliardi per farci entrare nellanuova Urss, l’Europa è la nostra li-bertà, se cadremo cadrà anche l’Eu-ropa. Mi consolo; se mi ucciderannoresteranno lemie parole, il primo ar-ticolo della Costituzione…».Nella nostra grigia esistenza sem-

pre più economica, europei vincenti,svuotati, stanchi e disillusi, ci accor-giamo che aEst c’è gente che sta cer-candodi rianimarci, che solo grazie aloro potremo resuscitare e ritrovarenoi stessi? Forse siamo noi ad averebisogno di loro, per ritrovare energiae fede. E ricordiamoci che nulla puòdiventare più estraneo di ciò che si èamato.Nell’atrio donne in lunga fila por-

tano vestiti e pane per i ragazzi diMaidan. Mi vien incontro padreOleg, greco-ortodosso, aveva unaparrocchia in Germania, è tornato«perché il potere maltratta i cittadi-ni del mio paese». «Non possiamotradire come Pietro quando arresta-

stati, i medici curano i feriti, i giorna-listi creano una rete di informazionealternativa. Le donnette portano ve-stiti, scarpe, cibo. Perché gli studentinon perdano l’anno hanno montatotende dove i professori tengono i cor-si e correggono i compiti…».L’Europa: il crollo sovietico è stato

un evento senza destino, una querciadivorata dai vermi, dall’interno. Laloro vera liberazione è questa, oggi.A Kiev cercano di dare un nuovo no-me all’ideale, cercano di tenerlo in vi-ta, lo chiamano Europa, una entitàche forse esiste soltanto nei libri, cheassiste indifferente, pavida. Forse bi-sognametterli in guardia dalla even-tuale delusione, bisogna spiegar loroche le delusioni sono l’inizio dell’etàadulta, che in ogni delusione c’èqualcosa che dà forza e fermezza.Penso a quello che mi ha detto

Dmitro Pavlicko, uno dei maggioripoeti ucraini: è stato in prigione sot-to i comunisti, ha creato il primopar-tito dopo l’indipendenza, ha scritto«le poesie dai Maidan», a 84 anni!,per gridare insieme ai ragazzi della

Ivannahaocchidibimbascintillanti: «Gentechecucinaa -20,questaè lasocietàcivile»

DmitroPavlicko, 84anni«ZarPutinvuoleun’altraUrssLa libertàdell’Uevadifesaqui»

LA PASIONARIA

IL POETA

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LA STAMPA

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014.Primo Piano .13

ZURAB KURTSIKIDZE/EPA

RDICEMBRE2013

USAEUESCHIERATE

2McCainèaKievper testimoniareil sostegnoUsaalla rivolta,appoggiataanchedall’Ue

RNOVEMBRE2013

LEPROTESTE

1Migliaia inpiazzacontro il rifiutodiYanukovichdifirmare l’accordod’integrazioneconl’Ue

RGENNAIO2014

ILCAOSDILAGA

3La leggeanti-protestediYanukovichinfiammalapiazza.AKievsi contanoiprimimorti: si trattadiunagenteedi5dimostranti

Le tappedella rivolta

RGENNAIO2014

YANUKOVICHAPRE

4Ilpresidenteoffre laguidadelgovernoall’opposizione,cheperòrifiutaogni trattativaIlParlamentoabolisce la leggeanti-proteste

Le tende diventano chieseDurante la protesta i religiosi non si sono fatti da parte: nella piazza dell’Indipendenza,

occupata dai manifestanti anti governativi, è stata montata una tenda di fortuna per celebrarei servizi religiosi e offrire conforto e sostegno sia ai dimostranti che agli agenti di polizia

THOMAS PETER /REUTERS

rono Gesù, dobbiamo voltarci e tor-nare indietro. Qui la Chiesa ha sem-pre sofferto, è con il popolo, essereprete è il dovere di condividere, di te-stimoniare nella sofferenza e nelsangue».

L’Europa e la fede: le due animedi questa rivolu-zione. Penso allapreghiera che amezzanotte, ogninotte, si recita in-sieme, nel gelo,sul palco di Mai-dan; alla umiletenda cappellache è sulla piazzasotto la colonnaall’indipendenza.L’hanno costruitai cattolici ma vengono a pregaretutti: dietro una tenda bianca l’im-magine della madonna che proteg-ge Kiev, ha le mani aperte per acco-gliere. Già: Kiev, la seconda Geru-salemme, che l’oro di quattrocentochiese faceva risplendere come unscrigno… Il patriarca Filarete mi ha

accolto tra antiche icone e ritrattidi monaci venerabili. Il suo sguardopare una cosa materiale, che abbiaun peso, la voce dolcissima e triste,piena di golfi sereni, di curve armo-niose, di rosee penombre.

«A Maidan ci sono i cristiani, isacerdoti prega-no lì, questo po-polo indignatonon si può scon-figgere anche seci sarà la guerracivile. Perché vo-gliamo entrare inEuropa? Perchéquesta è la solagaranzia della no-stra indipenden-za. Questo popolo

ha superato con la fede molte pro-ve, la guerra, la grande fame… nonvogliamo vivere nel sistema totali-tario. La Russia con ogni mezzopreme per farci rinunciare, il gas, iricatti, il blocco dei nostri prodotti,vuole creare un nuovo sistema at-torno a sé, meglio un nuovo impero.

ElaGermania incoronailpugileeroedellarivolta

Quest’omone di due metri sarebbe pia-ciuto a Brecht. Che non amava gli eroi,ma tantissimo i pugili, e soprattutto lafreddezza dello «spettatore fumante»che non si lascia coinvolgere dallospettacolo. E di sangue freddo, VitaliKlitschko, ne ha dimostrato tanto. An-che ieri, alla Conferenza di Monaco,seduto tra un deputato russo che man-dava minacciosi messaggi a lui e allaUe, e al ministro degli Esteri ucrainoKozhara, che insisteva sui «terroristi»all’opposizione. Unico sintomo di im-pazienza, ad un certo punto l’ex cam-pione dei pesi massimi si è messo a di-stribuire, muto, fotografie con le atro-cità commesse dalla polizia nei con-fronti dei manifestanti a Kiev. E dopola tavola rotonda, ha detto che il ri-schio di guerra civile «è forte» e hachiesto sanzioni contro il governo.

Alla fine del suo intervento, un lun-ghissimo applauso della sala di diplo-matici, politici, militari, accademici haincoronato la superstar di questa se-conda giornata della Conferenza diMonaco. Klitschko è arrivato venerdìsera da Kiev, e dopo settimane che era-vamo abituati a vederlo con giacconi,maglioni, in piazza con qualsiasi tem-peratura, si è infilato giacca e cravattaper cominciare il primo giro di colloquicon Catherine Ashton. Ma all’hotel

Bayrischer Hof, dove si svolge la Confe-renza, è stato intercettato anche da al-tri, ad esempio dall’entusiastica stardella tv tedesca Thomas Gottschalk –quello della trasmissione «Scommet-tiamo che…» con la Hunziker – che si èfatto fotografare accanto a lui in giaccatirolese. Tra un incontro e l’altro – ieriKlitschko ha visto anche John Kerry e ilpresidente europeo Van Rompuy - amolti non è sfuggita la stretta di manocol senatore repubblicano John Mc-Cain, eroe del Vietnam: «Sei un’ispira-zione», ha esclamato.

TONIA MASTROBUONIINVIATA A MONACO DI BAVIERASchierati con i manifestanti

Padre Valery, come molti altri sacerdoti, ha abbandonatola sua città natale, Poltava, per dare sostegno

ai manifestanti di Kiev - e alle loro madri - e aiutarlia combattere la corruzione e gli abusi del governo

Con KerryIl leader dell’opposizione

Vitali Klitschko ha espressopreoccupazione al segretario

di Stato Usa, John Kerry

«NonpossiamotradirecomefecePietroconGesù.Ogni

nottepreghiamotutti insieme»

«Unpopolo indignatononpuòesseresconfitto.Con la fedehasuperatoprove terribili»

IL PRETE ORTODOSSO

IL PATRIARCA FILARETE

L’Europa non può limitarsi ad assi-stere, a dire ci spiace…».

Esco nella via Kresciatik, sembrache sui muri sia stato gettato un im-menso lenzuolo bianco come primadi una solenne inaugurazione. A de-stra e a sinistra, le strade di accessosono chiuse da barricate di ghiaccio,la spina dorsale della rivoluzione, infondo a 300 metri Maidan e il palaz-zo dei sindacati, occupato, che ne è ilcervello e il cuore. È il crepuscolo:nuota argenteo sui palazzi, barocchie staliniani, l’ora dell’irrealtà, delladisperazione, dei sogni. Che ondeg-gia tra il giorno e la notte.

La casa dei sindacati è il riassun-to della rivoluzione, essa è ovun-que, il palazzo vi sprofonda in essa.Ogni piano è un partito, un pezzodella rivolta. Il quinto è quello diSettore destro, i duri della Piazza, inazionalisti. Molti, soprattutto irussi e il governo, dicono che sonofascisti pericolosi. Dapprima nonvogliono farmi entrare. Hanno oc-chi duri, dicono: non mi frega nes-suno. Uno gioca con una spadaenorme, ragazze sdraiate su pa-gliericci si stirano assonnate e in-differenti. Eppure anche qui miparlano di Europa: «Nazionali-smo… fascismo. Se fossero la stes-sa cosa non ci sarebbero due parolediverse! Noi ucraini siamo europeiprima ancora che nascesse il ter-mine Europa! Cosa ha fatto l’Euro-pa per noi, per difenderci, nel pas-sato e ora? La Russia è un impero ela lotta contro l’impero è il primodovere: ci minacceranno sempre.Forse abbiamo capito che, anchequesta volta, dobbiamo contare so-lo su noi stessi…».