U ^AHTITA^ PER TUTTI - s094d8a64ba6172c3.jimcontent.com fileIo pensavo: "Non sono fatto per te,...

5
Guida educatori U ^AHTITA^ PER TUTTI Intervista a Carlo Mocellin marito della serva di Dio Maria Cristina Cella (una breve biografia a pp. 117-1 18) Carlo, sicuramente tu hai qualcosa da dirci sulla santità... Ti dirò che per me è un argomento molto forte in questo periodo, perché noi spesso partiamo dal punto sbagliato. Lo dico per esperienza personale, perché viene spontaneo guardare a Gesù e fare, fare, fare, mentre è necessario mettere in chiaro alcune cose: partire dall'obiettivo, cioè dal fatto che siamo veramente chiamati alla santità. Ci possiamo chiedere: "Ma cosa vuol dire?". Prima di tutto dobbiamo farci delle domande: "Chi sono io? Che cosa voglio dalla mia vita?". Viviamo in un mondo pieno di tante proposte, però tutto sommato le subiamo. Per questo penso che sia arrivato il tempo di ascoltare chi si è fatto queste domande prima di noi. È quello che ha fatto Cristina, una persona vicina a noi, di oggi, attuale, che ci dice: "Vale la pena di impostare la vita nel modo giusto!". Lei si è posta delle domande, prima di tutto: "Cosa sono chiamata a vivere?". È così che non subisci quello che gli altri ti propongono. Quali sono le proposte della mia vita? Chi mi propone la cosa più importante? La nostra vita non è uno scherzo, non possiamo vivacchiare come si fa di solito, dobbiamo fare delle scelte, fare un cam- mino, farci aiutare. Gli strumenti ci sono: abbiamo le comunità, i sacerdoti, i sacramenti, la preghiera, non ci manca niente, Cristina, per esempio, ha capito che c'era Gesù che le dava una speranza, per un amore che poteva essere libero, vero ed eterno. Questo deve scuoterci dentro, stiamo parlando di una proposta che ha un valore, perché cerchiamo la pace, la serenità, l'amore vero ed è proprio Dio che ce lo propone; anche se spesso ci spaventiamo, perché pensiamo che non siamo fatti per questo, pensiamo che la santità sia riservata solo ai grandi. 40 Approfondimenti

Transcript of U ^AHTITA^ PER TUTTI - s094d8a64ba6172c3.jimcontent.com fileIo pensavo: "Non sono fatto per te,...

Guida educatori

U ^AHTITA^ PER TUTTI Intervista a Carlo Mocell in

marito della serva di Dio Maria Cristina Cella (una breve biografia a pp. 117-1 18)

Carlo, sicuramente tu hai qualcosa da dirci sulla santità...

T i dirò che per me è un argomento molto forte in questo periodo, perché noi spesso partiamo dal punto sbagliato. Lo dico per esperienza personale, perché viene spontaneo guardare a Gesù e fare, fare, fare, mentre è necessario mettere i n chiaro alcune cose: partire dall'obiettivo, cioè dal fatto che siamo veramente chiamati alla santità. Ci possiamo chiedere: " M a cosa vuol dire?". Pr ima di tutto dobbiamo farci delle domande: "Chi sono io? Che cosa voglio dalla mia vita?". Viviamo i n un mondo pieno di tante proposte, però tutto sommato le subiamo. Per questo penso che sia arrivato i l tempo di ascoltare chi si è fatto queste domande prima di noi. È quello che ha fatto Cristina, una persona vicina a noi, di oggi, attuale, che ci dice: "Vale la pena di impostare la vita nel modo giusto!". Lei si è posta delle domande, prima di tutto: "Cosa sono chiamata a vivere?". È così che non subisci quello che gli altri t i propongono.

Quali sono le proposte della mia vita? Chi m i propone la cosa più importante? La nostra vita non è uno scherzo, non possiamo vivacchiare come si fa di solito, dobbiamo fare delle scelte, fare un cam­mino, farci aiutare. Gl i strumenti ci sono: abbiamo le comunità, i sacerdoti, i sacramenti, la preghiera, non ci manca niente, Cristina, per esempio, ha capito che c'era Gesù che le dava una speranza, per un amore che poteva essere libero, vero ed eterno. Questo deve scuoterci dentro, stiamo parlando di una proposta che ha un valore, perché cerchiamo la pace, la serenità, l'amore vero ed è proprio Dio che ce lo propone; anche se spesso ci spaventiamo, perché pensiamo che non siamo fatti per questo, pensiamo che la santità sia riservata solo ai grandi.

40 Approfondimenti

H a i detto che la santità è per tutti ed è n o n vivacchiare, né accontentarci, m a vivere i n pienezza la vita, così come Dio ce la dona. M a tu, quando pensi a tua moglie, la pensi come una santa? Cosa vuol dire pensare a lei concretamente?

Pensare alla santità ci spaventa, perché pensiamo a cose fuori dal mondo, che siano solo per i sacerdoti, le suore, le persone grandi, come Padre Pio, o San Francesco, ma i n realtà non è così. Queste sono persone illuminate da Dio, dei forti punti di riferimento, però Dio viene a chiamare ciascuno di noi, ognuno è chiamato alla santità. Quando penso a Cristina, penso ad una persona normale, perché ha vissuto vicino a me, ha vissuto con me e io sono una persona normale, quindi posso dire che la santità è possibile. Spesso pensiamo che diventare santi sia qualcosa che dobbiamo guadagnarci, è successo anche a me! Pensavo che vivere i n Dio fosse molto difficile. Pr ima m i chiedevo: " M a come si fa ad arrivare alla santità, com'è possibile?" perché non conoscevo ancora Dio. Eppure L u i ci propone cose facili, infatti non vuole che facciamo delle cose. E sbagliato pensarlo così. Bisogna fare esperienza d i un Dio che ci ama con amore misericordioso, che ci guarda con sguardo amorevole, non ci punta i l dito, non ci giudica, come invece io pensavo prima; perché questo non sarebbe amore vero, né amore libero. Io pensavo: "Non sono fatto per te, quello che m i proponi non è per me, io non ci riesco!". M a Dio è venuto a dirmi, tramite suo Figlio: "Guarda che ti amo, non ho bisogno di grandi cose da te, ma solo che tu t i fidi di me, lasciati andare, abbandonati a me, i l resto lo faccio io". Abbiamo un Dio che ci vuole bene, non si spaventa del nostro peccato, anzi, è venuto proprio per questo. Quando compren­do questo, so che tutto è possibile! Al lora cosa devo fare? Devo fidarmi di L u i . Io non so se Cristina è santa, sarà la Chiesa a stabihrlo, io non devo certo giudicare, ma la penso vicina a Dio, perché ha fatto la cosa più bella: si è fidata e affidata a L u i . Cristina ha fatto quello che L u i ha chiesto. Gesù dice: "Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici!". Cristina non ha dato la vita a Riccardo, ha donato la vita a Dio, l 'ha messa nelle sue mani, Tha desiderato per tutta la vita. Era straordinaria nella sua normalità, perché era piena di Dio, viveva per Dio e pregava, nella sua famiglia, i n modo semplice. La santità quindi è possibile a tutti noi, oggi, perché fidandoci di Dio, i l nostro cuore vive in Lui . Cristina ha seguito soltanto quello che L u i le ha chiesto nel Vangelo.

Rispetto alla normalità, siamo portati a pensare la santità come diventare perfetti, "super". Invece Dio ci viene a cercare proprio dove siamo più fragili, deboli, lontani da L u i . Sicu­ramente anche Cristina aveva dei limiti, m a la fede come la aiutava a vivere questi limiti?

Approfondimenti 41

Guida educatori

Ciascuno di noi, con i suoi difetti, debolezze e povertà non si sente a posto; così anche Cristina, anche lei con la sua testardaggine ha fatto i suoi errori, ma confidava nella misericordia di Dio. È i l nostro orgoglio che ci ferma, che porta a pensarci incapaci; invece, se desideriamo Dio, desideriamo la san­tità, sarà L u i ad agire. Vivere la santità non è essere a posto, ma fare le cose giuste. Chiediamo a Dio la santità, non dobbiamo contare sulle nostre forze! N o n dobbiamo dar retta alla vocina che ci dice: "Non vedi che non sei capace". Il suo amore ci basta. Se pensiamo di salvarci con le nostre mani sia­mo finiti. Nel momento della mia conversione, quando Dio è venuto a prendersi Cristina, ho capito che non devo cercare di essere perfetto. Anche oggi io m i sento povero, imperfetto, ma amato da L u i , perché faccio esperienza del Dio buono e misericordioso, che ha bisogno che io metta la vita nelle sue mani, m i porta L u i alla santità, alla perfezione. Se noi che siamo pìccoli guardiamo ai nostri figli con amore, scusando tutto, vuoi che Dio non ci guardi con tanto più amore? Una volta, dopo la confessione, ho detto al mio confessore che ero felice perché sentivo, dopo aver peccato, l'infinita misericordia di Dio, che m i libera dai miei l imit i e dalle mie difficoltà. N o i siamo chiamati all'amore libero ed eterno!

Nei racconti che sentiamo, sembra che certi santi siano diventati tali perché si sono staccati dal corpo, dalla dimensione umana. M a Gesù per primo ha preso u n corpo. T u che hai vissuto u n rapporto di coppia con Cristina, cosa ti senti di dire a noi, agli educatori, riguardo al corpo, alla sessualità, all'affetto? Come possiamo vivere la santità attraverso i l corpo? E tu come vivi adesso i l tuo amore con Cristina?

Prima pensavo che Dio fosse i l Dio della fatica, anche su questi aspetti. Invece l'esperienza del vero amore è bellissima, perché non è l'istinto a prendere i l sopravvento, ma i l rispetto, quell'affetto che t i porta ad aspettare i l momento giusto. Dio ci chiede pazienza, saper aspettare, non bruciare le tappe, ma non per farci un dispetto. Se vivi l'amore piano piano, crescendo con la tua ragazza o i l tuo ragaz­zo, fai un'esperienza profonda. Dio ci conduce alla pienezza. È questa l'esperienza che ho fatto con Cristina: siamo cresciuti mano a mano, faticando anche noi. Chi ama, desidera la felicità dell'altro, e

42 Approfondimenti

mm proprio i n questo modo ci ama Dio. N o n vuole niente in cambio. Come L u i ci ama, noi amiamo i figli e le persone che ci stanno attorno, È l'amore che ci fa Hberi. M i manca tanto Cristina, m i manca l ' int i­mità dell'affetto, i baci, gli abbracci, ma l'amore è anche del cuore, non ti ami solo perché fisicamente stai bene insieme. Io l'amo anche adesso, perché i l mio amore non è legato solo al corpo, altrimenti mi sarei trovato un'altra donna. M i manca certo la sessualità, ma m i manca soprattutto Cristina. Il nostro amore sta crescendo ancora. Una delle cose che Cristina m i ha messo davanti, prima d i tutto, è che dovevamo essere in tre, nel nostro amore ci doveva essere Dio: questa è la via del matrimonio, per vivere la santità. Dio ci ha indicato la via della croce, non la via più facile, ma l'unica via che ci conquista all'amore di Dio. Infatti, anche Cristina nei suoi scritti e preghiere definisce la sofferenza una via preferenziale per arrivare al cuore di Dio; senza scappare, ma affrontandola con la persona che ami, crescendo insieme.

Perché uno diventa santo e uno no? ^ ^ : - ;

Come fai a dire questo? N o n puoi dire una cosa del genere! Sai che i l peggior delinquente, mettiamo Hitler, agli occhi di Dio, amore infinito ed eterno, che non giudica come noi ed è fuori da tutti gli sche­m i , può essere considerato santo, se si è pentito anche all 'ultima ora? Si legge anche nel vangelo, con i lavoratori della vigna: la ricompensa che ha voluto dare a quelli dell'ultima ora è la stessa di quelli del mattino. N o i siamo abituati ad amare con la legge del dare e dell'avere. Padre Pio ha fatto tanto, ma non si è "meritato" i l paradiso, è opera di Dio se è andato in paradiso. Così Hitler, può aver chiesto perdono all'ultimo istante e aver detto: "Signore, ho sbagliato tutto nella mia vita" e Dio può averlo portato con sé. La vita non è un giochetto che dura cento anni, noi siamo fatti per la vita eterna! Se noi puntiamo i n alto e pensiamo di arrivare con le nostre forze, la meta è irraggiungibile, ma se ogni giorno ci mettiamo nelle sue mani, affidandoci completamente a L u i , convinti che la santità non si raggiunge con i propri meriti, ma solo con i l suo aiuto, allora possiamo farcela. I l Signore non sceglie alcuni, ma ama tutti. Se è venuto anche da me, povero vaso di creta, che perde da tutte le parti, ama proprio tutti. Quando scopri Gesù, la tua vita cambia, smetti di gestirla tu! M a può capitare che i l nostro orgoglio ci porti a dire ancora no, anche all'ultimo istante: così abbiamo giocato la nostra vita di cent'anni contro un amore libero ed eterno. La proposta è grande! Anche i n comunità, smettiamo di fare le cose per sentirci bravi, util i e magari brontolare perché gli altri non ci sono e non ci aiuta­no. Proviamo invece a dire agli altri: "Dio t i ama, fidati di Lui ! " . Oggi servono persone normali, che

Approfondimenti 43

Guida educatori

possano testimoniare l'amore di Dio. Cristina ha fatto proprio questo: partendo dall'essenziale, ha capito dove Dio la chiamava e da lì è partita e ha vissuto chiedendo l'aiuto di Dio. Solo con L u i poteva farcela. Certo la santità è una bella sfida, ma noi non possiamo rinunciare a questo, saremmo pazzi se non la prendessimo i n considerazione.

Grazie di quello che hai condiviso con noi, soprattutto perché le cose che dici e vivi sono importanti per la nostra vita. Speriamo i l camposcuola sia un'occasione per farle sperimentare anche ad altri. Sono esperienze che stanno dentro a ciascuno di noi , si tratta di imparare a leggerle.

V i do un consiglio: quando dovrete testimoniare quest'esperienza della santità ai ragazzi, chiedete l'aiuto dello Spirito Santo, perché è L u i che opera. M i piace quando dite: " L a santità è una bella sfida per la vita di ciascuno e anche per i l camposcuola: un tema per nulla scontato e che ha bisogno di uno sguardo nuovo, per non essere trattato come un pio desiderio che poco ha a che fare con la vita concreta". Cristina ha vissuto la sua vita non a parole, ma concretamente, anche se io allora non lo capivo. N o n erano begli ideali, pensieri astratti, i desideri e la vita erano una cosa sola. Ognuno ha i suoi tempi e i l suo percorso. Quando capiamo che la proposta di Dio è la più grande che esiste, abbia­mo tutto a disposizione per fare esperienza di L u i . Bisogna comunicarlo ai nostri ragazzi i n maniera concreta, manifestando un Dio che ci guarda, amandoci immensamente. I ragazzi possono vivere d i moto, macchine, telefonini, ma devono fare ordine, mettere ogni cosa al proprio posto, anche nel rap­porto con l'altro. N o n possono usarsi uno con l'altro: quella è tristezza, non amore; apparentemente si tocca i l cielo con un dito, ma rimane tanto vuoto. N o n possiamo buttare al vento le cose essenziali; Dio ci ha dato tutto per vivere nell'amore vero. Guardiamo a L u i per questo motivo!

44 Approfondimenti