sulla valutazione funzionale. - Cattedra di Geriatria · Nell’anziano che è caduto proponi una...
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Item 13
Nell’anziano che è caduto proponi una diagnosi differenziale per interpretarne le cause e per
realizzare un piano di intervento basato sui dati della storia clinica, dell’esame obiettivo e
sulla valutazione funzionale.
Il testo non è definitivo
Vien poi la trattazione del piano di intervento da attuare dopo aver identificate i fattori di
rischio intrinseci ed estrinseci della caduta: cosa deve fare-pensare il medico nel proprio
ambulatorio per affrontare in modo propositivo il problema ?; l’obiettivo è prevenire altre
cadute e contrastare la paura di cadere che è spesso presente nell’ anziano.
Fondamentale identificare i fattori di rischio che sono stati più attivi nell’ evento; spesso
non basta correggere le inadeguatezze dell’ ambiente di vita anche se è necessario.
Si tratta di prendere decisioni per contrastare gli effetti e la forza dei fattori di rischio
intrinseci ed estrinseci rilevati durante la visita medica; naturalmente si dovrà considerare
la multipatologia presente, i farmaci assunti, la fragilità e la resilienza residue , la
polipatologia e in particolare la presenza di dolore muscoloscheletrico; l’ osteoporosi è
valutabile con questionari appropriati oppure ricorrendo alla DXA anche del calcagno (è
eseguita anche in alcune Farmacie): la sua presenza deve essere nota e temuta.
Il Medico dovrà valutare se la caduta ha comportato la diminuzione delle performance
fisiche e mentali e se il recupero avviene nei tempi attesi. Il paziente ha risorse sufficienti
per un buon recupero dall’ episodio che comunque è stato apportatore di incertezza e di
inadeguatezza e per seguire un programma di prevenzione ?
L’adeguamento dell’ambiente domestico è semplice, anche se richiede l’individuazione dei
punti a rischio, si potrà consigliare l’installazione di device di sicurezza fino ai sistemi di
allarme indossati dal paziente nel caso che esso viva solo. Le condizioni funzionali e
mentali dell’anziano che si presenta in ambulatorio forniranno suggerimenti iniziali per
definire gli interventi possibili che devono tendere a migliorare le sue prestazioni motorie.
Nel caso che la forza muscolare sia ridotta ed è quasi sempre così si dovrà pensare ad
esercizi di resistenza per aumentare la forza; la sarcopenia è costante nel vecchio, ma
può essere accentuata oltre che dall’età anche dalla inattività, dalle malattie croniche,
malnutrizione, condizioni neurologiche, infiammazione (inflammaging), disormonosi. Gli
esercizi di resistenza aumentano la forza muscolare attraverso la maggior sintesi di
miosina, aumentando la grandezza dei muscoli e il numero dei mitocondri. Combattere la
perdita della massa muscolare è possibile con esercizi di resistenza progressiva - che
prevede l'aumento graduale nel tempo dei pesi utilizzati e della frequenza e durata delle
sedute di attività ; in soggetti in buone condizioni si possono proporre cicli di 18-20
settimane di esercizi di resistenza crescenti: si ottengono buoni risultati con aumento della
massa muscolare (circa 500 grammi) e della forza del 20-30%. Gli adulti sedentari oltre i
50 anni vanno incontro a una perdita di massa muscolare di circa 200 grammi all'anno:
l’esercizio di resistenza muscolare può aiutare a rallentare questo trend. Esercizi di questo
tipo si possono fare anche da seduti (su una sedia) utilizzando le bande elastiche. Si deve
considerare l’ attività fisica adattata (AFA) che è consigliata come proframma generale per
il benessere delle persone più anziane -
https://www.ars.toscana.it/files/eventi/eventi_2012/riabilitazione_17-aprile-
2012/benvenuti_17aprile.pdf .
La velocità del cammino è un parametro indicativo di molti fattori e pertanto fornisce un
dato fondamentale e a costo ridotto riguardante lo stato funzionale dell’ anziano che è a
rischio di caduta
Con un programma di attività motoria la velocità del cammino in metri al secondo può
migliorare assai come riportato nella figura; la misura fornisce un parametro valutativo
fondamentale e a abasso costo.
La motivazione dell’anziano ad eseguire l’esercizio/movimento è problematica e in questo
può essere di aiuto la partecipazione ad attività di gruppo oppure la collaborazione del
parente/caregiver.
Gli interventi che prevedono un'attività fisica d'intensità moderata sono comunque da
consigliare ai soggetti di età anche molto avanzata perché prevengono la disabilità e di
conseguenza la possibile istituzionalizzazione. Uno studio della Cochrane conclude che gli
esercizi a casa e gli interventi che migliorano la sicurezza domestica riducono le cadute e
il rischio di caduta; pertanto è richiesto che anche il medico di famiglia sia in grado di
valutare i molteplici aspetti del problema e sappia proporre interventi adeguati ai singoli
casi tenendo conto del setting nel quale l’anziano vive.
Suggerimenti per ottenere migliori risultati
Allenatevi due o tre volte a settimana con un giorno di riposo tra ogni allenamento.
Esercitate sempre i principali gruppi muscolari: gambe, braccia, petto, schiena e
addome. Questo potrebbe comportare 8-10 esercizi diversi.
Eseguite almeno una serie di ogni esercizio. Questo significa ripetere lo stesso
esercizio 8-15 volte prima di riposarvi.
Potete migliorare la vostra forza muscolare eseguendo 2-3 serie di ogni esercizio.
Recuperate per circa due minuti tra ogni serie.
Se siete principianti, scegliete un peso che riuscite a sollevare 10 - 15 volte in
un’unica serie.
Quando siete in grado di eseguire un esercizio più di 10-15 volte in un’unica serie, è
arrivato il momento di aumentare il peso.
Potete quindi utilizzare un peso maggiore che riuscite a sollevare 8 -10 volte in
un’unica serie. Questa si chiama progressione. È necessaria se volete migliorare la
vostra forza.
Quando raggiungete i vostri obiettivi di forza, allenatevi una volta a settimana come
mantenimento.
Gli interventi attuati con la collaborazione del caregiver tendono a rassicurare l’ anziano
che ha paura di cadere con relazioni di aiuto certe e semplici.
Cochrane 09 interventi basati sull’ attività motoria riducono il rischio e l’ incidenza delle
cadute; raccomandati anche interventi multifattoriali a domicilio , somministrazione di
vitamina D, alimentazione appropriata, calzature idonee (suola non sdrucciolevole e
allacciatura agevole).
La presenza di fragilità, sarcopenia ed osteoporosi deve essere sempre cosiderata nella
valutazione clinica dell’ anziano per pesare il rischio della caduta e i suoi effetti: l’
osteporosi è largamente trattata da altre discipline del corso di laurea.
Questi sono siti da visionare per imitarli; si tratta di video che renderanno più incisiva e utile la lezione di
solito centrata sulla nozione; si possono mettere online; un filmato spiega meglio e insegna a fare
https://www.youtube.com/watch?v=G1lwVhnnkoU&t=4s
http://ehssafetynews.wordpress.com/2013/04/04/how-you-can-prevent-slips-trips-falls/
http://www.youtube.com/watch?v=-jeddHew-Vo
http://www.youtube.com/watch?v=mFza0B5k7Ig (per frail)
http://www.youtube.com/watch?v=mQLzNf8VOIc
https://www.youtube.com/watch?v=UKbniB4Fk1g
https://www.youtube.com/watch?v=YJisTCwzhJM
Sicurezza a casa: vedi http://nihseniorhealth.gov/falls/homesafety/video/fall3_na.html?intro=yes
L'esercizio fisico è un intervento utile per prevenire le cadute degli anziani. Questi sono i
risultati di una revisione Cochrane che evidenzia, inoltre, come l'efficacia di altri
interventi, come ad esempio l'aumento della sicurezza nelle case o i supplementi di
vitamina D, sia invece ancora priva di robuste evidenze a supporto.
Le cadute negli anziani, sebbene raramente causino fratture gravi, possono impattare in
modo importante sulla qualità della vita. Ad esempio, dopo una caduta, le persone anziane
si sentono meno fiduciose e riducono le loro attività per evitare futuri incidenti. Per questo
motivo è importante mettere in atto strategie per ridurre le cadute, in modo da
tranquillizzare i soggetti a rischio e i membri della loro famiglia.
Gli esercizi fisici aiutano a prevenire le cadute in quanto migliorano la forza, la flessibilità,
l'equilibrio e la resistenza dei soggetti. "I programmi che prevedono esercizi fisici in gruppi
supervisionati, il Tai Chi - https://www.youtube.com/watch?v=PEUOdbkjSU4 - ed esercizi
individuali da effettuare a casa riducono le cadute.
In una revisione sistematica sono stati utilizzati i dati di 111 studi per un totale di 55.303
pazienti anziani. Oltre agli studi che valutavano l'efficacia dell'esercizio fisico, sono stati
inclusi altri tipi di intervento, come l'assunzione di vitamina D per ridurre la debolezza
muscolare, il potenziamento dei sistemi di sicurezza in casa, la chirurgia della cataratta
per migliorare la vista e la combinazione di questi interventi su base individuale.
I soggetti che svolgono attività fisica hanno meno probabilità di cadere rispetto a coloro
che non la praticano. La combinazione di interventi su base individuale inoltre può ridurre
le cadute. Un singolo studio riporta che altri interventi possono ridurre la frequenza delle
cadute. Ad esempio, una graduale diminuzione dei dosaggi di ansiolitici, antidepressivi e
farmaci per favorire il sonno; chirurgia della cataratta; l'utilizzo di scarpe antiscivolo in caso
di ghiaccio. La vitamina D riduce il rischio di cadute in coloro che hanno bassi livelli di
questa vitamina. Il potenziamento dei sistemi di sicurezza in casa è relativamente
inefficacie, tranne che nei gruppi ad alto rischio.
I ricercatori Cochrane concludono che solo studi clinici di dimensioni più ampie potranno
identificare le componenti importanti di un programma di esercizi fisici. Infine, un'altra
revisione Cochrane in fase di completamento si concentra sulla prevenzione delle cadute
tra gli anziani in strutture di assistenza residenziali ed ospedali: in questi setting il
problema è più noto e controllato anche se mancano qualificati interventi preventivi.
Secondo i risultati di uno studio Argento , gli anziani cadono il 48% delle volte fuori casa. Nella propria abitazione gli ambienti a maggior rischio sono: la cucina (25%), la camera da letto (22%), le scale interne ed esterne (20%), il bagno (13%).
Messe in atto tutte le precauzioni per rendere la casa più sicura (buona illuminazione, sedie con braccioli e schienali, utilizzo di scarpe antiscivolo, eliminazione di tappeti e inutili ostacoli, niente cera sui pavimenti, maniglie a staffa nella vasca e doccia etc.), eventuali interventi alla cataratta per migliorare la vista, regolazione periodica delle lenti degli occhiali, riduzione e sospensione graduale dei farmaci psicotropi, un’alimentazione con vitamina D nelle persone che ne hanno carenza per ostacolare la demineralizzazione delle ossa, secondo la Cochrane ciò che fa davvero la differenza è l’esercizio fisico. Muoversi con costanza e regolarità dona forza, elasticità, coordinazione, equilibrio, resistenza, sicurezza. I ricercatori sono giunti a queste conclusioni dopo avere revisionato ben 159 sperimentazioni cliniche, in pratica tutti gli studi sino ad oggi effettuati, coinvolgendo circa 79.000 persone. Ma attenzione, come rilevato dai colleghi dell’Università di Maastricht, pur essendo il movimento assolutamente imprescindibile, occorre intervenire, per ottenere risultati concreti, contemporaneamente anche su gli altri parametri, poiché le cadute sono spesso il risultato dell’interazione di più situazioni, alcune delle quali, per fortuna, modificabili. Per eseguire gli esercizi più adatti al vostro stato di salute, evitare errori di esecuzione e dosare l’allenamento in funzione della vostra condizione fisica, l’ideale sarebbe frequentare dei corsi collettivi per anziani, in cui istruttori qualificati sono lì appositamente per guidarvi e consigliarvi. Se ciò non è possibile, ecco alcune indicazioni che possono tornarvi utili per “lavorare” in casa. Innanzitutto, lo sforzo non deve mai essere eccessivo, causare affanno, o procurare dolore e irrigidimento muscolare. L’aumento del numero di ripetizioni di ogni singolo esercizio deve perciò essere graduale. Il passaggio da una posizione all’altra non deve mai essere brusco e repentino, specie se da distesi a terra ci si deve alzare in piedi. Cercate di mantenere sempre un portamento corretto della schiena, in modo tale da non comportare danni alla colonna vertebrale, ridurre l’espansione della gabbia toracica e, di conseguenza, l’efficacia degli atti
respiratori. Esercitatevi preferibilmente a carico naturale, specie se soffrite di osteoporosi, ovvero sfruttando solo il vostro peso corporeo. Ammessi solo piccoli manubri per tonificare gli arti superiori. Per migliorare una diminuita capacità vitale, è molto utile la ginnastica respiratoria, mentre lo stretching, se eseguito con attenzione e senza mai raggiungere la soglia del dolore, favorisce il recupero della mobilità articolare che con il passare degli anni, a causa della fisiologica degenerazione delle cartilagini, si riduce notevolmente. Per qualsiasi attività , per risultare utile, deve essere praticata almeno 2- 3 volte la settimana e per almeno 30 minuti.
Cochrane riassunto copiato : Le persone invecchiando possono cadere più spesso.
Questo avviene per diverse ragioni, per problemi di equilibrio, della vista o per disturbi
come la demenza. Circa il 30% delle persone, cioè una persona su tre, con oltre 65 anni di
età e che vive in casa subisce una caduta ogni anno. Alcune cadute sono gravi: circa una
caduta su cinque richiede un intervento del medico e una su 10 causa una frattura. Un
gruppo di sette ricercatori ha considerato le prove fornite da 159 studi condotti su oltre
79.000 persone in alcune nazioni. La maggior parte degli studi mette a confronto un
gruppo di persone che partecipa a un programma di prevenzione delle cadute con un
gruppo senza alcun intervento, oppure con un gruppo che segue un intervento generale
sulla salute, non in relazione con il rischio di cadere.
“Esercizi con più componenti eseguiti sia in gruppo sia da persone singole nelle proprie
case riducono significativamente il numero di cadute e il rischio individuale di cadere.
Aumentare la sicurezza e cambiare le abitudini e i comportamenti in casa ha dato prova di
essere efficace per diminuire le cadute, soprattutto per persone con gravi problemi di
vista. Gli interventi risultano più efficaci quando la valutazione viene fatta da un terapista
qualificato.
Anche alcune forme di chirurgia possono ridurre le cadute. Le persone con particolari
disturbi della frequenza cardiaca (ipersensibilità del seno carotideo) a cui è stato applicato
il pacemaker risultano cadere meno spesso rispetto alle persone che non hanno fatto
questo intervento, e le donne operate alla cataratta sul primo occhio mostrano un tasso
ridotto di cadute, mentre la rimozione della cataratta sul secondo occhio non ha mostrato
alcun effetto sulle cadute. I farmaci stessi hanno un ruolo importante: negli studi
considerati la sospensione graduale di farmaci che modificano lo stato psichico della
persona (detti psicotropi) ha ridotto le cadute, così come i programmi in cui i medici di
base hanno prestato particolare attenzione al modo in cui hanno modificato i farmaci
prescritti ai pazienti. Anche semplici interventi pratici riducono la probabilità di cadere, ad
esempio indossare scarpe anti-scivolo in presenza di ghiaccio.
Esistono anche interventi che aumentano il rischio di cadute, come sottolineano gli autori
della ricerca. Nelle persone anziane un’accurata regolazione degli occhiali è molto
importante: le persone che indossano occhiali con lenti progressive in casa dovrebbero
sostituirli con occhiali a lenti monofocali durante le attività fuori casa. Anche importanti
cambiamenti dei farmaci prescritti possono aumentare il rischio di cadute.
Non è ancora del tutto chiaro il ruolo della dieta e di interventi di supporto psicologico.
Assumere integratori di vitamina D non riduce il tasso di cadute se si considerano
nell’insieme i partecipanti degli studi valutati; il tasso di cadute sembra diminuire
considerando invece le persone con una carenza di vitamina D. Interventi cognitivi-
comportamentali o interventi che aumentino solo il livello di conoscenza e di educazione
su come si prevengono le cadute non si sono mostrati efficaci.
Tre studi clinici hanno mostrato che alcuni interventi potrebbero far risparmiare più denaro
di quello che potrebbero costare. Alcuni esempi sono gli esercizi condotti in casa da
persone con più di 80 anni, la valutazione della sicurezza della casa accompagnata da
modifiche nel caso di cadute precedenti e un programma multifattoriale che consideri otto
fattori di rischio specifici.
“Diversi interventi possono aiutare a prevenire le cadute negli anziani” concludono gli
autori “ma non ci sono prove che questi interventi possano essere utili anche per persone
affette da demenza, escluse dalla maggior parte degli studi che abbiamo considerato. Per
il futuro è importante che la ricerca si concentri sull’aumentare la conoscenza e l’adesione
a programmi efficaci da parte sia dei medici sia delle persone anziane”.
Un programma di esercizi per aumentare la forza muscolare ed esercizi che migliorano la
capacità di equilibrio svolti in gruppo o a casa, riducono il numero di cadute ed il numero di
persone che cadono. I programmi con maggiori evidenze scientifiche sono l’Otago (Otago
Exercise Programme OEP), il Tai Chi e il FaME (Falls Management Exercise programme.
Evidenze scientifiche suggeriscono che nuovi programmi come il LiFE (Lifestyle integrated
Functional Exercise) possono raggiungere risultati simili o addirittura migliori. L’esercizio,
da solo, si è dimostrato efficace in soggetti alla prima caduta o in coloro che presentano
un basso rischio di cadute. Per poter essere efficace, il programma di esercizio deve
essere impegnativo, progressivo e regolare, avere una durata di almeno 50 ore
complessivamente.
Farmaci ed intervento medico: Assumere supplementi di vitamina D può aiutare nel ridurre
le cadute nei soggetti con bassi livelli ematici di questa sostanza. La decisione di
assumere supplementi di vitamina D deve essere discussa con il medico. Alcuni farmaci
aumentano il rischio di cadute. La riduzione graduale di farmaci psicoattivi (es.
benzodiazepine, Zolpidem) utilizzati per migliorare il sonno, ridurre l’ansia e trattare la
depressione si è dimostrato essere un intervento utile nella riduzione delle cadute.
L'inserimento di un pacemaker è in grado di ridurre le cadute associate all'ipersensibilità
del seno carotideo ed aritmie cardiache. Il trattamento di specifici fattori causali sottostanti,
una terapia specifica, revisione della terapia farmacologica e programmi di modifica delle
prescrizioni possono essere efficaci anche nel ridurre il rischio di cadute, per esempio
nelle persone che cadono a causa di ipovolemia (ripristinare la stabilità emodinamica con
adeguato apporto idrico : almeno 35 ml di acqua per kg di peso corporeo al giorno) o
ipotensione ortostatica (sospensione dei farmaci).
Casa ed ambiente: Interventi mirati all’aumento della sicurezza dell’abitazione sembrano
essere efficaci nei soggetti ad alto rischio di cadute ed in particolare in coloro che
presentano una grave compromissione della vista. Tutto ciò dovrebbe essere effettuato da
professionisti sanitari qualificati, solitamente terapisti occupazionali. Piedi e calzature: Nei
soggetti con dolore invalidante al piede i seguenti interventi possono essere utili nel ridurre
il numero di cadute: il controllo dei piedi e delle calzature seguito di un programma di cura
effettuata dal podologo/podiatra, quindi esercizi per i piedi e per le caviglie e fornitura di
calzature appropriate. Vista e ausili visivi: la correzione dei problemi della vista con
l’utilizzo di occhiali adatti (singola lente anziché occhiali multifocali quando si svolgono
attività all’aperto) e la chirurgia della cataratta possono ridurre le cadute. Linee guida per
gli interventi mirati alla prevenzione delle cadute: Le cadute riguardano tutti e numerosi
sono i fattori ad esse associati. Pertanto è importante stabilire collegamenti tra i servizi
sanitari per acuti, di base, territoriali e sociali, nel settore del volontariato, negli enti di
beneficenza e nelle aziende private.
E' utile valutare l'anziano nel proprio ambiente, per avere maggiore probabilità di
identificare i problemi e capire le sue esigenze. Il successo dell’intervento è più probabile
quando il team che valuta l’anziano è lo stesso che poi segue l’intervento. Per assicurarsi
delle azioni intraprese è fondamentale comunicare con gli altri servizi e fare delle verifiche
di ogni controllo specialistico. Non limitarsi a consegnare materiale informativo (ad
esempio volantini) ma discuterne insieme cercando di personalizzare le informazioni
fornite in relazione alle esigenze del paziente. “Lo stesso abito non va bene per tutti”.
Assicurarsi che il paziente sia a conoscenza del fatto che l’intervento assegnato è
specifico per le proprie esigenze. Questo aiuta a motivare maggiormente il paziente e a
renderlo più aderente all’intervento. Le persone anziane potrebbero avere degli obiettivi
specifici da voler raggiungere. Assisterli e affiancarli può aiutarli a comprendere
l’importanza dei cambiamenti che vogliono fare e aumentare il loro grado di fiducia. E’
facile che gli anziani vengano scoraggiati da un programma di prevenzione cadute, in caso
di imprevisti, ad esempio problemi di trasporto, mancato avviso di una sessione
cancellata. Pertanto è bene mantenere un buon livello di comunicazione per tutto il tempo.
Coinvolgere, dove possibile, familiari ed amici in quanto potrebbero rappresentare un
elemento chiave di supporto. Coinvolgere il medico di medicina generale è fondamentale
per sostenere le azioni intraprese dal paziente. Invece che di rischio di cadute parlare di:
• Come esercizi di forza ed equilibrio aiutano a migliorare determinate funzioni; ad
esempio salire e scendere le scale e come essi possono aiutare a mantenere la propria
indipendenza; • Come praticare le tecniche per scendere e salire dal pavimento. Ad
esempio questo significa che possono scendere e salire dal pavimento per giocare con i
loro nipotini. profound.eu.com Funded by EC ICT PSP Grant Agreement 325087 7
• Come ricevere una valutazione sanitaria completa e fatta su misura possa fornire la
conoscenza e l’opportunità di mantenere il controllo della situazione e di promuovere la
loro salute e benessere (se al momento il paziente non ritiene di avere un problema
comunque sottolineare che può essere utile per il futuro).
• Come gli interventi offerti possano aiutare il paziente a gestire le proprie condizioni di
salute; ad esempio osteoporosi, artrosi, malattia di Parkinson ed esiti di ictus.
• Considerare di utilizzare la testimonianza di anziani che hanno avuto esperienze positive
con i servizi forniti così da supportare gli altri anziani. Il supporto di un proprio pari può
essere molto efficace. Che cosa non funziona? Non ci sono evidenze sugli effetti di
interventi cognitivi e comportamentali nella riduzione del tasso di cadute. Studi clinici che
hanno valutato interventi volti a fornire una migliore conoscenza sulla prevenzione di
cadute non hanno ridotto in modo significativo il tasso delle cadute ; nella popolazione
anziana che vive a domicilio sono stati condotti diversi programmi preventivi simili come
metodologia di intervento allo scopo di diminuire l’ incidenza delle cadute ( JAMA 2013;
309: 1406); i risultati complessivi sono riportati nella tabella sotto
La conclusione è che anche gli interventi a domicilio multifattoriali riducono il rischio di
caduta se si riesce a potenziare la forza muscolare, a facilitare la mobilità articolare e a
rendere più efficace l’ equilibrio; anche il Tai Chi dà risultati positivi così come la
somministrazione protratta di vitamina D nei soggetti che ne sono carenti. La
somministrazione di vitamina D3 ( almeno 800 UI al giorno) sembra capace di ridurre i
problemi citati negli anziani che presentano ipovitaminosi D3; l’ipovitaminosi D3 è molto
frequente nel vecchio e richiede integrazione soprattutto se i valori plasmatici della
25(OH)colecalciferolo sono inferiori a 30 ng/ml; svolge fra l’altro un’azione favorevole
anche sul tessuto muscolare.
Il programma di prevenzione delle cadute nella popolazione anziana può essere assimilato
o associato ad un programma di benessere individuale della persona che invecchia
sempre più
file:///C:/Users/Salvioli/Downloads/Documento%20prevenzione%20cadute%20%20-
%20Giugno%202015%20(1).pdf con obiettivi che riguardano anche la sicurezza degli
ambienti di vita con specificità che riguardano le strutture per anziani.
Un recente studio su 54 Trial preventivi riguardanti 41596 partecipanti partecipanti di età
media di 78,1 anni, 74% donne, si è concluso che si ottiene la diminuzione delle cadute
rispetto alle cure usuali con: esercizio (odds ratio [OR], 0.51 [95%CI, 0.33 to 0.79];
esercizio, valutazione del visus con correzione (OR, 0.17 [95%CI, 0.07 to 0.38]; come il
precedente associando aggiustamenti ambientali (OR, 0.30 [95%CI, 0.13 to 0.70], case
managment , assessment multifattoriale (VMD) e trattamento anche con vitamina D e
calcio per os (OR, 0.12 [95%CI, 0.03 to 0.55]. L’ esercizio da solo o in associazione ad
altri interventi riducono il rischio di caduta rispetto alle cure tradizionali. La scelta del
trattamento dovrà essere decisa d’ accordo con il paziente e il caregiver. (JAMA 2017;
318: 1687).
I programmi di attività motoria per la prevenzione delle cadute hanno l’ obiettivo di
aumentare la forza muscolare, di migliorare l’ equilibrio e la mobilità articolare e i riflessi di
reazione. Le figure che seguono sono di esempio; il problema è la realizzazione di questi
programmi a domicilio: richiede un apparato organizzativo che in Italia non c’è; utili i
webcast o anche i programmi televisivi che informano gli anziani sulle attività da svolgere
a domicilio per evitare, per quanto possibile, le cadute- https://www.ncoa.org/healthy-
aging/falls-prevention/falls-prevention-programs-for-older-adults/ . Anche online sono
proposti video per educare l’ anziano che non esce di casa per motivi vari
https://www.youtube.com/watch?v=0is6CH_sWMk; l’ utilizzazione della bande elastiche
può essere utile : https://www.youtube.com/watch?v=ICv4napyiBo
Dal punto di vista geriatrico si deve tenere presente che le iniziative preventive hanno una
importanza primaria; si tratta di provvedimenti da implementare sempre tenendo presente
che le sindromi geriatriche richiedono comuni iniziative per la loro prevenzione come
illustrato dalla seguente figura
Sembra razionale cercare di implementare o almeno proporre un’attività fisica in soggetti che per la loro età sono probabilmente a rischio di riduzione delle prestazioni funzionali che riguardano la mobilità tanto importante per mantenere l’ autosufficienza. Si è dimostrato in soggetti che vivono nel territorio di età media 80 anni che un’attività di 50 minuti, 2 volte la settimana per 12 settimane basata sul timing e il coordinamento dei movimenti comprendete esercizi di resistenza da seduti, endurance e flessibilità migliora le prestazioni, riduce la disabilità e migliora la capacità di camminare misurata con il 6 minute walk distance e la velocità del cammino (JAMA Intern Med 2017; 177:1437).
Gli esercizi e l’ attività fisica devono avere idonea durata ed intensità; agli anziani servono pertanto consigli qualificati proposti con insistenza e motivati http://www.humankinetics.com/excerpts/excerpts/recommended-balance-training-programs-for-older-adults, magari ricorrendo a video esplicativi per consentire la loro esecuzione a domicilio. Gli esercizi da seduti si devono consigliare soprattutto ai più anziani e con ridotta mobilità https://www.youtube.com/watch?v=kLSFVV0U_IM . In Italia si attua in alcune regioni l’ AFA o attività fisica adattata - https://www.ars.toscana.it/files/eventi/eventi_2012/riabilitazione_17-aprile-2012/benvenuti_17aprile.pdf . Le malattie croniche riducono le capacità funzionali dell’individuo, cioè la capacità di fare le azioni quotidiane, di coinvolgersi nella vita e negli interessi di tutti i giorni. Ciò a sua volta determina una riduzione della massa muscolare,
un ritirarsi all’interno della casa, innescando potenzialmente un circolo vizioso di ulteriore riduzione delle attività e di peggioramento della disabilità e della dipendenza. La riduzione di attività è responsabile di perdita di massa muscolare e di flessibilità; la diminuzione della resistenza allo sforzo causa la diminuzione delle capacità individuali, la stanchezza e la facile affaticabilità. La riduzione della partecipazione è causa di diminuzione della motivazione e di passività; la perdita di contatti sociali provoca l’isolamento; la depressione è causa di mancanza di gioia di vivere. Si crea dunque, per la persona anziana , un vero e proprio circolo vizioso che si auto potenzia e si auto mantiene, diventando un fattore di rischio di caduta. La sedentarietà è causa di nuove menomazioni, limitazioni funzionali e ulteriore disabilità e queste conseguenze sono indipendenti dall’evento disabilitante primario causato dalla malattia; la sedentarietà può – deve - essere misurata con uno dei tanti braccialetti come per esempio il FitBit Alta R