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1 •NEWSLETTER• n°5 - MAGGIO 2017 seguici su IN APERTURA APPROFONDIMENTO REDDITO DI INCLUSIONE, COSA C’è DA SAPERE 2 L’INTERVISTA DALL’EUROPA 5 WEB, SOCIAL & TECH NON SI SMETTE MAI DI IMPARARE: LE NUOVE TENDENZE DELL’E- LEARNING ENTRANO IN AZIENDA 6 3 SETTIMANA EUROPEA DELLE PMI, AL VIA L’EDIZIONE 2017 LA SFIDA DELLE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI Il Ministero del Lavoro lancia il forum dedicato alla trasformazione del lavoro rispetto ad una sempre più diffusa automazione e digitalizzazione della società LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E IL FUTURO DEL LAVORO “Proponi la tua idea” per tracciare un qua- dro del lavoro che cambia. Con l’appros- simarsi del centenario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e del pros- simo G7 dei Ministri del Lavoro, il Ministe- ro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha avviato un “tavolo online”, raggiungibile all’indirizzo www.lavorochecambia.lavoro. gov.it, per riflettere sul tema della trasfor- mazione del lavoro rispetto ad una sempre più diffusa automazione e digitalizzazione della società. L’iniziativa è stata presenta- ta, presso la sede del Ministero, dal Mini- stro Giuliano Poletti, insieme a Cristina Gri- eco, Coordinatrice della IX commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza delle Regioni, e, in colle- gamento video, a Gianni Rosas, Respon- sabile dell’Ufficio ILO Italia. Si tratta di una riflessione che è in corso anche in altri paesi europei e che il Mini- stero intende sviluppare coinvolgendo tut- te le parti sociali e le istituzioni attraverso un confronto aperto, plurale e partecipato. Con questo obiettivo è stato costituito un tavolo istituzionale, affiancato da un comi- tato scientifico. Ma l’idea di fondo è quella di allargare il più possibile la discussione e il confronto su un tema che è destinato ad assumere un carattere strutturale. Da qui la decisione di un portale dedicato, con un’area “forum”, per dare la possibilità, ai soggetti interessati, di avere una piattafor- ma condivisa dove depositare un’idea, par- tendo dai cinque “pilastri” del dibattito su digitalizzazione, automazione e lavoro del futuro: lavoro e società; organizzazione del lavoro e della produzione; lavoro dignitoso per tutti; governance del lavoro; giovani e lavoro. La transizione verso la quarta rivoluzione industriale se da un lato favorisce crescita, sviluppo e innovazione, dall’altro rappre- senta una sfida in termini di sostenibilità sociale di un nuovo sistema economico. “Occorre essere consapevoli che questa trasformazione non è neutrale – ha dichia- rato il Ministro - ma investe tutti gli aspetti della vita della nostra comunità, dal lavoro, al welfare, alle relazioni sociali. Per que- sto la nostra iniziativa non punta a definire soluzioni normative per situazioni specifi- che e contingenti, ma a creare un quadro di riferimento per una strategia di lungo respiro che aiuti a governare i processi di cambiamento prevenendone le distorsioni e cogliendone le opportunità”. Il portale vuole essere un “cantiere aperto” con degli obiettivi definiti: le prime idee sa- ranno le basi per l’elaborazione delle linee guida che costituiranno il contributo italiano all’iniziativa promossa dall’ILO per il suo centenario.

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n°5 - MAGGIO 2017

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sETTIMANA EUROPEA DEllE PMI, Al VIA l’EDIzIONE 2017

lA sFIDA DEllE NUOVE PROFEssIONI DIgITAlI

Il Ministero del lavoro lancia il forum dedicato alla trasformazione del lavoro rispetto ad una sempre più diffusa automazione e digitalizzazione della società

lA qUARTA RIVOlUzIONE INDUsTRIAlE E Il FUTURO DEl lAVORO

“Proponi la tua idea” per tracciare un qua-dro del lavoro che cambia. Con l’appros-simarsi del centenario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e del pros-simo G7 dei Ministri del Lavoro, il Ministe-ro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha avviato un “tavolo online”, raggiungibile all’indirizzo www.lavorochecambia.lavoro.gov.it, per riflettere sul tema della trasfor-mazione del lavoro rispetto ad una sempre più diffusa automazione e digitalizzazione della società. L’iniziativa è stata presenta-ta, presso la sede del Ministero, dal Mini-stro Giuliano Poletti, insieme a Cristina Gri-eco, Coordinatrice della IX commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza delle Regioni, e, in colle-gamento video, a Gianni Rosas, Respon-sabile dell’Ufficio ILO Italia.Si tratta di una riflessione che è in corso anche in altri paesi europei e che il Mini-stero intende sviluppare coinvolgendo tut-

te le parti sociali e le istituzioni attraverso un confronto aperto, plurale e partecipato. Con questo obiettivo è stato costituito un tavolo istituzionale, affiancato da un comi-tato scientifico. Ma l’idea di fondo è quella di allargare il più possibile la discussione e il confronto su un tema che è destinato ad assumere un carattere strutturale. Da qui la decisione di un portale dedicato, con un’area “forum”, per dare la possibilità, ai soggetti interessati, di avere una piattafor-ma condivisa dove depositare un’idea, par-tendo dai cinque “pilastri” del dibattito su digitalizzazione, automazione e lavoro del futuro: lavoro e società; organizzazione del lavoro e della produzione; lavoro dignitoso per tutti; governance del lavoro; giovani e lavoro. La transizione verso la quarta rivoluzione industriale se da un lato favorisce crescita, sviluppo e innovazione, dall’altro rappre-senta una sfida in termini di sostenibilità

sociale di un nuovo sistema economico. “Occorre essere consapevoli che questa trasformazione non è neutrale – ha dichia-rato il Ministro - ma investe tutti gli aspetti della vita della nostra comunità, dal lavoro, al welfare, alle relazioni sociali. Per que-sto la nostra iniziativa non punta a definire soluzioni normative per situazioni specifi-che e contingenti, ma a creare un quadro di riferimento per una strategia di lungo respiro che aiuti a governare i processi di cambiamento prevenendone le distorsioni e cogliendone le opportunità”. Il portale vuole essere un “cantiere aperto” con degli obiettivi definiti: le prime idee sa-ranno le basi per l’elaborazione delle linee guida che costituiranno il contributo italiano all’iniziativa promossa dall’ILO per il suo centenario.

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REDDITO DI INclUsIONE, cOsA c’è DA sAPEREcon la legge delega sul contrasto alla povertà viene introdotta la prima misura universalistica di sostegno alle fasce più deboli. In attesa della sua operatività riepiloghiamo requisiti e caratteristiche del REI

La povertà non è solo la mancanza di mezzi economici. Dagli anni novanta, gra-zie all’economista Amartya Sen, si è diffu-sa una definizione che tiene in considera-zione altri aspetti come i beni immateriali, intesi come l’accesso a servizi di qualità nel campo dell’educazione e della salute. La povertà diventa, in questa ottica, un li-mite alla libertà personale perché impedi-sce lo sviluppo della propria individualità. Parte da questo concetto multidimensio-nale della povertà la legge delega, pub-blicata in Gazzetta Ufficiale il 24 marzo scorso, che modificherà il sistema di pre-stazioni per aiutare chi è più in difficoltà. Entro sei mesi dall’entrata in vigore del-la Legge n.33/2017, il Governo adotterà una serie di decreti legislativi che avranno come fine ultimo quello di favorire l’inclu-sione socio-lavorativa delle persone nel nostro Paese. È un progetto di riforma che punta all’effi-cienza e all’equità, creando un complesso

di aiuti che garantisca i medesimi livelli es-senziali sull’intero territorio nazionale, gra-zie ad un riordino delle prestazioni già esi-stenti e all’introduzione di nuove misure.Una di queste è la prima forma universa-listica di sostegno al reddito: il REI, acro-nimo che indica il reddito di inclusione. Dopo le sperimentazioni realizzate negli scorsi anni a livello locale (Social Card) ed a livello nazionale con la SIA (Soste-gno all’Inclusione Attiva), è introdotta in maniera strutturale una prestazione che interessa tutti i cittadini del nostro Paese che si trovino in una situazione di difficoltà socio-economica.Il REI sarà basato sull’indicatore della si-tuazione economica (ISEE) e non su pa-rametri contributivi. Diversamente dalla NASPI, il reddito di inclusione non si rivol-ge, infatti, solo a chi si trova in uno stato di disoccupazione volontaria e presenta una determinata anzianità contributiva o lavorativa.

Oltre alla valutazione dell’ISEE, sarà uti-lizzato un sistema di preferenze per l’al-locazione delle risorse finanziare disponi-bili nel Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. I nuclei familiari con figli minori, persone affette da una disabi-lità grave, donne in stato di gravidanza o disoccupati over55 saranno, infatti, privile-giati nell’accesso al REI. Il reddito di inclusione si caratterizza, poi, per il superamento dell’assistenzialismo affine a se stesso e l’affermazione del concetto di inclusione attiva. L’aiuto inizia-le è solo il primo passo per conquistare una piena autonomia.Come già avviene per la misura sperimen-tale della SIA (recentemente prorogata e rivolta ad una platea di cittadini sempre più ampia), il beneficiario deve sottoscri-vere un progetto personalizzato di attiva-zione sociale e lavorativa insieme ai servi-zi per l’impiego ed a quelli socio-sanitari. L’intervento del REI è onnicomprensivo e personalizzato in quanto saranno garan-titi dei servizi calibrati sulle necessità del singolo richiedente, valutate da un’equipe multidisciplinare. Il gruppo di valutazione sarà composto da membri dei servizi per l’impiego e per la formazione, esperti delle politiche abitative e sanitarie, nonché dai componenti dei servizi sociali. Un’opportunità ma anche un impiego: il beneficio economico è condizionato alla partecipazione alle attività previste nel percorso di attivazione. Dopo la sottoscri-zione del progetto sarà, infatti, svolto un monitoraggio costante dei risultati rag-giunti tramite una valutazione periodica dell’impatto sociale.

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TOè un progetto di riforma che punta all’efficienza e all’equità, creando i medesimi livelli essenziali sull’intero territorio nazionale, grazie ad un riordino delle prestazioni già esistenti e all’introduzione di nuove misure

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Deloitte pone l’innovazione al centro del-la sua strategia e, attraverso la divisione Deloitte Digital, fornisce servizi di eccel-lenza nell’ambito della trasformazione di-gitale ad aziende private e alla Pubblica Amministrazione. Ad avere la parola è Gianluca Di Cicco, Partner con oltre 20 anni di esperienza nel mondo della con-sulenza e Talent Leader della divisione Consulting di Deloitte.Quali sono i maggiori impatti della “di-gital transformation” sul mondo del la-

voro?Le nuove tecnologie stanno rivoluzionan-do il nostro modo di interagire, di comuni-care e di lavorare, ampliando pertanto le modalità con cui le aziende e le Pubbli-che Amministrazioni forniscono servizi ai propri clienti finali. Pensiamo ad esempio all’utilizzo dei social network e dei servizi online 24 ore al giorno, in sostituzione dei canali tradizionali di assistenza al clien-te! A farla da padrone in questo scenario di cambiamento, sono il mobile, i social,

il cloud, l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things. Quello che conta è l’esperien-za che le aziende sono in grado di offri-re ai clienti ogni volta che questi cerca-no di mettersi in contatto con loro, vuoi per avere una informazione, vuoi per fare un reclamo o un acquisto. Un’esperienza che deve essere coerente su tutti i cana-li di contatto: sportello, web, chat, email, social. Questo contesto digitale richiede delle nuove professionalità all’interno delle im-prese, che hanno bisogno di competenze nuove e specifiche e pone pertanto delle sfide importanti ai giovani che si affaccia-no per la prima volta sul mercato del lavo-ro. È importante quindi adattarsi con rapi-dità alle nuove tendenze tecnologiche e sviluppare “competenze digitali” in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro, per rientrare tra i profili “attraenti”.Quali sono i nuovi profili professionali e cosa è richiesto loro?Lo spettro dei profili si è ampliato, si cer-cano risorse con diversi background ac-cademici. Negli ultimi anni si è assistito alla nascita di nuove professionalità, qua-li ad esempio il data scientist, il service designer, il social media manager, l’art di-rector, il digital strategist. Questi profili hanno in comune un rile-vante percorso di studi e la familiarità con le tecnologie digitali. Ma non basta. Il mercato del lavoro richiederà sempre di più soft skill, come ad esempio la capaci-tà di lavorare in team multidisciplinari, la flessibilità e l’intelligenza sociale, il tutto unito alla proattività e alla conoscenza di

lA sFIDA DEllE NUOVE PROFEssIONI DIgITAlIla trasformazione digitale sta ridisegnando il mondo del lavoro. le aziende necessitano di nuove competenze e quindi ricercano nuove professionalità. Deloitte investe su di esse per aiutare i propri clienti ad affrontare la sfida della digital transformation

Negli ultimi anni si è assistito alla nascita di nuove professionalità, quali ad esempio il data scientist, il service designer, il social media manager, l’art director, il digital strategist. questi profili hanno in comune un rilevante percorso di studi e la familiarità con le tecnologie digitali

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Gianluca Di Cicco, Partner Deloitte Consulting

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Deloitte Digital supporta le aziende nel percorso di cambiamento derivante dalla trasformazione digitale, offrendo servizi innovativi e un approccio orientato al cliente a tutti i livelli, dalla strategia all’esecuzione

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lingue straniere; contano inoltre molto le esperienze di vita significative già da gio-vani, come il volontariato, gli sport, i viaggi e lo studio all’estero.Come e dove Deloitte ricerca e attrae questi profili professionali e come li trattiene?Negli ultimi due anni abbiamo assunto in Italia circa 2.600 professionisti, di cui ol-tre 1.700 sono neolaureati. Questi numeri fanno di Deloitte un’azienda giovane, con un’età media di soli 34 anni. Per raggiungere questi numeri, siamo in costante contatto con le principali univer-sità del Paese, con l’obiettivo di attrarre i migliori talenti da varie facoltà. In partico-lare, con alcuni atenei abbiamo attivato delle partnership al fine di lanciare delle innovation challenge, per valorizzare le idee tecnologiche e di business di studen-ti, ricercatori e docenti. Ma i talenti non basta solo assumerli, vanno sostenuti nel loro percorso di sviluppo, nella cosiddetta Talent Experience: per farlo, abbiamo atti-

vato diverse iniziative. Ai nostri dipendenti offriamo un percor-so di formazione costante, basato su pia-ni formativi personalizzati che prevedono anche la partecipazione ai corsi della De-loitte University, in modo da potersi con-frontare e conoscere i colleghi degli altri uffici Deloitte presenti nel mondo. Accanto alla formazione tradizionale su aspetti di processo e di management classici della consulenza, organizziamo corsi focalizzati su tematiche digitali e innovative, in grado di stimolare la creatività e di fornire solide basi tecnologiche. Altri aspetti che i talenti apprezzano e che prevediamo per loro, sono programmi ad hoc di mobilità interna, anche internazio-nale, e progetti fortemente innovativi. In ultimo, cresciamo i nostri talenti ponendo loro sin da subito obiettivi sfidanti e colle-gando i loro percorsi di crescita professio-nale e retributiva ai risultati che raggiun-gono.Pertanto che consiglio darebbe a un

giovane che si sta affacciando sul mer-cato del lavoro?Investire sulle proprie passioni, cercare di stare sempre un passo avanti, essere cre-ativi e osare! Per chiudere, vuole dirci due parole su Deloitte, in caso qualche giovane fos-se interessato ad inviarvi il suo curri-culum?Deloitte è la più grande realtà di servizi professionali al mondo, è presente in 150 Paesi, dove opera con 244 mila profes-sionisti. In Italia siamo presenti dal 1923, abbiamo 5 mila dipendenti e cresciamo a ritmi vertiginosi. In particolare, per rispon-dere alla sfide introdotte dalla digital tran-sformation, è stata lanciata a livello globa-le Deloitte Digital, che offre ai propri clienti un mix unico di competenze digitali di pro-cesso e tecnologiche, a cui si affianca la componente creativa.

Studio Deloitte Digital

La tecnologia digitale ha cambiato profondamente il business per co-me lo conosciamo. Deloitte Digital supporta le aziende nel percorso di cambiamento derivante dalla tra-sformazione digitale, offrendo ser-vizi innovativi e un approccio orien-tato al cliente a tutti i livelli, dalla strategia all’esecuzione. Inoltre, è la prima Creative Digital Consultancy, in grado di ridisegnare i modelli di business e le strategie di goto-mar-ket, da un modello tradizionale ad uno vicino alle persone ed ai clienti finali, utilizzando in modo creativo la tecnologia come leva abilitante.

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Tutte le aziende, fornitori di servizi alle imprese e autorità nazionali, regionali e locali, possono organizzare conferenze, convegni, eventi, seminari o workshop, giornate in stile porte aperte in azienda

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sETTIMANA EUROPEA DEllE PMI, Al VIA l’EDIzIONE 2017l’Europa incoraggia i giovani a diventare imprenditori e premia le iniziative che promuovono l’imprenditorialità e la competitività delle piccole e medie imprese. già da ora ed entro il 30 novembre è possibile registrare il proprio evento

Promuovere lo spirito imprenditoriale in Eu-ropa. Proprio questo è l’obiettivo della Set-timana Europea delle PMI, il progetto della Commissione Europea che rappresenta un importante momento di confronto e condi-visione sul motore dell’economia comunita-ria: le piccole e medie imprese. La manifestazione, che si svolge in 37 pae-si, vuole fornire informazioni sui diversi tipi di sostegno offerto dall’UE e dalle autorità nazionali, regionali e locali alle micro, pic-cole e medie imprese; promuovere l’im-prenditorialità per incoraggiare le persone, in particolare i giovani, a creare una pro-pria impresa; dare un riconoscimento agli imprenditori per il loro contributo al benes-sere, all’occupazione, all’innovazione e alla competitività in Europa.L’evento principale si terrà a Tallin in Esto-nia, dal 22 al 24 novembre 2017, e ospi-terà l’Assemblea delle PMI e la cerimonia di premiazione degli European Enterprise Promotion Awards (EEPA). Oltre all’evento centrale, tutte le aziende, fornitori di servizi alle imprese e autorità nazionali, regionali e locali, possono orga-

nizzare conferenze, convegni, eventi, se-minari o workshop, giornate in stile “porte aperte in azienda”. Già da ora ed entro il 30 novembre è possibile registrare il pro-prio evento sul sito creato dalla Commis-sione Europea. Quest’anno si celebra l’undicesima edi-zione dell’European Enterprise Promotion Awards. I premi europei per la promozione d’impresa riconoscono e premiamo le ini-ziative di lancio dell’economia a livello na-zionale, regionale o locale poste in essere dagli enti pubblici e i partenariati pubblico-privato di qualunque Paese dell’Unione eu-ropea e dei Paesi associati al programma per l’innovazione e la competitività (CIP). Le categorie per le quali si può presentare la candidatura sono:Promozione dello spirito imprenditoria-le. Riconosce le iniziative volte a promuo-vere una mentalità imprenditoriale, in parti-colare tra i giovani e le donne. Investimento nelle competenze impren-ditoriali. Premia i progetti che migliorano le competenze imprenditoriali e manageriali. Sviluppo dell’ambiente imprenditoriale.

Rientrano le politiche innovative che pro-muovono la nascita e lo sviluppo delle im-prese, semplificano le procedure legislative e amministrative per le aziende e attuano il principio “pensare anzitutto in piccolo”, a favore delle piccole e medie imprese.Sostegno all’nternazionalizzazione del-le imprese. Riconosce le azioni atte a sti-molare le aziende, e in particolare le piccole e medie imprese, a sfruttare maggiormente le opportunità offerte dai mercati interni ed esterni all’Unione europea.Sostegno allo sviluppo di prodotti “green” e all’efficienza delle risorse. Premia le politiche che supportano l’ac-cesso delle PMI ai mercati verdi e favo-riscono un miglioramento dell’efficienza delle loro risorse.Imprenditorialità responsabile e inclu-siva. In questa categoria rientrano le ini-ziative che promuovono la responsabilità sociale d’impresa all’interno delle piccole e medie imprese, in particolare tra i gruppi svantaggiati, come disoccupati, migranti regolari, disabili o persone appartenenti a minoranze etniche. Il Gran Premio della Giuria è invece asse-gnato alla candidatura, di una qualsiasi ca-tegoria, considerata più creativa ed esem-plare per quanto concerne la promozione dell’imprenditorialità. In Italia, la scadenza per trasmettere le candidature al Ministero dello sviluppo eco-nomico è fissata al 14 giugno 2017. Per maggiori informazioni

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Se fino a qualche anno fa l’apprendimento e la carriera professiona-le erano considerate fasi della vita complementari ma distinte, oggi la formazione va intesa come esperienza continuativa, una propensione ad auto-migliorarsi, potenziare e aggiornare le proprie competenze e conoscenze anche nell’arco di tutta la vita lavorativa. E grazie all’e-learning le aziende hanno la possibilità di formare online i propri dipen-denti attraverso un’ampia scelta di modelli e strategie.La formazione aziendale in modalità e-learning è infatti indispensabile in un società in cui le tecniche di apprendimento a distanza cambiano rapidamente perché legate all’avvento di strumenti digitali che abbat-tono i costi aziendali. Ma i vantaggi non si riducono solo a questo: l’e-learning offre grande libertà di sperimentare dinamiche di comunica-zione e apprendimento sempre più avanzato e aperto a classi virtuali composte anche da centinaia di partecipanti.Le nuove modalità di formazione a distanza semplificano il monitorag-gio dei partecipanti e la consultazione istantanea degli aggiornamenti inseriti dal docente, permettono la personalizzazione della struttura dei contenuti, la calendarizzazione degli impegni e la misurazione dei ri-sultati con programmi specifici, accrescono la progressiva familiarità con nuovi dispositivi e linguaggi multimediali. La trasformazione digitale apre dunque nuove frontiere per l’e-learning. Tra le strategie più popolari c’è il Social Learning, la formazione online

che ricalca i modelli di condivisione dei social network, aprendosi alla possibilità di commentare, aggiornare i contenuti, chattare, caricare vi-deo e messaggi audio massimizzando l’attenzione dell’utente.Altro approccio vincente è il Micro-Learning, la proposizione dei con-tenuti in piccoli “frammenti” (video-pillole, infografiche e citazioni) pro-gettati per essere declinati su più dispositivi - soprattutto smartphone e tablet- e per soddisfare un determinato risultato in tempo reale: tutti questi aspetti assicurano che le informazioni siano facilmente accessi-bili e assimilate velocemente. Tra i trend più diffusi c’è anche la Gamification, tecnica che stimola i processi di apprendimento attraverso il gioco e simulazioni di carattere ludico che comportano alti livelli di coinvolgimento. È possibile incen-tivare l’apprendimento tramite meccanismi di sfida che portano alla conquista di premi e di riconoscimenti virtuali. Infine, c’è il Video e-learning, una delle modalità di formazione in azien-da che dona i risultati più soddisfacenti. Ormai è un dato di fatto che gli insegnanti che utilizzano i video durante i propri corsi come strumenti di apprendimento, aiutano i partecipanti a memorizzare più informazio-ni, ad apprendere i concetti più rapidamente e a esprimere maggiore entusiasmo rispetto a ciò che imparano.

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NON sI sMETTE MAI DI IMPARARE: lE NUOVE TENDENzE DEll’E-lEARNINg ENTRANO IN AzIENDAla trasformazione digitale apre nuove frontiere. Tra le strategie più popolari c’è il social learning, il Micro-learning, la gamification e il Video-learning

cOlOPhONRedazione Cliclavoro

Direzione generale dei sistemi Informativi, dell’Innovazione Tecnologica e della comunicazioneVia Fornovo, 8 - 00192 Roma

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n°5 - MAggIO 2017

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