Tutto sul mercato dei pallet

9
Utilizzare una “moneta di scambio” Material handling Pallet in legno Mercato Italia Nicola Brenda, Alessandro Creazza, Fabrizio Dallari Centro di Ricerca sulla Logistica – Università Carlo Cattaneo LIUC “Una piattaforma orizzontale caratterizzata da un’altezza minima, compatibile con la movimentazione tramite carrelli transpallet e/o elevatori a forche o altre appropriate attrezzature di movimentazione, impiegata per la raccolta, l’immagazzinamento, la movimentazione e il trasporto di merci e carichi”. Così viene definito il pallet, che da strumento di lavoro sì è trasformato in una moneta di scambio. Il pallet in legno: dalle origini ai nostri giorni 1 La comparsa ufficiale del pallet risale all’ultimo conflitto mondiale, quando le truppe statuniten- si ne fecero un uso massiccio per l’approvvigio- namento di materiale bellico e di sussistenza. In seguito, lo sbarco delle truppe alleate nei territo- ri occupati ne diffuse l’utilizzo anche in Europa. L’estrema versatilità, la robustezza e la praticità di utilizzo del pallet in breve tempo rivoluziona- rono le modalità di spedizione e stivaggio delle merci favorendone l’impiego anche in ambito industriale. Il primo modello di servizio comu- ne risale alla prima metà degli anni ’50, quan- do le ferrovie austriache (OBB) proposero un pallet a quattro vie non reversibile di dimensioni 800x1200 mm (pallet Eur). Tuttavia è la Germa- nia che elabora le prime normative per i pallet standard, presto seguita da Francia, Inghilter- ra e Svezia. Quindi, nel 1954 le ferrovie austria- che depositano presso l’UIC (Union Internatio- nal des Chemins de Fer) il primo capitolato tec- nico per la tutela del pallet Eur. In Italia il capito- lato del pallet Eur viene ufficializzato nel 1956, con ODG delle FS e due fornitori iscritti: Marta di Lodi e Viani di Borghetto Lodigiano. Nel 1961 le ferrovie tedesche, austriache e sviz- zere (alle quali in seguito si unirono altre ferrovie europee, tra cui FS) formano il “Polo Europeo dei Pallet” (PEP) con lo scopo di creare una re- te comune di scambio e definire alcune linee guida per favorire la circolazione dei pallet nel- le reti distributive. Negli anni Sessanta, sulla scia della crescente industrializzazione, aumenta la richiesta di pal- let e si affacciano sul mercato europeo grandi costruttori come Gebhardt e Baumann in Ger- mania e Manustock in Francia. Anche in Italia entrano sul mercato importanti produttori, tra cui Piero della Valentina e Toscana Pallets, e si procede alla standardizzazione a cura dell’UNI (Ente nazionale italiano di unificazione). Nel 1974 arriva in Europa Chep (Commonweal- th Handling Equipment Pool), prima società di noleggio. Per raggiungere l’omogeneità dimensionale, nel 1982 viene introdotto in Itala il pallet “Centro- marca”, delle stesse dimensioni del pallet Eur ma caratterizzato da un peso e un prezzo infe- riori. Tali aspetti ne favorirono la rapida diffusione sul territorio nazionale contribuendo a rendere l’Italia uno dei maggiori produttori europei. Negli anni Novanta si assiste a un forte sviluppo del settore della riparazione e si affacciano sul 1 Per una trattazione approfondita, si rimanda a : S. Cerullo, “Il pallet in legno”, ed. Il Sole 24Ore, 2001 32 settembre 2008

description

Documento utile per magazzinieri / informazioni sulla gestione e il mercato dei pallets

Transcript of Tutto sul mercato dei pallet

Page 1: Tutto sul mercato dei pallet

Utilizzare una“moneta di scambio”

Material handling

Pallet in legnoMercato Italia

Nicola Brenda, Alessandro Creazza, Fabrizio Dallari Centro di Ricerca sulla Logistica – Università Carlo Cattaneo LIUC

“Una piattaforma orizzontale caratterizzata da un’altezza minima, compatibile con la

movimentazione tramite carrelli transpallet e/o elevatori a forche

o altre appropriate attrezzature di movimentazione, impiegata per

la raccolta, l’immagazzinamento, la movimentazione e il trasporto

di merci e carichi”. Così viene definito il pallet, che da strumento

di lavoro sì è trasformato in una moneta di scambio.

Il pallet in legno: dalle origini ai nostri giorni1La comparsa ufficiale del pallet risale all’ultimo conflitto mondiale, quando le truppe statuniten-si ne fecero un uso massiccio per l’approvvigio-namento di materiale bellico e di sussistenza. In seguito, lo sbarco delle truppe alleate nei territo-ri occupati ne diffuse l’utilizzo anche in Europa. L’estrema versatilità, la robustezza e la praticità di utilizzo del pallet in breve tempo rivoluziona-rono le modalità di spedizione e stivaggio delle merci favorendone l’impiego anche in ambito industriale. Il primo modello di servizio comu-ne risale alla prima metà degli anni ’50, quan-do le ferrovie austriache (OBB) proposero un pallet a quattro vie non reversibile di dimensioni

800x1200 mm (pallet Eur). Tuttavia è la Germa-nia che elabora le prime normative per i pallet standard, presto seguita da Francia, Inghilter-ra e Svezia. Quindi, nel 1954 le ferrovie austria-che depositano presso l’UIC (Union Internatio-nal des Chemins de Fer) il primo capitolato tec-nico per la tutela del pallet Eur. In Italia il capito-lato del pallet Eur viene ufficializzato nel 1956, con ODG delle FS e due fornitori iscritti: Marta di Lodi e Viani di Borghetto Lodigiano. Nel 1961 le ferrovie tedesche, austriache e sviz-zere (alle quali in seguito si unirono altre ferrovie europee, tra cui FS) formano il “Polo Europeo dei Pallet” (PEP) con lo scopo di creare una re-te comune di scambio e definire alcune linee guida per favorire la circolazione dei pallet nel-le reti distributive.Negli anni Sessanta, sulla scia della crescente industrializzazione, aumenta la richiesta di pal-let e si affacciano sul mercato europeo grandi costruttori come Gebhardt e Baumann in Ger-mania e Manustock in Francia. Anche in Italia entrano sul mercato importanti produttori, tra cui Piero della Valentina e Toscana Pallets, e si procede alla standardizzazione a cura dell’UNI (Ente nazionale italiano di unificazione).Nel 1974 arriva in Europa Chep (Commonweal-th Handling Equipment Pool), prima società di noleggio.Per raggiungere l’omogeneità dimensionale, nel 1982 viene introdotto in Itala il pallet “Centro-marca”, delle stesse dimensioni del pallet Eur ma caratterizzato da un peso e un prezzo infe-riori. Tali aspetti ne favorirono la rapida diffusione sul territorio nazionale contribuendo a rendere l’Italia uno dei maggiori produttori europei. Negli anni Novanta si assiste a un forte sviluppo del settore della riparazione e si affacciano sul

1 Per una trattazione approfondita, si rimanda a : S.

Cerullo, “Il pallet in legno”, ed. Il Sole 24Ore, 2001

32settembre 2008

[email protected] 32 28-07-2008 9:25:40

Page 2: Tutto sul mercato dei pallet

settembre 200833

mercato dei pallet due nuove società di noleggio: Prs (Pallet Return System) e Lpr (Logistic Packa-ging Return). Pariteticamente si diffondono nuo-ve tecnologie e certificazioni per il commercio dei pallet. Nel 1991 i responsabili delle ferrovie e le associazioni di produttori di Germania, Svizzera e Francia fondano l’EPAL (European Pallet As-sociation) con lo scopo di salvaguardare il com-mercio del pallet Eur attraverso un rigido siste-ma di controllo su produttori, riparatori e com-mercianti. Il Sistema EPAL è diventato operativo dal 1995 e coinvolge, attraverso la presenza di comitati tecnici in ciascun Paese, anche Slove-nia (dal 1996), Belgio, Spagna e Gran Bretagna (1997), Italia e Irlanda (1999), USA (2000), Polo-nia (2002), Portogallo (2003) e Olanda (2005). Il Comitato EPAL italiano, costituito da produtto-ri, riparatori, Ferrovie dello Stato, trasportatori e utilizzatori, garantisce a livello nazionale, attraver-so la SGS (Société Générale de Surveillance), la qualità dei pallet Eur-EPAL.

Le caratteristiche del palletIl pallet può essere definito come una “piatta-forma orizzontale caratterizzata da un’altezza minima, compatibile con la movimentazione tramite carrelli transpallet e/o elevatori a for-che o altre appropriate attrezzature di movi-mentazione, impiegata per la raccolta, l’imma-gazzinamento, la movimentazione e il traspor-to di merci e carichi”. In relazione al materia-le costruttivo si distinguono cinque categorie di pallet:

pallet in legno: questa tipologia di pallet è la più diffusa e può essere realizzata con diverse essenze legnose (abete, pino, faggio e piop-po); la presenza di materiale vergine gli conferi-sce elevate performance di resistenza sia sta-tica che dinamica;

pallet pressato: è composto di tavole di legno ottenute da sottoprodotti di segheria (frantuma-

zione di particelle, segature, scarti, …) incollati con resine sintetiche e poi pressati in stampi ad alta temperatura. Possono essere impilati me-diante incastro, riducendo il volume di traspor-to a vuoto. Si tratta di pallet leggeri, con capa-cità di carico limitata;

pallet in plastica: comparsi negli anni Settan-ta si distinguono in pallet leggeri (impilabili), fab-bricati in polistirene espanso e pallet monobloc-co (più robusti) realizzati in polietilene a elevata densità. Sono utilizzati nei settori in cui le nor-me di sicurezza e d’igiene sono particolarmen-te restrittive;

pallet in metallo (acciaio, alluminio): hanno straordinarie caratteristiche di resistenza e du-rata, sono riparabili, ma presentano costi d’ac-quisto giustificabili solo per impieghi gravosi, ov-vero per l’uso in circuiti chiusi o di movimenta-zione interna;

pallet in cartone (pressato e ondulato): es-sendo particolarmente leggeri si prestano al trasporto e alla movimentazione dei prodotti promozionali della grande distribuzione (pallet espositori) e nel settore delle movimentazioni manuali interne. I pallet di qualità certificata vengono denomi-nati pallet standard. In virtù delle loro proprietà conferiscono elevata stabilità all’unità di carico, rendono i processi di scarico e carico più sicuri ed efficienti e hanno vita media intorno ai 5-6 anni. La produzione del pallet standard rispetto a un pallet non standard presenta dei vantag-gi legati alla durata, alla standardizzazione del processo produttivo e alla gestione dei flussi di merci, nonostante la qualità elevata comporti un costo di produzione maggiore. Le due prin-cipali tipologie di pallet standard sono:

pallet Eur-Epal: è stato adottato da 19 reti

Fig. 1 - Classifi cazione dei pallet.

[email protected] 33 28-07-2008 9:25:41

Page 3: Tutto sul mercato dei pallet

Utilizzare una“moneta di scambio”

settembre 2008 34

Material handling

ferroviarie europee con la terminologia di “eu-ropeo” ed è marcato con la sigla Eur, marchio di proprietà di Epal a partire dal 1995, racchiu-sa in un ovale. Si tratta di un pallet piatto non reversibile a quattro vie, riutilizzabile, realizzato sulla base del capitolato tecnico UIC. Inizialmen-te di dimensioni 800 x 1200 mm, attualmente è disponibile in 4 varietà;

pallet CP (Chemical Pallet): anche l’industria chimica ha perseguito nel tempo obiettivi di standardizzazione per ridurre le varietà di pal-let. Attualmente sono utilizzati nove tipi di pallet contrassegnati da codici che vanno da “CP1” a “CP9”, ognuno dei quali ha un proprio capi-tolato. Per produrre e riparare questi pallet oc-corre essere autorizzati dalla Apme, l’Associa-zione Europea delle Industrie Plastiche. I pallet senza certificazione sono definiti non-standard, sono progettati per un numero ridot-to di movimentazioni e su specifica del cliente. Una volta giunti a destinazione diventano ma-teriale da rifiuto/recupero, ma possono comun-que essere riparati e riutilizzati. In Italia costitui-scono la tipologia di pallet più diffusa e costano sensibilmente meno rispetto a un pallet a nor-ma. Si possono distinguere:

pallet a perdere, monouso e costruiti con le-gno di modesto spessore (presentano un vo-lume unitario medio di 0,023 m3);

pallet ad uso limitato: utilizzano legno con se-zioni più consistenti (volume unitario medio di 0,030 m3) e sono progettati per essere utilizza-ti per due o tre rotazioni;

pallet personalizzati, realizzati il più delle volte per impieghi gravosi o come base per imballag-gi derivati da pallet. Ulteriori classificazioni dei pallet possono defi-nirsi in relazione alla reversibilità e al numero di “vie di inforcamento”, ovvero le aperture (2 o 4) che permettono l’ingresso delle forche dei car-relli impiegati per la movimentazione.

Un pallet è reversibile solo se entrambi i piani su-periore e inferiore possono essere utilizzati indif-ferentemente come base di appoggio, mentre è definito a due o a quattro vie a seconda che permetta il passaggio delle forche solo sui due lati opposti o su tutti i quattro lati.Solitamente il piano di carico è formato da ta-vole regolarmente distanziate, ma si possono avere anche pallet con piano di carico forma-to da una superficie piana (ad esempio pallet espositori e pallet personalizzati).

Le normative di riferimentoLe caratteristiche tecniche dei pallet sono vin-colate da normative specifiche valide a livello in-ternazionale (norme ISO), europeo (norme EN) e nazionale (norme UNI), che consentono agli utilizzatori di movimentare, gestire e controllare pallet con caratteristiche e dimensioni standar-dizzate, ovvero pallet interscambiabili e riutiliz-zabili. Tali norme riguardano:

caratteristiche del prodotto: dimensioni e tolleranze, componenti principali e materia-li impiegati;

aspetti prestazionali: prove statiche e dina-miche per testare le proprietà meccaniche del

pallet e prove per garantire la qualità degli as-semblaggi;

procedure e materiali necessari per la produ-zione e la riparazione dei pallet.Esistono inoltre alcune norme di carattere qua-litativo, promosse da organizzazioni internazio-nali e associazioni del settore, con l’obiettivo di salvaguardare il commercio nazionale e inter-nazionale del pallet standard:

Capitolato tecnico UIC. Formulato dall’UIC per rispondere alle esigenze di standardizzazione rela-tive all’interscambio, la produzione, il commercio e la riparazione del pallet in legno 800x1200 mm, fa riferimento alla Fiche UIC 435-2 per la produzio-ne, la Fiche UIC 435-4 per la riparazione e la Fiche UIC 435-5 per la costruzione di un pallet piano a 4 entrate 1000x1200 e 1200x1000 mm.

Regolamento tecnico EPAL. Comprende rego-le tecniche per la fabbricazione, il commercio, la riparazione dei prodotti certificati e per il controllo di qualità. Definisce le condizioni di omologazio-ne di produttori e riparatori e vigila sulle attività di fabbricazione, riparazione e commercializzazione, per imporre il rispetto delle specifiche UIC. Infine determina i criteri di scambio sulla base delle spe-cifiche UIC e indica le società di controllo respon-

Fig. 2 - La supply chain del pallet.

[email protected] 34 28-07-2008 9:25:42

Page 4: Tutto sul mercato dei pallet

Utilizzare una“moneta di scambio”

settembre 2008 36

Material handling

buiscono tramite operatori logistici e traspor-tatori con cui, sovente, hanno anche accordi di gestione e movimentazione presso i centri di distribuzione.I riparatori assistono gli utilizzatori per la gestio-ne del parco Epal nazionale, cercando di limita-re le perdite di pallet sia riparandoli sia offrendo agli utilizzatori pallet usati in cambio dei pallet danneggiati. Da ultimo, lo smaltimento dei pallet non riparabili è assicurato da appositi operatori, mentre nel caso in cui vengono barattati con il riparatore, quest’ultimo decide se smaltirli, ripa-rarli o recuperare i componenti riutilizzabili.

Produttori e riparatoriIl mercato italiano della produzione del pallet Epal risulta fortemente concentrato, con azien-de collocate principalmente nel Nord Italia. Per quanto riguarda il fatturato annuo, il 60% delle imprese non supera i 5 milioni di euro, il 25% è compreso tra 5 e 10 milioni di euro mentre il restante 15% supera i 10 milioni euro. Si tratta pertanto di realtà medio-piccole, che per mi-gliorare i propri risultati talvolta affiancano alla produzione dei pallet quella di altre tipologie di imballaggio in legno. La redditività del settore è costantemente minacciata, sia a causa dalle pressioni competitive dei paesi dell’Est, favoriti dai minori costi di materie prime e mano d’ope-ra, sia a causa del cosiddetto “mercato paralle-lo” che, basandosi sull’irresponsabilità di alcuni attori della filiera, alimenta l’inefficienza dell’in-tero sistema (tutti gli attori pagano un maggior costo a causa della fuoriuscita di pallet Epal dal circuito convenzionale).I riparatori certificati sono localizzati nei pressi dei maggiori centri di utilizzo e produzione dei pallet, in particolare nel Nord Italia e nel Lazio. Si occupano della raccolta/ricezione, selezio-ne, riparazione e ri-distribuzione dei pallet usati; tali attività, in alcuni casi, possono essere svol-

te anche da aziende di produzione che hanno richiesto la doppia certificazione (produttore e riparatore). Le aziende possono impiegare fino a 30 operatori e raggiungere un fatturato com-plessivo di circa 10 milioni di euro3.La produzione Epal europea negli ultimi anni è notevolmente cresciuta, arrivando a superare i 52 milioni di unità nel 2006 (crescita del 9% ri-spetto al 2005). Questo fenomeno è una diret-ta conseguenza dell’allargamento dello stan-dard Epal verso i Paesi dell’Est Europa, che attualmente incidono per il 25% sulla produ-zione complessiva, soprattutto grazie al contri-buto della Polonia (8.771.735 unità). Anche la riparazione è in aumento rispetto al 2005, con un incremento medio del 10%. Pur mostrando una crescita del 40%, la Polonia è fra le ultime in Europa, in virtù di un mercato ancora in fase di sviluppo, mentre la Germania si conferma al primo posto.La produzione nazionale presenta invece un an-

damento altalenante, soprattutto a causa del-le incertezze relative al prezzo delle materie pri-me, che incide per il 74% del costo di produ-zione complessivo.Rispetto ai circa 10 milioni di pallet prodotti nel 2002 la produzione è diminuita del 20% nel bien-nio 2003-2004, per poi risalire fino ai 9 milioni nel 2005 e diminuire nuovamente nel 2006 (figura 6). L’aumento della produzione nel periodo 1999-2002 è conseguente alla necessità di sostituire i precedenti parchi pallet (EUR e Centromarca) con il nuovo standard Epal, mentre la flessio-ne del 2003 e 2004 è legata soprattutto al ciclo economico-industriale negativo che ha ridotto in parte la domanda di trasporto e movimentazio-ne. Analizzando la produzione nazionale in rela-zione alle tipologie di pallet prodotti, emerge che la produzione di Epal incide per il 27% del tota-le in valore (il 20% in quantità), i CP per il 5,8% e quelli non standard per il 67,2%.L’andamento delle riparazioni nel periodo 1999-2004 evidenzia un profilo simile ai dati di produ-zione negli stessi anni. La repentina crescita dei volumi prodotti ha infatti determinato il progres-

3 Fote: Gruppo Riparatori Pallet di Assoimballag-

gi, 2006

Fig. 4 - Produzione e riparazione Epal in Europa, 2006.

[email protected] 36 28-07-2008 9:25:48

Page 5: Tutto sul mercato dei pallet

settembre 200835

sabili della qualifica delle imprese, del rispetto del-le specifiche e della regolamentazione.

Norma fitosanitaria. Nel 2002 la Convenzio-ne Internazionale per la Protezione dei Vege-tali (IPPC), struttura supervisionata dalla FAO e riconosciuta dall’Organizzazione Internazio-nale del Commercio (WTO), ha elaborato lo standard ISPM-15 (International Standards for Phytosanitary Measures), per la regolamenta-zione degli imballaggi in legno nel commercio internazionale. Tale norma è molto importante ai fini della riduzione dei parassiti e per la pro-tezione dal rischio di introduzione di organi-smi nocivi, soprattutto quando si importano/esportano merci da un continente all’altro. Le misure di intervento previste dall’ISPM-15 so-no il trattamento termico (HT) e la fumigazio-ne con bromuro di metile (MB). Gli imballaggi in legno grezzo e il materiale da stivaggio trat-tati in conformità all’ISPM-15 vengono certifi-cati attraverso l’apposizione del marchio “IP-PC/FAO - FITOK2”.

La filiera del palletLa “catena logistica del pallet” (figura 2) può es-sere descritta in base agli attori che fanno della gestione del pallet il proprio business principale: gli “attori dell’offerta” e gli “utilizzatori” che se ne servono per le loro attività operative. Nella pri-ma categoria si possono distinguere, in modo più o meno netto:

produttori: aziende specializzate nella produ-zione di differenti tipologie di pallet in legno;

riparatori: si occupano del ri-condizionamen-to dei pallet danneggiati;

grossisti/importatori: commercializzano i pal-let nuovi e usati prodotti in Italia e all’estero;

noleggiatori: offrono la completa gestio-ne del parco pallet, secondo la logica “pay per use”. Sul lato degli utilizzatori troviamo operatori logi-stici, aziende manifatturiere, aziende commer-ciali e trasportatori, ovvero tutti quei soggetti che in modo diretto movimentano e gestisco-no i pallet per movimentare le merci proprie e/o per conto terzi.I pallet Epal nuovi, la cui produzione in Italia è stata di 8.522.683 unità nel 2006 (8,2% in me-no rispetto al 2005), vengono realizzati sia as-

semblando i semi-lavorati di provenienza este-ra sia mediante lavorazione di materie prime. Una quota di tale produzione viene immessa sul mercato tramite il canale del commercio al-l’ingrosso degli imballaggi industriali, anche se gran parte dei pallet venduti in Italia dai com-mercianti è di provenienza estera: l’import, sti-mato da Assolegno per l’anno 2006, è stato pari a circa 5 milioni di pezzi originali più cir-ca un milione di pallet “non Epal” fatti entra-re illegalmente.I produttori di pallet forniscono sia gli utilizzatori sia i noleggiatori. Prendendo come riferimento Chep, il maggiore operatore del noleggio pallet presente in Italia, si stima un parco di oltre 9 milioni di pezzi, 13,5 milioni di pallet noleggiati (il 30% è destinato alle esportazioni) e circa 1.000 clienti.Le aziende manifatturiere (IDM) ricevono i pallet dai fornitori di materie prime/componenti o se-milavorati o dagli attori dell’offerta di pallet, che possono arrivare sia dal circuito della produzio-ne/importazione (pallet nuovi), sia da quello dei pallet usati (commercio).Le aziende della distribuzione si interfacciano con i fornitori di beni e servizi da un lato e con i clienti dall’altro; ricevono la merce e la distri-

2 Dal 2005 il soggetto gestore del marchio, in Ita-

lia, è il Consorzio Servizio Legno-Sughero - Comita-

to Tecnico FITOK

Fig. 3 - Concentrazione geografi ca di produttori e riparatori Epal, 2007.

[email protected] 35 28-07-2008 9:25:47

Page 6: Tutto sul mercato dei pallet

settembre 200837

sivo ampliamento del parco pallet Epal nazio-nale e un aumento proporzionale delle rotture. Ciò spiega la forte crescita del settore nei primi quattro anni (aumento medio delle riparazioni del 265%). Questa tendenza viene ribaltata nel biennio 2005-2006. In particolare, l’incremen-to del prezzo di acquisto dei pallet nel 2006 ha favorito un maggior ricorso alla riparazione e al riutilizzo dei pallet usati.Analizzando nel dettaglio l’andamento dei prez-zi, nel periodo 2001-2005 si è verificata una ra-pida flessione dei prezzi sia per i pallet nuovi sia per quelli riparati omologati. Tuttavia il trend degli ultimi anni e le previsioni per il futuro so-no di un generale aumento del prezzo del pal-let Epal, passato dai circa 7-7,2 euro per pal-let del 2005 ai 8-8,2 euro per pallet del 2006 e arrivato sino ai 8,8 euro di fine 2007. Le cause sono da ricercare nel continuo incremento dei costi dovuto sia al reperimento delle materie prime sia all’adeguamento degli impianti pro-duttivi per la realizzazione di pallet in linea con gli standard indicati dalle normative. Il prezzo di vendita di un pallet Epal sembra quindi de-

stinato a raggiungere per la fine del 2008 valori superiori ai 9 euro.Relativamente ai riparatori, la varietà di opera-zioni svolte rende difficile stabilire un prezzo me-dio di riparazione per un pallet Epal. Nel “caso limite” di tre componenti rotte, recupero dal luo-go di stoccaggio del cliente e consegna si pa-gano in media 3-3,5 euro per pallet riparato che possono variare anche sensibilmente in funzio-ne degli accordi intercorrenti tra i soggetti.

I noleggiatori di palletLe società di noleggio si occupano della ge-stione integrale del parco pallet dei propri clien-ti (siano essi aziende manifatturiere, distributive od operatori logistici), creando dei propri circui-ti di raccolta, controllo, selezione e riparazione, offrendo un servizio completo di noleggio delle attrezzature. Il noleggiatore si incarica inoltre di recuperare i pallet vuoti a scadenze predefini-te, li seleziona, li ripara presso i propri depositi e li riconsegna al produttore. La penetrazione del noleggio è principalmen-te rappresentato da tre grandi gruppi multina-

zionali. Chep, Prs e Lpr. La penetrazione in Ita-lia è ancora inferiore a quella di altri Paesi euro-pei, come la Gran Bretagna, la Francia, la Spa-gna e il Benelux, dove questo sistema è molto più diffuso (60-70% del mercato rispetto a 8-10% in Italia).Il mercato del noleggio è sostanzialmente rap-presentato da tre grandi gruppi multinazionali. Chep, Prs e Lpr. Chep (Commonwealth Han-dling Equipment Pool) rappresenta la realtà più diffusa in Italia e si occupa della gestione inte-grale di attrezzature di movimentazione merci (pallet, container, cassette). Fondata nel 1946 in Australia e giunta nel 1974 in Europa, Chep opera oggi in cinque continenti e dispone di una vasta rete di depositi in modo da rifornire gli oltre 300.000 clienti. In Italia Chep movimen-ta circa 13 milioni di pallet in un anno4, mentre si stima un parco pallet europeo di circa 55 mi-lioni di unità.Il sistema di Pallet Pooling proposto da Chep permette al cliente di ordinare i pallet in base al

Fig. 5 - Ripartizione dei costi di produzione di un pallet Epal, 2007.

4 Fonte: Chep Italia, 2006

[email protected] 37 28-07-2008 9:25:49

Page 7: Tutto sul mercato dei pallet

Utilizzare una“moneta di scambio”

settembre 2008 38

Material handling

proprio programma produttivo, senza dover af-frontare spese di acquisto di un parco pallet o di doverlo gestire in seguito a variazioni del vo-lume di affari. Inoltre, Chep si assume la tota-le responsabilità della disponibilità, delle con-segne e della raccolta delle attrezzature pres-so i punti di consegna finali nelle operazioni di controllo e resa. LPR (Logistic Packaging Return) è stata fonda-ta nel 1992 a Toulouse (Francia). Acquisita da Preussag, attraverso il gruppo francese Algeco, nel 1997 ha iniziato la propria espansione pene-trando il mercato spagnolo, italiano e infine quel-lo del Regno Unito. Negli anni LPR ha progres-sivamente incrementato il proprio fatturato pas-sando dai 10,9 milioni di euro del 1998 a oltre 69 milioni di euro nel 20045. Recentemente ha chiuso i propri uffici in Italia. Il parco pallet è sti-mato in circa 4 milioni di unità, in parte presente anche in Italia (relativamente soprattutto a mer-ci di proprietà francese). L’offerta dell’azienda è basata su tre tipologie di contratto che possono corrispondere a una gestione completa del par-co pallet aziendale (full service), al noleggio del solo servizio di movimentazione dei pallet (tran-sfer hire) fino ad offerte di noleggio di un pallet per una singola movimentazione (one way trip). Inizialmente orientata al settore industriale (com-parto elettrico, chimico), la società nel merca-to europeo si è recentemente inserita in setto-ri quali agroalimentare e grande distribuzione. Il controllo del rispetto degli standard qualitati-vi della riparazione, stabiliti di comune accordo con produttori di pallet, riparatori e clienti, è af-fidato a un ente esterno.

Gli utilizzatori di palletIl 90% delle spedizioni delle aziende produttrici e/o distributrici avviene su pallet, principalmente Epal. L’industria di marca acquista in prevalen-za pallet nuovi per garantire l’operatività dei si-

stemi produttivi e dei sistemi di pallettizzazione automatici (che spesso impediscono l’utilizzo di pallet non conformi o fuori misura), oltre che per evitare problematiche inerenti igiene, puli-zia, odore o umidità.Il 75% della produzione di pallet Epal è destinato

all’industria mentre operatori logistici e aziende di distribuzione assorbono il restante 25% (figu-ra 9). Per tutti questi attori il criterio determinan-te nell’acquisto di pallet Epal è il prezzo, mentre

5 www.lprgrp.com, Novembre 2006

Fig. 6 - Volumi di produzione e riparazione Epal, 99/06.

Fig. 7 - Quota sul fatturato delle tipologie di pallet prodotti, 2007.

[email protected] 38 28-07-2008 9:25:50

Page 8: Tutto sul mercato dei pallet

settembre 2008

poca rilevanza è data al servizio, anche se alcu-ne aziende alimentari richiedono dei pallet op-portunamente trattati per ragioni igieniche. Tra le grandi imprese multinazionali è particolar-mente sviluppata l’adesione a sistemi di pallet pooling, modalità che incontra non pochi pro-blemi nell’interfacciarsi con la distribuzione ita-liana (alcune insegne, Coop in primis, respin-gono le merci dei fornitori che non consegna-no su Epal).Occorre inoltre riscontrare il diffuso utilizzo di pallet a perdere, ovvero pallet privi di certificazio-ne. L’impiego di un pallet meno costoso rispet-to all’Epal risulta ancora conveniente sia per la pallettizzazione di prodotti a basso valore o ca-ratterizzati da pesi non elevati (ad esempio, nel caso di prodotti ortofrutticoli e per alcuni fornitori dei dolci natalizi), sia ai fini della gestione ammi-nistrativa e contabile, poiché il pallet a perdere non pone il problema del recupero. I produttori rappresentano l’anello iniziale della catena logistica e nella maggior parte dei casi sono i diretti proprietari dei pallet utilizzati lun-go la filiera. Tuttavia le politiche di gestione dei pallet sono stabilite dalla GDO, che in molti casi arriva a respingere quei supporti/imballaggi rite-nuti non idonei alla catena distributiva progetta-ta, opponendo problematiche inerenti la sicu-rezza di movimentazione ma anche a vincoli di efficacia ed efficienza. Spesso, per ottimizzare la gestione, le aziende della GDO centralizzano i rifornimenti verso i propri Ce.Di, dove in me-dia vengono movimentati 600.000 - 700.000 pallet l’anno. Non essendo proprietarie dei pallet gestiti, le imprese della GDO si limitano al reintegro dei pallet persi e alla restituzione dei pallet vuoti ai produttori, sia tramite interscambio diretto sia attraverso il pagamento periodico dei buoni pallet (documenti che certificano il debito/cre-dito di pallet con gli operatori mittenti), a sca-

denze negoziate caso per caso. È abbastan-za comune saldare il debito mediante paga-mento in moneta al fine di lasciare l’industria di marca libera di acquistare i pallet dal proprio fornitore e risparmiare le spese per il traspor-to di ritorno. Ciò vale anche per gli operatori logistici, qualora siano essi stessi a occuparsi della gestione dei Ce.Di. per conto della GDO o della distribuzione delle merci per conto dei produttori. Attualmente le aziende pagano in media un valore di 6,5-7 euro per ogni pallet che non sono in grado di restituire.Aziende della GDO e operatori logistici in ge-nere acquistano pallet Epal usati, mentre l’ac-quisto di pallet nuovi avviene in occasione delle aperture di nuovi magazzini o piattaforme, per i quali è necessario un parco pallet iniziale per garantire l’operatività (rifornimento per gli addet-ti al picking e interscambio immediato). Nel ca-so siano gestiti dei pallet noleggiati, l’utilizzatore si occupa unicamente della raccolta e selezio-ne dei pallet da restituire, in attesa del succes-sivo prelievo da parte delle aziende di noleggio

e della tracciatura degli stessi mediante utilizzo di software dedicato.La gestione del pallet è particolarmente critica per gli operatori logistici che, interfacciandosi con diversi attori, subiscono da un lato le mo-dalità e le politiche di gestione del pallet scelte dai committenti, e dall’altro devono far fronte al potere contrattuale dei punti vendita appar-tenenti alle insegne della grande distribuzione. Ulteriori complessità sorgono qualora gli ope-ratori affidino la movimentazione e la distribu-zione delle merci pallettizzate, rispettivamen-te, a cooperative di facchinaggio e a traspor-tatori terzi, poiché aumentano le difficoltà le-gate alla tracciabilità del pallet all’interno della rete distributiva.Il trasportatore, nel caso in cui assuma piena responsabilità sui pallet trasportati, risponde in prima persona della loro riconsegna e integri-tà. Inoltre, quando il trasportatore consegna la merce alla grande distribuzione il più delle vol-te non riceve i pallet dovuti ma soltanto “buoni pallet” i quali, se non conformi, non sono accet-

Fig. 8 - Andamento del prezzo del pallet Epal (*stima).

39

[email protected] 39 29-07-2008 10:54:03

Page 9: Tutto sul mercato dei pallet

Utilizzare una“moneta di scambio”

settembre 2008 40

Material handling

tati dalle aziende mandanti e vengono addebi-tati loro periodicamente. Nel caso in cui siano validi e il trasportatore operi per un 3PL, la re-sponsabilità del recupero grava sulle spalle del-l’operatore logistico.

ConclusioniIn conclusione, è opportuno evidenziare che la gestione dei pallet, indipendentemente dal mo-dello utilizzato (interscambio o pallet pooling) rap-presenta comunque un costo che le aziende so-stengono, nonostante la loro posizione nel mer-cato dei beni di largo consumo. Vi sono voci di costo non trascurabili, che in parte dipendono dal network adottato e in parte dalla necessità di monitorare quantità e qualità dei supporti utilizza-ti in ciascuna fase del processo, soprattutto nei punti in cui avviene il passaggio di responsabilità (da trasportatore a ribalta del Ce.Di., da ribalta a cooperativa, da cooperativa a trasportatore, da trasportatore a ribalta del PdV, etc.).Da uno studio6 condotto da C-log (Centro di Ri-cerca sulla Logistica dell’Università Carlo Cat-taneo LIUC) si è evidenziato un costo unitario

di gestione dei pallet compreso tra 80 centesi-mi di euro e 1,8 euro, destinato a crescere nel prossimo futuro per almeno due fattori: in primo luogo, l’aumento dei costi produzione dei pal-let nuovi; secondariamente, la tendenza a cen-tralizzare le consegne dei fornitori ai CeDi, con conseguente aumento della distanza media dai punti di consegna che impatterà sui costi del trasporto di ritorno dei pallet vuoti. In una visione complessiva della filiera dei beni di largo consumo, i costi di gestione sopporta-ti dalle aziende della GDO andrebbero aggiun-ti a quelli sopportati dalle aziende di produzio-ne (indubbiamente superiori se non altro per il maggior tempo di attraversamento dei pallet nel proprio network) e dai fornitori di servizi lo-gistici e di trasporto.Evidentemente il sistema dell’interscambio è an-cora lontano da poter essere considerato la so-luzione ideale: il mercato parallelo, alimentato dai comportamenti illeciti ancorché di una par-te limitata dei soggetti, rischia di compromettere l’efficienza degli operatori più virtuosi. Basti pen-sare che mentre le aziende della Grande Distri-buzione Organizzata complessivamente dichia-rano un tasso di reintegro (rotture, riparazioni e perdite) inferiore al 5%, al contrario secondo In-

dicod-ECR le aziende di produzione accusano un tasso di reintegro del 15/20%.Analogamente nemmeno il pallet pooling è privo di problemi, dovendo tra l’altro generare un uti-le per le aziende di noleggio le quali, a differenza dell’interscambio, condividono solo parzialmente con i propri clienti i savings derivanti da una cor-retta gestione operativa e dalle economie di sca-la che riescono a realizzare. Inoltre questo siste-ma, mutuato dai Paesi di matrice anglosassone, presuppone un approccio culturale ancora po-co diffuso in Italia qual è l’outsourcing dei servizi logistici e delle attività accessorie.In uno scenario che vede impegnate le aziende della grande distribuzione in processi di pro-gressiva centralizzazione delle vendite ai Ce.Di. (maggiori percorrenze medie) e di outsourcing della logistica fisica sino al rifornimento degli scaffali (cambiamento culturale), potrebbe ve-der favorite nel prossimo futuro modalità di ge-stione del parco pallet alternative quali il pal-let pooling o servizi di gestione in outsourcing dei pallet Epal, purché riescano trovare la ne-cessaria massa critica per capitalizzare le at-tuali inefficienze del sistema dell’interscambio trasformandole in minori costi da condividere tra tutti gli attori. ■

6 F, Dallari, G. Marchet, “Il ruolo dei pallet nei moderni

sistemi distributivi”, Ed. Lampi di Stampa, 2007

Fig. 9 - Tipologie di pallet prodotti in Italia e principali clienti di Epal.

[email protected] 40 28-07-2008 9:25:51