«TUTTO È GRAZIA!» - Domus Familiae Padre Daniele ... · “Ama la vita e amala seppure non ti da...

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«TUTTO È GRAZIA!» “Ama la vita e amala seppure non ti da ciò che potrebbe, amala anche se non è come tu la vorresti, amala quando nasci e ogni volta che stai per morire. Non amare mai senza amore, non vivere mai senza vita”. (Madre Teresa di Calcutta)

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«TUTTOÈGRAZIA!»

“Ama la vita e amala seppure non ti da ciò che potrebbe, amala anche se non è come tu la vorresti, amala quando nasci e ogni volta che stai per morire. Non amare mai senza amore, non vivere mai senza vita”. (Madre Teresa di Calcutta)

Pregare è dire «Grazie!»

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Pregare è dire «Grazie!»

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1.Tuttoègrazia!Seregalatequalcosaaunpovero,viaspettatedisicurochevi

dica grazie. Se fate un piacere a una persona, è logico cheattendiatelasuariconoscenza.Ancheperunserviziodanullavoiattendeteun grazie: seper la stradadateun’informazione auntizio,quelloviringrazia.Ègiusto,perchéancheperunserviziodanullagliuominiringraziano.Èunaspeciedimutuaintesatranoi,chevaavantisenzaintoppiecomplicazioni.Èunanormadivitaaccettata da tutti, una norma ovvia come aprire l’ombrelloquandopiove.

Ringraziare è un’intesa così radicata in noi, che chi non lofacesse non sarebbe ritenuto una persona normale: solo glisciocchinonringrazianodavantiaundono.

MatranoieDioquesta logicanon funzionapiù.Propriocosì:mentretragliuominiringraziareèunaprassiaccettatadatutti,tra noi e Dio avviene esattamente l’opposto. Ringraziamo cosìpocoDiodi quello che ci dà, da sembrare chenon ci abbiamaidatonulla.

Ilnostrocomportamentodifrontealuièsoventedainsensati,pienodiassurdità.SiamodeisolennisfruttatoridiDio,riceviamoe godiamo dei suoi doni senza fermarci mai, ma non sentiamovergognadellanostraincoscienzanelnonringraziare.

Non abbiamo ancora ricevuto un dono e già allunghiamo lamanoperafferrarneunaltro;nonsentiamoilbisognodiposareunmomentoildonoaisuoipiediealzareilcuorealuiperdirgligrazie.Siamotalmente indaffaratiagodere ibenidellavita,chenoncirimanepiù il tempoperesserericonoscentiaDio.Siamobambiniallevatimale,bambinistupidiedegoisti,insaziabili,chepensanosempreaprendereemaiadare.

Diononcichiededicontraccambiare.Comepotremmofarlo?Dio ci chiede soltanto di accorgerci che abbiamo le bracciaricolme,edi fermareunmomento ilvorticedelnostroegoismoperriconoscerelasuabontà.

Il motivo di fondo evidentemente è la nostra ignoranza e

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superficialità. Da noi, dove tutti stanno bene, se voi date a unpoverosoltantounpezzodipane,quasinonviringrazia.Eselofa,lofaconpocaconvinzione.Perché?Perchénonstimaildono.Non si comporterebbe cosi se voi gli deste un biglietto dacentomila.

Masupponeteancoraunaltrocaso.Aunpoverochechiedelacarità voi date un assegno bancario da € 5.000: cosasuccederebbeseluinonavessemaivistounassegnobancario,enon sapesse leggere? Probabilmente accoglierebbe il dono conl’entusiasmo che avrebbe per un pezzo di pane da pochi soldi.Soloquandoaunosportellodibancaglicambiasserol’assegnoinbiglietti grandi, capirebbe quanto ha ricevuto, e verrebbe aringraziarviconunentusiasmobendifferente.

Ecco, noi con Dio siamo fatti così. Non ringraziamo perchésovente lo impedisce la nostra superficialità, e la nostrasuperficialitàèimpastataconlanostraignoranza.

NonsiamoabituatiaringraziareL’uomo stima i doni diDio solo quando li perde. Si stima la

salutequandononsihapiù.Sistimanolepersonecarequandosisonoperdute.

Oggiabbiamoiniziatounagiornatanuova,maèdifficilechecisiamomessi a ringraziaredeldonodella vita.Abbiamoparlato,ascoltato, guardato, camminato con tutta naturalezza. Ma èdifficile che abbiamo detto grazie per il dono della parola,dell’udito,dellavista,dellasalute.

La nostra superficialità è grande come una montagna, e fagrande intoppo al cammino verso Dio: non siamo abituati ariflettere. Abbiamo troppo da fare per prendere, non ci rimanetempoperfermarciapensare.Etragico,maècosì.

Perònonè logiconeppure scoraggiarci. Seabbiamounpo’dibuona volontà, siamo in grado di raddrizzare in noi qualunquestorturaeducativa.EDioèaccantoanoiperoffrircianchequestodono.

Seunpadrecomperaconpiacereunvestitonuovoalproprio

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figlio,nonproveràunagrandegioiaquandoilfiglioglichiedediessereaiutatoamigliorareunpo’isuoirapporticonlui?«Sevoi,chesietecattivi,sapetedarecosebuoneaivostrifigli,quantopiùilPadre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielochiedono!»(Lc11,13).

EppuretuttoègraziaEppure tutto è grazia.Ogni cosa che toccano lenostremani,

ogni cosa che vedono i nostri occhi, ogni oggetto raggiunto dainostri sensi, è un dono di Dio. In ogni cosa su cui si ferma unattimolanostrafantasiac’èundonodiDio.Ognioggettodelmiopensiero è un dono di Dio. Non passa un’ora, un minuto, unsecondo senza che Dio mi raggiunga con un suo dono. Ognibattitodeimieipolsi,ognirespirodeimieipolmoni,sonodonidiDiochesisuccedonoaritmoincessante,senzacheioneppureloavverta.

Diomielargisceisuoidonianchesenonpensoaluienonglisono fedele, anche se lui per la mia infedeltà e ignoranza èinteramenteassentedallamiavita.Diopensaameanchesenonmidegnodellaminimaattenzioneperlui,eloallontanodallamiamente.

Abbiamo perduto la capacità di meravigliarci delle cose!Stamattina è sorto il sole, ma noi non gli abbiamo prestato unattimo di attenzione.Non pensiamo affatto a ringraziareDio diquesto prodigio. Eppure, se un giorno non sorgesse davvero,sarebbefinitalavitasullaterra.

Ilsolesorgeognigiorno.MisonoabituatotalmentealdonodiDio, che non afferro che quasi tutto nellamia vita dipende daidoni fondamentalidellanatura:èper il solechec’è ilverdedeiprati,èperilsolechec’èlavitasullaterra,l’aria,l’acqua,lasalutedell’uomo.

Chiringraziadell’acqua?SiamotroppoabituatiaquestodonodiDio,non cimeravigliamopiù.Non sospettiamoche senon cifossequestodonodiDio,nonesisterebbe lavitanéper l’uomo,néperl’animale,néperlapianta.

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L’aria, chi ringraziadell’aria? Eppure, senza l’ossigeno, comepotremmovivere?Chiringraziadelfuoco?Questacreaturaumileebellacheallietaedevasta,senzalaqualelavitaditantiesserinonpotrebbeesistere.Lemontagne, lepiante,glianimali, i fiori:cosasarebbelaterrasenzaquestidonidiDio?

Questi doni ci sono,Diome li dà a profusione. Io li godo datantianni, lamiavitadipende ingranpartedaessi,eppurecontuttalamiaintelligenzanonsonoancoragiuntoacomprendereilbisognochehodiringraziareDio.

È un decadimento profondo del senso religioso, questo,un’imbecillità congenita nell’uomo. Se ringrazia a suo modopersinol’animale,anchel’uomolodovrebbefare.

DobbiamorenderegiustiziaaDioNessunacreaturaumanariusciràmaiacapireidonidiDioin

modo passabile. Ciò che capiamo dei suoi doni è nulla inconfrontoaquellochedovremmocapire.

Sfuggiràsemprealcontrollodell’uomociòchelanaturafaperprodurre un fiore, nessuno scienziato sarà mai in grado dianalizzare fino in fondo le ricchezze racchiuse in una goccia dirugiada. Come potrà l’uomo seguire il filo dei doni di Dio cheaccompagnanolasuavita?

«Conta le stelle del cielo, se sei capace», dice la Scrittura:quest’affermazione sembrava una sfida audace del Libro Santo.Nepassòdell’acquasottoilpontedopocheGalileopuntòversoilcielo ilsuoprimocannocchiale.Perquantitelescopis’inventino,lestelledelcielosembranoesserepiùnumerosediquantoilpiùpotente strumento ottico possa registrare. La stessa sfida laBibbiapotrebberivolgerlaall’uomo:«ProvaacontareibenefìcidiDio,seseicapace!».

Dobbiamo rendere giustizia a Dio almeno in una cosa: ènecessarioriconoscerechelasuaprovvidenzanell’elargireidonisuperaognicapacitàintellettivanostra.

Bisogna fargli giustizia almeno in quello che possiamo.Ogniuomo ha questo debito con Dio: ha sulla coscienza il delitto di

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aver dimenticato cose che non gli era lecito dimenticare. Hadimenticato i benefìci grandiosi che hanno segnato profonda-mentelasuavita,benefìcidicuinonsieramaiaccorto,edicuinonhamaidettograzie.

IpuntinodalidellanostrastoriaOgniuomoporta in cuorequesta ingiustiziaversoDio. Sono

senzanumeroidonidicuinonabbiamomaidettograzie;conunminimo di attenzione potevamo rendercene conto e nonl’abbiamofatto.

Lafedinapenaledelnostrospiritoèmacchiatapertutti...Tuttiabbiamo avuto persone che Dio hamesso sul nostro cammino;situazioni che Dio ha creato; pene stranissime della nostraesistenza; gioie particolari della nostra vita da cui è dipesol’orientamento della nostra vicenda umana; punti cruciali dellavita dove Dio ci ha attesi con molta pazienza; certi croceviadell’esistenzaumana che, se non si fossero verificati, avrebberomodificatoradicalmentelanostrastoria;incrocistranidelnostrocammino; semafori rossi o verdi che hanno bloccato la nostracorsapazza, ohannodato il via aun altropercorso... Lanostrafelicità è dipesa sovente da questi semafori che si sono accesisulla strada della nostra vita, e noi non l’abbiamo ancoraavvertito.•Che cosa sarebbe statodiun sant’Agostino, seDiononavesseposto al suo fianco una mamma che pregava per la suaconversione?•ChecosasarebbestatodisanFrancescod’Assisi,seDionongliavesseinfusoripugnanzaversolavitamediocre?•Sant’Ignazio di Loyola non cambiò rottaquando fu inchiodatosuunlettucciodacampo,conlagambasfracellatadaunordignodiguerra?• Se san Francesco Saverio non si fosse imbattuto in Ignazio,avrebbe abbandonato la cattedra universitaria? Senzaquell’incontro probabilmente sarebbe diventato un ignoto topodibiblioteca,nonilpiùgrandemissionariodellastoria!

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Potremmo continuare all’infinito. Una cosa è certa: nellastoriadiciascunodinoihannogiocatodeimomentistrani,dacuisono dipese la nostra esistenza e l’esistenza di chi, nel nostrodestino,dipendevadanoi.

Li abbiamo già scoperti questi punti nodali della nostrastoria? Ci siamo giàmessi a studiarli? Abbiamo già ringraziatoalmenounavoltaDionellanostravitaperquesto?

Dioattendecheglifacciamogiustizia.L’albumdellariconoscenzaaDioOgnuno ha l’album dei suoi ricordi più omeno abbondante,

più omeno ordinato a seconda dei suoi pallini di collezionista.Chi non ha l’album delle foto, conserva di sicuro qualchefotografia ingiallita del suo passato; ma, alla nostra attenzione,abbiamogiàsegnalatolegraziepiùimportantidellanostravita?Cel’abbiamol’albumdellariconoscenzaaDio?

In certi momenti privilegiati in cui pensiamo un po’ menosuperficialmente a Dio, perché non metterci a indagare nelnostro passato, per scoprire qualche dono fondamentale per lanostraesistenzaacuinonavevamomaipensato,dicuiabbiamogodutofinoaoggisenzailpiùpiccolopensierodiriconoscenza?

Questo albumdella riconoscenza aDio diventerebbeprezio-sissimoperallenarcialringraziamento,eciguarirebbeunpocodallanostrasuperficialità.

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2.LaBibbiaciinsegnaadiregrazie

Gesù ha denunciato l’uomo che non ringrazia. Quando videche dei dieci lebbrosi guariti ne era tornato uno solo a diregrazie, esclamò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altrinovedovesono?»(Lc17,11).

Già: gli altri nove dove sono? È pesante questa denuncia diCristo.Lapercentualedichipensaaringraziaresaràsemprecosìridotta?L’uomoèproprioinguaribilenelsuoegoismo?

Abbiamo addosso la lebbra dell’ingratitudine. Il Signoreaspettailnostroringraziamentocomelogicadeifatti:seabbiamoricevuto da Dio, è logico che lo riconosciamo, è logico che ciapriamoallagratitudine.IlSignorenonhadatoainovelebbrosiguaritiunordine,masiattendevache inoveguaritidesserounordineasestessi.

Lagratitudineèlalogicadell’intelligenzaedelcuoreretto.Chicapisce e ha il cuore retto, nonpuò fare amenodi ringraziare.Per questo non esiste un comando specifico per il ringrazia-mento,perchéilcomandamentodevepartiredall’uomo.Avrebbesensolariconoscenzaimposta?

«E gli altri nove dove sono?». In quei nove ci siamo tutti,perchésonoinnumerevolilenostrenegligenzeversolabontàdiDio. Purtroppo in quei nove siamo presenti tutti, perché siamotutticolpevolidiingratitudineaDio.

L’uomo non riuscirà mai a stare al passo coi doni di Dio. Ibenefìci di Dio sono più numerosi della rena del mare, sonoinnumerevolicomelegocced’acquadell’oceano.Mal’uomodevealmeno aprirsi al problema! Non lo risolverà, ma deve almenocapirechec’è!

«Eglialtrinovedovesono?».LadenunciaamaradiCristodeveimpegnarmiarappresentaregliassenti.Quandoavremocapitoesaremo guariti dalla lebbra dell’ingratitudine, dovremo presen-tarci a Dio anche per i nostri fratelli che non capirannomai, erappresentarli: «Signore, perdonali perché non sanno quello chefanno.Iosonoquiaringraziareancheperloro:dammilacapacitàdipoterlirappresentare,sostituendomiaessi».

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LaBibbiaèuncontinuorichiamoI Dieci Comandamenti prendono poche pagine della Bibbia,

mal’invitodiDioaringraziaresiestendepertuttalaScrittura.È difficile trovare due o tre pagine consecutive della Bibbia

chenon contenganoquesto richiamo; è incessante ilmartellaredi Dio a tenere a mente ciò che lui ha fatto, a ricordare lemeraviglieoperateperilsuopopolo.TuttoillibrodeiSalmipoi,il libroclassicodellapreghieraebraica,è intessutodipreghierediringraziamento.

Questi dati della rivelazione pongono un problema: se Dioinsiste tanto sul dovere di ringraziare, è segno che esso è ungrande bisogno dell’uomo, che nel ringraziare c’è il suo grandeinteresse, c’è la felicità. È segno che nel ringraziare l’uomo sirealizza.Ringraziando,l’uomotrovailproprioequilibrio:ponesestessoindipendenzadaDio,eponeDioalpostocheglispetta,inpreminenzasututto.

• SetuttalaBibbiaèuncontinuorichiamoalringraziamento,

forse è perché l’uomo corre troppo facilmente il rischio didimenticarlo, e invece ha troppo bisogno di non dimenticarloaffatto.

• Setutta laBibbiarichiamaalringraziamento, forseèsegnocheDiointravedeinquestoilmezzopiùsempliceperl’uomoperandaredirittoa lui, ilmezzopiù immediatoperrealizzare tuttol’idealereligiosodell’uomo.

• Se tutta laBibbia neparla, forseè ancheper tracciareunaviafacileallafede.

• Se tutta la Bibbia richiama al ringraziamento, è perchéimparare a ringraziare significa imparare a vivere il nostrorapportoconDioinmanieravitale.

• SetuttalaBibbiarichiamaalringraziamento,forseèperchépoche cose come questa danno la possibilità all’uomo diprepararsi alla grande rivelazione di Cristo, la rivelazione dellabontàinfinitadelPadre,elarealtàdellanostraadozioneafigli.

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Ilgraziedel«pioisraelita»Sappiamocosemeravigliosedelpioisraelita.L’ebreotimorato

di Dio pronunciava nel giorno fino a seicentocinquanta (650)berakoth o benedizioni: erano preghiere di lode e diringraziamento. Erano brevi formule di preghiera che loaccompagnavano per tutta la giornata, dal canto del gallo altramontodelsole.

C’era lapreghieradi ringraziamentoaprendo l’uscio, c’era lapreghiera di ringraziamento quando il pio israelita si vestiva,quandoallacciavalacintura,quandomettevapiedefuoridicasa.Tutte le azioni di qualche importanza erano accompagnate dauna preghiera di «benedizione». LaMishnah comandava che ilbuonisraelitanondovevainghiottireunbocconedicibograndecomeun’oliva,senzaringraziare.

Le due preghiere che la riforma liturgica ha introdottonell’offertorio della Messa sono due berakoth ebraiche, ilringraziamentoperilpaneequelloperilvino,modellatisull’usoebraico.L’esempiodiMariaEprovvidenziale che sia rimasta solo questa preghiera della

Madonna,ilMagnificat:cosìlaMadredelSignorecifadamaestranellapreghieradilodeediringraziamento.

EbelloavereMariaperguidaemaestra,perchéfuleilaguidae lamaestranellapreghieradiGesù; fu leicheinsegnòleprimeberakoth, preghiere di ringraziamento, a Gesù; fu lei che fecescandire a Gesù le prime formule di benedizione, come facevaognimammaeognipapà in Israele.Nazarethdovettediventarepresto la prima scuola del ringraziamento. In nessuna famigliaebraicacomenellafamigliadiNazarethsiringraziavadal«levaredelsolefinoalsuotramonto».

NonèfantasiapensarecheMariaabbiaricordatotantevolteaGesù che a una determinata azione occorreva fare unadeterminatapreghieraperlodareeringraziareDio,perchéèuna

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cosadeltuttonormaleperunamadreinsegnarealbambino,edèunacosadeltuttonormaleperunbambinoaverl’inclinazioneadimenticare.

Fu così che Nazareth diventò la prima scuola di preghierasulla terra, Maria e Giuseppe i primi maestri, Gesù l’allievoprivilegiato. Nessuna scuola ebbe mai maestri così preparati eallievicosi illustri. IduemaestridiNazarethdevonodiventare inostri intercessori per imparare a pregare, e Cristo il nostromodello.

La preghiera di ringraziamento è la più bella scuola di vita,perché ci guarisce dalla nostra superficialità, ci matura alrapportovitaleeaffettuosoconDio,all’attenzionealuieaisuoidoni,cifacrescereall’amore.

SeilMagnificatèdettoil«catechismodellagioia»,èperchéilringraziamento è proprio un autentico sentiero della gioia,perché ringraziare è aprire gli occhi su quanto Dio ci ama, eapriregliocchisuquantoèbellalavita!

•Dunquegiàilpioisraelita,eMaria,Gesùstesso,gliapostoli,Paolo, ma poi i primi cristiani, erano persone che usavano lapreghiera di ringraziamento. Con una profusione e un fervoreignotoaicristianidioggi.

Dobbiamoconfessarecheècrollataunatradizioneantichissi-ma,chenutrivanelprofondolafededell’uomo.Ilpaganesimoelanostravitafebbrilel’hannouccisa.Perciòilringraziamentoèunvalorechevaricuperato,sevogliamomodellarelanostravitasuquelladiCristo.

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3.RingraziareèunsegretodigioiaRingraziare è una preghiera liberante. Quando ringraziamo

siamosempreproiettatiinqualchemodonellabontàdiDio.Eunsegreto di gioia: nulla è più bello sulla terra come la fiducia inDio,l’aperturaallasuabontà.La preghiera di ringraziamento apre alla confidenza. Chi

ringraziamolto pensamolto a Dio, e meno a se stesso. La suaattenzioneèmaggiormenteattrattadaDiochedaisuoiproblemi.Il ringraziamento non è sfuggire ai propri problemi, ma èaffrontarlinellalucedellabontàdiDio,nellororisvoltopositivo,esenzacupipessimismi.Sovente il principale intoppoallanostra felicità vienedanoi

stessi, noi sovente aggrovigliamo con le nostre corte vedute ledifficoltà che abbiamo, complicandole. Il ringraziare ci abitua asemplificareiproblemi,perchéciabituaavederlinellalucedellabontàdiDio.Non esistono problemi insolubili per chi ha fede: possono

esistere solodelproblemidifficili, perchéesiste labontàdiDiocheguidainmodomisteriosomarealetuttiinostriavvenimenti.È il ringraziare che allena a questo sguardo di fede continuosull’operarediDioinnoi.AbbiamobisognochelabontàdiDiociilluminicomeunsole,

riscaldi tutte le nostre freddezze e apatie, sblocchi le nostresituazioni, sgeli i nostri rapporti con i fratelli. La preghiera diringraziamento è la grande palestra per orientarci incessante-menteaDio,sorgentediluceedibontà.È pesante la preghiera diadorazione, esige grande sforzo di

riflessioneemoltaumiltà.Puòessereopprimentelapreghieradipentimento: confrontarsi con la propria nullità costa sempremolto all’orgoglio dell’uomo. È umiliante anche la preghiera didomanda,perchéèchinarcipiùsullanostramiseriacheaprirciaDio.

Invecelapreghieradiringraziamentoèuncamminodivitaedigioia,perchéèsempreunusciredanoistessieunbuttarciinDio,

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èsempreun’aperturamaggioreallasuabontàealsuointeressepernoi.

Ognivoltache labontàdiDiooccupa inostripensieripiùdiquanto la occupino le nostre preoccupazioni, noi sbocciamomaggiormenteallarealtàdellafede.

La preghiera di ringraziamento ha proprio questo ruolo:spostare il nostro centro di interesse da noi a Dio, e perciòportarciaunapiùautenticavitadifede.

Ringraziareèeducazioneallafede

Lapreghieradiringraziamentociallenaadavereunocchiodifedesututto,eavederetuttosottoilprofilodellabontàdiDio.Equestoilsuograndepregio.

Nonhamoltovalorefarciun’ideasublimemaastrattadiDio,contadipiùfarciun’ideaprofondadellasuabontà.Nonhavaloreteorizzare su Dio, conta di più osservare Dio, toccarlo con lenostremaniattraversoidonichecifa,perchéalloraèabituarciaunrapportodiconcretezzaconlui.

•Chi ringraziamolto può correggeremolte storturementalinelsuorapportoconDio,cheun’educazionereligiosaerratapuòaverglicausato:Ø cisiaccorgecheDiononèlontano,èvicinissimo;Ø si scopre che Dio previene e accompagna sempre in modo

misteriosoogninostroatto;Ø siimparaaviveresottoilsuosguardo;Ø non ci si spaventa più dei nostri limiti e dei nostri sbagli,

perchélabontàdiDiolisupera;Ø siimparaaosservarecomedall’altoinostriatti,inunalucedi

grandericonoscenzaaDio.

•Chisiabituaalringraziamento, imparaancheadaffrontarele difficoltà della vita inmodonuovo, perché è attrezzato inmodonuovo,avendolapercezionevivadiquantoDioloami.

• Chi si abitua a ringraziare dei doni di Dio, giunge ancheprestootardiaringraziarlodelleproveedelledifficoltàdella

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vita.Allora tutti gli avvenimenti lieti o tristidiventano legnachealimenta il fuocodella fede.Allora lavitadi fedediventaunarealtàvera.Quandoimpariamoavederelecoselieteelecosetristinella

luce della bontà di Dio, abbiamo fatto il passaggio dalla fedebambinaallafedeadulta.Estiamoimparandoavivere.RingraziareèpreghieraapertaatuttiNon tutti sono capaci di buttarsi nella contemplazione, non

tutti ne capiscono il perché. Tutti invece sono capaci aringraziare,etuttinecapisconoilperché.• Si ringrazia a parole e si ringrazia anche senza parole. Per

ringraziare non ci vogliono formule, bastano poche parole, equalche idea sulla bontà di Dio. Per questo il ringraziare è unapreghierasempliceperisemplici,maèunapreghierabenricca.Percertepreghiereabbiamobisognodistrumentalizzareparole,idee,libri;quandoinveceringraziamo,ciservonopocheparole,eilibridiventanounimpaccio. • Ringraziare è il pregare dei poveri. Ogni tipo di preghierarichiede preparazione allenamento fatica, ambiente adatto emolta buona volontà; per ringraziare invece non ci vuolepreparazione;nonc’èdaimparareperchétuttisannocomesifa.Noncivoglionoparole,bastasoloun’idea,questa:Dioèunpadrebuonocheciama,ilrestovienedasé.Per insegnare a un convertito a pregare basta insegnargli a

ringraziare.Anche senonhamaipregato, conquestomezzo sapregare.•Èuna stradavaria e lieta lapreghieradi ringraziamento; è

come cogliere fiori in unprato.Non si è finito di coglierneunoche se ne vede già un altro più bello ancora che invita a farsicogliere,eilmazzodiventagrandecomeunabracciata.

MettersiaringraziareèunincentivoatrovareidonidiDio.EidonidiDiosonofatticosì:piùsicercanoepiùsitrovano,finchési finiscedidover smettereperchéèassolutamente impossibileafferrarlitutti.

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Perdareaibambiniilgustodellapreghierabastacondurlipermano fino alla soglia del ringraziamento e lasciarli lì: appenavarcata la sogliaessinonhannopiùbisognodellanostraguida,camminanodentrodasoliconspeditezza. •Ringraziareèunapreghierachenonstancamai.C’èsempredelnuovoec’èsempredelbellodapensare,davedere,dadire.Perquestoèlapreghieraadattaatutti,pertutteleetà,pertuttiitipidipersone,conognipreparazionespirituale.Ringraziareèlapreghiera senza strutture, perché scavalca le strutture. Più si èsemplici,piùsiècapacidiringraziare. •Eanchelapreghierapiùriposante:riposalamenteeallargailcuore. Se la mente è stanca, ringraziare è la preghiera adatta,perchénonassorbe,nonopprime,nonpesa.

Ringraziare:uncorrettivodelcarattereChi si abitua al ringraziamento non è più solo con i propri

limiti, perché ha Dio in cima a tutti i pensieri. Chi si abitua alringraziamento mette Dio in tutti i suoi problemi, e inizia unrapportodi vita intima con lui: iniziaun’amicizia vera, pienadiconfidenzaedimutuaintesaconlui.

Sovente le nostre frustrazioni sono causate dalla nostrasolitudine: si è solinel ginepraiodeinostriproblemi, si è comesperdutinelpantanodiunapalude.Ogniramochesiafferranonregge,ognizollasucuisimettepiedevagiù.

La preghiera di ringraziamento è la scoperta del mondo diDio.EDiochevienevicinoanoiesimetteacamminareconnoi,ecidàquellodicuiabbiamobisogno.Basterebbequestopensiero,Dio vivo accanto noi, a risolvere quasi tutti i nostri conflittiinteriori. •L’abitudinealringraziamentocomportaunamessaapuntodituttiinostriproblemi,dellenostreansie,dellenostrepaure,delledifficoltàedellepene,perchédietroaogni fattocheci toccadavicino è presente Dio che ci ama, e nel quale si acquistaconfidenzasemprepiùprofonda. • La preghiera di ringraziamento ci fa scoprire Dio, Dio che

Pregare è dire «Grazie!»

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opera sudi noi, noi indipendenzada lui,Dio interessato anoi,noi ordinati a lui. Allora la vita di fede opera in noi le suetrasformazioniprofonde. • Chi si abitua alla preghiera di ringraziamento entra in ungioco di equilibrio psicologico importantissimo: non sono più iproblemi che guidano la persona, è la persona che guida iproblemiperchétuttoèrapportatoaDio,èindipendenzadalui,èinquadratonellavisualedellasuabontà.

Lapreghieradiringraziamentoèl’iniziodiunavitadigrandeserenità, perché èunavita veradi fede.È l’iniziodi unavitadigrande sicurezza, perché è un camminare nella luce, accanto aDio.Non cessano i problemi,ma si affrontanodaun’angolaturanuova.

Non elimina le difficoltà, ma elimina la nostra debolezzanell’affrontareledifficoltà:chicredeall’amorediDio,chiviveinunrapportodigrandeconfidenzaconlui,puòaveredellepaure?Nonavràpauranemmenodisestesso. •Lapreghieradiringraziamentoaiutaagoderemaggiormentedelle cose belle della vita. Sovente non godiamo i doni di Dioperché li godiamo egoisticamente, li godiamo senza Dio, ligodiamoperfinoadispettodiDio.

Invece, ringraziando, noi dividiamo le nostre gioie con lui,perché tutto è godutonella riconoscenza a lui, allora ogni gioiadiventapiùriccaepiùbellaeisuoidonirisplendonodipiùnellalorobellezza.………………………………………………………………….………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

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4.Comeringraziare

L’allenamentoa ringraziarehabisognodimetodoe raziona-lità. Si comincia dal facile per andare al difficile, come in ognibuonallenamento.Bisognapuntareinalto,giungereadiregraziepertutte lecosechecicostanodipiù.Maquellaè lavettadellamontagna. E per arrivare in vetta, prima bisogna affrontare lascarpatacheportaallavetta.Bisognainsommapartiredallecosefacili.

Diciamosubitocheèimproprio,perfinoirrazionale,dividereinostriproblemiinquelleduecategorie:lecosebelleelecosenonbelle.Perchihafedeesistonocosedifficili,manonesistonocosenon belle, perché tutto è guidato da Dio, la notte e il giorno, ilbelloeilcattivotempo,lenuvoleeiltemposereno.

Ma evidentemente ci sono dei momenti molto belli nellanostravita,nellanostragiornata,sesappiamoapriregliocchi.Edi lìcominciailnostroallenamentorazionalealringraziamento.Nonlasciarpassarenessunagioiadellavitasenzaringraziare!Equestalaprimatappa.

Cominciaredi lì significacominciareadarciunaconvinzionedicuiabbiamograndebisogno:Dioèbuono!Dioèunpadre!Diopensaanoicondelicatezzainfinita!Provateapassareungiornoben decisi in questo impegno: ogni gioia oggi dev’esseresantificatadaungrazieaDio;vedretesenongiungereteallaseraconun’ideanuovadellabontàdiDio.

Aprirete gli occhi su certi aspetti della vita ai quali nonavevatemaipensato.Cresceràinvoiilbisognodiabbandonarvialui semprepiù,diconfidare in luiconpiùprofondoabbandono.Metteretesaldezzaalvostrospiritodifede.

Questo eserciziomatura alla fede. Poi la fede, come sempre,apre gli orizzonti alla generosità. La fede è sempre lo stelo chereggeunfiore,lapreparazioneall’amore.Seèvivafascaturirelarisposta,cioèdàorigineall’amore.

È molto umiliante questo fatto: la gran massa cristiana siricordadiDiosolopertenderelamano,oquandoèdavantiaunasituazione che fa paura. Anche le «persone di chiesa» sono

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sempre lì a fare gli accattoni nella loro preghiera, chiedono lecose più stravaganti, chiedono continuamente, senza nemmenovalutareseciòchechiedonoèutileodannoso.

Questo grande accattonaggio collettivo sovente ubbidisce aleggimoltoirrazionali.Cicomportiamocomesciocchimendicantidavanti a Dio, mendicanti ai quali Dio riempie di ogni dono labisaccia, che Dio veste, sostiene e alloggia; e il mendicante èsemprelìscontento,econtinuaacantaremiseria,perchéaspettaquelfamosocentesimodanullaacuitienepiùditutto...

È umiliante essere dei mendicanti mentre Dio aspetta che cicomportiamoda figli.E lapreghieradiringraziamentopuòfarcioperareilpassaggiodamendicantiafigli.

Chisiabituaaringraziare,auncertomomentosivergognadiimporre i suoi programmi a Dio. Sa che Dio gli è padre, checonosce meglio di noi quello che ci occorre, pensa solo aringraziareperchéèsicurocheDiosiaspettasoprattuttoquesto.Questoèfede,èamore,èviverenellaconcretezzalarealtàdiDio-Padre.

Un’oraalgiornoperringraziareDioMa l’allenamento ha bisogno di precisione. Perché non

potremmo pattuire con noi stessi di dedicare sempre un’ora algiornoperringraziareDiodiognicosabellachecidà?

Per ringraziare un’ora al giorno non c’è da interrompere ilproprio lavoro,nonoccorreandare inchiesa,bastascegliereunlavoro che lo consenta. Quasi tutti i lavori manuali che nonassorbono del tutto la nostra mente potrebbero convertirsi inpreghieradiringraziamento.

Noi pensiamo continuamente, e quando non pensiamofantastichiamo. Lo facciamo camminando, lavorando, prima delsonno, quando ci svegliamo, lo facciamo tra le azioni piùimpensabili: tutte le volte che il nostro lavoro non ci assorbe,parte il fiume dei pensieri. Bene, basterebbe una cosa moltosemplice, mettere argine al fiume in piena, dirigere i pensieriversoladirezionedellariconoscenzaaDio,emetteremmounpo’digiustizianeinostrirapporticonlui.

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Ringraziaredellecosespiacevoli?È facile ringraziare delle cose belle! Tutti ne sono capaci,

anche se pochi lo fanno. Ma l’importante, anzi l’essenziale, ègiungere a ringraziare delle spine, delle contraddizioni, dellepene,eanchedeiproprierrori.Quandosiarrivalì,sièallavettadella montagna. Perché chi arriva a ringraziare delle cosespiacevoli, anche delle croci, allora ha veramente imparato avivere.

Lavitaèsempreunintrecciodicosechevannoedicosechenonvanno,digioieedispine,direalizzazioniedifrustrazioni.Ilcristianoècolui chesaconviverecon legioieecon lepene, colcaldoecolfreddo,conlacalmaeconlatempesta.Ècapacedimaiandare a fondo nelle burrasche della vita, o almeno è capace,andando a fondo, di tornare a galla. Il ringraziamento deveportarciaquestametaefarcicapacidisopravvivereaqualunquetempesta.

Comesifa?Forseèopportunochiarirechenonèsemplice,èunalottacheavoltesembraimpossibile,sembrasproporzionata,controunaforzachecischiaccia.

Esige anche una certa conoscenza del cuore umano. Peresempio,nonèconvincentepernessunoringraziareDiodavantiaunacontraddizione:ècomebatterelatestacontrounmuro.Mac’è una tattica: per buttare giù un muro non occorre affattocozzarvi dentro con la testa. Basta fare così: prendere un palo,piazzarsibene,epoicozzarecolpaloinvececheconlatesta.Eilmuroprobabilmenteandràgiùsenzachecifacciamodelmale.

Perintenderci:davantiacertecontraddizionisuonaavuotoilringraziamento,èunacosachenonconvinceaffatto,ancheseèunacosabella.Maseprimadiringraziarecifermiamoaguardarein faccia con molta calma la contraddizione, e dopo averconstatato che non possiamo proprio farci nulla, la mettiamonellemani di Dio con la semplicità del fanciullo, allora è comericorrere alla famosa tattica del palo. E con quella il murocrollerà.

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Quando abbiamo affidato un problema insolubile a Dio, el’abbiamofattoconfiducia,umiltàeveroabbandono,allora,soloallora, possiamometterci a ringraziare. E quello l’istante in cuiazioniamoilpalo.

Nonbasteràuncolpo.Nonbasterà ringraziareunavolta.Maringrazieremo cento, ringrazieremomille volte, e ilmuro quasicertamentecrollerà.

Bisogna provare per convincersi. Lì per lì avremo forsel’impressione che il nostro grazie suoni a vuoto. È logico! Èdifficilechecertecosevadanogiùproprioquandonoivogliamofarle andare giù. Ma se continuiamo a ringraziare, il muro siscrepolerà,scopriremoil«filodellaProvvidenza»,eriusciremoaintravederenellasituazionenegativairisvoltipositivi.

Se siamo costanti a ringraziare, giungeremo a trovare una,dieci, cento motivazioni di riconoscenza a Dio per quellacontraddizione.Eallafineilgrazietrionferà,ilmurocrollerà.Ungrazie vero, convinto, sanguinante magari, ma autentico, chesgorgadalprofondodell’essere,ecilibera!

Inqueimomentisicomprendelapotenzadelringraziamento.Anzi, l’esperienza del ringraziare non ci convincerà mai finchénongiungeremo lì: a capire laportatacheessohaneimomentidifficilidellavita.

Allora si comprenderà che imparare a ringraziare significaimparareavivere,perché significa imparareadaffrontare tuttelesituazionipiùdrammatichedellavita,proiettandolenell’amorediDio.

Allora forse, e solo allora, si nasce alla fede, perché se neesperimentatuttalaforza,sisperimental’amorediDio.

Quando non ci scandalizziamo più di Dio, siamo giunti allafede.Quandopernoi contapiù lavolontàdiDiochequalunquenostroprogetto,allorasiamogiuntiall’amore.

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NellepiccolecontraddizionidiognigiornoAnchequièopportunoprocedereagradi.Nonsiè capacidi

affrontareigrandiproblemidellavita,senonciimpratichiamoadestreggiarciconlepiccolecontraddizionidiognigiorno.

Sidovrebbecominciareconl’impegnodimaiperderelapacedavantiallepiccolecontraddizioni,efarleservirecomeesercizioalnostroringraziamento.

Avete rotto un bicchiere? Una persona vi ha feriti? Avetecommesso una gaffe? Perché perdere la pace? Mettiamocidavanti a questa vicenda, ed esaminiamola nella calma. Se èpropriounaspinasenzarimedio,perchénonmetterlaconfiducianellemani di Dio? Se Dio ha cura di un passero che cade, nonprenderàacuoreunanostrapena?

E non pensarci più, lasciare che Dio porti avanti lui quelproblema che per noi resta insolubile. Poi, subito dopo,ringraziare.Contuttoilcuore.Nontantoperlacontraddizioneoper la spina, ma per tutti i risvolti positivi che sono seguiti aquelladifficoltà. • Ilprimorisultatopositivoèchenon loconsideratepiùunatragedia, gli avete dato la sua proporzione di avvenimentoordinario; e questo non è un bel dono di Dio, di cui poteteringraziare? • Poi conoscerete meglio voi stessi dopo quell’incidente,oppure conosceretemeglio gli altri o la situazione: questo èunaltromotivodiriconoscenzaaDio. • Poi ringraziate che avete avuto fede quando normalmenteperdevatelestaffe.……………………………………………………….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

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5.Ringraziareperilbeneeperilmale

Glierrori,materiadiringraziamentoAnche gli errori possono diventare materia buona per il

ringraziamento.Primaperòbisognaripararli,comecièpossibile.Pentirsi del male e riparare in tutto ciò che è possibile, poimettere tutto nelle mani di Dio ringraziando, è buona tatticaperchéilmalenonabbiapresaprofondainnoi.

Chi ama Dio riesce a trovare materiale buono per lariconoscenzaanchedaunerrore,anchedaunpeccato(cfr. JosephTissot: L’arte di trarre profitto dai nostri peccati). Capire che si èdebolinonèmotivodiriconoscenzaaDio?Capirloenondisperarsene.Capirloeaverelabuonavolontàdiuscirne,nonèunmotivoperringraziare?

Dopounerroreaccettatoconumiltà,quantosicapisconoglierrorideglialtri!Forsenonmeritaconsiderareanchequesto,percambiarel’erroreinungraziesinceroaDio?

Dopounerrore,accettatoeriparato,sièpiùattrezzaticontroilmale:seilserpenteèvistoetenutod’occhio,noncogliepiùdisorpresa.QuestofattononmeritaunringraziamentoaDio?Dopoun errore, accettato e riparato, non torna la pace nel cuore?Questo non è un bel dono di Dio che postula la nostrariconoscenza?

Non ringraziamodiunadebolezzaper starcidentro,maperuscirne fuori, per non caderci più. Il ringraziamento dopo unosbaglio significa uscire fuori dal male e riempirci di tantariconoscenzaaDio,ditantariflessionesullasuabontà,daesserepiùattrezzatianoncaderepiù.

Chi dopo uno sbaglio ringrazia Dio per essersi ripreso, peraver capito, per la buona volontà che Dio gli ha dato e lamaggiore conoscenza dei suoi limiti, è certamente una personaumile.Echièumileèfortecontroilmale.

Ilringraziamentoèunascuolameravigliosadiumiltàperchièstatodebole.Umiltàsenzaripiegamenti,congliocchifissiaDio.Umiltàcheèenergiadiripresa.

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RingraziareperglialtriPoi, per chi è maturato un poco alla fede, rimane un altro

problema: c’è tutta una massa di gente intorno noi che nonringraziamai.ChiamaDiosente ildoveredi farequalcosa,nonsopporta di starsene con le mani in mano davanti a talesituazione.

C’èunmondodigentechenonringraziamai,chenonsiponeneppure il problema di dover ringraziare. È lecito, per chi hacapitolabontàdiDio,nonfarenullaperloro?

Un esempio. Se il proprietario di un ristorante un giornoespone il cartello di entrata libera e di servizio gratuito, tuttiaccorronoperentrare.Masupponiamochequellagentemangiaebevea spesedel ristorante,poi esce senzaneppuredegnarsididire un grazie al proprietario del locale. Se siete amici diquell’uomo generoso, non sareste pieni d’indignazione? Bene, èquellocheavvieneconDio.

QuandoGesù raccontò laparaboladel banchetto, si avvicinòunpocoaquestarealtà.Raccontòcheilpadronedelristorantefucostrettoametterefuoriunmaleducatochenonavevaosservatolaminimaregoladigalateo,tantodavenirealsuoinvitoconunvestito tutto stracciato. Ma se Dio al banchetto dei suoi donifacesse uscire i maleducati che non dicono mai grazie,svuoterebbedisicuroilbanchetto.

Allora?Allorachihaunpo’disaleinzuccadeveagireperchinonce l’ha.ChiamaDiodevebuttarsiaringraziareperchinonringraziamai.

Chi ama Dio si abitua a ringraziare per sé, ma si butta aringraziareancheperglialtri.Unpapàlodevefareperifigli.Unasposaperlosposo.Unfratelloperl’altrofratello.Poilacerchiasideveallargare:atuttaunafiumanadigenteinsensatachegodeidonidiDioafferrandoliapienemani,enonsigiramai indietroper ringraziare. Chi ama Dio prende coscienza di questoproblema,esidàdafare.

Quanto allarga il cuore ringraziare per gli altri! Forma lamente, forma il cuore, perché ci guarisce dalla superficialità e

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sana dalle sue meschinità il nostro amore! Ci forma allariconoscenza,allariflessione,all’amore!

Ringraziarea“zampillo”Che cos’è? E una tecnica molto interessante per farci

progredire nel ringraziamento. Una tattica di lotta per guariredallasuperficialitàcongenitadicuisiamotuttimalati.

Consiste in questo: quando le vostre occupazioni loconsentono - per esempio camminando per una strada,viaggiando,oppurequandosièobbligatiall’inazioneperqualchemotivo-dateliberosfogoallavostrafantasia,ofateunpattoconi vostri occhi: tutto ciò che essi vedono, deve far zampillaredall’intimoungraziesinceroaDio.

Eunesempiomeravigliosochevieducaallariflessioneeallafede. E uno sforzo molto piacevole che vi cambia il cuore.Nascono allora dal cuore delle preghiere cosi belle, ricche,spontanee,chevi farannosperimentareunagioiache forsenonavetemaiprovatonellavita. •Camminateperunastrada?FatezampillareungrazieaDioperunamacchinachepassa:chisiricordadiringraziareDioperlemeravigliedellatecnica? •Passa unamacchina bella, o la bicicletta di un poveraccio?Ringraziate per quel ricco, per il bene cheDio ha elargito sullasua vita, e implorate che non sia egoista. E su quel povero fatepreghiera di ringraziamento sulla sua salute, sul lavoro, iproblemideisuoifigli. •Attraversateunastrada?Perchénonringraziatepertuttelecomoditàdelmondodioggi,delprogresso sociale,della facilitàdellecomunicazioni?Perchénonringraziatedivivereinunpaeseciviledovec’èbenessereaprofusione? •Salitesuunmezzopubblico?Ringraziateperchistaalvolantedell’autobus,perquellamammachetieneinbraccioilbambino,perlecurechehaperlui,legioiechehadalui. • Vedete un volto triste? Perché non ringraziate Dio che,attraversoledifficoltàdiquellapersona,staguidandolasuavita,

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lastaforsepurificando?Quelvoltotriste,disicuro,nondiràmaigrazieaDiodeisuoimomentidifficili;voicheriflettetenellafede,lopotetefareperlui.

Chipregacosìfaràdellescopertemeravigliose.

1. Capiràcheinqualunquesituazionelapreghieraèpossibile.Poi imparerà che è una brutta storia, quella che raccontiamo anoistessi,chenonsiamocapaciapregare.

2. Capirà che è perfino sbagliato dire, o lasciar dire, chepregare è pesante. È forse pesante pregare cosi? Seminando lariconoscenzaaDiosututtoesututti?

3. Poiimpareràavergognarsideltantotempochehaperduto,siaccorgeràcheognunopossiede,selovuole,deimarginimoltovasti nella giornata (anche chi è occupatissimo) che potrebbededicaremoltobeneaDioeaifratelliattraversolapreghieradiringraziamento.

4. Infine, e questo è più importante ancora, avvertirà cheringraziare per gli altri diventa una cura efficacissima contro ilproprioegoismo.RingraziatesenzaringraziareAnche questa è una buona tattica per allenarsi al ringrazia-

mento.Nonavetemaiosservatocosasuccedequando ilpapàfaunbelregaloalbambino?Seèunacosatantoattesa,ilbambinosimette a saltare dalla gioia. Quasi sempre, se è tanto piccolo,nonècapacedidiregrazie.Qualchevolta,seègrandicello,saràcosì felice di quel giocattolo atteso che dimenticherà diringraziare, si tufferà sul dono per impossessarsene subito egoderselotutto.

Bene,èoffeso ilpapàperquesto?Tutt’altro!Lagioiadiquelpapànascedalmodoincuièstatoaccoltoilsuodono,anchesetutte le belle parole di ringraziamento sono state dimenticate.Perilpapàquestononcontaproprionulla,èlagioiadelbambinoilgraziepiùbello.

Per Dio è la stessa cosa: non hanno importanza per lui lenostre parole, perché sa meglio di noi che le parole sono solo

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convenzioni e a volte non dicono nulla. Invece quello che luivuole è la riconoscenza. E la riconoscenza più bella per Dio èvedercifeliciecontentideisuoidoni.

Ecco il punto. Sovente la maniera migliore per noi diringraziare è questa: godere con gioia il dono di Dio! Goderlointensamentecongliocchirivoltialui!

Efacileringraziarecosì,perchéèspontaneopernoi:buttarciagoderequeldonocontantariconoscenzaaDio!

Dioviconcedeunagrandeconsolazione?Godetelacongrandegioia, con gli occhi rivolti a lui. Quel che non dicono le vostrelabbralodicelavostragioia.

Quando godiamo così i doni di Dio, accade una cosa strana:noi non li godiamo più egoisticamente, siamo attenti agli altri,aperti agli altri. È segno che stiamo godendo il dono diDio nelmodogiusto,dapiacerealui.

Fateloanchenellepiccolegioiedanulla:Diovihamandatounbel libro? Dio vi ha fatto incontrare un amico? Avete avuto unsuccessonelvostro lavoro?Unapraticapercuivieravate tantocrucciati èandata inporto?Bene, godeteprofondamentequellagioia, facendo festa a quel dono e aDio.Non occorronoparole.Non occorrono quasimai le parole quando le gioie sonomoltointense.

Se vi sgorgano le parole lasciate che vengano ma vi puòsgorgareinvecesoloungridodicontentezza.Eilringraziamentodel vostro amore a Dio. Solo più tardi, quando l’emozione saràpassata, mettete un po’ d’ordine nei pensieri, e vi fermate aformulareungraziedicuore.

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6.BrontoloniconDio?C’ègentechevive“insaccata”nellamaniadibrontolarecome

dentro un vestito: brontola di tutto e di tutti, brontola se c’è ilsole e se c’è la pioggia, brontola quando sta bene e quando stamale.Sisvegliabrontolando,eforsevaadormirebrontolando.Epercolmodisventura,puòdarsichebrontolianchenelsonno.

Èunmaledetestabile.Controlemalattiecisonoimedicielemedicine,lecureeiricoveri;macontroquestomalesonomoltopoche le cure perché i rimedi partono solo da noi stessi, dallanostra volontà; e se la nostra volontà è tutta inquinata, non lapuòsanareunbelnulla.

Ilbrontolarenonèsolounammalarsi,èperdere ilmegliodinoistessi,èuninvecchiamento.Sidiventavecchiprecocemente,e un giovane può diventare vecchio decrepito in pochi anni,perchébrontolaresignifica tagliare le fontidellenostreenergie,diventareinettiehandicappati.Sicamminacolbastoneprimadeltempo.

Brontolareèdistruggereedistruggersi;èpenosodistruggerequandotuttalavitaèunachiamataacostruire,arinnovare.Chibrontola mina le sue forze e quelle degli altri, distrugge il suobeneequellodeglialtri,eciòcheèpiùpenoso,mettelapersonaincondizioneparalizzante.

Nell’antichità,quando ilnemico invadevaunpaese,primadiritirarsibruciava lemessieriempiva icampidisassi.Èpropriociòchefainnoieneglialtri lamaniadibrontolare:distrugge,erendepiùdifficilelaripresa.

Brontolareappesantiscelavitanostraedeglialtri.Lavitahagiàisuoipesielesuefrustrazionidacuinonc’èscampo.Perchéè necessario appesantirla ancora di più, inventando difficoltà alargo raggio? Perché appesantire anche la vita agli altri? Chediritto abbiamo di privare gli altri della loro felicità, emettereinciampisullorocammino?

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L’oppostodelringraziareèbrontolareUn correttivo al brontolare è aprirsi alla riconoscenza e

abituarsi al ringraziamento. «Un buon cristiano non si lamentamaidiniente»,dicevailCuratod’Ars.

Ringraziare è puntare fari di luce sull’aspetto positivo dellecose. Ringraziando si imbavaglia la mania di piagnucolare.Ringraziare èusciredall’infantilismopiagnucoloneed entrare aviso aperto nei problemi. Brontolando e piagnucolandodiventiamo bambini; aprendoci al ringraziamento diventiamoadulti.

Chi brontola è un uomo dalla visuale corta e meschina, chevede i problemi da un lato solo. Chi ringrazia è un uomo dallosguardoaperto,chevede ilpositivoe ilnegativodellecose,chevedeilrisvoltopositivodellecosenegative.

Il brontolone è sempre una persona che fa i ragionamenti ametà. Colui che ringrazia è una persona che li fa al completo.Brontolare è sempre un difetto grave di fede. Ringraziare è unviverelafedeadimensioniprofonde.

Brontolare danneggia sé e gli altri,mina le forze a sé e aglialtri. Ringraziare è ricuperare forza, è trasmettere forza ancheaglialtri.

Mettiamocidifronteauncasopratico:oggimisonosvegliatocon un fortemal di testa. L’infantilismo che cova inme subitoaffiora e mi porta a brontolare. Com’è sciocco, com’è insulsoquesto comportamento! A che cosami serve? Rimedia forse almio mal di capo? E ciò che è peggio, presto o tardi il miomalumore peserà su qualcuno, appesantirà la giornata di unaltro.

Inveceeccounaltrotipodicomportamentodifrontealmaldicapo:guardoconcalmailmiomalessereelomettonellemanidiDio:«Signore,sepiaceate,aiutamianonsentiretroppoquestopiccolomalessere,efa’cheilmiomaldicapocollaboriconimieidoveri».

Poiringrazio:«Signore,pocodistantedame,inqualcherepartod’ospedale c’è un uomo, c’è una donna immobilizzata, che soffre.

Pregare è dire «Grazie!»

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Signore,iotiringraziochenonostantequestadifficoltàdisalute,ioposso muovermi, parlare, pensare, lavorare, andare e venire,produrre,godereilbeneficiodiunavitasanaeattiva».

Confrontate questi due atteggiamenti, e interrogatevi conobiettività:qual è l’atteggiamentopiù sano,più intelligente, cheportapiùbenessereavoieaglialtri?

IlbrontoloneaboccachiusaC’ègentechehal’abitudinedibrontolareaboccachiusa.Èpiù

pericolosoancora,perchébrontolandoavocealta,prestootardiqualcunovidiràinfacciachesietedegliscocciatori.Brontolandoa bocca chiusa possiamo corrodere tante cose belle della vitasenza chenessunomai ci corregga, e a voltepossiamo illudercisolennemente di non appartenere affatto alla categoria deibrontoloni.

Peròilbrontolareaboccachiusadistruggecomeilbrontolarea viso aperto, e il suo male sotto tanti aspetti è anche piùinsidioso. Perché il brontolone a bocca chiusa è un tipo checoltiva il malumore, e chi coltiva il malumore, volere o no, lolasciatrasparire.Efadeigrandidanni,pesasuglialtriebuttagiùlaforzadeglialtri.

Chi porta addosso un male infettivo, bisognerebbe isolarloperché diventa propagatore di germi. Il brontolone a boccachiusa appesantisce l’aria e seminamalanni come unamalattiainfettiva.

Può accadere benissimo che uno dica di se stesso: iol’abitudine di brontolare non ce l’ho. Ma prima di dire cosìchiedetevisenonavetel’altramaniacheforseèpeggiore:quelladiesseredeibrontoloniclandestini.

C’èchis’interessadelprossimo,malofabrontolando.Chifasacrificigrandiperipoveri,malifabrontolando.Chiportaavanti doveri penosi,ma lo fa brontolando. E forse ha la facciatostadidire:iononhoilviziodibrontolare.

Anche questo male bruttissimo può essere curato, e moltobene,conl’abitudinealringraziamento.

Pregare è dire «Grazie!»

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Ringraziare,invecedibrontolareCom’è liberante, davanti a una cosa che pesa, fermarsi un

momento a ringraziare. Dà forza per l’azione, è l’opposto delladebolezzacheinfondeilbrontolare. •Sipresentaunacaritànoiosa?Invecediesclamare:«Signore,matoccasempreame?»,provateadire:«Signore,siiringraziatodiquestodonochemimandi!Signore,fammiunpo’capirecosac’èsottoquestodono!».

Alloraavreteanchedellegrossesorprese:vedretespessochequel dono comporta un mucchio di cose belle per voi, viarricchiscedisapienzaedolcezza,aumentalavostracapacitàdiascolto,costruisceinvoilapazienzael’autocontrollo. •Auncertomomentoviaccorgeretechestatericevendodaglialtri.Vicapiteràdiconstatarechelarassegnazionee la fortezzadi quel povero sono uno specchio per la vostra volontà tantodebole.Vi capiterà che, compiutoquell’atto generoso, dentrodivoinascalaconsapevolezza:èpiùquelchehoricevutodiquellochehodato! • Brontolare a bocca chiusa poi mina il nostro carattere. Èsempreuncorrosivodel carattere.Chi siabituaabrontolare, sisorprenderàinsituazionimoltoumilianti:sidiventairascibili,eavolteinsopportabili.

Il ringraziare invece produce effetti opposti su di noi,totalmenteopposti:cirendeapertiserenipazienticomprensivi.Esoprattutto ci abitua a uno sguardo costante su Dio in tutti inostri avvenimenti spiacevoli.Equestoè fede.Enient’altro cheunmeravigliosoallenamentoallospiritodifede.

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Pregare è dire «Grazie!»

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Pregare è dire «Grazie!»

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7.Ringraziareanchenelledisgrazie?Questobisognaprovarlo.Sonocosechenonsipossonodire,

bisognaprovarle. SeDio è presente dietro tutti gli avvenimentidella nostra vita, se conta i capelli del nostro capo, una cosa ècerta:anchelecosiddettedisgraziesonoaccompagnatedallasuamano.

Le cosiddette disgrazie sì, perché non esistono disgrazie pernoi che abbiamo la fede. Esistono solo i momenti difficili, imomenti duri in cui Dio ci chiede qualcosa che ci sembraimpossibile. Momenti in cui Dio ci vuol fare qualche dono chesorpassalenostrepossibilità.

Ognicosiddettadisgraziahasempredeidoniimportantissimipernoi.Nonsonoimomentibelliquellichecontanodipiù,sonoquelliduri.Peressereconvintibastaguardareindietronellavita:lesituazionichecihannofattoprogrediredipiù,probabilmentenonsonomaistatequellepiacevolimaquellepiùdifficiliedure.

Siamomalatid’infantilismo,siamodeisuperficiali inguaribili.Quando tutto fila dritto, siamo portati a sederci sul paracarrodellastradaagodereilpanorama,aguardareipasserottieifiori,eadimenticarcichesiamoquipercamminare.Èsotto lasferzadeldoloreche l’uomocamminapiùspeditoper lastradadiDio.Noi non vogliamo ammetterlo,ma guardando indietro vediamochequasisempreèstatocosì.

Nell’istante in cui siamo sotto la croce quasi mai ce neaccorgiamo, lo intravediamosoloquando lacroceèpassata.Mase siamo sinceri, dobbiamo riconoscere che imomenti più durisonostatiancheipiùutilipernoi.

Sotto i colpi della croce normalmente le nostre forze siirrobustiscono, tiriamo fuori dei doni che lasciavamo dormire,risolviamoinnoieneglialtrideiproblemidifficilissimi.L’uomoèuomosoprattuttosottolacroce,nonsulTabor.SulTaborsogna,sotto la croce lotta. Se dunquedavanti a una croce riusciamo acalmarci, ad accettare e a ringraziare, allora la croce diventaluminosa,grandiosa,straordinaria.

Pregare è dire «Grazie!»

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Nessun uomo è così grande come quando ringrazia Dio peruna croce.Maessa è l’unica viaper liberarsi dal grovigliodellepaure,dall’incubodelfuturo,dallapropriadebolezza.Chiriescearingraziare sotto la croce supera la croce, arriva al punto disperimentarelavettapiùaltadellasapienzaumana:haimparatoveramenteavivere.

Lecrocinoncimancherannomai.Lavitahapertutti,prestootardi,imomentitremendidellacroce.Seinqueimomentisiamocapaci di essere così padroni della situazione da proiettare lacroce nella luce della bontà di Dio, allora sperimenteremo nelprofondochelacroceèlasalvezzaperchéGesùl’hasantificata.

E non spaventiamoci della nostra debolezza sotto la croce!Gesù stessoha sperimentato il drammadelladebolezzaumana.Anchelui,auncertomomentohacredutodinonfarcelapiù.

È di una forza grandiosa questo esempio di Cristo, sconfittodallacroceprimadellacroce.Eproprioperchéluièpassatoperlanostrastessastrada,perlanostrastessadebolezza,noncidaràlaforzadiaffrontareconcalmaquellasituazionedifficile?«Quelcheèimpossibileall’uomoèsemprepossibileaDio».

Gesù non ci darà una mano nel momento difficile, se ciaggrappiamo a lui per non perdere la calma quando tutti sidisperano?Noncidaràunamanopergiungereall’attosublimediringraziarelabontàdiDio,quandotuttodentrodinoiurlacontroDio?Ciò chenonèpossibile all’uomo, èpur semprepossibile aDio. A lui tutto è possibile, anche compiere il superamentodell’uomo!(Lc18,27;Mc10,27;Mt19,26)

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RiflessionitrattedallecatechesidiPadreAndreaGasparino

INDICE1. Tuttoègrazia 32. LaBibbiaciinsegnaadiregrazie 103. Ringraziareèunsegretodigioia 154. Comeringraziare 215. Ringraziareperilbeneeperilmale 276. BrontoloniconDio? 337. Ringraziareanchenelledisgrazie? 38

Pregare è dire «Grazie!»

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