Significato generale di Espressionismo - branchina.gov.it · dell'impressionismo collocava...

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Il termine espressionismo indica, in senso molto generale, un'arte dove prevale la deformazione di alcuni aspetti della realtà, così da accentuarne i valori emozionali ed espressivi. In tal senso, il termine espressionismo prende una valenza molto universale. Al pari del termine “classico”, che esprime sempre il concetto di misura ed armonia, o di “barocco”, che caratterizza ogni manifestazione legata al fantasioso o all'irregolare, il termine “espressionismo” è sinonimo di deformazione. Nell'ambito delle avanguardie storiche con il termine espressionismo indichiamo una serie di esperienze sorte soprattutto in Germania, che divenne la nazione che più si identificò, in senso non solo artistico, con questo fenomeno culturale. Significato generale di Espressionismo

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Il termine espressionismo indica, in senso molto generale, un'arte doveprevale la deformazione di alcuni aspetti della realtà, così da accentuarne ivalori emozionali ed espressivi.In tal senso, il termine espressionismo prende una valenza moltouniversale. Al pari del termine “classico”, che esprime sempre il concetto dimisura ed armonia, o di “barocco”, che caratterizza ogni manifestazionelegata al fantasioso o all'irregolare, il termine “espressionismo” è sinonimodi deformazione.Nell'ambito delle avanguardie storiche con il termine espressionismoindichiamo una serie di esperienze sorte soprattutto in Germania, chedivenne la nazione che più si identificò, in senso non solo artistico, conquesto fenomeno culturale.

Significato generale di Espressionismo

Alla nascita dell'espressionismo contribuirono diversi artisti operanti negli ultimidecenni dell'Ottocento. In particolare possono essere considerati dei pre-espressionisti Van Gogh, Gauguin e Munch.In questi pittori sono già presenti molti degli elementi che costituiscono lecaratteristiche più tipiche dell'espressionismo: l'accentuazione e l’antinaturalismocromatici, il tratto forte ed inciso, la drammaticità dei contenuti.

Il primo movimento che può essere considerato espressionistico nacque in Francianel 1905: i Fauves. Il primo ad utilizzare il termine fu un critico d’arte,precisamente Louis Vauxcelles, che definì la sala in cui esponevano questi artistipresso il Salon d'Automne del 1905 come una "cage aux fauves" cioè una "gabbiadelle belve“ e dalla sua esclamazione “Donatello chez les fauves”; effettivamentesembra ci fosse una scultura di stile neoclassico in mezzo al salone dove si teneval'esposizione. La frase dispregiativa derivava dalla violenza espressiva del colore,steso in tonalità pure. Di questo gruppo facevano parte Matisse, de Vlaminck, Derain,ed altri.Le immagini che loro ottenevano erano sempre autonome rispetto alla realtà. Il datovisibile veniva reinterpretato con molta libertà, traducendo il tutto in segni coloratiche creavano una pittura molto decorativa.

Nascita dell’Espressionismo

I FAUVES

Un secondo gruppo espressionistico si costituì a Monaco nel 1911: “Der BlaueReiter” (Il Cavaliere Azzurro). Principali ispiratori del movimento furono WassiljKandinskij e Franz Marc. Con questo movimento l'espressionismo prese unasvolta decisiva. Nella pittura fauvista, o dei pittori del gruppo Die Brücke, latecnica era di rendere “espressiva” la realtà esterna così da farla coinciderecon le risonanze interiori dell'artista. Der Blaue Reiter propose invece un'artedove la componente principale era l'espressione interiore dell'artista che, allimite, poteva anche ignorare totalmente la realtà esterna a se stesso. Da qui,ad una pittura totalmente astratta, il passo era breve.

Nello stesso 1905 si costituì in Germania un gruppo di artisti che si diede ilnome “Die Brücke” (il Ponte). I principali protagonisti di questo gruppo furonoErnest Ludwig Kirchner e Emil Nolde. In essi sono presenti i tratti tipicidell'espressionismo: la violenza cromatica e la deformazione caricaturale, main più vi è una forte carica di drammaticità, che nei Fauves non era presente.Nell'espressionismo nordico, infatti, prevalgono sempre temi quali il disagioesistenziale, l'angoscia psicologica, la critica ad una società borghese ipocritae ad uno stato militarista e violento.

Il termine espressionismo nacque come alternativa alla definizione diimpressionismo. In questo movimento, viene messo in risalto il rapportodell'artista con l'oggetto ma, mentre il fine dell'impressionista è quello diesprimere l'emozione che l'oggetto gli trasmetteva, il fine dell'espressionista èquello di trasferire le proprie emozioni e sentimenti sull'oggetto darappresentare.Le differenze tra i due movimenti sono sostanziali e profonde.L'impressionismo rimase sempre legato alla realtà esteriore e limitava la suasfera di azione all'interazione che c'è tra la luce e l'occhio, cogliendo soloquegli effetti luministici e coloristici che rendono piacevole ed interessanteuno sguardo sul mondo esterno.L'espressionismo, invece, rifiutava il concetto di una pittura sensuale (ossia diuna pittura tesa al piacere del senso della vista), spostando la visionedall'occhio all'interiorità più profonda dell'animo umano. L'occhio, secondol'espressionismo, è solo un mezzo per giungere all'interno, dove la visioneinteragisce con la nostra sensibilità psicologica. E la pittura che nasce inquesto modo, non deve fermarsi all'occhio dell'osservatore, ma deve giungereal suo interno.

Differenza con l’Impressionismo

Inoltre l'impressionismo è connotato da un atteggiamento positivonei confronti della vita. Era alla ricerca del bello, e proponevaimmagini di indubbia gradevolezza. I soggetti erano scelti con

l'intento di illustrare la gioia di vivere. Di una vita connotata da ritmi piacevolie vissuta quasi con spensieratezza.Totalmente opposto è l'atteggiamento dell'espressionismo in particolaretedesco. La sua matrice di fondo rimane sempre profondamente drammatica.Quando l'artista espressionista vuol guardare dentro di sé, o dentro gli altri,trova sempre toni foschi e cupi. Al suo interno trova l'angoscia, dentro glialtri trova la bruttura mascherata dall'ipocrisia borghese. E perrappresentare tutto ciò, l'artista espressionista non esita a ricorre adimmagini “brutte” e sgradevoli. Anzi, con l'espressionismo il “brutto”diviene una vera e propria categoria estetica, cosa mai prima avvenuta contanta enfasi nella storia dell'arte occidentale.

Da un punto di vista stilistico la pittura espressionista muove soprattutto daVan Gogh e da Gauguin. Dal primo prende il segno profondo e gestuale, dalsecondo il colore come simbolo interiore. La pittura espressionistica risultaquindi totalmente antinaturalistica, lì dove l'aderenza alla realtàdell'impressionismo collocava quest'ultimo movimento ancora nei limiti diun naturalismo seppure inteso solo come percezione della realtà.

Henry MatisseHenri Matisse (1869-1954), pittore francese, è il rappresentante più noto delfauvismo. Il movimento dei Fauves è il contributo francese alla nascitadell’espressionismo. Ma, rispetto agli analoghi movimenti tedeschi, connotatida atmosfere fosche e contenuti drammatici, il fauvismo rappresenta unavariante «mediterranea» e solare dell’espressionismo. La vivezza coloristica,che è il vero tratto caratteristico di questo movimento, esprime un’autentica«gioia di vivere» che resterà costante in tutta la produzione di Matisse.Il fauvismo rappresenta la prima vera rottura con l’impressionismo ed è laprima esperienza moderna che svincola il rapporto tra colore reale delle cose ecolore impiegato per la loro rappresentazione pittorica.Lo stile di Matisse già si definisce in questa fase della sua attività. I suoi quadrisono tutti risolti sul piano della bidimensionalità, sacrificando al colore sia latridimensionalità, sia la definizione dei dettagli. L’uso del colore in Matisse èquanto di più intenso è vivace si sia mai visto in pittura. Usa colori primaristesi con forza e senza alcuna gradazione tonale. Ad essi accosta i coloricomplementari con l’evidente intento di rafforzarne il contrasto timbrico. Nerisulta un insieme molto vivace con un evidente gusto per la decoratività.

La danza1905, olio su tela, 390x260 cm, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo

Questo quadro di Matisse, tra i più famosi della sua produzioneespressionistica, sintetizza in maniera esemplare la sua poetica e il suostile. Il quadro trasmette una suggestione immediata. Il senso della danza,che unisce in girotondo cinque persone, è qui sintetizzato con pochi trattie con appena tre colori. Ne risulta una immagine quasi simbolica che puòessere suscettibile di più letture ed interpretazioni.

Il verde che occupa la parte inferiore del quadro simboleggia la Terra.Segue la curvatura del nostro mondo e sembra fatto di materiale elastico:il piede di uno dei danzatori imprime alla curvatura una deformazionedovuta al suo peso. Il blu nella parte superiore è ovviamente il cielo.

Ma si tratta di un blu così denso e carico che non rappresenta la nostraatmosfera terrestre bensì uno spazio siderale più ampio e vasto dacontenere tutto l’universo. E sul confine tra terra e cielo, o tra mondo eduniverso, stanno compiendo la loro danza le cinque figure.

La danza

Le loro braccia sono tese nello slancio di tenere chiuso un cerchioche sta per aprirsi tra le due figure poste in basso a sinistra. Unadelle figure è infatti tutta protesa in avanti per afferrare la manodell’uomo, mentre quest’ultimo ha una torsione del busto perallungare la propria mano alla donna.La loro danza può essere vista come allegoria della vita umana,fatta di un movimento continuo in cui la tensione è sempre tesaall’unione con gli altri.In questo quadro Matisse giunge ad una sintesi totale tracontenuto e forma, riuscendo ad esprimere alcune delle profondeverità che regolano, non solo la vita dell’uomo, ma dell’interouniverso.

La danza

Donna con cappello1905, olio su tela, 80,65x59,69 cm, San Francisco Museum of Modern Art

La Donna col cappello del 1905 è unodei primi traguardi in direzione dellalibertà espressiva di Matisse. Ha giàeliminato dalla tela ogni elemento chenon sia colore puro. Nella figura di trequarti i volumi e i piani spaziali nonsono più resi con il chiaroscuro e ildisegno prospettico, questi valorivengono superati sfruttando soltandola spazialità propria dei colori; con igialli, e rossi che avanzano, i blu e iverdi che arretrano.Questo dipinto, esposto al saloned'Autunno del 1905, scatenò unputiferio davanti al quale Matisserimase stupito: i critici si divisero trachi si espresse in termini violenti e chiinvece lo sostenne e ne colse laportata innovativa.

Il suo intento non era quello disuscitare scandalo e tale reazione fuper lui inaspettata.L'opera è un ritratto della mogliedell'artista, rappresentata mentre sivolge verso lo spettatore. Gli abiti allamoda e soprattutto il monumentalecappello, ornato da frutti e fiori, offronolo spunto per una composizione basatasull'espressività del colore.Matisse libera ogni valore cromaticodalla sua somiglianza oggettiva e neaumenta l'intensità, cercando direcuperarne la purezza essenziale.Inoltre accosta le macchie di colore inbase alla loro specifica funzioneluminosa, fa emergere le masseilluminate con i colori più caldi e chiari,come le gote gialle e arancio, mentreinserisce le ombre e i piani retrostantiutilizzando i colori freddi.

Donna con cappello

La grande energia del dipinto è infatti ilrisultato di una costruzione tuttaimpostata sul bilanciamento dei coloricomplementari: i gialli si accostano aiviola, i rossi ai verdi, i blu ai toni arancio.Gli occhi, il naso, i tratti del viso edell'abito si traducono in arabeschi emacchie colorate.Per dare 'respiro' alle zone di colore cosìsaturo, Matisse lascia dei margini e deipiccoli spazi di tela non dipinti, in questomodo ogni campo cromatico appare inespansione, ed evita l'effetto di eccessivoaffollamento visivo.Anche le pennellate, apparentementecasuali, sono direzionate secondo imovimenti delle masse cromatiche chesembrano aggregarsi e muoversidall'esterno, dove sono più leggere etrasparenti, verso il centro del quadro,dove invece sembrano concentrarsi eaumentare di densità.

Donna con cappello

La stanza rossa1908, olio su tela, 180,5x221 cm, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo

Col tempo la ricerca di Matisse si indirizza verso la semplificazione delleforme, l’essenzialità dei colori, l’uso di tinte contrastanti e di lineeritmiche, ornamentali.La stanza rossa è un dipinto del 1908. Al colore dato per strisce emacchie dirompenti in molteplici tonalità, si è sostituita la grandesuperficie di colore pieno e la bidimensionalità decorativa.I colori primari, rosso, blu e giallo costituiscono le tinte dominanti.La costruzione prospettica (indicata dalla sottile linea nera del bordo deltavolo e dalla piega della tovaglia, sulla sinistra, appena accennata,nonché dalla sedia e dallo spessore del muro in cui è ritagliata lafinestra) è annullata dalla scelta dello stesso rosso, con l’identicomotivo floreale in blu e nero ad anse, sia per la tovaglia che ricopre iltavolo sia per il rivestimento murario. L’aspetto piatto, che esalta i colorie i decori, è confermato anche dal paesaggio al di là della finestra, dovealberi fioriti si stagliano contro un verde prato e un cielo azzurro.

La stanza rossa

l dipinto presentato, datato 1908, intitolato "La desserte" (la credenza)definito dall'autore "Armonia in rosso" e conosciuto in Russia con il titolo"Stanza rossa", ha una storia piuttosto singolare.Inizialmente nasce dalla fantasia del suo artefice come "Armonia in azzurro",prendendo spunto da un tessuto decorato con motivi arabescati in quelcolore, che avrebbe ispirato all'artista altre opere, in seguito vienerimaneggiato più volte, infine diventa ciò che appare nella versione attuale,della quale lo stesso artista si dichiara soddisfatto in una lettera indirizzata adun mercante russo al quale il quadro viene proposto per la vendita.La natura intima ed ingenua dello spunto tematico, la familiarità della scena,denunciano una certa tendenza alla semplificazione del tema, così come lavoluta innaturalezza del colore, esprime un sostanziale disinteresse per larappresentazione realistica degli oggetti, secondo il concetto che il colorepossa servire non tanto per esprimere la realtà quanto lo stato d'animosoggettivo evocato.

La stanza rossa

Matisse trasforma l'impressione visiva in ornamento, con la capacità disemplificazione decorativa e di stilizzazione formale che gli deriva dallostudio dei motivi cromatici dei tappeti orientali e dei tessuti diarredamento: gli elementi della scena, la figura umana, gli oggetti sullatavola, il panorama fuori dalla finestra, tutto concorre come elementoindispensabile al senso generale della composizione, dominata dallosfondo sontuosamente lavorato; anche la figura umana, la donna, e lanatura, gli alberi, si deformano secondo precisi ritmi curvilinei perassecondare il proprio inserimento nel motivo decorativo dellatappezzeria.Lungi dall'essere un'opera di spirito naif, "La desserte" è pervasa da unaraffinatezza concettuale di tipo intellettualistico, espressa da un ricercatoaccostamento di colori smaglianti, da una semplicità segnicaaccuratamente meditata e da una decisa forza espressiva nell'uso deicolori, vivi e netti, con chiare analogie con Gauguin e Van Gogh, pursenza la violenza liberatoria e il tormento di quest'ultimo.

La stanza rossa

Oskar KokoschkaOskar Kokoschka (1886-1980), pittore austriaco, iniziò la sua attivitàpittorica nel clima della secessione viennese che in quegli anni aveva comesuo maggior protagonista Gustav Klimt. E l’attività giovanile di Kokoschkaè influenzata soprattutto dal diretto contatto che egli aveva con il maestrodella secessione. In seguito venne a contatto con il gruppo espressionistatedesco «Die Brücke».Egli non aderì mai ufficialmente all’espressionismo, tuttavia le sue opere diquegli anni rappresentano alcuni dei massimi vertici dell’espressionismostorico. Nel 1917 venne a contatto con il gruppo Dada, e a partire dal 1920 lasua pittura cominciò a distaccarsi dall’espressionismo, per dedicarsi aduna autonoma ricerca che lo portò a reinterpetare l’impressionismo in unanuova chiave moderna. Dopo la guerra insegnò presso l’Accademia diDresda e cominciò una serie di viaggi che lo portarono in varie parti delmondo, tra cui l’Italia, alla quale fu legato da intenso rapporto affettivo. Nel1934, dopo che i nazisti avevano giudicato anche la sua pittura «artedegenerata», si trasferì a Praga per poi portarsi a Londra. Ottenuta lacittadinanza britannica, nel 1953 si stabilì definitivamente a Villeneuve, sullago di Ginevra. È morto nel 1980 all’età di novantaquattro anni.

La sposa del vento1913-14 olio su tela, 181x221 cm, Kuntsmuseum, Basilea

La sposa del vento

Il quadro, che è noto anche con il titolo «La tempesta», è sicuramentel’opera pittorica più famosa di Oskar Kokoschka. La tela fu completa aVienna nel 1914 alla vigilia della prima guerra mondiale.La Vienna di quegli anni viveva la sua dimensione culturale con un sensodi cosciente "decadenza", quasi lucida consapevolezza che quel mondodorato sarebbe prima o poi svanito. Era urgente ribaltare il registro esteticoper passare dal "bello" al "brutto" se quest’ultimo risultava più funzionalea rappresentare la drammaticità della realtà del tempo. Ed è quanto fececoscientemente l’espressionismo che a Vienna trovò due grandi interpreti:Egon Schiele e Oskar Kokoschka.Questi due artisti segnano il passaggio dalla composta sensualità deidipinti del maestro Gustav Klimt ad un dirompente linguaggio tipicamenteespressionista dal cromatismo violento e dalla linea mossa e tormentata,che per i contemporanei contribuirà a designare Kokoschka come "artistadegenerato“,inviso al regime politico per il suo anticonvenzionalismo e lasua indomabile libertà di pensiero.

I protagonisti sono una coppia, un uomo ed una donna, come nel celebre"Il bacio" di Klimt e anche qui si tratta di un'opera all'insegna dellecontrapposizioni, percorsa da un teso contrasto che la rende inquietanteed enigmatica, piena di significati simbolici, allegorici e sottilmenteallusivi non tutti decifrabili.Messa da parte l'elegante stilizzazione di Klimt e la sua controllataraffinatezza lineare, Kokoschka costruisce con larghe, nervosepennellate materiche i corpi ed il giaciglio in un turbine avvolgente disegni incurvati, con improvvise spigolosità, di forte valenza gestuale, daicolori irreali, a creare un gorgo avvolgente che si estende al paesaggionotturno ed ingloba personaggi ed ambiente nello stesso drammaesistenziale: impossibile non riconoscere Munch e la sua poeticadell'angoscia alla base di questo senso di tragedia cosmica che passadall'uomo al paesaggio e lo contamina del proprio sentimento interiore,conferendo anche alle cose un'anima fragile e la capacità di soffrire.

La sposa del vento

La donna ha un aspetto sereno dove sia l’espressione del volto sia l’adagiarsidel suo corpo esprimono un appagamento fisico e psicologico. L’uomo hainvece gli occhi aperti segno di una inestinguibile nevrosi interiore che nonsolo gli impedisce di rilassarsi nel sonno ma gli deforma visibilmente il corpoin spigolosità e annodamenti nervosi.Una delle grandi suggestioni del quadro è l’unione di un paesaggio notturno(fatto di monti, nubi, luna, vento) con le figure nude dei due protagonisti.Questa proiezione delle passioni umane nell’ambito di una natura che sembrapartecipare al dramma esistenziale dell’uomo, carica il quadro di unsimbolismo allegorico molto universale.Uomo e donna, esseri viventi e natura, quieto senso d'abbandono femminile epensosa veglia maschile, serena rilassatezza dei corpi e nevroticainquietudine psicologica sono le antitesi su cui si articola il dipinto, metaforadelle antinomie su cui si fonda la realtà, realtà in cui l’uomo vive il suodramma universale.

La sposa del vento

Ernest Ludwig KirchnerKirchner (1880-1938) è il rappresentante più importante della primafase dell’espressionismo in Germania. Egli, dopo aver studiatoarchitettura, comincia a dipingere e nel 1905 è tra i fondatori delgruppo «Die Brucke».Nel 1910 Kirchner aderì alla Nuova Secessione di Berlino e l’annosuccessivo si trasferì in questa città e fondò una scuola artistica cheperò non ebbe alcuna fortuna. Dopo diverse defezioni di amicipittori, nel 1913 Kirchner sciolse il gruppo «Die Brucke».Da questo momento comincia il declino fisico e psicologico diquesta singolare figura di artista. L’anno successivo, allo scoppiodella Prima Guerra Mondiale, parte volontario per il fronte, mal’esperienza della guerra lo distrugge nel profondo. Nel 1917 fucongedato per insanità mentale. Gli amici lo portano in Svizzera equi recuperò parte della sua lucidità, ma l’equilibrio interiore eraormai minato. Nel 1937 i suoi quadri furono esposti nella mostravoluta dai nazisti sull’«arte degenerata». L’anno successivo Kirchnersi tolse la vita.

Cinque donne per strada1913, olio su tela, 120,5x91 cm, Wallraf-Richartz Museum, Colonia

A differenza dei «fauves», l’espressionismo di areatedesca nasce sempre da situazioni più sofferte, cheportano a guardare alla realtà con occhio triste edisperato. La realtà non è quella che appare, perchéè mascherata da troppe convenzioni e ipocrisie. Laverità è dietro le apparenze, ed è una verità che nonpuò essere colta con gli occhi, ma solo con unaconoscenza più profonda dell’animo umano. Lapittura espressionista tedesca deforma l’aspettodella realtà per renderlo più simile a ciò che l’animoavverte. Così, ad esempio, nei quadri di Kirchner icorpi hanno aspetti sempre spigolosi e taglienti:non ispirano calore umano ma solo freddezzatagliente.Se le cinque donne siano delle signore borghesi, ocinque prostitute ferme sotto un lampione in attesadi clienti, non è dato saperlo, ma poco importa. Lespigolosità che le caratterizza, i profili diritti etaglienti, i volti cadaverici, rendono queste cinquedonne capaci solo di attrazioni maligne e ferali.

Il quadro non ha una spazialità ben definita,benché le cinque donne, nel loro disporsi inangolazioni diversificate, riescono a disegnareun cerchio approssimativo. La gammacromatica è molto ridotta, dominandonettamente le tonalità del verde, da cui sistacca solo il nero che costruisce e separadall’ambiente le cinque figure. In questoquadro si ritrovano quindi un po’ tutti glielementi stilistici tipici dell’espressionismotedesco: la semplificazione delle forme,l’uso espressivo del colore, le atmosferecupe e poco allegre, la volontà di unageneralizzata denuncia contro una societàborghese non amata né stimata, masoprattutto la volontaria rinuncia allabellezza come valore tranquillante econsolatorio dell’arte. Valore, quello dellabellezza, apprezzato soprattutto dai borghesi,che nell’arte vedevano un idilliaco momento dievasione fantastica, ma che non poteva esserecondiviso dagli espressionisti che propriocontro i borghesi rivolgevano la loro arte.