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Molti genitori fanno importanti scoperte durante l’anno di catechismo: si fanno carico del loro compito di genitori-educatori, vedono con occhi nuovi la comunità parrocchiale, diventano collaboratori del catechista. Spesso iniziano nuove relazioni nel quartiere e nuove amicizie. TUTTO COMINCIA DALLA FAMIGLIA Il coinvolgimento dei genitori Grazie al catechismo del loro figlio, i genitori ritrovano spesso una Chiesa ben diversa da quella che avevano conosciuto. Alcuni riscoprono la preghiera durante una celebrazione con i figli e altri si aprono a domande sulla fede che non si ponevano più da molto tempo. La catechesi d’altra parte non sarebbe efficace se si rivolgesse solo ai ragazzi. Né la vivranno al di fuori del perimetro parrocchiale, se tutto si esaurisce all’interno del gruppo catechistico. Ma ci sono catechisti che trovano difficoltà a rapportarsi con i genitori. Qualcuno dice: «Non mi sento preparato...»; oppure: «I genitori non ascoltano uomini e donne come noi, ascoltano solo il prete...». Altri ancora si lamentano: «Su cento genitori, rispondono al massimo una decina».

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Molti genitori fanno importanti scoperte durante l’anno di catechismo: si fanno carico del loro compito di genitori-educatori, vedono con occhi nuovi la comunitàparrocchiale, diventano collaboratori del catechista. Spessoiniziano nuove relazioni nel quartiere e nuove amicizie.

TUTTO COMINCIA DALLA FAMIGLIA

Il coinvolgimento dei genitori

■ Grazie al catechismo del loro figlio, i genitori ritrovanospesso una Chiesa ben diversa da quella che avevanoconosciuto. Alcuni riscoprono la preghiera durante unacelebrazione con i figli e altri si aprono a domande sulla fede che non si ponevano più da molto tempo.■ La catechesi d’altra parte non sarebbe efficace se si rivolgesse solo ai ragazzi. Né la vivranno al di fuori del perimetro parrocchiale, se tutto si esaurisce all’interno del gruppo catechistico.■ Ma ci sono catechisti che trovano difficoltà a rapportarsi con i genitori. Qualcuno dice: «Non mi sento preparato...»; oppure: «I genitori non ascoltano uomini e donne come noi, ascoltano solo il prete...». Altri ancora si lamentano: «Su cento genitori, rispondono al massimo una decina».

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Il tema del mese

Genitori & catechesi

La famiglia nel cammino

della iniziazione cristiana

UMBERTO DE VANNA

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che i genitori fanno richiesta dei sacramenti peril figlio, ma non vogliono effettivamente esserecoinvolti. In queste occasioni essi pensano chequanto viene loro chiesto è sempre qualcosa diarbitrario da parte della Chiesa, considerata in-tollerante e troppo esigente, mentre essi chiedonosoltanto che ai figli vengano amministrate la pri-ma Comunione o la Cresima.■ Non si può quindi pretendere che i genitori ac-cettino subito con entusiasmo le varie propostedi un maggior coinvolgimento.■ Cominciamo, per esempio, a evitare i litigi sulvestito, sulla festa e sui regali. Evitiamo di colpe-volizzarli o di cadere nella tentazione di sottili ri-catti: «Senza la vostra partecipazione non dare-mo a vostro figlio la prima Comunione...».■ Dobbiamo metterci al servizio dei genitori per-ché svolgano il loro ruolo primario di educatorinella fede dei figli, in modo da ripristinare la tra-smissione della fede nella famiglia, aiutarli a ri-accendere la vita cristiana nella loro casa.■ Chiedendo il Battesimo per il loro figlio, i geni-tori si sono impegnati a educarlo cristianamente.A suo tempo lo iscrivono al catechismo e colla-borano con il suo catechista, che non deve sosti-tuirsi a loro. Questa è la norma. In realtà, molti

La disponibilità del parroco e deicatechisti nei confronti dei genitori si manifesta nel tempo dedicato ad ascoltarli (più che a farsi ascoltare),nell’intessere con loro rapporti diaccoglienza e di complicità.

UMBERTO DE VANNAGenitori & catechesi

Un dialogoda costruire

Una normalità sempre più difficile■ Cercasi famiglia stabile e normale, dove i ragazzipossano crescere nel modo giusto; una casa in cuil’affetto e l’accoglienza reciproca ci siano davvero.■ I nostri ragazzi vivono oggi una normalità dif-ficile, con papà e mamma presi dal lavoro e dal-le cose da fare. Una famiglia disorientata daicambiamenti sociali, stressata dai problemi eco-nomici e dalla difficoltà di garantire a sé e ai pro-pri figli un futuro sicuro. Genitori sempre in bili-co tra i valori tradizionali e le suggestioni di unanuova sensibilità culturale, che investe tutto,compreso il loro rapporto di coppia.■ Genitori che rispondono a queste difficoltà sen-za trovare punti di riferimento, mettendosi peròin corsa, partecipando a tutto, cercando di dareai figli tutto ciò che possono per farli sentire sicurie garantiti. E quasi sempre con un atteggiamen-to di difesa nei confronti di una società ostile dacui ci si deve difendere.■ Esperienze famigliari di taglio profondamentediverso. Mamma e papà che hanno idee educati-ve divergenti e un diverso livello di fede. Ragazzicoinvolti dalla separazione dei genitori, altri chedi fronte alle liti famigliari sono presi dal sensod’insicurezza: «Divorzieranno anche loro?».

Costruire rapporti di amicizia■ Tra la parrocchia (parroco e catechisti) e i ge-nitori dei ragazzi a catechismo si verificano so-vente delle tensioni, causate per lo più dal fatto

Occorre spendere molto tempo nei rapporti personali, a tu per tu con le mamme e con i papà.

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genitori demandano quasi interamente aicatechisti la responsabilità dell’educazionereligiosa dei loro figli.

Che cosa fare con e per i genitori■ Al momento dell’iscrizione, il catechistaconosce i genitori. Molti di loro hanno un’i-dea vaga della Chiesa e non sanno bene ache cosa si impegnano iscrivendo il figlio al ca-techismo, né quale sia il loro compito. Il primocontatto del catechista con i genitori è importan-tissimo: permette di conoscere le loro richieste e leloro attese, e ai catechisti di presentare il loroprogramma e spiegare loro come dovrebbero la-sciarsi coinvolgere.■ Si tenga conto di chi chiede l’iscrizione del ra-gazzo al catechismo: il padre? la madre? i nonni?Un fratello? il ragazzo stesso? Si conoscerà me-glio la situazione familiare di un ragazzo.■ È anche essenziale conoscere i motivi della ri-chiesta. In genere, mentre la motivazione dei cri-stiani praticanti tende a essere piuttosto valida,quella dei cristiani occasionali, o che si sentonoai margini della Chiesa, è piuttosto debole e spes-so anche ambigua. Una domanda sempre piùfrequente è: «Noi non siamo sposati in chiesa:nostro figlio può venire a catechismo?». A costo-ro si risponde che a loro si chiede semplicementelo stesso impegno degli altri genitori.■ Alcuni genitori pensano al catechismo come aun tempo di socializzazione per un ragazzo diffi-cile o asociale, un luogo in cui gli si insegnerà acomportarsi bene.■ Genitori immigrati o di religione non cristianase vogliono iscrivere i loro figli al catechismo lofanno per motivi di integrazione, perché pensanoche sia il modo di acquisire gli elementi cultura-li dominanti nella nazione. Allora bisogna farcapire che la catechesi non è un corso di socializ-zazione o di cultura generale, ma è un momento

in cui si impara a conoscere Gesù Cristo. Senzaspegnere il «lumicino», che potrebbe avvicinareanche loro al Vangelo.

Più concretamente■ Il primo contatto con i genitori permette anchedi precisare alcune esigenze organizzative. Peresempio, l’importanza della presenza regolaredei ragazzi: la parrocchia è giuridicamente re-sponsabile dei ragazzi che vanno al catechismo:come per la scuola, è necessario avvertire in casodi assenza.■ Il catechista invita i genitori alla riunione ini-ziale e può già parlare delle varie riunioni che siterranno per loro nel corso dell’anno. Ascolti congrande attenzione qualunque domanda gli ven-ga fatta.■ Il catechista può chiedere ai genitori se sonodisponibili a dare un aiuto preciso. Per esempio:«Potreste aiutarci a costruire dei pannelli per lecelebrazioni o a preparare il presepio a Natale?».«Potreste prendere qualche foto nella riunioned’inizio?». «Qualcuno è in grado di filmare la sce-netta che faremo per la giornata missionaria?».■ Ma che cosa organizzare concretamente per lo-ro quanto alla catechesi? Si proponga ai genito-ri un impegno che partendo da un minimo di al-cuni incontri informali, diventi progressivamen-te più consistente, fino allo sviluppo di un pro-gramma organico di lavoro che viaggi in paral-lelo con il cammino che fanno i loro figli. A menoche non si adotti il cammino catecumenale, per ilquale il coinvolgimento puntuale dei genitori è paral-lelo al cammino catechistico del figlio.

L’autenticità e la sincerità con cui i catechisti avvicinano i genitori personalmente può diventare

l’arma vincente della catechesi.

«Insostituibile è la partecipazione attiva dei geni-tori nella preparazione dei figli ai sacramenti del-la iniziazione cristiana. In tal modo, non solo i fi-gli vengono adeguatamente introdotti nella vitaecclesiale, ma tutta la famiglia vi partecipa e cre-sce: i genitori stessi, annunciando ascoltano, in-segnando imparano» (Cei, Il rinnovamento dellacatechesi, n. 152).

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è stato permeato dai valori cristiani, per genera-zioni e generazioni non c’è stato bisogno di tantacatechesi. Bastavano le brevi domande e rispostedel piccolo catechismo. Oggi bisogna ricostruire leradici della fede in famiglia, così come essa offre(quando le offre) radici umane, affettive e sociali.■ In questo momento storico si sente molto l’esi-genza di passare, soprattutto con i più piccoli, dauna catechesi gestita da «esperti» a una cateche-si sviluppata dalla famiglia stessa.

Come coinvolgerli positivamente■ Premessa a ogni altra iniziativa è la conoscen-za delle famiglie. Ciò comporta una grande at-tenzione e sensibilità all’incontro e al dialogo.Come dicevamo (alle pp. 24-25), momento tra-dizionale per il primo incontro è il colloquio cheprecede l’iscrizione al catechismo dei figli. Il pri-mo approccio rischia a volte di diventare agli oc-chi dei genitori come qualcosa di «burocratico».■ Si parla tanto di accoglienza, ma spesso questanon è seguita da scelte coerenti. Accogliere signi-fica rispettare ed essere aperti a ogni famiglia,

qualunque sia la sua situazione uma-na e sociale. Accogliere significa:● essere disponibili all’ascolto atten-to, partecipe, positivo;● essere affabili, cordiali, benevolenti;● venire incontro alle legittime esi-genze della famiglia;● curare sempre il luogo e gli oraridegli incontri;● evitare toni di requisitoria, di ri-catto; offrire, non imporre;● essere attenti alle persone e allefamiglie, concretamente, così co-me sono;● prendere in considerazione il di-verso vissuto di fede che caratte-rizza ciascuno, per riconoscere ipossibili punti di partenza per un

I catechisti aiutano i genitori a essere «generatori di fede per i loro figli». Il Concilio Vaticano II definisce i genitori «i primi maestri della fede» (Lumen gentium, 11).

Genitori & catechesi

Quale catechesi in famiglia

La fede nasce dall’ascolto di qualcuno che racconta chi è Gesù e che cosa può rappresentare per noi.

La fede si respira con l’aria di casa■ I genitori dei ragazzi che chiedono i sacramen-ti dell’iniziazione cristiana sono coppie giovanie potrebbero diventare disponibili a prendere sulserio l’impegno di accompagnare i figli nella vi-ta cristiana.■ Per aiutarli a riconquistare il proprio ruolo, bi-sogna creare le occasioni perché riaprano il di -scorso sulla fede, per poterla poi raccontare ai fi-gli in famiglia. Bisogna incoraggiarli a dare l’e-sempio del pregare, a farlo insieme ai loro figli, ariprendere un minimo di partecipazione alla vitacristiana in parrocchia.■ Dal momento che la catechesi non è soltanto co-municazione di un sapere teorico, ma comunica-zione di una vita, nessuno meglio dei genitori puòavere accesso alla chiave del cuore dei loro figli, so-prattutto quando sono ancora bambini e ragazzi.■ La fede si respira con l’aria di casa, si mangia conil pane domestico, si impara ad amare nell’affettodei genitori. Fino a quando l’ambiente di famiglia

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dalla situazione e dai problemi educativi della fa-miglia non è un ripiego. Per fare catechesi è indi-spensabile calarsi nella situazione personale e so-ciale di chi incontriamo.■ La cura delle motivazioni è un criterio di fon-damentale importanza. L’adulto ha bisogno dipercepire l’utilità di ciò che sta facendo. Se la par-tecipazione ai percorsi proposti dalle parrocchieai genitori è contrassegnata da motivazioni po-vere, bisogna rendere più evidente il valore diogni incontro e iniziativa.

■ I genitori sono adulti e come tali devono esseretrattati. L’adulto è in grado di dirigersi da solo evuole farlo. Sono loro i protagonisti dei percorsiche li riguardano, anche nella determinazionedelle modalità e dei contenuti del cammino. È ne-cessario che impariamo a «lasciare spazio». Que-sto non significa che siano loro a decidere auto-nomamente i contenuti del percorso, ma com-porta che il parroco e i catechisti motivino le pro-poste che fanno, ne spieghino le ragioni, pren-

dano in considerazione le proposte alterna-tive, per giungere a un progetto di forma-zione che sia condiviso e non percepito co-me imposto.

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Sinteticamente, possiamo parlare di:

Catechesi con la famiglia: quella che viene rivoltaanche ai genitori in occasione dei sacramenti dei figli.Catechesi nella famiglia: quella che avviene nel-l’ambiente domestico, «luogo favorevole» per il ger-mogliare e il crescere della fede.Catechesi della famiglia: è l’assunzione in proprio del-la responsabilità di esercitare il magistero della Parolae della vita da parte dei genitori nei confronti dei figli.

Come farsi conoscere■ Nella riunione di apertura dell’anno catechisti-co i genitori siano informati sul modo in cui sisvolgerà la catechesi. L’animatore (sacerdote o ca-techista) presenterà i mezzi utilizzati, gli itinerari,i libri, il proprio metodo, ecc. Indicherà il ruoloche i genitori possono svolgere nella formazionecristiana dei figli. Soprattutto, risponderà alle do-mande pratiche che faranno. E darà il calenda-rio delle celebrazioni, delle grandi feste e delle ri-unioni che si terranno durante l’anno.■ Se i gruppi di catechismo sono già stati costitui-ti, ogni catechista comunica ai genitori dei ragaz-zi del suo gruppo i propri dati personali (nome, in-dirizzo, telefono), così i genitori potranno rag-giungerla/o direttamente per avvertirla/o in casodi assenza da parte del figlio (anziché lasciare unmessaggio in parrocchia). Prenderà inoltre i datipersonali dei ragazzi del suo gruppo.

Catechesi in famiglia. Al di là dei testi e dei sussidi, è il clima vissuto

che trasmette i valori e la fede.

Ci vuole molta disponibilità,tempo, pazienza. Non basta parlare a tutti in

un’assemblea generale o dare avvisi dal pulpito.I genitori non coglierebbero queste parole e questi inviti.

percorso di approfondimento e di ricupero allafede e alla vita ecclesiale;● essere persone semplici e vere nel comunicarecon loro.

Come rapportarsi con i genitori■ È necessario partire dalla vita delle persone edai loro ruoli: al centro ci sono mamma e papàcon i loro progetti, le loro speranze e paure, il lo-ro ruolo di genitori sperimentato a volte come difficile e faticoso. Partire

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nella fede dei figli e– non di rado – i fi-gli stessi diventano«maestri» nella fe-de dei loro genitori.■ L’attenzione allafamiglia dovrebbepuntare anche sullavalorizzazione delle cose belle e positive che già vivono.■ Per quanto è possibi-le sarebbe bene che questo cammino incominciasse sin dal battesimo dei figli, per accompa-gnarli poi nella loro crescita sia con momenti straordinari che con percorsi ordinari e strutturati(cf la catechesi dei bambini da 3 a 6 anni).■ I catechisti incorag-gino i genitori a cele-brare con i figli la Messa festiva il più sovente possibile. Li esortino a utilizzarei sussidi catechistici,a partecipare alleriunioni o ai ritiri dei

I catechisti incontrano i genitori per far capire l’importanza del catechismo. In genere i genitori e i catechisti sono felici di incontrarsi. L’importante è superare l’imbarazzo reciproco dei primi incontri.

Genitori & catechesi

Le riunioni dei genitori

Le riunioni durante l’anno■ L’ideale sarebbe che i genitori collaborasseroampiamente con il catechista, ma questo è diffi-cile, soprattutto quando i genitori lavorano. Unodegli scogli più frequenti che si incontrano è pro-prio quello dell’orario di lavoro. Soprattuttoquando riguarda entrambi. Per questo occorre daparte della parrocchia una grande elasticità negliorari, per renderli possibili.■ Certo, alcuni genitori non si fanno vedere nem-meno al momento dell’iscrizione: mandano ilnonno o un figlio più grande. È importante peròalmeno garantire alcuni momenti di incontro,per dare informazioni sul cammino dei ragazzi,sulle loro attività, sulle tappe successive.■ Gli incontri con i genitori dovrebbero fare inmodo che adulti e ragazzi percorrano insieme,ciascuno nel modo che gli è proprio, un cammi-no di fede, attraverso una vera esperienza perso-nale. Devono partecipare a incontri che siano in-teressanti, coinvolgenti, piacevoli, stimolanti.■ Per farli veramente partecipare è necessario chei catechisti facciano un passo indietro a favoredei genitori ed essi siano coinvolti nelle decisioni.È così che si promuovono le persone e le situazio-ni. Significa fare insieme cose che siano signifi-cative per tutti.■ Non ci si dovrebbe accontentare di incontri spo-radici e occasionali, ma sarebbe meglio offrire unprogetto, serio e chiaro, senza rinunciare perprincipio alla possibilità di un percorso sistema-tico. È chiaro che si dovrà tenere conto della si-tuazione di partenza, che potrà richiedere untempo iniziale dedicato, per esempio, alla purifi-cazione delle motivazioni, o al superamento diuna fede puramente devozionale e immatura.■ Gli itinerari per i genitori potranno opportuna-mente integrarsi con quelli per i figli. È semprepositivo realizzare momenti nei quali i genitoriassumono su di sé la responsabilità di educatori

La donna, mamma o catechista, è

determinante peraccompagnare i ragazzi nella

loro crescita.

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E con i genitori che non partecipano?■ L’assenza dei genitori è un’esperienza scorag-giante per i catechisti, che desiderano una loropartecipazione più attiva.■ Occorre capire quali sono i motivi: famiglie chefaticano a far fronte a tutto, coppie disunite o nonsposate, che si sentono in situazione «irregolare»di fronte alla Chiesa; stranieri di abitudini diver-se; persone che non si sentono abbastanza «istrui-te» per parlare di fede; quelli che per la loro storiapersonale si sono allontanati dalla Chiesa...■ Escogitare altri modi per incontrarli: telefonatao visita a domicilio per entrare in rapporto conquelli che non possono o non vogliono andare auna riunione in parrocchia; incontro a casa delcatechista, intorno a un caffè, perché possanoparlare anche quelli che non lo farebbero in ungruppo numeroso; pic-nic senza un tema di la-voro preciso, per incontrare quelli che non si sen-tono pronti a parlare di questioni di fede...■ Se alcuni genitori hanno espresso il desiderio diuna ricerca più approfondita nell’ambito della fe-de, vedere ciò che esiste già in parrocchia o in zo-na per la formazione degli adulti (gruppi biblici,gruppi di riflessione su temi teologici...), rispon-dendo con una proposta alla loro richiesta.

ragazzi, durante i quali possono dare una manonel trasporto, nella preparazione e organizzazio-ne del pranzo, nell’animazione di un piccologruppo, nella preparazione materiale o artistica.

Utilità di questi incontri■ Le riunioni permettono ai genitori dei ragazzi:● di conoscersi, di interessarsi degli altri ragazzi edei loro genitori: per esempio incaricandosi a tur-no di accompagnare i ragazzi al catechismo o in-formando i vicini su una riunione a cui non han-no potuto partecipare;● di sostenersi reciprocamente nel compito di edu-catori alla fede dei figli; di parlare anche di sé,della loro fede, delle difficoltà e gioia del credere;● di prendere decisioni sul calendario degli in-contri di catechesi, delle celebrazioni e delle gitecomunitarie;● Una riunione comune genitori-ragazzi-catechi-sti può servire ai ragazzi per presentare ai geni-tori quello che hanno fatto e li intervistano condomande preparate in precedenza;● I genitori possono riflettere su un tema affron-tato dai ragazzi per poterne poi riparlare in fa-miglia con i figli;● Ci si riunisce per preparare un sacramento: siconcorda su come seguire il testo del catechismoe gli altri sussidi; sulla data della celebrazione esulla partecipazione dei genitori; si consideraquale seguito dare all’amministrazione del sa-cramento (prima Comunione, Cresima).

Come invitare i genitori■ Le modalità di invito possono variare, ma sa-ranno sempre calorose e precise.● Per telefono: spesso più efficace e meno caro del-le lettere spedite per posta, mette in rapporto di-retto con i genitori.● Gli incontri personali per strada, nei negozi, visi-ta a casa, gite scolastiche...: sono i modi miglioriper invitare i genitori; ma non escludono la con-vocazione scritta.● Con una circolare: è recapitata per posta, o at-traverso i vicini, i catechisti o i ragazzi Ma atten-zione agli inviti non recapitati e ai genitori di -stratti che non amano leggere.● Sul quaderno dei ragazzi, con una e-mail (per chine fa un uso regolare e sicuro), sul bollettino par-rocchiale, ecc.

LABORATORIO PER IL GRUPPO DEI CATECHISTI

1. Proviamo a pro-gettare una seriedi incontri con i genitori datenere nel corso dell’anno, su temi pre-cisi, con una metodologia di partecipazione, conaggancio al cammino dei ragazzi. Mettiamo giùil programma nei minimi dettagli...✔ Come mobilitarsi per coinvolgerli?✔ Ci sono delle attese nei genitori a cui dobbiamorispondere? Quali?✔ Ci sono attese dei catechisti e della parrocchia acui dobbiamo rispondere? Quali?

2. Su quali famiglie potremmo contare per ini-ziare nuove esperienze di collaborazione tra ilgruppo dei catechisti e i genitori?✔ Come possiamo unire il nostro cammino e la-vorare insieme?✔ Quale sarà il nostro contributo?✔ E quello delle famiglie nella catechesi, nella li-turgia, nella carità?

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