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Tutti i perche' dello sperpero sessuale Geoffrey Miller Nel passato gli evoluzionisti non sapevano come spiegare lo sperpero eccessivo e gratuito della coda del pavone. Oggi ritengono che quasi tutto ciò che in natura ci appare bello o grandioso sia il frutto di una dispendiosa esibizione sessuale. L’esibizione sessuale è anche alla radice della cultura, della coscienza e del consumismo moderno. IN CIMA alla gamma dei prodotti della Sennheiser troviamo l’"Orpheus Set", un paio di cuffie stereo che costano al dettaglio 9.652 sterline. Si tratta, senza alcun dubbio, di cuffie estremamente sofisticate che tuttavia, per la maggior parte degli uditi, producono un suono la cui qualità non è di molto superiore a quella di un paio di Vivanco SR250 da 25 sterline, un prodotto che ha di recente ottenuto diversi riconoscimenti per il miglior rapporto qualità-prezzo. Come psicologo evolutivo che si dedica allo studio della cultura umana contemporanea mi chiedo: per quale motivo l’evoluzione produrrebbe una specie di scimmia antropomorfa che ritiene di dover assolutamente possedere un paio di cuffie Sennheiser, quando le Vivanco possono stimolare l’udito con altrettanta efficacia? Secondo la spiegazione darwiniana classica del consumismo, la selezione naturale ha fatto sì che in noi si sviluppassero determinate preferenze e desideri che i liberi mercati possono soddisfare offrendo vari beni e servizi. Per esempio, poiché nell’Africa del Pleistocene gli zuccheri erano rari e preziosi dal punto di vista nutritivo, in noi si è sviluppato un gusto per i dolci che oggi i produttori di cioccolata e di cola sono in grado di soddisfare, o forse di sfruttare. Tale teoria può spiegare molte caratteristiche di diversi prodotti e sembra costituire il “placet” darwiniano al consumismo in un libero mercato. Questa teoria sull’evoluzione delle preferenze non può tuttavia spiegare l’effetto Sennheiser. La funzione nominale delle cuffie stereo è quella di offrire un “paesaggio acustico” privato, una realtà sonora virtuale. Dovremmo quindi aspettarci che sia il giudizio che il prezzo delle cuffie debbano essere determinati in base alla loro qualità. Così non avviene. I dirigenti della Sennheiser che si occupano del marketing dei loro prodotti sanno che l’Orpheus Set viene acquistato da uomini ricchi, giovani o di mezza età, i quali si trovano nel cosiddetto “mercato dell’accoppiamento”, dichiaratamente o meno. Il prezzo di queste cuffie, 400 volte superiore a quello delle Vivanco, rappresenta un plus legato al corteggiamento. Mentre le Vivanco non sono altro che cuffie di buona qualità, le Sennheiser sono il corrispettivo della coda del pavone e del canto dell’usignolo. Chi acquista sempre i migliori prodotti ritiene che il prezzo di questi beni costituisca un

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teoria della selezione sessuale,The Handicap Principle

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Tutti i perche' dello sperpero sessuale

Geoffrey Miller

Nel passato gli evoluzionisti non sapevano come spiegare lo sperpero eccessivo egratuito della coda del pavone. Oggi ritengono che quasi tutto ciò che in natura ci apparebello o grandioso sia il frutto di una dispendiosa esibizione sessuale. L’esibizionesessuale è anche alla radice della cultura, della coscienza e del consumismo moderno.

IN CIMA alla gamma dei prodotti della Sennheiser troviamo l’"Orpheus Set", un paio dicuffie stereo che costano al dettaglio 9.652 sterline. Si tratta, senza alcun dubbio, dicuffie estremamente sofisticate che tuttavia, per la maggior parte degli uditi, produconoun suono la cui qualità non è di molto superiore a quella di un paio di Vivanco SR250 da25 sterline, un prodotto che ha di recente ottenuto diversi riconoscimenti per il migliorrapporto qualità-prezzo. Come psicologo evolutivo che si dedica allo studio della culturaumana contemporanea mi chiedo: per quale motivo l’evoluzione produrrebbe una speciedi scimmia antropomorfa che ritiene di dover assolutamente possedere un paio di cuffieSennheiser, quando le Vivanco possono stimolare l’udito con altrettanta efficacia?

Secondo la spiegazione darwiniana classica del consumismo, la selezione naturale hafatto sì che in noi si sviluppassero determinate preferenze e desideri che i liberi mercatipossono soddisfare offrendo vari beni e servizi. Per esempio, poiché nell’Africa delPleistocene gli zuccheri erano rari e preziosi dal punto di vista nutritivo, in noi si èsviluppato un gusto per i dolci che oggi i produttori di cioccolata e di cola sono in gradodi soddisfare, o forse di sfruttare. Tale teoria può spiegare molte caratteristiche di diversiprodotti e sembra costituire il “placet” darwiniano al consumismo in un libero mercato.

Questa teoria sull’evoluzione delle preferenze non può tuttavia spiegare l’effettoSennheiser. La funzione nominale delle cuffie stereo è quella di offrire un “paesaggioacustico” privato, una realtà sonora virtuale. Dovremmo quindi aspettarci che sia ilgiudizio che il prezzo delle cuffie debbano essere determinati in base alla loro qualità.Così non avviene.

I dirigenti della Sennheiser che si occupano del marketing dei loro prodotti sanno chel’Orpheus Set viene acquistato da uomini ricchi, giovani o di mezza età, i quali si trovanonel cosiddetto “mercato dell’accoppiamento”, dichiaratamente o meno. Il prezzo diqueste cuffie, 400 volte superiore a quello delle Vivanco, rappresenta un plus legato alcorteggiamento. Mentre le Vivanco non sono altro che cuffie di buona qualità, leSennheiser sono il corrispettivo della coda del pavone e del canto dell’usignolo. Chiacquista sempre i migliori prodotti ritiene che il prezzo di questi beni costituisca un

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beneficio, non un costo. Questo prezzo impedisce infatti che i meno abbienti possiedanoil prodotto e lo rendono un indicatore affidabile della ricchezza e del buon gusto delproprietario. Desideriamo le Sennheiser non per il suono che producono nella nostratesta, ma per l’impressione che determinano nella testa degli altri.

Thorstein Veblen si rese conto di tutto questo già un secolo fa, quando elaborò la teoriadel consumo di ostentazione, illustrata nella Teoria della Classe Agiata. In realtà, l’intuizione sociologica di Veblen non aveva alcun collegamento diretto con lascienza naturale. L’anello mancante ci viene ora fornito da una branca della biologiaevolutiva chiamata “teoria della selezione sessuale”.

In questa prospettiva biologica, il consumismo è ciò che si verifica quando una scimmiaintelligente, evolutasi per l’auto-promozione sessuale, raggiunge la capacità ditrasformare la materia prima della natura in una rete di segnali sessuali e di esibizioni delproprio status. Il consumismo trasforma un mondo fatto di quark in un mondo di piccoliatti inconsci di corteggiamento, in cui ogni segnale diventa sessuale. Accade però che lamaggior parte dei segnali sessuali non venga riconosciuta né ricambiata. Il risultato chene consegue è quel fenomeno che chiamiamo civiltà moderna, con la sua gloria ed il suoprogresso, certo, ma anche con i suoi sperperi colossali e la sua alienazione incalcolabile.L’alienazione del consumatore moderno, la delusione che insorge quando le Sennheisernon mantengono ciò che avevano promesso (non buone sonorità, ma buoni partner) non ènuova. In realtà, può semplicemente essere una più profonda alienazione di noi stessidalle nostre esibizioni sessuali.

PER CAPIRE IL CONSUMISMO OCCORRE comprendere in piccola parte il processoevolutivo della selezione sessuale. La selezione sessuale è fondamentalmente ciò cheaccade quando gli animali a riproduzione sessuale scelgono i loro partner in base a criteriche restano coerenti attraverso le varie generazioni. Darwin è stato il primo ad accorgersiche se le femmine del pavone preferiscono sempre accoppiarsi con maschi chepossiedono code più lunghe e dai colori più vivaci, allora le code dei pavoni dovrannoevolversi per diventare sempre più lunghe e vivaci nel periodo evolutivo. I geni di unpavone, indipendentemente dalla loro utilità ai fini della sopravvivenza, possonotrasmettersi alla generazione successiva solo se si trovano in un maschio che possiedeuna coda lunga dai colori vivaci. La selezione sessuale, quindi, può essere ancor piùpotente di quella tesa alla sopravvivenza. L’evoluzione non è semplicemente determinatadalla sopravvivenza del più adatto, ma dalla riproduzione del più seducente.

Molti tratti prodotti dalla selezione sessuale, come la coda del pavone, il canto dellebalene e l’aggressività nel maschio dell’uomo richiedono un tale dispendio di tempo,energie e rischio che riduce sensibilmente le probabilità di sopravvivenza, ma chenonostante ciò si sono evoluti grazie ai loro benefici riproduttivi. Fino a poco tempo fa, ibiologi ritenevano che questi costi legati ai tratti selezionati sessualmente derivassero

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dalla loro funzione di corteggiamento. In realtà, il biologo israeliano Amotz Zahavi èriuscito a convincere molti studiosi della propria teoria, secondo la quale questi costicostituiscono una caratteristica adattiva piuttosto che un difetto disadattivo dei segnalisessuali. Nel suo libro The Handicap Principle (1997), Zahavi afferma che i tratti dovutialla selezione sessuale, come la coda del pavone, devono necessariamente esserehandicap costosi perché costituiscano indicatori affidabili dell’idoneità di un animale adessere un potenziale compagno e genitore.

Nel “principio dell’handicap” di Zahavi viene identificata una tensione tra la selezionenaturale (che ha come scopo la sopravvivenza) e la selezione sessuale (volta ad attirare ilcompagno), e lo sperpero si trova proprio al centro di tale tensione. Lo sperpero nelleesibizioni sessuali assicura che ci sia una correlazione tra capacità di sopravvivenza esuccesso riproduttivo. Da un lato, lo sperpero è il ponte tra la selezione naturale e quellasessuale: solo i pavoni più sani possono sviluppare code molto grandi. Ma è anche ilpunto di divisione tra le due selezioni: lo sperpero della coda, la sua inutilità ai fini dellasopravvivenza è esattamente ciò che lo rende una caratteristica sessuale.

La logica di Zahavi è la stessa da cui parte Veblen con il suo consumo di ostentazione. Sele code di pavone grandi e vivaci fossero economiche da sviluppare, semplici damantenere e leggere da trasportare, qualsiasi vecchio pavone, ancorché malato, affamatoo pieno di parassiti potrebbe esibirne una. Le code non conterrebbero alcunainformazione sulla qualità del pavone se non comportassero costi aggiuntivi. SecondoZahavi, il motivo reale per cui le code dei pavoni sono così grandi, vivaci, pesanti eingombranti è che solo pavoni molti sani, in forma, forti e ben nutriti possonopermettersele. Poiché pavoni molto sani tendono ad avere figli e figlie sani con maggioriprobabilità di sopravvivere e riprodursi, le femmine di questa specie trarranno unbeneficio scegliendo i pavoni dalle code più grandi. Infatti, le femmine che hannopreferito pavoni con code inferiori alla media non hanno lasciato molti discendenti,poiché la loro prole è risultata meno adatta della media. Le grandi code di pavone, comele costosissime cuffie Sennheiser, sono specificamente concepite per non essere allaportata di tutti. In questo modo, la selezione sessuale favorisce sia la preferenza per leesibizioni sessuali costose sia le esibizioni stesse.

IL PRINCIPO DELL’HANDICAP suggerisce che uno sperpero enorme è la caratteristicanecessaria del corteggiamento sessuale. Una femmina di pavone intelligente che leggessela teoria di Veblen comprenderebbe subito come i pavoni, in quanto specie, sarebbero piùricchi se non dovessero sprecare tante energie a sviluppare code grandi (che sono inutiliper la sopravvivenza). Tuttavia, in qualità di maschi e femmine, essi possiedono incentiviirresistibili a sviluppare le code più grandi che possono permettersi o a scegliere i partnersessuali con le code più grandi che riescono ad attirare (per assicurare il successodell’accoppiamento). In natura, lo sperpero ostentato è l’unica garanzia di verità nellareclamizzazione dei propri attributi.

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Il consumo di ostentazione costituisce l’omologo umano moderno della coda del pavone:un handicap che rivela la qualità sperperando le risorse. Il consumismo è una specie diritualizzazione del consumo di ostentazione, in cui le persone esibiscono la propriaricchezza e il proprio gusto attraverso il possesso di prodotti ampiamente riconosciuti ilcui costo è noto a tutti.

La pubblicità fondata sull’immagine, piuttosto che sulle caratteristiche dei prodotti, tentadi creare un ambito di segnalazione sessuale per ciascuno di questi prodotti. Questoprocesso implica che venga dimostrato un rapporto a tre che coinvolge prodotto,consumatore potenziale e gruppo di partner potenziali che apprezzano l’atto delconsumo. La pubblicità di una cola deve mostrare la cola, la persona che compra la cola ela persona che guarda chi compra la cola. Inoltre, perché la cola si qualifichi come unsegnale sessuale efficace, la pubblicità deve anche partire dal presupposto che bere lacola è ormai, notoriamente, un gesto alla moda. La pubblicità deve innalzare il prodotto,trasformandolo da entità sconosciuta a riconosciuto oggetto del desiderio.

Le difficoltà che nascono nel comprendere questo atto di fede sono analoghe a quelle cheper oltre un secolo hanno incontrato i biologi evolutivi nel capire in che modo potesseroevolversi le code dei pavoni. Dal punto di vista logico, sembra impossibile capire dadove tutto questo abbia avuto inizio. Se le femmine dei pavoni non preferivano già lecode lunghe e vivaci, perché i maschi avrebbero dovuto evolverle? Se invece i maschinon avessero già posseduto code lunghe e vivaci, perché le femmine avrebbero dovutopreferirle? Analogamente, se le donne non avessero già una preferenza per gli uominicon la Porsche, perché un uomo dovrebbe comprare una Porsche? Ma se nessun uomoguida la Porsche, perché le donne dovrebbero sviluppare una preferenza per coloro chene hanno una? La storia della teoria della selezione sessuale è la storia di come i biologihanno risolto questo problema dell’uovo e della gallina. Dettagli a parte, la risposta è chel’evoluzione avviene gradualmente, attraverso una continua intensificazione sia dellepreferenze relative al partner (corrispondenti ai gusti dei consumatori) che dei tratti legatial corteggiamento (corrispondenti alla qualità dei prodotti).

Tuttavia, l’evoluzione culturale dei prodotti in quanto segnali sessuali non devenecessariamente seguire la stessa dinamica graduale dell’evoluzione genetica della codadel pavone. La pubblicità di massa può innescare rapidamente questo processomostrando uomini finti (attori) che guidano Porsche non ancora disponibili sul mercato,mentre donne finte li guardano con fare ammiccante. Nella realtà virtuale della pubblicitàè dunque possibile proporre in un solo colpo l’intero sistema di segnalazione basato sulprodotto prima ancora che un solo articolo venga venduto o che una sola prospettivasessuale venga definita.

Quando acquistiamo un prodotto dopo aver visto una pubblicità basata sull’immagine, lo

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compriamo all’interno di un sistema di segnalazione sessuale. Si tratta però di un sistemaipotetico, non reale, inventato da alcuni pubblicitari a vantaggio del loro cliente. Non è ilfrutto dell’evoluzione, durata milioni di anni, con cui i nostri antenati hanno migliorato lacapacità di adattamento dei loro figli. Questo pone alcuni problemi. Le persone piùingenue possono agire come se il sistema ipotetico di segnali fosse già stato accettatocome reale, trascorrendo così più tempo ad esibire i segnali virtuali (i prodottireclamizzati) che non i segnali reali, biologicamente convalidati (lo spirito, la creatività,la gentilezza). Queste persone possono diventare frustrate se i loro segnali virtualivengono ignorati e magari rischiano di aumentare le spese invece che migliorare ilcarattere. Il risultato può essere patologico, un consumismo “mordi e fuggi” in cuil’individuo si perde in un caos semiotico, ricercando i sistemi di segnalazione sessualesolo nei luoghi sbagliati.

Questa analisi pone un’altra questione fondamentale: qual è il legame tra adeguatezzabiologica e ricchezza economica nelle società moderne? Evidentemente, la capacità di unindividuo di acquistare oggetti è un indicatore affidabile della sua ricchezza, ma puòessere la ricchezza un indicatore affidabile della sua adeguatezza? In ambito politico, ladestra ha postulato l’esistenza di uno stretto legame tra ricchezza economica eadeguatezza biologica, mentre la sinistra nega tale legame. Per la destra il denaro non èaltro che un’adeguatezza in contanti, accumulata grazie a capacità innate ed ereditabilicome l’intelligenza e l’ambizione e tradotta in palesi simboli di successo. La sinistracolloca il denaro in un ambito di cultura, classe e storia che avrebbe divorziato dallabiologia. Dal punto di vista scientifico, il rapporto tra ricchezza e adeguatezza biologicaresta irrisolto. La destra mette in evidenza l’elevata correlazione esistente tra intelligenzae ricchezza, nonché il grande contributo della genetica all’intelligenza. La sinistra invecesottolinea che secondo la tradizionale misura biologica di adeguatezza, ovvero il numerodi figli, le persone ricche e intelligenti non mostrano di essere più adatte rispetto ai poveried illetterati; anzi, accade spesso il contrario. Per questo motivo il consumismo derivaforse da istinti di esibizione sessuale che si sono evoluti in condizioni precedenti,caratterizzate da una maggiore poligamia.

COME SI E’ VISTO, uno dei problemi del consumismo è che la pubblicità può creareaspettative irrealistiche sul potere di segnalazione sessuale dei prodotti.Un altro problema è dato dal fatto che persino i segnali più efficaci non possono garantireper tutti gli individui il successo dell’accoppiamento. La competizione sessuale è ungioco in cui, laddove qualcuno vince, c’è sempre dall’altra parte qualcuno che perde.Alcuni individui attraggono buoni partner, altri no. La delusione è inevitabile, visto chel’accoppiamento umano richiede il consenso di entrambe le parti e che esistononotevolissime differenze tra gli individui in termini di attrattiva fisica, mentale e sociale.Non tutti gli uomini possono disporre di un harem di 5000 donne come il primoimperatore della Cina, così come non tutte le donne possono riuscire ad avere otto mariticome Elizabeth Taylor.

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Tuttavia, se i costi legati all’invio dei segnali sessuali diventano eccessivamente alti, ilsistema di accoppiamento di una società può rivelarsi negativo, poiché diventa per tuttitroppo dispendioso in termini di tempo, denaro, impegno e rischio. Due generazioni fa, lecoppie giapponesi non si preoccupavano di acquistare anelli di fidanzamento. Poi, neglianni 70, il cartello dei diamanti De Beers, attraverso una campagna pubblicitaria,convinse le donne giapponesi di meritare un anello esattamente come le loro omologheoccidentali. Si impose dunque una nuova abitudine: gli uomini giapponesi da allora sonocostretti a spendere l’equivalente di almeno due mesi di stipendio per acquistare un pezzodi carbonio incolore a dimostrazione del loro impegno sentimentale. I matrimonigiapponesi probabilmente non sono più felici di quanto lo fossero una generazione fa, mala De Beers è più ricca.

In migliaia di casi simili, il consumismo ha portato a segnali di ricchezza più costosi, asegnali di gusto più esigenti ed a segnali di coraggio fisico che espongono a rischi sempremaggiori.Si tratta in genere di interminabili e ripetitivi esercizi di sforzo personale tesoall’accoppiamento, spesso senza alcun beneficio sociale. La competizione sessuale è unambito in cui il progresso tecnologico normalmente non apporta alcun miglioramento albenessere medio degli individui.

Gli imperativi del consumismo legati alla segnalazione sessuale introducono un’altraforma di sperpero: essi forniscono ai consumatori ben pochi incentivi ad ottenere unelevato valore per il proprio denaro. La Gran Bretagna sembra avere stranamenteaccettato senza troppa difficoltà l’esistenza dei vari oligopoli, cartelli ed accordi per ilmantenimento dei prezzi al dettaglio. Questi meccanismi gonfiano in maniera artificialeil prezzo di automobili, vestiti, libri ed elettronica di consumo fino a superare del 50% iprezzi applicati negli Stati Uniti. Se quando si acquista una Porsche si desidera ottenereuna vettura efficiente che valga il prezzo pagato, l’esistenza di questi cartelli appare deltutto ingiustificata. Ma se lo scopo dell’acquisto di una Porsche è quello di renderepubblica la propria ricchezza ed il proprio status, il prezzo ha ben poca importanza.Finché i prezzi saranno di pubblico dominio nel mercato dell’accoppiamento, ciascunmodello di automobile sarà un segnale affidabile del livello di agiatezza del proprietario.Nella segnalazione sessuale, le differenze di prezzo sono molto più importanti dei prezziassoluti.Quando si parla di benessere umano, però, vale il contrario. La segnalazione sessualeindebolisce l’efficienza economica. Vendere i prodotti presentandoli come strumenti dicorteggiamento conferisce alle aziende e ai governi un potere maggiore su coloro cheacquistano questi prodotti, poiché trasforma l’attivismo dei consumatori nell’equivalenteeconomico della disfunzione erettile: solo chi non può permettersi tali prodotti protesteràper la disonestà dei prezzi e delle tasse.

Man mano che si passa dai prodotti legati al corteggiamento al consumo più pragmatico,i prezzi calano, i profitti si riducono e si ritorna alla concorrenza di libero mercato. Ilconfine tra beni di corteggiamento e prodotti ordinari varia da cultura a cultura. Tuttavia,

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ogni cultura mantiene determinati prodotti mirati al corteggiamento o beni di lusso grazieai quali le persone si innamorano, mettendo da parte con decisione il loro ruolo di agentieconomici razionali.

Sotto questo aspetto, gli esseri umani sono un caso anomalo perché a comprare i prodottimirati al corteggiamento sono sia gli uomini che le donne. Nella maggior parte dellespecie, soprattutto tra i mammiferi, l’esibizione sessuale ostentata è un’attivitàprettamente maschile. La biologia tradizionale può spiegare perché gli uomini acquistinoabiti su misura, automobili sportive e ville in campagna, ma non perché alle donne debbapiacere andare in giro per far compere. I biologi, tuttavia, aggiungono ormai sfumaturediverse alla teoria darwiniana del maschio attivo che corteggia la femmina passiva. Dastudi recenti è emerso che i maschi di molte specie animali sono più esigenti in fatto dipartner sessuali di quanto Darwin potesse sospettare, mentre le femmine di molte speciehanno a loro volta sviluppato una propria versione dell’esibizione sessuale ostentata. Nella femmina del babbuino, il colore rosso brillante del cercine genitale svolge la stessafunzione della coda del pavone. Nella nostra specie, la scelta sessuale è reciproca e cosìanche l’esibizione sessuale, per cui entrambi i sessi si ritroveranno ai saldi di finestagione.

I BIOGRAFI DI VEBLEN sostengono spesso che il disprezzo dello studioso per ilconsumo di ostentazione è dovuto alla sobrietà dei suoi antenati norvegesi rispetto all’Etàdell’Oro americana: il protestantesimo di un Paese subartico, basato su un’economia disussistenza, incontra il lusso borghese bostoniano e scuote la testa in segno didisapprovazione. Veblen ribatté di aver utilizzato il termine “sperpero” in senso neutro,ma la sua indignazione nei confronti dei segnali consumistici trapela ad ogni esempio dalui preso in considerazione. Dovremmo dunque unirci a lui in questa crociata moralecontro lo sperpero?

I teorici dell’evoluzionismo lo hanno fatto per diversi decenni e, fino a tempi recenti,questo atteggiamento ha impedito loro di comprendere che cosa sia la selezione sessuale.Si può dire che il vertice di Veblen sia stato il punto più basso di Darwin.Nel 1900, la teoria della selezione sessuale era considerata la peggiore cantonata cheDarwin avesse preso. Poi, negli anni ‘30, i biologi della Sintesi Moderna combinarono lateoria darwiniana della selezione alla genetica mendeliana. Alcuni di questi grandibiologi, come Julian Huxley, Ernst Mayr e JBS Haldane ammisero che la selezionesessuale poteva produrre segnali stravaganti e esagerati, ma non approvarono un talesperpero ritenendo che fosse nocivo per la specie, dannoso per il progresso evolutivo eultimamente patologico. Questo loro atteggiamento di disprezzo per lo sperperobiologico legato al corteggiamento era identico al disprezzo di Veblen per lo sperperoculturale del consumismo. Essi riportarono alla luce la selezione naturale, ma lasciaronoche la selezione sessuale restasse nell’ombra per altri 50 anni. Anche quando, oltrevent’anni fa, Zahavi propose per primo il suo “principio dell’handicap”, i biologi nonriuscivano a credere che la natura potesse favorire un sistema di segnali che comportassetanto sperpero.

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Come Veblen, la maggior parte dei biologi evolutivi ha abbracciato la nozione diun’estetica meccanica in cui si celebra l’efficienza, la buona ingegneria e la formasubordinata alla funzione. Veblen condivideva con HG Wells la visione utopistica di unatecnocrazia dominata da ingegneri illuminati, dalla quale fosse stata eliminata ognitraccia di segnalazione ostentata e di odiosi paragoni. Ma la rinnovata attenzione per laselezione sessuale ha modificato numerose posizioni. Ormai molti evoluzionistiriconoscono che quasi tutto ciò che in natura ci appare bello o grandioso sia stato creatoal fine dell’esibizione gratuita, non per l’efficienza pragmatica. I fiori, la frutta, le alidelle farfalle, i nidi costruiti dalle femmine di certi passeri australiani per attirare ilmaschio, il canto degli usignoli, il muso dei mandrilli, la proboscide degli elefanti, leramificazioni delle corna delle alci, il canto delle balene, la luminosità delle lucciole, lechele dell’uca, la criniera del leone, la coda del pesce spada ed il linguaggio umano sonostati tutti plasmati dalla selezione sessuale.

Lo sperpero può essere divertente. I segnali sessuali possono essere sublimi.L’evoluzione prodotta dai paragoni odiosi può essere creativa invece che patologica. Glievoluzionisti moderni hanno ormai accettato con maggiore serenità il sistema dei segnaliinutili e dispendiosi.

In effetti, poiché ogni specie a riproduzione sessuale può essere considerata un sistema disegnalazione sessuale a se stante, la proliferazione d questi sistemi è ciò che crea labiodiversità stessa. Se non esistesse una tale varietà di sperperi, il nostro pianeta nonospiterebbe tante specie diverse. C’è dell’ironia in un certo ambientalismo che adora labiodiversità ma disprezza il consumismo: e se entrambi derivassero dagli stessiimperativi di segnalazione sessuale?

CONTRARIAMENTE A QUANTO AFFERMA VEBLEN, lo spreco consumistapresenta alcuni benefici che vengono troppo spesso trascurati. I prodotti tesi alcorteggiamento che vengono acquistati in un’economia basata sul denaro hannocaratteristiche insolite che li rendono meno ”sprecati” rispetto alla maggior parte deisegnali sessuali. Innanzitutto, trattandosi di oggetti materiali, durano più a lungo delledanze, delle canzoni e dei combattimenti rituali adottati da molte specie per ilcorteggiamento. Quando la nostra specie ha iniziato ad usare la cultura materiale perl’esibizione sessuale, ci è stato possibile accumulare e persino ereditare una enormequantità di oggetti che migliorano non solo il nostro status, ma anche la nostra qualitàdella vita. I beni durevoli di consumo come le case, le automobili e gli elettrodomestici,acquistati in parte per esibizione sessuale, hanno una durata ben superiore ai tempi delcorteggiamento.

Inoltre (aspetto ancor più importante), il consumismo comporta una circolazione socialedel valore piuttosto che l’atto di sperpero di un singolo individuo. Confrontiamo la codadel pavone con la Porsche. Entrambe hanno un costo elevato per chi le esibisce. Maquando il pavone paga i costi di crescita e manutenzione della propria coda, non

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trasferisce alcun valore ad altri membri della sua specie. Brucia semplicemente energia, equesta energia va perduta. Al contrario, quando l’acquirente della Porsche paga lamacchina, trasferisce denaro al rivenditore, che a sua volta ne trasferisce una parte allacasa produttrice e quindi ai dipendenti della casa produttrice e agli azionisti. L’unico verosperpero nella produzione della Porsche è tutto l’acciaio, la pelle, il carburante, lamanodopera e l’ingegnosità umana in più che essa comporta rispetto ad un’automobilecomune. Il suo eccesso in termini di prezzo non può considerarsi uno sperpero in nessunapiù ampia accezione sociale, poiché il prezzo viene trasferito ad altri membri all’internodella società.

Questo è un effetto importante. Da quando è stata introdotta l’automazionedell’agricoltura e della produzione, una quantità sempre maggiore di individui è stataimpiegata (direttamente o indirettamente) per produrre oggetti di lusso destinatiall’esibizione consumistica di altre persone. Se una specie asessuata inventassel’automazione, la maggior parte dei suoi membri perderebbe per sempre il propriolavoro. Non avrebbero infatti alcun ambito di sperpero nel quale far circolare l’eccedenzamateriale che la tecnologia fornisce loro. Nella nostra specie, la domanda di oggetti dilusso per l’esibizione sessuale è illimitata, al punto che non dovremo mai temere unadisoccupazione permanente di massa, almeno finché esisterà il consumismo.Il consumismo distribuisce non solo il denaro, ma anche lo status. La pubblicità proponei prodotti come segnali sessuali, ma chi acquista il prodotto non è il solo a beneficiaredello status sessuale conferito da tale prodotto. Lo status si dirama in tutte le direzioni,lungo l’intera catena della produzione e del consumo. La Porsche propone una pubblicità.Coloro che acquistano una nuova Porsche raccolgono i benefici di status promessi daquella pubblicità. Ma lo stesso fanno anche i rivenditori della Porsche, i dirigenti dellaPorsche, gli operai della Porsche, gli azionisti della Porsche, i meccanici della Porsche,coloro che ricevono una Porsche in regalo ed infine tutti quelli che acquistano o ereditanouna Porsche usata. Sebbene un oggetto fisico possa avere un solo proprietario, il valore distatus sessuale che esso comporta può essere goduto da tutti coloro che in un modo onell’altro sono collegati alla produzione, al finanziamento, alla commercializzazione o alconsumo di tale prodotto.

In questo senso, il consumismo ridistribuisce automaticamente lo status sessuale dairicchi a coloro che hanno fornito tale status. Questo conferisce al consumismo un aspettoegualitario del tutto estraneo alla competizione sessuale presente nella maggior partedelle specie.

Questo atteggiamento più positivo nei confronti dei segnali dispendiosi può essere utileper l’analisi scientifica dello sperpero, ma è davvero l’atteggiamento migliore da adottarequando si tratta di promuovere società umane sostenibili? Stranamente, la biologia ci diceche la risposta può essere affermativa. In tutti gli animali a riproduzione sessuale siverifica una compensazione tra sforzo teso al corteggiamento e sforzo inerente allacondizione di genitore. Più tempo ed energie si spendono per dimostrare quanto si èseducenti, meno tempo ed energie si avranno per allevare la prole.

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Lo stesso vale per gli uomini. Con la rivoluzione industriale, l’urbanesimo e il rapidoaumento del consumismo si è assistito anche alla transizione demografica, con unaimpressionante riduzione delle natalità. La competizione sessuale si è intensificata a talpunto che i prodotti destinati alla riproduzione sessuale hanno subito un ritardo. Ilconsumismo sta oggi assorbendo tutto il tempo e le energie che i nostri avi impiegavanoper crearsi delle grandi famiglie. A vent’anni, oggi, invece di occuparci dei nostri primisei figlioletti (come avrebbero fatto i nostri padri), ci dedichiamo ad acquisireun’istruzione universitaria, a porre le basi per la carriera, ad acquistare oggetti, ad andarein vacanza e a preoccuparci del nostro status. Che si tratti di consumo di ostentazione o diostentazione dei figli, è difficile dedicarsi ad entrambi.

Una riduzione a fin di bene, auspicata da Veblen, dello sperpero legato alla segnalazionesessuale potrebbe invertire la transizione demografica e creare un’esplosione nellacrescita della popolazione. La gente ama avere molte occupazioni. Se uno stato decidessedi eliminare il consumo di ostentazione mettendo al bando beni di lusso, divertimenticostosi, differenze di status tra le occupazioni e così via, alle persone non resterebbe chesposarsi in giovane età e fare molti figli. In realtà, eliminare il consumo di ostentazione etutte le altre forme di segnalazione sessuale dispendiosa significherebbe eliminare granparte di quella che consideriamo essere la cultura umana. Sarebbe come portare indietrodi milioni di anni l’orologio evolutivo, cercando di ricreare lo stile di vita australopitecodi primati dal cervello ridotto, annoiati a morte e circondati di bambini.

Non è difficile per l’evoluzione raggiungere la mera sostenibilità. I trilobiti sonosopravvissuti per centinaia di milioni di anni, godendosi il loro stile di vita caratterizzatoda scarsi consumi, pochi sprechi e da una sessualità poco sofisticata. Erano dunque,secondo Veblen, un modello di razionalità ed efficienza. Ma è lo sperpero che rende tuttele cose interessanti.

Per almeno un milione di anni, la nostra specie è stata impegnata in un grandiosoesperimento evolutivo: esplorare il paese incantato della segnalazione sessuale eccessivae gratuita. Un numero crescente di psicologi evolutivi ritiene che molti aspetti dellamente umana siano il frutto della selezione sessuale. La mia opinione è che il linguaggio,l’arte, la musica, l’umorismo e l’abbigliamento siano stati i primi nuovi segnali adevolversi, seguiti poi da tutte le altre varietà di sperpero sessuale, come la religione, lafilosofia e la letteratura.

Nell’ultimo secolo si è verificato un aumento esponenziale di una nuova forma disperpero sessuale: il consumo di ostentazione, che traduce una logica primordiale dicome mettere in evidenza tutto ciò che va dalla biologia alla tecnologia. Ne derivanocerto alcuni problemi, come abbiamo visto. Rischiamo di dimenticare con troppa facilitàle nostre innate capacità biologiche di esibizione: il linguaggio, la creatività,

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l’intelligenza. Rischiamo di fare un eccessivo affidamento sulle cuffie Sennheiser. Maforse i critici del consumismo si spingono troppo oltre quando condannano lo sperpero ingenerale, come ha fatto Veblen. Lo sperpero sessuale è ciò che ha reso la nostra speciequella che oggi è. Siamo creature dello sperpero, frutto di un’evoluzione che ci impone dispendere il nostro tempo, le nostre energie, la nostra stessa vita per mostrare cheriusciamo a farlo meglio dei nostri concorrenti sessuali. Il cervello umano, l’organo inassoluto più dispendioso e l’estremo lusso biologico, rappresenta il nostro originario falòdelle vanità. Forse la coscienza umana stessa si è evoluta in parte attraverso la selezionesessuale come una sorta di esibizione dispendiosa e gratuita. Supponiamo che, durantel’evoluzione del linguaggio, i nostri antenati scegliessero compagni che sapessero megliodi altri articolare una più ampia gamma di percezioni e concetti. Questo nuovo criterioper la scelta di un partner avrà dato una brusca accelerazione allo sviluppo del linguaggioe della coscienza. Un processo di questo tipo non rende gli irragionevoli principi dellasegnalazione sessuale né più razionali né più coscienti. Ma la coscienza, invece dievolversi come un funzionario assolutamente neutrale che coordina il nostrocomportamento e le nostre esperienze, si è forse evoluta come oggetto da esposizione, unparco giochi concepito con l’unico scopo di divertire gli altri. Piena di concetti privi disenso, essa forse non rappresenta nient’altro che la nostra perfetta adeguatezza biologicaper coloro che intendono unire i loro geni ai nostri.

Se utilizzata con intensità e con frequenza, la mente spesso produce gli effetti dicorteggiamento per la quale si è evoluta. Riesce a impressionare i potenziali partner coninformazioni, memorie, speranze, ambizioni, sensibilità, gusti, empatie e (forse questo èil suo scherzo più riuscito) con l’illusione di una soggettività sconfinata, autentica ecosciente.Per operare questa magia del corteggiamento, la mente ci convince di possedere unasoggettività autentica e cosciente e che il contenuto della nostra coscienza è l’unico chevalga la pena di essere comunicato agli altri.

Il corpo umano è un mosaico di diverse caratteristiche che si sono evolute per lasopravvivenza (le gambe, i polmoni, i denti) e di altre che si sono evolute per l’attrazionesessuale (il seno, i glutei, la barba, il pene, le labbra). Ma la coscienza umana si è forseevoluta come pura esibizione, analogamente alla coda del pavone che non ha bisogno delcorpo di un pavone per sostenersi.

Forse la coscienza umana si è evoluta per raggiungere esattamente le forme e le funzioninecessarie per un corteggiamento efficace. Forse le parti più recondite della nostra mentesi sono evolute attraverso i nostri rapporti più privati. In poche parole, la coscienza èprobabilmente un prodotto piuttosto che una fabbrica, un dispendioso status symbolperfettamente adattato ai suoi consumatori grazie alla selezione sessuale, che puòconsiderarsi l’ingegnosa “divisione marketing” dell’evoluzione.

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CHE SIGNIFICA TUTTO QUESTO per chi, come noi, deve valutare la vita dellamente? Forse identificarci con la nostra coscienza vana, futile, debordante di concetti nonè ultimamente più autentico di identificarci con un oggetto di possesso costoso e benreclamizzato. L’intellettualismo ed il consumismo sono forse due modalità di esistereugualmente alienate, se possiamo chiamare alienazione l’eccessiva identificazione di unapersona con i propri segnali sessuali.

Questo sembra valere soprattutto per l’intellettualismo sullo stile della New York Reviewof Books, in cui la conoscenza di alcuni nomi di grosso calibro (Freud, Nietzsche,Foucault, Bellow, Kristeva, Sontag, Borges) è sufficiente per esibire l’appartenenza adun’élite culturale. Questi nomi sono diventati la moneta svilita nell’economia libidinosadegli intellettualoidi. Le loro idee sono ormai meri pretesti per iniziare il corteggiamentoin qualche bar. Le icone culturali dell’Europa sono state sapientemente confezionate perdiventare prodotti americani. Il loro unico carattere distintivo è che sonocommercializzate da critici letterari e saggisti newyorkesi invece che da agenziepubblicitarie, mentre il costo d’acquisto è un’istruzione universitaria piuttosto che unacerta somma di denaro. L’alienazione intellettuale non ha più alcuna radicenell’esistenzialismo di Dostoevsky, di Kafka o di Sartre. E’ la stessa alienazione chesperimenta qualsiasi altro consumatore il quale acquisti un prodotto come segnalesessuale. Anche il dibattito intellettuale, troppo spesso, è condotto con lo stesso stileridondante che usano i rivenditori per enfatizzare i pregi della Mercedes rispetto allaPorsche o delle Seychelles rispetto alle Mauritius: sono solo segnalatori i quali segnalanoche i propri segnali sono i migliori.

Forse è stato sempre così. La filosofia è derivata dalla sofistica, che non è altro chel’esibizione pubblica competitiva del proprio valore attraverso il ragionamento el’argomentare. Le università sono state create allo scopo di insegnare lingue morte, ritualiinutili ed una superficiale conoscenza di Aristotele ad una classe agiata di preti. Come haosservato Veblen, per molti secoli una laurea conseguita ad Oxford ha costituito il primosimbolo di agio ostentato. Solo con l’avvento della scienza le diverse varietà intellettualidi esibizione dispendiosa hanno raggiunto un legame cognitivo con la realtà o un legamepragmatico con il progresso sociale. La maggior parte dell’esibizione intellettuale nellastoria può forse considerarsi uno sperpero, nell’accezione che Veblen dà a questotermine. Eppure tutte le conquiste e le conoscenze umane che teniamo in maggior contonon sarebbero mai state possibili senza il nostro istinto sessuale per questo sperpero.

Questo saggio, tradotto per Caffe' Europa, e' apparso sul numero di febbraio dellarivista britannica Prospect e ha vinto il Vivus Essay Prize.La Vivus ha assegnato 5.000 sterline al miglior saggio che trattasse un aspetto dellasessualità.Geoffrey Miller è psicologo evolutivo al Centro per l’apprendimento economico e l’evoluzionesociale presso l’University College di Londra ed è autore del libro Courting Minds [Heinemann,di prossima pubblicazione]