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Turismo responsabile e cooperazione internazionale Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture, come sottolineato dall’OMT negli artt. 1 e 2 del Codice mondiale del Turismo, da cui si evince che esso non è solo un tipo di turismo, ma è il modo a cui dovrebbe essere informata l’intera attività turistica. Un particolare contributo alla promozione e diffusione del Turismo responsabile è stato ed è offerto dalla cooperazione internazionale allo sviluppo, in particolare dalla cooperazione decentrata o territoriale, cioè quella promossa dalle Autorità locali dei Sud e dei Nord del mondo, con il concorso delle rispettive componenti della società civile organizzata (ONG, organizzazioni pro sociali, piccoli imprenditori locali, associazioni di migranti…). Negli ultimi 10 anni i progetti di cooperazione allo sviluppo tesi a promuovere sistemi turistici locali sostenibili nei territori dei PVS sono stati significativi. Nella convinzione che il turismo responsabile non si descrive (…) si può solo farne esperienza (Garrone), gli scritti che seguono raccontano e confrontano progetti, esperienze e vision per fare il punto sullo stato dell’arte e sui suoi possibili sviluppi. Maria Bottiglieri 2021

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Turismo responsabile e cooperazione internazionale Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture, come sottolineato dall’OMT negli artt. 1 e 2 del Codice mondiale del Turismo, da cui si evince che esso non è solo un tipo di turismo, ma è il modo a cui dovrebbe essere informata l’intera attività turistica. Un particolare contributo alla promozione e diffusione del Turismo responsabile è stato ed è offerto dalla cooperazione internazionale allo sviluppo, in particolare dalla cooperazione decentrata o territoriale, cioè quella promossa dalle Autorità locali dei Sud e dei Nord del mondo, con il concorso delle rispettive componenti della società civile organizzata (ONG, organizzazioni pro sociali, piccoli imprenditori locali, associazioni di migranti…). Negli ultimi 10 anni i progetti di cooperazione allo sviluppo tesi a promuovere sistemi turistici locali sostenibili nei territori dei PVS sono stati significativi. Nella convinzione che il turismo responsabile non si descrive (…) si può solo farne esperienza (Garrone), gli scritti che seguono raccontano e confrontano progetti, esperienze e vision per fare il punto sullo stato dell’arte e sui suoi possibili sviluppi.

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CISV ed il turismo responsabile Anna Renaudi, William Foieni

CISV – Torino – Italia

1. Il Turismo Responsabile di CISV in Senegal In Senegal il turismo è, indubbiamente, un settore economico di primaria importanza: secon-do i dati disponibili presso il Ministero del Turismo e dell’Artigianato, è la seconda fonte d’entrate dopo la pesca. Tuttavia, i vantaggi che ricadono sulle popolazioni locali sono al-quanto limitati. Ad esso sono spesso associati forti rischi legati all’impatto sociale (conflitti culturali, nascita di squilibri e distorsioni sociali, diffusione della prostituzione, ecc.), all’impatto economico (tendenze inflazionistiche, distorsioni nella struttura economica del paese, ecc.) e all’impatto ambientale (distruzione dell’ecosistema causata dalla creazione di strutture turistiche, massiccio utilizzo di risorse naturali rare da parte delle stesse strutture, in-quinamento,ecc.). È in questo quadro che si colloca l’azione intrapresa dal 2000 dal CISV in Senegal, che ha come scopo quello di sostenere l’appropriazione di questa importante fonte di ricchezza da parte delle associazioni di base, emanazione della società civile. 1.1. Storia e ruolo di CISV nel Turismo Responsabile La prima azione intrapresa è consistita in un lavoro di concertazione e di analisi con alcune delle organizzazioni comunitarie che il CISV appoggia nelle sue zone d’intervento, le regioni di Louga e di Saint-Louis, al fine di identificare le risorse turistiche più interessanti e per stu-diare insieme i primi circuiti turistici da proporre al pubblico italiano. Contemporaneamente, dall’Italia, il CISV partecipava alla creazione dell’associazione CTA/Volontari per lo svilup-po, promossa inizialmente da cinque ONG, decise a partecipare alla promozione del turismo responsabile in Italia, e divenuta nel 2005 la cooperativa Viaggisolidali/CTA. In un secondo momento, l’incontro con l’ONG italiana CPS, che interviene nel Dipartimento di Mbour e nel Comune di Sokone, ha fatto nascere l’idea di un’alleanza fra le due ONG nell’ambito della promozione del turismo responsabile, al fine di creare una relazione di scambio e di collaborazione fra i rispettivi partner. Questa scelta ha creato le condizioni per la nascita, nell’estate 2002, di un circuito di Turismo Responsabile co – organizzato da CISV e CPS in Senegal, promosso da Viaggisolidali. Nel 2004 nel quadro dell’iniziativa di cooperazione decentrata “Salute dell’ambiente, salute dell’uomo. Nuove economie per la tutela delle risorse naturali” promossa dal Parco del Lago Maggiore, in partenariato con la Direzione Nazionale dei Parchi del Senegal, la ONG CISV è stata incaricata di realizzare uno studio sull’offerta eco-turistica nelle zone di intervento del progetto: il Parco di Djoudj, il Parco della Langue de Barberie e il Parco di Palmarin. Il documento realizzato presenta un quadro dell’industria turistica classica e alternativa sia in generale che più specificamente, in Senegal, e presenta le strutture di accoglienza eco-turistiche gestite dalle popolazioni che abitano le aree limitrofe ai parchi, le raccomandazioni per il miglioramento e il consolidamento delle attività eco-turistiche nelle tre zone implicate e una proposta di circuito eco-turistico. Tale circuito è stato sperimentato per la prima volta nella primavera del 2005, in collabora-zione con Viaggisolidali e il Parco del Lago Maggiore e da allora compare fra le proposte di viaggio per il Senegal dell’agenzia solidale. I viaggi di ecoturismo sono offerti nella stagione invernale, più propizia per la maggiore presenza di animali nei parchi e per le migliori condi-zioni climatiche. Queste esperienze comuni sul piano tecnico hanno ispirato un percorso di messa in rete fra le varie associazioni, al fine di promuovere il Turismo Responsabile in Senegal e di incidere maggiormente sulle politiche nazionali di settore. Nel 2005 tale processo è approdato alla

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creazione della Rete delle Associazioni del Turismo Responsabile in Senegal, RATRES DEGGO. Appoggiata dai suoi partner, dai turisti medesimi e da CTA/ViaggiSolidali, la Rete ha potuto nel corso del tempo compiere un percorso di crescita e di consolidamento. Le associazioni partner del CISV offrono oggi tre prodotti turistici distinti per permettere ai turisti di visitare le regioni del nord: un circuito di turismo di comunità di durata breve (10 giorni), uno di durata più lunga (15 giorni) e un circuito di ecoturismo per i mesi della stagio-ne invernale. 1.2. Obiettivi di CISV L’obiettivo generale delle azioni intraprese in questi anni (2002-2008) nel settore del turismo responsabile è di contribuire alla riduzione della povertà in Senegal attraverso l’appropriazione endogena e lo sviluppo della risorsa turistica da parte delle organizzazioni locali. Per raggiungere questo traguardo l’azione del CISV in Senegal si articola in quattro as-si d’intervento: 1.2.1. Rafforzamento delle competenze delle associazioni partners Un percorso di rafforzamento delle competenze di tutte le associazioni partners è stato intra-preso per assicurare una sempre maggiore organizzazione e qualità del servizio di accoglienza dei turisti. Grande cura è stata dedicata alla formazione delle famiglie che ospitano i turisti presso le loro case del quartiere Keur Serigne Louga e all’elaborazione di prodotti turistici specifici per le sette associazioni partners. In particolare, una giornata di scoperta delle attività produttive della valle del fiume Senegal è stata elaborata con l’organizzazione contadina ASESCAW, vari circuiti di scoperta delle zone naturali dei parchi con i GIE di Djoudj e della Langue de Barberie, attività musicali con il FESFOP di Louga, un atelier di lingua wolof, di cucina senegalese e di animazione con i bimbi dell’asilo comunitario con l’associazione di quartiere ADKSL. Per quanto riguarda l’appropriazione del servizio di accompagnamento dei gruppi di turisti, mentre in un primo tempo gli accompagnatori erano persone-risorse di nazionalità italiana del CISV (già impegnate nel settore in Senegal oppure scelte fra i turisti degli anni precedenti e provenienti direttamente dall’Italia), dal 2004 ad oggi sei giovani di Louga sono stati formati in lingua e cultura italiana e in tecniche di accompagnamento e tre giovani, membri di asso-ciazioni facenti parte della Rete, hanno beneficiato di una formazione in tecniche di accompa-gnamento per gruppi francofoni. 1.2.2. Diversificazione e incremento dell’offerta turistica dei partner delle regioni di Louga e di Saint-Louis Il CISV, in collaborazione con la cooperativa Viaggisolidali, ha partecipato all’ideazione e organizzazione di circuiti turistici che coinvolgono tutte le associazioni partners (con una me-dia di quattro viaggi e di cinquanta turisti l’anno). L’obiettivo è la diversificazione e l’incremento dell’offerta turistica dei partners delle regioni di Louga e di Saint-Louis, propo-nendo sempre nuovi prodotti e circuiti, che vedono combinazioni diverse delle tappe. Il CISV in questi anni di lavoro sul Turismo Responsabile ha potuto, in effetti, capitalizzare un’ampia esperienza riguardo alla difficile mediazione fra le aspettative dei turisti e gli usi e costumi delle comunità e delle famiglie che li accolgono, patrimonio da tutelare e valorizzare. Per questo motivo il prodotto viaggio è stato progressivamente modellato a seconda delle va-lutazioni che hanno seguito i numerosi viaggi, sia da parte dei turisti che da parte delle asso-ciazioni, al fine di rispondere il più possibile alle esigenze di tutti gli attori coinvolti, senza al-terare gli equilibri esistenti. Nel 2007, su iniziativa della cooperazione decentrata piemontese, è stato avviato un progetto consortile per la promozione del turismo responsabile come elemento per la lotta alla povertà in Senegal, il progetto “Teranga”. L’iniziativa prende spunto dai partenariati sviluppatisi o in avvio tra enti omologhi in Piemonte e in Senegal: Provincia di Torino e Regione di Louga,

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Città di Torino e Città di Louga, Comune di Torre Pellice e Comunità Rurale di Ross Bethio. Il progetto è trasversale fra i due primi assi d’intervento citati: il rafforzamento delle compe-tenze e la diversificazione dell’offerta turistica. Esso intende, infatti, promuovere azioni volte a incentivare la presenza turistica italiana in Senegal, con particolare attenzione a quella pie-montese e torinese attraverso il coinvolgimento diretto di organizzazioni pro-sociali (circoli, cral aziendali), associazioni, comunità locali, scuole e sostenere il miglioramento dell’accoglienza in loco supportando l’iniziativa locale di partner senegalesi (costruzione strutture, realizzazione guide turistiche). 1.2.3. Organizzazione e campi di lavoro in Senegal Dal 2006 il CISV organizza campi di lavoro in Senegal. Si tratta di esperienze di volontariato, che si distinguono dai viaggi di turismo responsabile, perché durante la loro permanenza i partecipanti contribuiscono alla realizzazione di progetti di utilità sociale promossi dall’associazione ospitante. L’itinerario, inoltre, è ridotto a una o due tappe piu’ importanti nelle zone in cui intervengono le associazioni di riferimento per l’attività, associate a brevi escursioni nelle altre zone di interesse turistico circostanti. Nel 2006 e nel 2007 l’associazione ospitante principale è stata l’ADKSL ritenuta più adatta per la natura delle attività che svolge a beneficio della popolazione del quartiere (nei settori ambientale, di presa in carico dell’infanzia…), associata al CODEL di Sagatta Djolof. 1.2.4. Messa in rete delle organizzazioni attive nel settore del Turismo Responsabile Un altro asse di intervento nell’ambito del settore è la messa in rete delle organizzazioni co-munitarie di base attive nel settore del Turismo Responsabile in Senegal. A tale scopo è stato organizzato, nel mese di ottobre 2004, un “Seminario per la messa in rete della associazioni senegalesi impegnate in attività di Turismo Responsabile” promosso da “Viaggisolida-li/CTA” e dalle ONG italiane CISV e CPS, con il patrocinio di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile). I membri degli organi della Rete hanno beneficiato di numerose for-mazioni in contabilità, con l’obiettivo di garantire la trasparenza e la regolarità nella gestione dei fondi a disposizione della Rete, in amministrazione e in metodologie di sensibilizzazione. La Rete è accompagnata nella diffusione e la promozione dei principi del turismo responsabi-le presso gli operatori del settore e la società civile, attraverso delle attività di diffusione della sensibilizzazione attraverso i canali mediatici.

2. Il FESFOP, Festival internationale de Folklore et des Percussions 2.1. Attività e obiettivi Louga è la capitale dell'omonima regione ed è situata a nord ovest del Senegal, a circa 200 km a nord di Dakar e a 30 km dalla costa atlantica. Conta circa 82.884 abitanti distribuiti su una superficie di 18 km². Il dipartimento di Louga si compone di 1 comune, 4 arrondissements e 15 comunità rurali. Louga è sede permanente del FESFOP, Festival de Folklore et de Percus-sions, un festival folkloristico di musica popolare molto importante e seguito in Senegal: atti-vo dal 2000, è giunto quest’anno alla 16esima edizione. Si tratta di un evento culturale annuale che riunisce diversi gruppi di percussionisti e artisti da tutto il Senegal, l’Africa e altri continenti, allo scopo di contribuire allo sviluppo socio-economico e culturale della città e della regione di Louga promuovendo l’interculturalità e la cooperazione internazionale. Il festival include una fiera artigianale, una serata di gala, atelier di percussioni, danza e animazione nei diversi quartieri. Dal 2007 il comune di Louga ha concesso all’associazione locale che gestisce il Fesfop un si-to che è stato riabilitato e ospita attualmente un villaggio turistico (5 case con 22 letti e 18 stanze). Dal 2005, inoltre, grazie alla collaborazione con CISV, il Fesfop dispone di una web radio che oggi è molto affermata e a cui l’ONG torinese garantisce un sostegno regolare in materia di formazione e fornitura delle attrezzature necessarie. Nel villaggio del Fesfop vi si

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trovano un Museo di percussioni, un centro polivalente, alcuni uffici, ristoranti e strutture ri-cettive per il pernottamento, e persino un giardino botanico. Tutte attività rese possibili grazie alla cooperazione internazionale che ha così permesso la creazione di nuovi posti di lavoro. Oggi nel Museo, riconosciuto ufficialmente dal Ministero per la Cultura, sono esposte oltre 55 opere d’arte. Nel campement sono anche ospitati un museo di percussioni, in cui sono esposti strumenti musicali offerti da gruppi africani ed europei e la sede di una radio comunitaria, animata da artisti, attori comunitari e associazioni locali, un ristorante e gli uffici amministra-tivi. Il Fesfop propone un’immersione nella cultura senegalese: corsi di lingua wolof, di danza, di musica (corso di percussioni ad esempio), visite guidate. I fondi generati dalle attività permet-tono di lottare contro la povertà grazie ai lavori creati per l’occasione e i benefici tratti dalla popolazione locale. Il sostegno alla cultura e all’artigianato locale contribuisce allo sviluppo economico delle popolazioni e mira a lottare contro l’emigrazione clandestina giovanile. L’obiettivo del FESFOP è infatti quello di consolidare la decentralizzazione dell’azione cultu-rale, favorendo la cooperazione tra partners di collettività locali, associazioni della società ci-vile, ONG e vari attori che promuovono l’interculturalità e cooperano per lo sviluppo umano sostenibile. 2.2. Il FESFOP e la cooperazione internazionale Il FESFOP ha ricevuto il primo “Premio d’Eccellenza” del CEDEAO, Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, nell’ambito delle manifestazioni culturali, per la sua con-tribuzione all’integrazione regionale, attirando ogni anno migliaia di visitatori. Beneficia di numerosi appoggi in Senegal (Ministeri della Cultura, del Turismo e dell’Artigianato, la Città e la Regione di Louga etc), in Italia (Regione Piemonte, Provincia e Città di Turino, ENAIP, Fondation 4 Africa e CISV) in Belgio (Africalia, Wallonie Bruxelles International, Province de Namur e Soutien aux Pays de la Francophonie), ma anche in Fran-cia (Ville de Millau) e in Spagna (Ville de Rubi e Fondation Yehudi Menuhin). Tutto ha preso l’avvio dal piano strategico realizzato con Africalia Belgium (della Coopera-zione federale belga), con il sostegno dell’ONG CISV, dell’Enaip, della provincia di Torino e di altri attori della cooperazione italo-senegalese. Grazie a un buon lavoro di rete, il Festival – che si svolge ogni anno tra Natale e capodanno – è diventato un trampolino di lancio per con-durre allo sviluppo di tutte le attività svolte. Il Fesfop ha sostenuto quest’idea per anni, ma la vera svolta è stata nel 2008, quando un organismo come Africalia si è imposto di non dare contribuzioni dirette al Festival ma di lavorare in maniera più strutturale. Per far questo, tra luglio e agosto dello stesso anno, Africalia ha finanziato un laboratorio di progettazione pres-so il Centro Omar Bongo, che ha coinvolto anche tutti gli altri partners del Fesfop: Stato, cit-tà, regione e i diversi responsabili. L’esperienza si è ripetuta negli anni seguenti. Anche se non tutte le linee del piano elaborate erano realizzabili nella realtà africana, lo stimolo di Africalia ha permesso di porre il Fesfop in un’ottica più strutturale e di lungo periodo che – senza nulla togliere all’importanza della kermesse tra Natale e capodanno – permette di svolgere tutta una serie di attività anche nel corso dei restanti undici mesi. Una di queste attività, peraltro avviata già dal 2003 a Louga, è il turismo responsabile. Durante la rassegna, ma anche nel resto dell’anno, arrivano gruppi di turisti che alloggiano presso le famiglie nel Villaggio del Fesfop, dedicandosi a tutta una serie di attività (corsi, stage ed iniziative culturali ) che permettono un buon sostentamento a tutta l’economia a esso legata. La cooperazione internazionale, con CISV in prima linea, convinta della validità delle inizia-tive, ha deciso di sposare il progetto Fesfop: un fatto eccezionale, anche rispetto al volume degli investimenti economici richiesti perché il Fesfop possa acquisire una sempre maggiore professionalizzazione. Basti pensare ai costi per il personale, le strutture amministrative, i ma-teriali di consumo, i corsi di formazione ecc. Tutto questo affinché il Fesfop diventi più per-

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formante quanto a progettazione, esecuzione e valutazione, e quanto alla partecipazione delle collettività locali.

Bibliografia Ecoguida del Parco di Djoudj e della Langue de Barbarie, Progetto Teranga, 2008. Eleonora Castagnone, Le Tourisme responsable au Sénégal, Effatà Editrice, 2009. Sitografia http://www.cisvto.org http://www.fesfop.org http://www.westartfrica.com/fr/item/festival-international-de-folklore-et-de-percussions-de-louga-fesfop-louga/ http://www.culture.gouv.sn/?q=le-fesfop-de-louga-est-un-veritable-instrument-de-developpement https://www.youtube.com/watch?v=D3YptngA37g

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La cooperazione decentrata per il Turismo responsabile. Il caso della Città di Torino

Maria Bottiglieri Comune di Torino – Torino – Italia

Parole chiave: turismo responsabile, cooperazione decentrata, sviluppo locale sostenibile, enti locali, città, paesaggio, beni culturali e ambientali.

1. La cooperazione decentrata per il turismo responsabile Il turismo responsabile, inteso come turismo sostenibile sotto il profilo sociale, economico, ambientale, culturale e istituzionale (…) è il modo in cui dovrebbe essere informata l’intera attività turistica1. “Il turismo responsabile non si descrive (…) si può solo farne esperienza”2. Una particolare esperienza che sta contribuendo a promuovere e diffondere questa pratica è quella della cooperazione decentrata o territoriale, promossa dalle Autorità locali dei Sud e dei Nord del mondo, con il concorso della società civile organizzata (Ong, organizzazioni pro sociali, piccoli imprenditori locali, associazioni di migranti, ecc)3. Le autorità locali, grazie alla cooperazione decentrata possono svolgere un ruolo centrale nella valorizzazione sostenibile dei sistemi turistici locali. Dalle esperienze della municipalità di Torino in materia4, è possibile desumere le principali caratteristiche della cooperazione decentrata in materia. Esperienza realizzata attraverso i seguenti progetti: - Sviluppo micro-imprenditoria femminile e giovanile nel settore turistico-ricreativo nella Città di Breza (2006-2007); - Teranga (Accoglienza) – Progetto consortile di promozione della cultura del turismo responsabile come elemento di lotta alla povertà in Senegal; aree di Louga, St. Louis, Djoudj e Langue de Barbarie(2007-2008); Teranga (Accoglienza) - Seconda fase (2008-2009); - Novi putevi (Strade nuove). Azioni per lo sviluppo locale del settore turistico nell’Europa centro-orientale (2008-2009); - Enhancement and conservation of historical heritage in the Old City of Jerusalem through training and professional development of local youth (2015-2016); - Advanced heritage conservation training in East Jerusalem Dominus Flevit (2016); - Interdisciplinary training in conservation of cultural heritage (2017)5. 1 Cfr. Art. 1 e 2 Codice Mondiale di Etica del Turismo dell’Organizzazione mondiale del Turismo. 2 R. Garrone, Turismo responsabile. Nuovi paradigmi per viaggiare in terzo mondo, Ram, Camogli (Genova) 2007. 3 Per una definizione cfr. Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo, Linee Guida sulla cooperazione decentrata, approvate con delibera 15 Marzo 2010 su www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/documentazione/PubblicazioniTrattati/2010-03-01_ LineeGuidaDecentrata.pdf. Sul tema cfr. amplius M. Bottiglieri, «Da cooperazione decentrata a partenariato territoriale. La cooperazione allo sviluppo degli Enti locali nelle prime attuazioni della nuova "Disciplina Generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo (L. 11 agosto 2014 n. 125)», in Labsus.it, 14/3/2017. 4 M. Baradello, M. Bottiglieri, S. Chicco (edited by) T.Re. La Città di Torino per il turismo responsabile, Edizioni Cosmopolis,Torino 2008. 5 Molti di questi progetti sono meglio descritti nei seguenti siti: www.comune.torino.it/cooperazioneinternazionale e www.pmsp-itau.org/. Per una definizione di Sistemi Locali

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2. Rafforzamento istituzionale e valorizzazione dei sistemi turistici locali Il principale ruolo che la Municipalità ha svolto in questi progetti è un’azione di rafforzamento istituzionale delle città-partner nella promozione di politiche di sviluppo locale sostenibile attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo che sostengono un turismo equo e sostenibile. L’azione centrale di ogni intervento è stata la valorizzazione dei sistemi turistici locali6, intesi come uno strumento di governance in cui Enti Locali, operatori privati, singoli o associati e altri soggetti pubblici, sono protagonisti dello sviluppo turistico dei propri territori. I fattori di valorizzazione del sistema turistico locale presi in considerazione trasversalmente da questi progetti sono stati i seguenti: - La dotazione di infrastrutture e di attrezzature delle città partner e degli attori del turismo locale che interagiscono con gli enti pubblici (cooperative, associazioni, enti di promozione turistica, Ong, associazioni di migranti, ecc.). Si tratta di interventi propri della cooperazione allo sviluppo in generale e di quella territoriale in particolare. Può essere sottolineato che nella realizzazione di strutture di accoglienza turistica nelle città partner, in coerenza con criteri di sostenibilità, si è privilegiata una tipologia su piccola scala (sul modello dei nostrani agriturismo e bed and breakfast), che consente un’accoglienza di tipo familiare o di piccoli gruppi, tesa a sviluppare flussi turistici che consentano l’incontro tra comunità e non “il consumo turistico” di massa. Altra caratteristica è il tentativo di perseguire una coerenza tra l’architettura delle attrezzature realizzate e il rispetto dell’identità culturale dei luoghi in cui sorgono: come il modello di tenda berbera nel campement in Senegal, o all’architettura delle baite bosniache per i bed and breakfast di Breza.

©Archivio fotografico Città di Torino – Cooperazione

internazionale e pace, 2009, Bosnia, colline di Breza - Conservazione e restauro del patrimonio culturale.

intesi come “contesti turistici omogenei o integrati, cfr. art. 5 L. 135/2001 e ss. modifiche.

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Le attività promosse sono espressione della consolidata tradizione italiana in materia di conservazione del patrimonio culturale7, messa a disposizione dei partner locali, grazie ad expertise ed eccellenze nazionali presenti sul territorio piemontese (come il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” per il know how in materia di restauro mosaicale o il Museo d’arte orientale – MAO - della Fondazione musei della Città di Torino).

Questo obiettivo si è perseguito attraverso due azioni principali: - la collaborazione con le città partner nella valorizzazione di beni culturali e paesaggistici 8 attraverso i percorsi turistico-religiosi dei monasteri ortodossi serbi, i sentieri di bike e i percorsi di speleologia nei boschi di Breza, “il percorso del riso” promosso in Senegal con il Comune di Torre Pellice. - il sostegno alla promozione9 di tali beni, realizzata tramite la redazione di materiale divulgativo teso a far conoscere ai viaggiatori (e non solo) la valenza di siti turistici che narrano il paesaggio, la storia e la cultura delle popolazioni partner (è il caso della realizzazione di un’Ecoguida per i due parchi aviofaunistici del Senegal, dei depliant promozionali sul Fesfop di Louga e di quelli per promuovere i siti di accoglienza turistica gestiti dalle cooperative femminili di Breza), la promozione di mostre temporanee o di percorsi museali (come nel caso della mostra sui vasi farmaceutici dell’epoca di Gesù realizzata durante l’Ostensione della S. Sindone). Le attività di valorizzazione e promozione turistica del patrimonio culturale e naturale delle città partner ha riguardato sia luoghi “ordinari e quotidiani” (si pensi alla collina boscosa di Breza), sia realtà uniche per

7 Sul concetto di valorizzazione cfr. art. 29 e ss. TU D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42 - Codice dei beni culturali e del paesaggio e ss. modifiche. 8 Cfr. art. 111 Codice dei beni culturali e del paesaggio. 9 Art. 118 Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Gerusalemme, Restauro dei vasi farmaceutici. Valorizzazione e

promozione del patrimonio culturale

©ATS-Pro Terra Sancta, 2016

Ecoguida del Parco di Djoudje e della Langue de Barbarie. Archivio fotografico Città di

Torino – Cooperazione internazionale e pace, 2008.

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ragioni culturali come il Museo Nazionale delle Percussioni di Lougà o per ragioni storico-archeologiche, come i mosaici del Getsemani e Betania, sia siti che sono considerati dall’UNESCO “patrimonio mondiale dell’umanità” (il parco di Djudje in Senegal, i monasteri ortodossi serbi di Studenica e di Sopocani). - La governance. Le competenze istituzionali in materia di turismo attribuite agli enti locali italiani dalla vigente normativa, che riconosce nelle politiche di promozione turistica un interesse pubblico di dimensione locale, e la consolidata esperienza di governance sul sistema turistico locale piemontese, rappresentano elementi di dialogo e scambio con le altre città del mondo. In due progetti (Teranga e Novi Putevi) è stato realizzato un partenariato progettuale tra i tre livelli di governo locale piemontese (Comune, Provincia e Regione) in dialogo con gli omologhi dei Paesi partner. In Italia e competenze in materia di promozione turistica sono intrecciate e i confini tra tutela, valorizzazione, promozione e gestione dei beni culturali e paesaggistici sono labili. Nella prassi amministrativa corrente si assiste sovente all’uso della concertazione, di conferenze di servizi o di consorzi per la realizzazione di eventi (si pensi ad esempio alla gestione associata delle funzioni amministrative turistiche mediante la creazione di consorzi come “Turismo Torino e Provincia”, ente partner di uno di questi progetti).

3. La capacity building e la formazione professionale

Strettamente connessa alla valorizzazione dei sistemi turistici locali è l’attenzione allo sviluppo delle professionalità turistiche o dei mestieri a queste correlate, perseguita con l’attivazione di due percorsi differenti e complementari: - la formazione degli operatori turistici locali sia pubblici (come nel caso dei funzionari degli enti locali di Breza e Kragujevac) sia privati della società civile (si pensi ai casi dell’ASESCAW nel progetto Teranga, alle cooperative giovanili di Breza e ai giovani palestinesi formatisi alle tecniche del restauro mosaicale). Tale formazione ha avuto sovente natura teorico-pratica più che accademica, una sorta di apprendistato nelle professionalità di accoglienza turistica o di conservazione dei beni culturali oggetto delle attenzioni dei flussi turistici. - il trasferimento e lo scambio di know how, concernente sia le metodologie organizzative che le buone prassi amministrative e gestionali delle politiche locali. Questo elemento, pur essendo fortemente collegato al primo, esprime la volontà di prestare attenzione sia alle competenze personali degli operatori coinvolti sia ai format organizzativi, alle metodologie e agli strumenti. Tale know how rappresenta il patrimonio di una comunità, istituzionale o sociale, la caratteristica “collettiva” e comunitaria di questi interventi.

4. Il partenariato per lo sviluppo La cooperazione decentrata è stata strumento di mediazione tra territori diversi, grazie alla particolare natura dei mediatori.

Mosaic Center di Jericho, ©Bottiglieri 2016.

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Elemento comune a ciascun progetto è infatti la varietà (quantitativa e qualitativa) dei partner: enti locali (italiani e stranieri), organismi non governativi, associazioni, cooperative, comunità di migranti, università e istituti di alta formazione, organizzazioni pro-sociali, ecc. Tale pluralità riflette quella degli attori di un sistema turistico locale e la logica che li ispira, ovvero i principi di partecipazione e sussidiarietà. Benché in ciascuno di tali progetti il ruolo delle Ong sia stato centrale, vi sono tre tipologie di partenariato che vanno meglio evidenziate: Organizzazioni prosociali, associazioni di migranti e enti aderenti ai principi del Turismo responsabile. Le organizzazioni del turismo sociale (OTS)10, nate in Italia per consentire ai cittadini meno abbienti di poter fruire del diritto alla vacanza, hanno condiviso la loro esperienza con gruppi che si preparano all’accoglienza turistica a Breza e a Louga. In tal senso va letto il coinvolgimento del CAI per disegnare percorsi naturalistici Breza o quello dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi per collaborare a rendere più fruibili gli itinerari dei monasteri ortodossi serbi. In quest’ottica, anche il tentativo di costruire con loro percorsi turistici “specializzati”, ha reso ancora più efficace l’intervento. Lasciar collaborare i possibili fruitori di un’offerta turistica di nicchia nella definizione degli stessi ha ricadute economiche (è la domanda che contribuisce a definire l’offerta turistica) e culturali (sono i gruppi sociali amanti della montagna o delle bellezze architettoniche religiose che contribuiscono a individuare i percorsi di incontro e scambio con comunità omologhe); Le associazione di migranti, che hanno collaborato nei progetti in Senegal, si sono poste dialetticamente nella polarità rappresentata fra il contesto di origine e quello di accoglienza. È una dualità complessa, caratterizzata da una doppia assenza11, in termini di pieno accesso ai diritti di riconoscimento e partecipazione e da una doppia presenza12, per quanto riguarda il duplice radicamento territoriale e l’inserimento economico e sociale nella società di destinazione accanto al mantenimento di intensi legami con la madrepatria. La loro capacità di essere nello stesso tempo qui e altrove ha mutato numerosi aspetti legati al co-sviluppo, incluso quello finalizzato alla promozione di turismo responsabile. Il merito delle associazioni dei migranti senegalesi nel progetto Teranga è stato quello di aver rappresentato un veicolo di promozione del capitale relazionale tra il territorio torinese e quello senegalese nuovo e inedito per l’epoca in cui erano stati realizzati i due progetti e che, in qualche misura, ha anticipato il riconoscimento ricevuto dalla nuova Legge sulla Cooperazione allo sviluppo. I fornitori di servizi aderenti ai principi del turismo responsabile, sono stati valorizzati grazie a uno specifico atto di indirizzo della Città di Torino (Delibera 2007-05119/113) nel quale la Municipalità, oltre ad aderire ai valori espressi dal Codice mondiale di etica del turismo, a promuovere iniziative di sensibilizzazione tese a diffondere una cultura del turismo responsabile nonché progetti di cooperazione decentrata, aderisce a stili di vita istituzionali coerenti con i principi del turismo responsabile. Sulla base di queste indicazioni, erano stati inseriti nei capitolati d’appalto volti a individuare le agenzie di viaggio fornitrici dei servizi connessi alle missioni di cooperazione decentrata, clausole sociali volte a erogare maggior punteggio alle ditte che offrivano pacchetti turistici aderenti ai principi del turismo responsabile espressi dalle Carte internazionali.

10 F. Sangalli, Organizzare il turismo sociale. Contenuti e metodi per il turismo dello sviluppo, Francoangeli, Milano 2005 11 A. Sayad A., La Doppia Assenza. Dalle illusioni dell’emigrato alle sofferenze dell’immigrato, Raffaello Cortina, Milano, 2002. 12 S. Ceschi, «Migrazioni, Legami Transnazionali e Cooperazione tra Territori: una Ricerca sulla Diaspora Senegalese», in S. Ceschi, A. Stocchiero, (edited by), Relazioni Transnazionali e Co-sviluppo, Collana “Logiche Sociali”, Roma, L’ Harmattan, 2006.

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Bibliografia M. Baradello, M. Bottiglieri, S. Chicco (edited by) T.Re. La Città di Torino per il turismo responsabile, Edizioni Cosmopolis, Torino, 2008. M. Bottiglieri, «Da cooperazione decentrata a partenariato territoriale. La cooperazione allo sviluppo degli Enti locali nelle prime attuazioni della nuova "Disciplina Generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo (L. 11 agosto 2014 n. 125)», in Labsus.it, 14/3/2017. S. Ceschi, «Migrazioni, Legami Transnazionali e Cooperazione tra Territori: una Ricerca sulla Diaspora Senegalese», in Ceschi S., Stocchiero A., (edited by), Relazioni Transnazionali e Co-sviluppo, Collana “Logiche Sociali”, Roma, L’ Harmattan, 2006. R. Garrone, Turismo responsabile. Nuovi paradigmi per viaggiare in terzo mondo, Ram, Camogli (Genova), 2007. F. Sangalli, Organizzare il turismo sociale. Contenuti e metodi per il turismo dello sviluppo, Francoangeli, Milano 2005 A. Sayad A., La Doppia Assenza. Dalle illusioni dell’emigrato alle sofferenze dell’immigrato, Raffaello Cortina, Milano, 2002.

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